Frasi su vittima
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“Non è casuale che l'avvocato che difende Zappadu sia un eurodeputato dell'Italia dei Valori di Antonio Di Pietro. C'è una doppia veste – avvocato e parlamentare – che non si dovrebbe confondere. Voglio dire: se la vittima è il presidente del Consiglio e l'accusato è difeso da un deputato di un partito d'opposizione… beh… è come se io mi costituissi parte civile in un qualsiasi processo nei confronti chessò di D'Alema, di Fassino o di Prodi.”

Niccolò Ghedini (1959) avvocato e politico italiano

citato in Paolo Berizzi, Da Ghedini esposto-bis per Villa Certosa "Sequestrare le altre cinquemila foto" http://www.repubblica.it/2009/06/sezioni/politica/berlusconi-divorzio-7/cinquemila-foto/cinquemila-foto.html, la Repubblica, 13 giugno 2009
Origine: Antonello Zappadu è il fotoreporter autore di centinaia di foto di Silvio Berlusconi e dei suoi ospiti a Villa Certosa, alcune delle quali pubblicate dal quotidiano spagnolo El Pais il 4 giugno 2009.

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“Al cancello si aggrumano le vittime | volti nudi e perfetti | chiusi nell'ignoranza, | paradossali mani | avvinghiate ad un ferro.”

Alda Merini (1931–2009) poetessa italiana

Al cancello si aggrumano le vittime
La Terra santa

“Questo povero nostro Paese vittima di demagoghi ieri, oggi, sempre.”

Augusto Guerriero (1893–1981) giornalista e scrittore italiano

Origine: Citato in Claudio Taccucci, Augusto Guerriero (Ricciardetto), p. 29.

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“Il personaggio femminile m'interessa molto di più di quello maschile. Di fronte alla violenza e alla dominazione, i narratori si interessano spesso più al carnefice che alla vittima, come se il primo fosse letterariamente più affascinante. È un atteggiamento che deploro. Io m'interesso a quello che la vittima prova.”

Christine Angot (1959) scrittrice francese

Origine: Citato in Fabio Gambaro, Christine Angot: "La mia storia di un'infanzia senza parole" http://www.repubblica.it/cultura/2013/06/19/news/christine_angot_la_mia_storia_di_un_infanzia_senza_parole_di_fabio_gambaro-61413526/?ref=search, La Repubblica.it, 19 giugno 2013.

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“Bisognerebbe fare uno sciopero dei lettori per insegnare ai nostri giornali a non prendere in giro i lettori. Raccontano solo frottole, la loro disinformazione è una ferita sociale. E io sono una loro vittima, perché mi attribuiscono virgolettati che non ho mai né detto né pensato.”

Silvio Berlusconi (1936) politico e imprenditore italiano

2010
Origine: Citato in Mariolina Iossa, Il Cavaliere contro i giornali: «I lettori scioperino» http://web.archive.org/web/20151109010440/http://archiviostorico.corriere.it/2010/giugno/29/Cavaliere_contro_giornali_lettori_scioperino_co_8_100629033.shtml, Corriere della Sera, 29 giugno 2010.

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“Sembra che il movimento sionista sia interessato ad aumentare le stime dei morti a causa dell'Olocausto per averne un maggiore tornaconto. Questo li ha portati ad enfatizzare questa stima [sei milioni] per conquistare la solidarietà dell'opinione pubblica internazionale. Molti studiosi hanno analizzato tale stima ed hanno raggiunto conclusioni sorprendenti, fissando il numero di vittime a poche centinaia di migliaia.”

Mahmūd Abbās (1935) politico palestinese

Citazioni di Abū Māzen
Origine: Dalla sua tesi di dottorato in storia svolta presso il Collegio Orientale di Mosca nel 1982 e intitolata "La connessione tra nazismo e sionismo, 1933-1945", pubblicata nel 1984 in arabo ad Amman in Giordania dall'editrice Dār Ibn Rush, Un primo ministro palestinese negazionista dell'Olocausto? http://www.wymaninstitute.org/articles/2003-03-denier.php, Rafael Medoff (The David S. Wyman Institute for Holocaust Studies)
Origine: Abu Mazen e l'Olocausto http://www.tomgrossmedia.com/mideastdispatches/archives/000032.html di Tom Gross

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“Di fronte alla nuova, terribile, strage del mare, che conta centinaia di vittime al largo di Lampedusa, si sente il bisogno civile e morale di alzare la voce: non è possibile che la politica e le istituzioni non riescano a dare risposte concrete ad un fenomeno prevedibile come quello di chi è costretto a fuggire da Paesi in guerra o dove regna la violenza.”

Andrea Riccardi (1950) storico, accademico e pacifista italiano

Con data
Origine: Citato in Riccardi: "Italia intervenga su stragi migranti anche senza UE http://www.andreariccardi.it/it/articoli/riccardi-italia-intervenga-su-stragi-migranti-anche-senza-ue, Riccardiandrea.it, 12 febbraio 2015.

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“Personalmente, per quel tanto che conosco della storia dell'lnquisizione spagnola in Sicilia, nella mostra di Madrid mi imbatto in vecchie conoscenze e particolarmente in quella di Luis Rincon de Paramo (o Paramo del Rincon) che, per la verità, prima che nei fasti dell'lnquisizione di Sicilia, ho conosciuto nel Dizionario Filosofico di Voltaire, appunto alla voce Inquisizione. “Questo Paramo — dice Voltaire — era un uomo semplice, esattissimo nelle date, che non trascurava alcun fatto che avesse un qualche interesse, e calcolava col massimo scrupolo il numero delle vittime umane che il Sant’Uffizio aveva immolato in tutti i paesi”; e prima lo aveva proclamato “uno dei più rispettabili scrittori e dei più vivi splendori del Sant’Uffizio”. Il fatto è che il libro di Paramo lo divertiva, gli permetteva di affilarvi sopra la più micidiale ironia. Si direbbe, anzi, che, una volta imbattutosi nel libro di Paramo, Voltaire non abbia sentito il bisogno di cercare altro, sull’Inquisizione; e ragionevolmente. Paramo risponde così pienamente, così esattamente all’avversione laica nei confronti dell’istituzione, del fanatismo su cui si fonda, delle sue procedure e dei suoi uomini, che basta soltanto riassumerlo o citarlo testualmente per conseguire l’effetto di alimentare e ingigantire quell’avversione. Voltaire lo riassume: oggettivamente, impassibilmente. Che è sempre il modo migliore di fronteggiare il fanatismo, anche se ben sappiamo che non sempre il ridicolo uccide (avendo attraversato il fascismo negli anni suoi più comici, tra la conquista dell’Etiopia e la seconda guerra mondiale, abbiamo coi nostri occhi constatato che al ridicolo non solo si sopravvive ma se ne può trarre nutrimento e forza).”

Leonardo Sciascia (1921–1989) scrittore e saggista italiano

Ore di Spagna

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“Robert Lindet, ossessionato creatore di quella piovra che aveva la sua testa nel comitato di sicurezza generale e che stendeva le braccia, ventunmila!, su tutta la Francia attraverso i comitati rivoluzionari; Lebuef, sul quale Girey-Duprè scrisse nel suoquesto verso: «Lebouf vit Legendre et beugla»; Thomas Paine, americano, incline alla clemenza; Anacharsis Cloots, tedesco, barone, milionario, ateo, hébertiano, animo candido; l'integerrimo Lebas, amico dei Duplay; Rovère, una delle rare creature che godono della perfidia come uno può godere dell'arte per l'arte, il che avviene più frequentemente di quanto non si creda; Charlier, il quale voleva che si trattassero gli aristocratici con il; Tallien, elegiaco e feroce, dai cui amori nascerà il 9 termidoro; Cambacéres, un procuratore che diverrà principe; Carrier, un procuratore che si paleserà tigre; Laplanche, il quale esclamò un giorno: «Voglio che sia data priorità al cannone d'allarme»; Thuriot, che propose la votazioneda parte dei giurarti del tribunale rivoluzionario; Bourdon de l'Oise, che sfidò a duello Chambon, denunciò Paine e fu denunciato da Hébert; Fayau, il quale propose l'invio nella Vandea di «un'armata incendiaria»; Tavaux, che il 13 aprile tentò la mediazione tra Gironda e Montagna; Vernier il quale chiese che i capi girondini e quelli della Montagna andassero a servire la patria come semplici soldati; Rewbell, che si chiuse dentro Magonza assediata; Bourbotte, che ebbe il suo cavallo ucciso alla presa di Saumur; Guimberteau, che fu a capo dell'armata delle Côtes di Cherbourg; Jard-Panvilliers, il quale comandò le truppe della Côtes de la Rochelle; Lecarpentier, che comandò la squadra di Concale; Roberjot, vittima dell'imboscata di Radstadt; Prieur de la Marne, che si compiaceva di indossare sul campo di battaglia le sue vecchie spalline di comandante si squadrone; Levasseur de la Sarthe, il quale, con una sola parola, indusse al sacrificio Serrent, comandante del battaglione di Saint-Armand; Reverchon, Maure, Bernard de Saintes, Charles Richard, Lequinio, e, in testa a questo gruppo un Mirabeau che portava il nome di Danton. Estraneo a questi due gruppi e dominatore di entrambi, Robespierre.”

Victor Hugo (1802–1885) scrittore francese
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“Ho bevuto fino a impazzire, mi sono stordita con le droghe a sedici anni, sono sgattaiolata fuori con uomini adulti per andare all’ultimo spettacolo del Fillmore East, ho vissuto nuda nelle comuni e ho rubato. Ho scritto la mia tesi sul suicidio nella poesia contemporanea americana lavorando come barista mentre mi facevo scopare sul tavolo da biliardo nel retro. Sono stata un’assistente in una clinica per schizofrenici a Chelsea e capogruppo in un centro d’accoglienza per senzatetto sulla Trentesima. Ho seguito le tracce di Giovanna d’Arco in Francia, preso un treno per Roma a mezzanotte e indossato tacchi a spillo per una lesbica italiana feticista della pelle. Ho preso acidi per tre giorni sul treno da Montréal a Vancouver, dove ho passato una notte con un famoso musicista jazz musulmano che mi ha sedotto con il suo sassofono e le sue invocazioni predicatorie. Ho trovato il modo di entrare in campi di accoglienza per vittime di stupro in Bosnia, ho indossato il burqa nell’Afghanistan dei talebani, ho guidato caricata a caffè attraverso le strade minate del Kosovo. Dovevo vedere, sapere, toccare, trovare l’orecchio. Forse stavo inscenando la mia cattiveria, o cercando la mia bontà, o avvicinandomi alla disumanità più profonda per provare a capire come sopravvivere al peggio di cui siamo capaci. Poi sono andata in Congo, ed è là che tutto è andato in frantumi. Là, dove, in un solo colpo, i peggiori atti di crudeltà incontravano la più pura gentilezza. Ero arrivata fin là.”

Eve Ensler (1953) drammaturga statunitense

Nel corpo del mondo. La mia malattia e il dolore delle donne che ho incontrato

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“Come testimone delle conseguenze umane dei brutali bombardamenti aerei – tra cui la decapitazione delle vittime, con le loro parti interne sparse come festoni sugli alberi e sui campi – non mi sorprende che ancora una volta venga calpestata la memoria e la storia. Un esempio significativo è l’ascesa al potere di Pol Pot e dei suoi Khmer Rossi, che ha molto in comune con l’odierno Stato Islamico (ISIS) in Iraq e in Siria. Anche loro erano spietati medievalisti che hanno iniziato come una piccola setta. Anche loro erano il prodotto di un disastro di fabbricazione americana, quella volta in Asia.”

John Pilger (1939) giornalista australiano

Variante: Come testimone delle conseguenze umane dei brutali bombardamenti aerei – tra cui la decapitazione delle vittime, con le loro parti interne sparse sugli alberi e sui campi – non mi sorprende che ancora una volta si denigrino la memoria e la storia. Un esempio significativo è stata l’ascesa al potere di Pol Pot e dei suoi Khmer Rossi, che ha molto in comune con l’odierno Stato Islamico (ISIS) in Iraq e in Siria. Anche loro erano spietati medievalisti che hanno iniziato come una piccola setta. Anche loro erano il prodotto di un disastro di fabbricazione americana, quella volta in Asia.

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“In molti paesi, l'esercizio del potere da parte delle forze armate non è risultato nel successo previsto. Ma noi vogliamo chiarire dei concetti importanti: i nostri soldati non sono i prodotti d'una classe privileggiata. Sono i figli di contadini, di nomadi, di piccoli artigiani e semplici lavoratori, che ricevono i salari più bassi della Repubblica. Se s'impossessarono del potere un' anno fa, in nome del popolo, per spodestare una cricca autonominatosi una democrazia parlamentare, fu perché si identificavano interamente col popolo e con la nazione che era diventata la vittima di rapina flagrante.”

Mohammed Siad Barre (1919–1995) politico somalo

My Country and My People, Vol. II
Variante: In molti paesi, l'esercizio del potere da parte delle forze armate non è stato coronato dal successo che ci si aspettava. Ma noi vogliamo chiarire alcuni concetti importanti: i nostri soldati non sono i prodotti d'una classe privilegiata. Sono i figli di contadini, di nomadi, di piccoli artigiani e semplici lavoratori, che ricevono i salari più bassi della Repubblica. Se un anno fa presero su di sé la difficile responsabilità, in nome del popolo, per spodestare una cricca autonominatasi una democrazia parlamentare, fu perché si identificavano interamente col popolo; la nazione che era diventata la vittima di un flagrante saccheggio.

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“Sono la vittima di avvenimenti, una vittima degli americani, di Lon Nol, di Pol Pot, e ora dei vietnamiti e della disputa tra Pechino, Mosca e Hanoi.”

Norodom Sihanouk (1922–2012) re della Cambogia

I am the victim of events, a victim of the Americans, of Lon Nol, of Pol Pot and now of the Vietnamese and of the dispute between Peking and Moscow and Hanoi.
Citazioni tratte dalle interviste
Variante: Sono la vittima di avvenimenti, una vittima degli americani, di Lon Nol, di Pol Pot, e ora dei vietnamiti e della disputa tra Pechino, Mosca e Hanoi.

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“Law & Order - Unità vittime speciali – serie TV, 1 episodio (2001)”

Kate Mara (1983) attrice statunitense

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“Gli ospedali sono stati convertiti dall'esercito israeliano in fabbriche di angeli, perché le prime vittime di questo massacro sono stati i bambini.”

Vittorio Arrigoni (1975–2011) scrittore e attivista italiano

Origine: Youtube, Video: "Restiamo Umani" https://www.youtube.com/watch?v=SblB2O7AfP4 di Anna Maria Selini

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“Sa spalmare [Indro Montanelli] una così giusta misura di miele sull'orlo del nappo avvelenato che prepara per questo o per quello, che spesso la vittima muore senza accorgersene, ingannata dai soavi licori.”

Paolo Monelli (1891–1984) giornalista e scrittore italiano

Origine: Citato in Paolo Granzotto, Montanelli, Ti ricordi Indro?, Società Europea di Edizioni S.p.A., Milano, p. 122. ISBN 9 778118 178454

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“[Gaffe] Non giustifichiamo tutto, altrimenti mi verrebbe da pensare che un giorno si potrebbe anche dire che le stragi naziste, i morti in Siberia, i regimi violenti come quello di Pino Chet, o i colonnelli in Argentina o Pol Pot in Cambogia furono voluti da vittime di un sistema politico deviato e di un'infanzia sfortunata e infelice.”

Sara Paglini (1961) politica italiana

Origine: Da un post su Facebook.com; citato in Matteo Cruccu, La gaffe della senatrice m5S: Pinochet diventa Pino Chet e i «colonnelli» sono argentini http://www.corriere.it/politica/13_novembre_13/gaffe-senatrice-cinque-stelle-pinochet-diventa-pino-chet-d63f8828-4c62-11e3-b498-cf01e116218a.shtml, Corriere.it, 13 novembre 2013.

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“[Sulla strage di piazza Fontana] Arriva un momento in cui, senza perdere la memoria, si vorrebbe finalmente guardare al passato dei morti, del sangue, delle vittime incolpevoli e degli accusati innocenti, con il distacco sereno di chi ha capito il come e il perché.”

Gianni Barbacetto (1952) giornalista e scrittore italiano

Dal suo blog su Il fattoquotidiano.it
Origine: Da Piazza Fontana, 45 anni dopo: il filo nero che porta a Mafia Capitale https://www.ilfattoquotidiano.it/2014/12/12/piazza-fontana-45-anni-dopo-il-filo-nero-che-porta-a-mafia-capitale/1269976/, 12 dicembre 2014.

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“Gli hutu, che, nel ' 94, furono in gran parte gli assassini (e che ora rischiano di essere le vittime), sono, in generale, di statura più bassa. Più tozzi. Si dice che fossero invidiosi, al punto da segare talvolta le gambe di quei compatrioti tanto più alti di loro. Ma ci sono anche hutu più grandi e affilati dei tutsi. Dipende dalle regioni. Le diversità etniche possono essere un' invenzione. Un incubo. Sono tuttora un' ossessione. Un' eredità, si dice, lasciata dai colonizzatori bianchi, antropologi da strapazzo, ispirati da quell' antenato dei razzisti del nostro secolo che fu l' ottocentesco conte di Gobineau; e quindi inclini come lui a dissertare sulla "disuguglianza delle razze umane" fondata su una base fisica. E furono loro, coloni e missionari, a supporre e poi a raccontare, fino a costruirci attorno la 'storia' del Ruanda, che i tutsi arrivavano dalle valli del Nilo e discendevano dai bianchi, dunque erano di origine straniera, dei conquistatori, insomma usurpatori, e di una razza superiore agli hutu, volgari bantù africani. Nel bailamme continentale delle tribù la fantasia europea poteva scatenarsi a piacere.”

Bernardo Valli (1930) giornalista e scrittore italiano

Variante: Gli hutu, che, nel '94, furono in gran parte gli assassini (e che ora rischiano di essere le vittime), sono, in generale, di statura più bassa. Più tozzi. Si dice che fossero invidiosi, al punto da segare talvolta le gambe di quei compatrioti tanto più alti di loro. Ma ci sono anche hutu più grandi e affilati dei tutsi. Dipende dalle regioni. Le diversità etniche possono essere un'invenzione. Un incubo. Sono tuttora un'ossessione. Un'eredità, si dice, lasciata dai colonizzatori bianchi, antropologi da strapazzo, ispirati da quell' antenato dei razzisti del nostro secolo che fu l'ottocentesco conte di Gobineau; e quindi inclini come lui a dissertare sulla "disuguglianza delle razze umane" fondata su una base fisica. E furono loro, coloni e missionari, a supporre e poi a raccontare, fino a costruirci attorno la "storia" del Ruanda, che i tutsi arrivavano dalle valli del Nilo e discendevano dai bianchi, dunque erano di origine straniera, dei conquistatori, insomma usurpatori, e di una razza superiore agli hutu, volgari bantù africani. Nel bailamme continentale delle tribù la fantasia europea poteva scatenarsi a piacere.

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