Frasi su zone

Una raccolta di frasi e citazioni sul tema zone, parte, fatto, stato.

Frasi su zone

Dave Eggers photo

“Ehm, sei sicuro di volermi raccontare tutte queste cose?
Perché, quali cose?

Dei tuoi genitori, la paranoia…
Be', cos'è che ti sto raccontando, in fondo? Non ti sto dando proprio niente. Ti sto dando cose che Dio sa, che chiunque sa. I miei genitori sono famosi nella loro morte. E questo sarà il mio monumento costruito alla loro memoria. Io do a te tutte queste cose, ti racconto delle gambe di mio padre e delle parrucche di mia madre – più avanti in questo capitolo – e ti racconto i miei dubbi sull'opportunità o meno di fare sesso davanti all'armadio a specchi dei miei genitori la notte del funerale di mio padre, ma dopo tutto, cosa ti ho mai dato di così prezioso? Potresti pensare di sapere qualcosa di me, a quel punto, ma invece non sai ancora nulla. Io racconto, e un secondo dopo è tutto sparito. Non mi interessa – e come potrebbe? Ti racconto con quante ragazze sono andato a letto (trentadue), o di come i miei genitori hanno lasciato questo mondo, e alla fin fine che cosa ti ho dato? Niente. Posso dirti i nomi dei miei amici, i loro numeri di telefono…
Marny Requa: 415-431-2435
K. C. Fuller: 415-922-7893
Kirsten Stewart: 415-614-1976
Ma cos'è che hai in mano? Nulla. Tutti mi hanno dato il permesso di farlo. E perché? Perché tu non hai nulla, al massimo qualche numero di telefono. Può sembrare qualcosa di prezioso al massimo per uno o due secondi. Tu puoi avere solo quello che io posso permettermi di dare. E tu sei il mendicante che implora una qualsiasi cosa, mentre io sono il passante frettoloso che butta un quarto di dollaro nel bicchiere di carta che protendi verso di me. Questo è quanto ti posso dare. E non mi annienta. Ti do virtualmente tutto quello che possiedo. Ti do le cose migliori di me, anche se si tratta di cose che amo, ricordi di cui faccio tesoro, belli o brutti che siano, come le foto della mia famiglia appese al muro, posso mostrartele senza che esse per questo ne vengano sminuite. Posso permettermi di darti anche tutto quanto. Trasaliamo di fronti agli sciagurati che nei programmi pomeridiani rivelano i loro orrendi segreti di fronte a milioni di telespettatori, eppure… che cosa abbiamo tolto loro, e loro che cosa ci hanno dato? Niente. Sappiamo che Janine ha scopato con il fidanzato di sua figlia, ma… e allora? Moriremo un giorno e avremo protetto… che cosa? Avremo protetto dal mondo il fatto che facciamo questo o quello, che muoviamo le braccia in questo o quest'altro modo, e che la nostra bocca ha prodotto questi e questi altri suoni? Ma per favore. Ci sembra che rivelare cose imbarazzanti o private, tipo, che ne so, le nostre abitudini masturbatorie (quanto a me, circa una volta al giorno, perlopiù sotto la doccia), significhi – proprio come per i primitivi che temono che la macchina fotografica gli possa portare via l'anima – che abbiamo dato a qualcuno una cosa che noi identifichiamo come i nostri segreti, il nostro passato e le sue zone oscure, la nostra identità, nella convinzione che rivelare le nostre abitudini o le nostre perdite o le nostre imprese in qualche modo ci deprivi di qualcosa. Ma in realtà è proprio il contrario, di più è di più è di più, più si sanguina più si dà. Queste cose, i dettagli, le storie e quant'altro, sono come la pelle di cui i serpenti si spogliano, lasciandola a chiunque da guardare. Che cosa gliene frega al serpente di dov'è la sua pelle, di chi la vede? La lascia lì dove ha fatto la muta. Ore, giorni o mesi dopo, noi troviamo la pelle e scopriamo qualcosa del serpente, quant'era grosso, quanto era lungo approssimativamente, ma ben poco altro. Sappiamo dove si trova il serpente adesso? A cosa sta pensando? No. Per quel che ne sappiamo adesso il serpente potrebbe girare in pelliccia, potrebbe vendere matite a Hanoi. Quella pelle non è più la sua, la indossava perché ci era cresciuto dentro, ma poi si è seccata e gli si è staccata di dosso, e lui e chiunque altro adesso possono vederla.”

L'opera struggente di un formidabile genio

Rino Gaetano photo

“Dopo tre giorni di prigionia viene rilasciato, nella foto con la moglie e i figli, e il governo di Hanoi proclama lo stato d'emergenza nelle zone colpite dai bombardamenti americani.”

Rino Gaetano (1950–1981) cantautore italiano

da Sfiorivano le viole, 1976
Frasi censurate
Origine: Citato in Silvia D'Ortenzi, Rare tracce, p. 65.

Gino Strada photo
Zygmunt Bauman photo
Carlo Carretto photo
Anassagora photo

“Il denso e umido e freddo e l'oscuro si è qui raccolto, dove ora [è la terra], mentre il raro, il caldo e l'asciutto s'è allontanato verso le zone esterne dell'etere.”

Anassagora (-500–-428 a.C.) filosofo greco antico

frammento 15
Frammenti di Sulla natura (titolo convenzionale)

Roberto Saviano photo
Babur photo

“[…] me ne andai in escursione verso le alture di Baran e del colle di Ciash e sulle pendici del Gul-i Bahar. In primavera la steppa del Colle di Ciash e le pendici del Gul-i Bahar sono bellissime. La verzura ne è splendida, senza confronti nelle altre zone del territorio di Kabul, e vi fioriscono ogni sorta di tulipani. Un giorno diedi ordine di contare tutti i tipi di tulipani: risultò che ce n'erano trentaquattro tipi. In lode di questi luoghi ho composto i versi: È la verde Kabul in primavera | paradiso di fiori: | paradiso la steppa di Baran, | paradiso fiorito in primavera.”

Babur (1483–1530) fondatore della dinastia Moghul

Origine: Citato in Poesia d'amore turca e persiana, scelta e traduzione di Angelo Michele Piemontese e Gianroberto Scarcia; ([G. Scarcia ha curato – oltre ai primi due paragrafi della «Guida alla lettura» – le versioni poetiche contenute nell'antologia e le prosastiche dal turco; tutto il resto è stato curato da A. M. Piemontese. Poesia d'amore turca e persiana, p. 9.]), EDIPEM, Novara, 1973, p. 233.

Marguerite Yourcenar photo
Aristotele photo
Mario Borghezio photo
Pol Pot photo

“Prendiamo l'agricoltura come fattore fondamentale e ci serviamo dei capitali accumulati attraverso l'agricoltura per edificare progressivamente l'industria e trasformare in breve tempo il Kampuchea in un paese agricolo moderno, poi in un paese industriale, attenendoci fermamente alla linea di indipendenza, di sovranità e di contare fondamentalmente sulle nostre forze. […] Il nostro obiettivo è di mettere in campo, consolidare e sviluppare progressivamente i complessi industriali e artigianali di grandi, medie e piccole dimensioni, a Phnom Penh, nelle altre zone, regioni, distretti e nelle cooperative. […] Nell'immediato il nostro obiettivo principale (nell'educazione, ndr) è l'eliminazione dell'analfabetismo. Nella vecchia società vi erano delle scuole e licei e un certo numero di facoltà ma in campagna il 75% della popolazione, in particolare i contadini poveri e medio poveri non sapevano né leggere né scrivere, e anche in città il 60% dei lavoratori erano analfabeti. Attualmente, appena due anni dopo la liberazione, solo il 10% della popolazione è analfabeta (oggi è di nuovo il 50%, ndr). […] Abbiamo sviluppato e svilupperemo delle reti sanitarie creando dei centri ospedalieri e dei centri di fabbricazione dei medicinali in tutte le cooperative e nella capitale. […] La salute del nostro popolo ha conosciuto un miglioramento considerevole. Abbiamo eliminato definitivamente le malattie sociali e la tossicomania.”

Pol Pot (1925–1998) politico e rivoluzionario cambogiano

da un discorso del 1977

Corrado Augias photo
Adolf Hitler photo
Danielle Nierenberg photo
Ennio Flaiano photo

“Sandro Ruotolo': Mi dice perché quelle sue dichiarazioni del 1997 sono state tenute nei cassetti, segrete?.'Carmine Schiavone': Perché mi risposero all'epoca che non avevano i soldi né per poter fare le bonifiche, che all'epoca ci volevano circa 26.000 miliardi, 13 miliardi di euro di ora, né dove portare tutto quel materiale che era stato scaricato in tutte queste zone.'Sandro Ruotolo': Perché lei nel '97 parla con i parlamentari però nel '93 parla con i magistrati. 'Carmine Schiavone': Sì. La prima dichiarazione è stata quella su questo fatto dell'immondizia.'Sandro Ruotolo': Possiamo dire che lei era il capo mafioso?'Carmine Schiavone': Sì io ero il capo della cupola, servizio amministrativo Cosa Nostra campana. Era Cosa Nostra perché io sono stato battezzato da Luciano Liggio con pungitina e bruciatura del santino. Come Bardellino ed altri, mafioso. Erano tutti mafiosi'Sandro Ruotolo': Quante persone ha ucciso?'Carmine Schiavone': Io una cinquantina più trecento o quattrocento e altri che ho ordinato. Perché abbiamo dovuto fare delle guerre: una contro i cutoliani, una contro i Nuvoletta, contro i Bardellino, contro i De Falco. 'Sandro Ruotolo': Perché lei lo sa che i veleni che sono stati interrati nelle camopagne hanno provocato più vittime?'Carmine Schiavone': Sì, lo so. Ma io lo sapevo quando li ho fermati nel 1990. Nel 1991 mi hanno fatto arrestare. Quando io ho fermato questo scempio, che me ne sono accorto, mi hanno fatto arrestare. Perché io avevo ordinato delle armi, con tradimento della famiglia mia, per poterli ammazzare tutti.”

Carmine Schiavone (1943–2015) criminale italiano
Kurt Vonnegut photo

“Vista a rovescio da Billy, la storia era questa: gli aerei americani, pieni di fori e di feriti e di cadaveri decollavano all'indietro da un campo di aviazione in Inghilterra. Quando furono sopra la Francia, alcuni caccia tedeschi li raggiunsero, sempre volando all'indietro, e succhiarono proiettili e schegge da alcuni degli aerei e degli aviatori. Fecero lo stesso con alcuni bombardieri americani distrutti, che erano a terra e poi decollarono all'indietro, per unirsi alla formazione. Lo stormo, volando all'indietro, sorvolò una città tedesca in fiamme. I bombardieri aprirono i portelli del vano bombe, esercitarono un miracoloso magnetismo che ridusse gli incendi e li raccolse in recipienti cilindrici di acciaio, e sollevarono questi recipienti fino a farli sparire nel ventre degli aerei. I contenitori furono sistemati ordinatamente su alcune rastrelliere. Anche i tedeschi, là sotto, avevano degli strumenti portentosi, costituiti da lunghi tubi di acciaio. Li usavano per succhiare altri frammenti dagli aviatori e dagli aerei. Ma c'erano ancora degli americani feriti, e qualche bombardiere era gravemente danneggiato. Sopra la Francia, però, i caccia tedeschi tornarono ad alzarsi e rimisero tutti e tutto a nuovo. Quando i bombardieri tornarono alla base, i cilindri di acciaio furono tolti dalle rastrelliere e rimandati negli Stati Uniti, dove c'erano degli stabilimenti impegnati giorno e notte a smantellarli, e separarne il pericoloso contenuto e a riportarlo allo stato di minerale. Cosa commovente, erano soprattutto le donne a fare questo lavoro. I minerali venivano poi spediti a specialisti in zone remote. Là dovevano rimetterli nel terreno e nasconderli per bene in modo che non potessero più fare male a nessuno.”

Mattatoio n. 5

Mohammed Siad Barre photo

“Basta solo uno sguardo per vedere come gli africani sono stati divisi, dominati e sfruttati dal colonalismo e dall'imperialismo internazionale. Certe zone del continente si trovano tutt'ora in questa situazione orribile e disumana, mentre la maggior parte ha ottenuto l'indipendenza politica dopo grandi sforzi e difficoltà.”

Mohammed Siad Barre (1919–1995) politico somalo

My Country and My People, Vol. II
Variante: Basta solo uno sguardo per vedere come gli africani sono stati divisi, dominati e sfruttati dal colonalismo e l'imperialismo internazionale. Certe zone del continente si trovano tutt'ora in questa situazione orribile e disumana, mentre la maggior parte hanno ottenuto l'indipendenza politica dopo grandi sforzi e difficoltà.

Douglas Adams photo
George Orwell photo
Ernst Jünger photo
John W. Campbell photo
Thomas Robert Malthus photo
George Gissing photo
Alessandro Esseno photo
Roberto Benigni photo
Roberto Mattioli photo

“Demicrofonatevi!… Ecco lei Robertina faccia da sola, visto che è stata microfonata nelle zone endogene.”

Roberto Mattioli (1963) conduttore televisivo e conduttore radiofonico italiano

Da Prima che sia troppo tardi- SMtv San Marino del 18 aprile 1996

Jared Diamond photo
Douglas Coupland photo
Walter Cronkite photo
Carlo Rubbia photo
Mario Borghezio photo
Kim Jong-il photo

“Io sono anche un esperto di internet. Va bene connettere solo le zone industriali, ma ci sono molti problemi se altre regioni della Corea del Nord avranno l'accesso.”

Kim Jong-il (1941–2011) dittatore nordcoreano

citato in North Korea Dear Leader Kim Jong Il: "I'm an Internet expert too" http://arstechnica.com/news.ars/post/20071005-north-korea-dear-leader-kim-jong-il-im-an-internet-expert-too.html, Ars Technica, 5 ottobre 2008

Gene Gnocchi photo
Nico Perrone photo
Harry Redknapp photo
Emil Cioran photo
Renzo De Felice photo
Mel Gibson photo
Umberto Eco photo
Pippo Pollina photo
Giorgio Faletti photo
Paco Ignacio Taibo II photo

“C'è gente convinta che un romanzo debba spiegare tutto. Che il romanzo debba essere il riparatore della vita e delle sue incoerenze. Ma la vita è mai stata coerente? E perciò pensa che lo scrittore occupi questa posizione centrale nello spazio e nel tempo per dare un inizio e un finale alle storie (ma lei conosce qualche storia che abbia un finale, una cosa che si dovrebbe chiamare finale, finale-finale?), collegare riempire vuoti e dissipare zone d'ombra; spiegare i comportamenti dei personaggi.
C'è chi crede che il romanzo abbia una funzione divulgativa e una vocazione pedagogica. Niente di più lontano dalla verità. Il romanzo non è fatto per mettere ordine nel caos. Il romanzo non è fatto per mettere ordine in un beneamato cazzo. Il romanzo non è nato per dare soddisfazione agli amanti dell'ordine. È fatto per divertirsi con le vertigini, per creare casino, per goderne, per rimestarlo.
Non si tratta di rispondere a domande ma di farne altre, sempre nuove, sempre più inquietanti.
Il romanzo, come la realtà reale, come le storie che conosciamo tutti e che ci capitano sempre, è pieno di parentesi, buchi, ellissi che ballano saltellando da una parte e dall'altra senza desiderare concretizzarsi, senza voglia di spiegarsi.
Credo di essere ben lontano dall'illusione che quando la vita diventa profondamente incoerente arrivi il romanzo a metterci una pezza.
D'altra parte non dobbiamo lamentarci troppo. Il romanzo è certamente il guercio in questo luminoso deserto messicano in cui abbondano i ciechi.”

Paco Ignacio Taibo II (1949) scrittore spagnolo

parte XIII, cap. II
Ritornano le ombre

Ettore Sottsass photo

“I viaggi sono stati sempre una ricerca di conferme di zone del pensiero”

Ettore Sottsass (1917–2007) architetto e designer italiano

Conversazioni sotto una tettoia

Sandro Ruotolo photo

“Sandro Ruotolo: Mi dice perché quelle sue dichiarazioni del 1997 sono state tenute nei cassetti, segrete?.Carmine Schiavone: Perché mi risposero all'epoca che non avevano i soldi né per poter fare le bonifiche, che all'epoca ci volevano circa 26.000 miliardi, 13 miliardi di euro di ora, né dove portare tutto quel materiale che era stato scaricato in tutte queste zone.
Sandro Ruotolo: Perché lei nel '97 parla con i parlamentari però nel '93 parla con i magistrati.
Carmine Schiavone: Sì. La prima dichiarazione è stata quella su questo fatto dell'immondizia.
Sandro Ruotolo: Possiamo dire che lei era il capo mafioso?
Carmine Schiavone: Sì io ero il capo della cupola, servizio amministrativo Cosa Nostra campana. Era Cosa Nostra perché io sono stato battezzato da Luciano Liggio con pungitina e bruciatura del santino. Come Bardellino ed altri, mafioso. Erano tutti mafiosi
Sandro Ruotolo: Quante persone ha ucciso?
Carmine Schiavone: Io una cinquantina più trecento o quattrocento e altri che ho ordinato. Perché abbiamo dovuto fare delle guerre: una contro i cutoliani, una contro i Nuvoletta, contro i Bardellino, contro i De Falco.
Sandro Ruotolo: Perché lei lo sa che i veleni che sono stati interrati nelle camopagne hanno provocato più vittime?
Carmine Schiavone: Sì, lo so. Ma io lo sapevo quando li ho fermati nel 1990. Nel 1991 mi hanno fatto arrestare. Quando io ho fermato questo scempio, che me ne sono accorto, mi hanno fatto arrestare. Perché io avevo ordinato delle armi, con tradimento della famiglia mia, per poterli ammazzare tutti.”

Sandro Ruotolo (1955) giornalista italiano
John Perkins (economista) photo
Giuseppe Pisanu photo
Carlo Verdone photo

“In Sicilia mi sono trovato molto bene, ho avuto una grandissima collaborazione da parte di tutti, veramente enorme. Taormina la conoscevo di notte, perché io arrivavo nel pomeriggio, semmai prendevo un David o un Nastro d'Argento, e la mattina me ne andavo via. Però ho avuto modo di girare un po' intorno, Taormina e posti limitrofi. E mi sono reso conto, conoscendo già altre zone della Sicilia, che la Sicilia è veramente una delle più importanti e belle regioni d'Italia. È veramente bella. Ho fatto un giorno una gita a Noto e io sono rimasto a bocca aperta. Noi italiani, e non voglio fare adesso pubblicità alla Sicilia, andiamo sempre nei luoghi turistici canonici, ma ci sono dei gioielli nascosti in Sicilia che andrebbero veramente visti. È una cosa che veramente mi ha lasciato senza fiato, meravigliosa, per eleganza, il sincretismo tra architettura normanna, Magna Grecia, i colori…Poi ero pure in autunno, quindi quei bei colori estivi, forti, rossi, non c'erano.”

Carlo Verdone (1950) attore e regista italiano

Origine: Dall'intervista realizzata nel quadro del programma Sensi Contemporanei-Cinema e Audiovisivo del Ministero dello Sviluppo Economico-Dipartimento per le Politiche di Sviluppo e Coesione e Mibac-Direzione Generale Per il Cinema; in collaborazione con l'Assessorato dei Beni Culturali, Ambientali e della Pubblica Istruzione della Regione Siciliana e Siciliafilm Commission. Video https://www.youtube.com/watch?v=_aE1vXERZbE disponibile su Youtube.com.

Mario Praz photo

“Tale campagna [contro le case chiuse] era già un'impresa disperata in partenza, come quella delle misure antialcoliche negli Stati Uniti in anni ormai lontani; codeste campagne non fanno che rendere più cara la merce, aggravandola del presunto rischio: si poteva facilmente prevedere, nel caso della prostituzione, che non avrebbe cambiato d'un pelo la posizione della donna. Nel frattempo la donna s'è equiparata all'uomo nel campo sessuale; i tabù della castità e della verginità sono stati buttati alle ortiche, e, in clima di libero amore (indirettamente omologato dal costume: la donna in pantaloni), gli adolescenti non hanno più bisogno dell'iniziazione nelle case chiuse; il problema è risolto bussando alla porta accanto. Un progresso, in un certo senso, che però non era precisamente quel che la legge Merlin si proponeva. […] Ora che le ragazze possono fare le avances, i maschi non di rado cercan compagni nel loro sesso. Almeno fintantoché questa scelta conserverà il thrill del mistero e del pericolo, che però sta scomparendo. Poi non resterà che ricorrere agli animali, e si regredirà allo stadio dei pastori delle zone sottosviluppate. Ma, in ogni caso, non si parli più della dignità dell'uomo.”

Mario Praz (1896–1982) critico d'arte, critico letterario e saggista italiano

Origine: Da L'etèra letteraria, Il Giornale Nuovo, 13 settembre 1978; ora in Geometrie anamorfiche: saggi di arte, letteratura e bizzarrie varie, a cura di Graziella Pulce, Edizioni di storia e letteratura, Roma, 2002, p. 185-86.

Georges Perec photo
Carlo Tavecchio photo

“Gli effetti positivi dell'applicazione della tecnologia sulla linea di porta sono sotto gli occhi di tutti. Adesso va applicata anche in altre zone del campo e non solo, sempre con l'obiettivo di tutelare la centralità e la credibilità dell'arbitro che resta l'unico garante dell'applicazione delle regole in campo.”

Carlo Tavecchio (1943) dirigente sportivo italiano

Origine: Citato in Moviola in campo, ecco il sì della Fifa. Tavecchio: «Pronti a sperimentare» http://www.corriere.it/sport/16_gennaio_08/moviola-campo-ecco-si-storico-fifa-tavecchio-figc-pronta-sperimentare-651b9ad2-b633-11e5-89eb-0068f7a213a8.shtml, Corriere.it, 8 gennaio 2016

Danielle Nierenberg photo
Ercole Patti photo
Massimo Bontempelli photo

“Attualmente gli allevamenti di pesce sulle coste della Cina affrontano molte delle stesse sfide di quelli delle zone interne. Le acque sono pesantemente inquinate da petrolio, piombo, mercurio, rame e altre sostanze. Le medicine veterinarie scaricate nelle acque costiere possono facilmente arrivare in quelle degli allevamenti e infettare le specie fuori dalle gabbie, e sebbene l'acqua sia meno inquinata di quella che si usa sulla terraferma, le acquacolture stesse, con i loro intensi cicli di produzione, possono a loro volta diventare agenti inquinanti.”

David Barboza giornalista statunitense

Origine: Da In China, Farming Fish in Toxic Waters http://www.nytimes.com/2007/12/15/world/asia/15fish.html, The New York Times, 15 dicembre 2007; citato in Jeffrey Moussaieff Masson, Chi c'è nel tuo piatto? Tutta la verità su quello che mangi, traduzione di Nello Giugliano, Cairo editore, Milano, 2009, pp. 124-125. ISBN 978-88-6052-218-4

Paolo Bernini photo
Gianluigi Nuzzi photo
Piero Bargellini photo

“[Parlando in consiglio comune dell'alluvione] Sulle prime, si è diffuso in tutti noi un senso di impotenza, sia per l'isolamento in cui ci siamo trovati nei momenti drammatici dell'inondazione sia per le proporzioni assunte dal disastro. […] Il criterio cui ci siamo ispirati è stato quello di richiedere natanti in grado di portare i primi soccorsi (ma in comune sono affluiti mezzi inadeguati alla necessità). Poi abbiamo cercato di portare cibo e acqua nelle zone rimaste sommerse. Ci siamo trovati davanti alla gente che rifiutava la cioccolata pur di avere pane e acqua. Questo esempio, meglio di qualunque altro, ci ha dato l'esatta misura di ciò che occorre a Firenze. Perciò abbiamo inviato richieste di cibo al governo e in tutte le parti d'Italia; le colonne hanno cominciato ad affluire poche ore dopo il ritiro delle acque e, attraverso i centri di smistamento realizzati dal nostro personale, abbiamo dato il via ai rifornimenti. […] Bisogna però fare tanto di più e abbiamo bisogno di tante cose. Ecco perché occorre sviluppare un'azione coordinata che impegni la giunta e i rappresentanti del consiglio nei piccoli come nei grandi eventi. […] Il Capo dello Stato ha potuto rendersi conto dell'immensità del disastro poiché ho personalmente insistito per la modifica dell'itinerario che era stato predisposto. Siamo stati nelle zone centrali e nel rione Santa Croce e avrei voluto accompagnarlo in Oltrarno verso Villamagna e il Bandino. Era già predisposto un barcone, ma le autorità non hanno voluto che il presidente andasse dall'altra parte del fiume e lo stesso onorevole Saragat, a questo punto, ha detto di aver visto abbastanza e di essersi reso conto delle proporzioni della sciagura. "Non credevo – è stato il suo commento – che il disastro fosse di questa misura". Ecco perché oggi Firenze è in condizione di chiedere tutti quegli aiuti che gli che sono necessari a farla risorgere.”

Piero Bargellini (1897–1980) scrittore e politico italiano

citato da L'alluvione di Piero Bargellini di Bernardina Bargellini Nardi, pag. 45-46

Walt Whitman photo
Bill Gates photo
Raffaele Cantone photo

“[Su Gomorra - La serie] Il problema è un altro, sottinteso al titolo. Contrariamente alla natura del libro, che si basa su vicende reali, quella trasmessa su Sky è una fiction. Ma questa differenza non viene percepita. Le persone che vedono Scarface non credono che quello sia il volto di Miami e della Florida, perché sanno che è un'opera inventata. Invece nel caso di Gomorra c'è un corto circuito tra i fatti raccontati nel libro attraverso la mediazione letteraria di Saviano e la creazione verosimile ma fantasiosa della serie tv. Gli autori hanno fatto una scelta legittima, quella di prendere spunto da un pezzo della realtà napoletana e impostare una visione intrisa di verosimiglianza. Ma non viene mai sottolineata la distanza tra le pagine di Saviano, che dieci anni fa hanno dato un contributo importante e originale nel far conoscere le dinamiche della camorra campana, e la narrazione televisiva che va in onda oggi. La stessa ambiguità va tenuta presente nel momento in cui si valuta il rischio di emulazione verso i personaggi dello schermo. Io non ritengo che la serie tv spinga verso l'emulazione. Certo, non ci sono figure positive nella saga dei Savastano ma è una caratteristica comune ad altre fiction: ne esistono di molto più violente, con personaggi decisamente spietati. So che i ragazzi che tendono a identificarsi con i modelli di Genny e Ciro non hanno bisogno certo di ispirarsi a camorristi della televisione, perché crescono a contatto con la presenza criminale: è uno degli aspetti più drammatici della condizione giovanile in alcune zone della Campania, dove spesso mancano gli stimoli a crescere nella legalità e le alternative al richiamo dei clan sono rare. Allo stesso tempo […] c'è una fascia di pubblico in cui la visione di Gomorra innesca una riflessione e contribuisce a scuotere le coscienze.”

Raffaele Cantone (1963) magistrato italiano

Origine: Da Cantone: la mia Napoli non è solo Gomorra, in quella fiction manca la speranza http://www.repubblica.it/cultura/2016/06/02/news/la_mia_napoli_non_e_solo_gomorra_in_quella_fiction_manca_la_speranza-141117901/, Repubblica.it, 2 giugno 2016.

Sandro Pertini photo

“Nel 1970 in Parlamento furono votate leggi riguardanti le calamità naturali. Vengo a sapere adesso che non sono stati attuati i regolamenti di esecuzione di queste leggi. E mi chiedo: se questi centri di soccorso immediati sono stati istituiti, perché non hanno funzionato? Perché a distanza di 48 ore non si è fatta sentire la loro presenza in queste zone devastate? Non bastano adesso. Vi è anche questo episodio che devo ricordare, che mette in evidenza la mancanza di aiuti immediati. Cittadini superstiti di un paese dell'Irpinia mi hanno avvicinato e mi hanno detto: "Vede, i soldati ed i carabinieri che si stanno prodigando in un modo ammirevole e commovente per aiutarci, oggi ci hanno dato la loro razione di viveri perché noi non abbiamo di che mangiare". Non erano arrivate a quelle popolazioni razioni di viveri. Quindi questi centri di soccorso immediato, se sono stati fatti, ripeto, non hanno funzionato. Vi sono state delle mancanze gravi, non vi è dubbio, e quindi chi ha mancato deve essere colpito, come è stato colpito il prefetto di Avellino, che è stato rimosso giustamente dalla sua carica. Adesso non si può pensare soltanto ad inviare tende in quelle zone. Sta piovendo, si avvicina l'inverno, e con l'inverno il freddo. E quindi è assurdo pensare di ricoverarli, pensare di far passare l'inverno ai superstiti sotto queste tende. Bisogna pensare a ricoverarli in alloggi questi superstiti. E poi bisogna pensare a una casa per loro. Su questo punto io voglio soffermarmi, sia pure brevemente. Non deve ripetersi quello che è avvenuto nel Belice.”

Sandro Pertini (1896–1990) 7º Presidente della Repubblica Italiana

Dal discorso agli italiani https://www.youtube.com/watch?v=o1WChq0gQcA, TG2 Studio Aperto, 26 novembre 1980

Mevlüt Çavuşoğlu photo

“Abbiamo sempre sostenuto la necessità di zone cuscinetto e di no-fly zone in Siria. Aree in cui i profughi possano trovare rifugio. E abbiamo sempre sottolineato che quello della Siria è un problema politico. Un problema la cui soluzione va anzitutto ricercata nell'abbandono di Bashar al-Assad.”

Mevlüt Çavuşoğlu (1968) politico turco

Origine: Citato in La Turchia alza il tiro contro ISIL e PKK: ora si attacca anche via terra http://it.euronews.com/2015/07/26/la-turchia-alza-il-tiro-contro-isil-e-pkk-ora-si-attacca-anche-via-terra/, Euronews.com, 26 luglio 2015.

Giancarlo De Cataldo photo
Aristotele photo
Anne-Claude-Philippe de Tubières, conte di Caylus photo
Curzio Malaparte photo
Andrea Riccardi photo
Douglas Coupland photo

“In quel preciso momento, Karla è entrata nella stanza. Ha spento la televisione, ha guardato Todd fisso negli occhi e ha detto: "Todd, tu esisti non soltanto come membro di una famiglia o di una compagnia o di una nazione, ma come membro di una… sei un essere umano. Sei parte dell'. Attualmente la nostra specie ha problemi profondi e stiamo cercando di sognare un modo per uscirne e stiamo usando i computer per cavarcela. La costruzione di hardware e software è il campo in cui la specie ha deciso di investire energie per la sua sopravvivenza e questa costruzione richiede zone di pace, bambini nati dalla pace, e l'assenza di distrazioni che interferiscano col codice. Non possiamo acquisire conoscenza attraverso l'informatica, maa usarla per tenerci fuori dalla merda. Quello che tu percepisci come un vuoto è un paradiso terrestre: alla lettera, linea per linea, la libertà di impedire all'umanità di diventare non lineare".
Si è seduta sul divano e c'era il rumore della pioggia che tamburellava sul soffitto e mi sono reso conto del fatto che non c'era abbastanza luce nella stanza e che noi eravamo tutti in silenzio.
Karla ha detto: "Abbiamo avuto una vita discreta. Nessuno di noi, a quanto mi risulta, è mai stato maltrattato. Non abbiamo mai desiderato niente, né abbiamo mai voluto possedere qualcosa. I nostri genitori sono tutti ancora insieme, a parte quelli di Susan. Ci hanno trattato bene, ma lamoralità, qui. Todd consiste nel sapere se le loro mani sono state sprecate in vite non creative, o se queste mani sono utilizzate per portare avanti il sogno dell'umanità".
Continuava a piovere.
"Non è una coincidenza che come specie abbiamo inventato la classe media. Senza la classe media, non avremmo potuto avere quel particolare tipo di configurazione mentale che contribuisce in misura consistente a sputar fuori i sistemi informatici e la nostra specie non avrebbe mai potuto farcela ad arrivare allo stadio evolutivo successivo, qualunque esso sia. Ci sono buone probabilità che la classe media non rientri neanchenella prossima fase evolutiva. Ma non è né qui né là. Chepiaccia o no, Todd, tu, io, Dan, Abe, Bug, e Susan… tutti noi siamo fabbricanti del prossimo ciclo Rem del sogno umano. Tutti gli altri ne saranno attratti. Non metterli in discussione, Todd, e non crogiolartici dentro, ma non permettere mai a te stesso di".”

Microserfs

Henry Kissinger photo
Franco Battiato photo

“Poi la fine un giorno | arrivò per noi, | dammi un po' di vino | con l'idrolitina. (da Zone Depresse, n.3)”

Franco Battiato (1945) musicista, cantautore e regista italiano

Orizzonti Perduti

Franco Battiato photo
Albert Einstein photo
Joachim Fest photo
Pol Pot photo

“Ovunque, nelle zone più remote, nelle profondità delle foreste e sulle montagne, lungo le pianure e nelle città, la solenne proclamazione del Partito verrà salutata con grida di gioia.”

Pol Pot (1925–1998) politico e rivoluzionario cambogiano

Everywhere, in the most remote areas, in the depths of the forests and on the mountains, across the plains and in the towns, the solemn proclamation of the Party will be greeted with cheers of joy.

Enver Hoxha photo
Ryszard Kapuściński photo
Umberto Eco photo

“Quali sono le zone di ipersensibilità della società italiana? Bisognerebbe proprio chiederselo, perché è lì che la battaglia andrebbe condotta. Ma noi non abbiamo avuto i Padri Pellegrini, e che un presidente del consiglio menta non scandalizza nessuno. Che un generale perda una guerra, dopo che abbiamo avuto Carlo Alberto, Persano e gli artefici di Caporetto, sembra quasi umano. Non ci scandalizzeremo nemmeno per qualche bustarella, una concussioncella, un pastrocchio valutario, una evasioncella fiscale. Siamo uomini, tutti abbiamo le nostre debolezze. E allora? Allora bisognerebbe chiedersi chi e che cosa riesca ancora a scandalizzare gli italiani, senza speranza di perdono. E la risposta è preoccupante. Nell'ordine sono: 1) il cornuto contento; 2) l'impotente beffato; 3) l'omosessuale non autorizzato (quindi sono esclusi gli artisti); 4) chi picchia i bambini; 5) chi non ama la mamma; 6) chi guadagna più di me. […] Ma questo significa che nel nostro paese di Lucrezie Borgia che avvelenano, Maramaldi che tradiscono, Freda che bombardano, dove non ci si scandalizza né per il malgoverno né per la mafia, l'ultima battaglia per la libertà non dovrebbe essere combattuta rivelando le conversazioni segrete tra gli ammiragli e i ministri, ma filmando dietro un falso specchio un ammiraglio che si masturba bevendo champagne mentre il suo attendente nudo picchia la vecchia madre inferma. Il che, ammettiamolo, è un po' triste.”

Umberto Eco (1932–2016) semiologo, filosofo e scrittore italiano

da L'uomo che morde troppo, Cronache dei regni vassalli, pp. 78-79
Dalla periferia dell'Impero

Jung Chang photo
Pol Pot photo

“Prima della liberazione, solo lo Stato usava il denaro. Lo usava per comprare vari prodotti nelle zone non ancora liberate per le necessità delle zone liberate sotto il suo controllo. Dopo queste esperienze, abbiamo chiesto il parere del popolo il quale giudicò che il denaro era inutile, poiché le cooperative erano già riuscite a gestire lo scambio dei beni fra loro. Quindi, in quel periodo, nelle zone liberate, che si estendevano lungo più del 90% del paese, con quasi cinque milioni di abitanti, avevamo già risolto questo problema. Quando la popolazione delle città fu evacuata nelle campagne, fu interamente presa in carico dalle cooperative. Questa pratica ci ha condotti a rinunciare al denaro fino ad ora. Quale sarà la situazione in futuro? Questo dipenderà dal nostro popolo. Se il popolo decide che sia necessario tornare a utilizzare il denaro, lo faremo.”

Pol Pot (1925–1998) politico e rivoluzionario cambogiano

Citazioni tratte dalle interviste
Variante: Prima della liberazione, solo lo Stato usava il denaro. Lo usava per comprare vari prodotti nelle zone non ancora liberate per l'uso delle zone liberate sotto il suo controllo. Dopo queste esperienze, abbiamo chiesto il parere del popolo; giudicò che il denaro era inutile, siccome le cooperative avevano già risolto lo scambio dei beni fra di esse. Quindi, in quel periodo, nelle zone liberate, che si estendevano lungo più del 90% del paese, con quasi cinquemilioni di abitanti, avevamo già risolto questo problema. Quando la popolazione delle città fu evacuata nelle campagne, fu totalmente assorbita nelle cooperative. Questa pratica ci ha condotti a rinunciare al denaro per ora. Cosa sarà la situazione futura? Questo dipenderà dal nostro popolo. Se il popolo decide che sia necessario tornare a utilizzare il denaro, lo faremo.

Enver Hoxha photo