Frasi sul destino
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“Noi tibetani siamo fermamente convinti che l'intero destino degli individui sia scritto sul palmo della mano.”

Lobsang Rampa (1910–1981) scrittore britannico

Origine: Il terzo occhio, p. 41

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“Ricordatevi che Montgomery Clift è un uomo deluso, senza amore, senza pace, in continua lotta con se stesso e col suo destino.”

Montgomery Clift (1920–1966) attore statunitense

Origine: Citato in Michelangelo Capua, Montgomery Clift. Vincitore e vinto, Lindau, 2009.

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“È comune sentire il mestiere dell'architetto come un mezzo e non come un fine: al centro delle nostre battaglie a ben guardare non è mai il design, ma semmai il destino dell'uomo davanti all'industrialesimo.”

Ettore Sottsass (1917–2007) architetto e designer italiano

Sottsass Associati 1980-1999 frammenti, La qualità formale del mondo di Andrea Branzi

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“Se il destino è contro di noi, peggio per lui.”

1º Reggimento carabinieri paracadutisti "Tuscania" Unità Speciale Carabinieri, II Brigata Mobile

citando il motto del 1º Reggimento carabinieri paracadutisti "Tuscania"

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“O larghe nubi come fonderei | volentieri il mio passo | dentro quel cielo che racchiude tutta | tutta l'avversità del mio destino.”

Alda Merini (1931–2009) poetessa italiana

Anche oggi sarà dentro la storia
Destinati a morire. Poesie vecchie e nuove

“[…] il raccontare è antico come il poetare. L'origine del romanzo non sta nella poesia, ma nell'incontro fra il linguaggio e il destino dell'uomo.”

Vintilă Horia (1915–1992) scrittore rumeno

da Avvaloramento filosofico del romanzo, p. 34
Quaderno italiano

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“[…] il ruolo dello scrittore non è quello di suggerire delle soluzioni perché la sua missione è ad un tempo più modesta e più alta: il romanziere deve forzare il lettore ad interrogare su se stesso e sul senso del suo destino.”

Michele Prisco (1920–2003) scrittore e giornalista italiano

Origine: Citato in Francesco Grisi, Napoli è per Prisco un personaggio-città http://digitale.bnc.roma.sbn.it/tecadigitale/giornali/CUB0704902/1965/n.283, Momento-sera, lunedì 6 – martedì 7 dicembre 1965.

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“Voi siete qui dopo aver conquistato potenti nazioni e aver soggiogato il mondo, considero quindi assurdo dovervi incitare con discorsi come se non foste uomini provati dalle azioni. […] Infatti cos'è la guerra per voi se non una consuetudine? Oppure cosa per un uomo coraggioso è più piacevole che cercare vendetta con la propria mano? È un diritto naturale saziarsi l'anima con la vendetta. Quindi lanciamoci contro il nemico con ardore poiché sono sempre i più coraggiosi ad attaccare. Disprezzate questa accozzaglia di razze diverse. Chi si difende tramite un'alleanza dimostra codardia. Guardate, anche prima del nostro attacco sono tormentati dal terrore. Cercano le vette, si impossessano dei colli e poi, pentendosi troppo tardi, chiedono a gran voce una protezione dalla battaglia in campo aperto. […] Quindi giù nella mischia, con cuore gagliardo come siete abituati. Disprezzate il loro ordine di battaglia. Attaccate gli Alani, sbaragliate i Visigoti. […] Lasciate che il vostro coraggio si levi e la vostra furia scoppi. Ora, o Unni, mostrate la vostra scaltrezza e le vostre gesta d'armi. Chi rimane ferito pretenda in cambio la morte del suo avversario; chi è incolume si diverta a massacrare il nemico. Che nessuna lancia colpisca chi è sicuro di vivere, e che il fato colga anche in pace chi è sicuro di morire. Infine perché mai il destino avrebbe dovuto rendere gli Unni vittoriosi su così tante nazioni se non per prepararli alla gioia di questo conflitto? […] Chi ha fatto sì che degli uomini armati si arrendessero a voi quando eravate ancora disarmati? Nemmeno una massa di nazioni federate potrebbe resistere alla vista degli Unni. In questo non mi sbaglio […]. Io lancerò la prima lancia contro il nemico. Chi riposa mentre Attila combatte è un uomo morto.”

Attila (406–453) sovrano e condottiero unno
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“Per punirmi del mio disprezzo per l'autorità, il destino ha fatto di me un'autorità.”

Albert Einstein (1879–1955) scienziato tedesco

Origine: Aforisma per un amico, 18 settembre 1930; Archivio Einstein 36-598; citato in Banesh Hoffmann, Albert Einstein: Creator and Rebel, Viking, New York, 1972, p. 24.
Origine: Pensieri di un uomo curioso, p. 31

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“[Sull'Olocausto] Pochi anni infatti ci separano dal più orribile crimine di massa che la storia moderna debba registrare: un crimine commesso non da una banda di fanatici, ma con freddo calcolo dal governo di una nazione potente. Il destino dei sopravvissuti alle persecuzioni tedesche testimonia fino a che punto sia decaduta la coscienza morale dell'umanità.”

Albert Einstein (1879–1955) scienziato tedesco

Origine: Da un messaggio inviato in occasione della cerimonia per la posa della prima pietra in Riverside a New York per un monumento dedicato agli eroi del ghetto di Varsavia, 19 ottobre 1947.
Origine: Il lato umano, p. 90

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“La notte è lieve. Gli amanti cadono nel sonno. | Ha due regali Amore nella sua mano stretta. | A chi darà il rimpianto? A chi l'oblio?”

Josep Carner (1884–1970) poeta spagnolo

Destini
Origine: In Josep Carner, Carles Riba, J. V. Foix e Salvador Espriu, Poesia catalana del novecento, a cura di Giuseppe E. Sansone, Newton Compton Editori, Roma, 1979, p. 23.

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“Dunque Sesto sempre ti desidera Lucrezia? | O destino terribile! questi è il padre!”

Giovanni Pontano (1426–1503) umanista e politico italiano

Ergo te semper cupiet, Lucretia, Sextus? | O fatum numinis! hic pater est!
Origine: Citato in Geneviève Chastenet, Lucrezia Borgia: La perfida innocente, Mondadori collana Oscar storia, Milano, 1996, p. 158.

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“Il Ciambellano fece una profonda quanto ironica riverenza all'onnisciente Imperatore. Protendendo il braccio offrì Kira al trono cominciando nel contempo un lungo e minuzioso sproloquio su come fosse riuscito a scovarla e a catturarla grazie alla sua abilità e scaltrezza. Avrebbe voluto continuare aggiungendo un'agghiacciante descrizione del destino degli Skeksis se lui non fosse riuscito nell'impresa, quando fu interrotto dal Maestro delle Cerimonie.
– Kelffinks Krakweekah! – strillò, indicando Kira, e si passò un artiglio di traverso alla gola per indicare quello che si proponeva di farle. Il Maestro delle Cerimonie aveva già fatto un passo avanti per afferrare la vittima destinata al sacrificio, quando il Generale dei Garthim lo fermò alzando lo scettro.
Il Maestro delle Cerimonie rimase dov'era, ma sfoderò egualmente il lungo e acuminato coltello sacrificale, che tenne pronto mentre fissava il Generale dei Garthim. Gesto e occhiata erano inequivocabili.
Intanto, il Ciambellano non era rimasto solo a guardare, e aveva cominciato a protestare: il Ghelfling era suo prigioniero e spettava a lui decidere cosa farne.
Il Generale dei Garthim chiamò a sé con un cenno lo Scienziato, e gli mormorò qualcosa a bassa voce. Lo Scienziato annuì più volte. Poi il Generale dei Garthim si rivolse all'assemblea e dichiarò: – Kelffinks na Rakkash!
Non tutti gli Skeksis approvarono la decisione. Qualcuno dubitava dell'abilità dello Scienziato. L'Artista, per esempio, aveva già pensato a come poteva servirsi della testa di Kira. Il Buongustaio pregustava già il sapore del resto del corpo, e tutti sapevano perfettamente quali erano le vere intenzioni del Generale dei Garthim. Forse, il vecchio Imperatore era morto per mancanza di vliya Ghelfling. Adesso, se lo Scienziato avesse trovato il modo di allevare i Ghelfling in cattività, con una produzione regolare di vliya, la salute del nuovo Imperatore non avrebbe più avuto nulla da temere, e lui sarebbe rimasto per sempre saldamente sul trono. Ma, come stava blaterando in quel momento il Maestro delle Cerimonie, lo Scienziato era capace solo di ottenere qualche risultato con i Podling, e basta. Inoltre, tutti lo consideravano un pazzo che si era automutilato. Non sarebbe stato meglio per tutti, chiese il Maestro delle Cerimonie, festeggiare la loro raggiunta salvezza col coltello sacrificale che lui impugnava?
Al Generale dei Garthim non piaceva come si stavano mettendo le cose. Lui stesso non nutriva un'eccessiva stima nei confronti dello Scienziato, però riteneva che gli altri lo stimassero. Quale di loro si sarebbe tagliato una mano o una gamba per puro amore della scienza?”

Dark Crystal

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“Negli anni della maturità pochi uomini sanno, in fondo, come son giunti a se stessi, ai propri piaceri, alla propria concezione del mondo, alla propria moglie, al proprio carattere e mestiere e loro conseguenze, ma sentono di non poter più cambiare di molto. Si potrebbe sostenere persino, che sono stati ingannati; infatti è impossibile scoprire una ragione sufficiente per cui tutto sia andato proprio così come è andato; avrebbe anche potuto andare diversamente; essi hanno influito pochissimo sugli avvenimenti, che per lo più sono dipesi da circostanze svariate, dall'umore, dalla vita, dalla morte di tutt'altri individui; e solo in quel dato momento si sono abbattuti su di loro. Quand'erano giovani la vita si stendeva loro dinanzi come un mattino senza fine, colmo di possibilità e di nulla, e già al meriggio ecco giungere all'improvviso qualcosa che pretende di essere ormai la loro vita; e tutto ciò è così sorprendente come vedersi davanti tutt'a un tratto una persona con la quale siamo stati vent'anni in corrispondenza, senza conoscerla, e ce la siamo immaginata completamente diversa. Ancora più strano, però, che quasi nessuno, se ne accorga; adottano la persona che è venuta a loro, la cui vita si è incorporata alla loro vita, giudicano le sue vicende ed esperienze ormai come le espressioni delle loro qualità, e il suo destino diventa merito o disgrazia loro. […] E non hanno più che un ricordo confuso della giovinezza, quando c'era in loro qualcosa come una forza opposta.”

cap. 34, pp. 144-145
L'uomo senza qualità

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“Per troppo tempo ti sei nascosto da me.»
Rand si girò di scatto, ansimando. L'attimo prima era da solo, ma ora, fermo davanti alla porta-finestra, c'era Ba'alzamon. Quando parlò, caverne di fiamma presero il posto degli occhi e della bocca.
«Per troppo tempo, ma ormai non più.»
«Nego che tu abbia potere su di me» disse Rand, rauco. «Nego la tua esistenza.»
Ba'alzamon si mise a ridere. «Credi che sia così facile? Ma a dire il vero l'hai sempre creduto. Ogni volta che ci siamo confrontati, hai creduto di potermi sfidare.»
«Cosa vuol dire, ogni volta? Ti nego!»
«Lo dici sempre. All'inizio. Questo scontro fra noi si è già verificato innumerevoli volte. Ogni volta hai un viso diverso e un altro nome, ma sei sempre tu.»
«Ti nego!» Fu un bisbiglio di disperazione.
«Ogni volta scagli contro di me la tua misera forza e ogni volta, alla fine, capisci chi è il padrone. Epoca dopo Epoca, t'inginocchi davanti a me, o muori col rimpianto di non avere ancora la forza d'inginocchiarti. Povero sciocco, non puoi mai vincere, contro di me.»
«Bugiardo! Padre delle Menzogne. Padre degli Sciocchi, se non sai fare di meglio. Gli uomini ti trovarono, nell'ultima Epoca, l'Epoca Leggendaria, e ti legarono nel luogo cui appartieni.»
Ba'alzamon rise di nuovo, di scherno; Rand avrebbe voluto tapparsi le orecchie per non udirlo, ma si costrinse a non muovere le mani. Però gli tremavano, quando infine la risata terminò.
«Verme, tu non sai niente. Ignorante come uno scarafaggio sotto una pietra, schiacciato con altrettanta facilità. Questa lotta prosegue dal momento della creazione. Gli uomini pensano sempre che sia una guerra nuova, ma è sempre la stessa, riscoperta. Solo ora il mutamento soffia nel vento del tempo. Stavolta non ci sarà ritorno. Quelle orgogliose Aes Sedai che pensano di potersi opporre a me… le vestirò di catene e le manderò a correre nude per ubbidire al mio volere, o riempirò delle loro anime il Pozzo del Destino, dove urleranno per l'eternità. Tutte, tranne coloro che già mi servono. Loro staranno solo un gradino al di sotto di me. Puoi scegliere di stare con loro, mentre il mondo striscia ai tuoi piedi. Per l'ultima volta, ti offro la possibilità. Sarai al di sopra di loro, al di sopra d'ogni potere e d'ogni dominazione, a parte me. Ci sono state delle volte in cui hai fatto questa scelta e sei vissuto abbastanza a lungo da conoscere il tuo potere.»
Negalo! Rand si afferrò a quel che poteva negare. «Non ci sono Aes Sedai al tuo servizio. Un'altra menzogna!»
«Così t'hanno detto? Duemila anni fa, con i miei Trolloc, girai il mondo e persino fra le Aes Sedai trovai anime che conoscevano la disperazione, che sapevano che il mondo non poteva opporsi a Shai'tan. Per duemila anni l'Ajah Nera è vissuta fra le altre, invisibile, nell'ombra. Forse comprende perfino coloro che sostengono d'aiutarti.”

Robert Jordan (1948–2007) scrittore statunitense

Rand al'Thor e Ba'alzamon, capitolo 43
La ruota del tempo. L'occhio del mondo

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“Eppure, essere incompresi è il nostro destino.”

17 maggio; 1998, p. 15
I dolori del giovane Werther, Libro primo

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“Kipling e Nietzsche, uomini sedentari, anelarono l'azione e i pericoli che il destino negò loro; London e Hemingway, uomini d'avventura, si affezionarono ad essa. Imperdonabilmente, giunsero al culto gratuito della violenza e persino della brutalità.”

Jorge Luis Borges (1899–1986) scrittore, saggista, poeta, filosofo e traduttore argentino

Origine: Dall'introduzione a London. Le morti concentriche, traduzione di Umberto Melli, Franco Maria Ricci editore, 1975.

“Al terzo pastis, gli avevo detto che rifiutavo l'idea che la Storia fosse l'unica forma di destino.”

Jean-Claude Izzo (1945–2000) scrittore, giornalista e poeta francese

Chourmo Il cuore di Marsiglia

“Il destino dei libri buoni è finire in coriandoli.”

Piero Meldini (1941) scrittore italiano

da L'avvocata delle vertigini

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“Ho seguito con qualche sensazione di orticaria Gomorra. Se devo dire come la penso, a me non piace. […] Non dobbiamo occultare la verità o la realtà ma non mi piacciono queste operazioni furbesche. Perché tu devi proporre l'immagine della realtà e della realtà campana, di cui fa parte anche la camorra, ma non puoi proporre lavori che, al di là delle intenzioni, oggettivamente rischiano di proporre modelli negativi. […] rischia addirittura di mitizzare i delinquenti […]. Viviamo un tempo delicato e ci sono persone che possono ricavare da alcune immagini modelli di comportamento. Non credo che la tv debba fare un'opera pedagogica e sostituirsi alla famiglia, alla scuola, ma ci vuole misura in tutto. Presentiamo le immagini che vogliamo, ma presentiamo tutta la realtà anche con immagini di speranza e modelli positivi. E diciamo, quando parliamo di Gomorra, che il destino di quelli che sembrano personaggi cinematografici, nella realtà è fatto di due cose: o la morte o il carcere. Se diciamo anche queste due cose a me va bene presentare tutte le gomorre di questo mondo. Ma se alla fine qualche personaggio dice, guardate che quelli che avete visto qui, nella vita reale avranno due soli sbocchi: o la morte o il carcere. Così diamo un'immagine della realtà completa e non facciamo cose che mi sembrano un po' pelose e un po' ipocrite.”

Vincenzo De Luca (1949) politico italiano

Origine: Da un intervento a Lira Tv; citato in Vincenzo De Luca contro la serie "Gomorra" http://lacittadisalerno.gelocal.it/salerno/cronaca/2016/06/03/news/vincenzo-de-luca-contro-la-serie-gomorra-1.13595716, laCittàdiSalerno.it, 3 giugno 2016.

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“La libertà è soprattutto conoscere il proprio destino e realizzarlo senza altra scelta possibile.”

Francesco Grisi (1927–1999) scrittore, critico letterario e giornalista italiano

Origine: A futura memoria, p. 15

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“La bellezza non è il destino dell'arte. L'arte è perdita non guadagno.”

Leonardo Sinisgalli (1908–1981) poeta, ingegnere e pubblicitario italiano

L'età della luna

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“Giussani mi diede un aiuto importante nel lasciare la mia professione, ciò per cui sentivo di aver talento, per il servizio agli altri e alla libertà. Mi disse: il destino ti ha fatto diventare l'uomo della provvidenza.”

Silvio Berlusconi (1936) politico e imprenditore italiano

2006
Origine: Dal Meeting per l'amicizia tra i popoli, Rimini, 2006; citato in Quale libertà per quale Italia http://www.meetingrimini.org/default.asp?id=673&edizione=3945&item=5&value=0&id_n=2916, MeetingRimini.org, 25 agosto 2006.

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“Felice lo scrittore, il quale, lasciando da parte i caratteri noiosi ed antipatici che lo hanno colpito per il loro banale, triste realismo, si dedica alla descrizione di quelli che rivelano l'alta dignità dell'uomo, e felice colui che dall'immenso turbine delle immagini ogni giorno ricorrenti, ne sceglie solo pochissime ed elette; felice lo scrittore che non ha mai tradito l'elevato tono della propria ispirazione, non si è abbassato dalla sua altezza al livello dei poveri confratelli mortali, si è tutto immerso nelle proprie immagini idealizzate, senza mai toccare la terra, da cui queste sono tanto lontane. Doppiamente invidiabile è la sua splendida sorte: sta in mezzo alle sue splendide creature come nella propria famiglia, e alte e lontane si diffondono le sue parole. Ha offuscato gli occhi degli uomini con fumi inebrianti, li ha meravigliosamente lusingati, celando le tristezze della vita e mostrando loro bellissimo l'uomo. Tutti, applaudendo, lo seguono e corrono dietro il suo carro trionfale. Lo dicono un grande universale poeta, che s'innanza sugli altri geni del mondo, come l'aquila al di sopra degli altri uccelli. Soltanto a sentirne il nome, palpitano i giovani ardenti cuori; lacrime gli rispondono, brillano negli occhi di tutti… Non v'è chi l'uguagli nella sua forza: egli è un dio! Ma non è questo il destino, ben diversa è la sorte dello scrittore, che osa far venire alla superficie quando sta sempre bene in vista, ma che gli occhi indifferenti non vedono, che osa smuovere la terribile melma delle piccinerie che sviano la nostra vita, che penetra nella profondità delle nature fredde, volgari e meschine, di cui brulica il nostro cammino sulla terra, a volte amaro e tedioso; guai allo scrittore che osa, con la potenza del suo scalpello implacabile, rappresentarle in preciso rilievo, agli occhi di tutti! Egli non raccoglie gli applausi del popolo, non scorge lacrime di riconoscenza, non conosce l'unanime plauso degli animi commossi; non gli vola incontro la fanciulla sedicenne, col cervello acceso, colma di eroico entusiasmo; a lui non è dato obliarsi nel dolce incantesimo dei suoni da lui stesso evocati; né può sfuggire al giudizio dei contemporanei, al giudizio ipocritamente insensibile dei contemporanei, un giudizio che dirà di nessun conto e degne di disprezzo le creature da lui vagheggiate, gli assegnerà un posto disprezzato tra gli scrittori che offendono l'umanità, attribuirà a lui le peculiarità dei personaggi che ha descritto, gli negherà il cuore, l'anima e la divina fiamma dell'ingegno, poiché il giudizio dei contemporanei non riconosce come siano egualmente belle le lenti che guardano il sole e quelle che ci mostrano i movimenti degli insetti invisibili; il giudizio dei contemporanei non riconosce che occorre una eccezionale profondità dello spirito per illuminare un quadro che ritrae il lato spregevole della vita e trasformarlo nella perla dell'opera d'arte: il giudizio dei contemporanei non riconosce che l'altisonante riso dell'entusiasmo è degno di stare a fianco agli elevati moti lirici e che un abisso si apre fra questo riso ed i contorcimenti di un pagliaccio da fiera! Non riconosce tutto questo, il giudizio dei contemporanei, e tutto volge a rimprovero e beffa dello scrittore misconosciuto: senza trovare partecipazione, rispondenza, simpatia, come un viandante che non abbia famiglia, egli resta solo sulla strada. Duro è il suo cammino e ben amara la sua solitudine.”

VII; 2003, pp. 146-147
Le anime morte, Parte prima

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“Qui si decidono i destini dell'Italia. Una battaglia vinta sotto Capua ci darà nelle mani l'Italia.”

Giuseppe Garibaldi (1807–1882) generale, patriota e condottiero italiano

Origine: Citato in Gueroni, Ricordi Manoscritti del Generale Sacchi, vol. I, p. 299; citato in Agostino Carnesecchi, Breve cronostoria del passaggio di Giuseppe Garibaldi a Rocca d'Arce http://www.carnesecchi.eu/Agostino_Carnesecchi.htm.

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“Il libro preferito di un ragazzo è il suo germe di destino da compiere. Conoscere quello di ogni alunno è semplice, possibile e necessario.”

Alessandro D'Avenia (1977) scrittore, insegnante e sceneggiatore italiano

Origine: @aledavenia, 28 luglio 2018, 16 aprile 2013 https://twitter.com/aledavenia/status/324163689613762561,

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