Frasi su attenzione
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“Circondati solo di persone che ti prestano attenzione, il resto non merita considerazione.”

Prevale (1983) disc jockey, produttore discografico e conduttore radiofonico italiano

Origine: prevale.net

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“[POPOLARITA']"Non ci presto nessuna attenzione. Proprio non lo faccio. La vita è fin troppo breve e cos'è che la gente desidera più di ogni altra cosa? Vuole il tuo autografo… Nessuno di loro mi conosce e io non conosco loro. Mi vengono incontro e sono convinti di conoscermi soltanto perché io ho scritto determinate canzoni, che magari a loro hanno dato noia, e delle quali la loro mente si è subito sbarazzata. Non hanno niente a che fare con me, continuano a non conoscermi, e io continuo a non conoscere loro, e quelli mi vengono incontro come se fossi un loro fratello o sorella che non vedono da un pezzo. Questa è una cosa che non ha niente a che fare con me – credo che potrei facilmente dimostrarlo al cospetto di qualsiasi tribunale”

Bob Dylan (1941) cantautore e compositore statunitense

1986)
Variante: [POPOLARITA']"Non ci presto nessuna attenzione. Proprio non lo faccio. La vita è fin troppo breve e cos'è che la gente desidera più di ogni altra cosa? Vuole il tuo autografo... Nessuno di loro mi conosce e io non conosco loro. Mi vengono incontro e sono convinti di conoscermi soltanto perché io ho scritto determinate canzoni, che magari a loro hanno dato noia, e delle quali la loro mente si è subito sbarazzata. Non hanno niente a che fare con me, continuano a non conoscermi, e io continuo a non conoscere loro, e quelli mi vengono incontro come se fossi un loro fratello o sorella che non vedono da un pezzo. Questa è una cosa che non ha niente a che fare con me – credo che potrei facilmente dimostrarlo al cospetto di qualsiasi tribunale"

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“È tutta colpa mia. Sono il mio peggior nemico. Il mio modo di cantare era precipitato e io con lui… È successo perché non facevo attenzione a come cantavo.”

Frank Sinatra (1915–1998) cantante, attore e conduttore televisivo statunitense

parlando degli anni tra il '48 e il '52

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“Chi crea non presta attenzione a chi lo critica, a meno che non diventi arido inventore.”

Khalil Gibran (1883–1931) poeta, pittore e filosofo libanese

Massime spirituali

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“Paris Hilton è un'ipocrita che usa dei trucchi di bassa lega per mantenere il suo status di celebrità. Se non possiedi alcun talento, puoi arrivare solo fino ad un certo punto. Però poi, o sei costretto a lavorare, oppure devi inventarti dei volgari espedienti pubblicitari per mantenere l'attenzione del pubblico. Paris non ha motivo di lamentarsi se è il bersaglio di cattiva pubblicità.”

George Clooney (1961) attore, regista, sceneggiatore e produttore cinematografico statunitense

Origine: Citato in Farkas Alessandra, Clooney contro Paris Hilton: è ipocrita https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/2007/giugno/11/Clooney_contro_Paris_Hilton_ipocrita_co_9_070611059.shtml, Corriere della Sera, 11 giugno 2007, p. 37.

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“Il disprezzo è l'opposto dell'attenzione.”

Origine: Attesa di Dio, Forme dell'amore implicito di Dio, p. 119

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“Non prestate alcuna attenzione alla critica degli uomini che non hanno, loro stessi, scritto un'opera notevole.”

Ezra Pound (1885–1972) poeta, saggista e traduttore statunitense

Aforismi e detti memorabili

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“Se presti attenzione ai tuoi discorsi, ti accorgerai che sono guidati dai tuoi intenti meno coscienti.”

George Eliot (1819–1880) scrittrice britannica

da The mill on the Floss

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“Mi studiai con attenzione. Non mi piacque quello che vidi. Gary Cooper. Un average Charlie che era diventato un divo del cinema – con riluttanza e con suo grande stupore.”

Gary Cooper (1901–1961) attore statunitense

Origine: Citato in Mariapaola Pierini, Gary Cooper, il cinema dei divi, l'America degli eroi, Le Mani-Microart'S, 2011.

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“Un uomo che non presta attenzione alle necessità dei soldati non dovrebbe comandarli.”

Napoleone Bonaparte (1769–1821) politico e militare francese, fondatore del Primo Impero francese
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“Sei ancora giovane, Socrate", replicò Parmenide, "e la filosofia non si è ancora impossessata di te, come, secondo la mia previsione, si impossesserà in futuro, quando non stimerai più indegna nessuna di quelle cose: ora ti preoccupi ancora di prestare eccessiva attenzione alle opinioni degli uomini, vista l'età.”

Parmenide
Variante: " Sei ancora giovane, Socrate", replicò Parmenide, "e la filosofia non si è ancora impossessata di te, come, secondo la mia previsione, si impossesserà in futuro, quando non stimerai più indegna nessuna di quelle cose: ora ti preoccupi ancora di prestare eccessiva attenzione alle opinioni degli uomini, vista l'età."

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“Non c'è bisogno che vi ricordi [discorso di Kien ai libri della sua biblioteca] in modo particolareggiato la storia antichissima e superba delle vostre sofferenze. Scelgo soltanto un esempio per mostrarvi in maniera persuasiva quanto vicini siano odio e amore. La storia d'un paese che tutti noi in egual misura veneriamo, di un paese in cui voi avete goduto delle più grandi attenzioni e dell'affetto più grande, di un paese in cui vi si è tributato persino quel culto divino che ben meritate, narra un orribile evento, un crimine di proporzioni mitiche, perpetrato contro di voi da un sovrano diabolico per suggerimento di un consigliere ancor più diabolico. Nell'anno 213 avanti Cristo, per ordine dell'imperatore cinese Shi Hoang-ti − un brutale usurpatore che ebbe l'ardire di attribuire a se stesso il titolo di "Primo, Augusto, Divino" − vennero bruciati tutti i libri esistenti in Cina. Quel delinquente brutale e superstizioso era per parte sua troppo ignorante per valutare esattamente il significato dei libri sulla base dei quali veniva combattuto il suo tirannico dominio. Ma il suo primo ministro Li-Si, un uomo che doveva tutto ai propri libri, e dunque uno spregevole rinnegato, seppe indurlo, con un abile memoriale, a prendere questo inaudito provvedimento. Era considerato delitto capitale persino parlare dei classici della poesia e della storia cinese. La tradizione orale doveva venire estirpata a un tempo con quella scritta. Venne esclusa dalla confisca solo una piccola minoranza di libri; quali, potete facilmente immaginare: le opere di medicina, farmacopea, arte divinatoria, agricoltura e arboticoltura − cioè tutta una marmaglia di libri di puro interesse pratico. «Confesso che il puzzo di bruciato dei roghi di quei giorni giunge ancor oggi alle mie narici. A che giovò il fatto che tre anni più tardi a quel barbaro imperatore toccasse il destino che s'era meritato? Morì, è vero, ma ai libri morti prima di lui ciò non arrecò alcun giovamento. Erano bruciati e tali rimasero. Ma non voglio tacere quale fu, poco dopo la morte dell'imperatore, la fine del rinnegato Li-Si. Il successore al trono, che aveva ben capito la sua natura diabolica, lo destituì dalla carica di primo ministro dell'impero che egli aveva rivestito per più di trent'anni. Fu incatenato, gettato in prigione e condannato a ricevere mille bastonate. Non un colpo gli venne risparmiato. Fu costretto a confessare mediante la tortura i suoi delitti. Oltre all'assassinio di centinaia di migliaia di libri aveva infatti sulla coscienza anche altre atrocità. Il suo tentativo di ritrattare più tardi la propria confessione fallì. Venne segato in due sulla piazza del mercato della città di Hien-Yang, lentamente e nel senso della lunghezza, perché in questo modo il supplizio dura più a lungo; l'ultimo pensiero di questa belva assetata di sangue fu per la caccia. Oltre a ciò non si vergognò di scoppiare in lacrime. Tutta la sua stirpe, dai figli a un pronipote di appena sette giorni, sia donne che uomini, venne sterminata: tuttavia, invece di essere condannati al rogo, come sarebbe stato giusto, ottennero la grazia di venir passati a fil di spada. In Cina, il paese in cui la famiglia, il culto degli antenati, il ricordo delle singole persone sono tenuti così in gran conto, nessuna famiglia a mantenuto viva la memoria del massacratore Li-Si; solo la storia l'ha fatto, proprio quella storia che l'indegna canaglia, più tardi finita come ho detto, aveva voluto distruggere.”

1981, pp. 98-99
Auto da fé

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“Quello che conta nella vetrata è il colore proiettato. L'importante non è la vetrata in sé, ma la luce generata all'interno della cappella. Mi sono dedicato troppo alla realizzazione della vetrata e non ho prestato sufficiente attenzione a ciò che da essa promana.”

Henri Matisse (1869–1954) pittore, incisore, illustratore e scultore francese

Origine: Citato in Régine Pernoud, Testimoni della luce, pensieri raccolti e presentati da Laetitia de Traversay, prefazione di Blandine de Dinechin, edizione italiana a cura e con postfazione di Marco Respinti, Gribaudi, Milano, 1998.

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“È curioso constatare – ed insisto su questo punto, perché mi sembra di importanza capitale, e perché, pur essendo noto, non mi sembra abbastanza sottolineato – è curioso constatare l'indifferenza pressoché totale del mondo romano per la scienza e la filosofia. Il cittadino romano si interessa alle cose pratiche. L'agricoltura, l'architettura, l'arte della guerra, la politica, il diritto, la morale.
Ma si cerchi in tutta la letteratura latina classica un'opera scientifica degna di questo nome, e non si troverà; un'opera filosofica, ancor meno. Si troverà Plinio, cioè un insieme di aneddoti e racconti da comare; Seneca, cioè un'esposizione coscienziosa della morale e della fisica stoiche, adattate – il che significa semplificate – ad uso del pubblico romano; Cicerone, cioè i tentativi filosofici di un letterato dilettante; o Macrobio, un manuale di scuola elementare.
È veramente stupefacente, se vi si presta attenzione, che i Romani, non producendo nulla essi stessi, non abbiano nemmeno mai sentito il bisogno di procurarsi delle traduzioni. In effetti, al di fuori di due o tre dialoghi platonici (tra cui il Timeo) tradotti da Cicerone – trasduzione di cui non ci è pervenuto nulla – né Platone, né Aristotele, né Euclide, né Archimede sono mai stati tradotti in latino. Almeno nell'età classica. Perché se è vero che lOrganon di Aristotele e le Enneadi di Plotino lo furono, è parimenti vero che in fin dei conti ciò avvenne molto tardi e per opera di cristiani.”

Alexandre Koyré (1892–1964) storico della scienza e filosofo francese

Origine: Scritti su Spinoza e l'averroismo, pp. 63-64

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“L'attenzione è il sentiero conducente all'immortalità, la disattenzione è il sentiero della morte; gli attenti non muoiono, i disattenti sono già come morti.”

Gautama Buddha (-563–-483 a.C.) monaco buddhista, filosofo, mistico e asceta indiano, fondatore del Buddhismo

21; 1994, p. 53

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“Sulle cose a tre vorrei dire che, secondo quanto ho visto, in realtà non regna la democrazia secondo me che uno sogna, poiché c'è spesso qualcuno che gode di più attenzioni di un altro. Quindi è un po' come a scopa, c'è l'asso piglia tutto e c'è qualcuno invece che rimane con l'amaro in bocca.”

Immanuel Casto (1983) musicista e cantante italiano

Origine: Dal programma televisivo Loveline, MTV, stagione 9, puntata 5, 24 novembre 2010; disponibile su Mtv.it http://ondemand.mtv.it/serie-tv/loveline/s09/loveline-s09e05.

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“I grandi uomini al centro dell'attenzione generale sono meno temuti a causa di un certo senso di saturazione.”

XXXV, 10; 1997
In oculis hominum fuerat, quae res minus verendos magnos homines ipsa satietate facit.
Ab urbe condita, Libro XXXI – Libro XL

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“Una delle cose che amo di più di questo show [Dr. House] è il poter fare dei cambi radicali, concentrandoci non tanto sulla medicina quanto sui personaggi. E in futuro porremo l'attenzione molto più sulle vicende personali, anche se la serie non cambierà.”

David Shore (1959) sceneggiatore e produttore televisivo canadese

citato in Telesimo.com http://www.telesimo.it/dr.-house/news-2009/i-rimanenti-episodi-inediti-della-quinta-stagione-di-dr.-house-su-canala-5.html

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