Frasi su dato
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“A me il pubblico mi ha sempre seguito, qualche volta mi ha raggiunto e mi ha dato un sacco di botte.”

Francesco Salvi (1953) attore, scrittore, comico, cantante e architetto italiano

Origine: Citato in Silvia Fumarola, Parla Francesco Salvi il saggio filosofo della demenzialità http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1989/10/19/parla-francesco-salvi-il-saggio-filosofo-della.html, la Repubblica, 19 ottobre 1989.

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“Negli anni della maturità pochi uomini sanno, in fondo, come son giunti a se stessi, ai propri piaceri, alla propria concezione del mondo, alla propria moglie, al proprio carattere e mestiere e loro conseguenze, ma sentono di non poter più cambiare di molto. Si potrebbe sostenere persino, che sono stati ingannati; infatti è impossibile scoprire una ragione sufficiente per cui tutto sia andato proprio così come è andato; avrebbe anche potuto andare diversamente; essi hanno influito pochissimo sugli avvenimenti, che per lo più sono dipesi da circostanze svariate, dall'umore, dalla vita, dalla morte di tutt'altri individui; e solo in quel dato momento si sono abbattuti su di loro. Quand'erano giovani la vita si stendeva loro dinanzi come un mattino senza fine, colmo di possibilità e di nulla, e già al meriggio ecco giungere all'improvviso qualcosa che pretende di essere ormai la loro vita; e tutto ciò è così sorprendente come vedersi davanti tutt'a un tratto una persona con la quale siamo stati vent'anni in corrispondenza, senza conoscerla, e ce la siamo immaginata completamente diversa. Ancora più strano, però, che quasi nessuno, se ne accorga; adottano la persona che è venuta a loro, la cui vita si è incorporata alla loro vita, giudicano le sue vicende ed esperienze ormai come le espressioni delle loro qualità, e il suo destino diventa merito o disgrazia loro. […] E non hanno più che un ricordo confuso della giovinezza, quando c'era in loro qualcosa come una forza opposta.”

cap. 34, pp. 144-145
L'uomo senza qualità

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“[Su Marco Verratti] Quando sono arrivato a Pescara doveva giocare mezzapunta, ma io l'ho trasformato in regista e mi ha dato grosse soddisfazioni. Il ragazzo è del '92 ha 20 anni con poca esperienza, può crescere tanto e diventare uno dei più grandi registi in Europa.”

Zdeněk Zeman (1947) allenatore di calcio ceco

Origine: Citato in " «Zeman: Verratti? Tra i migliori registi in Europa» http://www.tuttosport.com/calcio/serie_a/roma/2012/09/22-214097/Zeman%3A+%C2%ABVerratti%3F+Tra+i+migliori+registi+in+Europa%C2%BB", Tuttosport.com, 22 settembre 2012.

“Si dice che Trittolemo abbia dato delle leggi agli Ateniesi, e Senocrate afferma che tre di queste leggi sono ancora oggi in vigore a Eleusi: onorare i genitori, glorificare gli dèi con i vegetali, non fare del male agli animali.”

Ermippo di Smirne scrittore e biografo greco antico

dal trattato Sui legislatori, libro II; citato in Porfirio, De abstinentia, libro IV, 22, traduzione di Roberto Pomelli, in L'anima degli animali, p. 416

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“Non c'è dubbio che la strage che colpì Falcone e la sua scorta siano state commesse da Cosa Nostra. Rimane però l'intuizione, il sospetto, chiamiamolo come vogliamo, che ci sia qualche entità esterna che abbia potuto agevolare o nell'ideazione, nell'istigazione, o comunque possa aver dato un appoggi all'attività della mafia.”

Pietro Grasso (1945) magistrato e politico italiano

Origine: Citato in Grasso: anche un'entità esterna dietro la strage di Capaci http://www.repubblica.it/2009/10/sezioni/cronaca/mafia-10/sospettigrasso-capaci/sospettigrasso-capaci.html, Repubblica.it, 27 ottobre 2009.

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“Di Giacomo ha interpretato i due aspetti di Napoli, quello teatrale e quello struggente, ma ha dato al secondo la voce che rimarrà legata ad esso per sempre.”

Attilio Momigliano (1883–1952) critico letterario italiano

Origine: Da Ultimi studi, La Nuova Italia, 1954, pp. 17-20.
Origine: In Maria Acrosso, La critica letteraria, p. 615

“La Barbera mi disse che mi sarei fatto solo qualche mese di galera e che mi avrebbe dato duecento milioni.”

Vincenzo Scarantino (1965) criminale italiano

Origine: Citato in Giuseppe Lo Bianco e Sandra Rizzo, Via D'Amelio, Scarantino: "Mi costrinsero a confessare con minacce e promesse" http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/10/30/strage-di-via-damelio-e-scarantino-come-ti-fabbrico-un-pentito/167379/, il Fatto Quotidiano.it, 30 ottobre 2011.

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“[Su Walter Veltroni] Ha fatto un buon lavoro sulla parte museale, s'è dato da fare per la sua passione che è il cinema ma di teatro non capisce proprio niente… non conosce la situazione orribile del nostro teatro, ci vuole più coraggio, più pazzia, non un teatro fatto da geometri.”

Vittorio Gassman (1922–2000) attore italiano

Origine: Citato in Gassman contro tutti http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1998/11/27/gassman-contro-tutti.html, la Repubblica, 27 novembre 1998.

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“[Sull'esperienza all'Inter] La svolta era venuta da Calciopoli che ha annientato la Juventus, senza l'Inter avrebbe continuato a non vincere. Poi, dopo Mourinho, il trend è tornato il solito, ma un allenatore come Benítez meritava maggiore credibilità. E a me, poi, hanno dato solo due mesi.”

Gian Piero Gasperini (1958) allenatore di calcio e ex calciatore italiano

Origine: Citato in Gessi Adamoli, Gasperini: "Genoa, altro che l'Inter, lì ce l'ha fatta solo Mou" http://www.repubblica.it/sport/calcio/serie-a/genoa/2014/01/17/news/gasperini_genoa_altro_che_l_inter_l_ce_l_ha_fatta_solo_mou-76288981/, Repubblica.it, 17 gennaio 2014.

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“[Su Andrea Stramaccioni] Per quanto mi sia simpatico, devo ammettere che non ha dato un'impronta a questa Inter. Né dal punto di vista del gioco, né dei risultati.”

Arrigo Sacchi (1946) allenatore di calcio italiano

da SportMediaset; citato in Tancredi Palmeri, Il blob della settimana http://www.gazzetta.it/gallery/Calcio/04-2013/blob/variabili-92894719253.shtml#15, Gazzetta.it, 8 aprile 2013

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“Lei è stato straordinariamente energico e astuto, […] anche se io non riesco a immaginare che cosa spera di guadagnarci. Lei mi è contro. Per una giornata intera mi ha dato la caccia, ha cercato di privarmi anche del riposo notturno. Ma io ho trovato da mangiare e, nonostante tutto, ho anche dormito. Ora la partita è solo all'inizio: incomincia ora. Adesso incomincia il terrore. Questa lettera le annuncia il primo giorno del terrore. Port Burdock non è più sotto la regina, lo dica pure al colonnello di polizia e a tutti gli altri. È sotto di me: il terrore! Questo è il primo giorno, dell'anno primo, della nuova era. È l'era dell'uomo invisibile. Io sono l'uomo invisibile. Il mio governo sarà facile: tanto per cominciare, il primo giorno ci sarà un'esecuzione capitale, che serva da esempio, un uomo di nome Kemp. La morte, oggi, si mette in moto per lui; egli può rinchiudersi, nascondersi, circondarsi di guardie, mettersi pure un'armatura se vuole… ma la morte, la morte invisibile giungerà lo stesso. Che egli prenda pure le sue precauzioni: ciò colpirà di più i miei sudditi. La morte parte a mezzogiorno dalla cassetta postale. La lettera vi cadrà dentro all'arrivo del postino, e poi via! Incomincia la partita! La morte si mette in moto. Non lo aiutate, o miei sudditi, altrimenti la morte cadrà anche su di voi. Oggi Kempo deve morire.”

lettera di Griffin: 1998, p. 171
L'uomo invisibile

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“[Su Massimiliano Allegri] Mi sono rivisto un po' in lui. È arrivato alla Juve più o meno alla mia età, ha la stessa mia concretezza e la voglia di modernizzare la squadra. Ci sono punti in comune. Si vede l'intelligenza: in punta di piedi in un ambiente dove si praticava un certo calcio, senza stravolgere le certezze. Poi, con idee leggermente diverse, ha dato a poco a poco la sua identità.”

Marcello Lippi (1948) allenatore di calcio e calciatore italiano

Origine: Dall'intervista di Fabio Licari, citato in Lippi: "Mi rivedo in Allegri. E magari la Juve in Champions fa come la mia Italia" http://www.gazzetta.it/Calcio/24-03-2015/lippi-mi-rivedo-allegri-magari-juve-champions-fa-come-mia-italia-110228094875.shtml, Gazzetta.it, 25 marzo 2015.

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“Quando mi dicono hai dato pochi giorni di prigione per un delitto, vorrei che l'essere umano capisse la gravità di passare un giorno solo in carcere.”

Carlo Biotti (1901–1977) Giudice della Corte Suprema di Cassazione, Presidente del Tribunale di Milano, Consigliere di Amministrazio…
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“Non sono morti invano. Sono degli eroi. Martin Luther King ha dato speranza a milioni di persone. L'America è divenuta più libera e giusta, non solo per gli afro-americani ma anche per i latinos e i gay. Grazie a loro sono cambiati i legislatori, il Congresso, e alla fine anche la Casa Bianca è cambiata. E ora noi abbiamo il dovere di continuare il loro sogno.”

Barack Obama (1961) 44º Presidente degli Stati Uniti d'America

2013
Origine: Citato in Katia Riccardi, "I have a dream", il sogno 50 anni dopo. Obama: "Liberi grazie a Martin Luther King" http://www.repubblica.it/esteri/2013/08/28/news/martin-luther-king_50_anni-65433896/, Repubblica.it, 28 agosto 2013.

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“[Su Luigi Pirandello] Comunque, per schematicamente abbreviare, i punti da cui partire per un più "attendibile " discorso su Pirandello, per una più libera e acuta lettura dell'opera sua, a me pare siano questi: 1) la Sicilia: non solo come "luogo delle metamorfosi" delle creature in personaggi, dei personaggi in creature, della vita nel teatro e del teatro nella vita – un luogo, insomma, in cui più evidente, concitato e violento si fa "el gran teatro del mundo"; ma il luogo, anche, di una cultura e di una tradizione da cui Pirandello decolla verso spazi vertiginosi (e qui bisogna tenere un certo conto della sua iniziale e poi alquanto persistente affinità al mondo realistico, fiabesco e anche "spiritistico" di Luigi Capuana); 2) la "religiosità": che, si capisce, non ha nulla a che fare con le religioni rivelate, con la chiesa e con le chiese, anche se molto ha a che fare con l'essenza evangelica del Cristianesimo, ma che soprattutto si riconosce in quella che tout court possiamo dire la sua religione dello scrivere, dello scrivere come vivere, dello scrivere invece di vivere ("la vita" diceva "o la si vive o la si scrive": e nella sua scelta di scriverla c'è evidentemente un religioso eroismo); 3) il suo rapporto con Montaigne, mai finora scrutato, e l'antagonistica attrattiva che certamente Pascal esercitò su di lui: e ci vorrebbe una ricerca da elaboratore elettronico – ma meglio se fatta da mente umana – per estrarre dall'opera di Pirandello i momenti diciamo pascaliani, di sentimento e sgomento cosmico particolarmente. E avendo fatto questi due nomi – Montaigne e Pascal, grandi pilastri nell'edificio della letteratura francese – ne discende in definitiva la necessità di esaminare e puntualizzare il rapporto di Pirandello con quella cultura: rapporto che finirà col rivelarsi molto più importante ed effettuale di quello, che è ormai luogo comune riconoscergli, con la cultura tedesca. Ed anche questo punto, cui ho voluto dare rilevanza a sé, in verità si appartiene al Pirandello "siciliano", poiché il rapporto con la Francia è un dato inalienabile della cultura siciliana, e di grande intensità particolarmente lo era negli anni formativi di Pirandello.”

Leonardo Sciascia (1921–1989) scrittore e saggista italiano

Origine: Dal discorso commemorativo pronunciato a Palermo nel 1986 per il cinquantenario della morte di Luigi Pirandello; riportato in Sciascia: Pirandello http://www.parodos.it/archivio/sciascia_pirandello.htm, Parodos.it.

“Confesso, ho dato una mano ai nostri servizi segreti militari, il Sismi.”

Renato Farina (1954) politico e scrittore italiano

citato in Farina: «Confesso, ho dato una mano al Sismi» http://www.lastampa.it/redazione/cmsSezioni/cronache/200607articoli/7431girata.asp, La Stampa, 8 luglio 2006

“Dico talvolta: "Ciao, gatto!", e poi mi vergogno di avergli dato del tu.”

Giorgio Manganelli (1922–1990) scrittore, traduttore e giornalista italiano

Origine: Citato in Alessandro Paronuzzi, José e Renzo Kollmann, Non dire gatto..., Àncora Editrice, Milano, 2004, p. 58. ISBN 88-514-0219-1

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“[Mina] È una grande donna. E nello stesso tempo è ingenua. Io ho per lei un affetto immenso che deriva dalla tenerezza che mi ispira Mina. Pensi che lei, quando mi vede, non fa che darmi dei consigli perché crede che alla mia età io sia ancora inesperta. È il solo essere al mondo i cui pregi sono più affascinanti dei difetti. Chi conosce Mina se ne innamora. Ma lei non vuole farsi conoscere perché ha paura, perché è scottata da tutte le fregature che ha preso ogni volta che ha dato fiducia a qualcuno. È una grande donna, insicura, sì, ma che ha dimostrato coraggio quando è stato necessario, e soprattutto generosa. Ha superato lo choc della morte del fratello giovanissimo, quella di un marito da cui si era da poco separata… […] Ricordo quindici anni fa, quando era diventata una cantante di successo e ha scoperto di aspettare un bambino, ha deciso di mettere al mondo il figlio, nonostante in quell'epoca essere una ragazza madre fosse ancora scandaloso. E la televisione l'ha messa al bando: a Mina è stato proibito di esibirsi in TV e ha dovuto ricominciare da sola, con i dischi e le serate, senza il veicolo pubblicitario dello spettacolo televisivo. Poi, c'è stato il fallimento del padre, che aveva una fabbrica di oggetti in plastica. E Mina ha dovuto pagare lei i debiti fino all'ultima lira: 970 milioni. L'ultimo assegno che staccò la ridusse con 70.000 lire di debito con la banca. Ecco perché divento una belva quando sento criticare Mina: tasse ne ha pagate più del dovuto: il successo, gli errori, tutto.”

Lina Volonghi (1916–1991) attrice italiana

Origine: Da Mina come va? "Ho paura", Gente, 8 luglio 1978.

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“Bush ha voluto la guerra per meritare un capitolo nella Storia. Se n'è infischiato dei danni provocati, massacri che hanno traumatizzato milioni di persone. Certo ha dato ai jihadisti argomenti utili a legittimare la guerra "santa."”

Yasmina Khadra (1955) scrittore algerino

Origine: Citato in Yasmina Khadra: «Per chi semina terrore il Corano è solo un pretesto» http://www.corriere.it/esteri/15_gennaio_12/io-musulmano-corteo-chi-semina-terrore-corano-solo-pretesto-69c2098e-9a20-11e4-806b-2b4cc98e1f17.shtml, Corriere.it, 12 gennaio 2015.

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“Ipocrita e arrogante, Enzo Biagi dà di cretino a chi studia il suo posto in palinsesto… Biagi è un mostro sacro degli affari suoi e un ipocrita. Dice che vuole continuare a fare il testimone del suo tempo, raccontando storie, e non il protagonista di un caso personale. Intanto però soffia sul fuoco, restringe ogni spazio di mediazione, punta al carisma del martire, e dà fiato alla tromba, anzi al trombone: mi cacciano, mi spostano dal 'miò orario, sono liberticidi. E arrogante: dice infatti Biagi che è un comportamento da 'cretinì spostare di una virgola o di un'ora il suo programmino su Rai1, e tratta con disprezzo e insopportabile sussiego il mite Fabrizio Del Noce. Questo mostro sacro degli affari suoi dovrebbe imparare a essere più parco di aggettivi, di contumelie, di isterismi politici. Quando gli hanno negato la cattedra epistolare di Indro Montanelli al 'Corriere della Sera', preferendogli Paolo Mieli che rompe meno le palle di uno il cui orizzonte sono le solite mille camere in cui guardava la Storia in cammino, lasciandosi a sua volta guardare da Lei, Biagi non ha dato di cretino a Ferruccio de Bortoli, direttore del giornale di via Solferino, e tanto meno a Cesare Romiti, il suo editore, quello che gli passa la mesata come succede a noi tutti e che mette i capitali per produrre e diffondere la tribuna dei suoi ricordi. Ha solo contrattato un altro posto in palinsesto, chiedendo che le sue coloriture strettamente personali, e strettamente provinciali, finissero la domenica in prima pagina. Con giubilo suo superiore a quello dei lettori, forse. Anche l'orario della sua rubrichina è tutt'altro che suo. È nostro, perché paghiamo. E di chi amministra la Rai per volontà del Parlamento (fatto surreale, perché la Rai andrebbe privatizzata e lì vedremmo se davvero un Murdoch lascerebbe per 41 anni al suo posto l'omino in bianco che lava più bianco). Oltre tutto quello spazio in palinsesto è di Berlusconi, come al solito e come tutto ormai in Italia, perché è sulla sua rete ammiraglia, Canale 5, che andò in onda prima del Fatto il programma d'informazione Radio Londra, in quello stesso identico orario, ma preceduto non dal primo telegiornale italiano bensì dal quiz Tra moglie e marito. Anche il segnale orario del rubrichista-martire, le cui opinioni sono come scrive Francesco Merlo 'indifferenti', è dunque copiato. Altro che suo. Biagi lo difendiamo e lo difenderemo se qualcuno lo vuole cacciare perché gli sta antipatico il governo, ma se si caccia da solo per cupidigia di eroismo, dopo 41 anni in cui di cupidigie se ne è levate tante, con tutti i regimi, allora sono affaracci suoi… È Biagi che si caccia da solo per biechi interessi di bottega”

Giuliano Ferrara (1952) giornalista, conduttore televisivo e politico italiano

da Il Foglio, 23 maggio 2002

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“Ostrica (s. f.). Mollusco viscido e melmoso che la civiltà costringe l'uomo a mangiare senza averne eliminato prima le interiora. Il guscio viene dato comunemente ai poveri.”

Ambrose Bierce (1842–1914) scrittore, giornalista e aforista statunitense

1988, p. 131
Dizionario del diavolo

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“Poi il Gran Lombardo raccontò di sé, veniva da Messina dove si era fatto visitare da uno specialista per una sua speciale malattia dei reni, e tornava a casa, a Leonforte, era di Leonforte, su nel Val Demone tra Enna e Nicosia, era un padrone di terre con tre belle figlie femmine, così disse, tre belle figlie femmine, e aveva un cavallo sul quale andava per le sue terre, e allora credeva, tanto quel cavallo era alto e fiero, allora credeva di essere un re, ma non gli pareva che tutto fosse lì, credersi un re quando montava a cavallo, e avrebbe voluto acquistare un'altra cognizione, così disse, acquistare un'altra cognizione, e sentirsi diverso, con qualcosa di nuovo nell'anima, avrebbe dato tutto quello che possedeva, e il cavallo anche, le terre, pur di sentirsi più in pace con gli uomini come uno, così disse, come uno che non ha nulla da rimproverarsi. – Non perché io abbia qualcosa di particolare da rimproverarmi, disse. – Nient'affatto. E nemmeno parlo in senso di sacrestia… Ma non mi sembra di essere in pace con gli uomini. Avrebbe voluto avere una coscienza fresca, così disse, fresca, e che gli chiedesse di compiere altri doveri, non i soliti, altri, dei nuovi doveri, e più alti, verso gli uomini, perché a compiere i soliti non c'era soddisfazione e si restava come se non si fosse fatto nulla, scontenti di sé, delusi.”

Conversazione in Sicilia

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“Felice lo scrittore, il quale, lasciando da parte i caratteri noiosi ed antipatici che lo hanno colpito per il loro banale, triste realismo, si dedica alla descrizione di quelli che rivelano l'alta dignità dell'uomo, e felice colui che dall'immenso turbine delle immagini ogni giorno ricorrenti, ne sceglie solo pochissime ed elette; felice lo scrittore che non ha mai tradito l'elevato tono della propria ispirazione, non si è abbassato dalla sua altezza al livello dei poveri confratelli mortali, si è tutto immerso nelle proprie immagini idealizzate, senza mai toccare la terra, da cui queste sono tanto lontane. Doppiamente invidiabile è la sua splendida sorte: sta in mezzo alle sue splendide creature come nella propria famiglia, e alte e lontane si diffondono le sue parole. Ha offuscato gli occhi degli uomini con fumi inebrianti, li ha meravigliosamente lusingati, celando le tristezze della vita e mostrando loro bellissimo l'uomo. Tutti, applaudendo, lo seguono e corrono dietro il suo carro trionfale. Lo dicono un grande universale poeta, che s'innanza sugli altri geni del mondo, come l'aquila al di sopra degli altri uccelli. Soltanto a sentirne il nome, palpitano i giovani ardenti cuori; lacrime gli rispondono, brillano negli occhi di tutti… Non v'è chi l'uguagli nella sua forza: egli è un dio! Ma non è questo il destino, ben diversa è la sorte dello scrittore, che osa far venire alla superficie quando sta sempre bene in vista, ma che gli occhi indifferenti non vedono, che osa smuovere la terribile melma delle piccinerie che sviano la nostra vita, che penetra nella profondità delle nature fredde, volgari e meschine, di cui brulica il nostro cammino sulla terra, a volte amaro e tedioso; guai allo scrittore che osa, con la potenza del suo scalpello implacabile, rappresentarle in preciso rilievo, agli occhi di tutti! Egli non raccoglie gli applausi del popolo, non scorge lacrime di riconoscenza, non conosce l'unanime plauso degli animi commossi; non gli vola incontro la fanciulla sedicenne, col cervello acceso, colma di eroico entusiasmo; a lui non è dato obliarsi nel dolce incantesimo dei suoni da lui stesso evocati; né può sfuggire al giudizio dei contemporanei, al giudizio ipocritamente insensibile dei contemporanei, un giudizio che dirà di nessun conto e degne di disprezzo le creature da lui vagheggiate, gli assegnerà un posto disprezzato tra gli scrittori che offendono l'umanità, attribuirà a lui le peculiarità dei personaggi che ha descritto, gli negherà il cuore, l'anima e la divina fiamma dell'ingegno, poiché il giudizio dei contemporanei non riconosce come siano egualmente belle le lenti che guardano il sole e quelle che ci mostrano i movimenti degli insetti invisibili; il giudizio dei contemporanei non riconosce che occorre una eccezionale profondità dello spirito per illuminare un quadro che ritrae il lato spregevole della vita e trasformarlo nella perla dell'opera d'arte: il giudizio dei contemporanei non riconosce che l'altisonante riso dell'entusiasmo è degno di stare a fianco agli elevati moti lirici e che un abisso si apre fra questo riso ed i contorcimenti di un pagliaccio da fiera! Non riconosce tutto questo, il giudizio dei contemporanei, e tutto volge a rimprovero e beffa dello scrittore misconosciuto: senza trovare partecipazione, rispondenza, simpatia, come un viandante che non abbia famiglia, egli resta solo sulla strada. Duro è il suo cammino e ben amara la sua solitudine.”

VII; 2003, pp. 146-147
Le anime morte, Parte prima

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“In Italia abbiamo perso la capacità di sentire il 'bello', quel 'bello' che per secoli abbiamo dato al mondo e che adesso non sentiamo più.”

Riccardo Muti (1940) direttore d'orchestra italiano

citato in L'Italia ha abdicato alla sua storia musicale, la Repubblica, 9 gennaio 2010

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“Essere belli è un'arma a doppio taglio. Non ho mai dato tanta importanza alla bellezza. Il tuo aspetto ti porta ad ottenere certi ruoli cinematografici, ma abbassa la tua credibilità nei confronti di altri. È così che funziona.”

Keira Knightley (1985) attrice britannica

Origine: Da un'intervista rilasciata a Madame Figaro; citato in Keira Knightley: «La bellezza? Un'arma a doppio taglio» http://www.vanityfair.it/people/mondo/14/04/03/keira-knightley-bellezza-intervista-foto, Vanity fair.it, 3 aprile 2014.

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