Frasi su dato
pagina 4

Plutarco photo
Nikolaus Lenau photo
Viktor Orbán photo

“[I cittadini non] ci hanno dato l'autorizzazione per permettere a milioni di migranti di entrare nel nostro continente.”

Viktor Orbán (1963) politico ungherese

Origine: Dal congresso del Partito Popolare Europeo di Madrid; citato in Nell'Ue dei ciechi, Orban vede benissimo http://www.ilfoglio.it/esteri/2015/10/23/immigrazione-europa-orban___1-v-134191-rubriche_c268.htm, il Foglio.it, 23 Ottobre 2015

Faiz Ahmad Faiz photo
Robert Baden-Powell photo
Zdeněk Zeman photo
Aldous Huxley photo
Meryl Streep photo

“Vi amo tutti, ma dovete perdonarmi se ho perso la voce urlando e lamentandomi questa settimana e ho perso la testa un po’ di tempo prima quest’anno per cui dovrò leggere. Grazie Hollywood Foreign Press, giusto per sottolineare quello che ha già detto Hugh Laurie, voi e tutti noi apparteniamo alla categoria più diffamata in America. Pensateci: Hollywood, foreigners (stranieri), press (stampa). Ma chi siamo noi e che cosa è Hollywood? Siamo solo persone provenienti da altri luoghi. Sono nata e cresciuta e ho studiato nelle scuole pubbliche del New Jersey. Viola è nata nella cabina di un mezzadro in South Carolina ed è cresciuta a Central Falls, Rhode Island; Sarah Paulson è nata in Florida, allevata da una madre single a Brooklyn. Sarah Jessica Parker è una di sette o otto fratelli dell’Ohio. Amy Adams è nata a Vicenza, in Italia. E Natalie Portman è nata a Gerusalemme. Dove sono i loro certificati di nascita? E la bella Ruth Negga è nata ad Addis Abeba, in Etiopia, cresciuta a Londra – o forse in Irlanda ed è qui nominata per aver interpretato una ragazza proveniente da una piccola città della Virginia. Ryan Gosling, come tutte le persone migliori, è canadese, e Dev Patel è nato in Kenya, cresciuto a Londra, e qui ha interpretato un indiano cresciuto in Tasmania. Hollywood è dunque infestata da stranieri e da gente che viene da fuori. E se li cacciassimo tutti a calci non ci rimarrebbe nulla da guardare se non il football e le arti marziali. Che non sono arti. Mi hanno dato tre secondi per dire queste parole: il lavoro di un attore è quello di infilarsi nella vita delle persone diverse da noi, e far sentire come ci si sente. E nell’anno passato ci sono state molte, molte, molte prove di attore potenti in questo senso. Mozzafiato. Ma ce n’è stata una quest’anno che mi ha stordito. Colpito al cuore. Non perché fosse particolarmente buona; non c’era niente di buono. Ma è stata efficace e ha fatto il suo dovere. Ha fatto ridere l’audience a cui era destinata. È stato il momento in cui la persona che chiedeva di sedersi sulla poltrona più rispettata nel nostro Paese ha imitato un giornalista disabile che superava per privilegi, potere e per capacità di reagire. Vedere quella scena mi ha spezzato il cuore e ancora non riesco a togliermela dalla testa. Perché non era un film. Era vita reale. E questo istinto di umiliare gli altri, quando è usato da qualcuno che ha una grande visibilità, da parte di qualcuno potente, si trasmette nella vita di tutti, perché dà un pò il permesso agli altri di fare la stesse cose. La mancanza di rispetto incoraggia altra mancanza di rispetto, la violenza incita alla violenza. E quando i potenti usano la loro posizione di prevaricare gli altri tutti noi perdiamo. O. K., andare avanti con lui. E questo mi porta alla stampa. Abbiamo bisogno di una stampa capace di esercitare il controllo sui potenti, e farli rispondere per ogni gesto oltraggioso. È per questo che i nostri fondatori hanno inserito la libertà di stampa ed espressione nella Costituzione. Quindi chiedo alla facoltosa Hollywood Foreign Press e a tutti i presenti di unirsi a me nel sostenere il Comitato per la protezione dei giornalisti, perché ne avremo bisogno nell’immediato futuro, ne avremo bisogno per salvaguardare la verità. Ancora una cosa: una volta me ne stavo sul set a lamentarmi per qualcosa – del tipo che stavamo lavorando troppo o all’ora di cena o qualcosa di simile – e Tommy Lee Jones mi disse: «Non è un già un enorme privilegio, Meryl, essere solo un'attrice?». In effetti è proprio così, e dobbiamo ricordarci a vicenda il privilegio e la responsabilità di questo mestiere. Dovremmo essere tutti orgogliosi del lavoro di Hollywood che si onora qui stasera. Come la mia amica, la Principessa Leia, mi ha detto una volta, prendete il vostro cuore spezzato, e fatene arte."”

Meryl Streep (1949) attrice, doppiatrice e produttrice cinematografica statunitense

Golden Globe 2017, Meryl Streep riceve il Golden Globe alla carriera

Noyz Narcos photo
Dietrich Bonhoeffer photo
William Penn photo
Robert Pattinson photo

“Non so come ho fatto, ma le ho dato tutte le cose che le avevo promesso anche quando non potevo!”

Robert Pattinson (1986) attore britannico

Film Come l'acqua per gli elefanti

Giovanni Gentile photo
Abraham Lincoln photo
Italo Calvino photo

“Mettere al mondo un figlio ha un senso solo se questo figlio è voluto, coscientemente e liberamente dai due genitori. Se no è un atto animalesco e criminoso. Un essere umano diventa tale non per il casuale verificarsi di certe condizioni biologiche, ma per un atto di volontà e d’amore da parte degli altri. Se no, l’umanità diventa – come in larga parte già è – una stalla di conigli. Ma non si tratta più della stalla «agreste», ma d’un allevamento «in batteria» nelle condizioni d’artificialità in cui vive a luce artificiale e con mangime chimico.
Solo chi – uomo e donna – è convinto al cento per cento d’avere la possibilità morale e materiale non solo d’allevare un figlio ma d’accoglierlo come una presenza benvenuta e amata, ha il diritto di procreare; se no, deve per prima cosa far tutto il possibile per non concepire e se concepisce (dato che il margine d’imprevedibilità continua a essere alto) abortire non è soltanto una triste necessità, ma una decisione altamente morale da prendere in piena libertà di coscienza «…».
Nell’aborto chi viene massacrato, fisicamente e moralmente, è la donna; anche per un uomo cosciente ogni aborto è una prova morale che lascia il segno, ma certo qui la sorte della donna è in tali sproporzionate condizioni di disfavore in confronto a quella dell’uomo, che ogni uomo prima di parlare di queste cose deve mordersi la lingua tre volte.”

Italo Calvino (1923–1985) scrittore italiano
Patrice Lumumba photo
Ayrton Senna photo

“Ho sempre avuto un contatto speciale con Dio. Lui mi ha sempre dato molto. È stato a Montecarlo, che ho avuto la prima esperienza diretta con Dio. È stata una cosa molto importante. A partire da questo primo contatto io sono riuscito a comprendere tutta una serie di cose e di fatti che mi erano toccati precedentemente e i cui contorni mi erano sfuggiti. È tutto molto soggettivo, nel campo della fede, e può anche essere discutibile. Io dico che ho sempre ottenuto tutto ciò che ho chiesto.”

Ayrton Senna (1960–1994) pilota automobilistico brasiliano

Origine: Citato in Ayrton Senna http://www.atletidicristo.org/EsteroSenna.htm, AtletidiCristo.org, a cura di Nicola Andrea Scorsone. [Fonte primaria?]
Origine: Citato in Sport e religione: ecco gli Atleti di Dio http://kikapress-it-yahoopartner.tumblr.com/post/128551493213/sport-e-religione-ecco-gli-atleti-di-dio, Kikapress-it-yahoopartner.tumblr.com.

Zbigniew Boniek photo
Flavio Claudio Giuliano photo

“Mosè ha dato della differenza delle lingue una ragione superlativamente favolosa. Dice che i figli degli uomini, riunitisi, volevano fabbricare una città e, in essa, una gran torre; ma Dio dichiarò: qui bisogna scendere e confondere le loro lingue.”

Flavio Claudio Giuliano (331–363) imperatore romano

E, perché nessuno creda che io voglia darla ad intendere, leggiamo nel testo stesso di Mosè, quel che segue: «E dissero: "Orsù; fabbrichiamoci una città ed una torre, la cui cupola giunga fino al cielo; e facciamoci un nome prima di essere dispersi su tutta la faccia della terra". E scese il Signore a vedere la città e la torre, che i figli degli uomini edificavano. E disse il Signore: "Ecco, essi sono un medesimo popolo, e una medesima lingua hanno tutti; e questo cominciarono a fare; ed ora non resteranno dal compiere tutto ciò che hanno cominciato. Dunque: discendiamo là, e confondiamo la loro lingua, affinché non capisca l'uno la parola dell'altro". E li disperseil Signore Iddio su tutta la faccia della terra, ed essi cessarono di fabbricare la città e la torre».
Poi volete che a questo crediamo; ma voi non credete a ciò che dice Omero degli Aloadi, che tre montagne meditavano di porre l'una sull'altra, «onde fosse ascendibile il cielo». Per me io dico che questo racconto è ugualmente favoloso che quello. Ma voi, che il primo accogliete, per qual ragione, in nome di Dio, respingete la favola di Omero? Poiché questo - credo - uomini ignoranti non lo capiscono: che, se anche tutte le genti che popolano la terra avessero la medesima voce e la medesima lingua, fabbricare una torre che arrivi fino al cielo non potrebbero affatto, quand'anche facessero mattoni di tutta quanta la terra. Mattoni ce ne vorrebbero infiniti di grandezza pari a tutta intera la terra per arrivare al solo cerchio della luna. Ammettiamo pure che tutte le genti si siano riunite parlando una stessa lingua ed abbiano ridotto in mattoni e cavato le pietre di tutta la terra; come potranno arrivare fino al cielo, se anche la loro opera dovesse stendersi più sottile di un filo allungato? In conclusione: voi che stimate vera una favola così evidentemente falsa, e pretendete che Dio abbia avuto paura della unità di voce degli uomini e per questo sia disceso a confonderne le lingue, oserete ancora menare vanto della vostra conoscenza di Dio?
Contro i galilei

Richard Wagner photo
Woody Allen photo
Albert Einstein photo
Franz Kafka photo
François de La  Rochefoucauld photo
Carlo Dossi photo
Roberto Gervaso photo

“Tutte le volte che ho dato la mia parola a qualcuno non l'ho più rivista.”

Roberto Gervaso (1937) storico, scrittore, giornalista

Il grillo parlante

Luigi Pirandello photo

“E mi svolse (fors'anche perché fossi preparato a gli esperimenti spiritici, che si sarebbero fatti questa volta in camera mia, per procurarmi un divertimento) mi svolse, dico, una sua concezione filosofica, speciosissima, che si potrebbe forse chiamare lanterninosofia. Di tratto in tratto, il brav'uomo s'interrompeva per domandarmi: – Dorme, signor Meis? E io ero tentato di rispondergli: – Sì, grazie, dormo, signor Anselmo. Ma poiché l'intenzione in fondo era buona, di tenermi cioè compagnia, gli rispondevo che mi divertivo invece moltissimo e lo pregavo anzi di seguitare. E il signor Anselmo, seguitando, mi dimostrava che, per nostra disgrazia, noi non siamo come l'albero che vive e non si sente, a cui la terra, il sole, l'aria, la pioggia, il vento, non sembra che sieno cose ch'esso non sia: cose amiche o nocive. A noi uomini, invece, nascendo, è toccato un tristo privilegio: quello di sentirci vivere, con la bella illusione che ne risulta: di prendere cioè come una realtà fuori di noi questo nostro interno sentimento della vita, mutabile e vario, secondo i tempi, i casi e la fortuna. E questo sentimento della vita per il signor Anselmo era appunto come un lanternino che ciascuno di noi porta in sé acceso; un lanternino che ci fa vedere sperduti su la terra, e ci fa vedere il male e il bene; un lanternino che projetta tutt'intorno a noi un cerchio più o meno ampio di luce, di là dal quale è l'ombra nera, l'ombra paurosa che non esisterebbe, se il lanternino non fosse acceso in noi, ma che noi dobbiamo pur troppo creder vera, fintanto ch'esso si mantiene vivo in noi. Spento alla fine a un soffio, ci accoglierà la notte perpetua dopo il giorno fumoso della nostra illusione, o non rimarremo noi piuttosto alla mercé dell'Essere, che avrà soltanto rotto le vane forme della nostra ragione? – Dorme, signor Meis? – Segua, segua pure, signor Anselmo: non dormo. Mi par quasi di vederlo, codesto suo lanternino. – Ah, bene… Ma poiché lei ha l'occhio offeso, non ci addentriamo troppo nella filosofia, eh? e cerchiamo piuttosto d'inseguire per ispasso le lucciole sperdute, che sarebbero i nostri lanternini, nel bujo della sorte umana. Io direi innanzi tutto che son di tanti colori; che ne dice lei? secondo il vetro che ci fornisce l'illusione, gran mercantessa, gran mercantessa di vetri colorati. A me sembra però, signor Meis, che in certe età della storia, come in certe stagioni della vita individuale, si potrebbe determinare il predominio d'un dato colore, eh? In ogni età, infatti, si suole stabilire tra gli uomini un certo accordo di sentimenti che dà lume e colore a quei lanternoni che sono i termini astratti: Verità, Virtù, Bellezza, Onore, e che so io… E non le pare che fosse rosso, ad esempio, il lanternone della Virtù pagana? Di color violetto, color deprimente, quello della Virtù cristiana. Il lume d'una idea comune è alimentato dal sentimento collettivo; se questo sentimento però si scinde, rimane sì in piedi la lanterna del termine astratto, ma la fiamma dell'idea vi crepita dentro e vi guizza e vi singhiozza, come suole avvenire in tutti i periodi che son detti di transizione. Non sono poi rare nella storia certe fiere ventate che spengono d'un tratto tutti quei lanternoni. Che piacere! Nell'improvviso bujo, allora è indescrivibile lo scompiglio delle singole lanternine: chi va di qua, chi di là, chi torna indietro, chi si raggira; nessuna più trova la via: si urtano, s'aggregano per un momento in dieci, in venti; ma non possono mettersi d'accordo, e tornano a sparpagliarsi in gran confusione, in furia angosciosa: come le formiche che non trovino più la bocca del formicajo, otturata per ispasso da un bambino crudele. Mi pare, signor Meis, che noi ci troviamo adesso in uno di questi momenti. Gran bujo e gran confusione! Tutti i lanternoni, spenti. A chi dobbiamo rivolgerci? Indietro, forse? Alle lucernette superstiti, a quelle che i grandi morti lasciarono accese su le loro tombe?”

Luigi Pirandello (1867–1936) drammaturgo, scrittore e poeta italiano premio Nobel per la Letteratura nel 1934

Cap XIII

Henrik Ibsen photo

“Che cos'è la bellezza? Una convenzione, una moneta che ha corso solo in un dato tempo e un dato luogo.”

Henrik Ibsen (1828–1906) scrittore, drammaturgo e poeta norvegese

da Peer Gynt

Miguel de Cervantes photo
Clive Staples Lewis photo
Clive Staples Lewis photo

“Noi non ci accontentiamo di vedere la bellezza, anche se il Cielo sa che gran dono sia questo. Noi vogliamo qualcos'altro, che è difficile descrivere a parole: vogliamo sentirci uniti alla bellezza che vediamo, trapassarla, riceverla dentro di noi, immergerci in essa, diventarne parte. Ecco perché abbiamo popolato l'aria, la terra e l'acqua di dei e dee, ninfe ed elfi che, dato che a noi non è possibile, possano almeno loro, queste proiezioni di noi stessi, godere ritrovando in se stessi quella bellezza, quella grazia, e quel potere di cui la Natura è immagine. Ecco perché i poeti ci narrano tante meravigliose menzogne. Essi parlano come se il Vento dell'Occidente potesse davvero soffiare dentro un'anima umana: ma non è vero. Ci dicono che "la Bellezza nata da un sussurro" passerà in un volto umano: ma non lo farà. Non per ora. E se prendiamo sul serio l'immagine della Scrittura, se crediamo che Dio un giorno ci darà davvero la Stella del Mattino e ci farà indossare lo splendore del sole, allora possiamo credere che gli antichi miti, come la poesia moderna, pur così falsi nel loro significato storico, siano tanto vicini alla verità quanto la profezia. In questo momento noi ci troviamo all'esterno del mondo, dalla parte sbagliata della porta. Possiamo percepire la freschezza e la purezza del mattino, senza però che queste ci possano rendere freschi puri come loro. Non possiamo penetrare lo splendore che vediamo. Ma tutte le foglie del Nuovo Testamento sussurrano frusciando che non sarà sempre così. Un giorno, a Dio piacendo, riusciremo ad entrare. Quando le anime umane saranno diventate così perfette nella loro obbedienza volontaria da uguagliare le creature inanimate nella loro obbedienza senza vita, allora potranno riscoprirsi della medesima gloria della natura, anzi, di quella Gloria ben più grande di cui la natura non è che un primo abbozzo. La Natura è mortale: noi le sopravviveremo. Quando tutti i soli e tutte le nebulose saranno tramontati, ognuno di voi sarà ancora vivo. La Natura non è che un'immagine, un simbolo, ma è il simbolo che la Scrittura mi invita ad usare. Siamo invitati ad entrare attraverso la Natura, oltrepassandola, fino a raggiungere quello splendore che essa è in grado di riflettere solo in parte. E una volta dentro, oltrepassata la Natura, potremo mangiare dell'albero della vita.”

Clive Staples Lewis (1898–1963) scrittore e filologo britannico

Origine: Citato in Gulisano, p. 182.

Johann Wolfgang von Goethe photo

“Molti che ti hanno dato | tanto, non li hai neppure ringraziati.» | Non mi ammalo per questo: | vivono nel mio cuore, i loro doni.”

Johann Wolfgang von Goethe (1749–1832) drammaturgo, poeta, saggista, scrittore, pittore, teologo, filosofo, umanista, scienziato, critico d'arte e…
Friedrich Hölderlin photo
Isabel Allende photo
Albert Camus photo
Albert Camus photo
Anatole France photo
Jacques Maritain photo
Arthur Schopenhauer photo
Douglas MacArthur photo
David Ben-Gurion photo

“Tra di noi non possiamo ignorare la verità … politicamente noi siamo gli aggressori e loro si difendono … Il paese è loro, perché essi lo abitavano, dato che noi siamo voluti venire e stabilirci qui, e dal loro punto di vista li vogliamo cacciare dal loro paese.”

David Ben-Gurion (1886–1973) politico israeliano

da un discorso del 1938
Origine: Citato in Noam Chomsky, Fateful Triangle, pp. 91-92, citando Simha Flapan, Zionism and the Palestinians, pp. 141-142. Tradotto da www.tradizione.biz Cattolicesimo & politica http://www.tradizione.biz/politica/sionismo/citazioni-sioniste.html.

George Sand photo

“[Fryderyk Chopin] Qui, malato da morire, ha scritto una musica da paradiso e ad un solo strumento ha dato la voce dell'infinito.”

George Sand (1804–1876) scrittrice e drammaturga francese

citato in Nino Salvaneschi, Il tormento di Chopin, dall'Oglio Editore, 1943

Alexandre Dumas (padre) photo
Samuel Eto'o photo
Giovanni Bosco photo

“Di don Cerruti, Dio ce n'ha dato uno solo, purtroppo.”

Giovanni Bosco (1815–1888) presbitero e pedagogo italiano

Origine: Citato nel sito ufficiale dei Salesiani di Don Bosco http://www.sdb.org/index.php?ids=24&sott=66&doc=Documenti/2009/_1_24_66_1_32_.htm&ty=3.

Alessandro Bergonzoni photo

“Ringrazio il signore per quello che mi ha dato, ma devo ringraziare anche la signora che lo ha convinto.”

Alessandro Bergonzoni (1958) comico e scrittore italiano

È già mercoledì e io no

Phil Jackson photo

“[Dopo che aveva insultato un arbitro durante una partita dei Lakers] Jack meriterebbe un Oscar da me per questa interpretazione. Ci ha dato un po' di carica extra.”

Phil Jackson (1945) cestista e allenatore di pallacanestro statunitense

Origine: Citato in Riccardo Romani, Jack Nicholson ultrà ferma il basket Usa https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/2003/maggio/11/Jack_Nicholson_ultra_ferma_basket_co_0_030511053.shtml, Corriere della Sera, 11 febbraio 2003.

Erasmo da Rotterdam photo
Lev Nikolajevič Tolstoj photo

“[…] quando sappiamo che un uomo si prepara a morire siamo buoni con lui, lo amiamo. E allora come possiamo non amare tutti, dato che sappiamo che ognuno si prepara?”

Lev Nikolajevič Tolstoj (1828–1910) scrittore, drammaturgo, filosofo, pedagogista, esegeta ed attivista sociale russo

12 luglio 1895, p. 408

Gilbert Keith Chesterton photo

“[San Francesco] vide ogni cosa con senso drammatico, staccata dalla sua posizione, non immobile come in un quadro ma in azione come un dramma. Un uccello poteva sfiorarlo come una freccia, […] un cespuglio poteva fermarlo come un brigante; ed egli era pronto a dare il benvenuto a entrambi. In una parola, noi parliamo di un uomo che non confondeva il bosco con gli alberi, e non voleva farlo. Voleva piuttosto considerare ogni albero come un'entità separata e quasi sacra, come una creatura di Dio […] Non voleva ergersi di fronte a uno scenario usato come mero sfondo, e recante la banale iscrizione: "Scena: un bosco". In tal senso vorremmo intendere che era troppo drammatico per il dramma stesso. Lo scenario avrebbe preso vita nelle sue commedie […] Ogni cosa sarebbe stata in primo piano, e quindi alla ribalta; ogni cosa avrebbe avuto un proprio carattere. Questa è la qualità per cui, come poeta, egli fu perfettamente l'opposto d'un panteista. Non chiamò la natura sua Madre, ma chiamò Fratello un certo somaro e Sorella una certa passerotta. […] È qui che il suo misticismo è così simile al senso comune di un fanciullo. Un bambino non ha difficoltà a comprendere che Dio creò cane e gatto; sebbene sia consapevole che la formazione del gatto e del cane dal nulla è un processo misterioso al di là della sua immaginazione. Ma nessun bambino capirebbe il senso dell'unione del cane e del gatto e di ogni altra cosa in un unico mostro con una miriade di gambe chiamata natura. Egli senza dubbio si rifiuterebbe di attribuire capo o coda a un simile animale. […] Gli uccelli e gli animali francescani assomigliano davvero a uccelli e animali araldici, non perché fossero favolosi, ma nel senso che erano considerati come realtà, chiare e positive, scevre dalle illusioni dell'atmosfera e della prospettiva. In tal senso egli vide un uccello color sabbia in campo azzurro e una pecora d'argento in campo verde. Ma l'araldica dell'umiltà era più ricca dell'araldica dell'orgoglio, perché giudicava tutte le cose che Dio aveva creato come qualcosa di più prezioso e di più unico die blasoni che i principi e i nobili avevano dato soltanto a se stessi.”

Gilbert Keith Chesterton (1874–1936) scrittore, giornalista e aforista inglese

cap. VI, p. 66
Francesco d'Assisi

“Non si possono isolare i fenomeni. Non si può dunque fare della fisica «astratta», come quella di Galileo. L'astrazione che trascura le complicazioni del caso concreto, reale, è completamente legittima nel mondo di Galileo: un mondo archimedeo. Essa gli permette di dedurre il caso semplice, il caso ideale, partendo dal quale è in condizione di spiegare il caso concreto e complesso. Ma Descartes non può fare che una fisica concreta. L'astrazione galileiana non lo condurrebbe al caso semplice: essa lo condurrebbe piuttosto al caso impensabile. Per fare qualcosa di analogo a ciò che fa Galileo, avrebbe dovuto prendere in esame non il caso semplice, ma il caso generale. E ciò, lo studio del movimento di un corpo all'interno di un liquido perfetto, è di gran lunga superiore ai suoi mezzi matematici. Descartes lo conferma affermando che oltrepassa le possibilità della conoscenza umana. Lo studio sperimentale è ugualmente impossibile. Come misurare, infatti, il dato principale del problema, la velocità del movimento della materia sottile?
In tal modo, cosa infinitamente curiosa, Descartes, che non era riuscito a dedurre l'esatta legge della caduta perché non aveva capito la nuova concezione del movimento che gli proponeva Beeckman, e che non aveva saputo far coincidere lo studio fisico (causale) del fenomeno della caduta con la sua analisi matematica, rinuncia proprio nel momento in cui, avendo chiarito appieno l'idea del movimento, arriva a formulare il principio fondamentale della scienza moderna, il principio d'inerzia! Il fatto è che, anche in questo caso, egli non ha saputo mantenersi nei giusti limiti: identificando l'estensione e la materia, ha sostituito alla fisica la geometria. Ancora una volta dunque, geometrizzazione a oltranza. Soppressione del tempo. È la ragione per cui la fisica delle idee evidenti, la fisica che costituí una rivincita di Platone, si conclude con una sconfitta. Una sconfitta analoga a quella di Platone.”

Alexandre Koyré (1892–1964) storico della scienza e filosofo francese

cap. II, 2, pp. 135 sg.
Studi galileiani

Gautama Buddha photo
Al Gore photo

“[Famosa gaffe] Durante la mia permanenza al Congresso, ho preso l'iniziativa ed ho dato il via alla creazione di Internet.”

Al Gore (1948) politico statunitense

Origine: Citato in Alessia Manfredi, Polemiche e battute, Internet entra in campagna elettorale http://www.repubblica.it/online/internet/polemica/polemica/polemica.html, Repubblica.it, 23 marzo 1999.

John Waters photo
Carl Menger photo
Alessandro Baricco photo

“E allora si chiede: devo starlo a sentire questo desiderio o devo togliermelo dalla testa?
– Già.
– Già. Uno ci pensa e alla fine decide. Per cento volte se lo toglie dalla testa, poi arriva il giorno che se lo tiene e decide di farla quella cosa di cui ha tanta voglia: e la fa: ed eccola lì la schifezza.
– Però non dovrebbe farla, vero, la schifezza?
– No. Ma sta' attento: dato che non siamo calzini ma persone, non siamo qui con il fine principale di essere puliti. I desideri sono la cosa più importante che abbiamo e non si può prenderli in giro più di tanto. Così, alle volte, vale la pena di non dormire per star dietro ad un proprio desiderio. Si fa la schifezza e poi si paga. È solo questo davvero importante: che quando arriva il momento di pagare uno non pensi a scappare e stia lì, dignitosamente, a pagare. Solo questo è importante.”

Variante: [... ]
-Il complicato arriva quando uno si accorge che ha un desiderio di cui si vergogna: ha una voglia pazzesca di qualcosa che non può fare, o è orrendo, o fa del male a qualcuno. Okay?
-Okay.
-E allora si chiede: devo starlo a sentire questo desiderio o devo togliermelo dalla testa?
-Già.
-Già. Uno ci pensa e alla fine decide. Per cento volte se lo toglie dalla testa, poi arriva il giorno che se lo tiene e decide di farla quella cosa di cui ha tanta voglia: e la fa: ed eccola lì la schifezza.
-Però non dovrebbe farla, vero, la schifezza?
-No. Ma sta' attento: dato che noi non siamo calzini ma persone, non siamo qui con il fine principale di essere puliti. I desideri sono la cosa più importante che abbiamo e non si può prenderli in giro più di tanto. Così, alle volte, vale la pena di non dormire pur di star dietro a un proprio desiderio. Si fa la schifezza e poi la si paga. E solo queso è davvero importante: che quando arriva il momento di pagare uno non pensi di scappare e stia lì, dignitosamente, a pagare. Solo questo è importante.
Origine: Castelli di rabbia, p. 52

Howard Hawks photo
Papa Pio XII photo

“La natura ha dato, è vero, il desiderio istintivo del godimento e lo approva nelle legittime nozze, ma non come fine a se stesso, bensì insomma per il servizio della vita.”

Papa Pio XII (1876–1958) 260° vescovo di Roma e papa della Chiesa cattolica

da Discorso al Congresso Unione Cattolica Italiana Ostretiche del 1951

Jacques Villeneuve photo
Papa Benedetto XVI photo
Papa Benedetto XVI photo

“La fede è un dono che ci è dato perché sia condiviso; è un talento ricevuto perché porti frutto; è una luce che non deve rimanere nascosta, ma illuminare tutta la casa. E' il dono più importante che ci è stato fatto nella nostra esistenza e che non possiamo tenere per noi stessi.”

Papa Benedetto XVI (1927) 265° vescovo di Roma e papa della Chiesa cattolica

Messaggio per la Giornata Missionaria Mondiale 2012 http://www.vatican.va/holy_father/benedict_xvi/messages/missions/documents/hf_ben-xvi_mes_20120106_world-mission-day-2012_it.html
Messaggi

Conte di Lautréamont photo
Robert Goddard photo

“È difficile da dire che cosa è impossibile, dato che il sogno di ieri è la speranza di oggi e la realtà di domani.”

Robert Goddard (1882–1945) scienziato statunitense

dal suo discorso del diploma nel giugno del 1904

David Gilmour photo
Julius Evola photo
Isabelle Adjani photo
Vittorio Arrigoni photo
Jennifer Capriati photo
Francesco Dall'Ongaro photo
Gian Piero Reverberi photo

“[Su Fabrizio De André] Le cose migliori le ho fatte con Fabrizio. È lui che mi ha dato la possibilità di scrivere anche qualcosa, mentre per gli altri ero un semplice arrangiatore.”

Gian Piero Reverberi (1939) compositore, arrangiatore e direttore d'orchestra italiano

Origine: Dall'intervista di Riccardo Bertoncelli, in Belin, sei sicuro? Storia e canzoni di Fabrizio De André, Giunti, 2003.

Michela Marzano photo
Claude de la Colombière photo

“Sarebbe una consolazione molto grande [per Dio], dato il piccolo numero di cattolici, se si comportassero bene.”

Claude de la Colombière (1641–1682) gesuita e scrittore francese

Il libro dell'interiorità.

Giacomo Gaglione photo

“Sul letto della sofferenza incominciai a conoscere una gioia che nessuna festa mi aveva dato.”

Giacomo Gaglione (1896–1962) religioso italiano

Origine: La sofferenza vinta dall'amore, p. 79

Helmut Kohl photo
Michail Alekseevič Kuzmin photo
Antifonte photo
Franco Battiato photo

“Viva la Gioventù, che fortunatamente passa, | senza troppi problemi. | Vivere è un dono che ci ha dato il Cielo.”

Franco Battiato (1945) musicista, cantautore e regista italiano

da Quand'ero giovane, n. 3
Apriti Sesamo

Franco Califano photo
Mario Borghezio photo
Giovanni Lindo Ferretti photo
Thiago Silva photo
Tommaso d'Aquino photo
Nick Mason photo
Jean-Luc Godard photo
Paul-Henri Mathieu photo
Jude Law photo
Fred Uhlman photo
Emil Cioran photo

“Eddie Guerrero è il mio migliore amico e sono sicuro che c'è tanta gente che lo conosceva che sarebbe capace di dire così sul suo conto. Era una tale… Tale bella persona, una persona di cuore. Non riesco a trovare, ehm… Le giuste… Non riesco a trovare le giuste parole per descrivere che tipo di uomo Eddie era veramente. Ehm… Ho frequentato Eddie per circa 15 anni e speso buona parte di essi sempre in viaggio. Abbiamo riso assieme, pianto assieme… Lo sapete, ci siamo affrontati l'un con l'altro, siamo stati su e giù per ogni montagna, per ogni autostrada. Uhm… E l'ha sempre preso come un esempio; sapete, era l'unico amico che abbia avuto con cui abbia continuato ad aprire il mio cuore; se stavo attraversando dei momenti difficili per via dei motivi o problemi personali, era l'unico ragazzo con cui potevo parlare e sapere che avrebbe capito che lui voleva distrarmi da questo… Sapete, perché con tutta l'esperienza che aveva… Io credo ad esempio che Eddie prendeva sempre esempio attraverso la sua vita attraverso gli ostacoli a cui è andato in contro, ed è diventato una persona migliore e spesso ha utilizzato questo come esempio. Non ci eravamo mai lasciati senza dire l'un l'altro che ci volevamo bene. Ora riesco a dire veramente che io amo… Io amo Eddie Guerrero. Lui è un uomo del quale posso dire di voler bene a lui e alla sua famiglia. E… Il mio cuore, i miei pensieri e le mie preghiere vanno a sua moglie Vickie, Shul, Sherilyn & Caily. Non riesco ad immaginare il dispiacere da cui loro sono pervasi ora e le emozioni che stanno provando, ma volevo far sapere che le mie preghiere e i miei pensieri sono con loro e… Eddie, so… So che sei in un posto migliore e so che tu ora mi stai guardando dall'alto [Inizia a piangere] E so che ti voglio bene e che mi manchi. Eddie, Tu hai fatto… Tu hai fatto una tale grande impressione nella mia vita e voglio ringraziarti per tutto ciò che mi hai dato. E voglio ringraziarti dal cuore e dirti che ti voglio bene e che non ti dimenticherò mai e che ci rivedremo ancora. Ti voglio bene Eddie.”

dall'Eddie Guerrero Tribute di Monday Night RAW, 14 novembre 2005