Frasi su fine
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“Velázquez, che deve molto ai maestri veneziani, alla fine paga il suo debito. Abbandonate le tonalità cupe della primitiva tavolozza, diviene uno dei maggiori coloristi del tempo suo. I suoi limiti erano piuttosto angusti, ma la conoscenza dei valori crebbe con gli anni, e nell'impiego dei bianchi e dei grigi-argento non ebbe rivali. Dove i veneziani avrebbero creato un contrasto stridente con rosso e rosa, con rosa e porpora, Velázquez, con non so quale misteriosa alchimia, li combinava insieme senza dissonanze, creando nuove armonie di colori. Dai veneziani apprese a rompere i rigidi contorni delle figure e a modellarne le forme con la luce, a correre sulla trama della tela con un pennelleggiare rapido, ponendo l'accento là dove era più necessario. Dal realismo degli "interni" all'impressionismo degli ultimi lavori, fu lungo e faticoso il cammino, il costante ostinato progresso di un artigiano, destinato a padroneggiare il proprio mestiere piuttosto che il successo senza fatica di un virtuoso.”

Elizabeth Du Gue Trapier (1893–1974) critica e storica dell'arte statunitense

da Velázquez, 1948
Origine: Citato in Velázquez, I Classici dell'arte, a cura di Elena Ragusa, pagg. 183 - 188, Milano, Rizzoli/Skira, 2003. IT\ICCU\TO0\1279609 http://opac.sbn.it/opacsbn/opaclib?select_db=solr_iccu&searchForm=opac%2Ficcu%2Favanzata.jsp&do_cmd=search_show_cmd&db=solr_iccu&Invia=Avvia+la+ricerca&saveparams=false&resultForward=opac%2Ficcu%2Ffull.jsp&nentries=1&rpnlabel=+Identificativo+SBN+%3D+IT%5CICCU%5CTO0%5C1279609+%28parole+in+AND%29+&rpnquery=%2540attrset%2Bbib-1%2B%2B%2540attr%2B1%253D1032%2B%2540attr%2B4%253D6%2B%2522IT%255C%255CICCU%255C%255CTO0%255C%255C1279609%2522&&fname=none&from=1

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“Alla fine della guerra, la situazione era tale che non ci sarebbe stato difficile prendere il potere ed iniziare la costruzione di una società socialista. La gran parte del popolo ci avrebbe seguito.”

Palmiro Togliatti (1893–1964) politico e antifascista italiano

Origine: Citato in Pino Casamassima, Il libro nero delle Brigate Rosse, Newton Compton, 2012, p. 28.

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“[…] voler essere moderati a tutti i costi, alla fine si diventa modesti.”

Daniela Santanchè (1961) politica e imprenditrice italiana

da Annozero, 12 maggio 2011

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“Io ho avuto la grazia di crescere in una famiglia in cui la fede si viveva in modo semplice e concreto; ma è stata soprattutto mia nonna, la mamma di mio padre, che ha segnato il mio cammino di fede. Era una donna che ci spiegava, ci parlava di Gesù, ci insegnava il Catechismo. Ricordo sempre che il Venerdì Santo ci portava, la sera, alla processione delle candele, e alla fine di questa processione arrivava il "Cristo giacente", e la nonna ci faceva – a noi bambini – inginocchiare e ci diceva: "Guardate, è morto, ma domani risuscita". Ho ricevuto il primo annuncio cristiano proprio da questa donna, da mia nonna! È bellissimo, questo! Il primo annuncio in casa, con la famiglia! E questo mi fa pensare all'amore di tante mamme e di tante nonne nella trasmissione della fede. Sono loro che trasmettono la fede. Questo avveniva anche nei primi tempi, perché san Paolo diceva a Timoteo: "Io ricordo la fede della tua mamma e della tua nonna". Tutte le mamme che sono qui, tutte le nonne, pensate a questo! Trasmettere la fede. Perché Dio ci mette accanto delle persone che aiutano il nostro cammino di fede. Noi non troviamo la fede nell'astratto; no! È sempre una persona che predica, che ci dice chi è Gesù, che ci trasmette la fede, ci dà il primo annuncio. E così è stata la prima esperienza di fede che ho avuto.”

Papa Francesco (1936) 266° vescovo di Roma e papa della Chiesa cattolica

Citazioni tratte da discorsi, Veglia di Pentecoste http://www.news.va/it/news/testo-integrale-con-le-risposte-di-papa-francesco, Radio Vaticana, 19 maggio 2013

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“Da 15 anni è irrevocabilmente accertato che l'assassinio di Calabresi fu organizzato nel servizio d'ordine di Lotta continua, ordinato da Giorgio Pietrostefani con l'assenso del leader Adriano Sofri e materialmente eseguito da Ovidio Bompressi, con la complicità di Leonardo Marino, che rubò e guidò l'auto durante l'agguato, e di altri fiancheggiatori miracolati dalla mancanza di prove certe. […] Eppure, nella fiction, queste quattro figure diventano invisibili. Non pervenute, se non nei titoli di coda che danno conto delle quattro condanne. Uno degli aspetti più positivi del film-tv di Graziano Diana è quello di mostrare la campagna d'odio che si scatenò contro Calabresi dopo la tragica fine alla questura di Milano dell'anarchico Pinelli, ingiustamente sospettato di aver avuto un ruolo nella strage di Piazza Fontana: prime pagine di Lotta continua e altri giornali, appelli di intellettuali, manifestazioni con slogan assassini. […] Ma il peccato originale della fiction è che mancano i volti e le imprese dei colpevoli. Non c'è la riunione in cui si decise l'omicidio, non c'è l'ordine di uccidere, non c'è il viaggio di Marino a Pisa dove Sofri gli confermò il mandato, non c'è il processo costellato dalle bugie degli imputati e ancor più dei falsi testimoni ingaggiati dalla nota lobby. Nulla di nulla: nel 2013, alla Rai, è ancora proibito. […] Eppure questo banalissimo rilievo nessuno degli ipercritici della libera stampa ha osato muoverlo. Strano, eh? Chissà come mai.”

Marco Travaglio (1964) giornalista, saggista e scrittore italiano

da Il suicidio Calabresi, 11 gennaio 2014
Il Fatto Quotidiano

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“La verità è che non ho nessun tipo di legame con Rei. Nel bel mezzo della produzione di Eva, mi resi improvvisamente conto di essermi completamente dimenticato di lei, di essermi dimenticato della sua stessa esistenza. Per esempio, nel settimo episodio, me ne sono ricordato e ho aggiunto una scena con Rei. […] Penso che fosse giusto, perché nell'episodio 8 lei non appare, vero? Nemmeno in una singola scena. […] Alla fine [dell'episodio 6] Rei dice: "Non so come dovrei sentirmi", Shinji risponde: "Penso che dovresti sorridere" e Rei sorride… In seguito, quando ci ho ripensato, ho imprecato. In breve, se lei e Shinji stavano completamente comunicando [i propri sentimenti] in quel momento, allora per lei non era finita? […] Quando sorrise, come personaggio era già finito.”

Hideaki Anno (1960) regista e animatore giapponese

Origine: «「実は僕、レイって、全然思い入れないんですよ」 「『エヴァ』を作ってる最中でも、ハッと気がついたら、僕、忘れてましたからね。 彼女の存在すら。七話なんて、思い出してレイのシーンを1カット足したぐらいです。全然思い入れがなかったですね。 そこが良かったんだと思います。 八話なんか、出て来ないですかね。一カットも出て来ない」 「最後でレイの「どうしたらいいかわからないの」っていう台詞に、シンジが「笑えばいいと思うよ」って言った時に、 レイが笑顔を見せると。(略)後になって考えたら「しまった!」と。 つまり、そこでシンジとコミュニケーション取っちゃったら、終わりじゃないかと。 その瞬間に僕の中で、レイって終わっちゃったんですよ、一度」 「笑ったところで、もうおしまいじゃん、このキャラクターって」». Citato in Takekuma Kentaro (a cura di), Anno Hideaki Parano Evangerion (庵野秀明パラノ・エヴァンゲリオン), Ōta Shuppan, marzo 1997, pp. 95-96. ISBN 4872333160

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“Chiamo principio della morte tutto il corso della vita cominciando al nostro nascimento, dal quale cominciamo a morire, e per momenti di tempo andiamo ogni giorno al nostro fine.”

Stefano Guazzo (1530–1593) scrittore italiano

Origine: Citato in Harbottle, p. 275
Origine: Dialoghi Piacevoli, Della Morte, p. 529

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“Sarà quel che sarà questa vita è solo un'autostrada che mi porterà alla fine di questa giornata.”

Antonello Venditti (1949) cantautore italiano

da Ricordati di me, n. 1
In questo mondo di ladri

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“[Su Solo due ore] Ho cercato di proporre un approccio realistico al personaggio di un poliziotto che ha commesso molti errori e ha finalmente l'occasione di riscattarsi, Jack Mosley è un uomo che sembra arrivato alla fine del suo percorso esistenziale, ma improvvisamente decide di fare la cosa giusta.”

Bruce Willis (1955) attore statunitense

Origine: Citato in Antonio Monda, Bruce Willis: Odio la violenza ma sono dalla parte della polizia http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2006/02/28/bruce-willis-odio-la-violenza-ma-sono.html, repubblica.it, 28 febbraio 2006.

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“Negli anni della maturità pochi uomini sanno, in fondo, come son giunti a se stessi, ai propri piaceri, alla propria concezione del mondo, alla propria moglie, al proprio carattere e mestiere e loro conseguenze, ma sentono di non poter più cambiare di molto. Si potrebbe sostenere persino, che sono stati ingannati; infatti è impossibile scoprire una ragione sufficiente per cui tutto sia andato proprio così come è andato; avrebbe anche potuto andare diversamente; essi hanno influito pochissimo sugli avvenimenti, che per lo più sono dipesi da circostanze svariate, dall'umore, dalla vita, dalla morte di tutt'altri individui; e solo in quel dato momento si sono abbattuti su di loro. Quand'erano giovani la vita si stendeva loro dinanzi come un mattino senza fine, colmo di possibilità e di nulla, e già al meriggio ecco giungere all'improvviso qualcosa che pretende di essere ormai la loro vita; e tutto ciò è così sorprendente come vedersi davanti tutt'a un tratto una persona con la quale siamo stati vent'anni in corrispondenza, senza conoscerla, e ce la siamo immaginata completamente diversa. Ancora più strano, però, che quasi nessuno, se ne accorga; adottano la persona che è venuta a loro, la cui vita si è incorporata alla loro vita, giudicano le sue vicende ed esperienze ormai come le espressioni delle loro qualità, e il suo destino diventa merito o disgrazia loro. […] E non hanno più che un ricordo confuso della giovinezza, quando c'era in loro qualcosa come una forza opposta.”

cap. 34, pp. 144-145
L'uomo senza qualità

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“Tutti parlano di crisi, è un po' paradossale perché di crisi ne ho sentito sempre parlare dal '68 quando c'era una crisi culturale, poi nel 1972 si parla, con il primo rapporto di Roma, di una crisi ecologica, poi con la controrivoluzione neoliberista di Margaret Thatcher e Reagan c'è la crisi sociale e ora la crisi finanziaria e la crisi economica dopo il crollo di Lehmann Brothers. Finalmente tutte queste crisi si mescolano e siamo di fronte a una crisi di civiltà, una crisi antropologica. A questo punto il sistema non è più riformabile, dobbiamo uscire da questo paradigma e qual è questo paradigma? È il paradigma di una società di crescita. La nostra società è stata poco a poco fagocitata dall'economia fondata sulla crescita, non la crescita per soddisfare i bisogni che sarebbe una cosa bella, ma la crescita per la crescita e questo naturalmente porta alla distruzione del pianeta perché una crescita infinita è incompatibile con un pianeta finito. Si deve una vera riflessione quando si parla di crisi antropologica, si deve prendere questo sul serio perché abbiamo bisogno di una decolonizzazione dell'immaginario. Il nostro immaginario è stato colonizzato dall'economia, tutto è diventato economico. Questa è una cosa specifica all'occidente e abbastanza recente anche nella nostra storia. Siamo nel XVII secolo quando c'è questa grande svolta etica segnata dalla teoria di Bernard Mandeville. Prima si diceva che l'altruismo era una bella cosa e poi si dice: "no, dobbiamo essere egoisti, cercare di fare il più profitto possibile, l'avidità è una bella cosa."”

Serge Latouche (1940) economista e filosofo francese

Sì, per distruggere più velocemente il nostro "oikos", la nostra casa e a questo effettivamente siamo arrivati. Lo vediamo con il cambiamento climatico, con la perdita di biodiversità, con l'inquinamento dell'aria, dell'acqua, dei suoli. Siamo arrivati a un punto che non si può più continuare su questa strada. O cambiamo strada o sarà la fine dell'umanità.
Origine: Visibile in Passaparola: Una rivoluzione culturale per salvare l'umanità, di Serge Latouche http://www.beppegrillo.it/la_cosa/2015/10/19/passaparola-una-rivoluzione-culturale-per-salvare-lumanita-di-serge-latouche/, BeppeGrillo.it

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“Cosa diranno non importa, non conta più, perché alla fine ciò che resta sei solo tu.”

Nesli (1980) rapper, beatmaker e cantautore italiano

da Davanti agli occhi,n. 11

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“L’amore è o animale, o razionale. L’amore animale ha tutti i fenomeni d’una febbretta, quando è nel suo aumento: frequenza ed espansione di polsi, palpitazioni di cuori più sensibili, inquietudine di tutta la macchina, deliri, sogni, guance rubiconde, ecc. E quando quest’amore tira a lungo senza conseguire il desiderato fine, genera i segni d’una febbre continuata per lungo tempo: inappetenza, lassezza, pallore, emaciamento, lentezza e bassezza di polsi, debolezza e vacillamento di testa, e delle volte una morte etica. Dunque l’amore ha la sua sede e cagion fisica nel diaframma, nel cuore e nel sangue. I primi moti di quest’amore sono dolcemente piacevoli per quelle momentanee e continuate pressioncine nascenti e cadenti in tempi cortissimi ed eguali, per la forza dell’immagine dell’oggetto amato. Ma continuando poi, le percosse divengono più forti e lunghe; ond’è che essendo le cadute momentanee, comincia a prevalere la premitura dolorosa, e con ciò la tristezza e la malinconia. Così anche un vento mediocre, se continua, prima increspa il mare, poi fa che ondeggi, e ultimamente tempesti. In fatti l’amore quando tira a lungo, se vi si mischia la disperazione di conseguire il bene che si ama, diventa, come nelle febbri acute, frenesia: e dove venga ad unirsi la gelosia, furore.”

Antonio Genovesi (1713–1769) scrittore, filosofo e economista italiano

da Logica e metafisica

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“La nostra morte non è una fine se possiamo vivere nei nostri figli e nella giovane generazione. Perché essi sono noi: i nostri corpi non sono che le foglie appassite sull'albero della vita.”

Albert Einstein (1879–1955) scienziato tedesco

Origine: Da una lettera alla vedova di Heike Kamerlingh Onnes, 25 febbraio 1926; Archivio Einstein 14-389.
Origine: Pensieri di un uomo curioso, p. 87

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“La droga, qualcuno ne fa molto bisogno e a un certo punto vuole anche… ma, io direi anche, quando ne prende poca, dopo alla fine va… va su… massimo, quindi se pò rovinare la persona che ne prende poca: non lo darei efficiente dare la droga leggera per chi ha bisogno.”

Eraldo Isidori (1940–2018) politico italiano

dall'intervista a Le Iene; visibile su Video.mediaset.it http://www.video.mediaset.it/video/iene/puntata/376466/nobile-il-meglio-di-isidori.html

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“Lo Ius primae noctis è una straordinaria fantasia che il medioevo ha creato, che è nata alla fine del medioevo, ed a cui hanno creduto così tanto, che c'era quasi il rischio che qualcuno volesse metterlo in pratica davvero, anche se non risulta che sia mai successo davvero. In realtà è una fantasia: non è mai esistito.”

Alessandro Barbero (1959) storico e scrittore italiano

Origine: Da Medioevo da non credere. Lo ius primae noctis http://www.festivaldellamente.it/it/2291-Medioevodanoncredere-Loiusprimaenoctis/, Festival della Mente.it, Sarzana, 31 agosto 2013.

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“Al peggio non c'è mai fine.”

Silvana De Mari (1953) scrittrice italiana

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Gli ultimi Incantesimi

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“Continuo a pensare a un fiume da qualche parte là fuori, con l'acqua che scorre velocissima. E quelle due persone nell'acqua, che cercano di tenersi strette, più che possono, ma alla fine devono desistere. La corrente è troppo forte. Devono mollare, separarsi. È la stessa cosa per noi. È un peccato, Kath, perché ci siamo amati per tutta la vita… Ma alla fine non possiamo rimanere insieme per sempre.”

Never Let Me Go
Non lasciarmi
Variante: Fece una risata e mi circondò con un braccio, mentre rimanevamo seduti l'uno accanto all'altra.
Poi aggiunse: "Continuo a pensare a un fiume da qualche parte là fuori, con l'acqua che scorre velocissima. E quelle due persone nell'acqua, che cercano di tenersi strette, più che possono, ma alla fine devono desistere. La corrente è troppo forte. Devono mollare, separarsi. È la stessa cosa per noi. È un peccato, Kath, perché ci siamo amati per tutta la vita. Ma alla fine non possiamo rimanere insieme per sempre.

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“Per troppo tempo ti sei nascosto da me.»
Rand si girò di scatto, ansimando. L'attimo prima era da solo, ma ora, fermo davanti alla porta-finestra, c'era Ba'alzamon. Quando parlò, caverne di fiamma presero il posto degli occhi e della bocca.
«Per troppo tempo, ma ormai non più.»
«Nego che tu abbia potere su di me» disse Rand, rauco. «Nego la tua esistenza.»
Ba'alzamon si mise a ridere. «Credi che sia così facile? Ma a dire il vero l'hai sempre creduto. Ogni volta che ci siamo confrontati, hai creduto di potermi sfidare.»
«Cosa vuol dire, ogni volta? Ti nego!»
«Lo dici sempre. All'inizio. Questo scontro fra noi si è già verificato innumerevoli volte. Ogni volta hai un viso diverso e un altro nome, ma sei sempre tu.»
«Ti nego!» Fu un bisbiglio di disperazione.
«Ogni volta scagli contro di me la tua misera forza e ogni volta, alla fine, capisci chi è il padrone. Epoca dopo Epoca, t'inginocchi davanti a me, o muori col rimpianto di non avere ancora la forza d'inginocchiarti. Povero sciocco, non puoi mai vincere, contro di me.»
«Bugiardo! Padre delle Menzogne. Padre degli Sciocchi, se non sai fare di meglio. Gli uomini ti trovarono, nell'ultima Epoca, l'Epoca Leggendaria, e ti legarono nel luogo cui appartieni.»
Ba'alzamon rise di nuovo, di scherno; Rand avrebbe voluto tapparsi le orecchie per non udirlo, ma si costrinse a non muovere le mani. Però gli tremavano, quando infine la risata terminò.
«Verme, tu non sai niente. Ignorante come uno scarafaggio sotto una pietra, schiacciato con altrettanta facilità. Questa lotta prosegue dal momento della creazione. Gli uomini pensano sempre che sia una guerra nuova, ma è sempre la stessa, riscoperta. Solo ora il mutamento soffia nel vento del tempo. Stavolta non ci sarà ritorno. Quelle orgogliose Aes Sedai che pensano di potersi opporre a me… le vestirò di catene e le manderò a correre nude per ubbidire al mio volere, o riempirò delle loro anime il Pozzo del Destino, dove urleranno per l'eternità. Tutte, tranne coloro che già mi servono. Loro staranno solo un gradino al di sotto di me. Puoi scegliere di stare con loro, mentre il mondo striscia ai tuoi piedi. Per l'ultima volta, ti offro la possibilità. Sarai al di sopra di loro, al di sopra d'ogni potere e d'ogni dominazione, a parte me. Ci sono state delle volte in cui hai fatto questa scelta e sei vissuto abbastanza a lungo da conoscere il tuo potere.»
Negalo! Rand si afferrò a quel che poteva negare. «Non ci sono Aes Sedai al tuo servizio. Un'altra menzogna!»
«Così t'hanno detto? Duemila anni fa, con i miei Trolloc, girai il mondo e persino fra le Aes Sedai trovai anime che conoscevano la disperazione, che sapevano che il mondo non poteva opporsi a Shai'tan. Per duemila anni l'Ajah Nera è vissuta fra le altre, invisibile, nell'ombra. Forse comprende perfino coloro che sostengono d'aiutarti.”

Robert Jordan (1948–2007) scrittore statunitense

Rand al'Thor e Ba'alzamon, capitolo 43
La ruota del tempo. L'occhio del mondo

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“In futuro l'uomo della strada si riferirà alla nostra epoca chiamandola il periodo della prima guerra mondiale, ma l'uomo istruito assocerà il primo quarto del secolo con il Suo nome, così come oggi alcuni considerano la fine del Seicento l'epoca delle guerre di Luigi XIV altri l'epoca di Newton.”

Fritz Haber (1868–1934) chimico tedesco

Origine: Da una lettera ad Albert Einstein in occasione del suo cinquantesimo compleanno, marzo 1929; citato in Albert Einstein, Il lato umano: spunti per un ritratto (tit. or.: The Human Side), a cura di Helen Dukas e Banesh Hoffmann, traduzione di Annamaria Gilberti, Einaudi, Torino, 1980, p. 97.

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“[Parlando di Maria Elena Boschi] Dal 2011 fino al commissariamento dell'11 febbraio 2015, a causa di un buco di tre miliardi (sei volte il patrimonio netto) il padre, Pierluigi Boschi, era nel consiglio d'amministrazione di Banca Etruria diventando presidente non appena la figlia diventava Ministro. Non solo, il ministro era azionista e suo fratello era un dipendente della banca.Banca Etruria venne commissariata, ma le obbligazioni subordinate vennero ancora vendute a ignari e incolpevoli risparmiatori. Banca d'Italia, constatando, poi, le forti criticità crescenti e una situazione disastrosa, infliggeva multe per due milioni e mezzo di euro al consiglio d'amministrazione e, di questi, 144.000 anche a Pierluigi Boschi, per carente organizzazione nei controlli interni, carente gestione e controllo del credito, violazioni in materia di trasparenza, omesse e inesatte segnalazioni.
Banca Etruria era una banca morta molto prima del commissariamento, eppure si continuava a spendere fino a 15 milioni di euro l'anno in consulenze esterne.
Da fine ottobre 2014 a gennaio 2015 scoppia la crisi della Banca, ma molti, di colpo, si mettono a comprare azioni, convinti che da marzo quelle azioni varranno molto di più. Come mai? Di lì a poco il Governo Renzi, tramite decreto, trasformava le banche popolari con almeno 8 miliardi di attivo in società per azioni e a guadagnarci di più è proprio Banca Etruria, che registra in borsa la miglior performance dell'anno: più 62 per cento in poco tempo.
La ministra Boschi, durante il Consiglio dei ministri che varava rapidamente il decreto, non c'era, era assente, ma qui la sua presenza si sente eccome, perché il Governo è una squadra e ognuno ha il suo compito.”

Giovanni Endrizzi (1962) politico italiano
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“Non so che fine farà il federalismo fiscale, se entrerà davvero in vigore, se gli altri decreti attuativi verranno davvero presentati entro due settimane come annunciato dal Ministro Calderoli o se, invece, ci sarà un ritorno al realismo. Di sicuro, questo federalismo, almeno per quanto riguarda l'agricoltura, è un modello già fallimentare.”

Giuseppe Ruvolo (1951) politico italiano

citato in Federalismo fiscale: Ruvolo (Udc), per agricoltura è già modello fallimentare http://www.giusepperuvolo.it/index.php?option=com_content&task=view&id=264, Sito ufficiale Giuseppe Ruvolo, 19 giugno 2010

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“Tutte le cose che Dio ha create hanno l'amore per causa e per fine insieme.”

Alphonse Karr (1808–1890) giornalista e scrittore francese

Origine: Aforismi sulle donne, sull'uomo e sull'amore, p. 64

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“Due anni fa votai per l'Italia dei Valori, soprattutto perché nel mio Piemonte candidava Franca Rame, persona straordinaria che sono felice di aver contribuito a mandare al Senato. Credo proprio che anche stavolta tornerò a votare per il partito di Antonio Di Pietro, che tra le altre cose non candida né condannati né inquisiti. […] Per essere chiari: voterei molto più volentieri per un Einaudi o un De Gasperi redivivi. Ma, in attesa che rinasca qualcuno di simile e riesca a entrare in politica, penso che l'astensione – da cui sono stato a lungo tentato – finisca col fare il gioco della casta, anzi della cosca. Il non voto, anche se massiccio, non viene tenuto in minimo conto dalla partitocrazia: anche se gli elettori fossero tre in tutto, i partiti se li spartirebbero in percentuale per stabilire vincitori e vinti. E infischiandosene degli assenti, che alla fine hanno sempre torto. Dunque penso che si debba essere realisti, votando non il «meno peggio», ma ciò che si sente meno lontano dai propri desideri. A convincermi a votare per l'Idv sono le liste che ha presentato Di Pietro, che ospitano diverse persone di valore, alcune delle quali sono amici miei, di MicroMega, dei girotondi e di chi ha combattuto in questi anni le battaglie per la legalità e la libertà d'informazione. […] E poi c'è Di Pietro che, pur con tutti i suoi difetti, ha saputo pronunciare – da ministro e da leader di partito – una serie di «no» molto pesanti contro le vergogne del centro-sinistra.”

Marco Travaglio (1964) giornalista, saggista e scrittore italiano

Con Di Pietro, per fare il guastafeste, n.º 2/2008, 25 marzo 2008
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