Frasi su letto
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“Andare a letto presto e alzarsi presto, fanno l'uomo sano, ricco e saggio.”

Benjamin Franklin (1706–1790) scienziato e politico statunitense

da La via della fortuna, citato in Giuseppe Fumagalli, Chi l'ha detto?, Hoepli, 1921, p. 510

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“Ho scoperto un nuovo metodo anticoncezionale infallibile: si tratta di andare nella camera da letto e guardare mia moglie mentre si toglie il trucco.”

Art Buchwald (1925–2007) giornalista e scrittore statunitense

citato in Anche le formiche nel loro piccolo s'incazzano: n. 373

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“Le zitelle sono delle egoiste sfacciate: vogliono il tepore del letto tutto per sé.”

Wilhelm Mühs giornalista (giornalista di Radio Vaticana)

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“Gli orrori quotidiani dell'allevamento intensivo sono raccontati in modo così vivido [in Se niente importa]… che chiunque, dopo aver letto il libro di Foer, continuasse a consumare i prodotti industriali dovrebbe essere senza cuore o senza raziocinio.”

John Maxwell Coetzee (1940) scrittore e saggista sudafricano

Origine: Citato in Jonathan Safran Foer, Se niente importa: Perché mangiamo gli animali?, traduzione di Irene Abigail Piccinini, Guanda, Parma, 2010<sup>3</sup>, quarta di copertina. ISBN 978-88-6088-113-7

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“Io non ho mai letto il suo Spaccio della bestia trionfante: mi pare che ne abbiamo parlato un giorno in Francia, ma non potrei assicurarlo: è passato troppo tempo. Non bisognerebbe dire Specchio invece di Spaccio?”

Gottfried Wilhelm von Leibniz (1646–1716) matematico e filosofo tedesco

da una lettera a John Toland, 30 aprile 1709
Origine: Citato in Immagini di Giordano Bruno 1600-1725, Procaccini, Napoli 1996.

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“Cosa posso dirvi – rispose Jura. Si mosse irrequieto sulla seggiola, si alzò, fece alcuni passi e sedette di nuovo. – Prima di tutto, domani vi sentirete meglio, ci sono i sintomi, son pronto a farmi tagliare la testa. E poi: la morte, la coscienza, la fede nella resurrezione… Volete sapere la mia opinione di naturalista? Non sarebbe meglio un'altra volta? No? Subito? Bene, come volete. Solo che è una cosa difficile, così, di punto in bianco –…..
– La resurrezione. Nella forma più volgare in cui se ne parla, a consolazione dei deboli, mi è estranea. E anche le parole di Cristo sui vivi e sui morti io le ho sempre intese in un altro modo. Dove mettereste questi immensi eserciti arruolati in tutti i millenni? Non basterebbe l'universo, le divinità, il bene e il raziocinio dovrebbero cedere il posto. In quell'avida calca animalesca sarebbero schiacciati.
– Ma, nel tempo, sempre la medesima vita, incommensurabilmente identica, riempie l'universo, a ogni ora si rinnova di innumerevoli combinazioni e trasformazioni. Ecco, voi vi preoccupate se risorgerete o meno, mentre siete già risorta, senza accorgervene, quando siete nata.
– Sentirete dolore? Sente forse il tessuto la propria dissoluzione? Cioè, in altre parole, che sarà della vostra coscienza? Ma che cos'è la coscienza? Vediamo. Desiderare coscientemente di dormire è insonnia garantita, tentare coscientemente di avvertire il lavorio del propria digestione è esattamente perturbare la sua innervazione. La coscienza è un veleno, un mezzo di autoavvelenamento per il soggetto che la applica a se stesso. La coscienza è luce, proiettata al di fuori e che illumina la strada a noi, perché non si inciampi. La coscienza sono i fari accesi davanti ad una locomotiva che corre. Rivolgete la loro luce all'interno e succederà una catastrofe.
– Dunque, che sarà della vostra coscienza? Della vostra. La vostra. Ma voi cosa siete? Qui sta il punto. Guardiamo meglio. In che modo avete memoria di voi stessa, di quale parte del vostro organismo siete cosciente? Dei vostri reni, del fegato, dei vasi sanguigni? No, per quanto ricordiate, di voi vi siete sempre accorta di una estrinsecazione, in un atto, nelle opere delle vostre mani, in famiglia, fra gli altri. E, ora, state bene attenta. L'uomo negli altri uomini, ecco che cos'è l'anima dell'uomo. Ecco che cosa siete voi, ecco di che cosa ha respirato, si è nutrita, di che cosa si è abbeverata per tutta la vita la vostra coscienza. Della vostra anima, della vostra immortalità, della vostra vita negli altri. E allora? Negli altri siete vissuta, negli altri resterete. Che differenza fa per voi se poi ciò si chiamerà memoria? Sarete ancora voi, entrata a far parte del futuro.
– Un ultima cosa. Non c'è nulla di cui preoccuparsi. La morte non esiste. La morte non riguarda noi. Ecco, voi avete parlato di talento, questa è un'altra cosa, una cosa nostra, scoperta da noi. E il talento, nella sua nozione più alta e più lata, è il dono della vita.
– Non vi sarà morte, dice Giovanni Evangelista: guardate come è semplice la sua argomentazione. Non vi sarà morte, perché il passato è ormai trascorso. Quasi come dire: non vi sarà morte, perché questo è già stato visto, è vecchio e ha stancato, e ora occorre qualcosa di nuovo e il nuovo è la vita eterna.
Parlando, Jura passeggiava per la stanza.”

Dormite, – disse accostandosi al letto e ponendo le mani sulla testa dell'inferma. Passò qualche minuto e Anna Ivànova cominciò ad assopirsi.
Silenziosamente Jura uscì dalla camera e disse alla Egòrovna di richiamare l'infermiera. «Che diavolo,- pensò,- sto diventando una specie di ciarlatano. Mi metto pure a fare scongiuri, a curare la gente imponendo le mani».
Il dottor Živago

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“Ho letto la seconda parte delle Anime morte, goffa.”

Nikolaj Vasiljevič Gogol (1809–1852) scrittore e drammaturgo ucraino

Lev Tolstoj

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“In molti libri | ho letto | me | e nient'altro che me.”

Erich Fried (1921–1988) poeta austriaco

da Limitazione
È quel che è

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“Avete letto tutte le critiche che sono state scritte contro McEnroe, ma nonostante le sue cattive maniere, lui non ha ucciso nessuno né ha rapinato una banca.”

Bud Collins (1929–2016) giornalista e conduttore televisivo statunitense

Origine: Questo fu il preambolo alla telecronaca della finale di Wimbledon 1981 tra Borg e McEnroe, per cui Collins fu tanto criticato. In quell'edizione infatti McEnroe insultò più volte gli arbitri e i giudici di linea con parole pesanti (citato in Malcolm Folley, Borg vs. McEnroe. la più grande rivalità del tennis moderno, Effepi Libri, 2006, p. 37 http://books.google.it/books?id=_ArUWRRxCuUC&lpg=PP1&pg=PA37, ISBN 0-7553-1360-7).

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“Perché piangere? È un momento di gioia questo, un momento di gloria.”

Papa Giovanni XXIII (1881–1963) 261° vescovo di Roma e papa della Chiesa cattolica

ultime parole rivolte in letto di morte al segretario in lacrime; citato in Ernesto Balducci, Papa Giovanni, Vallecchi, 1967

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“Importante è trovare la corda da toccare in un uomo, e dargli la propria corda. Ho letto la seconda parte delle Anime morte, goffa.”

Lev Nikolajevič Tolstoj (1828–1910) scrittore, drammaturgo, filosofo, pedagogista, esegeta ed attivista sociale russo

28 agosto 1857, p. 155

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“Ho letto sul buddismo, il suo insegnamento. Straordinario. L'insegnamento che è inutile far domande sull'eternità è bellissimo.”

Lev Nikolajevič Tolstoj (1828–1910) scrittore, drammaturgo, filosofo, pedagogista, esegeta ed attivista sociale russo

12 settembre 1884, p. 291

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“Il suo libro su Papa Giovanni è per me un balsamo. L'ho letto una volta e lo rileggo ancora. Ho ammirato molto anche la presentazione.”

Pitigrilli (1893–1975) scrittore e aforista italiano

Origine: Da una lettera a Paolo Tanzella; citato in Presenza cristiana, n. 15, Andria.

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“È strano, ma l'esempio che mi viene in mente è quello di un libro intitolato L'uomo che fu Giovedì. Era una sciocchezzuola un po' melodrammatica, pure conteneva una sua particolare teoria: un gruppo degli ultimi sostenitori di un ordine civile, lottano contro quello che, apparentemente, appare come un mondo in preda all'anarchia e scoprono, infine, che il misterioso capo degli anarchici è anche a capo dell'ordine costituito, la stessa creatura fiabesca che gli era apparsa piuttosto come l'orco di una pantomima. Soluzione logica (o folle) che ha indotto molti ad arguire che, in questo essere dalla natura ambigua, dovesse leggersi la descrizione della divinità, e il mio libro godette anche di un temporaneo rispetto tra coloro che amano questo tipo di intepretazione. L'errore era dovuto semplicemente al fatto che avevano letto il libro, ma non il titolo. Nel mio caso, veramente, si trattava di un sottotitolo. Il libro si chiamava L'uomo che fu Giovedì. Storia di un incubo. Non era inteso come la descrizione del mondo qual era o come io pensavo che fosse, anche quando i miei pensieri erano molto più incerti di quanto non siano ora. Era la descrizione del mondo di dubbi, di disordine e di disperazione del quale parlavano i pessimisti a quell'epoca, ma con un barlume di speranza posto proprio nell'alternativa insita in quel dubbio che anche i pessimisti, a tratti, avvertivano.”

Gilbert Keith Chesterton (1874–1936) scrittore, giornalista e aforista inglese

dall' Illustrated London News del 13 giugno 1936; citato alla p. 173 de L'uomo che fu Giovedì, Arnoldo Mondadori Editore, traduzione di Luciana Crepax

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“Un grande classico è uno scrittore che si può lodare senza averlo letto.”

Gilbert Keith Chesterton (1874–1936) scrittore, giornalista e aforista inglese

da All things considered
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“[Su Scoprendo Forrester] Ho letto un volantino a scuola in cui Hollywood cercava un sedicenne di colore che sapesse giocare a basket per un film con Connery. Potevo andar bene, mi servivano soldi per la bolletta del cellulare e al massimo mi avrebbero preso come comparsa. Invece ho cominciato subito con gli allenamenti di pallacanestro, sei settimane con Russel Smith.”

Rob Brown (1984) attore statunitense

Origine: Citato in Maurizio Porro, Sean Connery scrittore snob si candida all'Orso d'oro https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/2001/febbraio/17/Sean_Connery_scrittore_snob_candida_co_0_0102177905.shtml, Corriere della Sera, 17 febbraio 2001, p. 38.

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“George Orwell dichiarava di non aver mai letto un'autobiografia, perché non riteneva nessuno onesto fino al punto di riferire sinceramente le umiliazioni subite.”

Tom Wolfe (1930–2018) saggista, giornalista e scrittore statunitense

Origine: Il «nuovo» giornalismo, p. 11

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“L'idea del copyright non esisteva in tempi antichi, quando gli autori copiavano estesamente altri autori in opere non narrative. Questa pratica era utile, ed è il solo modo attraverso cui almeno parte del lavoro di alcuni autori è sopravvissuto. La legislazione sul copyright fu creata espressamente per incoraggiare l'originalità. Nel campo per cui fu inventata, cioè i libri, che potevano essere copiati a basso costo solo con apparecchiature tipografiche, non fece molto danno e non pose ostacoli alla maggior parte dei lettori.
Tutti i diritti di proprietà intellettuale sono solo licenze concesse dalla società perché si riteneva, correttamente o meno, che concederle avrebbe giovato alla società nel suo complesso. Ma data una situazione particolare dobbiamo chiederci: facciamo realmente bene a concedere queste licenze? Che atti permettiamo di compiere con esse?Il caso dei programmi ai giorni nostri differisce enormemente da quello dei libri un secolo fa. Il fatto che la via più facile per passare una copia di un programma sia da persona a persona, che il programma abbia un codice sorgente ed un codice oggetto che sono cose distinte, ed infine il fatto che un programma venga usato più che letto e gustato, combinandosi creano una situazione in cui qualcuno che impone un copyright minaccia la società nel suo insieme, sia materialmente che spiritualmente, una situazione in cui quel qualcuno non dovrebbe farlo, che la legge lo permetta o no.”

Manifesto GNU

“Ho letto i libri dei filosofi ed ho riso: ho baciato la madre ed ho sorriso.”

Ambrogio Bazzero (1851–1882) scrittore e poeta italiano

Storia di un'anima, Lagrime e sorrisi

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“Il discorso appena udito svanisce, lo scritto, anche se letto mille volte, non si esaurisce mai.”

Johannes Trithemius (1462–1516) esoterista, storico e scrittore tedesco

Origine: Elogio degli amanuensi, p. 60

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“Non capisco come un uomo dotato di ragione che abbia letto la critica di Popper a Marx possa essere ancora marxista.”

Bryan Magee (1930–2019)

citato da William Bartley III in Karl Popper, Simposio, Simposiums, traduzione di Dario Antiseri, Rusconi Editore, Milano 1989

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“[Nel 1945, al processo per tradimento] Siamo andati a letto con la Germania, e la cosa ci è piaciuta.”

Robert Brasillach (1909–1945) scrittore, giornalista e critico cinematografico francese

citato in John Lukacs, Democrazia e populismo, traduzione di Giovanni Ferrara degli Uberti, Longanesi, 2006, p. 67

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