Frasi su ora
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“Ed io che ho lavorato, lavorato, lavorato | ora mi fermo un momento a guardare | quel seguirsi di errori e il mio passato | e quella vita che mi avete rubato.”

Giorgio Gaber (1939–2003) cantautore, commediografo e regista teatrale italiano

da Il signor G incontra un albero, n. 12
Il signor G

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“Nell'ora che un velo | rabbruna gli obbietti, | si parlano in cielo | le stelle e l' amor.”

Giovanni Prati (1814–1884) poeta e politico italiano

da Eros

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“Fight Club è una montagna russa mascherata da filosofia — il tipo di montagna russa in cui alcuni finiscono per vomitare mentre altri non vedono l'ora di salirci di nuovo.”

Roger Ebert (1942–2013) critico cinematografico statunitense

Fight Club is a thrill ride masquerading as philosophy--the kind of ride where some people puke and others can't wait to get on again.

“[…] non importa molto se i fratelli o gli esemplari uno se li cerca tra i vivi, o, a un certo momento, tra i morti […] ché lo spirito supera agevolmente le epoche e la sua ora è sempre.”

Leone Traverso (1910–1968) traduttore italiano

Origine: Da Profilo di Hans Carossa, in Hans Carossa, I casi del dottor Bürger, a cura di Leone Traverso, prefazione di Italo Alighiero Chiusano, Passigli Editori, Firenze, 1993, p. 124. ISBN 8836804616

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“[Dopo l'eliminazione dell'Italia dall'Europeo 2016] Delusione immensa, abbiamo dato tutto e ora rimane la sconfitta. Di tutto quello di bello che abbiamo fatto purtroppo non rimarrà niente fra qualche anno. Nessuno si ricorderà di questa Nazionale che ha dato tutto. C'era voglia di stare insieme, un grande gruppo.”

Andrea Barzagli (1981) calciatore italiano

Origine: Citato in Buffon e Barzagli in lacrime: "Abbiamo dato tutto" http://www.sportmediaset.mediaset.it/speciale/euro2016/buffon-e-barzagli-in-lacrime-160-abbiamo-dato-tutto-_1106735-201602a.shtml, Sportmediaset.mediaset.it, 2 luglio 2016.

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“Certo lo so | ora ho capito | te lo dirò | come ho perso la mia guerra | con enorme allegria.”

Mao (cantante) (1971) attore, cantautore e chitarrista italiano

Come ho perso la guerra, n. 9
Sale

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“Ora è il momento di parlare o tacere per sempre”

Oliver Cromwell (1599–1658) condottiero e politico inglese

p. 60

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“[Nel 2004] Nel '98 Vialli mi diede del terrorista, ora ammette che le mie parole sono servite a qualcosa. Purtroppo non cambia niente, vedo che oggi al processo sul doping i giocatori della Juventus non sono sinceri.”

Zdeněk Zeman (1947) allenatore di calcio ceco

Origine: Citato in Corrado Zunino, [//www.repubblica.it/2004/a/sezioni/sport/calcio/doping1/doping1/doping1.html Dopo Galeone parla Agroppi "Negli anni '60, calcio e pasticche"], Repubblica.it, 11 gennaio 2004.

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“Questa è la breve e triste storia di un prestigiatore e della sua valletta: facevano lo spettacolo insieme e lui la segava in tre pezzi. Poi hanno litigato, lei lo ha lasciato ed ora vive a Detroit, San Diego e Miami!”

David Copperfield (1956) illusionista statunitense

Origine: Citato in Gino & Michele, Matteo Molinari, Le Formiche: ultimo atto, Baldini & Castoldi, 1993. ISBN 9788885988606; citato in Gino & Michele, Matteo Molinari, Anche le formiche nel loro piccolo s'incazzano. Opera Omnia. Volumi I-V, Baldini & Castoldi, Milano, 1995, p. 124, § 1271. ISBN 9788880890775

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“Quando A apprende che i pensieri di B sul medesimo oggetto differiscono dai propri, egli non rivede anzitutto il proprio pensiero per trovare l'errore, ma presuppone quest'ultimo nel pensiero dell'altro: l'uomo, cioè, per natura pretende di aver sempre ragione. […] Da cosa deriva questo? Dalla naturale malvagità dell'essere umano. Se questa non ci fosse, se noi fossimo fondamentalmente onesti, in ogni dibattito tenderemmo semplicemente a portare alla luce la verità, senza curarci che questa risulti conforme alla nostra opinione annunciata in precedenza o a quella dell'altro: ciò sarebbe indifferente o perlomeno una questione del tutto marginale. Ma ecco la questione principale: la vanità innata, che è particolarmente eccitabile riguardo alle forze della ragione, non vuole accettare che ciò che noi abbiamo enunciato in precedenza risulti falso, e ciò che ha detto l'avversario, giusto. Di conseguenza, ciascuno dovrebbe semplicemente impegnarsi a giudicare rettamente; e per farlo, dovrebbe prima pensare e poi parlare. All'innata vanità, però, si accompagnano nei più il cicaleccio e l'innata disonestà. Essi parlano prima di aver pensato, e anche se poi si rendono conto che la loro affermazione è falsa, deve tuttavia sembrare che sia il contrario. L'interesse per la verità, che è certamente l'unico movente della enunciazione della proposizione ritenuta vera, cede ora del tutto all'interesse per la vanità: il vero deve apparire falso, e il falso vero.”

L'arte di ottenere ragione

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“Certo, è ora che anche il Giappone apra all'immigrazione, ma è bene che gli stranieri, quelli che appartengono a razze e culture diverse, non vivano assieme, in mezzo a noi. Che restino, in qualche modo, separati. Per quel che ho potuto verificare a suo tempo, il sistema che era in vigore in Sudafrica [l'apartheid] andrebbe benissimo. Bianchi, asiatici e neri non possono vivere assieme.”

Ayako Sono (1931) scrittrice giapponese

Origine: Citato in "Giappone, sì all'apartheid": la frase choc nel Paese degli stranieri "invisibili" http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/02/21/giappone-si-allapartheid-frase-choc-dellautrice-nel-paese-degli-stranieri-invisibili/1441815/, Il Fatto Quotidiano.it, 21 febbraio 2015.

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“Avendo parlato di intellettuali e di realismo, sarà bene precisare ancora un punto. Si è accennato al fatto che le simpatie di alcuni intellettuali pel comunismo hanno un certo carattere paradossale, in quanto il comunismo disprezza il tipo dell'intellettuale come tale, tipo che per esso appartiene, essenzialmente al mondo dell'odiata borghesia. Ora, un atteggiamento del genere può venire condiviso anche da chi appartenga al fronte opposto al comunismo, dato quel che nel mondo contemporaneo esse significano, ci si può opporre ad ogni sopravalutazione della cultura e dell'intellettualità. L'avere per esse quasi un culto, il definire con esse uno strato superiore, quasi una aristocrazia – l' "aristocrazia del pensiero" che sarebbe quella vera, legittimamente soppiantante le forze precedenti di élite e di nobiltà – è un pregiudizio caratteristico dell'epoca borghese nei suoi settori umanistico-liberali. La verità è invece che siffatta cultura e intellettualità non sono che dei prodotti di dissociazione e di neutralizzazione rispetto ad una totalità. Pel fatto che ciò è stato avvertito, l'antintelletualismo ha avuto una parte di rilievo negli ultimi tempi, al titolo di una reazione quasi biologica la quale purtuttavia troppo spesso ha seguito direzioni sbagliate o, per lo meno, problematiche. Non ci soffermeremo però su quest'ultimo punto. Ne abbiamo già trattato in altra sede, parlando dell'equivoco dell'antirazionalismo. Qui vi è solo da mettere in rilievo che esiste un terzo possibile termine di riferimento di là sia da intellettualismo che da antintellettualismo, per un superamento della "cultura" d'intonazione borghese. Tale è la visione del mondo – in tedesco Weltanschauung. La visione del mondo non si basa sui libri, ma su una forma interiore e su una sensibilità aventi un carattere non acquisito ma innato.”

Julius Evola (1898–1974) filosofo, pittore e poeta italiano

Intellettualismo e Weltanschauung

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“Ho avuto fede nelle armi che possedevo: denaro, salute, sapienza. Ed ora non credo più in nulla.”

Maxence Van Der Meersch (1907–1951) scrittore

Origine: Perché non sanno quello che fanno, p. 38

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“[…] guardare il padre che muore è come vegliare ora per ora la nostra stessa agonia!”

Carlo Maria Franzero (1892–1986) scrittore e giornalista italiano

Origine: Il fanciullo meraviglioso, p. 320

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