Frasi su pericolo
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“Allorché visitai l'antica pagoda di Turukalukundram (India meridionale), un Pandit locale mi spiego che gli antichi templi erano intenzionalmente ricoperti all'esterno da cima a fondo da sculture oscene, per ricordare all'uomo comune la sua sessualità. Lo spirito, disse, è un grande pericolo, perché Yama (il dio dei morti) porta subito via con sé gli imperfecti, se si prendono direttamente la via spirituale. Le raffigurazioni erotiche esistono per ricordare agli uomini il loro Dharma (legge), che impone l'adempimento delle norme comuni dell'esistenza. Soltanto dopo aver compiuto il Dharma, essi possono accedere alla via spirituale. Le oscenità tendono a risvegliare la curiosità erotica dei visitatori del tempio, affinché non dimentichino il loro Dharma: altrimenti non lo realizzerebbero. Solo che è stato abilitato dal suo karma (il destino raggiunto tramite le opere compiute in precedenza) e chi è destinato allo spirito, può trascurare senza rischi questo ammonimento. E, poiché non avrà alcun senso per lui. Ecco perché all'ingresso del tempio vi sono le due seduttrici che invitano all'adempimento del Dharma: perché solo così l'uomo comune può raggiungere un superiore sviluppo spirituale. Poiché il tempio rappresenta il mondo intero, in esso sono riprodotte tutte le attività umane, e poiché la gente pensa più o meno sempre sesso, la maggior parte delle immagini del tempio sono di natura erotica. Per questo anche il lingam (fallo) sta nella cavità sacra dell'adyton (il sancta sanctorum), nel garbha-grha ( recipiente del seme). Il Pandit era un seguace del tantra.”

Carl Gustav Jung (1875–1961) psichiatra, psicoanalista e antropologo svizzero

Aion: ricerche sul simbolismo del Sé (1951)
Origine: Da Aion: ricerche sul simbolismo del Sé, p. 207.

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“Gli [A Iperide] parve bello consacrare l'opera educatrice ed incivilitrice della democrazia ateniese, ormai declinante dinanzi ad un regime di ottimati protetti dalle sarisse nemiche, con la proclamazione in extremis di una universale libertà, dell'uguaglianza di tutti davanti al pericolo, alla patria e alla morte.”

Piero Treves (1911–1992) storico e giornalista italiano

da Demostene e la libertà greca, Bari, 1933, pp. 31-32
Origine: Nel 338 a.C. Iperide propose un decreto che liberava gli schiavi i quali, dopo la battaglia di Cheronea, si fossero arruolati nell'esercito ateniese (Piero Treves, Demostene e la libertà greca, pp. 30-32).

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“In molte città d'Europa la prostituzione è legalizzata, in Italia no. Si fa finta di non vederla, ma c'è. Invece di mandare le prostitute per strada, sarebbe meglio un quartiere a luci rosse, e strutture nelle quali possano essere tutelate, nell'igiene e nei pericoli.”

Ilona Staller (1951) attrice pornografica, cantante e politica ungherese naturalizzata italiana

Origine: Citato in Cicciolina intramontabile: "A 63 anni voglio fare un ultimo film porno, ma di qualità" http://www.liberoquotidiano.it/news/sfoglio/11757889/Cicciolina-intramontabile---A-63.html, Libero.it, 18 febbraio 2015.

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“Sulla base della tecnologia acquisita finora, l'Iran necessita circa un anno o un po' di più per produrre armi nucleari. Ma noi ovviamente non vogliamo arrivare vicini a quel punto… Il nostro obiettivo è di accertarci che l'Iran non venga a dotarsi di armi nucleari che metterebbero in pericolo Israele ed innescherebbero una corsa agli armamenti nella Regione.”

Barack Obama (1961) 44º Presidente degli Stati Uniti d'America

2013
Origine: Citato in Obama: "Entro un anno l'Iran avrà l'atomica, ma li fermeremo prima" http://www.lastampa.it/2013/03/14/esteri/obama-entro-un-anno-l-iran-avra-l-atomica-ma-li-fermeremo-prima-rRBi6LPIgxLgBO4GkqyPgK/pagina.html, La Stampa.it, 14 marzo 2013.

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“Il senso artistico, non sostenuto da un forte e rigoroso senso morale, è uno dei maggiori pericoli per l'anima dell'uomo, perché può trovare la bellezza anche nell'avvenimento più feroce e più volgare.”

Sergei Timofeevič Aksakov (1791–1859) scrittore russo

Origine: Citato in Citazioni Morali, Rizzoli, 1993, p. 13. ISBN 8817140309 Le citazioni riportate in questo volume sono tratte dal Dizionario delle citazioni, a cura di Ettore Barelli e Sergio Pennacchietti.

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“Correre incontro al pericolo è una forma della vigliaccheria.”

Aldo Palazzeschi (1885–1974) scrittore e poeta italiano

Spazzatura (rubrica su Lacerba)

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“Un deterioramento ulteriore potrebbe essere disastroso per l'Europa. Esso potrebbe provocare tali privazioni, tale smarrimento, una lotta così disperata per il controllo di risorse insufficienti da condurre a una diffusa rinuncia ai principi sui quali la civiltà moderna dell'Europa è stata costruita e per i quali, nella coscienza di molti, due guerre mondiali sono state combattute. I principi del diritto, della giustizia, dei limiti all'esercizio del potere politico, già largamente disattesi e attaccati, potrebbero da ultimo essere travolti; e con essi il principio vitale che l'integrità della società con un tutto deve posare sul rispetto per la dignità del singolo cittadino. Le implicazioni di questa crisi andrebbero assai aldilà delle comuni apprensioni relative al pericolo di un controllo comunista. Nella continuazione dell'attuale situazione in Europa e implicita niente meno che la possibilità che gli europei rinuncino ai valori della responsabilità individuale e dei controlli politici, che appartengono alla tradizione del loro continente. Ciò distruggerebbe secoli di progresso e causerebbe un danno che tale solo un lavoro di altri secoli potrebbe riparare.”

George F. Kennan (1904–2005) diplomatico, storico e ambasciatore statunitense

Origine: Citato in Ennio Di Nolfo, Storia delle relazioni internazionali. [Dal 1918 ai giorni nostri], Editori Laterza, Roma, 2008, p. 698. ISBN 978-88-420-8734-2

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“La Costituzione è un processo di liberazione della persona umana naturalmente inconcluso e da rinnovare continuamente con spirito di cooperazione solidale. La Costituzione è stata scritta avendo in mente il passato, il presente e il futuro. Considerando chi aveva già la voce per farsi sentire e chi ancora non aveva trovato spazio nella comunità politica, come le persone omosessuali, oggetto di un pervasivo e doloroso stigma sociale. Queste persone per troppo tempo assenti e taciute, noi oggi le rendiamo finalmente presenti al resto della comunità politica, riconosciamo la loro esperienza di vita familiare come una realtà meritevole di tutela, perché attinente alla loro dignità di persone. Così, concretamente, realizziamo quella parte di Costituzione scritta per gli assenti – quegli assenti – individui adulti bambini famiglie, che finalmente diventano presenti, con pari diritti e dignità già riconosciuti agli altri cittadini. Colleghi, vi chiedo: da che parte vorremo farci trovare dai nostri figli e dai nostri nipoti, quando fra trent'anni torneranno a leggere i resoconti di questa seduta? Dalla parte di chi ha creduto possibile far muovere all'Italia il primo e tanto atteso passo verso l'uguaglianza? O dalla parte di chi ha visto nella Costituzione il patrimonio di pochi privilegiati, e nell'estensione di diritti un pericolo?”

Monica Cirinnà (1963) politica italiana

Origine: Dall'intervento in Senato dopo le votazioni sulle questioni pregiudiziali di costituzionalità e sulle questioni sospensive del ddl Cirinnà, 2 febbraio 2016; citato in Legislatura 17ª - Aula - Resoconto stenografico della seduta n. 569 del 02/02/2016 http://www.senato.it/japp/bgt/showdoc/frame.jsp?tipodoc=Resaula&leg=17&id=00964262&part=doc_dc-ressten_rs-ddltit_rdddddl2081ecddcdfeduc-trattazione_dg-intervento_cirinnapd&parse=no, Senato.it, 2 febbraio 2016. Visibile al minuto 06:00 di L'intervento di Monica Cirinnà al Senato https://www.youtube.com/watch?v=qQDLure4FrM, YouTube.com, 2 febbraio 2016.

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“Il caso Moro deve essere oggetto di riflessione in ogni momento perché costituisce un riferimento per la nostra democrazia e monito costante a non abbassare la guardia verso tutti i pericoli che la possono mettere in discussione.”

Andrea Orlando (1969) politico italiano

Origine: Citato in Mattarella: "Ricordare le vittime del terrorismo significa volere la verità" http://www.repubblica.it/politica/2015/05/09/news/mattarella_ricordare_vittime_terrorismo_significa_volere_la_verita_-113932154/, La Repubblica.it, 9 maggio 2015.

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“Anche noi siamo convinti che il Paese ha il diritto di conoscere la verità (che non riguarda soltanto quella di Piazza Fontana). Ma non ci riusciamo. Anche perché se la pista rimane, come sembra accertato, quella del terrorismo nero, non sappiamo quali nomi l'accusa potrà tirar fuori dal suo cappello. I tre maggiori indiziati sono già stati assolti con sentenza passata in giudicato che non consente di richiamarli sul banco degli imputati. Gli altri di cui si fa il nome non sarebbero che comparse, la più importante delle quali, Delfo Zorzi, risiede a Tokio con passaporto giapponese che lo mette al riparo da ogni pericolo di estradizione. Vale la pena ricominciare? Louverture dei dibattimenti non è stata incoraggiante. Il proscenio era occupato da Capanna, Valpreda, Dario Fo e altri reduci sessantottini, cui si era aggiunto anche Sergio Cusani, l'intangentato convertitosi (lo diciamo senza nessuna ironia) al missionarismo. […] Invano i portaparola della parte lesa, cioè dei familiari delle vittime, si sono dichiarati estranei e contrari a ogni tentativo di politicizzare il processo. Una parola. Non ci riescono nemmeno Jovanotti e Teocoli con le loro filastrocche dal palcoscenico di Sanremo. Figuriamoci se potranno riuscirci i registi di questo processo rouge et noir, se mai ve ne furono. […] Ecco a cosa servono i processi come questo: non a cercare la verità, ma a fornire argomenti al rouge o al noir.”

Indro Montanelli (1909–2001) giornalista italiano

da Quella verità che cerchiamo https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/2000/febbraio/26/QUELLA_VERITA_CHE_CERCHIAMO_co_0_0002264627.shtml, 26 febbraio 2000, p. 1
Corriere della Sera

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“[…] ignobili porcherie sul "lavoro fisso noioso", la cui oscenità raggiunge quella di chi mette un affamato in guardia contro i pericoli dell'obesità e del colesterolo.”

Costanzo Preve (1943–2013) filosofo e saggista italiano

Origine: Da Monti: la mutazione antropologica degli italiani http://www.ariannaeditrice.it/articolo.php?id_articolo=42812, Arianna Editrice, marzo 2012.

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“Non credo che la signorina Curie sia assetata di potere o di alcunché. È una persona senza pretese e onesta che ha avuto più responsabilità e fatiche del dovuto. Ha un'intelligenza scintillante ma nonostante la sua natura passionale non è tanto carina da rappresentare un pericolo per chicchessia.”

Albert Einstein (1879–1955) scienziato tedesco

Origine: A proposito della presunta relazione extraconiugale tra Marie Curie e il fisico francese Paul Langevin, sposato. Pensieri di un uomo curioso, p. 47.
Origine: Da una lettera a Heinrich Zangger, 7 aprile 1911; riportato in Collected Papers of Albert Einstein, volume 5, The Swiss Years: Corrispondance, 1902-1914, a cura di Martin Klein, A.J. Kox e Robert Schulmann, Princeton University Press, Princeton, 1993, doc. 303.
Origine: Pensieri di un uomo curioso, pp. 46 -47

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“Per salvare la Grecia dal pericolo causato dagli immigrati, dobbiamo sbarrare gli ingressi nel paese servendoci di campi minati al confine con la Turchia, lungo il fiume Evros, nei punti che registrano i maggiori passaggi di clandestini.”

Nikólaos Michaloliákos (1957) politico greco

citato in Chrysi Avghi. Preoccupa in Grecia il partito neonazista http://www.ticinolive.ch/2012/06/08/chrysi-avghi-preoccupa-in-grecia-il-partito-neo-nazista/, ticinolive.ch, 8 giugno 2012

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“Il pericolo non nasce da chi pesca, trova, una nuova notizia, il pericolo nasce da chi la riesce a far passare, da chi rompe la crosta degli addetti ai lavori, da chi in qualche modo riesce a far veicolare dei messaggi, dei racconti.”

Roberto Saviano (1979) giornalista, scrittore e saggista italiano

Origine: Dall'intervista di Enzo Biagi nel corso della trasmissione televisiva RT Rotocalco Televisivo, Rai Tre, 22 aprile 2007.

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“Finché Pericle fu, durante la pace, a capo della repubblica, la guidò con moderazione e la conservò sicura, e sotto di lui essa fu potente come non mai; quando poi scoppiò la guerra, è evidente che anche allora egli ne seppe ben riconoscere la forza. Sopravvisse (allo scoppio della guerra) due anni e sei mesi; e dopoché fu morto, allora anche meglio si poté conoscere la sua antiveggenza nei riguardi della guerra. Egli infatti andava ripetendo che gli Ateniesi ne sarebbero usciti con successo qualora si fossero condotti prudentemente, avendo cura della flotta, e non cercassero di allargare con la guerra il loro impero, e non mettessero in pericolo la città stessa: ma essi fecero tutto il contrario, e giudicando altre imprese estranee alla guerra meglio rispondenti alle ambizioni private e ai privati vantaggi, mal governarono lo Stato per se stessi e per gli alleati… E la causa di tutto ciò era che Pericle, potente per dignità e per senno, manifestamente incorruttibile, dominava liberalmente la moltitudine e conseguito il potere con mezzi non illeciti, egli non era costretto a parlare per compiacerla, ma poteva, per la sua autorità, contraddirla ed affrontarne la collera… Si aveva dunque di nome la democrazia, ma di fatto il governo tenuto dal primo cittadino.”

Storie, II, 65
Origine: Citato in Giulio Giannelli, Trattato di storia greca. Patron editore, p. 240.

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“[Michelangelo Merisi da Caravaggio] La sua ostinata deferenza al vero poté anzi confermarlo nella ingenua credenza che fosse "l'occhio della camera" a guardar lui e a suggerirgli tutto. Molte volte dovette incantarsi di fronte a quella "magia naturale"; e ciò che più lo sorprese fu di accorgersi che allo specchio non è punto necessaria la figura umana, se, uscita questa dal suo campo, esso seguita a specchiare il pavimento inclinato, l'ombra sul muro, il nastro caduto a terra. Che altro potesse conseguire a questa risoluzione di procedere dipingendo per specchiatura diretta della realtà, non è troppo difficile intendere. Ne conseguiva la tabula rasa del costume pittorico del tempo che, preparandosi gli argomenti in carta e matita per via di erudizione storica e di astrazione stilizzante, aveva elaborato una complessa classificazione del rappresentabile, dove, per meglio servire alla società di allora, non poteva che preferirsi l'aspetto della classe dominante. Ma il Caravaggio pensa invece alla vita comune, ai sentimenti semplici, all'aspetto feriale delle cose che valgono, nello specchio, come gli uomini. […] Anche il Caravaggio avvertiva il pericolo di ricadere nell'apologetica del corpo umano, sublimata da Raffaello o Michelangelo, o magari nel chiaroscuro melodrammatico del Tintoretto. Ma ciò che gli andava confusamente balenando era ormai non tanto il rilievo dei corpi quanto la forma delle tenebre che li interrompono. Lì era il dramma della realtà più portante ch'egli intravedeva dopo le calme specchiature dell'adolescenza. E la storia della religione, di cui ora si impadroniva, gli tornava come un seguito di drammi brevi e risolutivi la cui punta non può indugiarsi nella durata sentimentale delle trasparenze, anzi inevitabilmente s'investe del lampo abrupto della luce rivelante, fra gli strappi inconoscibili dell'ombra. Uomini e santi si sarebbero impigliati in quel tragico scherzo. Giacché, per restar fedeli alla natura del mondo, occorreva far sì che il calcolo dell'ombra apparisse come casuale, e non causato dai corpi; ove volesse esimersi dal riattribuire all'uomo la sua funzione umanistica dirimente, di eterno protagonista e signore del creato. Perciò il Caravaggio seguitò, e fu fatica di anni, ad osservare la natura della luce e dell'ombra incidentali. […] Chi non sa che il Tintoretto studiava al lume di lucerna, non già il vero, ma i modellini della Cappella Medicea? E che i modellini del Greco erano cere dove si stiravano in una poetica follia le ultime spire laocoontiche del disegno 'serpentinato'? Ma ora è la realtà stessa a venir sopraggiunta dal lume per 'incidenza': il caso, l'incidente luminoso, diventano causa efficiente della nuova pittura (o poesia). Non v'è Vocazione di Matteo senza che il raggio, assieme col Cristo, entri dalla porta socchiusa e ferisca quel turpe spettacolo dei giocatori d'azzardo. In effetto Caravaggio stagliò questa sua "descrizione di luce", questo poetico "fotogramma", quando l'attimo di cronaca gli parve emergere, non dico con un rilievo, ma con uno spicco, con un'evidenza così memorabile, invariabile, monumentale, come dopo Masaccio non s'era più visto.”

Roberto Longhi (1890–1970) storico dell'arte italiano

citato in Caravaggio, pp. 187-188
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