Frasi su ricco
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“Non si sente mai ricco chi, gemendo timoroso, | si crede nel bisogno.”

Severino Boezio (480) filosofo romano

II, 2; 1996, p. 71
Consolazione della filosofia

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“Sto diventando ricco per comprarmi la Lazio…”

Giorgio Chinaglia (1947–2012) dirigente sportivo e calciatore italiano

Origine: Citato in Massimo Mazzitelli, La triste corsa di "Long John" dallo scudetto alla latitanza http://www.repubblica.it/sport/calcio/serie-a/lazio/2012/04/01/news/addio_giorgione-32587153/, Repubblica.it, 1° aprile 2012.

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“Le rivoluzioni sono tempi in cui il povero non è sicuro della sua probità, il ricco della sua fortuna e l'innocente della sua vita.”

Joseph Joubert (1754–1824) filosofo e aforista francese

Da Carnets; citato in Le petit philosophe de poche, Textes réunis par Gabriel Pomerand

“Più l'architetto è ricco, più costa.”

Diego Lama (1964) Scrittore e architetto italiano
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“[Sull'Uomo Ragno] È il più umano tra i supereroi dei fumetti: con lui ci si può identificare e le sue debolezze lo rendono incredibilmente seducente. Batman è ricco sfondato, Superman è quasi intoccabile, Spider-Man invece è un adolescente qualsiasi per il quale ti viene da fare il tifo.”

Emma Stone (1988) attrice statunitense

Origine: Citato in Alessandra Venezia, Emma Stone: "Ho perso la testa per Spider-Man" http://www.iodonna.it/personaggi/interviste/2012/emma-stone-intervista-40741180141_2.shtml, Iodonna.it, 7 giugno 2012.

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“Il vero povero è colui che fa cattivo uso di ciò che ha. Il vero ricco è colui che fa buon uso di ciò che possiede.”

Mikha'il Nu'ayma (1889–1988) scrittore e poeta libanese

Origine: Il libro di Mirdad, p. 241

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“In Europa l'immigrazione è un problema. Per noi è la conseguenza del problema. La gente lascia i nostri Paesi e viene da voi. Ecco allora che lavorare insieme diventa prioritario. Oggi abbiamo in Siria 1,5 milioni di iracheni, oltre 500 mila rifugiati palestinesi e nell'estate 2006 circa 700 mila libanesi si sono rifugiati da noi. È come se in Italia fossero arrivati 5,8 milioni di profughi in pochi mesi. Noi cosa abbiamo fatto? Abbiamo aperto le nostre scuole: sono 30 mila i bambini iracheni che studiano nelle scuole siriane e speriamo con l'anno prossimo di arrivare a 50 mila. Perché lo facciamo? Perché se ai minori diamo la possibilità di studiare, sosteniamo una generazione, e non importa che siano iracheni. Sono i nostri vicini. Abbiamo aperto anche i nostri ospedali. E soprattutto abbiamo aperto i nostri cuori. La Siria non è un Paese ricco e questa ondata ha avuto un grande impatto. Ma cos'altro potevamo fare?”

Asma al-Assad (1975) moglie del presidente siriano Bashar al-Asad

Variante: In Europa l’immigrazione è un problema. Per noi è la conseguenza del problema. La gente lascia i nostri Paesi e viene da voi. Ecco allora che lavorare insieme diventa prioritario. Oggi abbiamo in Siria 1,5 milioni di iracheni, oltre 500 mila rifugiati palestinesi e nell'estate 2006 circa 700 mila libanesi si sono rifugiati da noi. È come se in Italia fossero arrivati 5,8 milioni di profughi in pochi mesi. Noi cosa abbiamo fatto? Abbiamo aperto le nostre scuole: sono 30 mila i bambini iracheni che studiano nelle scuole siriane e speriamo con l’anno prossimo di arrivare a 50 mila. Perché lo facciamo? Perché se ai minori diamo la possibilità di studiare, sosteniamo una generazione, e non importa che siano iracheni. Sono i nostri vicini. Abbiamo aperto anche i nostri ospedali. E soprattutto abbiamo aperto i nostri cuori. La Siria non è un Paese ricco e questa ondata ha avuto un grande impatto. Ma cos'altro potevamo fare?

Questa traduzione è in attesa di revisione. È corretto?
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“Se vuoi far ricco Pitocle, non accrescerne gli averi, ma sfrondane i desideri.”

Epicuro (-341–-269 a.C.) filosofo greco antico

1920, p. 173
Frammenti

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“L'uomo più ricco è quello i cui piaceri sono più a buon mercato.”

Henry David Thoreau (1817–1862) filosofo, scrittore e poeta statunitense

dal Diario, 11 marzo 1856

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“Visto Velázquez […] ecco quel che cercavo da tanti anni, un impasto netto e nello stesso tempo ricco di sfumature.”

Eugéne Delacroix (1798–1863) artista e pittore francese

Origine: Da Journal, 1824; citato in Velázquez, I Classici dell'arte, a cura di Elena Ragusa, Rizzoli/Skira, Milano, 2003, pp. 183-188.

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“La virtù di qualche ricco sta nell'insegnarci a disprezzare la ricchezza.”

Khalil Gibran (1883–1931) poeta, pittore e filosofo libanese

Massime spirituali

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“Tra il forte e il debole, tra il ricco e il povero, tra il padrone e il servitore è la libertà che opprime, è la legge che affranca.”

Jean-Baptiste Henri Lacordaire (1802–1861) religioso, giornalista e politico francese

1848; citato in Lorenzo Milani, lettera 29/50 del 30 ottobre 1950, in Progetto Lorenzo

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“Povero o ricco, lavora.”

Paolo Mantegazza (1831–1910) fisiologo, antropologo e patriota italiano

cap. Il codice dell'uomo onesto, massima 65
Il bene ed il male

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“Per ben governare vale di più un ricco votato ai poveri, che un povero votato ai ricchi.”

Jacques Deval (1890–1972) commediografo, regista e scrittore francese

Taccuino di un autore drammatico

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“Il ricco è un cattivo povero, uno straccione troppo puzzolente di cui le stelle hanno paura.”

Léon Bloy (1846–1917) scrittore, saggista e poeta francese

La tristezza di non essere santi

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“Vantaggio per gli avversari. – Un libro ricco di spirito ne comunica anche ai suoi avversari.”

Friedrich Nietzsche (1844–1900) filosofo, poeta, saggista, compositore e filologo tedesco

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“[Regola] Il disarmato ricco è premio del soldato povero.”

Fabrizio: libro settimo, pp. 379-380
Dell'arte della guerra

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“Andare a letto presto e alzarsi presto, fanno l'uomo sano, ricco e saggio.”

Benjamin Franklin (1706–1790) scienziato e politico statunitense

da La via della fortuna, citato in Giuseppe Fumagalli, Chi l'ha detto?, Hoepli, 1921, p. 510

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“Negli affari di questo mondo gli uomini si salvano non per la fede, ma per la diffidenza.”

Benjamin Franklin (1706–1790) scienziato e politico statunitense

Origine: Da La maniera di farsi ricco.

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“La megalomania dell'interprete: nella sua interpretazione si sente più ricco dell'opera.”

Elias Canetti (1905–1994) scrittore, saggista e aforista bulgaro

La provincia dell'uomo

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“Se tutte le cose rimangono quali erano, è perché sono sempre cose eroiche; se tutte le cose rimangono quali erano, è perché sono sempre nuove. Un anime sola è data ad ogni uomo, e a ogni anima, una sola piccola potenza, – la potenza di superarsi in certi momenti e di assorbir le stelle. Se, di età in età, gli uomini sono dotati di questa potenza, tutto ciò che dà loro è grande. Tutto quello che fa credere loro di essere vecchi, è basso – sia un impero o una bottega in rovina. Tutto ciò che fa creder loro di essere giovani è grande, – sia una grande guerra, o una storia d'amore. E nel più oscuro libro di Dio, c'è una verità ch'è anche un enigma: gli uomini si affaticano per delle novità, siano mode, disegni, riforme, mutamenti; ma sono le cose vecchie quelle che stupiscono e colpiscono profondamente; sono le cose vecchie veramente giovani. Non v'è scettico che non sappia che molti hanno dubitato prima di lui; non v'è ricco o frivolo che non senta che tutte le novità sono vecchiumi; non c'è fanatico del mutamento che non senta la sua nuca curva sotto il peso della stanchezza dell'universo; ma a noi che ci dedichiamo alle cose antiche, la natura dà una giovinezza eterna. Nessun innamorato pensa che prima di lui vi sono stati altri innamorati; nessun padre pensa che vi son altri figliuoli prima del suo; e il popolo che lotta per la sua patria, non è preoccupato della solita storia degli Imperi scomparsi. Sì, voce tenebrosa, il mondo è sempre lo stesso, giacché tutto in esso è sempre imprevisto!”

Origine: Il Napoleone di Notting Hill, pp. 279-280

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“Riflettendo su questi testi biblici [il Vangelo proposto dalla liturgia in quella domenica, Mt 21, 28-32], ho pensato subito a Papa Giovanni Paolo I, di cui proprio oggi ricorre il trentesimo anniversario della morte. Egli scelse come motto episcopale lo stesso di san Carlo Borromeo: Humilitas. Una sola parola che sintetizza l'essenziale della vita cristiana e indica l'indispensabile virtù di chi, nella Chiesa, è chiamato al servizio dell'autorità. In una delle quattro Udienze generali tenute durante il suo brevissimo pontificato disse tra l'altro, con quel tono familiare che lo contraddistingueva: "Mi limito a raccomandare una virtù, tanto cara al Signore: ha detto: imparate da me che sono mite e umile di cuore… Anche se avete fatto delle grandi cose, dite: siamo servi inutili". E osservò: "Invece la tendenza, in noi tutti, è piuttosto al contrario: mettersi in mostra" (Insegnamenti di Giovanni Paolo I, p. 51-52). L'umiltà può essere considerata il suo testamento spirituale.
Grazie proprio a questa sua virtù, bastarono 33 giorni perché Papa Luciani entrasse nel cuore della gente. Nei discorsi usava esempi tratti da fatti di vita concreta, dai suoi ricordi di famiglia e dalla saggezza popolare. La sua semplicità era veicolo di un insegnamento solido e ricco, che, grazie al dono di una memoria eccezionale e di una vasta cultura, egli impreziosiva con numerose citazioni di scrittori ecclesiastici e profani. È stato così un impareggiabile catechista, sulle orme di san Pio X, suo conterraneo e predecessore prima sulla cattedra di san Marco e poi su quella di san Pietro. "Dobbiamo sentirci piccoli davanti a Dio", disse in quella medesima Udienza. E aggiunse: "Non mi vergogno di sentirmi come un bambino davanti alla mamma: si crede alla mamma, io credo al Signore, a quello che Egli mi ha rivelato" (ivi, p. 49). Queste parole mostrano tutto lo spessore della sua fede. Mentre ringraziamo Dio per averlo donato alla Chiesa e al mondo, facciamo tesoro del suo esempio, impegnandoci a coltivare la sua stessa umiltà, che lo rese capace di parlare a tutti, specialmente ai piccoli e ai cosiddetti lontani. Invochiamo per questo Maria Santissima, umile Serva del Signore.”

Papa Benedetto XVI (1927) 265° vescovo di Roma e papa della Chiesa cattolica

28 settembre 2008 http://www.vatican.va/holy_father/benedict_xvi/angelus/2008/documents/hf_ben-xvi_ang_20080928_it.html
Angelus, Regina Coeli

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“Per ogni povero che impallidisce di fame, c'è un ricco che impallidisce di paura.”

Louis Blanc (1811–1882) storico e politico francese

Origine: Da Organizzazione del lavoro.

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“[Su Al Pacino] È molto ricco, forse perché non spende mai un soldo.”

Francis Ford Coppola (1939) regista statunitense

Origine: Citato in Francis Ford Coppola attacca i mostri sacri del cinema americano http://www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplrubriche/base/grubrica.asp?ID_blog=69&ID_articolo=392&ID_sezione=138&sezione=Anteprime%20dagli%20Usa, lastampa.it, 19 ottobre 2007.

“Quanto al conte di Lodrone il Bandello che doveva bene avere conoscenza di quella famiglia e che probabilmente preparò o anche scrisse la sua novella a Verona quando vi si trovava nel 1531, gli diede il nome di Paride, il nome cioè usuale e caratteristico della casa, portato durante il secolo XV e anche dopo da parecchi individui di quella e illustrato specialmente da Paride detto Il Grande e dal suo nipote di Castel Romano, condottieri notissimi il primo nella prima metà di quel secolo nelle guerre tra Venezia e Milano, il secondo a' servizi di Venezia talvolta, e talvolta dei tedeschi, più tardi e fino al 1509… Veggansi i punti nei quali si tratta del Lodrone: "In questo tempo fu messo perle mani a messer Antonio il conte Paris di Lodrone, giovane di ventiquattro in venticinque anni, molto bello e ricco, e praticamente questo partito con non poca speranza di buon fine, messer Antonio lo disse alla moglie ed ella, parendole cosa buona e molto onorata, lo disse alla figliola." A questa lo ripeté poco dopo il padre: "t'ho ritrovato uno sposo molto nobile ricco e bello il quale è signore e conte di Lodrone". E a lei riluttante egli, indignato per questo e quasi vicino a percuoterla, impose che "volesse o no, fra tre o quattro giorni ella deliberasse andare con la madre e altri parenti a Villafranca, perciocché quivi doveva venir il conte Paris con la sua compagnia a vederla". Colà si provò poi il conte "il quale nella messa la vide, e, benché fosse pallida e melanconica, gli piacque e vene a Verona, dove con messer Antonio stabilì il parentado." Giulietta allora corse dal confesore e gli disse: "io non veggio via da svilupparmi da questo Lodrone, che ladrone e assassino mi pare volendo le cose altrui rubare. E qui cessa, anche nel Bandello la parte del promesso sposo di lei".»”

Giuseppe Papaleoni (1863–1943) storico italiano

da Il promesso sposo di Giulietta Cappelletti, in Tutte le opere, vol. 3

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“C'è una banda in Italia oggi di giornalisti, di cui Travaglio fa sicuramente parte, che ha scoperto una cosa per loro molto interessante: se parli male dei politici fai i soldi, diventi ricco. […] E quindi bisogna parlar male dei politici a prescindere. Per esempio il mio caso è paradossale: Travaglio su l'Unità e anche su un suo libro scrive che io sono stato condannato. Dov'è il paradosso? Che il condannato Travaglio, perché Travaglio è stato condannato in passato, quindi possiamo definirlo tecnicamente un pregiudicato, scrive di un uomo politico, Castelli, che è stato condannato quando io non sono mai stato condannato. È questo il paradosso. Castelli cosa deve fare a questo punto? O Travaglio mi chiede scusa dicendo che s'è sbagliato e si dimette da giornalista visto che lui vuole che i politici si dimettano, giustamente, da politici se sbagliano oppure sono costretto mio malgrado ad andare a intasare un'altra volta la giustizia e fare l'ennesima causa. Io credo che non ce ne sia bisogno di questo fatto, però c'è questo malcostume di questi giornalisti. […] Ma dov'è il gioco sottile che fanno lui, Stella e quant'altro? Per esempio se io dico che Travaglio è amico dei mafiosi lui mi può querelare e probabilmente vince la causa, ma se io adotto una tecnica più raffinata, che è esattamente quella che adotta lui nei suoi libri, e dico "c'è scritto su Repubblica che Travaglio si fa pagare le vacanze da un mafioso" a quel punto io dico la verità e quindi di fatto però diffamo comunque Travaglio ma sono al riparo da ogni accusa. Ecco io credo che bisognerebbe uscire da questo malcostume, bisognerebbe criticare i politici ferocemente quando se lo meritano ma quantomeno quando si sbaglia o quando si diffama una persona che cerca di essere onesta qual son io magari si riconosca anche l'errore. Invece no, si fa un altro libro perché tanto gli introiti del libro son talmente alti che possono consentire poi di pagare il povero disgraziato che è stato diffamato.”

Roberto Castelli (1946) politico italiano

da Annozero, 15 maggio 2008

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“[Sul suo ruolo di madrina al Festival di Cannes] È davvero un onore per me essere un'allieva, non certo una maestra, di cerimonie ed è stato un vero regalo dopo un anno professionalmente ricco di soddisfazioni e che mi ha vista sempre in viaggio.”

Diane Kruger (1976) attrice e modella tedesca

Origine: Citato in Giovanna Grassi, [//www.corriere.it/Primo_Piano/Spettacoli/2007/05_Maggio/16/diane_kruger_madrina_cannes_festival.shtml Diane Kruger: «Dalle sfilate a Beethoven»], corriere.it, 16 maggio 2007.

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