Frasi su scolastica

Una raccolta di frasi e citazioni sul tema scolastica, essere, scuola, cosa.

Frasi su scolastica

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“Perché la pazienza ha un limite, Pazienza no.”

Andrea Pazienza (1956–1988) fumettista e pittore italiano

da Giallo Scolastico

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“Perché il freddo, quello vero, sa essere qui, in fondo al mio cuore di sbarbo.”

Andrea Pazienza (1956–1988) fumettista e pittore italiano

da Giallo Scolastico

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“Non si deve trovar posto per tutti. […] La riforma tende proprio a questo, a ridurre la popolazione scolastica.”

Giovanni Gentile (1875–1944) filosofo e pedagogista italiano

da Il fascismo al governo della scuola (novembre '22-aprile '24), R. Sandron, 1924; citato in Mario A. Manacorda, Scuola pubblica o privata?, p. 39

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“[…] in questo Paese, poroso e di transito per i migranti, vadano evitate forme di automatismo. Io ho parlato di "ius culturae", ossia la cittadinanza concessa ai nati in Italia solo dopo aver concluso un ciclo scolastico. Questa riforma mi sembra ottenere maggiore consenso ed è più adeguata alla situazione italiana.»”

Andrea Riccardi (1950) storico, accademico e pacifista italiano

Con data
Origine: Dall'intervista di Vladimiro Polchi Cittadino solo chi va a scuola non credo negli automatismi http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2013/05/06/cittadino-solo-chi-va-scuola-non-credo.html, la Repubblica, 6 maggio 2013.

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“Da Giovanni Pascoli: Giova ciò solo che non muore, e solo
per noi non muore, ciò che muor con noi.”

Origine: Sono i versi conclusivi del poemetto L'immortalità, pubblicato dal Pascoli prima col titolo Il poeta e l'astrologo nel suo scritto Pensieri scolastici (su La Rassegna scolastica, 16 dicembre 1896), quindi riscritto e incluso, in altra forma, nei Poemetti e, successivamente, nei Primi poemetti.
Origine: Contemplazione della morte, p. 99

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“Spero che l'aria di libertà che viene dall'America penetri nel nostro paese, dove la libertà scolastica non esiste affatto.”

Luigi Sturzo (1871–1959) sacerdote e politico italiano

da Politica di questi anni. 1946-1948, Zanichelli, Bologna 1954

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“Se comprendere è impossibile, conoscere è necessario.”

dall'appendice all'edizione scolastica, 1976
Se questo è un uomo

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“Io credo che l'abolizione dell'istruzione scolastica sia divenuta inevitabile e che tale fine di un'illusione dovrebbe colmarci di speranza.”

Ivan Illich (1926–2002) scrittore, filosofo, sociologo, teologo

Origine: Per una storia dei bisogni, Invece dell'istruzione, p. 107

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“Gli studi scolastici sono come il campo che racchiude una perla: per averla, vale la pena di vendere tutti i propri beni, nessuno eccettuato, al fine di poter acquistare quel campo.”

Origine: Cfr. Gesù: «Il regno dei cieli è simile a un tesoro nascosto in un campo; un uomo lo trova e lo nasconde di nuovo, poi va, pieno di gioia, e vende tutti i suoi averi e compra quel campo. Il regno dei cieli è simile a un mercante che va in cerca di perle preziose; trovata una perla di grande valore, va, vende tutti i suoi averi e la compra».
Origine: Attesa di Dio, Riflessioni sull'utilità degli studi scolastici, al fine dell'amore di Dio, p. 80

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“Il potere, lungi dall'impedire il sapere, lo produce. Se si è potuto costituire un sapere sul corpo, è stato attraverso un insieme di discipline militari e scolastiche. È solo a partire da un potere sul corpo che un sapere fisiologico, organico era possibile.”

Michel Foucault (1926–1984) sociologo, filosofo e psicologo francese

da Potere-corpo, in Microfisica del potere: interventi politici, a cura di Alessandro Fontana, Pasquale Pasquino, traduzione di Giovanna Procacci, Einaudi, 1982<sup>4</sup>

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“Non sono stata fortunata. Me lo meritavo.”

Margaret Thatcher (1925–2013) primo ministro del Regno Unito

alla ricezione di un premio scolastico a nove anni di età

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“Ma non ci si occupa solamente dei vivi. Si fanno anche processi ai morti. Si rilegge l'intera storia sul registro dell'anacronismo, passando le opere del passato al vaglio delle idee che oggi sono di moda, senza tener conto dell'epoca né del contesto. Di volta in volta, Georges Bataille, Andrè Gide, George Orwell, Alexis Carrel, Ernest Renan, Georges Burqèzil, Emile Cioran, Mircea Eliade, Jean Genet, Antonin Artaud, Lèo Malet, Ezra Pound, Paul Morand, Colette, Baudelaire, Hemingway, Vladimir Nabokov, Montheriant, Carl Schmitt, Jack London, Marguerite Yourcenar, Heidegger, e persino Shakespeare, Voltaire, Balzac o Dostojevskij, per citarne disordinatamente solo alcuni, si vedono convocare a titolo postumo dinanzi a tribunali di carta che pretendono di operare una revisione della loro posizione nel mondo letterario o nella storia delle idee il che permette di togliere i loro nomi dalle targhe stradali o dalle facciate degli istituti scolastici a loro intitolati. L'epurazione del 1945 non è stata sufficiente. Le si aggiunge ogni giorno un post scriptum rifacendo il processo a Céline o trasformando Carrel in "precursore delle camere a gas", mentre ci sono avversari della pena di morte che esprimono pubblicamente il rimpianto di non poter fucilare Brasillach una seconda volta. Non si è del resto vista di recente la Banca di Francia rinunciare a raffigurare su una banconota l'effigie dei fratelli Lumiére, inventori del cinema, perché costoro avevano sostenuto il governo di Vichy – e questo nello stesso momento in cui all'Eliseo sedeva un uomo [Mitterrand, ndt] a suo tempo decorato dell'ordine della Francisque”

Alain de Benoist (1943) scrittore francese

istituito da Pètain per ricompensare chi aveva ben meritato ai suoi occhi, ndt
Origine: Da Pensiero unico e censura, Diorama letterario, gennaio 1998.

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“I rivoltosi non hanno motivazioni fondamentalmente politiche o religiose. Essi incendiano le loro stesse scuole, i loro stessi ospedali, le automobili dei loro vicini. Praticano sui loro "territori" la politica della terra bruciata. Quello che esprimono è un'ostilità assoluta per tutto quello che, da vicino o da lontano, evoca l'autorità, le istituzioni, lo Stato o i pubblici poteri. La violenza a cui assistiamo in questi giorni è un lungo grido di odio, ma anche di disperazione, da parte di «giovani» che sono quasi tutti disoccupati, in situazione di fallimento scolastico e che constatano di non avere alcun posto in una società globale dove la povertà non cessa di avanzare, mentre le grandi società industriali vedono regolarmente aumentare i loro utili. Essi si ribellano perché constano questo, ma più si ribellano più arretrano. Per questi giovani ribelli, dediti fin dall'infanzia alla delinquenza e alla strada, semplicemente non c'è futuro. Una «vita normale» sembra un sogno inaccessibile. Molti pensano che tali rivolte segnino il fallimento della «società multiculturale». La formulazione è troppo facile. Contrariamente a quello che si afferma ovunque, noi non siamo in una società "multiculturale", ma in una società contemporaneamente multi-etnica e tristemente monoculturale”

Alain de Benoist (1943) scrittore francese

in cui la cultura si riduce ai valori mercantili e alla passione per il consumo
Origine: Da La Francia va a fuoco?, Tribune libre, 7 novembre 2005.

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“Perciò non devi attribuire a Epicuro quei pensieri che t'ho inviato: sono di dominio pubblico, e soprattutto della nostra scuola. […]
Dovunque volgi lo sguardo, ti si presentano massime che potrebbero considerarsi notevoli se non si leggessero insieme con altre dello stesso valore. Perciò abbandona la speranza di poter gustare superficialmente l'ingegno dei sommi uomini; tu devi studiarlo e considerarlo nella sua unità. Ogni suo aspetto ne richiama sempre un altro, ciascuna parte, connettendosi con l'altra, dà completezza all'opera dell'ingegno umano. Niente può essere tolto senza rompere l'unità del pensiero. Non dico che non si possano considerare le singole membra, purché non si prescinda dall'intero organismo. […]
Ma per un uomo di matura esperienza è disdicevole cercare fiorellini, sostenersi con poche massime ben note e affidarsi alla memoria. È ormai tempo che uno poggi su se stesso, che esprima questi pensieri con parole sue e non a memoria. Ed è specialmente disdicevole per un vecchio o per uno che si affaccia alla vecchiaia una cultura basata su raccolte di esempi scolastici. «Questo l'ha detto Zenone». E tu che dici? «Questo l'ha detto Cleante.» E tu? Fino a quando ti muoverai sotto la guida di un altro? Prendi tu il comando ed esprimi anche qualcosa di tuo, che altri mandino a memoria. […]
Hanno esercitato la memoria sul pensiero altrui, ma altro è ricordare, altro è sapere. Ricordare è custodire ciò che è stato affidato alla memoria, mentre sapere significa far proprie le nozioni apprese e non star sempre attaccato al modello, con lo sguardo sempre rivolto al maestro. «Questo l'ha detto Zenone, questo Cleante.» Ci sia qualche differenza fra te e il tuo libro. Fino a quando penserai ad imparare? È tempo anche di insegnare. Che ragione c'è che io senta dire da te quello che posso leggere in un libro? […]
La verità è accessibile a tutti, non è dominio riservato di nessuno, e il campo che essa lascia ai posteri è ancora vasto.”

lettera 33; 1975
Epistulae morales ad Lucilium

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“Erasmo trovava un modo efficace per difendersi dagli ultimi maestri di Scolastica: si addormentava sui banchi.”

Giuseppe Pontiggia (1934–2003) scrittore italiano

Il giardino delle Esperidi

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“«Dio» dice San Paolo «lo vediamo qui in terra per riflesso e per enigma. Dopo morte lo vedremo sul serio.»
Per «riflesso» si possono intendere anche certi uomini dabbene chiamati santi, che fanno come da genitori a quei bimbi un po' feroci che sono gli uomini. Che San Benedetto e Santa Scolastica fossero buoni genitori, non pare cosa dubbia.”

Alfredo Panzini (1863–1939) scrittore e critico letterario italiano

da Ultimi viaggi di un povero letterato, in La cicuta, i gigli e le rose
Origine: Prima lettera ai Corinzi: «Ora vediamo come in uno specchio, in maniera confusa; ma allora vedremo faccia a faccia.»

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“[Sul decreto semplificazioni e sviluppo] Gli italiani devono sapere che, grazie a questo provvedimento, un passo importante è stato fatto in direzione delle misure che mirano a una piena liberalizzazione della pubblica amministrazione, favorendo in questo modo un risparmio importante di spesa e alleggerendo ancora una volta le tasche dei contribuenti, nel senso positivo però: i pagamenti INPS sono online, i certificati dei comuni in tempo reale, la semplificazione delle procedure per l'edilizia, le misure per l'ammodernamento degli edifici scolastici. Si traccia in pratica, con questo decreto-legge, un'importante road map per la diffusione della banda larga ed ultra larga. Si semplificano le procedure per l'assunzione dei lavoratori extracomunitari e tutto questo, onorevole Presidente, onorevoli colleghi, nel breve volgere di un paio di mesi a fronte di quasi quattro anni di legislatura perduti appresso a fantasticherie e leggi inutili. A noi sembra tantissimo quello che si sta facendo e, anche se ne nell'azione del Governo ci può essere qualche ombra, il Paese comunque è salvo. Futuro e libertà per il Terzo Polo voterà a favore di questo provvedimento, ribadendo il suo pieno sostegno al Governo Monti, che è un Esecutivo la cui nascita abbiamo fortemente auspicato e favorito, perché siamo consci che il precedente assetto politico e di Governo stava inesorabilmente conducendo l'Italia oltre il baratro della crisi finanziaria e della recessione economica. Questa, senza voler alimentare polemiche con nessuno, è la cifra politica di Futuro e libertà per il Terzo Polo. Il nostro sostegno non si caratterizza e non si caratterizzerà per i distinguo populisti con i quali altri, pure, onorevole Antonio Di Pietro, provano a lucrare elettoralmente sull'inevitabile malcontento di qualche categoria sociale interessata dalle riforme.”

Antonino Lo Presti (1954) avvocato e politico italiano

Origine: Citato in Seduta della Camera di Deputati n. 617 del 4 aprile 2012 http://nuovo.camera.it/412?idSeduta=0617&resoconto=stenografico&indice=cronologico&tit=00040&fase=#sed0617.stenografico.tit00040.sub00030 – Seguito della discussione del disegno di legge: Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 9 febbraio 2012, n. 5, recante disposizioni urgenti in materia di semplificazione e di sviluppo (Approvato dalla Camera e modificato dal Senato) (A.C. 4940-B)., Camera dei Deputati, 4 aprile 2012.

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“Nei galatei per i bambini e le bambine, soprattutto del popolo, l'igiene personale è un compito che spetta a loro, in questo caso viene loro riconosciuta una grande autonomia e responsabilità. Sembra esplicito l'intento di formare attraverso i bambini dei cittadini nuovi, finalità non trascurata neppure dalla politica scolastica del secondo Ottocento. I bambini e le bambine devono preoccuparsi della pulizia della persona e degli abiti, indossati con grazia e sempre «convenienti», cioè adeguati alla propria condizione sociale. Nei galatei il corpo è lo specchio dell'anima, «la nettezza e l'ordine esteriore indicano mondezza e purezza dell'anima» si legge ne Il piccolo galateo del 1897. «Il corpo è l'abitazione dell'anima; questo voi già sapete da un pezzo. Ma perché l'anima possa esercitare il suo potere è necessario che il corpo sia sano. Per conservarlo sano bisogna averne cura. Si ha dunque il dovere di avere cura del corpo» si ricorda alle bambine della terza elementare ancora nel 1907. I bambini devono lavarsi con l'acqua fresca, «facendo anche uso del sapone», le mani, il viso, le orecchie, il collo, i denti e pettinarsi tutte le mattine; i piedi devono essere lavati con frequenza soprattutto d'estate, si ricorda ne Il piccolo galateo del 1897, tralasciando di parlare del bagno e delle altre parti del corpo, come avverrà solo a partire dagli inizi del Novecento.”

Origine: Le bambine nella storia dell'educazione, p. 267

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“C'è anche un altro aspetto su cui mi interesserebbe lavorare. Mi riferisco ad un progetto educativo finalizzato a contrastare la mercificazione dell'immagine della donna. Questo è un tema che nel nostro Paese e più avvertito che in altri, poiché sicuramente attraverso tutti i mezzi di informazione si osserva una tendenza a diffondere una determinata immagine della donna e a mercificarne il corpo. Anche in questo caso occorre mutuare da esperienze che altrove hanno funzionato. È pertanto necessario introdurre nei progetti educativi la dimensione di genere, perché sia naturale accettare le diversità, non solo quelle di genere. Un simile progetto dovrebbe permetterci di monitorare i messaggi, le pubblicità, i testi scolastici per verificare che questi diffondano un messaggio sul genere che sia il più possibile corretto. Naturalmente non stiamo evocando nessun tipo di censura: ho esposto il concetto in maniera molto chiara proprio perché non vorrei essere etichettata come un'oscurantista. Sto parlando di progetti educativi che possano coinvolgere i bambini e gli adolescenti e che facciano loro presente che la diversità è un normale fatto della vita che va accettato senza ammiccamenti o retropensieri non particolarmente edificanti.”

Elsa Fornero (1948) economista e accademica italiana

Origine: Citato in Senato della Repubblica Italiana – XVI Legislatura – 1ª Commissione permanente (Affari Costituzionali) – Seduta n. 349 del 24 gennaio 2012 http://www.senato.it/service/PDF/PDFServer/DF/279577.pdf (pom.) – Comunicazioni del Ministro del lavoro e delle politiche sociali con delega alle pari opportunità sugli indirizzi programmatici, Senato della Repubblica Italiana, 24 gennaio 2012.

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“La virtuale eclissi della discussione sui contenuti dell'insegnamento, sostituita da un asfissiante fuoco d'artificio su metodologie, obiettivi, profili ed altra irrilevante cartaccia politico-sindacale, […] rimanda alla grande ipotesi filosofica di Martin Heidegger sulla progressiva dissoluzione e trasformazione della tradizione metafisica occidentale in tecnica planetaria. Il carattere anonimo, impersonale ed autoriproduttivo della tecnica planetaria è effettivamente indifferente ai contenuti culturali che lo accompagnano, contenuti culturali creati, elaborati e discussi in una precedente epoca storica di tipo "metafisico". In questo senso, l'attuale tendenza a trasformare lo stesso Internet da rete di comunicazione agile e veloce (cosa che indiscutibilmente è) in una sorta di orizzonte culturale nuovo ed epocale in sé, che caratterizzerebbe un'intera epoca storia avveniristica lasciandosi alle spalle il vecchio ciarpame librario, deve essere considerata come un segnale significativo. I pedagogisti pazzi, i politici superficiali ed i sindacalisti ciarloni che ritengono forse di essere i soggetti consapevoli e progettuali di queste riforme scolastiche non immagina neppure, anche (ma non solo) per carenza di educazione filosofica, di non essere che gli oggetti inanimati di una trasformazione epocale che non riescono neppure a capire. Sarebbe bene che Umberto Galimberti o Emanuele Severino gliela spiegassero, perché al di sotto di questi nomi "supernoti" essi non darebbero certo ascolto a nessuno.”

Costanzo Preve (1943–2013) filosofo e saggista italiano

Origine: L'educazione filosofica, p. 142

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“Desidero che un giovane architetto sia capace di trovare in qualsiasi circostanza la sua strada; desidero che, traendole dalle condizioni tecniche economiche e sociali nelle quali si trova a operare, egli crei, in piena indipendenza, forme autentiche, genuine, anziché imporre formule scolastiche a dati ambientali che possono esigere soluzioni del tutto diverse.”

Walter Gropius (1883–1969) architetto, designer e urbanista tedesco

Origine: Da una dichiarazione resa a The Architectural Record, maggio 1937; riportato in Architettura integrata, traduzione di R. Pedio, Il Saggiatore, 2010, capitolo I, Impostazione, p. 21 https://books.google.it/books?id=m9SihUqcSg8C&pg=PA21. ISBN 8856502194

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“Con l'inizio dell'anno scolastico la sinistra puntualmente ricomincia con i suoi fallimentari tentativi di agitare la piazza contro il governo. I sedicenti precari che stanno attuando un falso e pretestuoso sciopero della fame davanti Montecitorio non hanno a che fare con la scuola, ma hanno con la provocazione e speculazione politica.”

Giorgio Clelio Stracquadanio (1959–2014) politico e giornalista italiano

Origine: Citato in Scuola: Stracquadanio (PDL), Finti precari. Sono solo militanti politici http://www.asca.it/news-SCUOLA__STRACQUADANIO_%28PDL%29__FINTI_PRECARI__SONO_SOLO_MILITANTI_POLITICI-944476-ORA-.html, ASCA, 27 agosto 2010.

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“Dapprima Dio creò gli idioti. Per esercitarsi. Poi creò i comitati scolastici locali.”

Mark Twain (1835–1910) scrittore, umorista, aforista e docente statunitense

Imprecazioni d'autore

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“Ho più volte proposto di inserire nei programmi scolastici l'insegnamento dell'antropologia. Qualcuno crede ancora che sia una disciplina dedicata allo studio di popoli esotici e rivolta al passato. Invece l'antropologia parla al presente. Conoscere le regole e i meccanismi attraverso cui si costituiscono le società è importante quanto sapere che la terra gira intorno al sole.”

Françoise Héritier (1933–2017) antropologa francese

Origine: Citato in Anais Ginori, Françoise Héritier Così, dopo Lévi-Strauss ho deciso di passare ai piccoli piaceri della vita http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2012/06/15/francoise-heritier-cosi-dopo-levi-strauss-ho-deciso.html?ref=search, la Repubblica, 15 giugno 2012, p. 43.

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