Frasi su svolta

Una raccolta di frasi e citazioni sul tema svolta, stato, vita, grande.

Frasi su svolta

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“Ogni momento è un'occasione per dare una svolta!”

Eminem (1972) rapper, attore e produttore discografico statunitense
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“Ero sotto un cattivo segno, ma poi ti ho vista la prima volta, e ho capito che eri tu la svolta per Guè Pequeno.”

Gue Pequeno (1980) rapper italiano

da Non lo spegnere reloaded, n. 5
Il ragazzo d'oro

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“Odio gli indifferenti. Credo che vivere voglia dire partecipare. Chi vive veramente non può non essere cittadino partecipe. L’indifferenza è abulia, è parassitismo, è vigliaccheria, non è vita. Perciò odio gli indifferenti.

L’indifferenza è il peso morto della storia. L’indifferenza opera potentemente nella storia. Opera passivamente, ma opera. È la fatalità; è ciò su cui non si può contare; è ciò che sconvolge i programmi, che rovescia i piani meglio costruiti; è la materia bruta che strozza l’intelligenza. Ciò che succede, il male che si abbatte su tutti, avviene perché la massa degli uomini abdica alla sua volontà, lascia promulgare le leggi che solo la rivolta potrà abrogare, lascia salire al potere uomini che poi solo un ammutinamento potrà rovesciare. Tra l’assenteismo e l’indifferenza poche mani, non sorvegliate da alcun controllo, tessono la tela della vita collettiva, e la massa ignora, perché non se ne preoccupa; e allora sembra sia la fatalità a travolgere tutto e tutti, sembra che la storia non sia altro che un enorme fenomeno naturale, un’eruzione, un terremoto del quale rimangono vittime tutti, chi ha voluto e chi non ha voluto, chi sapeva e chi non sapeva, chi era stato attivo e chi indifferente. Alcuni piagnucolano pietosamente, altri bestemmiano oscenamente, ma nessuno o pochi si domandano: se avessi fatto anch’io il mio dovere, se avessi cercato di far valere la mia volontà, sarebbe successo ciò che è successo?

Odio gli indifferenti anche per questo: perché mi dà fastidio il loro piagnisteo da eterni innocenti. Chiedo conto a ognuno di loro del come ha svolto il compito che la vita gli ha posto e gli pone quotidianamente, di ciò che ha fatto e specialmente di ciò che non ha fatto. E sento di poter essere inesorabile, di non dover sprecare la mia pietà, di non dover spartire con loro le mie lacrime.

Io partecipo, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l’attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c’è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, partecipo. Perciò odio chi non partecipa, odio gli indifferenti.”

Antonio Gramsci (1891–1937) politico, filosofo e giornalista italiano
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“Notte raminga e fuggitiva lanciata veloce lungo le strade d’Emilia a spolmonare quel che ho dentro, notte solitaria e vagabonda a pensierare in auto verso la prateria, lasciare che le storie riempiano la testa che così poi si riposa, come stare sulle piazze a spiare la gente che passeggia e fa salotto e guarda in aria, tante fantasie una sopra e sotto all’altra, però non s’affatica nulla. Correre allora, la macchina va dove vuole, svolta su e giù dalla via Emilia incontro alle colline e alle montagne oppure verso i fiumi e le bonifiche e i canneti. Poi tra Reggio e Parma lasciare andare il tiramento di testa e provare a indovinare il numero dei bar, compresi quelli all’interno delle discoteche e dei dancing all’aperto ora che è agosto e hanno alzato persino le verande per godersi meglio le zanzare e il puzzo della campagna grassa e concimata. Lungo la via Emilia ne incontro le indicazioni luminose e intermittenti, i parcheggi ampi e infine le strutture di cemento e neon violacei e spot arancioni e grandifari allo iodio che si alzano dritti e oscillano avanti e indietro così che i coni di luce si intrecciano alti nel cielo e pare allora di stare a Broadway o nel Sunset Boulevard in una notte di quelle buone con dive magnati produttori e grandi miti. Ne immagino ventuno ma prima di entrare in Parma sono già trentatré, la scommessa va a puttane, pazienza, in fondo non importa granché.”

Camere separate

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“[Sulla partita della lattina] La partita non s'è svolta regolarmente dopo l'uscita di Boninsegna, colpito alla testa da una lattina. Il danno poteva essere molto più grave di quanto è stato. L'Inter ne è rimasta così frastornata che ha finito per perdere 7-1. Ma in quel momento il punteggio era di 1-1. Ci sono quindi tutti gli estremi per cancellare quella gara.”

Giuseppe Prisco (1921–2001) avvocato e dirigente sportivo italiano

Origine: Citato in Gianpiero Lotito e Filippo Grassia, Inter. La grande storia nerazzurra dal 1908 a oggi, SEP editrice, 2006; citato in 1970-1979: Una lattina per alleata http://temi.repubblica.it/sport-100-anni-di-inter/1970-1979-una-lattina-per-alleata/, Repubblica.it.

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“Il gruppo dirigente del partito [Partito Democratico] è talmente logoro che, se anche dicesse qualcosa di chiaro, nessuno lo ascolterebbe. Mi batterò per una svolta radicale del gruppo dirigente e del programma. Non ci sono altre vie. L'alternativa è la morte politica, tra gli applausi.”

Vincenzo De Luca (1949) politico italiano

Origine: Citato in Felice Naddeo, Inceneritore, pubblicato il bando di gara http://corrieredelmezzogiorno.corriere.it/salerno/notizie/politica/2010/3-novembre-2010/inceneritore-pubblicato-bando-gara--1804084860824.shtml, Corriere.it, 3 novembre 2010.

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“L'introduzione nel dettato costituzionale del principio dell'equilibrio tra entrate e uscite è un risultato non banale e affatto scontato. È un momento solenne quello che stiamo vivendo, è una svolta di portata storica per il legislatore italiano, che sceglie, oggi, di vincolare le proprie decisioni future di politica economica al rigore finanziario, né più né meno di come richiesto a un buon padre di famiglia nella propria gestione domestica o a un buon amministratore nella gestione della propria azienda.”

Antonino Lo Presti (1954) avvocato e politico italiano

Origine: Citato in Seduta della Camera dei Deputati n. 555 del 30 novembre 2011 http://documenti.camera.it/apps/commonServices/getDocumento.ashx?idLegislatura=16&sezione=assemblea&tipoDoc=stenografico&idSeduta=0555&nomefile=stenografico&ancora=sed0555.stenografico.tit00080.sub00010.int00120#sed0555.stenografico.tit00080.sub00010.int00120 Dichiarazioni di voto finale – A.C. 4205-A ed abbinati – XVI Legislatura – Resoconto stenografico dell'Assemblea. Camera dei Deputati, 30 novembre 2011.

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“L'Italia intera è grata ai Carabinieri per il loro spirito di abnegazione e attaccamento al dovere, garanzia di tutela per il cittadino. L'Italia è grata anche per la meritoria azione svolta in campo internazionale sempre contraddistinta da umanità e fermezza nel rispetto delle civiltà e delle tradizioni.”

Carlo Azeglio Ciampi (1920–2016) 10º Presidente della Repubblica Italiana

Origine: Dal messaggio di augurio e di ringraziamento all'operato dei Carabinieri del Presidente della Repubblica per il 191° anniversario dell'Arma dei Carabinieri. Citato in 191mo anniversario dell'Arma: più arresti e maggiore prevenzione http://www.irpinianews.it/191mo-anniversario-dellarma-piu-arresti-e-maggiore-prevenzione/, IrpiniaNews.it, 8 giugno 2005.

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“Con grande emozione assumo una responsabilità importante. Voglio continuare l'esperienza di buon governo di chi mi ha preceduto [il governo di Roberto Formigoni], valorizzare le eccellenze che ci sono e migliorare il lavoro svolto. Ho infatti l'ambizione di fare meglio.”

Roberto Maroni (1955) politico italiano

Origine: Dal discorso d'insediamento; riportato su regione.lombardia.it http://www.regione.lombardia.it/cs/Satellite?c=News&childpagename=Cittadini%2FDetail&cid=1213590656066&p=1194454788040&packedargs=locale%3D1194453881584%26menu-to-render%3D1194454788040&pagename=CTTDNWrapper, 18 marzo 2013.

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“[L'alchimista esperiva inconsciamente] la sua proiezione come qualità della materia. Ma ciò di cui viveva l'esperienza era in realtà il suo inconscio […] Tutto ciò che era inconscio era, se attivato, proiettato sulla materia, veniva cioè incontro all'uomo dall'esterno […] [A causa del] miscuglio di fisico e psichico [egli ignora del tutto] se le trasformazioni ultime del processo alchimistico vadano ricercate maggiormente in campo materiale o in campo spirituale […] a quei tempi non si trattava di alternativa; esisteva piuttosto un regno intermedio tra materia e spirito: cioè un regno psichico di corpi sottili aventi la proprietà di manifestarsi in forma sia spirituale sia materiale […] Naturalmente questo regno intermedio di corpi sottili cessa di colpo di esistere qualora si tenti di indagare la materia in sé e per sé […] finché noi crediamo di sapere qualcosa di definitivo sulla materia e sull'anima. Ma se viene il momento in cui la fisica sfiora «regioni inesplorate, inesplorabili», e contemporaneamente la psicologia è costretta ad ammettere che esistono altre forme d'esistenza psichica al di fuori delle acquisizioni personali della coscienza, in cui cioè anche la psicologia cozza contro un'oscurità impenetrabile, allora quel regno intermedio ritorna in vita, e il fisico e lo psichico si fondono una volta di più in un'unità indivisibile. Oggi ci siamo molto avvicinati a questa svolta.”

Carl Gustav Jung (1875–1961) psichiatra, psicoanalista e antropologo svizzero

Origine: Da Psicologia e alchimia (1935); citato in von Franz, Psiche e materia, p. 124.

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“La decifrazione dei necrologi è un lavoro delicato, che va svolto con molta attenzione e che consente di colmare alcune lacune.”

Licio Gelli (1919–2015) faccendiere e giornalista italiano

libro Come arrivare al successo, un'esperienza di vita

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“L'amore ha sempre svolto romanzi, ossia l'arte di amare è sempre stata romantica.”

Novalis (1772–1801) poeta e teologo tedesco

fr. 584
Frammenti

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“I nove decimi delle attività di un governo moderno sono dannose; dunque, peggio son svolte, meglio è.”

Bertrand Russell (1872–1970) filosofo, logico e matematico gallese

da The Problem of China, George Allen & Unwin, Londra, 1922

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“[Si riporta l'esempio, divenuto celebre, della manifattura di spilli usato da Smith per illustrare gli effetti della divisione del lavoro. ] In queste grandi produzioni destinate a soddisfare i bisogni di un gran numero di persone, ogni ramo differente del lavoro richiede un gran numero di lavoratori, che rende impossibile radunare tutti nella stessa casa lavoro. Noi raramente possiamo vedere in una volta sola più di quelli impegnati in un singolo ramo. Sebbene in simili produzioni, di conseguenza, il lavoro può essere davvero diviso in un gran numero di parto, rispetto a quelle di natura più frivola, la divisione non è così ovvia, ed è stata perciò poco osservata.
Prendiamo dunque un esempio in una manifattura di poco conto dove la divisione del lavoro è stata molto spesso citata, quella, cioè, dello spillettaio; un operaio non educato in questa manifattura (che la divisione del lavoro ha reso uno speciale mestiere), non preparato all'uso del macchinario realizzato per questo (la cui invenzione probabilmente è stata resa possibile dalla stessa divisone), può a fatica, forse, con la sua laboriosità, produrre uno spillo al giorno, e di certo non può produrne 20. Dato il modo in cui viene svolto oggi questo compito, non solo tale lavoro nel suo complesso è divenuto mestiere particolare, diviso in un certo numero di specialità, la maggior parte delle quali sono anch'esse mestieri particolari. Un uomo trafila in metallo, un altro raddrizza il filo, il terzo lo taglia, un quarto gli fa la punta, un quinto lo schiaccia l'estremità dove deve inserirsi la capocchia; fare la capocchia richiede due o tre operazioni distinte; inserirle in attività distinta, pulire gli spilli è un'altra, e persino il metterli nella carta un'altra occupazione se stante, sicché l'importante attività di fabbricare uno spillo viene divisa, in tal modo in circa 18 distinte operazioni che, in alcune manifatture, sono tutte compiute da mani diverse, sebbene si diano casi in cui la stessa persona ne compie due o tre. Io ho visto una piccola manifattura di questo tipo dove erano impiegati solo 10 uomini, e dove alcuni di essi di conseguenza compivano due o tre distinte operazioni. Ma sebbene loro fossero assai poveri, e perciò non disponessero molto delle macchine necessarie, potevano, quando si impegnavano a vicenda, fare all'incirca dodici libbre di spilli in un giorno. Una libbra contiene più di mille spilli di grandezza media. Quelle 10 persone, quindi, riuscivano a fare più di 40.000 spilli al giorno. Ciascuno di loro 10 dunque, facendo una decima parte di 48000 spilli, può essere considerato come se ne fabbricasse 4800 in un giorno. Se invece avessero lavorato tutti separatamente e indipendentemente senza che alcuno di loro fosse stato previamente addestrato a questo compito particolare, non avrebbero certamente potuto fabbricare neanche 20 spilli al giorno per ciascuno, forse neanche un solo spillo al giorno; cioè certamente non la duecentoquarantesima parte, e forse neanche la quattromilaottocentesima parte di quel che sono intanto capaci di compiere in conseguenza di una appropriata divisione e combinazione delle loro differenti operazioni.
In tutte le altre arti e manifatture, gli effetti della divisione del lavoro sono analoghi a quelli che abbiamo riscontrato in quest'attività di modestissimo rilievo; sebbene, in molte di esse, il lavoro non possa essere suddiviso fino a questo punto, né ridotto a una tale semplicità di operazioni. La divisione del lavoro, comunque, nella misura in cui può essere introdotta, determina in ogni mestiere un aumento proporzionale delle capacità produttive del lavoro.”

cap. 1 http://www.wsu.edu/~dee/ENLIGHT/WEALTH1.HTM
La ricchezza delle nazioni

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“Ho quattro uomini addetti ai cavalli che dimorano nelle vicinanze. Il lavoro leggero, che necessita di parecchie braccia, è svolto da bande. I campi richiedono molto lavoro leggero, quale la sarchiatura, la zappatura, alcune operazioni per concimare, la raccolta delle pietre, etc. Che sono effettuate dalle "gangs" o bande organizzate che alloggiano nelle località aperte. La banda consta d'una numero di persone che varia da 10 a 50 persone, donne e bambini d'ambo i sessi, sebbene i ragazzi in genere giunti al tredicesimo anno di età, vadano via e in ultimo bambini di entrambi i sessi. Capo della banda è un capobanda che in ogni caso è un normale operaio agricolo, quasi sempre un cd. ceffo, individuo privo di senso morale, dagli umori instabili, ubriacone ma dotato d'un po' d'intraprendenza e di "savoir faire". Egli recluta la banda, che lavora sotto il suo comando e non sotto il comando del fittavolo. Con questo ultimo in genere stabilisce una paga a cottimo; i suoi introiti, che in media non vanno troppo oltre quelli d'un normale operaio agricolo, dipendono quasi totalmente dalla capacità che egli possiede di smungere dalla sua banda la maggiore quantità possibile di lavoro entro il tempo concordato. I fittavoli si sono accorti che le donne lavorano seriamente soltanto sotto la dittatura di un uomo che donne e bambini quando hanno preso il via effondono le proprie forze vitali in maniera realmente impetuosa, cosa di cui Fourier era già a conoscenza, mentre l'operaio maschio adulto è così perfido da risparmiarle quanto più è possibile. Il capobanda gira da un podere all'altro e in questa maniera è in grado di occupare la propria banda per 6-8 mesi all'anno.”

Libro I, settima sezione, cap. 21, p. 502
Il Capitale

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“La vita è un labirinto dove, prima ancora di aver imparato a camminare, prendiamo la svolta sbagliata.”

Cyril Connolly (1903–1974) critico letterario e scrittore britannico

La tomba inquieta

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“Gesù, diventato Cristo, è ancora fortemente giudaico; quando diventò il Logos, nel Ternarium trinitario, fu reso decisamente platonico; Gesù Cristo sarà reso oggetto di volontà d'ortodossia; le dommatiche lo chiuderanno entro formule che vogliono essere «esclusive», ed escludenti; le teologie cercheranno, qualche volta, di rompere la scorza delle definizioni dommatiche, ma sempre saranno tenute a questa o a quella ortodossia. Gesù, diventato Cristo, aveva diritto di essere lasciato libero da restrizioni umane; tanto valeva lasciarlo nella sua sfera umana soltanto (come Gesù). Noi siamo davanti alla necessità di riprendere il filo là dove le dommatiche lo hanno tagliato; Gesù, traslato nella sfera del divino, non può fermarsi ad essere il Cristo; e neanche il Logos; egli deve essere il veramente libero da ogni condizionamento, deve essere Gesù Libero, Iesoūs Eléutheros. Le teologie e le dommatiche non diventano superflue; esse hanno svolto un grande ruolo nel passato; possono averne altro nell'avvenire; non siamo che alla preistoria del Cristianesimo; la storia di Gesù riparte oggi; per ripartire senza condizionamenti basta esser coerenti col significato della sua traslazione nel non-umano. Chiediamo la liberazione di Gesù. Se Egli resta solo il Cristo, non è ancora interamente libero. Cadranno le vigenti dommatiche? I dizionari teologici diventeranno glossari di archeologia e di filologia? Ma di cosa vi preoccupate, o uomini di poca fede…! Gesù non vale più dei vostri dizionari e dei vostri concilii?”

Giovanni Giraldi (1915–2014) filosofo, filologo e accademico italiano

in Sistematica NN. 156-157, p. 13-14
Gesù

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“Sembra talvolta che ci siano due Tolstoj. Uno, il più conosciuto, è il romanziere celebre […].
L'altro Tolstoj, che pare nascere, già vecchio, dopo il 1880, è il pensatore anarchico e cristiano che mette sotto accusa la società com'è e condanna la ricchezza, il sesso, l'arte come «vizi» del nostro mondo; contrapposto a quello vitalistico, è un Tolstoj etico (non moralista, com'è talvolta detto: Tolstoj non è un moralista, se mai il contrario) e razionalista, uno che a ogni passo si guarda vivere, e vivendo cerca le ragioni della vita. Per questo verifica di continuo, come in una colossale equazione, i dati della coscienza con quelli della realtà. L'esercizio, anche se svolto con forza logica prodigiosa (tanto che Ludwig Wittgenstein considerava Tolstoj uno dei suoi maestri), appare a molti vagamente maniacale e, alla fine, noioso. I biografi tolstoiani simpatizzano di solito col primo Tolstoj, che si presta al cliché facile del genio sregolato e fa più scena, e mettono il secondo, dato che non possono ignorarlo, come dietro un vetro spesso: si vede il gesticolare, ma non si capisce quel che dice, e l'effetto è curioso.
I Diari di Tolstoj (che tiene, con qualche interruzione, per sessantatré anni) fanno giustizia di questa dicotomia. La forza vitale e il pensiero, la vita e la riflessione su di essa, che possono sembrare contrastanti, appaiono qui complementari e inscindibili, fusi, per tutto il corso dell'esistenza tolstoiana, in un unico modo di capire e sentire il mondo. Essi ci mostrano il filo ininterrotto che lega il primo e il secondo Tolstoj […].”

dall'introduzione a Lev Nikolaevič Tolstoj, I diari, Longanesi, Milano, 1980, pp. 9-10

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“[Sulle dimissioni di Terzi dalla carica di Ministro degli affari esteri] Sono rimasto stupefatto per ciò che il Ministro ha fatto e per ciò che il Ministro non ha fatto in connessione con le sue dimissioni. Ciò che ha fatto è aver reso note qui le sue dimissioni, senza alcuna informazione preventiva né al Capo dello Stato né al Presidente del Consiglio, ma soprattutto ciò che non ha fatto. Abbiamo tutti esperienza di funzionamento degli organi decisionali, di organi collegiali e sappiamo tutti che possono esistere all'inizio divergenze di punti di vista. Sappiamo tutti che è natura della collegialità pervenire a decisioni condivise. Sappiamo anche tutti che può essere al limite utilizzato lo strumento per indurre altri partecipanti alla decisione, o in questo caso il Presidente del Consiglio, a modificare la loro posizione; può anche essere utilizzato un preannuncio di dimissioni a meno che qualche cosa cambi. Signori, niente di questo è avvenuto, né alle riunioni del CISR, né alla riunione che si è svolta nel mio ufficio a Palazzo Chigi ieri mattina dalle 11 alle 13, alla presenza del Ministro della difesa, del Ministro degli affari esteri e in collegamento frequente, telefonico e via internet, con il Ministro della giustizia e con altri collaboratori. Abbiamo messo a punto il testo che i due Ministri, a nome del Governo, avrebbero presentato, e in particolare il Ministro degli affari esteri, qui ieri pomeriggio, come poi è avvenuto, e niente mi è stato detto dal Ministro degli affari esteri circa un suo dissenso e men che meno circa una sua intenzione di dimettersi. Questo lo dico perché, sulla base di questi fatti oggettivi, ho ragione di ritenere che l'obiettivo non fosse quello di modificare una decisione, alla quale il Ministro aveva consapevolmente partecipato con il suo lavoro, ma fosse quello più esterno di conseguire altri risultati che magari nei prossimi tempi diventeranno più evidenti.”

Mario Monti (1943) politico, economista e accademico italiano

Origine: Camera di deputati della Repubblica Italiana – XVII Legislatura – Resoconto stenografico dell'Assemblea – Seduta n. 5 di mercoledì 27 marzo 2013 http://documenti.camera.it/leg17/resoconti/assemblea/html/sed0005/stenografico.pdf – Informativa urgente del Presidente del Consiglio dei ministri sulle dimissioni del Ministro degli affari esteri preannunziate nel corso della informativa sulla vicenda dei militari italiani sottoposti a procedimento giudiziario in India. Roma, Camera dei Deputati, 27 marzo 2013.

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“Quando si è assaggiato il fascino e il conforto della grande letteratura, se ne vuole sempre di più. (da Educazione”

Klaus Mann (1906–1949) scrittore tedesco

1920-1923), p. 70
La svolta
Origine: Citato in Daniel Pennac, Come un romanzo, traduzione di Yasmina Melaouah, Feltrinelli, 2003<sup>6</sup>.

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“[Sullo Juventus Stadium] Un modello e una svolta per il calcio italiano.”

Carlo Ancelotti (1959) allenatore di calcio ed ex calciatore italiano

Origine: Citato in I fotografi ringraziano la Juve per il nuovo stadio http://www.ussi.it/archivio/14-calcio/11580-i-fotografi-ringraziano-la-juve-per-il-nuovo-stadio.html, Ussi.it, 12 settembre 2011.

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“Io sono come un bimbo ch'ha paura | di restar solo in una casa grande.”

Michele Marzulli (1908–1991) poeta, pittore e scrittore italiano

da Svolta, vv.7-8, p. 82
Sull'albero sbagliato

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“Zarate vale quanto Messi.”

Claudio Lotito (1957) imprenditore e dirigente sportivo italiano

Origine: Citato in Via gli indesiderati, la svolta di Lotito http://www.lastampa.it/sport/cmsSezioni/calcio/200809articoli/16931girata.asp, La Stampa, 30 settembre 2008.

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