Frasi su corridoio

Una raccolta di frasi e citazioni sul tema corridoio, essere, tempo, dopo.

Frasi su corridoio

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“L'esperienza alla Nunziatella mi ha insegnato a lottare contro il privilegio, a ribellarmi alla competizione per arrivare primi, alla guerra contro il collega, mi ha insegnato che bisogna restare uniti. In tutte le altre scuole ti insegnano il contrario: se studi arriverai primo e avrai un privilegio maggiore di quello che arriva ultimo. Se accetti il privilegio sei finito. Non ti insegnano a lavorare perché credi in quello che fai e vuoi costruire qualcosa. No! Se sei primo, ti danno la sede vicino a casa tua, se sei primo ti fanno la macchina più bella, se sei primo ti danno la cravatta migliore. È per questo che non sopporto la cravatta bella, la macchina bella, non me ne frega nulla di stare vicino a casa. […] Alla Nunziatella dormivamo nei corridoi in 15-20 persone, tutti insieme, e ricordo che delle sere tornando ero contento che tutti i miei amici fossero lì a dormire. Pensavo: "siamo tutti qui", ed ero felice. In ogni altro ambiente di lavoro non è così, ci si scanna. Ti voglio dire una cosa importante: il papà di un mio amico, un collega della Nunziatella, che mi ospitava quando ero a Napoli, era malato, e poco prima di morire aveva telefonato al figlio e aveva chiesto di salutare anche me, che occasionalmente stavo lì; mi disse al telefono: "vogliatevi bene", quasi ossessivamente, "vogliatevi bene sempre" – io gli chiedevo come stava – e lui rispondeva: "ricordatelo, vogliatevi bene sempre, ricordatelo, ricordatelo"”

Sergio De Caprio (1961) carabiniere italiano

si vede che lui già sapeva... Anche lui era della Nunziatella, per me.
Origine: Citato in Maurizio Torrealta, Ultimo. Il capitano che arrestò Totò Riina, Feltrinelli Editore, 2001, pp. 31-32 http://books.google.it/books?id=eNBwKglWafUC&pg=PA31. ISBN 8807815486

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“Quest’ultima riga è sottolineata a matita, poi cerchiata con inchiostro nero, e anche evidenziata a margine con un punto esclamativo. Chi è stato a sottolinearla, io o lui? Non ricordo. Ricordo, però, che nel leggere Sontag la prima volta, proprio come la prima volta che ho letto Hannah Arendt, Emily Dickinson e Pascal, avevo di continuo sottili forme di estasi, improvvise e forse di natura microchimica – come piccole luci che sfarfallano nel profondo del tessuto cerebrale – quelle che prova una persona quando finalmente trova le parole giuste per definire una sensazione molto semplice e tuttavia rimasta inesprimibile fino a quel momento. Quando le parole di un altro entrano nella tua coscienza a quel modo, diventano piccoli fari concettuali. Non devono essere per forza fari illuminanti. Un fiammifero acceso in un corridoio buio, la brace di una sigaretta fumata a letto in piena notte, la cenere ardente di un fuoco quasi spento: nessuna di queste cose brilla di una luce forte per rivelare alcunché. E lo stesso è per le parole altrui. Ma talvolta una piccola luce può renderti consapevole del mondo buio e ignoto attorno a quel bagliore, dell’enorme ignoranza che avvolge quel che crediamo di conoscere. E quell’ammissione, quel venire a patti con l’oscurità è più prezioso di tutta la conoscenza che potremo mai accumulare.”

Valeria Luiselli (1983) scrittrice messicana

Origine: Valeria Luiselli, Archivio dei bambini perduti (Lost children archive, 2019) tradotto in italiano da Tommaso Pincio per "La nuova frontiera". Citato in La luce nelle parole degli altri https://www.ilpost.it/2019/09/17/archivio-dei-bambini-perduti/,

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“Nella leggenda del labirinto può essere ravvisata la rappresentazione di una nascita anale; i corridoi aggrovogliati sono l'intestino, il filo di Arianna il cordone ombelicale.”

Sigmund Freud (1856–1939) neurologo e psicoanalista austriaco, fondatore della psicoanalisi

Origine: Da Introduzione alla psicoanalisi, Nuova serie di lezioni; citato in Alain Daniélou, Śiva e Dioniso, traduzione di Augusto Menzio, Ubaldini Editore, 1980.

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“L'avvenire era un corridoio tutto nero, che aveva in fondo la sua porta ben chiusa.”

Gustave Flaubert (1821–1880) scrittore francese

La signora Bovary

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“Dopo il tacchino sul tetto, la mucca in corridoio e il giaguaro da smacchiare, in 5 anni completo lo zoo.”

Pier Luigi Bersani (1951) politico italiano

Origine: 18 febbraio 2013; citato in Politica e casta, un anno da dimenticare Le 100 dichiarazioni peggiori del 2013 http://espresso.repubblica.it/palazzo/2013/12/30/news/politica-e-casta-che-anno-da-dimenticare-le-100-dichiarazioni-peggiori-del-2013-1.147398, Espresso.repubblica.it, 30 dicembre 2013.

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“Non bisogna essere una camera – per essere Infestati – | non bisogna essere una Casa – | il Cervello – ha Corridoi che vanno al di là | di un Luogo Materiale – || assai più sicuro a Mezzanotte – incontrare | un Fantasma Esterno – | che con uno Interiore – confrontare – | quel più freddo – Ospite.”

Emily Dickinson (1830–1886) scrittrice e poetessa inglese

J670 – F407, vv. 1-8
Lettere
Origine: Citato in Criminal Minds, stagione 5, episodio 2: «Emily Dickinson ha scritto: "Non è necessario essere una stanza o una casa per essere stregata. Il cervello ha corridoi che vanno oltre gli spazi materiali".»
Origine: In Tutte le poesie. J651 – 700 http://www.emilydickinson.it/j0651-0700.html, EmilyDickinson, traduzione di G. Ierolli.

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“L'aula più grande che vi fosse a Jena risultò troppo piccola, il corridoio e il cortile erano stipati, su banchi e tavoli gli uditori stavano letteralmente gli uni sugli altri.”

Johann Gottlieb Fichte (1762–1814) filosofo tedesco

da una lettera alla moglie del 26 maggio 1794; citato nell'introduzione, p. IX
La missione del dotto, Citazioni sull'opera

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“Magdalena, non mi stuzzicare in questo modo | Proprio nel corridoio con la tua camicetta e le tette | Se la tua mamma ci trova in questo modo | Chiama un avvocato, oh come sarebbe incazzata la mamma.”

Frank Zappa (1940–1993) chitarrista, compositore e arrangiatore statunitense

da Magdalena, in Just another band from L.A.; 2011

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“[Nel 2014] La Juventus è ancora la razza padrona, contano poco gli organici. I campionati si vincono anche nei corridoi, per telefono, mica solo in campo.”

Aldo Agroppi (1944) allenatore di calcio ed ex calciatore italiano

Origine: Dall'intervista a Radio Radio; citato in Agroppi: «Juve padrona, vince al telefono» http://www.tuttosport.com/calcio/serie_a/juventus/2014/10/27-310604/Agroppi%3A+%C2%ABJuve+padrona,+vince+al+telefono%C2%BB, Tuttosport.com, 27 ottobre 2014.

“In un collegio lungo un corridoio | dei vetri si figurano di guance. | L'Ottobre con le logore bilance | viene per l'orto come un spogliatoio.”

Corrado Govoni (1884–1965) poeta italiano

Acquatina autunnale
Armonia in grigio et in silenzio

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“Era una di quelle persone malvagie per natura. Aveva gli occhi in fuori, il collo corto, largo, con un porro scuro dietro. E i pugni come mattoni. Quando tornava a casa, mi bastava il rumore dei suoi scarponi in corridoio, il tintinnio delle chiavi, il suo canticchiare. Quando si infuriava, soffiava dal naso e serrava gli occhi, come fosse sprofondato nei pensieri, poi si strofinav la faccia e diceva: "va bene, ragazzina, va bene" e sapevi che la tempesta stava per scoppiare, e niente l'avrebbe fermata. Nessuno poteva aiutarti. A volte bastava che si strofinasse la faccia o soffiasse attraverso i baffi e io vedevo nero. Da allora ne ho incrociati altri uomini cosi. Mi piacerebbe poter dire diversamente. Ma purtroppo è la verità. E ho imparato che, se scavi un po', scopri che sono tutti uguali, chi più chi meno. Alcuni sono più raffinati, lo ammetto. Possono persino avere del fascino e tu ci puoi cascare. Ma in realtà sono tutti ragazzini infelici che sguazzano nella loro stessa rabbia. Si sentono vittime. Non hanno ricevuto quello che si meritavano. Nessuno li ha amati abbastanza. Naturalmente si aspettano che sia tu ad amarli. Vogliono essere coccolati, cullati, rassicurati. Ma è un errore accontentarli. Non sono in grado di accettare ciò che ricevono, ciò di cui hanno più bisogno. La conclusione è che ti odiano. Ma è un tormento senza fine, perché non riescono ad odiarti quanto meriti, e l'infelicità, le scuse, le promesse, l'abiura, lo squallore, tutto questo non finisce mai.”

E l'eco rispose

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“Cos'altro potrei dire, se non che mi piaceva tutto della metropolitana? Amavo le lunghe gallerie, i treni fumosi, i collegamenti intricati delle linee, ciascuna delle quali possedeva caratteristiche proprie, una propria identità, per così dire. Avevo l'abitudine di bighellonare nella stazione di Richmond solo per guardare il cerchio rosso trafitto da una barra blu, il viavai dei convogli, e soprattutto per studiare la piantina, con quella forma che ricordava vagamente un insetto, il groviglio di fili colorati che, a un esame più attento, si rivelava qualcosa di più sensato: un simulacro di concatenazioni, un gioco di alternative. Me ne restavo lì impalato per ore a pormi domande tipo: Se dovessi andare da Chancery Lane a Rickmansworth, quale sarebbe il tragitto più breve? E il più lungo? Quale mi consentirebbe di percorrere le linee più colorate? Scegliere il percorso più veloce mi sembrava banale, rozzo persino, una scelta priva di immaginazione. Trovavo preferibile – o avevo fede – nel percorso più lungo.
Il cerchio rosso trafitto dalla barra blu conteneva il nome della stazione. Era una promessa di altre stazioni: Richmond prometteva i Kew Gardens, che promettevano Gunnersbury, che prometteva Turnham Green, Stamford Brook, Hammersmith e Londra. Londra! Le linee sotterranee, la Piccadilly, la Northern e la Bakerloo! Le scale mobili che sembravano sprofondare per miglia e miglia, gli interminabili corridoi tubolari col loro caldo odore di gas di scarico, il vento dei treni, il misterioso vento sotterraneo dei treni. E altre stazioni verso nord. Altre ancora verso est e ovest. Stazioni che si moltiplicavano come isole, tutte in attesa di essere visitate, con il nome racchiuso, in modo identico, in quel cerchio rosso, con quella barra blu!”

David Leavitt (1961) scrittore statunitense

IV; pp. 56-57
Mentre l'Inghilterra dorme

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“Quando la gente muore sotto le bombe, chiedere una tregua o un cessate il fuoco ha sempre senso. E considero un successo che si sia riusciti ad aprire un corridoio umanitario per evacuare i civili da Debaltseve.”

Federica Mogherini (1973) politica italiana

Origine: Citato in Ucraina, Merkel: "Incerto successo dei colloqui". Comandante Nato: "Intervento militare" http://www.repubblica.it/esteri/2015/02/07/news/nato_breedlove_putin_ucraina-106725953/?ref=HREA-1, Repubblica.it, 7 febbraio 2015.

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“Esiste per l'individuo un percorso già fatto, come un corridoio in cui tutto ciò che viene dal passato è già presente: un itinerario obbligato, che egli comunque deve percorrere. È la serie delle conseguenze di ciò che egli ha già posto come cause in vite precedenti. Qui è riconoscibile la corrente necessitante del karma, che appunto entra nel tempo come procedente dal passato.
Al tempo stesso, però, nell'individuo agisce una corrente che va verso l'avvenire: è la corrente dell'Io attiva nel pensiero puro, indipendente dagli impulsi del sentire e del volere radicati nella natura, nel sangue, nella razza, esprimenti appunto la direzione del karma, il passato. Dall'incontro e dal combinarsi delle due correnti nasce il destino. Colui che operi interiormente movendo dall'Io indipendente dal karma, modifica il proprio destino. Il contenuto del karma può assumere forme diverse a seconda della presenza del principio di libertà nell'individuo. L'uomo libero può invero trasformare il contenuto del karma: ma colui il cui pensiero non conosca l'interna liberazione, che gli è innata, non può non subire passivamente il karma.”

Massimo Scaligero (1906–1980) filosofo e esoterista italiano

Variante: Esiste per l'individuo un percorso già fatto, come un corridoio in cui tutto ciò che viene dal passato è già presente: un itinerario obbligato, che egli comunque deve percorrere. E' la serie delle conseguenze di ciò che egli ha già posto come cause in vite precedenti. Qui è riconoscibile la corrente necessitante del karma, che appunto entra nel tempo come procedente dal passato.
Al tempo stesso, però, nell'individuo agisce una corrente che va verso l'avvenire: è la corrente dell'Io attiva nel pensiero puro, indipendente dagli impulsi del sentire e del volere radicati nella natura, nel sangue, nella razza, esprimenti appunto la direzione del karma, il passato. Dall'incontro e dal combinarsi delle due correnti nasce il destino. Colui che operi interiormente movendo dall'Io indipendente dal karma, modifica il proprio destino. Il contenuto del karma può assumere forme diverse a seconda della presenza del principio di libertà nell'individuo. L'uomo libero può invero trasformare il contenuto del karma: ma colui il cui pensiero non conosca l'interna liberazione, che gli è innata, non può non subire passivamente il karma. (p. 36)
Origine: Reincarnazione e karma, p. 36

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“Abbiamo bisogno di un cambiamento culturale globale sul lavoro, dalle colline di Hollywood ai corridoi di Westminster, fino alle fabbriche di Dhaka…”

in AA.VV., Il libro del femminismo, traduzione di Martina Dominici, Gribaudo, 2019. ISBN 9788858022900