Frasi sulla decisione
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“L'introduzione nel dettato costituzionale del principio dell'equilibrio tra entrate e uscite è un risultato non banale e affatto scontato. È un momento solenne quello che stiamo vivendo, è una svolta di portata storica per il legislatore italiano, che sceglie, oggi, di vincolare le proprie decisioni future di politica economica al rigore finanziario, né più né meno di come richiesto a un buon padre di famiglia nella propria gestione domestica o a un buon amministratore nella gestione della propria azienda.”

Antonino Lo Presti (1954) avvocato e politico italiano

Origine: Citato in Seduta della Camera dei Deputati n. 555 del 30 novembre 2011 http://documenti.camera.it/apps/commonServices/getDocumento.ashx?idLegislatura=16&sezione=assemblea&tipoDoc=stenografico&idSeduta=0555&nomefile=stenografico&ancora=sed0555.stenografico.tit00080.sub00010.int00120#sed0555.stenografico.tit00080.sub00010.int00120 Dichiarazioni di voto finale – A.C. 4205-A ed abbinati – XVI Legislatura – Resoconto stenografico dell'Assemblea. Camera dei Deputati, 30 novembre 2011.

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“Ben venga la tecnologia, dunque, perché rappresenta certamente il futuro, ma ricordiamo che l'elemento uomo, che parrebbe da essa quasi relegato in secondo piano, rimane il centro, il motore, l'anima di quest'universo che ci sforziamo di governare. L'uomo e l'inquietudine, figlia dei tempi, che l'accompagna.
Perché inquietudine? Guardiamo in particolare al mondo della Magistratura e pensiamo all'aria avvelenata in cui essa si trova troppo spesso ad operare, e ci chiediamo se ciò avvenga per colpe proprie ovvero per gratuiti e interessati attacchi esterni. Ma è vano cercare di sciogliere il dilemma; occorre invece che ci si adoperi con ogni energia per togliere voce a quanti imputano ad alcuni esponenti della magistratura scarsa diligenza o vanità personale o spinte ideologiche che li orienterebbero altrove rispetto a un'interpretazione corretta e serena della norma. Se queste incrostazioni esistono devono essere rimosse perché lo esige la collettività e lo merita la stragrande maggioranza dei magistrati, per i quali la disposizione prevalente è quella della dedizione incondizionata, della volontà tenace di esercitare il proprio ministero in vista del solo bene comune, con spirito di sacrificio e senza clamori: nel silenzio che spesso non paga ma è dignità di servizio e gratificazione di coscienza. Parimenti, non sono più sopportabili quegli attacchi gratuiti, di provenienza varia, ingeneroso esercizio ormai troppo diffuso di quanti applicano la regola secondo cui la miglior difesa consiste nel distruggere l'immagine del "nemico". Il convincimento da taluni nutrito, da altri propagandato, del giudice come di un soggetto onnipotente e sordo ai problemi di coscienza, e teso a chissà quali fini impropri, è fasullo e banale: quanti ci sono vicini per ragioni di lavoro o affettive conoscono l'ansia del dubitare, la paura di non sapere offrire le corrette risposte, di non poter cogliere il frutto che a volta pare proibito e si chiama giustizia.
Non c'è e non ci può essere indifferenza nell'atto del giudicare. Non si avvia un uomo al calvario di un processo penale né lo si condanna con il sorriso sulle labbra, non si respinge un immigrato onesto con una scrollata di spalle, non si toglie un bambino a una madre o a un padre senza subirne un contraccolpo doloroso come un pugno nello stomaco. Stati d'animo con i quali il buon magistrato fa i conti in compagnia delle sole voci di dentro che impietosamente gli ricordano giorno dopo giorno come una decisione sbagliata possa stravolgere una vita e uccidere una speranza.
Rubo ancora un minuto alla vostra pazienza per un'ultima annotazione: entro pochi giorni o settimane un gruppo di magistrati milanesi chiuderà la propria attività, e a loro voglio dire: per quaranta e più anni s'è combattuta, credo, la buona battaglia – mi perdoni San Paolo per la citazione che non vuole essere irriverente – e ho speranza che ora, giunti al termine della corsa, integra si sia conservata in ognuno la fiducia negli ideali per i quali tutti fummo avviati a questo lavoro. A quanti operano e opereranno nel mondo del diritto, magistrati, avvocati, personale amministrativo, ai giovani soprattutto, auguro di raccogliere in abbondanza, forti del loro impegno e con l'aiuto di Dio, i frutti di quanto di buono si va seminando perché questo Paese, che è stato la culla del diritto e che a volte ci dilettiamo noi stessi a bistrattare al di là dei suoi demeriti, mentre dispensiamo ammirazione incondizionata a quasi tutti gli altri popoli del mondo che hanno invece, quasi tutti, tanto da imparare; questo Paese al quale, fuor d'ogni retorica, credete, mi onoro e sono fiero di appartenere, rivendichi e riprenda il suo ruolo di portabandiera nella faticosa ma entusiasmante corsa di civiltà che porta al traguardo della Giustizia.”

Ruggero Pesce (1938) giudice italiano

da Discorso di inaugurazione dell'anno giudiziario 2010 per il distretto della Corte d'Appello di Milano del Presidente Ruggero Pesce http://it.wikisource.org/wiki/Discorso_di_inaugurazione_dell%27anno_2010_per_il_distretto_della_Corte_d%27Appello_di_Milano

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“Parlarne [dell'omosessualità] o no è una decisione molto personale. Non giudico nessuno. Io ho tre bambini e non voglio che vivano vergognandosi o pensando che parte della loro vita sia un segreto che non si può rivelare perché sporco, o oscuro. Per me è più importante questa integrità della carriera.”

Matt Bomer (1977) attore statunitense

Origine: Citato in Matt Bomer: «Ho fatto coming out per i miei figli» http://www.iodonna.it/personaggi/interviste-gallery/2015/06/19/matt-bomer-ho-fatto-coming-out-per-i-miei-figli/, IoDonna, 19 giugno 2015.

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“La grandezza dell'uomo è nella decisione di essere più forte della sua condizione.”

Albert Camus (1913–1960) filosofo, saggista e scrittore francese

Origine: Citato in Ilaria Urbani, La buona novella, Guida, Napoli, 2013, p. 93 https://books.google.it/books?id=HYFZwy3zy-UC&pg=PA93. ISBN 978-88-6666-204-4

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“Gli Stati Uniti sono diventati partner dello spargimento di sangue con la loro decisione di riconoscere Gerusalemme come capitale di Israele. La dichiarazione del presidente degli Stati Uniti Donald Trump non ci vincola, né vincola Gerusalemme. Coloro che rendono difficile la vita a Gerusalemme per i musulmani e le altre fedi, non possono lavare il sangue dalle loro mani.”

Recep Tayyip Erdoğan (1954) politico turco

Origine: Citato in Gerusalemme capitale, Mogherini a Netanyahu: "Si sbaglia se crede che l'Ue seguirà Trump" http://www.repubblica.it/esteri/2017/12/11/news/gerusalemme_capitale_in_campo_la_diplomazia_internazionale_netanyahu_a_bruxelles_dobbiamo_dare_una_chance_alla_pace_-183745173/, Repubblica.it, 11 dicembre 2017.

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“Decidere di lasciare la panchina del Milan non è semplice. Ma è una decisione che dovevo prendere. Non c’è stato un momento preciso in cui l’ho maturata: è stata la somma di questi diciotto mesi da allenatore di una squadra che per me non sarà mai come le altre. Mesi che ho vissuto con grande passione, mesi indimenticabili. La mia è una scelta sofferta, ma ponderata. Rinuncio a due anni di contratto? Sì, perché la mia storia col Milan non potrà mai essere una questione di soldi.”

Gennaro Gattuso (1978) calciatore italiano

Origine: Da un'intervista a La Repubblica; citato in Milan, Gattuso conferma: "Mi dimetto, scelta sofferta. Sono stati 18 mesi indimenticabili" https://www.sportmediaset.mediaset.it/mercato/milan/milan-gattuso-conferma-mi-dimetto-scelta-sofferta-sono-stati-18-mesi-indimenticabili-_1277839-201902a.shtml/, sportmediaset.it, 28 maggio 2019.

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“L'Autore ha il dono di presentare questioni scottanti della fede cristiana con grande chiarezza e allo stesso tempo con decisione, per specialisti come per profani.”

Hans Urs Von Balthasar (1905–1988) presbitero e teologo svizzero

Origine: Dalla prefazione a Christoph Schönborn, L'unità nella fede, traduzione di E. Babini, Edizioni Studio Domenicano, 2007.

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“Un uomo tirava a sorte tutte le sue decisioni. Non gli capitò maggior male che a quelli che riflettono.”

Paul Valéry (1871–1945) scrittore, poeta e aforista francese

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“Per molta gente è difficile capire la vita familiare dell'Harem Reale, ma io cercherò di darvene una visione condensata. Mio padre, ne sono convinta, aveva un solo, vero amico: il Conte Hasimir Fenring, l'eunuco genetico, uno dei più temibili guerrieri dell'impero. Il Conte, un uomo piccolo, brutto e vivace, presentò un giorno a mio padre una nuova schiava concubina, e io fui mandata da mia madre a spiare la cerimonia. Noi tutte spiavamo mio padre, per proteggerci. Certo, una schiava concubina concessa a mio padre in base all'accordo fra il Bene Gesserit e la Gilda non poteva generare un Successore Reale, ma i loro intrighi continuavano instancabili, ossessionanti e sempre uguali. Mia madre, le mie sorelle e io ci eravamo ormai abituate a evitare i più sottili strumenti di morte. Può sembrare orribile a dirsi, ma non sicura che mio padre fosse del tutto estraneo a questi tentativi di morte. Una Famiglia Reale è diversa dalle altre. Dunque, dicevo, c'era questa nuova schiava concubina, snella, graziosa, rossa di capelli come mio padre. Aveva i muscoli di una danzatrice, e certamente la neuroseduzione faceva parte del suo addestramento. Era in piedi, davanti a mio padre, nuda, e lui la guardò a lungo, prima di dichiarare: "È troppo bella. La riserveremo per un dono". Non avete idea della costernazione che questa sua decisione creò nell'Harem Reale. L'astuzia e l'autocontrollo non erano, forse, minacce mortali per noi tutte?”

da «Nella mia casa paterna», della Principessa Irulan: Ed. Nord, p. 245
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“La politica sociale è la disperata decisione di operare i calli di un malato di cancro.”

Karl Kraus (1874–1936) scrittore, giornalista e aforista austriaco

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“[Descrivendo la sua decisione di abbandonare la madrelingua inglese, per scrivere in francese] Potete includermi nella lugubre categoria di quelli che, se dovessero agire nella più piena consapevolezza di quello che stanno facendo non agirebbero mai.”

Samuel Beckett (1906–1989) scrittore, drammaturgo e poeta irlandese

da una lettera del 1954 a Hans Naumann
Origine: Citato in Sandro Veronesi, David Foster Wallace: Così la vita eroica degli impiegati diventa un capolavoro sulla noia http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2011/10/31/david-foster-wallace-cosi-la-vita-eroica.html, la Repubblica, 31 ottobre 2011.

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“Consultare (v. tr.). Consiste nel richiedere l'approvazione altrui in merito a una decisione già adottata.”

Ambrose Bierce (1842–1914) scrittore, giornalista e aforista statunitense

1988, p. 54
Dizionario del diavolo

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“Riconsiderare (v. tr.). Cercare una giustificazione per una decisione già presa.”

Ambrose Bierce (1842–1914) scrittore, giornalista e aforista statunitense

1988, p. 154
Dizionario del diavolo

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“Anche stasera, guardandolo giocare, mi sono reso conto di quanto James ami il basket. È uno studente del gioco, è unico nel suo genere. Sono felice che abbia preso la decisione di trasferirsi a Miami, dove ci sono molti giocatori di qualità e un elevato livello di talento intorno a lui. LeBron è sereno ed è un giocatore dal grandissimo talento.”

Mike Krzyzewski (1947) allenatore di pallacanestro ed ex cestita statunitense

Origine: Citato in Krzyzewski esalta LeBron: "20 assist? Ci riuscirà presto" http://www.gazzetta.it/Nba/24-10-2012/krzyzewski-esalta-lebron-20-assist-ci-riuscira-presto-913001056262.shtml, Gazzetta.it, 24 ottobre 2012.

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“La guerra va bene per gli ufficiali, per gli ambiziosi, per gli aggiottatori […], per il potere esecutivo […]. Questa decisione solleva da ogni preoccupazione, non si hanno più doveri verso il popolo quando gli si offre la guerra.”

Maximilien Robespierre (1758–1794) politico, avvocato e rivoluzionario francese

Origine: Citato in Simone Weil, Riflessioni sulla guerra (1933), in Incontri libertari, traduzione di Maurizio Zani, Elèuthera, Milano, 2001, p. 38. ISBN 88-85060-52-8

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“La terra di Israele fu la culla del popolo ebraico.
Qui fu formata la sua entità spirituale, religiosa e nazionale. Qui esso conquistò l'indipendenza e creò una civiltà di significato nazionale ed universale.
Qui esso scrisse e dette la Bibbia al mondo.
Esiliato dalla Palestina, il popolo giudaico rimase ad essa fedele in tutti i paesi della sua dispersione, non cessando mai di pregare e di sperare per il ritorno e per la restaurazione della propria libertà nazionale.
Spinti da questa storica associazione, gli Ebrei lungo tutti i secoli si sforzarono di tornare alla terra dei loro padri e di recuperare la dignità di Stato.
In decenni recenti sono ritornati in massa.
Essi hanno bonificato il deserto, fatto rivivere la loro lingua, costruito città e villaggi e stabilito una comunità vigorosa ed in continua espansione, con una propria vita economica e culturale.
Cercarono pace, ma erano preparati a difendersi.
Recarono la benedizione del progresso a tutti gli abitanti del paese.
Dopo che numerosi congressi internazionali riconobbero lo storico legame del popolo ebraico con la Palestina e dopo che la persecuzione nazista inghiottì milioni di Ebrei in Europa, risultò ancor più chiara l'urgenza della costituzione di uno stato ebraico capace di risolvere il problema della mancanza di patria per gli Ebrei, aprendo le porte a tutti gli Ebrei ed innalzando il popolo ebraico al livello degli altri popoli nella famiglia delle nazioni.
Il 29 novembre 1947 l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha adottato una decisione a favore della fondazione di uno Stato Ebraico indipendente in Palestina ed invitato gli abitanti del paese a prendere le misure richieste da parte loro per attuare il piano. Questo riconoscimento, da parte delle Nazioni Unite, del diritto al popolo ebraico di stabilire un proprio stato indipendente non può essere annullato.”

David Ben-Gurion (1886–1973) politico israeliano

da Proclamazione dell'indipendenza, 1948

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“Mentre scendevamo mi disse: "Oh, deve stare attento, l'entrata è un po' scomoda". "Lo so, grazie," risposi. Questa storia cominciava ad annoiarmi. […] Diedi un colpo alla porta di pesante tela e mi lanciai attraverso con decisione. Naturalmente inciampai sul gradino, volai per aria e, prima di rendermi conto di cosa fosse successo, mi ritrovai con i denti ben conficcati tra una lampadina rossa e una blu in mezzo alle luci della ribalta. Stavo recitando in un teatro molto capiente, il che significa che qualunque sia la reazione degli spettatori arriva con la forza di un tuono a chi sta davanti a loro sul palcoscenico. Il volume di quella reazione specifica mi rintronò per un secondo o due. Mi rimisi in piedi in qualche modo, spolverandomi un po' i vestiti e stetti fermo per un attimo a scrutare il pubblico; poi mi girai e gettai uno sguardo a Ruby Miller che era sufficientemente professionista da non muovere un capello. Tornai a guardare il pubblico con aria supplichevole, ma non sembrava intenzionato a rinunciare così facilmente alla più grande risata del secolo. Nei molti anni trascorsi da allora a oggi ho recitato con gioia in numerose commedie […] Mi sono illuso di poter generalmente conquistare il livello di risate che io o la situazione comica meritavamo, ma ho sospirato invano; mai, proprio mai, nella mia vita ho sentito un suono così esplosivo e alto come il gioioso clamore sollevato da quel pubblico. Tutte le volte che ho pensato di avere motivo per essere soddisfatto di me stesso, il ricordo della mia prima entrata su un palcoscenico professionale ha immediatamente ristabilito il mio senso di equilibrio. Avanzai con aria miserevole sul palcoscenico verso Ruby e sedetti al suo fianco sul divano, lasciando che lei, con il suo fantastico senso della sincronizzazione, da grande esperta, facesse smettere quelle risate. […] Finalmente la mia parte sulla scena si concluse, mi alzai, mi chinai a baciare la mano a Ruby e uscii, questa volta evitando il gradino, piacevolmente accompagnato da un breve, allegro scoppiettio di applausi da parte di quel generosissimo pubblico. Al che mi montai la testa, in un allarmante risorgere di presunzione.”

Laurence Olivier (1907–1989) attore e regista britannico

Origine: Confessioni di un peccatore, pp. 36-37

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“[Riferendosi al trasferimento all'Anzhi] Mi chiede se i soldi hanno inciso nella mia decisione di trasferirmi all'Anzhi? Perché lavoriamo nella vita? Lei per quale motivo lavora? Chi dice il contrario è un ipocrita.”

Samuel Eto'o (1981) calciatore camerunese

Origine: Citato in "Soldi? Lavoriamo per quello..." http://www.sportmediaset.mediaset.it/calcio/calcioestero/articoli/69574/soldi-lavoriamo-per-quello.shtml, Sportmediaset.it, 6 ottobre 2011.

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“[Dopo aver abbandonato la conduzione degli Oscar] Capisco e appoggio completamente entrambe le parti sulla decisione di un cambio di produttori per la cerimonia. Ero felice di far parte dello show che stavamo preparando, ma sono sicuro che la nuova squadra e il nuovo presentatore faranno un lavoro altrettanto buono.”

Eddie Murphy (1961) attore, comico e doppiatore statunitense

Origine: Citato in Oscar, Eddie Murphy lascia la conduzione http://www.vanityfair.it/show/cinema/2011/11/10/oscar-eddie-murphy-lascia-brett-ratner-produttore-polemica-omofobia, VanityFair.it, 10 novembre 2011.

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“È nel momento della decisione, che si forgia il vostro destino.”

Anthony Robbins (1960) scrittore, oratore

Come migliorare il proprio stato mentale, fisico, finanziario

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“Le decisioni impetuose e audaci in un primo momento riempiono di entusiasmo, ma poi sono difficili a seguirsi e disastrose nei risultati.”

XXXV, 32; 1997
[C]onsilia calida et audacia prima specie laeta, tractatu dura, eventu tristia esse.
Ab urbe condita, Libro XXXI – Libro XL

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