Frasi su divenire

Una raccolta di frasi e citazioni sul tema divenire, essere, vita, mondo.

Frasi su divenire

“La volontà di potenza, l'egoismo innalzato a sistema, il narcisismo mentale sono le radici sottili e inconsce dello spirito di avarizia.
L'avaro vuole dominare il mondo delle forme, vuole divenire padrone dei suoi fratelli schiacciandoli con il peso delle sue ricchezze. Per questo egli accumula con passione le ricchezze – non vi è cosa che non farebbe per aumentarle – e pensa che il denaro sia tutto, che la potenza economica tenga il posto di ogni altra cosa. Quanto più sarà ricco, tanto più potrà dominare, ma come farà a sapere di essere ricco? L'avaro non lo saprà mai, vedrà se stesso sempre povero, non dirà mai basta all'ingorda fame, e così la volontà di potenza che l'ha sedotto, alla fine lo beffa, muore e il suo tesoro viene disperso.
L'avarizia così offusca il lume della ragione e la conoscenza della grazia: più sarai ricco e più avrai potenza. L'accumulare diventa una mania: l'avaro non vede che il possesso, non vive che per possedere, il possesso è per lui il fine supremo. Il possesso, da schiavo, è divenuto padrone e selvaggiamente trionfa.
L'avaro non riconosce di esserlo, afferma di essere sobrio, parsimonioso, economo, di dover fare delle privazioni per non mancare ai suoi doveri, di non poter essere generoso perché altrimenti lui stesso dovrebbe mendicare, trova continuamente nuove economie e se ne vanta come di un pregio. Non vi è nulla di più spaventoso della buona fede dell'avaro, ed è questa buona fede che gli uccide l'anima.
Gli schiavi di altre passioni finiscono presto o tardi a sentirsi a disagio, le conseguenze delle loro passioni prima o poi li fanno meditare o vergognarsi; la possibilità di riconoscere il proprio peccato è una piccola via di salvezza loro offerta. Ma l'avaro di che cosa può pentirsi o vergognarsi? Frugale per non spendere, casto per economizzare, sobrio per non sprecare, convinto di sacrificarsi per il bene dei lontani eredi, si crea, a maggiore tranquillità, la visione di opere buone cui lascerà, morendo, tutto il suo. Allora si sente un eroe, un santo, un martire.”

Giovanni Vannucci (1913–1984) presbitero e teologo italiano

La vita senza fine

Claudio Baglioni photo
Jovanotti photo

“Vedo gli occhi di una donna che mi ama | E non sento più il bisogno di soffrire | Ogni cosa è illuminata | Ogni cosa è nel suo raggio in divenire.”

Jovanotti (1966) cantautore, rapper e disc jockey italiano

da La notte dei desideri, n. 11
Ora

Hermann Hesse photo
B. K. S. Iyengar photo
Mary Shelley photo
Sandro Pertini photo
Fabrice Hadjadj photo
Gialal al-Din Rumi photo

“Muoio come pietra e divengo pianta; muoio come pianta e vengo sollevato al rango di animale; muoio come animale e rinasco come uomo… morendo come uomo, tornerò a vivere come angelo… Ma trascenderò l'angelo per divenire qualche cosa che l'uomo non ha mai visto; e allora sarò il Niente.”

Gialal al-Din Rumi (1207–1273) poeta e mistico persiano

Citazioni di Rūmī
Origine: Citato in Alfonso Maria Di Nola L'Islam. Storia e segreti di una civiltà. Newton & Compton Editori, Roma, 1989. ISBN 8882891011, p. 205.

Angelus Silesius photo
Friedrich Nietzsche photo
Ernst Jünger photo
Dino Buzzati photo

“Io voglio ricordarmi di essere stato […]. Divenire un'anima felice che ignora di essere stato Dino Buzzati, è una fregatura.”

Dino Buzzati (1906–1972) scrittore italiano

Origine: Citato in Domenico Porzio, Primi piani, Mondadori, Milano, p. 5.

Giorgio La Pira photo
Amintore Fanfani photo
Desmond Morris photo
Roberto Benigni photo
Cormac McCarthy photo
Leo Buscaglia photo
Archimede photo

“Superare le proprie limitazioni e divenire signori dell'universo.”

Archimede (-287–-212 a.C.) matematico, ingegnere, fisico e inventore greco antico
Friedrich Nietzsche photo
Prevale photo

“Il passato ha concluso il suo tempo, il presente è l'attimo, il futuro il divenire.”

Prevale (1983) disc jockey, produttore discografico e conduttore radiofonico italiano

Origine: prevale.net

Karl Jaspers photo
Victor Hugo photo

“Non è una cosa facile divenire un gentiluomo perfetto.”

1967, p. 107
L'uomo che ride

Rainer Maria Rilke photo

“Oggi ti vorrei raccontare un poco di Cézanne. Per quanto riguarda il lavoro, così afferma, ha vissuto da bohémien fino a quarant'anni. Solo più tardi, con la conoscenza di Pissarro, ha preso gusto al lavoro. Ma, allora, fino al punto di passare gli ultimi trent'anni della sua vita non facendo altro che lavorare. Senza gioia invero, come sembra, con una rabbia incessante, in conflitto con ogni sua singola opera, perché nessuna di esse gli sembrava raggiungere ciò che egli riteneva essere la cosa più indispensabile. La chiamava la réalisation, e la trovava nei "veneziani" che aveva visto e rivisto al Louvre e apprezzava incodizionalmente. Il convincente, il farsi cosa. La realtà sublimata fino a divenire indistruttibile attraverso la propria esperienza dell'oggetto, era questo che gli pareva l'intento più intimo del suo lavoro; vecchio, malandato, ogni sera consunto fino allo spasimo dal regolare lavoro giornaliero (tanto che spesso andava a dormire alle sei, all'imbrunire, dopo una cena mandata giù distrattamente), arrabbiato, diffidente, deriso ogni qual volta si recava al suo atelier, schernito, maltrattato… sperava un giorno, di raggiungere quel compimento che egli sentiva come l'unico essenziale. In tal modo […] egli aveva esacerbato le difficoltà del suo lavoro nella maniera più ostinata… si muoveva avanti e indietro nel suo studio, che aveva la luce sbagliata, in quanto il capomastro non aveva ritenuto necessario dare ascolto a quel vecchio bizzarro che ad Aix erano tutti d'accordo nel non prendere sul serio […].”

Rainer Maria Rilke (1875–1926) scrittore, poeta e drammaturgo austriaco

Lettera a Clara, 9 ottobre 1907
Lettere su Cézanne

Maximilien Robespierre photo
Giovanni Boccaccio photo
Platone photo
Giuseppe Tucci photo
Clemente Alessandrino photo

“Prima di divenire creatore era Dio, era buono e per questo volle essere demiurgo e padre.”

Clemente Alessandrino (150–215) teologo, filosofo e apologeta greco

I, 20
Il pedagogo

Ciro II di Persia photo

“[Ultime parole rivolte ai figli] Non vogliate pensare, o figli miei dilettissimi, che nel lasciare questo mondo, io cessi di essere in mezzo a voi e rientri nel nulla. Anche nel corso della mia vita non fu mai da voi veduta l'anima mia, tuttoché quanto fu da me operato fosse per voi argomento di credere che essa abitasse questo corpo. Persuadetevi della di lei esistenza anche se vi è invisibile. Per verità sarebbero inutili gli onori resi alle mute ceneri dei trapassati, se alla nostra pietà non venissero chiesti dal voto delle anime di essi, cui torna dolce di vedere conservata la propria memoria. Non crederò mai che l'esistenza dell'anima sia vincolata al corpo, e che spengasi nell'uscirne, e molto meno che inerte rimanga nel disgiungersi dall'inerte materia. Bensì che sciolta una volta dalla sostanza corporea, l'anima ritorni alla limpidezza e semplicità primitiva. In allora soltanto scintillerà il lampo della suprema intelligenza. E siccome in morte la natura dell'uomo cade in dissoluzione, ed ogni di lei elemento vediamo ritornare alla sua origine, ed ogni cosa ridursi ai principi da cui derivò: l'anima sola sì nell'atto di vestire che d'abbandonare la fragile spoglia terrena, sfugge ai nostri sensi. Osservate la morte; nulla più del sonno le rassomiglia. E tuttavia dormendo l'anima palesa la propria divina essenza, a tale punto che nella libertà dei sogni talora udiamo predire l'avvenire. Da ciò è permesso di immaginare cosa sia per divenire una essenza così sottile disciolta da ogni terreno legame. Se dunque l'anima è aspettata da tanto destino, venerate la mia quale partecipe della divinità. Se poi perisse con il corpo, voi però devoti agli Dei, che presiedono a così mirabile prodigio, non cessate di serbarmi pia ed onorata memoria.”

Ciro II di Persia (-600–-530 a.C.) imperatore persiano

Citazioni di Ciro II
Origine: Parole riportate da Cicerone in Cato Maior de Senectute, XXII.

Ashley Montagu photo
Gianni Clerici photo
Gianni Clerici photo
Eraclito photo
Guido Morselli photo
Daniel Pennac photo
Alda Merini photo
Albert Camus photo
John Ruskin photo
Erich Fromm photo

“Nulla è reale all'infuori del divenire.”

Erich Fromm (1900–1980) psicoanalista e sociologo tedesco

Origine: Avere o essere?, p. 54

George Abbot photo
Aldous Huxley photo
Oscar Wilde photo
Friedrich Nietzsche photo
Friedrich Nietzsche photo
Friedrich Nietzsche photo
George Orwell photo
Thomas Mann photo
Stefan Zweig photo
Honoré De Balzac photo
Ernst Jünger photo
Vincenzo Gioberti photo
Giacomo Leopardi photo
Giacomo Leopardi photo
Georg Wilhelm Friedrich Hegel photo
Arthur Schopenhauer photo
Enzo Ferrari photo

“Cinque anni dopo Tazio Nuvolari entrò nella Scuderia Ferrari, della quale doveva divenire in breve il portabandiera. Già allora era quell'uomo spiccio e caustico che in seguito pochi amici poterono conoscere nell'intimo.”

Enzo Ferrari (1898–1988) imprenditore, pilota

Origine: Da Il segreto di Tazio http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1985/12/27/il-segreto-di-tazio.html, la Repubblica, 27 dicembre 1985.

Napoleone Bonaparte photo

“Due miei marescialli gareggiano per ritenere sotto i proprii ordini la divisione italiana; io la lascio a Suchet che ha molto più grandi cose a fare che Macdonald. Gl'Italiani torneranno un giorno a divenire i primi soldati d'Europa. Dite al Viceré che sono molto contento del mio bravo esercito italiano.”

Napoleone Bonaparte (1769–1821) politico e militare francese, fondatore del Primo Impero francese

Origine: Citato in De Laugier, Fasti e vicende dei popoli italiani dal 1801 al 1815, to. X, Firenze, 1836, p. 43 – Aless. Zanoli, Sulla milizia cisalpino-italiana, cenni storico-statistici dal 1796 al 1814, vol. II, Milano, 1845, p. 145.

Mária Margita Alacoque photo
Vivekananda photo
Lev Nikolajevič Tolstoj photo

“Ci si può domandare se è ragionevole e morale – questi due termini sono inseparabili – uccidersi.
No! Uccidersi è irragionevole, così come tagliare i polloni di una pianta che si vorrebbe estirpare. Essa non morrà, crescerà irregolarmente, ecco tutto. La vita è indistruttibile, al di là del tempo e dello spazio. La morte non può che cambiarne la forma, mettendo fine alla sua manifestazione in questo mondo. Ma rinunciando alla vita in questo mondo, io non so se la forma che essa prenderà altrove, mi sarà più gradita e in secondo luogo io mi privo della possibilità di imparare e di acquisire a profitto del mio io, tutto ciò che avrei potuto apprendere in questo mondo. D'altra parte e soprattutto, il suicidio è irrazionale perché, rinunciando alla vita a causa del disgusto che essa mi provoca, io mostro di avere un concetto errato dello scopo della mia vita, supponendo che serva al mio piacere, mentre essa ha per scopo, da un lato, il mio perfezionamento personale e dall'altro la cooperazione all'opera generale che si compie nel mondo.
Ed è per questo che il suicidio è immorale. All'uomo che si uccide, la vita era stata data con la possibilità di vivere fino alla sua morte naturale, a condizione di essere utile all'opera generale della vita e lui, dopo aver goduto della vita, finché gli è parsa gradevole, ha rinunciato a metterla al servizio dell'utilità generale, appena gli è divenuta spiacevole; mentre verosimilmente egli cominciava a divenire utile nel preciso istante in cui la sua vita si incupiva, perché ogni lavoro comincia con travaglio.”

Lev Nikolajevič Tolstoj (1828–1910) scrittore, drammaturgo, filosofo, pedagogista, esegeta ed attivista sociale russo

p. 31

Giuseppe Siri photo
Ambrogio Donini photo
Giovanni Spadolini photo
Giuseppe Tucci photo
Klemens von Metternich photo

“Uno non può divenire differente da quello che è. Nessun germe si sviluppa, se prima non esiste.”

Klemens von Metternich (1773–1859) diplomatico e politico austriaco

Vienna, 25 dicembre 1818

Antonin Artaud photo

“Lo spazio | il tempo, | la dimensione, | il divenire, | il futuro, | l'avvenire, | l'essere, | il non essere, | l'io, | il non-io | non sono niente per me.”

Antonin Artaud (1896–1948) commediografo, attore teatrale e scrittore francese

Per farla finita col giudizio di Dio

Pietro Mennea photo
Giuseppe Moscati photo
Papa Benedetto XVI photo
Konrad Lorenz photo
Henry Jenkins photo
Osho Rajneesh photo
Alan Moore photo

“Se guardate la storia della magia, vedrete le sue origini nelle caverne. Vedrete le sue origini nello sciamanesimo, nell'animismo, nella credenza che ogni cosa che ci circonda, ogni albero, ogni roccia, ogni animale, sia abitato da una qualche forma di essenza, una qualche sorta di spirito con cui forse si potrebbe comunicare. Avreste avuto uno sciamano o un visionario che sarebbe stato responsabile di incanalare le idee utili alla sopravvivenza. Prima che raggiungiate le civiltà classiche potrete vedere che questo è stato formalizzato in un certo status. Lo sciamano agisce puramente come un intermediario tra gli spiriti e le persone. La sua posizione nel villaggio o nella comunità è simile a quella di un idraulico spirituale. Ogni persona nel gruppo ha il suo ruolo. La persona migliore nella caccia era un cacciatore, la persona migliore nel parlare con gli spiriti, forse perché lui o lei era un po' pazzo/a, un po' staccato dal nostro normale mondo materiale, allora sarebbe stato uno sciamano. E gli sciamani non padroneggiavano un'arte segreta, essi dispensavano semplicemente le loro informazioni alla comunità, perché si credeva che fosse utile alla comunità. Quando abbiamo l'emergere delle culture classiche, tutto questo è stato formalizzato tanto che si hanno dei interi pantheon di dèi. E ognuno di questi dèi avrà una casta di preti che agiranno fino a un certo punto come intermediari che ti insegneranno ad adorare quel dio. Così la relazione tra gli uomini e i loro dèi, che potrebbe essere vista come la relazione tra gli uomini e il loro Io più alto, era ancora di tipo diretto. Quando arrivò il cristianesimo, quando arrivò il monoteismo, tutt'a un tratto hai una casta di sacerdoti che si muoveva tra l'adoratore e l'oggetto di adorazione. Hai una casta sacerdotale che era diventata una specie di dirigenza d'intermediazione spirituale tra l'umanità e la divinità interiore di cui si andava alla ricerca. Non puoi avere un rapporto diretto con un dio. I sacerdoti non hanno davvero il bisogno di un rapporto con la divinità. Hanno solo un libro che ti dice di alcune persone vissute tanto tempo fa, che hanno avuto un rapporto diretto con la divinità. E va tutto bene. Non hai bisogno di avere visioni miracolose, non hai bisogno di avere degli dèi che ti parlino. In effetti, se ti capita niente del genere, probabilmente sei matto. Nel mondo moderno questa roba non succede. Le sole persone a cui è permesso parlare con gli dèi, e in un modo davvero a senso unico, sono i preti. Per me il monoteismo è una grande semplificazione. Voglio dire, la Cabala ha una grande molteplicità di dèi, ma alla sommità del diagramma cabalistico, l'albero della vita, ha quest'unica sfera, che è il dio assoluto. La Monade. Qualcosa che è indivisibile. E tutti gli altri dèi, e ogni altra cosa nell'universo è una specie di emanazione di quel dio. Ora, questo va bene. Ma quando suggerisci che ci sia solo quell'unico dio, a quell'irraggiungibile altezza al di sopra dell'umanità e che non c'è niente in mezzo, stai limitando e semplificando la questione. Penso che il paganesimo sia una specie di alfabeto, come un linguaggio. È come se tutti gli dèi sono le lettere di quel linguaggio, esprimono delle sfumature, ombre del significato, o certe sottigliezze delle idee. Mentre il monoteismo tende ad essere solo una vocale, ed è solo tipo: oooouh [Alan Moore stesso nel documentario per far comprendere il suono scimmiesco. ]. È questo suono scimmiesco. Puoi quasi immaginare gli dèi divenire frustrati, sprezzanti. Perché con tutta la ricchezza di concetti spirituali che sono disponibili, perché ridurre tutto a una sola, singola nota monocorde che chi pronuncia neanche comprende?”

Alan Moore (1953) fumettista e scrittore britannico

citato nel documentario di Dez Vylenz, The Mindscape Of Alan Moore, Shadowsnake films, visibile su Youtube http://www.youtube.com/watch?v=rZXoinYCReE, subititolato in italiano

Roberto Di Matteo photo
Maria Maddalena de' Pazzi photo

“La religione è un paradiso terrestre nel quale l'anima si unisce con Dio più strettamente, partecipa più abbondantemente i tesori della Chiesa, gode una dolcissima pace che divinamente la imbalsama e la fa divenire una piccola deità in terra.”

Maria Maddalena de' Pazzi (1566–1607) monaca e mistica italiana

Detti e sentenze memorabili, Sentenze e detti generali tratti dalla sua Vita e da suoi scritti, utili a tutti, ma particolarmente alle persone religiose

Giovanni Della Casa photo
Fabrizio De André photo

“Anche la luce sembra morire | nell'ombra incerta di un divenire.”

Fabrizio De André (1940–1999) cantautore italiano

da Inverno, n.° 6

Carlo Flamigni photo

“Il corpo vivente è mio nel senso che la sua storia mi costruisce. Nel corpo è il divenire dell'io ed è in questo senso che lo chiamo mio il mio corpo. Ciò che dico mio è interamente me. L'appartenenza si identifica inevitabilmente nell'identità.”

Carlo Flamigni (1933) medico, accademico e scrittore italiano

Origine: Da La proprietà del corpo http://www.carloflamigni.it/scripta/la-proprieta-del-corpo.html, carloflamigni.it, dicembre 2012.

Emanuele Severino photo
Emanuele Severino photo