Frasi su do

Una raccolta di frasi e citazioni sul tema do, essere, due-giorni, cosa.

Frasi su do

Ennio Flaiano photo
Gesù photo
Bruce Lee photo
Gesù photo

“Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi.”

Gesù (-7–30 a.C.) fondatore del Cristianesimo

14, 27
Nuovo Testamento, Vangelo secondo Giovanni

Benito Mussolini photo

“Se Dio esiste, gli do due minuti per fulminarmi.”

Benito Mussolini (1883–1945) politico, giornalista e dittatore italiano

citato in Indro Montanelli, Storia d'Italia

Carl Gustav Jung photo
Indro Montanelli photo
Luigi Pirandello photo
Bruce Lee photo

“Quando senti dire che il Jeet Kune Do è diverso da «questo» o da «quello», non ti formalizzare: è solo un nome.”

Bruce Lee (1940–1973) attore, artista marziale e filosofo statunitense

Origine: Jeet kune do, p. 157

Dave Eggers photo

“Ehm, sei sicuro di volermi raccontare tutte queste cose?
Perché, quali cose?

Dei tuoi genitori, la paranoia…
Be', cos'è che ti sto raccontando, in fondo? Non ti sto dando proprio niente. Ti sto dando cose che Dio sa, che chiunque sa. I miei genitori sono famosi nella loro morte. E questo sarà il mio monumento costruito alla loro memoria. Io do a te tutte queste cose, ti racconto delle gambe di mio padre e delle parrucche di mia madre – più avanti in questo capitolo – e ti racconto i miei dubbi sull'opportunità o meno di fare sesso davanti all'armadio a specchi dei miei genitori la notte del funerale di mio padre, ma dopo tutto, cosa ti ho mai dato di così prezioso? Potresti pensare di sapere qualcosa di me, a quel punto, ma invece non sai ancora nulla. Io racconto, e un secondo dopo è tutto sparito. Non mi interessa – e come potrebbe? Ti racconto con quante ragazze sono andato a letto (trentadue), o di come i miei genitori hanno lasciato questo mondo, e alla fin fine che cosa ti ho dato? Niente. Posso dirti i nomi dei miei amici, i loro numeri di telefono…
Marny Requa: 415-431-2435
K. C. Fuller: 415-922-7893
Kirsten Stewart: 415-614-1976
Ma cos'è che hai in mano? Nulla. Tutti mi hanno dato il permesso di farlo. E perché? Perché tu non hai nulla, al massimo qualche numero di telefono. Può sembrare qualcosa di prezioso al massimo per uno o due secondi. Tu puoi avere solo quello che io posso permettermi di dare. E tu sei il mendicante che implora una qualsiasi cosa, mentre io sono il passante frettoloso che butta un quarto di dollaro nel bicchiere di carta che protendi verso di me. Questo è quanto ti posso dare. E non mi annienta. Ti do virtualmente tutto quello che possiedo. Ti do le cose migliori di me, anche se si tratta di cose che amo, ricordi di cui faccio tesoro, belli o brutti che siano, come le foto della mia famiglia appese al muro, posso mostrartele senza che esse per questo ne vengano sminuite. Posso permettermi di darti anche tutto quanto. Trasaliamo di fronti agli sciagurati che nei programmi pomeridiani rivelano i loro orrendi segreti di fronte a milioni di telespettatori, eppure… che cosa abbiamo tolto loro, e loro che cosa ci hanno dato? Niente. Sappiamo che Janine ha scopato con il fidanzato di sua figlia, ma… e allora? Moriremo un giorno e avremo protetto… che cosa? Avremo protetto dal mondo il fatto che facciamo questo o quello, che muoviamo le braccia in questo o quest'altro modo, e che la nostra bocca ha prodotto questi e questi altri suoni? Ma per favore. Ci sembra che rivelare cose imbarazzanti o private, tipo, che ne so, le nostre abitudini masturbatorie (quanto a me, circa una volta al giorno, perlopiù sotto la doccia), significhi – proprio come per i primitivi che temono che la macchina fotografica gli possa portare via l'anima – che abbiamo dato a qualcuno una cosa che noi identifichiamo come i nostri segreti, il nostro passato e le sue zone oscure, la nostra identità, nella convinzione che rivelare le nostre abitudini o le nostre perdite o le nostre imprese in qualche modo ci deprivi di qualcosa. Ma in realtà è proprio il contrario, di più è di più è di più, più si sanguina più si dà. Queste cose, i dettagli, le storie e quant'altro, sono come la pelle di cui i serpenti si spogliano, lasciandola a chiunque da guardare. Che cosa gliene frega al serpente di dov'è la sua pelle, di chi la vede? La lascia lì dove ha fatto la muta. Ore, giorni o mesi dopo, noi troviamo la pelle e scopriamo qualcosa del serpente, quant'era grosso, quanto era lungo approssimativamente, ma ben poco altro. Sappiamo dove si trova il serpente adesso? A cosa sta pensando? No. Per quel che ne sappiamo adesso il serpente potrebbe girare in pelliccia, potrebbe vendere matite a Hanoi. Quella pelle non è più la sua, la indossava perché ci era cresciuto dentro, ma poi si è seccata e gli si è staccata di dosso, e lui e chiunque altro adesso possono vederla.”

L'opera struggente di un formidabile genio

Robert Schumann photo
Hélder Pessoa Câmara photo

“Se do il pane ai poveri, tutti mi chiamano santo; se dimostro perché i poveri non hanno pane, mi chiamano comunista e sovversivo.”

Hélder Pessoa Câmara (1909–1999) arcivescovo cattolico e teologo brasiliano

Origine: Citato in Maria di Lorenzo, Helder Câmara, una vita per i poveri, in Madre di Dio, agosto-settembre 2009.

Eduardo De Filippo photo
Marracash photo
Renato Zero photo

“Mi vendo la grinta che non hai, in cambio del tuo inferno ti do due ali sai…”

Renato Zero (1950) cantautore e showman italiano

da Mi vendo
Zerofobia

Henrik Ibsen photo
Bruce Lee photo

“Conoscere sé stessi è studiarsi mentre si agisce con l'altro.”

Bruce Lee (1940–1973) attore, artista marziale e filosofo statunitense

Origine: Jeet kune do, p. 20

Bruce Lee photo

“In ogni ardente desiderio conta più il desiderio della cosa desiderata.”

Bruce Lee (1940–1973) attore, artista marziale e filosofo statunitense

Origine: Jeet kune do, p. 157

Italo Calvino photo
Rino Gaetano photo
Gianluca Buonanno photo
Louis Armstrong photo
Bruce Springsteen photo
Gianni Brera photo
Carla Bruni photo
Yukio Mishima photo
Jack Kerouac photo
Fernando Pessoa photo

“La bellezza è il nome di una cosa qualunque che non esiste | Che io do alle cose in cambio del piacere che mi danno.”

Fernando Pessoa (1888–1935) poeta, scrittore e aforista portoghese

da Fantasie di interludio, p. 206
Poesie, Pessoa ortonimo, Gli eteronimi, Alberto Caeiro: Poemi completi

Vittorio Feltri photo
Hannah Arendt photo
Alberto Sordi photo
José Saramago photo
Ludovico Ariosto photo
Carlo Goldoni photo
Napoleone Bonaparte photo

“Io do un ordine, o taccio.”

Napoleone Bonaparte (1769–1821) politico e militare francese, fondatore del Primo Impero francese

L'arte di comandare, Aforismi politici

Fernando Pessoa photo
Marilyn Manson photo

“Voglio ucciderti come fanno nei film.”

Marilyn Manson (1969) cantautore, attore e pittore statunitense

da I Want to Kill You Like They Do in the Movies
The High End of Low

Pierce Brosnan photo
Daniele Luttazzi photo

“Se Barbie è davvero così popolare, perché gli amici bisogna comprarglieli?”

Daniele Luttazzi (1961) attore, comico e scrittore italiano

Capolavori

Barbara d'Urso photo

“Se a me qualcuno mi chiama polpettina, gli do un calcio nel culo e va a finire…”

Barbara d'Urso (1957) conduttrice televisiva e attrice italiana

da Pomeriggio Cinque 3 febbraio 2011
Citazioni di Barbara d'Urso

“Mo te do una borzettata! eh Renzo”

Anna Marchesini (1953–2016) attrice, doppiatrice e scrittrice italiana

Personaggi, Fata turchina Lollo

Indro Montanelli photo
Paolo Brosio photo
Giorgio Baffo photo
Giorgio Baffo photo
Ted Bundy photo

“Per loro non saremo mai uomini per bene just do it da perdere hai solo le tue catene.”

Ted Bundy (1946–1989) assassino seriale statunitense

da Molotov Cocktail n. 5
Molotov Cocktail

Joe Cassano photo

“Do tutto quel che ho, dipende a chi lo chiede.”

Joe Cassano (1973–1999) rapper italiano

da Flow to flow, n. 2
Dio Lodato

Paolo Rossi (attore) photo
Renato Zero photo

“Se poi qualcuno mi chiede cos'è l'architettura, rispondo: "datemi un tema e un luogo e io vi do un progetto."”

Ignazio Gardella (1905–1999) architetto, ingegnere e designer italiano

Origine: Da Un ricordo, in Giorgio Ciucci (a cura), Giuseppe Terragni. Opera completa, Milano, 1996, p. 8.

Ettore Sottsass photo
Rayden photo
Justin Cronin photo
Rayden photo
Patrice Evra photo
Papa Francesco photo
Luigi Pirandello photo
Hans Urs Von Balthasar photo
Ray Bradbury photo
August Strindberg photo
Aldous Huxley photo
Jorge Luis Borges photo

“Do per scontato che noi sentiamo la bellezza di una poesia prima ancora di pensare al suo significato.”

Jorge Luis Borges (1899–1986) scrittore, saggista, poeta, filosofo e traduttore argentino

Origine: Da Le lezioni americane, Mondadori 2001, p. 82.

Herman Melville photo
Walt Whitman photo
Walt Whitman photo
Saul Bellow photo
Dylan Thomas photo
Sergej Aleksandrovič Esenin photo

“I credenti nelle chiese | si ubriacano di eternità. | Ma io do spallate al cielo | e rimescolo la tenebra.”

Sergej Aleksandrovič Esenin (1895–1925) poeta russo

da Oktoich, ottetto della Chiesa
Russia e altre poesie

Sergej Aleksandrovič Esenin photo
Mao Tsé-Tung photo
Alexandre Dumas (padre) photo

“[su Margherita di Valois] La giovane sposa, figlia di Enrico II, era la perla della co­rona di Francia, Margherita di Valois, che con affettuosa fa­miliarità il re Carlo IX chiamava sempre mia sorella Margot. Certo, accoglienze tanto lusinghiere non erano mai state più meritate di quelle che si facevano in quel momento alla nuova regina di Navarra. Margherita a quel tempo aveva appena vent'anni, e già era oggetto delle lodi di tutti i poeti che la paragonavano alcuni all'Aurora altri a Venere citerea. Era in realtà la bellezza senza rivali di quella Corte nella quale Ca­terina de' Medici aveva riunito, per farne le proprie sirene, le più belle donne che aveva potuto trovare. La giovane sposa aveva i capelli neri, il colorito brillante, gli occhi voluttuosi velati da lunghe ciglia, la bocca rossa e fine, il collo elegante, il corpo tornito e snello e, perduto in una pianella di seta, un piede di bambina. I francesi cui apparteneva, erano fieri di vedere sbocciare nella loro terra un così splendido fiore e gli stranieri di passaggio per la Francia ripartivano abbagliati dalla sua bellezza se l'avevan soltanto vista, storditi dalla sua cultura se avevano parlato con lei. Certo è che Margherita era non soltanto la più bella, ma anche la più colta delle don­ne del suo tempo; si citava la frase di un dotto italiano che le era stato presentato e dopo aver parlato con lei un'ora in ita­liano, in spagnolo, in latino e in greco, l'aveva lasciata dicen­do nel suo entusiasmo:
«Vedere la Corte senza vedere Margherita è non vedere né la Francia, né la Corte».
Così i panegirici non mancarono al re Carlo IX e alla gio­vane regina di Navarra; si sa quanto gli ugonotti siano fecon­di. Inevitabilmente, allusioni al passato e domande per l'av­venire furono accortamente insinuate in mezzo a quegli indi­rizzi al re; ma a tutte le allusioni egli rispondeva con le sue labbra pallide e il suo sorriso astuto:
«Nel dare mia sorella Margot a Enrico di Navarra, io do il mio cuore a tutti i protestanti del regno».
La frase rassicurava gli uni e faceva sorridere gli altri poi­ché aveva in realtà due sensi: uno paterno e del quale in buo­na coscienza Carlo IX non voleva sovraccaricare il suo pen­siero; l'altro ingiurioso per la sposa, per il marito e anche per chi lo pronunciava, poiché ricordava alcuni sordi scandali con i quali la cronaca di Corte aveva già trovato il modo di lordare la veste nuziale di Margherita di Valois.”

Alexandre Dumas (padre) (1802–1870) scrittore francese

pp. 26-27

Maksim Gor'kij photo
Arthur Rimbaud photo
Papa Giovanni XXIII photo

“Il tempo che do all'azione deve essere proporzionato su quello che do all'opus Dei, cioè all'orazione.”

Papa Giovanni XXIII (1881–1963) 261° vescovo di Roma e papa della Chiesa cattolica

Il giornale dell'anima

Teresa di Lisieux photo
Teresa di Lisieux photo
Jonathan Safran Foer photo

“Quella sera l'usuraio infamato Yankel D portò a casa la bambina. Eccoci qui, le disse, saliamo il gradino. Siamo arrivati. Questa è la tua porta. Ed ecco, questo che sto girando è il pomolo della tua porta. Ed ecco, qui è dove mettiamo le scarpe quando entriamo. E qui è dove appendiamo le giacche. Parlava come se lei potesse capirlo, mai in toni striduli o a monosillabi infantili, e assolutamente mai con parole senza senso. Questo è il latte che ti do da mangiare. Arriva dal lattaio Mordechai, di cui un giorno farai la conoscenza. Lui tira il latte da una mucca, cosa che se ci pensi è molto strana e inquietante, quindi non ci pensare… Questa è la mia mano che ti accarezza la faccia. Certe persone sono mancine, e altre sono destrorse. Noi non sappiamo ancora cosa sei tu, perché te ne stai semplicemente lì seduta e lasci che sia io a usare la mano… Questo è un bacio. È quello che succede quando si arricciano le labbra e si premono contro qualcosa, a volte altre labbra, a volte una guancia, a volte ancora qualcos'altro. Dipende… Questo è il mio cuore. Lo stai toccando con la mano sinistra non perché sei mancina, anche se potresti esserlo, ma perché sono io che la tengo contro il mio cuore. Quello che senti è il battito del mio cuore. È quello che mi tiene vivo.
Fece un lettino con giornali accartocciati in una pentola fonda per cuocere il pane e lo infilò delicatamente nel forno in modo che la bambina non fosse disturbata dal rumore delle cascatelle. Lasciò aperto lo sportello del forno e restò seduto a guardarla per ore come si potrebbe guardare una pagnotta che lievita.”

Jonathan Safran Foer (1977) scrittore statunitense

p. 55

Jonathan Safran Foer photo
Robert Crease photo
Marilyn Manson photo

“Questo è business, non piacere, piccola.”

Marilyn Manson (1969) cantautore, attore e pittore statunitense

da I Want to Kill You Like They Do in the Movies
The High End of Low

“L'universale è Gesù Cristo: "Tu sei la vita, Tu sei uno che mi porta la vita come un oltre, come qualcosa che sta oltre. Tu non sei qualcuno che mi dice una verità che è più grande di me: Tu sei la Verità". E ciò significa: "Tu sei l'ultima parola, Tu sei l'ultima cosa, Tu sei l'assoluto. Oltre di Te non si può andare. Tu sei la terra ferma". Tutto quello che di assoluto sta in queste parole, noi lo vediamo in Gesù Cristo e ci aggrappiamo a Gesù Cristo: "Tu sei tutto questo. Tu sei l'ultima cosa, l'ultimo, perché sei l'ultima spiegazione, l'ultima risposta. Tu sei tutto questo". Che è come dire: il centro non sono io. Io mi realizzo, io sono, ma mettendomi in Te. Questa è l'ubbidienza radicale, l'ubbidienza della fede. [.. ] Io non mi do i contorni che voglio, perché questi non sono i contorni della verità, non sono i contorni della giustizia, del bene. Io devo prendere i contorni, devo prendere forma da Gesù Cristo. Questo, in alcuni momenti, ci appare come una grande stoltezza. Ma la sapienza è prendere i contorni di Gesù Cristo, anche se può essere per noi una grande crocifissione, perché i contorni che abbiamo da noi stessi non sono quelli di Gesù Cristo, ma di Adamo. La croce più vera del cristiano consiste nell'essere discepoli. Consiste in questa ubbidienza, per cui impariamo a dire: "La verità non sono io e non è neanche l'umano". Noi accetteremmo che l'umano è la verità, è il bene; ma la sapienza della fede ci dice che non è l'umano la verità, il bene. La verità, il bene è un umano concreto: è l'umano concreto di Gesù Cristo.”

Giovanni Moioli (1931–1984) presbitero e teologo italiano

Origine: Il discepolo, p. 13

Raymond Aron photo
Andre Agassi photo

“[Nel 2005] Ho ricevuto tanto, ora tocca ai giovani. Non voglio togliere il posto a chi si impegna e gioca bene tutto l'anno: questa parte della mia vita e della mia carriera è finita. Anche perché non sono capace di fare le cose a metà e se do la mia disponibilità poi gioco tutto l'anno.”

Andre Agassi (1970) tennista statunitense

Origine: Citato in Vincenzo Martucci, Il dio caduto in terra http://archiviostorico.gazzetta.it/2005/aprile/30/dio_caduto_terra_sw_0_050430169.shtml, Gazzetta dello Sport, 30 aprile 2005.

Hans Werner Henze photo
Aurelio De Laurentiis photo
Joe Bastianich photo

“[Rispondendo alle critiche di non essere uno chef "stellato" come gli altri due giudici di MasterChef Italia] Tra ristoranti, aziende vinicole in Friuli e Toscana, negozi e uffici, do lavoro a tremila dipendenti, servo una media di quattro milioni di pasti l'anno e ho un'esperienza di ristorazione ormai ventennale. Lei cosa pensa? Posso giudicare il lavoro di persone che "vorrebbero" fare gli chef?”

Joe Bastianich (1968) imprenditore e personaggio televisivo statunitense

Origine: Dall'intervista di Luca Dondoni, Bastianich: sono io la cucina moderna in tv http://www.lastampa.it/2011/11/22/spettacoli/bastianich-sono-iola-cucina-moderna-in-tv-VeeaM2wVZiKJDUPVBVOpiJ/pagina.html, Lastampa.it, 22 novembre 2011.

Antonio Conte photo
Frank Zappa photo

“Non esiste l'inferno. Esiste la Francia.”

Frank Zappa (1940–1993) chitarrista, compositore e arrangiatore statunitense

dall'album You Can't Do That on Stage Anymore, Vol. 4

Francesco De Lemene photo

“Insegnando ad Amor musica un dì,
S'udian Lilla ed Amor parlar così:
L. Questo è un Do
A. Do
L. Questo è un Re
A. Re
L. Questo è un Mi
A. Mi
L. Questo è un Fa
A. Fa
L. Questo è un Sol
A. Sol
L. Questo è un La
A. La”

Francesco De Lemene (1634–1704) librettista italiano

da Lilla e Amore, in Scherzi poetici di vari celebri autori italiani e veneziani, raccolti da G.B.C., Tip. Molinari, Venezia, 1834

Tommy Haas photo
Tyree Glenn photo
Antonio Albanese photo
Antonio Cassano photo
Harlan Ellison photo
Carlo Lucarelli photo
Carlo Taormina photo

“[sul caso Telekom Serbia] Confesso, sono io il burattinaio, il puparo di tutta questa vicenda, mi autodenuncio per concorso in calunnia con Paoletti, Marini e Pintus. [Ho] creato difficoltà a Forza Italia e a Berlusconi. [È quindi giusto] che mi ritiri dalla vita politica. Ho sbagliato fortemente, e questa è una confessione aperta, è giusto che faccia pubblica ammenda; do atto a Repubblica di essere dotata di giornalisti di primo rango. Sto dando un annuncio serio, darò le dimissioni da deputato nei prossimi giorni. Attraverso i diversi processi indicati da Repubblica e per i miei rapporti con personaggi come D'Andria, Fracassi, Di Bari e anche Francesco Pazienza, tutti collegati dall'immaginario collettivo a servizi segreti deviati e a truffe e riciclaggio internazionali, sono riuscito a raggiungere l'obiettivo di mettere la Commissione Telekom Serbia di essere oggetto di una polpetta avvelenata. Mi assumo tutte la responsabilità di personaggi che chiamando in causa Prodi, Dini e Fassino li hanno gravemente calunniati; e mi autoaccuso per concorso in calunnia, anche se mi auguro che Repubblica faccia altrettanto, perché mentre io mi autoaccuso vorrei sapere da D'Avanzo e Bonini chi fossero i loro burattinai dell'epoca e a chi prestano ora il loro servizio. Repubblica ha ragione, non posso querelare!”

Carlo Taormina (1940) avvocato e politico italiano

da la Repubblica http://www.repubblica.it/2003/i/sezioni/politica/telekomserbia3/taormina/taormina.html, 26 settembre 2003

Giovanna Mezzogiorno photo