Frasi sul passato
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“Il ben passato e la presente noia!”

II, 2, citato in Giuseppe Fumagalli, Chi l'ha detto?, Hoepli
Aminta

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“Una volta Churchill, Hitler e Mussolini si riunirono a colloquio. Dissero: «C'è una grande vasca con dentro un solo pesce; a turno secondo la sorte cercheremo di prenderlo, chi vi riuscirà sarà il vincitore di questa guerra». Per primo fu tratto a sorte Mussolini per la prova. Egli si levò la giacca, rimboccò le maniche, cacciò la testa nell'acqua, sbuffò bolle e spruzzi, gridò roboanti minacce, bestemmiò anche finché, sfinito, fu portato a braccia lontano dalla vasca.
Secondo fu a provare Hitler: egli radunò il suo Stato maggiore, si fece portare la pianta precisa della vasca, prese misure di lunghezza, larghezza e profondità, chiese il volume dell'acqua e il peso specifico del pesce… poi decretò con matematica, teutonica precisione: «Alla tale ore, al tale minuto il pesce dovrà passare di qui». Attese, tuffò la mano, e la ritrasse col pesce, ma subito questo, con improvviso guizzo, sparì di nuovo sott'acqua.
«Siete stato a un pelo dalla vittoria» sorrise allora Churchill che stava bevendo il suo tè. «Ora tocca a me». Egli terminò di sorbire la bevanda e col suo cucchiaino incominciò a vuotare la vasca pazientemente… «Che fate?» gli chiese Hitler. «Quando la vasca sarà vuota potrò prendere il pesce tranquillamente!» Non tutti conoscevano la barzelletta che divertì la compagnia. Tutti risero. Drina disse:
– Io so il seguito. Me l'hanno raccontato a Milano.
– Il seguito? Ma se finisce qui!
– No. Si dice che Churchill abbia vuotato la vasca cucchiaino per cucchiaino e quando già il pesce boccheggiava ed egli stava per allungare la mano, sia passato Stalin e se lo sia preso!…”

Origine: Noi no, p. 120-121

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“[Parlando del calcio italiano] È sbagliata la mentalità: si pensa solo a vincere, e quindi non si preferisce non correre rischi. Nella cultura italiana si è troppo legati ai successi del passato, c'è molta memoria storica. Ma servirebbe un rinnovamento generale come è successo negli altri campionati europei […]. Qui è diverso: visto che il calcio italiano ha avuto molto successo si pensa sempre al passato.”

Keisuke Honda (1986) calciatore giapponese

Origine: Dall'intervista, Milan, Honda: "Torneremo grandi per la Juve, ho già un piano" http://www.gazzetta.it/Calcio/Serie-A/Milan/07-04-2016/milan-honda-torneremo-grandi-la-juve-ho-gia-piano-150151436059.shtml, Gazzetta.it, 7 aprile 2016; riportata da Gianluca Raspatelli su Honda: "Non è più il Milan di una volta. In Italia mentalità sbagliata" http://www.pianetamilan.it/ultimissime/honda-non-e-piu-il-milan-di-una-volta-in-italia-mentalita-sbagliata/?refresh_ce-cp, Pianetamilan.it, 8 aprile 2016.

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“Un giorno Febo uscì, e non tornò più. Lo aspettai fino a sera, e scesa la notte corsi per le strade, chiamandolo per nome. Tornai a casa a notte alta, mi buttai sul letto, col viso verso la porta socchiusa. Ogni tanto mi affacciavo alla finestra, e lo chiamavo a lungo, gridando. […] Non appena si fece giorno, corsi alla prigione municipale dei cani. Entrai in una stanza grigia, dove, chiusi in fetide gabbie, gemevano cani dalla gola ancora segnata dalla stretta del laccio del chiappino. Il guardiano mi disse che forse il mio cane era rimasto sotto una macchina o era stato rubato, o buttato a fiume da qualche banda di giovinastri. […] Tutta la mattina corsi di canaio in canaio, e finalmente un tosacani, in una botteguccia di Piazza dei Cavalieri, mi domandò se ero stato alla Clinica Veterinaria dell'Università, alla quale i ladri di cani vendono per pochi soldi gli animali destinati alle esperienze cliniche. Corsi all'Università, ma era già passato mezzogiorno, la Clinica Veterinaria era chiusa. Tornai a casa, mi sentivo nel cavo degli occhi un che di freddo, di liscio, mi pareva di aver gli occhi di vetro. Nel pomeriggio tornai all'Università, entrai nella Clinica Veterinaria. […] Lungo le pareti erano allineate l'una a fianco dell'altra, come i letti di una clinica per bambini, strane culle in forma di violoncello: in ognuna di quelle culle era disteso sul dorso un cane dal ventre aperto, o dal cranio spaccato, o dal petto spalancato.”

La pelle, Il vento nero

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“[«Perché è dalla parte dei melomani?»] Rispetto al pop, sono più colti e capaci di criticare. Il melodramma in passato fu dissacrante e rivoluzionario, oggi viene visto come la culla della conservazione ed è un errore. Molte volte i modernisti fanno pacchianate deformanti che non rispecchiano l'autenticità dell'opera. E i melomani fischiano, giustamente.”

Morgan (1972) cantautore, polistrumentista e disc jockey italiano

Citazioni di Morgan
Origine: Dall'intervista di Valerio Cappelli, Morgan attacca la tv «Un'ossessione, basta» http://www.corriere.it/spettacoli/12_agosto_15/morgan-attacca-tv-ossessione-cappelli_aa468ec6-e6a9-11e1-aa6d-129c31caec0a.shtml, Corriere.it, 15 agosto 2012

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“Noi viviamo di passato. Siamo degli stracchi rentiers che vivacchiano nell'accumulo lento del passato.”

Carlo Emilio Gadda (1893–1973) scrittore italiano

Origine: Da Eros e Priapo, citato in Pietro Citati, La più sublime delle invettive, Corriere della Sera, 9 gennaio 2017, p. 29.

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“Le principali glaciazioni sono esempi spettacolari del cambiamento climatico naturale, che si è verificato durante le ere geologiche. Hanno avuto luogo a intervalli regolari di 100 mila anni e hanno sempre seguito lo stesso strano modello di sviluppo: lento e costante raffreddamento, seguito da un brusco riscaldamento in condizioni simili a quelle di oggi. […] I grandi episodi di glaciazione non sono stati gli unici casi di cambiamento climatico naturale, tuttavia. Sei milioni di anni fa, il Mar Mediterraneo venne prosciugato. Novanta milioni di anni fa, alligatori e tartarughe facevano le capriole nell'Artico. Centocinquanta milioni di anni fa gli oceani avevano invaso il centro del Nord America, contribuendo a preservare le ossa di dinosauro. Trecento milioni di anni fa, l'Europa settentrionale venne trasformata in un deserto bruciato e nell'Antartide si formò il carbone. […] Nessuno sa perché questi drammatici cambiamenti climatici siano avvenuti nel passato. Le idee che comunemente emergono, comprendono: – perturbazioni dell'orbita terrestre da parte di altri pianeti, interruzioni di correnti oceaniche, l'aumento e la diminuzione di gas a effetto serra, il riflesso del calore sulla neve, la deriva dei continenti, gli impatti di comete, la Genesi, le alluvioni, i vulcani, i lenti cambiamenti nella radiazione del sole. Nessun supporto scientificamente solido è stato trovato, in nessuno di questi suggerimenti. Una cosa che sappiamo per certo è che le persone non sono state coinvolte. Non c'erano abbastanza persone in giro per poter contare, durante le glaciazioni, e non c'erano proprio persone, prima di tali episodi. La storia della geologia, come la conosciamo, ci suggerisce che il clima è una cosa molto più grande dell'energia. L'approvvigionamento energetico è una questione di ingegneria e dobbiamo tenere d'occhio i problemi che possono renderlo più difficoltoso, mano a mano che il tempo passa. Il cambiamento climatico, al contrario, è una questione di tempi geologici, qualcosa che la Terra fa abitualmente da sola, senza chiedere il permesso a nessuno e senza spiegare perché. La Terra non include gli effetti potenzialmente catastrofici della civiltà nella sua pianificazione. Lungi dall'essere responsabile di danneggiare il clima della Terra, la civiltà non potrebbe essere in grado di prevenire nessuno di questi terribili cambiamenti una volta che la Terra abbia deciso di compierli. È stata la Terra a congelare di nuovo il Canada, per esempio, è difficile immaginare di poter fare qualcosa, se non vendere la casa che eventualmente abbiamo la. Se la Terra decide di sciogliere la Groenlandia, potrebbe essere saggio vendere tutto quello che possediamo in Bangladesh. La storia geologica ci suggerisce che il clima non dovrebbe preoccuparci troppo quando stiamo pensando al futuro dell'energia, non perché sia poco importante, ma perché è oltre il nostro potere di controllo.”

Robert Laughlin (1950) fisico statunitense

Quello che la Terra sa

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“Le meraviglie del passato sono oggi delle manifestazioni consuete.”

Nikola Tesla (1856–1943) fisico, inventore e ingegnere serbo naturalizzato statunitense

cap. V, Il trasmettitore di ingrandimento; p. 76
Le mie invenzioni

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“Si riprese a vivere senza sapere di vivere. Né il gioco né la guerra ci erano serviti a qualche cosa. Tutto era passato su di noi, da una primavera all'altra, senza lasciarci un segno di salvezza o di speranza.
Di tutti quei giocatori, di tutta quella gioventù, non ci fu nessuno, tranne i morti, a cui riuscisse il sogno di evadere dal paese, di andarne fuori in ogni senso eppure di non perderlo, come non si può perdere la memoria dei primi anni di vita. I più lontani, quelli annidati in fondo alle Americhe o nel cuore dell'Etiopia, al pari di quelli che sono vicini, a Milano o in altri luoghi conosciuti, sentono di non essersi liberati da una specie di peso o di intoppo che la vita del paese ha lasciato in loro.
Non si sa se questo sia un bene o un male. Si sa soltanto che è un velo oltre il quale potrebbe aprirsi la vera vita, se si potesse capire com'è la vera vita.
Un poeta o un pittore che nascesse qui inosservato e prima di legarsi all'ambiente volasse via, forse troverebbe la strada della liberazione.
Ci sarà qualcuno che l'ha trovata, come Bernardino che dipingendo in tanti luoghi diversi ha sempre ricomposto questo paesaggio, mescolandolo ad altre cose del mondo. Ci sarà certamente stato fra di noi, senza che ce ne accorgessimo, qualcuno a cui è riuscito di evadere in un modo che a nessun altro è mai stato possibile.
Lo aspettiamo di ritorno, un giorno o l'altro, perché ci racconti la sua storia.”

Il piatto piange, Explicit

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“Capello si deve ritenere molto fortunato, perché ha la possibilità di lavorare con alcuni dei migliori calciatori del mondo, come John Terry, Rio Ferdinand, Steven Gerrard ed Ashley Cole, ma a volte devi avere il coraggio di dare un taglio al passato, devi prenderti i tuoi rischi e affidarti a qualche giovane, perché niente dura per sempre. E qui arriviamo al nocciolo della questione, perché il calcio inglese non ha talenti emergenti che possano fare la differenza, ovvero giocatori in grado di crescere e diventare campioni. Una delle cose che mi hanno sempre sorpreso quando stavo in Inghilterra è il modo in cui viene seguito il calcio giovanile. Si fa tanto chiasso sull'argomento, ma forse la soluzione è più semplice di quanto si creda. In Portogallo, un ragazzino può iniziare a giocare nel Porto a 10 anni e all'età di 16 aver già incontrato 10 o 12 volte il Benfica o lo Sporting Lisbona; aver disputato partite importanti, anche davanti a un pubblico numeroso, ed essere pronto al grande salto. In Inghilterra, invece, ciò non è possibile perché il calendario è fatto su base regionale e questo per me è il vero errore. Che senso ha per un giovane del Chelsea vincere 14 a 0 contro Cobham e incontrare i pari età di Liverpool o Manchester United giusto una volta l'anno, se va bene? Cosa può davvero imparare da una cosa del genere? Mi rendo conto che molti allenatori delle squadre della Premier League non sono inglesi e che non lo sono nemmeno molti giocatori, ma quando sei in un'altra nazione tu hai il dovere di migliorare il modo in cui funzionano le cose anche lì. Ed è esattamente quello che ho cercato di fare io quando sono arrivato al Chelsea nel 2004, ma sul calendario non ho potuto fare nulla. Ecco perché ritengo che allenare la Nazionale inglese sia un compito davvero arduo, ma almeno contro Andorra sarà una gara facile e non possono esserci assolutamente problemi nel conquistare i tre punti. Con la Croazia, invece, sarà un po' diverso, perché loro hanno grande qualità e poi sono fieramente nazionalisti. È vero, hanno già battuto l'Inghilterra due volte nelle ultime due partite, ma non credo affatto che ci sarà una terza occasione.”

José Mourinho (1963) allenatore di calcio e calciatore portoghese

Inter (2008-2010)

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“Le lettere d'amore vanno sempre bruciate. Il passato è un ottimo combustibile.”

Vladimir Vladimirovič Nabokov (1899–1977) scrittore, saggista e critico letterario russo

La vera vita di Sebastiano Knight

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“[Maschere] Arlecchino, Pinocchio e Pulcinella sono l'Italia del popolo, che si rappresenta, si denigra e si riscatta con la felicità che trasmette questo trio. Un'Italia del passato, ma che si può riconoscere oggi dovunque.”

Raffaele La Capria (1922) scrittore italiano

Origine: Da Le tre maschere dell'Italia che non si arrende https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/2009/novembre/21/tre_maschere_dell_Italia_che_co_9_091121102.shtml, Corriere della sera, 21 novembre 2009, p. 53.

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“Il passato non è passato, nel cuore delle madri: è presente.”

Alberto Jacometti (1902–1985) giornalista e politico italiano

Origine: Mia Madre, p. 152

“Il disprezzo del passato o è ignoranza o è paura.”

Ugo Ojetti (1871–1946) scrittore, critico d'arte e giornalista italiano

LXVI
Sessanta

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“Ho più volte proposto di inserire nei programmi scolastici l'insegnamento dell'antropologia. Qualcuno crede ancora che sia una disciplina dedicata allo studio di popoli esotici e rivolta al passato. Invece l'antropologia parla al presente. Conoscere le regole e i meccanismi attraverso cui si costituiscono le società è importante quanto sapere che la terra gira intorno al sole.”

Françoise Héritier (1933–2017) antropologa francese

Origine: Citato in Anais Ginori, Françoise Héritier Così, dopo Lévi-Strauss ho deciso di passare ai piccoli piaceri della vita http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2012/06/15/francoise-heritier-cosi-dopo-levi-strauss-ho-deciso.html?ref=search, la Repubblica, 15 giugno 2012, p. 43.

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“Noi, che siamo il motore della CdL, se vogliamo trarre un insegnamento dagli anni passati, dobbiamo aver ben chiaro che va battuta definitivamente quell'utopia secondo cui i lavori non hanno pari dignità.”

Gianfranco Fini (1952) politico italiano

Origine: Dal palco di una manifestazione a Roma del 13 ottobre 2007; citato da Avvenire il 14 ottobre 2007.

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“Aggiungiamo prima una cosa: le riforme delle pensioni si fanno non guardando al passato, cercando cioè di difendere quanto più possibile i trattamenti generosi rispetto ai contributi versati.”

Elsa Fornero (1948) economista e accademica italiana

Origine: Dall' Intervista ad Elsa Fornero http://neosonline.info/2015/06/15/intervista-ad-elsa-fornero/ di Ivan Lagrosa, Neosonline.info, 15 giugno 2015.

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“I lupi odiavano solo due cose; le altre, le sopportavano: ma odiavano il fuoco e i Trolloc. Sarebbero passati tra le fiamme, pur di uccidere i Trolloc.”

Robert Jordan (1948–2007) scrittore statunitense

capitolo 14
La ruota del tempo. La grande caccia

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“A qualche distanza sopra le latomie trovasi il gran teatro dell'antica Siracusa intagliato nella roccia, ed ancorché la scena ne sia totalmente distrutta, la sua grandezza, l'imponente maestà di un edificio così intagliato nel vivo della montagna, combinate alla più deliziosa delle situazioni, ispirano il rispetto, e l'ammirazione. Io ho passato colla più grande soddisfazione due giorni interi a esaminarlo; esso è uno de' colpi d'occhio i più pittoreschi che abbia riscontrato in Sicilia, ed io me ne attristo il più di non averlo potuto disegnare da un artista abile ed esatto.”

Johann Hermann von Riedesel (1740–1784) viaggiatore tedesco

Viaggio attraverso la Sicilia e la Magna Grecia
Origine: Da Vojage en Sicile et dans la Grande Grèce addressé par l'auteur a son Ami; citato in Maurizio Paoletti, «Questa rovina è indicibilmente bella e pittoresca»: le antichità della Sicilia e il culto della Grecia classica nel XVIII secolo https://www.academia.edu/2528879/_Questa_rovina_e_indicibilmente_bella_e_pittoresca_le_antichita_della_Sicilia_e_il_culto_della_Grecia_classica_nel_XVIII_secolo, traduzione di Gaetano Sclafani.

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“No, no, egli non voleva la felicità e la sazietà degli altri, – dirà Hesse nel Narziß, − dei compratori di pesce, dei cittadini, della gente affaccendata. Che il diavolo se li portasse! Ah, quel viso pallido e balenante, quella bocca piena, matura, d'estate avanzata, sulle cui labbra grevi era passata come una folata di vento e come un raggio di luna, quell'indefinibile sorriso di morte.”

Ferruccio Masini (1928–1988) germanista, critico letterario e traduttore italiano

Nessuno più di Hesse ha saputo leggere in questo sorriso l'ermetica corrispondenza di due volti, quello dell'Apollo di Veio e del Budda. Essi affiorano dai densi chiarori di un sole autunnale filtrato nelle pagine indimenticabili del Klingsor, sigillando in sé non l'agonia tempestosa di un forzato distacco, ma l'occulto presagio di un infinito ritrovamento, dove tutto è «in divenire, tutto in metamorfosi, tutto pervaso dall'anelito di divenire uomo, di divenir stella, tutto pervaso di nascita e di disfacimento, pieno di Dio e di morte». (da Klingsor o la «musica del mutamento», p. 310)
Gli schiavi di Efesto
Origine: Da Herman Hesse, Narciso e Boccadoro, traduzione di C. Baseggio in Opere Scelte di Hermann Hesse, 5 vv., a cura di L. Mazzucchetti, Milano, 1961, III, p. 509. Gli schiavi di Efesto, nota a p. 310.
Origine: Da Hermann Hesse, Klingsor letzter Sommer, in Gesammelte Werke, 12 vv., Frankfurt a. M., 1970, V, pp. 322-323. Gli schiavi di Efesto, nota a p. 310.

“Tutti abbiamo nel passato un giorno di felicità che ci disillude sull'avvenire.”

Lise Deharme (1898–1980) scrittrice francese

Origine: Da Oh, Violette ou de la des végetaux, citato in Alexandrian, Storia della letteratura erotica, traduzione di Basilio Luoni, Rusconi, Milano, 1994, p. 327. ISBN 88-18-70077-4

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“Non si rendeva conto, il padre, che raccontando questi episodi metteva in evidenza la tolleranza d'un governo che nonostante le molte difficoltà in cui doveva scontrarsi seguiva le regole d'un sistema liberale e cercava di mantenere l'equilibrio in un impero dove l'inno nazionale era cantato in dieci lingue, se non di più. (Questo, in realtà, indignava più il patriota che non il musicista). La monarchia rigida ma illuminata ch'era stata nel 1700 era divenuta in seguito assai più rigida e meno illuminata, nondimeno tolleranza era, seppure oscillante tra lacerate contraddizioni. Ma né il padre né le sue donne erano capaci d'intendere che l'odiato impero formava allora una parte molto importante della vecchia Europa — la più importante dopo l'impero di Carlo V — e la guerra ch'essi auspicavano avrebbe messo a rischio proprio questa millenaria potenza; non potevano quindi immaginare che il crollo d'un'Austria-Ungheria, certamente immobile e ottusa, sarebbe stato l'inizio d'una decadenza europea che non si sarebbe mai più arrestata. Ma essi avevano col presente e col passato un rapporto sbagliato, e non la minima idea di quel che avrebbe dovuto essere una nuova Europa, un'Europa democratica; il cui risorgimento, del resto, la terza e ormai invecchiata generazione non vede ancora.”

parte I, cap. II, p. 28
Le quattro ragazze Wieselberger

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“Ho tante tante cose da dire! Quasi direi da salvare: tutta la tragica bellezza di ciò che è passato in noi e vicino a noi – cose che io sola sento di aver visto e sentito fino alla sofferenza e che assolutamente non devono morire. «Rapisci la luce alle fauci del serpente»… Ti ricordi di Glavina? Ora mi sembra che il puro insegnamento di Carossa sia la mia guida.”

Cristina Campo (1923–1977) scrittrice, poetessa e traduttrice italiana

Il mio pensiero non vi lascia
Origine: Soldato che Hans Carossa ricorda, ponendone la figura in forte rilievo, nel suo Diario di guerra. In una lettera dal fronte Glavina scrive: "[...] Sì; se andiamo in cerca di fatiche e pericoli, così come ci vengono incontro, ci prepariamo per fatiche più nobili, pericoli più reali. Io sono come un uomo d'azione che non conosce ancora la sua azione. «Rapisci la luce alle fauci del serpente!» Qual'è la voce che mi grida a volte queste parole nel sonno profondo?"(nota di diario del 16 ottobre 1916, p.28 del Diario di guerra di Hans Carossa); da Hans Carossa, Diario di guerra, traduzione di Anita Rho, Sperling & Kupfer, 1941
Origine: Dalla lettera al padre del 2 novembre [1943] Ore 8, p. 12.

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“Proprio come il divorzio secondo la parola del Salvatore non fu permesso fin dal principio, ma a causa della durezza del nostro cuore fu una concessione di Mosè alla razza umana, così anche il mangiar carne fu sconosciuto fino al diluvio. Ma dopo il diluvio, alla maniera delle quaglie date nel deserto al popolo che mormorava, il veleno della carne animale fu offerto ai nostri denti. […] Agli albori della razza umana non mangiavamo carne, né facevamo pratiche di divorzio, né pativamo il rito della circoncisione. Così abbiamo raggiunto il diluvio. Ma dopo il diluvio, insieme con il dono della legge che nessuno poteva soddisfare, ci è stata data la carne come cibo, e il divorzio è stato permesso agli uomini duri di cuore, ed è stato applicato il taglio della circoncisione, come se la mano di Dio avesse plasmato in noi qualcosa di superfluo. Ma una volta che Cristo è venuto alla fine dei tempi, e l'Omega è passata in Alfa e la fine è stata mutata in principio, non ci è più permesso il divorzio, né siamo circoncisi, né mangiamo carne.”

San Girolamo (345–420) scrittore, teologo e santo romano

I, 18
Adversus Iovinianum
Origine: Just as divorce according to the Saviour's word was not permitted from the beginning, but on account of the hardness of our heart was a concession of Moses to the human race, so too the eating of flesh was unknown until the deluge. But after the deluge, like the quails given in the desert to the murmuring people, the poison of flesh-meat was offered to our teeth. [...] At the beginning of the human race we neither ate flesh, nor gave bills of divorce, nor suffered circumcision for a sign. Thus we reached the deluge. But after the deluge, together with the giving of the law which no one could fulfil, flesh was given for food, and divorce was allowed to hard-hearted men, and the knife of circumcision was applied, as though the hand of God had fashioned us with something superfluous. But once Christ has come in the end of time, and Omega passed into Alpha and turned the end into the beginning, we are no longer allowed divorce, nor are we circumcised, nor do we eat flesh [...]. (da Against Jovinianus http://www.newadvent.org/fathers/3009.htm, traduzione inglese di W.H. Fremantle, G. Lewis e W.G. Martley, in Nicene and Post-Nicene Fathers, Second Series, vol. 6, Christian Literature Publishing, Buffalo, 1893; riveduto e trascritto a cura di Kevin Knight in NewAdvent.org)

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“Stare coi morti, preferire i morti | ai vivi, che indecenza! Acqua passata.”

Giovanni Raboni (1932–2004) poeta, scrittore e giornalista italiano

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