Frasi su perfetto

Una raccolta di frasi e citazioni sul tema perfetto, essere, vita, mondo.

Frasi su perfetto

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“C'è abbastanza perfidia, odio, violenza, assurdità nell'essere umano medio
per rifornire qualsiasi esercito in qualsiasi giorno
E i migliori assassini sono quelli che predicano la vita
E i migliori a odiare sono quelli che predicano l'amore
E i migliori in guerra - in definitiva - sono quelli che predicano la pace
Quelli che predicano Dio hanno bisogno di Dio
Quelli che predicano la pace non hanno pace
Quelli che predicano amore non hanno amore
Attenti ai predicatori
Attenti ai sapienti
Attenti a quelli che leggono sempre libri
Attenti a quelli che o detestano la povertà o ne sono orgogliosi
Attenti a quelli che sono sempre pronti ad elogiare poiché hanno loro bisogno di elogi in cambio
Attenti a quelli pronti a censurare: hanno paura di quello che non sanno
Attenti a quelli che cercano continuamente la folla: da soli non sono nessuno
Attenti agli uomini comuni alle donne comuni
Attenti al loro amore
Il loro è un amore comune che mira alla mediocrità
Ma c'è il genio nel loro odio
C'è abbastanza genio nel loro odio per ucciderti
Per uccidere chiunque
Non volendo la solitudine
Non concependo la solitudine
Cercheranno di distruggere tutto ciò che si differenzia da loro stessi
Non essendo capaci di creare arte non capiranno l'arte
Come creatori, considereranno il loro fallimento solo come un fallimento del mondo intero
Non essendo in grado di amare pienamente considereranno il tuo amore incompleto
E poi odieranno te
E il loro odio sarà perfetto
Come un diamante splendente
Come un coltello
Come una montagna
Come una tigre
Come cicuta
La loro arte
più raffinata”

Charles Bukowski (1920–1994) poeta e scrittore statunitense
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“E tutto è perfetto tutto somiglia a te.”

da Hai delle isole negli occhi, n. 1
L'amore è una cosa semplice

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“Sono stato cresciuto in questa società, perciò non c'è modo di aspettarsi che io sia una persona perfetta, ho intenzione di fare tutto quel che mi pare, non sono un rolemodel.”

Tupac Shakur (1971–1996) rapper, attivista e attore statunitense

Rolemodel: modello stereotipato da prendere ad esempio per inquadrare una generazione, una categoria di persone.
I was raised in this society, so there's no way you can expect me to be a perfect person I am gonna do whatever I like, I am not a rolemodel.
Senza fonte

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“Ti vengo a prendere e mi aspetto di tutto, e non dev'essere per forza perfetto.”

Luciano Ligabue (1960) cantautore italiano

da Il meglio deve ancora venire, n. 12
Arrivederci, mostro!

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“Ricordate le parole immortali di Socrate nel carcere di Atene? Parla delle leggi come di persone vive, come di persone di conoscenza. «le nostre leggi, sono le nostre leggi che parlano». Perché le leggi della città possano parlare alle nostre coscienze, bisogna che siano come quelle di Socrate, le «nostre» leggi. Nelle più perfette democrazie europee, in Inghilterra, in Svizzera, in Scandinavia, il popolo rispetta le leggi perché ne è partecipe e fiero; ogni cittadino le osserva perché sa che tutti le osservano: non c'è una doppia interpretazione della legge, una per i ricchi e una per i poveri! Ma questa è, appunto, la maledizione secolare che grava sull'Italia: il popolo non ha fiducia nelle leggi perché non è convinto che queste siano le sue leggi. Ha sempre sentito lo Stato come un nemico. Lo Stato rappresenta agli occhi della povera gente la dominazione. Può cambiare il signore che domina, ma la signoria resta: dello straniero, della nobiltà, dei grandi capitalisti, della burocrazia. Finora lo Stato non è mai apparso alla povera gente come lo Stato del popolo. Da secoli i poveri hanno il sentimento che le leggi siano per loro una beffa dei ricchi: hanno della legalità e della giustizia un'idea terrificante, come di un mostruoso meccanismo ostile fatto per schiacciarli, come di un labirinto di tranelli burocratici predisposti per gabbare il povero e per soffocare sotto le carte incomprensibili tutti i suoi giusti reclami.”

Piero Calamandrei (1889–1956) politico italiano

Citazioni tratte da articoli de Il Ponte, Giugno 1951

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“Dai cuori no, non si va più via, sono scatole perfette in cui ritrovi sempre tutto.”

Luca Carboni (1962) cantautore e musicista italiano

da Le storie d'amore
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Questa traduzione è in attesa di revisione. È corretto?
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“La madre [Maria] non discute, il suo verbo è fare, vivere attuando, in perfetta obbedienza e donazione.”

David Maria Turoldo (1916–1992) religioso e poeta italiano

Non hanno più vino

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“L'uovo ha una forma perfetta benché sia fatto col culo.”

Bruno Munari (1907–1998) artista e designer italiano

libro Verbale scritto

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“Io lo guardo, lui mi guarda. Ecco la preghiera perfetta.”

Madre Teresa di Calcutta (1910–1997) religiosa e beata albanese

Origine: Citato in Gloria Germani, Teresa di Calcutta, una mistica tra Oriente e Occidente. Il suo pensiero in rapporto all'India e a Gandhi, Paoline, 2003.

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“Una gioia perfetta, paralizzante | e quieta come la disperazione.”

Emily Dickinson (1830–1886) scrittrice e poetessa inglese

da Poesie, BUR, traduzione di Margherita Guidacci

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“I nostri capelli sono perfetti, mentre siamo tutti maledettamente distrutti.”

Lady Gaga (1986) cantautrice e attivista statunitense

da Beautiful, Dirty, Rich n.º 6

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“Nessuno ha una memoria tanto buona da poter essere un perfetto bugiardo.”

Abraham Lincoln (1809–1865) 16º Presidente degli Stati Uniti d'America

Origine: Citato in Selezione dal Redear's Digest, dicembre 1962.

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“Agli uomini per i quali la parola «democrazia» è sinonimo di rivoluzione, anarchia, distruzioni, stragi, ho tentato di dimostrare che la democrazia poteva governare la società rispettando le fortune, riconoscendo i diritti, risparmiando la libertà, onorando la fede; che se il governo democratico sviluppava meno di altri talune belle facoltà dell'animo umano (rispetto al governo aristocratico), recava tuttavia benefici grandi; e che, forse, la volontà di Dio era di diffondere una felicità parimenti mediana per tutti, e non di rendere alcuni estremamente felici e pochi soltanto quasi perfetti. Ho inteso anche ricordare loro che, quale che fosse l'opinione di ognuno a tal riguardo, non era più tempo di deliberare, poiché la società si veniva sviluppando in una certa direzione e li trascinava con sé, tutti, verso l'uguaglianza di condizioni, sì che non restava da far altro che scegliere tra mali inevitabili. Il nostro problema, oggi, non è affatto di sapere se si può instaurare un regime democratico o un regime aristocratico, ma di scegliere tra una società democratica che progredisca senza grandezza ma con ordine e moralità, e una democrazia disordinata e depravata, in preda a furori frenetici o sottoposta a un giogo più greve di tutti quelli che hanno oppresso gli uomini dalla caduta dell'impero romano fino a oggi.”

Alexis De Tocqueville (1805–1859) filosofo, politico e storico francese

da una lettera del 1835; citato in Zagrebelsky 2008, p. 142

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“Non potevo credere, sebbene ne avessi il desiderio, in un Dio che non era migliore di un comune uomo come si deve. I monaci mi dicevano che Dio aveva creato il mondo per la sua gloria. Ma a me non sembrava uno scopo molto nobile. Beethoven creò forse le sue sinfonie per la propria gloria? Non credo. Le creò, piuttosto, perché la musica che aveva nell'anima cercava un mezzo d'espressione, e non si curò d'altro, poi, che di renderle quanto più perfette poteva.
«Quando i monaci ripetevano il Pater noster mi domandavo come potessero continuare a chiedere con fiducia al loro Padre celeste il pane quotidiano. I figli chiedono forse al loro padre terreno di sostenerli? Si aspettano che egli li mantenga e non provano riconoscenza per lui. Non sarebbe nemmeno giusto che ne provassero. Un uomo che metta al mondo dei figli quando non può o non vuole provvedere a loro, merita solo biasimo. Mi sembra che se un Creatore onnipotente non era disposto a provvedere alle necessità materiali e spirituali delle proprie creature, avrebbe fatto meglio a non crearle.»
«Caro Larry», dissi, «lei ha fatto bene a non nascere nel medioevo. L'avrebbero certamente bruciato vivo.»
Sorrise.
«Lei ha molto successo come autore», proseguì. «Le piace sentirsi lodare?»
«M'imbarazza soltanto.»
«Lo sospettavo. Ebbene, mi sembrava che anche a Dio non dovesse piacere. Nell'aviazione non stimavamo molto quelli che riuscivano a strappare incarichi comodi ai loro superiori, lisciandoli. Poteva mai Dio stimare chi cercava di strappargli la salvezza con basse adulazioni? Secondo me, la forma di culto che doveva essergli più gradita era che ognuno si comportasse meglio che poteva, secondo i propri lumi.”

cap. VI, 3
Il filo del rasoio
Variante: «Non potevo credere, sebbene ne avessi il desiderio, in un Dio che non era migliore di un comune uomo come si deve. I monaci mi dicevano che Dio aveva creato il mondo per la sua gloria. Ma a me non sembrava uno scopo molto nobile. Beethoven creò forse le sue sinfonie per la propria gloria? Non credo. Le creò, piuttosto, perché la musica che aveva nell'anima cercava un mezzo d'espressione, e non si curò d'altro, poi, che di renderle quanto più perfette poteva. «Quando i monaci ripetevano il Pater noster mi domandavo come potessero continuare a chiedere con fiducia al loro Padre celeste il pane quotidiano. I figli chiedono forse al loro padre terreno di sostenerli? Si aspettano che egli li mantenga e non provano riconoscenza per lui. Non sarebbe nemmeno giusto che ne provassero. Un uomo che metta al mondo dei figli quando non può o non vuole provvedere a loro, merita solo biasimo. Mi sembra che se un Creatore onnipotente non era disposto a provvedere alle necessità materiali e spirituali delle proprie creature, avrebbe fatto meglio a non crearle.»«Caro Larry», dissi, «lei ha fatto bene a non nascere nel medioevo. L'avrebbero certamente bruciato vivo.»Sorrise.«Lei ha molto successo come autore», proseguì. «Le piace sentirsi lodare?»«M'imbarazza soltanto.»«Lo sospettavo. Ebbene, mi sembrava che anche a Dio non dovesse piacere. Nell'aviazione non stimavamo molto quelli che riuscivano a strappare incarichi comodi ai loro superiori, lisciandoli. Poteva mai Dio stimare chi cercava di strappargli la salvezza con basse adulazioni? Secondo me, la forma di culto che doveva essergli più gradita era che ognuno si comportasse meglio che poteva, secondo i propri lumi.»

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