Frasi su cenere
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“La morte è l'assentarsi dell'eterno.”

Emanuele Severino (1929–2020) filosofo italiano

Origine: Da La legna e la cenere, Rizzoli.

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“La finzion del vizio | A vizio ver declina; A can, che lecca cenere, | Non gli fidar farina.”

Luigi Fiacchi (1754–1825) religioso, scrittore e filologo italiano

da Il fanciullo e il gatto, citato in Giuseppe Fumagalli, Chi l'ha detto?, Hoepli, 1921, p. 599

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“Mi bruci per ciò che predico, è una fine che non mi merito, mandi in cenere la verità perché sono il tuo sogno eretico.”

Caparezza (1973) cantautore e rapper italiano

da Sono il tuo sogno eretico n.° 5

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“Sono nato granata. E sono venuto grande a pane e Toro. Aveveo cinque anni la prima volta che mio padre mi portò con sé al Filadelfia, ricordo le battaglie di capitan Bearzot e di Lancioni, le volate di Bertoloni e Crippa, padre, mica figlio, le parate di Panetti e Rigamonti, qualche gol di Jeppson e Virgili. […] Inevitabile, in queste ultime stagioni, coltivare un debole per il Chievo, farsi catturare da certe geometrie straordinarie della Roma, chiedere asilo politico al calcio inglese in cerca di emozioni quantitative, e a quello spagnolo per il ramo qualitativo. […] In stagioni normali l'indice di sgradimento vede al primo posto la Juventus, per ragioni cromosomiche dunque indipendenti dalla mia volontà, seguite dalle altre due appaiate: facciamo quaranta, trenta, trenta. Ma per un certo tempo al quaranta è salito il Milan, per ragioni politiche altrettanto indipendenti dalla mia volontà. Mentre oggi la maggioranza relativa spetta all'Inter perché se chiagne e fotte un napoletano mi diverte; un milanese, meno. E così l'outing è completo. […] Oggi ce n'è un altro. Non un altro funerale, per fortuna. Un altro Torino, come un altro Napoli, un'altra Fiorentina, e chissà quante altre ancora ne verranno. Benvenute a tutte, anzi, bentornate. Questa disinvolta riesumazione ha un nome, si chiama Lodo Petrucci. Sulle ceneri della vecchia società può nascerne una nuova, dalla sera alla mattina, a patto di accettare la perdita di categoria e di adempire a poche altre formalità. Sarà che ho smarrito la fede. Ma ho come la sensazione che un paese che se ne frega di chi perde il lavoro ma legifera in tutta fretta per chi perde il tifo, sia a sua volta un paese a perdere.”

Gigi Garanzini (1948) giornalista, scrittore e conduttore radiofonico italiano

cap. Complimenti per la trasmissione

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“Se Voi, probabilmente avete letto le opere di Giordano Bruno, ebbene ne La cena delle ceneri, fa uno strano ragionamento. Dice: supponiamo di avere una palla, come la terra. La terra viene illuminata dal sole, ma soltanto una parte della terra viene illuminata dal sole. Man mano che ci si allontana, il sole è più lontano dalla terra, una parte sempre maggiore della sfera viene illuminata. Ora, domanda: quant'è la parte della sfera che al massimo può venire illuminata? Se il sole fosse all'infinito, allora illuminerebbe esattamente metà della sfera. Ora Giordano Bruno si chiede: ma poverina l'altra metà della sfera che cosa fa? Rimane in ombra? Allora l'idea di Giordano Bruno è: quando arriviamo all'infinito, facciamo un passo in più, incominciamo ad andare oltre questo primo infinito e il sole comincerà a illuminare la parte di dietro della sfera. Quando s'arriva all'infinito per la seconda volta tutta la sfera è illuminata. Non c'è bisogno di dire che questa è, ovviamente, è un'idea semplicemente metaforica, non ha nessun senso. Però è la prima volta nella storia in cui qualcuno pensa che ci sia effettivamente la possibilità di avere due o più infiniti. I matematici oggi sono arrivati ad averne addirittura infiniti.”

Piergiorgio Odifreddi (1950) matematico, logico e saggista italiano

dalla trasmissione RAI Il Grillo, 2 aprile 2001; citato in Storia dell'infinito http://www.emsf.rai.it/grillo/trasmissioni.asp?d=795#bruno, emsf.rai.it

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“Se domani ci sarà una pietra sulle mie ceneri, per favore scriveteci sopra: Armando Cossutta, comunista.”

Armando Cossutta (1926–2015) politico italiano

Origine: Da Armando Cossutta e Gianni Montesano, Una storia comunista, Rizzoli, Milano 2004. ISBN 8817004308

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“E, da cenere e nulla, le parole si faranno carne e ossa.”

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“Troppe ceneri sparge attorno a sé la noia,
la gioia quando c'è basta a sé sola.”

Vittorio Sereni (1913–1983) scrittore e poeta italiano

Gli strumenti umani

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“Risorgerò nemico ognor più crudo, | Cenere anco sepolto e spirto ignudo.”

IX, 99
Gerusalemme liberata
Variante: Risorgero nemico ognor piu crudo,
Cenere anco sepolto, e spirto ignudo!

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“Un uomo che mangia il fuoco | e per scaldarti si fa bruciare, | diventa cenere a poco a poco, | ma non la smette di amare.”

Francesco De Gregori (1951) cantautore italiano

da Spalle larghe, n. 7
Terra di nessuno

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“Le persone che si fanno cremare pensano che, ridotte in cenere, sfuggiranno a Dio.”

Jules Renard (1864–1910) scrittore e aforista francese

12 ottobre 1900; Vergani, p. 174
Diario 1887-1910

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“METTETE LE MIE CENERI
SOTTO IL MIO GELSOMINO
E SCRIVETE SULL'URNA:
VIAGGIÓ TUTTA LA VITA
ATTORNO A UN TAVOLO”

Brunella Gasperini (1918–1979) giornalista e scrittrice italiana

Origine: Una donna e altri animali, p. 43

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“[Bacco, tabacco e Venere], ed altri stupefacenti, riducono l'uomo in cenere solo se egli ne usa senza innocenza; combattuto fra la convinzione che essi gli sono nocivi e il rimorso di non potersene astenere.”

Umberto Saba (1883–1957) poeta italiano

63, pp. 57-58
Scorciatoie e raccontini
Origine: Proverbio italiano: «Bacco, tabacco e Venere riducon l'uomo in cenere.»

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“Nulla mai viene veramente perduto, o può venir perduto, | non nascita, identità, forma – oggetto veruno del mondo, | non vita, non forza, né cosa alcuna visibile; | le apparenze non debbono ingannare, sfera mutata non deve confonderti il cervello. Vasti sono il Tempo e lo Spazio – vasti i campi della Natura. | Il corpo torbido, vecchio, freddo – ceneri che sono rimaste dai fuochi d'un tempo, | la luce offuscata degli occhi tornerà a splendere […].”

Continuità, p. 643
Foglie d'erba, Foglie dei settant'anni (primo allegato)
Origine: Parte di questa poesia viene recitata da Duke (interpretato da James Garner) nel film Le pagine della nostra vita (2004): «Niente è mai perduto o può essere perduto. Il corpo lento, vecchio, freddo, ceneri rimaste dai fuochi del tempo, tornerà a splendere ancora.»

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