Frasi sul coraggio
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“So assolutamente, o soldati, che le parole non aggiungono valore e che un esercito non diventa coraggioso da vile né forte da pavido per un discorso del generale. Quanto è grande il coraggio nell'animo di ciascuno per indole o per educazione, tanto grande è solito manifestarsi in guerra. Colui che né la gloria né i pericoli incitano, lo potresti esortare invano: il timore dell'animo tappa le orecchie. Ma io vi ho convocato per ammonirvi riguardo a poche cose e contemporaneamente per esporvi il motivo del mio piano. Invero certamente sapete, o soldati, qual grave danno abbiano portato a noi la viltà e l'indolenza di Lentulo, e anche a lui stesso, e per quale modo mentre aspettavo rinforzi dalla città, non sono potuto partire per la Gallia. Ora dunque a quale punto sia la nostra situazione, voi tutti lo capite insieme a me. Due eserciti nemici ci sbarrano la strada, uno dalla città e uno dalla Gallia; rimanere più a lungo in questi luoghi, anche se il nostro animo lo desidera moltissimo, lo impedisce la mancanza di frumento e di altre cose. Dovunque ci piaccia andare, bisogna aprirsi la strada con le armi. Perciò vi esorto ad essere forti e pronti e, quando entrerete in combattimento, a ricordare che voi portate nelle vostre mani destre ricchezze, onore, gloria, senza contare la libertà e la patria. Se vinceremo, non correremo più alcun pericolo; ci saranno vettovaglie in abbondanza, municipi e colonie spalancheranno le porte. Se, causa la paura, ci saremo ritirati, quei medesimi diventeranno ostili, nessun amico, nessun luogo potrà proteggere chi le armi non siano riuscite a proteggere. Inoltre, soldati, non è il medesimo bisogno ad incombere su di noi e su di loro: noi combattiamo per la patria, per la libertà, per la vita; per loro è superfluo combattere per il potere di pochi. Perciò, attaccate con maggior audacia, memori dell'antico valore! Vi sarebbe stato concesso passare la vita in esilio con il massimo disonore: alcuni di voi avrebbero potuto bramare a Roma, dopo aver perso le proprie, le ricchezze di altri. Poiché quelle azioni sembravano turpi ed intollerabili agli uomini, avete deciso di seguire queste. Se volete abbandonare questa situazione, c'è bisogno di coraggio; nessuno, se non da vincitore, ha mai cambiato in pace una guerra. In guerra il massimo pericolo è quello di coloro che di più hanno paura; il coraggio è considerato come un muro. Quando vi guardo, o soldati, e quando considero le vostre azioni, mi prende una grande speranza di vittoria. L'animo, l'età, il valore vostri mi incoraggiano, e la necessità, inoltre, che rende coraggiosi anche i pavidi. E infatti l'inaccessibilità del luogo impedisce che la moltitudine dei nemici possa circondarci. Se la fortuna si sarà opposta al vostro valore, non fatevi ammazzare invendicati, e neppure, una volta catturati, non fatevi trucidare come bestie piuttosto che lasciare ai nemici una vittoria cruenta e luttuosa combattendo alla maniera degli eroi!”

Lucio Sergio Catilina (-109–-62 a.C.) militare e senatore romano

Citato in Gaio Sallustio Crispo 1994

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“Il coraggio esiste solo dove esiste la paura.”

Mistaman (1976) rapper italiano

da Vite a metà, n. 15
Parole

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“La paura è necessaria, diffido sempre di chi afferma di non aver paura, si tratta di idioti o incoscienti. La paura ci mostra le nostre oscure prigioni. È poi il coraggio a portare la luce.”

Giovanni Scafoglio (1970) giornalista, musicista e critico musicale italiano

Origine: Dalla trasmissione radiofonica Altroquando, Radio Club 91, 30 ottobre 2012.

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“Io sono più affezionato ai brocchi, i brocchi che ho avuto nel passato, perché anche loro hanno il coraggio di andare sul ring. Entrare nel ring non è da tutti.”

Ottavio Tazzi (1928–2013) allenatore di pugilato italiano

Origine: Da un'intervista registrata nella parte finale della canzone Boxe a Milano di Pacifico; citato in Nato per lottare http://www.ultimouomo.com/nato-per-lottare/, Ultimouomo.com, 18 dicembre 2014.

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“[Su Brian May] Quando un uomo arriva ad usare la propria fama ed il proprio denaro per cercare, con coraggio e tenacia di migliorare il mondo in cui vive, dimostra di essere un vero fuoriclasse.”

Carlo Zannetti (1960) chitarrista, cantautore e scrittore italiano

Origine: Da Carlo Zannetti, storie di musicisti e di animali http://www.ilgazzettino.it/pay/pordenone_pay/carlo_zannetti_storie_di_musicisti_e_di_animali-2119838.html, Il Gazzettino (ed. Pordenone), 4 dicembre 2016.

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“Volevo che tu imparassi una cosa: volevo che tu vedessi che cosa è il vero coraggio, tu che credi che sia rappresentato da un uomo col fucile in mano. Aver coraggio significa sapere di essere sconfitti prima ancora di cominciare, e cominciare egualmente e arrivare sino in fondo, qualsiasi cosa succeda. È raro vincere, in questi casi, ma qualche volta succede.”

Atticus Finch: cap. 11
Il buio oltre la siepe
Variante: Volevo che tu imparassi una cosa da lei: volevo che tu vedessi che cosa è il vero coraggio, tu che credi che sia rappresentato da un uomo col fucile in mano. Aver coraggio significa sapere di essere sconfitti prima ancora di cominciare, e cominciare egualmente e arrivare fino in fondo, qualsiasi cosa succeda. È raro vincere, in questi casi, ma qualche volta si vince.

“Per quanto riguarda il tiro in rovesciata, usato quando il giocatore è costretto a volgere le spalle alla porta, l'avvertenza principale è di cercare di imprimere al pallone una traiettoria tesa. Si tratta di una tecnica difficile, che richiede doti acrobatiche e di coraggio e che comporta il rischio di farsi male cadendo a terra. La sua efficacia consiste nell'imprevedibilità e nella rapidità di esecuzione.”

Luigi Bonizzoni (1919–2012) allenatore di calcio e calciatore italiano

Origine: Citato in Sebastiano Vernazza, 100 anni di rovesciata: dalla leggenda di Talcahuano a Rooney: un secolo di calcio capovolto http://www.gazzetta.it/Calcio/08-01-2014/rovesciata-100-anni-talcahuano-rooney-202012315673.shtml, Gazzetta.it, 8 gennaio 2014.

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“Chiunque può fronteggiare una grave crisi e rimettersi in piedi con coraggio dopo una tragedia, ma per sopportare le piccole noie quotidiane con il sorriso sulle labbra, ecco, per quello penso che ci voglia molto coraggio e determinazione!”

Daddy-Long-Legs
Papà Gambalunga
Variante: Non sono le grandi disgrazie della vita che esigono forza di carattere da noi. Chiunque può fronteggiare una grave crisi e rimettersi in piedi con coraggio dopo una tragedia, ma per sopportare le piccole noie quotidiane con il sorriso sulle labbra, ecco, per quello penso che ci voglia molto coraggio e determinazione!

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“«Le strade di Fantàsia», disse Graogramàn, «le puoi trovare solo grazie ai tuoi desideri. E ogni volta puoi procedere soltanto da un desiderio al successivo. Quello che non desideri ti rimane inaccessibile. Questo è ciò che qui significano le parole 'vicino' e 'lontano'. E non basta volere soltanto andar via da un luogo. Devi desiderarne un altro. Devi lasciarti guidare dai tuoi desideri.»
«Ma io non desidero affatto andarmene da qui», ribatté Bastiano.
«Dovrai trovare il tuo prossimo desiderio», replicò Graogramàn in tono quasi severo.
«E quando l'avrò trovato», fece Bastiano di rimando, «come potrò andarmene da qui?»
«Ascolta, mio signore», disse Graogramàn a voce bassa, «in Fantàsia c'è un luogo che conduce ovunque e al quale si può giungere da ogni parte. Viene chiamato il Tempio delle Mille Porte. Nessuno lo ha visto dall'esterno, perché non ha un esterno. Il suo interno consiste in un labirinto di porte. Chi lo vuole conoscere deve avere il coraggio di inoltrarsi in quel labirinto.»
«Ma come è possibile, se non ci si può avvicinare dall'esterno?»
«Ogni porta», continuò il leone, «ogni porta in tutta Fantàsia, persino una comunissima porta di cucina o di stalla, sicuro, persino l'anta di un armadio, può in un determinato momento diventare la porta d'ingresso al Tempio delle Mille Porte. Passato quell'attimo, torna a essere quello che era, una porta qualsiasi. Perciò nessuno
può passare per più di una volta dalla stessa porta. E nessuna delle mille porte riconduce là da dove si è venuti. Non esiste ritorno.»
«Ma una volta che si è dentro», domandò Bastiano, «si può uscirne?»
«Sicuro», rispose il leone, «però non è così facile come nei soliti edifici. Perché attraverso il labirinto delle Mille Porte ti può guidare solo un vero desiderio. Chi non lo ha è costretto a continuare a vagarci dentro fino a quando sa esattamente che cosa desidera. E questo talvolta richiede molto tempo.»
«E come si fa a trovare la porta d'ingresso?»
«Bisogna desiderarlo.»
Bastiano rifletté a lungo e poi disse:
«È strano che non si possa semplicemente desiderare quello che si vuole. Ma, per la verità, da dove ci vengono i desideri? E che cos'è un desiderio?»
Graogramàn guardò il ragazzo a occhi spalancati, ma non rispose.

Qualche giorno più tardi ebbero un altro colloquio molto importante.
Bastiano aveva mostrato al leone la scritta sul rovescio dell'amuleto. «Che cosa può significare?» domandò. «FA' CIO' CHE VUOI, questo vuol dire che posso fare tutto quello che mi pare, non credi?»
Il volto di Graogramàn assunse d'improvviso un'espressione di terribile serietà e i suoi occhi divennero fiammanti.
«No», esclamò con quella sua voce profonda e tonante, «vuol dire che devi fare quel che è la tua vera volontà. E nulla è più difficile.»
«La mia vera volontà?» ripeté Bastiano impressionato. «E che cosa sarebbe?»
«È il tuo più profondo segreto, quello che tu non conosci.»
«E come posso arrivare a conoscerlo?»
«Camminando nella strada dei desideri, dall'uno all'altro, e fino all'ultimo. L'ultimo ti condurrà alla tua vera volontà.»
«Ma questo non mi pare tanto difficile.»
«Di tutte le strade è la più pericolosa», replicò il leone.
«Perché?» domandò Bastiano. «Io non ho paura.»
«Non è di questo che si tratta», ruggì Graogramàn, «ciò richiede la massima sincerità e attenzione, perché non c'è altra strada su cui sia tanto facile perdersi definitivamente.»”

Michael Ende (1929–1995) scrittore tedesco
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“Mr Higginson,È troppo profondamente occupato per dirmi se la mia Poesia è viva? La Mente è così vicina a se stessa – che non può vedere, distintamente – e non ho nessuno a cui chiedere – Se dovesse pensare che respira – e trovasse il tempo per dirmelo, proverei una pronta gratitudine – Se sto sbagliando – il fatto che lei abbia il coraggio di dirmelo – renderebbe ancora più sincero il rispetto – verso di lei – Accludo il mio nome – posso chiederle, per favore – Signore – di dirmi la verità? Che lei non mi inganni – è superfluo chiedere – poiché l'Onore è pegno di se stesso.”

Emily Dickinson (1830–1886) scrittrice e poetessa inglese

a T. W. Higginson, 15 aprile 1862, 260
Lettere
Origine: In varie lettere indirizzate a Thomas Wentworth Higginson la Dickinson allegò alcune sue poesie per ricevere un giudizio in merito. La Dickinson iniziò questa corrispondenza dopo aver letto nell'aprile 1862 un articolo di Higginson sullAtlantic Monthly, intitolato Letter to a Young Contributor. note di G. Ierolli.

“Figlia di una numerosa famiglia di umili origini, cresciuta in un quartiere della periferia di Mantova. Che dopo aver vissuto dolorose vicissitudini, decisi di fuggire dalla famiglia d'origine per costruirne una propria. Ma per questa decisione affrettata ebbi una vita solitaria e disagevole. L'unico e autentico amore che diede un senso alla mia vita la nascita dei miei due figli che mi diedero la forza e il coraggio di vivere. Una vita che nonostante il peso di un onere che ha segnato la mia esistenza e ormai rassegnata ed arresa ad un cognome che non mi appartiene in quanto mio padre biologico me lo ha negato. Una donna con un bagaglio di esperienze di vita inique che mi hanno indotto ha mettere fine al mio matrimonio. Ed una convivenza di undici anni con un uomo da un finale di una storia deprecabile, da depennare. Non sono certo fiera ne orgogliosa del mio vissuto, spinta dall' immenso amore per la vita è dal desiderio intenso di emergere dal l'indigenza che regnava nella mia famiglia. Ho fallito in tutti i sensi condannandomi all'autoisolamento distaccandomi dalla società e dal resto del mondo. La mia amata e bramata solitudine mi ha trasformata in una donna consapevole e decisa ad un isolamento di meditazione e di riflessione che mi ha indotto alla passione per la scrittura. Una biro e un foglio ed il desiderio di scrivere nero su bianco, per esprimere, narrare ed esporre i miei pensieri, desideri e speranze. Scrivendo racconti, frasi, poesie, partecipando a numerosi concorsi. A passo lento e cautamente sto uscendo dall'anonimato. Il mio impegno quotidiano, la perseveranza e la tenacia mi ha premiata. Il mio operato è stato inserito in Internet a disposizione di tutte le persone interessate a conoscermi anche se solo virtualmente. Orgogliosa e appagata di poter lasciare nel mondo la mia orma e una traccia della mia esistenza.”

Questa traduzione è in attesa di revisione. È corretto?
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“L'individuo che approfitta del potere che ha per imporre esclusivamente gli interessi a suo vantaggio, è un fallito assolutamente privo di coraggio e valore.”

Prevale (1983) disc jockey, produttore discografico e conduttore radiofonico italiano

Origine: prevale.net

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“Il coraggio intellettuale della verità e la pratica politica sono due cose inconciliabili in Italia.”

da Il romanzo delle stragi, 14 novembre 1974; p. 114
Scritti corsari

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“Nell'enorme formicaio dell'umanità vi è una quantità straordinaria di coraggio di vivere e di morire.”

Hans Urs Von Balthasar (1905–1988) presbitero e teologo svizzero

Nuovi punti fermi

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“Io non sono vecchio! Non vogliono dir nulla settantaquattro anni! Cinquant'anni non sono nulla, non mi separano affatto dalla giovinezza. Se mi volto, dietro le mie spalle c'è la giovinezza chiara, nitida, e dietro c'è la fanciullezza, ancora più chiara e nitida di quando avevo vent'anni. I pensieri sono con me, li devo ancora sviluppare, e così i sentimenti, i desideri: li devo ancora appagare! Io non sono affatto sazio di vita, comincio appena ora ad assaporarla! Perché mi mettete addosso questi dolori artritici, queste rughe che mi fanno ghignare mentre non ghigno affatto, queste borse di pelle? Perché m'impastoiate come un mulo e mi accecate? Perché mi otturate le orecchie? E perché mi guardate con quegli occhi che trovano maturale che io muoia? C'è un errore, ve lo giuro! Arrivate alla mia età e ve ne accorgerete! Ma allora avrete anche voi un bel gridare, e quelli che avranno i venti, i trenta, i quaranta, i cinquant'anni che adesso avete voi non vi crederanno, e vi conforteranno col tono bonario che si usa con i pazzi quando dicono d'essere sani!". Paolo uscì; tremava leggermente. Come poteva un uomo ridursi così? Era chiaro: niente mai meditazione, niente mai volontà, niente mai autocritica, e quindi niente coraggio, niente dignità, niente luce intellettuale, niente superiorità sulla morte. Lo spirito, relegato nella stiva del corpo, costretto a servirlo per renderne infiniti i godimenti, ora si limitava a sbattere le sue catene per annunziare che il padrone colava a picco.”

Vitaliano Brancati (1907–1954) scrittore, sceneggiatore
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“Chi possiede coraggio e carattere, è sempre molto inquietante per chi gli sta vicino.”

Hermann Hesse (1877–1962) scrittore, poeta e aforista tedesco

Origine: Aforismi, p. 57

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“Chi pensa che i regimi comunisti dell'Europa Centrale siano esclusivamente opera di criminali, si lascia sfuggire una verità fondamentale: i regimi criminali non furono creati da criminali ma da entusiasti, convinti di aver scoperto l'unica strada per il paradiso. Essi difesero con coraggio quella strada, giustiziando per questo molte persone. In seguito, fu chiaro che il paradiso non esisteva e che gli entusiasti erano quindi degli assassini. Allora tutti cominciarono a inveire contro i comunisti: Siete responsabili delle sventure del paese (è impoverito e ridotto in rovina), della perdita della sua indipendenza (è caduto in mano alla Russia), degli assassinii giudiziari Coloro che venivano accusati rispondevano: Noi non sapevamo! Siamo stati ingannati Noi ci credevamo! Nel profondo del cuore siamo innocenti! La discussione si riduceva a questa domanda: Davvero loro non sapevano? Oppure facevano solo finta di non aver saputo nulla? Tomas seguiva la discussione (così come la seguivano tutti i dieci milioni di cechi) e si diceva che tra i comunisti c'era sicuramente chi non era del tutto all'oscuro (dovevano pur sempre aver sentito parlare degli orrori che erano stati commessi e che venivano ancora commessi nella Russia postrivoluzionaria). Ma era probabile che la maggior parte di loro non ne sapesse davvero nulla. E si disse che la questione fondamentale non era: Sapevamo o non sapevamo?, bensì: Si è innocenti solo per il fatto che non si sa? Un imbecille seduto sul trono è sollevato da ogni responsabilità solo per il fatto che è un imbecille? Ammettiamo pure che un procuratore ceco che all'inizio degli Anni Cinquanta chiedeva la pena di morte per un innocente sia stato ingannato dalla polizia segreta russa e dal proprio governo. Ma ora che sappiamo tutti che le accuse erano assurde e i giustiziati innocenti, com'è possibile che quello stesso procuratore difenda la purezza della propria anima e si batta il petto: La mai coscienza è senza macchia, io non sapevo, io ci credevo. La sua irrimediabile colpa non risiede proprio in quel 'Io non sapevo! Io ci credevo!'? Fu allora che a Tomas tornò in mente la storia di Edipo: Edipo non sapeva di dormire con la propria madre ma, quando capì ciò che era accaduto, non si sentì innocente. Non poté sopportare la vista delle sventure che aveva causato con la propria ignoranza, si cavò gli occhi e, cieco, partì da Tebe. Tomas sentiva le grida dei comunisti che difendevano la loro purezza interiore e diceva tra sé: Per colpa della vostra incoscienza la nostra terra ha perso, forse per secoli, la sua libertà e voi gridate che vi sentite innocenti? Come potete ancora guardarvi intorno? Come potete non provare raccapriccio? Siete o non siete capaci di vedere? Se aveste gli occhi, dovreste trafiggerveli e andarvene da Tebe!”

L'insostenibile leggerezza dell'essere

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“Ci vuole più coraggio e forza di carattere per fermarsi o addirittura per volgersi indietro che per andare avanti.”

80a; 2006
La volontà di potenza
Origine: Il frammento alla quale appartiene la citazione è stato pubblicato per la prima volta in inglese nell'edizione di The Will to Power del 1968 curata da Walter Kaufmann.

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“[Su V per Vendetta] Un adattamento toglie sempre qualcosa all'originale, ma è riuscito quando, come in questo caso, elabora ed aggiunge. Ed è davvero una bella idea che la gente arrivi ad usare la maschera di V, dopo aver ritrovato il coraggio di opporsi a un potere ingiusto.”

David Lloyd (1950) fumettista inglese

Origine: Citato in Luca Raffaelli Arriva V, il terrorista buono contro l' Inghilterra fascista http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2006/03/17/arriva-il-terrorista-buono-contro.html, la Repubblica, 17 marzo 2006.

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“Non c'è bisogno di essere eroi, basterebbe ritrovare il coraggio di aver paura, il coraggio di fare delle scelte, di denunciare.”

Giuseppe Diana (1958–1994) presbitero e scrittore italiano

Origine: Citato in La striscia rossa http://www.unita.it/la-striscia-rossa/laquo-non-c-rsquo-egrave-bisogno-di-essere-eroi-basterebbe-ritrovare-il-coraggio-di-aver-paura-il-coraggio-di-fare-delle-scelte-di-denunciare-raquo-1.51168, unita.it, 19 marzo 2009.

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“Un soldato deve confidare sulla sua spada e sul suo coraggio, non perdere tempo ad adornarsi di oro e argento. […] Un soldato deve adornarsi del suo valore.”

Lucio Papirio Cursore: IX, 40; 1997
[H]orridum militem esse debere, non caelatum auro et argento sed ferro et animis fretum. […] Virtutem esse militis decus.
Ab urbe condita, Proemio – Libro X

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“"No!" disse Thorin. "In te c'è più di quanto tu non sappia, figlio dell'Occidente cortese. Coraggio e saggezza, in giusta misura mischiati. Se un maggior numero di noi stimasse cibo, allegria e canzoni al di sopra dei tesori d'oro, questo sarebbe un mondo più lieto. Ma triste o lieto, ora debbo lasciarlo. Addio!"
Allora Bilbo si allontanò, e se ne andò in disparte; tutto solo si sedette avvolto in una coperta e, lo crediate o no, pianse finché i suoi occhi non furono rossi e roca la voce.”

2004, p. 362
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Variante: "No!" disse Thorin. "In te c'è più di quanto tu non sappia, figlio dell'Occidente cortese. Coraggio e saggezza, in giusta misura mischiati. Se un maggior numero di noi stimasse cibo, allegria e canzoni al di sopra dei tesori d'oro, questo sarebbe un mondo più lieto. Ma triste o lieto, ora debbo lasciarlo. Addio!" Allora Bilbo si allontanò, e se ne andò in disparte; tutto solo si sedette avvolto in una coperta e, lo crediate o no, pianse finché i suoi occhi non furono rossi e roca la voce.

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“Vespa non lo considero un giornalista, lo considero un servo di regime. […] Non [è una questione, NdR] di sinistra o di destra: non si può essere considerati giornalisti se non si ha il coraggio di dire la verità, e la verità non è né di sinistra né di destra.”

Giorgio Bocca (1920–2011) giornalista italiano

Origine: Da un' intervista http://www.la7.it/invasionibarbariche/pvideo-stream?id=i365857 a Daria Bignardi nel programma Le invasioni barbariche, LA7, 10 dicembre 2010; citato in Giorgio Bocca: "Vespa non è un giornalista, è un servo di regime" http://www.ilfattoquotidiano.it/2010/12/11/giorgio-bocca-vespa-non-e-un-giornalista-e-un-servo-di-regime/81388/, il Fatto Quotidiano.it, 11 dicembre 2010.

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