Frasi su fatto
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“Tutto il male del mondo viene dal fatto che ci interessiamo gli uni agli altri, | sia per fare del bene, sia per fare del male. | La nostra anima e il cielo e la terra ci bastano. | Voler di più è perdere questo, ed essere infelici.”

Fernando Pessoa (1888–1935) poeta, scrittore e aforista portoghese

da Fantasie di interludio, p. 208
Poesie, Pessoa ortonimo, Gli eteronimi, Alberto Caeiro: Poemi completi

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“Finché Pericle fu, durante la pace, a capo della repubblica, la guidò con moderazione e la conservò sicura, e sotto di lui essa fu potente come non mai; quando poi scoppiò la guerra, è evidente che anche allora egli ne seppe ben riconoscere la forza. Sopravvisse (allo scoppio della guerra) due anni e sei mesi; e dopoché fu morto, allora anche meglio si poté conoscere la sua antiveggenza nei riguardi della guerra. Egli infatti andava ripetendo che gli Ateniesi ne sarebbero usciti con successo qualora si fossero condotti prudentemente, avendo cura della flotta, e non cercassero di allargare con la guerra il loro impero, e non mettessero in pericolo la città stessa: ma essi fecero tutto il contrario, e giudicando altre imprese estranee alla guerra meglio rispondenti alle ambizioni private e ai privati vantaggi, mal governarono lo Stato per se stessi e per gli alleati… E la causa di tutto ciò era che Pericle, potente per dignità e per senno, manifestamente incorruttibile, dominava liberalmente la moltitudine e conseguito il potere con mezzi non illeciti, egli non era costretto a parlare per compiacerla, ma poteva, per la sua autorità, contraddirla ed affrontarne la collera… Si aveva dunque di nome la democrazia, ma di fatto il governo tenuto dal primo cittadino.”

Storie, II, 65
Origine: Citato in Giulio Giannelli, Trattato di storia greca. Patron editore, p. 240.

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“Mentre scrivo queste righe, mi viene in mente che la caratteristica particolare della maggior parte delle cose che consideriamo fragili è quanto siano invece robuste. Da bambini facevamo dei giochi con le uova per dimostrare come fossero in realtà minuscoli edifici di marmo estremamente resistenti; mentre ci dicono che il battito delle ali di una farfalla, se fatto nel punto giusto, può creare una tempesta al di là dell'oceano. Il cuore si può spezzare, ma è il più forte dei nostri muscoli, capace com'è di pompare sangue per lo spazio di una vita, settanta volte al minuto, e senza quasi perdere un colpo. Perfino i sogni, la più delicata e intangibile delle cose, possono dimostrarsi assai resistenti a ogni tentativo di distruggerli. I racconti, come le persone e le farfalle e le uova di usignuolo e i cuori umani e i sogni, sono cose fragili, fatti con niente di più forte e duraturo che ventisei lettere e una manciata di segni di interpunzione. Oppure sono parole nell'aria, composte di suoni e di idee – astratte, invisibili, che svaniscono appena pronunciate – e cosa può esserci mai di più fragile? Ma ci sono piccoli e semplici racconti su avventure e persone capaci di cose incredibili, storie di miracoli e mostri, che sono durati molto più a lungo di coloro che le hanno narrate, e alcune sono durate anche più a lungo delle terre in cui sono nate.”

Neil Gaiman (1960) fumettista, scrittore e giornalista britannico

Cose fragili, Introduzione

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“[Riguardo a Calciopoli] Se fosse successo in Africa sarebbe stato grave ma limitato, ma in Italia il calcio è una religione, e le conseguenze di tutto questo saranno terribili. L'immagine dell'Italia ne esce in frantumi. Da noi vale la presunzione di innocenza, ma la Federcalcio italiana ha grandi responsabilità, in quanto avrebbe dovuto vigilare e non l'ha fatto.”

Joseph Blatter (1936) dirigente sportivo svizzero

Origine: Citato in Beckenbauer: "Gli azzurri pagheranno ai Mondiali". Presidenti e tecnici dai pm http://www.repubblica.it/2006/05/dirette/sezioni/calcio/scandalocalcio/sabato20maggio/, Repubblica.it, 20 maggio 2006.

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“Vide i busti e i profili dei soldati che cavalcavano di fianco alla carrozza, e la folla lungo il percorso: i pugni alzati, e facce stravolte con le bocche spalancate a insultare e a maledire e a invocare una morte, la sua morte! Proseguendo verso Porta San Gaudenzio, s'accorse che per non sentire quelle grida bastava non ascoltarle. Guardava i volti e i corpi degli uomini là fuori come avrebbe guardato dei pesci in una boccia divetro; li vedeva lontani ed anche strani, anzi si meravigliava di non aver mai fatto caso a quei dettagli che ora le sembravano così assurdi; di non essersi mai stupita in precedenza di quelle forme, considerandole – come tutti – inevitabili, e assolutamente sensate! Di averle sempre credute… normali! Quei cosiddetti nasi, quelle orecchie…. Perché eran fatte così? Quelle bocche aperte con dentro quei pezzi di carne che si muovevano. Che insensatezza! Che schifo! E quell'esplosione incontenibile di odio, da parte di individui che fino a pochi giorni prima non sapevano nemmmeno che lei esistesse e ora volevano il suo sangue, le sue viscere, reclamavano d'ammazzarla loro stessi, lì sul momento e con le loro mani… C'era forse un senso, una ragione in tutto questo? E se non c'era, perché accadeva? Ecco, pensava: io sto qui, e non si perché sto qui; loro gridano, e non sanno perché gridano. Le sembrava di capire, finalmente!, qualcosa della vita: un'energia insensata, una mostruosa malattia che scuote il mondo e la sostanza stessa di cui sono fatte le cose, come il mal caduco scuoteva il povero Biagio quando lo coglieva per strada. Anche la tanto celebrata intelligenza dell'uomo non era altro che un vedere e non vedere, un raccontarsi vane storie più fragili d'un sogno: la giustizia, la legge, Dio, l'inferno…”

cap. 30, p. 291
La chimera

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“L'abitato superiore, con necropoli di incinerati che rivelano la presenza di guerrieri-pastori giustificata da necessità di difera della strada rivierasca che vi passava, era chiamato in dialetto Crées, nome celtico pure, indicante la presenza di abitazioni in pietra; quello inferiore, con sepolture più tarde di inumati era invece Piaàg, di probabile derivazione latina da plaga. Ebbene, la popolazione del primo villaggio era estroversa, allegra, malleabile, piuttosto variabile nelle opinioni e nei rapporti sociali, a costituzione familiare in cui l'uomo faceva sentire maggiormente la propria podestà; alla sera le vie del paese erano animate sino alla mezzanotte; al mattino, in compenso, gli uomini si levavano tardi e andavano al lavoro sulla montagna a giorno fatto; non era raro il caso che sue bisticciassero oggi, venendo anche alle mani, e che domani li si incontrasse a braccetto. Al contrario la gente di sotto era piuttosto taciturna, sensibilmente introversa. Se nasceva uno screzio tra famiglie, ne veniva un'avversione che durava talora per generazioni. La donna era più considerata che nell'altro villaggio e il marito le si rivolgeva con il "voi", anziché col "tu" come lassù. Al mattino – e io ho fra i ricordi della mia fanciullezza il battere a notte sul selciato sotto le mie finestre degli scarponi di chi passava – gli uomini andavano al lavoro prima che baluginasse l'alba; alla sera, viceversa, dopo le otto le vie del paese diventavano deserte. La parola data era sempre mantenuta e assai difficile era far mutar parere. […] I diversi caratteri dei due paesi portarono, all'inizio di questo secolo, a comportamenti assai diversi di fronte alla depressione in atto. Mentre la gente di sotto emigrava piuttosto che contrarre un debito, quelli di sopra ipotecarono con facilità anche le terre, allorché accennò il ruttiamo e, buoni muratori quali erano, costruirono case d'affitto procurandosi denaro a prestito. Rimontarono la china mentre, di sotto, il paese, un tempo più fiorente per territorio ricco di campi e di boschi, si spopolava.”

Pietro Pensa (1906–1996) ingegnere e dirigente d'azienda italiano

Origine: Noi gente del Lario, p. 496

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“Per amare la pace, armare la pace”

Mario Mauro (1961) politico italiano

da Il Fatto Quotidiano http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/06/26/f35-passa-mozione-di-maggioranza-381-si-bocciato-testo-sel-m5s/638308/, 2013

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“Tutti dicono di voler cambiare le cose, ma l'unica vera rivoluzione culturale è firmata Alfonso Luigi Marra.”

Alfonso Luigi Marra (1947) politico e scrittore italiano

da Un uomo chiamato Marra, Il Fatto Quotidiano, 28 dicembre 2010

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“Questa teoria, che ogni molteplicità sia soltanto apparente, che in tutti gli individui di questo mondo, per quanto si presentino in numero infinito l'uno dopo l'altro e l'uno accanto all'altro, si manifesti un essere solo e il medesimo, presente e identico in tutti e veramente esistente, questa teoria […] verrebbe voglia di dire che c'è sempre stata. Difatti essa è la dottrina principale e fondamentale dei sacri Veda, il libro più antico del mondo, del quale possediamo la parte dogmatica o, meglio, la dottrina esoterica nelle Upanishad. Là troviamo, si può dire a ogni pagina, questa grande dottrina che instancabilmente viene ripetuta in forme infinite e commentata con svariate immagini e similitudini. Non c'è da dubitare che abbia costituito il fondamento della sapienza di Pitagora […]. Tutti sanno che in essa soltanto era contenuta quasi tutta la filosofia della scuola eleatica. In seguito ne furono pervasi i neoplatonici […]. Nel secolo IX la vediamo comparire all'improvviso in Europa per merito di Scoto Eriugena il quale, preso dall'entusiasmo, si affanna a rivestirla delle forme e delle espressioni della religione cristiana. La ritroviamo tra i maomettani quale entusiastico misticismo dei Sufi. In Occidente però Giordano Bruno dovette pagare con la morte ignominiosa e crudele il fatto di non aver saputo resistere all'impulso di esprimere quella verità. Tuttavia vediamo anche i mistici cristiani invilupparcisi, loro malgrado, quando e dove compaiono. Il nome di Spinoza è identico con essa.”

Arthur Schopenhauer (1788–1860) filosofo e aforista tedesco

IV, § 22; 1981, pp. 277-278
Il fondamento della morale

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“Gli dissi perché quando ho fatto la scommessa indossavo questi stivaletti, e odio i vigliacchi”

Werner Herzog (1942) regista, sceneggiatore e produttore cinematografico tedesco

Werner Herzog Eats His Shoe, 1980

“Il Padre Cristoforo è certamente la persona più alta, più ideale del romanzo, è quella che rivela di più le vie misteriose che congiungono il finito con l'infinito. Pare che in lui la religione non sia, a così dire, che una forma che ha assunto la sua stoica virtù, il suo sentimento imprescindibile del dovere. Gli altri personaggi, se ebbero qualche merito in terra, ebbero pure in terra la loro ricompensa. Renzo e Lucia hanno sopravvissuto alla peste per unirsi insieme con nodi che non li separeranno più. Don Abbondio ha la consolazione, grandissima per lui, di veder sparire dal mondo colui che lo teneva in tanta paura. L'Innominato vede quelli stessi ch'egli aveva offeso, rispettarlo e riverirlo. Ma il Padre Cristoforo è cacciato, fatto viaggiare lungi da ciò che aveva di più caro; egli va attraverso la vita oscuro, mendico, paziente; egli va a raccogliersi dove sono più guai, dove più l'uomo soffre tra le piaghe e il tanfo, estenuato, col corpo oppresso ma coll'anima pronta e placida. Il nostro cuore che è affezionato a lui, che lo ammira, gode di vederlo uscire da tanta miseria, e appena ci si sottrae all'occhio qui sulla terra, noi non possiamo a meno di vederlo in cielo. È il Padre Cristoforo solo, adunque, che ci eleva l'anima a dire: dove e quando che sia la virtù non può fallire a una ricompensa. Se questo non fosse vero, la vita sarebbe un campo di guerra e di dolori spaventosi. L'anima ne sarebbe atterrita, ella non vorrebbe sostenerla. Dimenticate il cappuccio di P. Cristoforo, dimenticate i suoi zoccoli e la sua sporta che vi hanno talvolta fatto adirare, e troverete in lui un filosofo: non di coloro che gridano nelle cattedre per raccogliere a sera i plausi nei circoli, ma caritatevole e umile, e non rimane del cappuccino che quella cieca obbedienza colla quale lascia la contrada e Renzo e Lucia negli impacci.”

Giovita Scalvini (1791–1843) scrittore, poeta e patriota italiano

Origine: Foscolo, Manzoni, Goethe, pp. 245-246; in 1973, pp. 265-266

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“Mi resta ancora da esaminare i tre quesiti proposti ai tavoli delle firme da Beppe Grillo. Molti che hanno firmato distinguono infatti la firma di quei quesiti dall'adesione al "grillismo". La distinzione è assolutamente legittima: si può firmare anche valutando il movimento dei "Vaffa" per ciò che è. Ma esaminiamoli nella sostanza quei tre quesiti. Il primo stabilisce che tutti i cittadini che concorrono a cariche elettive debbano essere scelti attraverso elezioni primarie preliminari. Questo principio mi sembra meritevole di essere accolto. Il Partito democratico, tanto per dire, ha deciso di farlo proprio. Tutto sta a come saranno organizzate queste primarie. Grillo per esempio ha definito una "mascalzonata" l'esclusione di Pannella e di Di Pietro dalle candidature per la leadership del Pd, ignorando che entrambi fanno parte di altri partiti e anzi li guidano e non hanno accettato di abbandonarli all'atto della candidatura. Come se un nostro condomino, invocando questa qualifica, pretendesse di decidere assieme a noi e ai nostri figli questioni strettamente familiari. Dov'è la logica? Il secondo quesito vieta ai membri del Parlamento di farne parte per più di due legislature. Questo divieto è una pura sciocchezza. Ci obbligherebbe a rinunciare ad esperienze talvolta preziose. Forse anche a molti vizi acquisiti durante l'esercizio del mandato. Ma quei vizi non possono essere presupposti e affidati all'automatismo di una norma. Spetta agli elettori discernere tra vizi e virtù e decidere del loro voto. Per di più una norma automatica del genere sarebbe incostituzionale perché priverebbe l'elettore di una sua essenziale facoltà che è quella di poter votare per chi gli pare. Che cosa sarebbe successo per esempio se nei primi anni Cinquanta fosse stato impedito agli elettori democristiani di votare una terza volta per De Gasperi, a quelli comunisti per Togliatti, ai socialisti per Nenni e ai repubblicani per Pacciardi o La Malfa? Il terzo quesito – impedire ai condannati fin dal primo grado di giurisdizione di far parte del Parlamento – sembra a prima vista ineccepibile. Per tutti i reati? E fin dal primo grado di giurisdizione? La presunzione d'innocenza è un principio sancito dalla nostra Costituzione; per modificarlo ci vuole una legge costituzionale, non basta una legge ordinaria. I reati d'opinione andrebbero sanzionati come gli altri? Quando Gramsci, Pertini, Saragat, Pajetta, furono arrestati io credo che gli elettori di quei partiti li avrebbero votati e mandati in Parlamento se un Parlamento elettivo fosse ancora esistito e se quei partiti non fossero stati sciolti d'imperio. Personalmente ho fatto un'esperienza in qualche modo consimile: entrai alla Camera dei deputati nel 1968 sull'onda dello scandalo Sifar-De Lorenzo nonostante o proprio perché ero stato condannato in primo grado dal tribunale di Roma. Lo ricordo perché è un piccolissimo esempio di una proposta aberrante.”

Eugenio Scalfari (1924) giornalista, scrittore e politico italiano
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“[Dopo aver letto Se niente importa di Foer] La prima cosa che ho fatto è smettere subito di mangiare pollo. Dopo aver letto il libro non potevo più nemmeno immaginare di metterlo di nuovo in tavola avendo capito quale era la storia della loro esistenza negli allevamenti.”

Giulia Innocenzi (1984) giornalista, conduttrice televisiva e scrittrice italiana

Origine: Dall'intervista di Federica Giordani, Giulia Innocenzi: "Sono vegetariana e indago sugli allevamenti" http://www.vegolosi.it/news/giulia-innocenzi-sono-vegetariana-e-indago-sugli-allevamenti/, Vegolosi.it, 18 febbraio 2016.

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“Il Ponte sullo stretto di Messina è un progetto irrealizzabile. Silvio Berlusconi ha fatto cose orribili, ma questa cosa si è limitata a dirla e poi non l'ha fatta. Nel frattempo, però, abbiamo speso mezzo miliardo di euro solo per progettare e riprogettare. È un modo come un altro per consentire ad Alfano e alle sue clientele di fare un'ottima campagna elettorale alle prossime elezioni regionali in Sicilia. È il ponte che collega il Pd ad Alfano.”

Marco Travaglio (1964) giornalista, saggista e scrittore italiano

Origine: Dalla trasmissione televisiva Otto e mezzo, La7, 12 novembre 2015; citato in Mario Ventriglia, Travaglio: "Ponte sullo Stretto? Collega Pd ad Alfano che potrà fare campagna elettorale in Sicilia" http://tv.ilfattoquotidiano.it/2015/11/13/travaglio-ponte-sullo-stretto-collega-pd-ad-alfano-che-potra-fare-campagna-elettorale-in-sicilia/438508/, Tv.Ilfattoquotidiano.it, 13 novembre 2015.

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“[Il seme della follia] Parla di uno scrittore di libri dell'orrore, che hanno cominciato ad influenzare i fan. Infetta i fan, trasformandoli in qualcos'altro, in assassini. Pensandoci, fa eco a questo ridicolo dibattito sul fatto che la televisione stia trasformando i nostri figli in assassini. Questo film è una sorta di punto di vista horror di vedere la questione.”

John Carpenter (1948) regista statunitense

This is about a horror writer whose books are starting to affect the fans. And infect the fans, turn them into something else, into killers. If you think about it, that kind of echoes this ridiculous debate about television, about how it's turning all of our children into murderers. This is kind of a horror way of looking at that.

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“Capello ha i suoi metodi, non sono mai uscito a cena con lui e credo non l'abbia fatto nessuno di noi, però giudico l'allenatore e sui risultati non c'è nulla da dire. Capello sa come tenere in pugno le situazioni difficili.”

Zvonimir Boban (1968) calciatore croato

Origine: Citato in Alessandra Bocci, Parola di Boban «Rivoluzionari» http://archiviostorico.gazzetta.it/2003/dicembre/28/Parola_Boban_Rivoluzionari__ga_0_0312287282.shtml, La Gazzetta dello Sport, 28 dicembre 2003.

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“Il talento del Signor Manet è fatto di semplicità e di esattezza. Senza dubbio, davanti alla natura incredibile di alcuni dei suoi colleghi si sarà deciso ad interrogare la realtà, solo con sé stesso: avrà rifiutato tutta la perizia acquisita, tutta l'antica esperienza, avrà voluto prendere l'arte dall'inizio, cioè dall'osservazione esatta degli oggetti. Si è dunque messo coraggiosamente di fronte a un soggetto, ha visto questo soggetto per larghe macchie, per opposizioni vigorose, e ha dipinto ogni cosa così come la vedeva.”

Emile Zola (1840–1902) giornalista e scrittore francese

Origine: Le talent de M. Manet est fait de simplicité et de justesse. Sans doute, devant la nature incroyable de certains de ses confrères il se sera décidé à interroger la realité, seul à seul: il aura refusé toute la science acquise, toute l'expérience ancienne, il aura voulu prendre l'art au commencement, c'est à dire à l'observation exacte des objects. Il s'est donc mis courageusement en face d'un sujet, il a vu ce sujet par larges taches, par oppositions vigoureuses, et il a peint chaque chose telle qu'il la voyait. (citato in Lionello Venturi Storia della critica d'arte, Einaudi, Torino, 1966, p. 270)

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“È facile essere rigoristi in fatto di principi quando si distrugge un governo corrotto; ma è raro che, quando assumiamo il governo noi stessi, non si ripudino ben presto quegli stessi principi per sostituirvi la nostra volontà.”

Louis Antoine de Saint-Just (1767–1794) rivoluzionario e politico francese

Origine: Da Frammenti sulle Istituzioni repubblicane, traduzione di Giuliano Procacci, Einaudi, Torino, 1975, p. 198.

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“È un popolo di presi dallo spirito di vertigine, un gorgogliare di demenze. Non capiscono il male che fanno perché non hanno capito il male che gli hanno fatto. […] Napoli è uno dei peggiori luoghi d'Italia; ma tutta intera questa nazione non è più che uno sbubbonare di tante Napoli, che se anche non sanguinano, ne riproducono sintomi, crolli, abbrutimento.”

Guido Ceronetti (1927–2018) poeta, filosofo e scrittore italiano

Un viaggio in Italia
Origine: Citato in Stella Cervasio, Toscani: "Cara Milano ormai sei come Napoli" http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2003/03/11/toscani-cara-milano-ormai-sei-come-napoli.html, la Repubblica, 11 marzo 2003.

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