Frasi sulla notte
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“È singolare come io e Gianluca Magi condividiamo gli stessi gusti in questa tradizione di narrativa iniziatica che risale alla notte dei tempi.”

Alejandro Jodorowsky (1929) scrittore, drammaturgo e poeta cileno

Origine: Citato in Gianluca Magi, La Via dell'Umorismo. 101 burle spirituali, Il Punto d'Incontro, 2008, p. 9. ISBN 8880935976

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“Bè, è un'intervista abbastanza agghiacciante, per chi la vede soprattutto col senno di poi, cioè la vede come il testamento spirituale. Borsellino dice alcune cose: a) che la procura di Palermo in quel momento sta indagando sui rapporti tra Berlusconi, Dell'Utri e Mangano; e poi dice un'altra cosa: dice che in una intercettazione del 1981 tra Mangano e Dell'Utri, Mangano sta contrattando con Dell'Utri a proposito di un cavallo. E Borsellino dice che "nel maxiprocesso noi abbiamo appurato che Mangano quando parla di cavalli intende partite di droga". Quando poi il giornalista, che è un francese, quindi fa domande, gli dice "se ricordo bene nell'inchiesta c'è un'intercettazione fra Mangano e Dell'Utri in cui si parla di cavalli". Borsellino, che evidentemente è un fine umorista, risponde "bè, nella conversazione nel maxiprocesso, se non piglio errore, si parla di cavalli che dovevano essere mandati in un albergo. Quindi non credo che potesse trattarsi effettivamente di cavalli: se qualcuno mi deve recapitare due cavalli me li recapita all'ippodromo oppure al maneggio, non certamente dentro a un albergo". Allora, voi immaginate un'intervista di questo genere rilasciata oggi da Borsellino vivo, che cosa si direbbe di Borsellino, che è una toga rossa, che è arrivata la cavalleria comunista, che non a caso è un complotto politico, la giustizia a orologeria. Il problema è che pare che Paolo Borsellino votasse Movimento Sociale; cioè apparteneva a quella tradizione della destra, la nobile tradizione della destra legalitaria, che in Sicilia faceva fronte contro la mafia. Per cui, andava perfettamente d'accordo con suoi colleghi che erano di sinistra. Immaginatevi se un uomo come Borsellino fosse sopravvissuto e avesse rilasciato oggi questa intervista dove sarebbe già finito, come minimo davanti al CSM, come minimo. Il fatto che in questo paese un'intervista del genere non trovi un programma che la trasmetta in prima serata ma debba andare di notte è abbastanza significativo.”

Marco Travaglio (1964) giornalista, saggista e scrittore italiano

Citazioni tratte da interviste

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“Un buio assoluto totale, simile a quello che avrà assillato l'ignoto autore dei bisonti volanti ad Altamira quando, in qualche notte senza luna, avrà messo il naso fuori della sua caverna… solo chi ha visto quel buio, presumibilmente (intendo quel vuoto assoluto di forme, di spiragli, di chiarori) può davvero capire il Disegno.”

Gianni de Luca (1927–1991) fumettista e pittore italiano

citato in Il commissario Spada, Black Velvet Editrice, Edizioni BD, 3° volume; in Renato Pallavicini, l'Unità, 2008, Le geometrie della mente di De Luca e Escher http://conversazionisulfumetto.wordpress.com/2013/05/15/le-geometrie-della-mente-di-de-luca-e-escher/
Origine: Vedi Grotte di Altamira.

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“Brilla il mare alla notte, purpureo inneggia al sole; | sulla riva la, la perla al fondo oscuro | sognano. L'infinito fulge nel vento puro. | Mare! Piaga alla prona terra che non si dole.”

Jānis Sudrabkalns (1894–1975) scrittore lettone

da Timone il misantropo
Origine: In Poeti lettoni contemporanei, presentati da Marta Rasupe, traduzione di Ettore Serra, Casa Editrice Ceschina, Milano, 1963, p. 29.

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“[…] e tu m'offri, o poesia, i lievi sogni | e tu vegli la mia stellata notte | e nei sogni le spine | della realtà divengono | tenere rose.”

János Arany (1817–1882) poeta ungherese

da Consolazione
Origine: Citato in Folco Tempesti, La letteratura ungherese, Sansoni/Accademia, Firenze/Milano, 1969, p. 117.

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“La notte è calda, la notte è lunga, la notte è magnifica per ascoltare storie.”

Antonio Tabucchi (1943–2012) scrittore italiano

Origine: Da Requiem, Feltrinelli.

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“L'abitato superiore, con necropoli di incinerati che rivelano la presenza di guerrieri-pastori giustificata da necessità di difera della strada rivierasca che vi passava, era chiamato in dialetto Crées, nome celtico pure, indicante la presenza di abitazioni in pietra; quello inferiore, con sepolture più tarde di inumati era invece Piaàg, di probabile derivazione latina da plaga. Ebbene, la popolazione del primo villaggio era estroversa, allegra, malleabile, piuttosto variabile nelle opinioni e nei rapporti sociali, a costituzione familiare in cui l'uomo faceva sentire maggiormente la propria podestà; alla sera le vie del paese erano animate sino alla mezzanotte; al mattino, in compenso, gli uomini si levavano tardi e andavano al lavoro sulla montagna a giorno fatto; non era raro il caso che sue bisticciassero oggi, venendo anche alle mani, e che domani li si incontrasse a braccetto. Al contrario la gente di sotto era piuttosto taciturna, sensibilmente introversa. Se nasceva uno screzio tra famiglie, ne veniva un'avversione che durava talora per generazioni. La donna era più considerata che nell'altro villaggio e il marito le si rivolgeva con il "voi", anziché col "tu" come lassù. Al mattino – e io ho fra i ricordi della mia fanciullezza il battere a notte sul selciato sotto le mie finestre degli scarponi di chi passava – gli uomini andavano al lavoro prima che baluginasse l'alba; alla sera, viceversa, dopo le otto le vie del paese diventavano deserte. La parola data era sempre mantenuta e assai difficile era far mutar parere. […] I diversi caratteri dei due paesi portarono, all'inizio di questo secolo, a comportamenti assai diversi di fronte alla depressione in atto. Mentre la gente di sotto emigrava piuttosto che contrarre un debito, quelli di sopra ipotecarono con facilità anche le terre, allorché accennò il ruttiamo e, buoni muratori quali erano, costruirono case d'affitto procurandosi denaro a prestito. Rimontarono la china mentre, di sotto, il paese, un tempo più fiorente per territorio ricco di campi e di boschi, si spopolava.”

Pietro Pensa (1906–1996) ingegnere e dirigente d'azienda italiano

Origine: Noi gente del Lario, p. 496

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“Piange una chitarra di notte | sulla collina di Montmartre | a ripetere canzoni di un eterno rimpianto.”

Pietro Nigro (1939) poeta italiano

da Montmartre, vv. 1-3
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“Pochi sono gli animali la cui storia sia stata adorna di tante favole, di tante straordinarie dicerie, come quella delle iene. Gli antichi stessi narravano di esse le più incredibili cose. Si asseriva che il cane il quale vedeva l'ombra d'una iena ne perdesse incontanente la voce ed i sensi; si assicurava che l'odiosa belva sapeva imitare la voce dell'uomo per meglio adescarlo, poi d'un tratto aggredirlo ed ucciderlo; si credeva che il medesimo individuo radunasse in sè i due sessi, e persino mutasse a piacimento di sesso, ora presentandosi come essere maschio, ora come femmina. Il più notevole si è che siffatte fiabe trovarono credito presso tutte le popolazioni che conebbero le iene. Gli Arabi principalmente sono ricchi di leggende sopra questi animali. Si crede da essi solamente che l'uomo diventi furioso mangiando cervella di iena; si sottera il capo della belva uccisa per togliere malvagi stregoni il mezzo di fare soprannaturali sortilegi. Persino si crede dai più, e con certezza, che le iene non son altro che stregoni travestiti, che di giorno vanno attorno in figura umana, ma di notte pigliano la maschera di iena e danno di ogni giustizia. Io stesso fui varie volte ammonito dai miei servi arabi con premura di non isparare sulle iene, e mi vennero narrate spaventose storie sulla potenza degli spiriti infernali mascherati.”

Alfred Edmund Brehm (1829–1884) biologo e scrittore tedesco

Origine: La vita degli animali, Volume 1, Mammiferi, p. 500

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“Due insieme! | Spirino i venti al sud, spirino i venti al nord, | e bianco spunti il giorno, nera la notte cali, | a casa, o fiumi e montagne lontano da casa, | sempre cantando, non badando al tempo, | mentre noi due insieme.”

Fuor della culla che perenne dondola, p. 324
Foglie d'erba, Relitti marini
Origine: Questa strofa viene letta nel film Non c'è due senza quattro (1984). «Soffino pure i venti del nord, | nasca il giorno o cali la notte, | a casa, o sui fiumi e montagne lontane, | cantando ed obliando il passare del tempo, | mentre noi due stiamo insieme.»

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“O neve natalizia di Betlemme | cadi soavemente in morbide falde, | e semina il grano che deve germinare | nei campi dell'eternità. | Fa' cadere in silenzio candidi semi | nei cuori oscuri e freddi | intirizziti dal freddo della notte.”

Johannes Jørgensen (1866–1956) scrittore e poeta danese

Origine: Da Betlemme; citato in Aa.Vv., Pensieri di Natale, a cura di Luigi La Rosa, BUR, Milano, 2005, p. 13. ISBN 88-17-00896-6

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“Non si devono accettar cortesie, quando poi non si è in grado di ricambiarle.”

François Mauriac (1885–1970) scrittore e giornalista francese

da La fine della notte, p. 138

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“Noi vediamo che, quando l'uomo respinge Dio, diventa servo delle passioni, tiranneggiato dalla bestia interna, affumicato dall'ignoranza, pazzo. […] Noi dopo avere ansimato, in una notte afosa, per viottoli serpeggianti che sboccavan su precipizi e in paludi, abbiamo ritrovato la Via, la Verità e la Vita. Per questo ci arroghiamo il diritto di rampognare gli erranti.”

Federigo Tozzi (1883–1920) scrittore italiano

da La nostra fede, La Torre, 6 novembre 1913
Origine: Disponibile in Marco Testi In cerca di senso dove dominano le tenebre http://www.vatican.va/news_services/or/or_quo/cultura/162q04a1.html, L'Osservatore Romano, 17 luglio 2009.

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“SOGNO DI EVELINA
– Addio?
Il treno si muoveva. Sembrava che quella di lei dovesse essere la cuccetta superiore, ma c'era una gran confusione su dove uno doveva dormire e con chi. Centinaia di uomini, donne, bambini, tutti i naufraghi di quel disgraziato esperimento, inclusi il signor Shawnessy, il "" perfessore "" e il Senatore si erano gettati alla caccia di un posto per dormire. Sembrava che quello fosse un grande esodo verso New York, proprio come il "" perfessore "" aveva detto nella sua lettera.
– Suppongo – disse il signor Shawnessy, aiutandola a salire nella sua cuccetta – col tempo tutto il processo sarà controllato alla meglio di adesso. Ma sembra che il controllore abbia perduto la lista dei viaggiatori.
In bianca camicia da notte, con i capelli sciolti, ella si afferrò alle sue mani.
– Ho aspettato con fede il tuo ritorno, mio signore.
Il treno rombava e gemeva passando come un proiettile lanciato a velocità pazzesca attraverso un paesaggio di prati, laghi, fiumi. Nel vagone semibuio e ondeggiante ella vide il viso amato e bellissimo e cercò di attrarlo nella cuccetta accanto a sé, ma c'era una gran confusione, perché scoprì che si trattava invece del viso del "" perfessore "", che guardava intensamente il suo, e il cui fiato sibilante si cambiò nel fischio del treno, un melanconico suono di dolore e d'addio, di rinuncia, di femminile sconfitta e di ricordo dei giorni scomparsi e dei giardini sfioriti che una volta erano stati colmi d'estate… Addio…”

Ross Lockridge (1914–1948)

Origine: L'albero della vita, p. 59

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“E un gallo si mise a suonare la sveglia, | per quanto la notte fosse ancora ubriaca | e Giuda fosse ancora un ragazzo.”

Francesco De Gregori (1951) cantautore italiano

da Finestre di dolore, n. 10
Francesco De Gregori

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“[Cristiano Ronaldo] […] è un marchio registrato, un fuoriclasse incredibile, lo farei giocare anche di notte perché lui non si nasconde mai, non chiede di restare fuori se ha un doloretto alla caviglia. E che carisma! Va in campo come se andasse al bagno, con la stessa naturalezza.”

Diego Armando Maradona (1960) allenatore di calcio e calciatore argentino

Con data
Origine: Dall'intervista di Maurizio Crosetti; La pace di Maradona: "Pelé è come Ali. Italia, che problema un ct in partenza" http://www.repubblica.it/sport/calcio/esteri/2016/06/10/news/la_pace_di_maradona_pele_e_come_ali_italia_che_problema_un_ct_in_partenza_maurizio_crosetti-141711298/, Repubblica.it, 10 giugno 2016.

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“In questi anni se ne sono sentite tante, troppe sulla notte dell'Heysel. C'è chi ci ha voluto speculare. Hanno scritto e detto che Platini non doveva esultare dopo il rigore. Ma guardate bene l'espressione sul volto di Michel: non è gioia, quello è uno sfogo di rabbia. Altre volte hanno criticato quei miei quattro o cinque compagni che hanno festeggiato a fine gara. Pazzesco. Dico: nessuno vuol capire che un calciatore è un uomo come un altro. In quel momento la sua reazione può essere di qualunque tipo, compreso lo sfogo. Semmai sarebbe meglio parlare dei calciatori del Liverpool, che a fine partita sono andati sotto la curva dei loro tifosi per applaudire. Andate a vedervi le riprese Tv per rendervene conto. Spero non sapessero cosa fosse effettivamente accaduto, anche se la cosa mi sembra strana. Noi sapevamo tutto ed eravamo a pochi metri da loro. Forse è il comportamento degli inglesi, gente che se ne frega di tutto. Morte compresa. […] A proposito chi dice che abbiamo esultato per la vittoria, si ricordi che la Coppa dei Campioni non ce l'hanno consegnata in campo, ma dentro una cassa di legno, proprio come fosse una bara.”

Stefano Tacconi (1957) calciatore italiano

Origine: Da un'intervista del 1995 al Guerin Sportivo; citato in Francesco Caremani, Le verità sull'Heysel. Cronaca di una strage annunciata, Taylor & Francis, 2003, pp. 136-137 http://books.google.it/books?id=S6ta_UvwS5IC&pg=PA135&lpg=PA136. ISBN 8887676232

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“La pace è sempre bella, | il mito del cielo significa pace e notte.”

7, p. 539
Foglie d'erba, I dormienti

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“Siamo fiori d'acciaio, il freddo della notte non ci spezzerà.”

Noemi (1982) cantautrice, personaggio televisivo, regista di videoclip e sceneggiatrice italiana

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“La notte fuori era illeggibile.”

Alessandro Baricco (1958) scrittore e saggista italiano

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