Frasi su puro
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“La mia esperienza mi insegna che se si ha il cuore puro, le sventure portano con sé anche il rimedio per debellarle.”

Mahátma Gándhí (1869–1948) politico e filosofo indiano

IV, 15; 1994, p. 266
La mia vita per la libertà

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“Sia così la tua anima! Precipiti, affondi, si perda, si polverizzi!
Ma ritrovi poi, sicura, raccolta, nel letto più tranquillo, il suo puro e chiaro corso!”

Peter Altenberg (1859–1919) scrittore, poeta e aforista austriaco

Cascata della Traun presso Gmunden, p. 138
Favole della vita

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“C'è un problema psicologico, non giuridico: voi siete mamme e non ve lo devo dire io che quei nove mesi non sono solo una questione di crescita biologica. Ci sono migliaia di studi che testimoniano che tra la mamma e il bambino che ha in pancia si stabilisce una relazione affettiva. […] Le donne che chiedono ad altre di portare avanti, per loro, la gravidanza? Orribile, nazismo, nazismo puro. Voi parlate dei diritti degli adulti e non dei diritti dei bambini.”

Paolo Crepet (1951) medico, psichiatra e scrittore italiano

Origine: Durante il programma televisivo Tagadà, 12 gennaio 2016; citato in Lo psichiatra Paolo Crepet: «la gestazione per altri? Nazismo puro» http://www.uccronline.it/2016/01/16/lo-psichiatra-paolo-crepet-la-gestazione-per-altri-nazismo-puro/, UccrOnline.it, 16 gennaio 2016.

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“[…] il progresso che ha portato all'inquinamento e alla degenerazione delle fonti vitali, e che ha reso l'uomo appunto un mostro contro natura come il Minotauro, l'uomo civilizzato del nostro secolo che vorrebbe liberarsi del suo fardello di corruzione e tornare semplice e puro.”

Mario Praz (1896–1982) critico d'arte, critico letterario e saggista italiano

Origine: Da Un anfiteatro di scienze morte http://digitale.bnc.roma.sbn.it/tecadigitale/giornale/CFI0415092/1976/n.31/3, Il Tempo, 1 febbraio 1976.

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“Il giornale non dovrà avere alcuna indicazione di partito. Dovrà essere un giornale di sinistra. Io propongo come titolo l'Unità puro e semplice che sarà un significato per gli operai e avrà un significato più generale.”

Antonio Gramsci (1891–1937) politico, filosofo e giornalista italiano

Origine: Dalla lettera spedita a Chiara Passarge, sua padrona di casa a Roma (via G.B. Morgagni 25), pochi giorni dopo l'arresto, avvenuto a Roma l'8 novembre 1926; citato in Gramsci sulle orme di Fozio, Corriere della Sera, 8 dicembre 2016.

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“Si può dire dunque che nell'uomo v'è una corrente pura della volontà, un impulso dell'Io indipendente dal karma — volto verso il futuro – di continuo impedito o alterato dalla coscienza razionale: si tratta di un potere impersonale impedito dall'elemento personale, o soggettivo, eccezionalmente però capace di affiorare nel pensiero puro, o nell'idea viva, della meditazione. Simultaneamente si può dire che v'è una corrente istintiva della volontà proveniente dal passato, che ha potere soggettivo mediante l'anima senziente-razionale, cioè mediante il corpo astrale, là dove si sottrae all'azione del pensiero puro. È la stessa forza in due forme diverse, polarmente opposte, ambedue necessarie alla liberazione dell'uomo, il cui còmpito è armonizzarle in sé e unirle secondo una direzione originaria. La libertà deve poter usare le forze della necessità, a fine di esprimere se stessa nell'umano, per nuove creazioni.”

Massimo Scaligero (1906–1980) filosofo e esoterista italiano

Variante: Si può dire dunque che nell'uomo v'è una corrente pura della volontà, un impulso dell'Io indipendente dal karma — volto verso il futuro – di continuo impedito o alterato dalla coscienza razionale: si tratta di un potere impersonale impedito dall'elemento personale, o soggettivo, eccezionalmente però capace di affiorare nel pensiero puro, o nell'idea viva, della meditazione. Simultaneamente si può dire che v'è una corrente istintiva della volontà proveniente dal passato, che ha potere soggettivo mediante l'anima senziente-razionale, cioè mediante il corpo astrale, là dove si sottrae all'azione del pensiero puro. È la stessa forza in due forme diverse, polarmente opposte, ambedue necessarie alla liberazione dell'uomo, il cui còmpito è armonizzarle in sé e unirle secondo una direzione originaria. La libertà deve poter usare le forze della necessità, a fine di esprimere se stessa nell'umano, per nuove creazioni. (p. 70)
Origine: Reincarnazione e karma, p. 70

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“Non c'è motivo sociale evidente nell'acquisto di puro sapere, non c'è chiaro beneficio sociale nel procurarselo.”

John Dewey (1859–1952) filosofo e pedagogista statunitense

Origine: Scuola e società, p. 9

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“In tutto quel che suscita in noi il sentimento puro ed autentico del bello, c'è realmente la presenza di Dio. C'è quasi una specie di incarnazione di Dio nel mondo, di cui la bellezza è il segno. Il bello è la prova sperimentale che l'incarnazione è possibile. Per questo ogni arte di prim'ordine è, per sua essenza, religiosa.”

Simone Weil (1909–1943) scrittore, filosofo

Origine: Citato in Benedetto XVI, Incontro con gli Artisti nella Cappella Sistina http://www.vatican.va/holy_father/benedict_xvi/speeches/2009/november/documents/hf_ben-xvi_spe_20091121_artisti_it.html, 21 novembre 2009.

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“Paradiso significa la realizzazione dell'esistenza, grazie alla pura unione con Dio, con il puro bene, anzi con il santo.”

Romano Guardini (1885–1968) presbitero, teologo e scrittore italiano

Sul limite della vita

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“Qual cuore può soffrire l'incanto inesorabile | della notte abbagliante e il firmamento fatale | senza erompere un grido puro siccome un'arma?”

Paul Valéry (1871–1945) scrittore, poeta e aforista francese

da Lo stesso incanto
Album di versi antichi

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“Salve, Umbria verde, e tu del puro fonte | Nume Clitumno!”

Giosue Carducci (1835–1907) poeta e scrittore italiano

da Alle fonti del Clitumno

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“La noia è il desiderio della felicità, lasciato, per così dir, puro.”

Giacomo Leopardi (1798–1837) poeta, filosofo e scrittore italiano

3715, 17 ottobre 1823; 1898, Vol. VI, p. 127

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“L'Io puro oppone nell'Io ad un io divisibile un non-io divisibile.”

Johann Gottlieb Fichte (1762–1814) filosofo tedesco

dalla Dottrina della scienza, 1794

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“Non c'è bisogno che vi ricordi [discorso di Kien ai libri della sua biblioteca] in modo particolareggiato la storia antichissima e superba delle vostre sofferenze. Scelgo soltanto un esempio per mostrarvi in maniera persuasiva quanto vicini siano odio e amore. La storia d'un paese che tutti noi in egual misura veneriamo, di un paese in cui voi avete goduto delle più grandi attenzioni e dell'affetto più grande, di un paese in cui vi si è tributato persino quel culto divino che ben meritate, narra un orribile evento, un crimine di proporzioni mitiche, perpetrato contro di voi da un sovrano diabolico per suggerimento di un consigliere ancor più diabolico. Nell'anno 213 avanti Cristo, per ordine dell'imperatore cinese Shi Hoang-ti − un brutale usurpatore che ebbe l'ardire di attribuire a se stesso il titolo di "Primo, Augusto, Divino" − vennero bruciati tutti i libri esistenti in Cina. Quel delinquente brutale e superstizioso era per parte sua troppo ignorante per valutare esattamente il significato dei libri sulla base dei quali veniva combattuto il suo tirannico dominio. Ma il suo primo ministro Li-Si, un uomo che doveva tutto ai propri libri, e dunque uno spregevole rinnegato, seppe indurlo, con un abile memoriale, a prendere questo inaudito provvedimento. Era considerato delitto capitale persino parlare dei classici della poesia e della storia cinese. La tradizione orale doveva venire estirpata a un tempo con quella scritta. Venne esclusa dalla confisca solo una piccola minoranza di libri; quali, potete facilmente immaginare: le opere di medicina, farmacopea, arte divinatoria, agricoltura e arboticoltura − cioè tutta una marmaglia di libri di puro interesse pratico. «Confesso che il puzzo di bruciato dei roghi di quei giorni giunge ancor oggi alle mie narici. A che giovò il fatto che tre anni più tardi a quel barbaro imperatore toccasse il destino che s'era meritato? Morì, è vero, ma ai libri morti prima di lui ciò non arrecò alcun giovamento. Erano bruciati e tali rimasero. Ma non voglio tacere quale fu, poco dopo la morte dell'imperatore, la fine del rinnegato Li-Si. Il successore al trono, che aveva ben capito la sua natura diabolica, lo destituì dalla carica di primo ministro dell'impero che egli aveva rivestito per più di trent'anni. Fu incatenato, gettato in prigione e condannato a ricevere mille bastonate. Non un colpo gli venne risparmiato. Fu costretto a confessare mediante la tortura i suoi delitti. Oltre all'assassinio di centinaia di migliaia di libri aveva infatti sulla coscienza anche altre atrocità. Il suo tentativo di ritrattare più tardi la propria confessione fallì. Venne segato in due sulla piazza del mercato della città di Hien-Yang, lentamente e nel senso della lunghezza, perché in questo modo il supplizio dura più a lungo; l'ultimo pensiero di questa belva assetata di sangue fu per la caccia. Oltre a ciò non si vergognò di scoppiare in lacrime. Tutta la sua stirpe, dai figli a un pronipote di appena sette giorni, sia donne che uomini, venne sterminata: tuttavia, invece di essere condannati al rogo, come sarebbe stato giusto, ottennero la grazia di venir passati a fil di spada. In Cina, il paese in cui la famiglia, il culto degli antenati, il ricordo delle singole persone sono tenuti così in gran conto, nessuna famiglia a mantenuto viva la memoria del massacratore Li-Si; solo la storia l'ha fatto, proprio quella storia che l'indegna canaglia, più tardi finita come ho detto, aveva voluto distruggere.”

1981, pp. 98-99
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“Mi parli del cloro: "Composto trovasi, puro non già, | per la sua massima affinità. | Giallo-verdognolo, d'odor non grato, | è un gas venefico, che ci vien dato."”

Alberto Cavaliere (1897–1967) poeta, giornalista e politico italiano

da Chimica in versi, Zanichelli, 1928, 2ª edizione

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“[Rivolgendosi a Marco Travaglio] Mia sorella vale venti volte te che sei un pezzo di merda! Pezzo di merda puro!”

Vittorio Sgarbi (1952) critico d'arte, politico e opinionista italiano

Da programmi televisivi
Origine: Dal programma televisivo Annozero, Rai 2, 1º maggio 2008.

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“Di velo, il sai, compiacesi | amor modesto e puro. | Va, fra quell'ombre tacite | mi troverai, tel giuro.”

Vincenzo Monti (1754–1828) poeta italiano

da La fecondità, p. 275
Poesie varie

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“Solo l'ateismo è puro e pio, solo l'ateismo è la grande vera religione.”

Giuseppe Rensi (1871–1941) filosofo e avvocato italiano

Apologia dell'ateismo

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“Uno scalatore puro come lui [Damiano Cunego] ha bisogno di grandi pendenze.”

Giuseppe Saronni (1957) dirigente sportivo, ex ciclista su strada e pistard italiano

da Ciclismo, settembre 2006

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“È però un fatto doloroso che oggi non si stima e non si possiede più la vera libertà. In queste condizioni la convivenza umana, come ordinamento di pace, è interiormente snervata ed esangue, esteriormente esposta ogni istante a pericoli. Coloro, per esempio, che nel campo economico o sociale vorrebbero tutto riversare sulla società, anche la direzione e la sicurezza della loro esistenza; o che attendono oggi il loro unico nutrimento spirituale quotidiano, sempre meno da loro stessi – vale a dire dalle loro proprie convinzioni e conoscenze – e sempre più, già preparato, dalla stampa, dalla radio, dal cinema, dalla televisione; come potrebbero concepire la vera libertà, come potrebbero stimarla e desiderarla, se non ha più posto nella loro vita? Essi cioè non sono più che semplici ruote nei diversi organismi sociali; non più uomini liberi, capaci di assumere e di accettare una parte di responsabilità nelle cose pubbliche. Perciò, se oggi gridano: Mai più la guerra!, come sarebbe possibile fidarsi di loro? Non è infatti la loro voce; è la voce anonima del gruppo sociale, nel quale si trovano impegnati. Questa è la condizione dolorosa, la quale inceppa anche la Chiesa nei suoi sforzi di pacificazione, nei suoi richiami alla consapevolezza della vera libertà umana, elemento indispensabile, secondo la concezione cristiana, dell'ordine sociale, considerato come organizzazione di pace. Invano essa moltiplicherebbe i suoi inviti a uomini privi di quella consapevolezza, ed anche più inutilmente li rivolgerebbe ad una società ridotta a puro automatismo. Tale è la purtroppo diffusa debolezza di un mondo che ama di chiamarsi con enfasi "il mondo libero". Esso si illude e non conosce se stesso”

Papa Pio XII (1876–1958) 260° vescovo di Roma e papa della Chiesa cattolica

dal radiomessaggio del Natale 1951

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“Cerca la solitudine se vuoi vivere puro.”
Solitudinem quaerat, qui vult cum innocentibus vivere.

Publilio Siro scrittore e drammaturgo romano

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