Frasi su razza

Una raccolta di frasi e citazioni sul tema razza, essere, uomo, vita.

Frasi su razza

Etty Hillesum photo
Adolf Hitler photo
Adolf Hitler photo
John Lennon photo
Cassandra Clare photo
Adolf Hitler photo
Benito Mussolini photo
Adolf Hitler photo
Adolf Hitler photo
Charles Bukowski photo

“La razza umana esagera tutto: i propri eroi, i propri nemici, la propria importanza.”

Charles Bukowski (1920–1994) poeta e scrittore statunitense

24/8/92, 12:28 AM; 2000, p. 105
Il capitano è fuori a pranzo

Benito Mussolini photo
Italo Calvino photo
Adolf Hitler photo

“Gli ebrei sono indubbiamente una razza, ma non sono umani.”

libro La mia battaglia

Charles Bukowski photo
Adolf Hitler photo
Jimi Hendrix photo
Nicola Pfund photo
Parmenide photo
Adolf Hitler photo
Adolf Hitler photo
Papa Giovanni XXIII photo

“Il mondo è intossicato di nazionalismo malsano, sulla base di razza e di sangue, in contraddizione al Vangelo.”

Papa Giovanni XXIII (1881–1963) 261° vescovo di Roma e papa della Chiesa cattolica

Il giornale dell'anima

Norberto Bobbio photo
Benito Mussolini photo
Benito Mussolini photo
Adolf Hitler photo

“Gli stati attuali, che pensano solo ad un onere finanziario, concedono la cittadinanza al primo venuto, senza tenerne in considerazione la razza.”

Essere cittadino tedesco non è uguale all'avere nelle vene sangue tedesco.
Mein Kampf

Luciano De Crescenzo photo
Johann Wolfgang von Goethe photo
Charlie Chaplin photo
Muriel Barbery photo
Francesco Guccini photo

“Vero, aperto, finto, strano, chiuso, anarchico, verdiano… brutta razza, l'emiliano!”

Francesco Guccini (1940) cantautore italiano

da Emilia
Quello che non...

Dennis Rodman photo

“Quando parli di razza nella pallacanestro, è tutto semplice: un giocatore nero sa che può andare in campo e prendere a calci in culo un bianco.”

Dennis Rodman (1961) cestista, allenatore di pallacanestro e attore statunitense

Cattivo come voglio essere

Dalai Lama photo
Giorgio Almirante photo
Piergiorgio Odifreddi photo
Herman Melville photo
Jonathan Swift photo
Henry Ford photo

“[Gli ebrei sono] una razza che ha resistito a tutti gli sforzi compiuti per il suo sterminio.”

Vol. III, p. 170; vol. I, p. 50
L'ebreo internazionale

Teofrasto photo
Leiji Matsumoto photo
Leonardo Sciascia photo

“[Su Luigi Pirandello] E voglio finire con un aneddoto che riguarda il Pirandello siciliano e che, nella dilagante stupidità di oggi, che tende a relegare la Sicilia in una particolare etnia (si ha il pudore di non usare la parola "razza": ma soltanto di non usarla), assume un grande significato. Nel 1932 Emilio Cecchi, che dirigeva la Cines, comunica a Pirandello l'intenzione di trarre un film dalla novella Lontano. Ma ha uno scrupolo: "nella novella come sta scritta, il marinaio norvegese si sente irresistibilmente attratto da una vita più vasta, e dai ricordi della patria, per il fatto di trovarsi legato, con il matrimonio, ad un ambiente meno che meschino; in fondo è in lui l'insofferenza dell'uomo appartenente a civiltà più energiche e libere, naufragato in un'isola abitata da gente ristretta, fra la quale egli sente mancarsi il fiato". Cecchi, scrittore che tuttora amo, era affetto da una invincibile idiosincrasia nei riguardi della Sicilia, dei siciliani: e la si può più immediatamente riscontrare nei suoi Taccuini, oltre che in questa sua lettura della novella Lontano. La novella non sta scritta come lui la leggeva; e Pirandello infatti così risponde: "Caro Cecchi, il contrasto non è tra due civiltà; ma tra due vite naturalmente diverse, quella di un uomo del Nord e quella di una donna del Sud; e il dramma che ne nasce, il dramma di restar "lontano" tra i vicini più vicini: la propria donna, il proprio figlio. Non c'è dunque da farsi scrupoli sulla natura di quelli a cui Lei mi accenna. Tutt'altro! Non era, né poteva essere nelle mie intenzioni di rappresentar barbara o di civiltà inferiore la Sicilia…"”

Leonardo Sciascia (1921–1989) scrittore e saggista italiano

Naturalmente, il film non si fece. Ma queste parole di Pirandello restano, ci restano.

Hermann Göring photo

“[I cechi] questa miserabile razza pigmea priva di cultura che opprime gente che una cultura ce l'ha e dietro la quale si nascondono Mosca e l'eterna maschera del demone giudeo.”

Hermann Göring (1893–1946) politico e militare tedesco

Origine: Frase pronunciata con l'inizio di una campagna propagandistica contro i cechi, prodromo dell'invasione dei Sudeti da parte delle truppe di Hitler; citata in Edward Klein, La maledizione dei Kennedy, Milano, Mondadori, 2007, p. 127. ISBN 978-88-04-53311-5

Piero Calamandrei photo
Mark Twain photo

“Ogni razza decide da sé cosa è indecente. La natura non conosce indecenze. È l'uomo a inventarle.”

Mark Twain (1835–1910) scrittore, umorista, aforista e docente statunitense

Imprecazioni d'autore

Keanu Reeves photo
Sandro Pertini photo

“Se i popoli della terra, coralmente, potessero esprimersi, al di sopra di ogni differenza ideologIca, politica, di ogni razza, al di sopra di ogni credo, e di ogni differenza di credo religioso, tutti i popoli della terra si pronuncerebbero per la pace contro la guerra.”

Sandro Pertini (1896–1990) 7º Presidente della Repubblica Italiana

Origine: Dal messaggio di fine anno del 1979; riportato in Quirinale.it http://presidenti.quirinale.it/Pertini/documenti/per_disc_31dic_79.htm.

Adolf Hitler photo
John Maynard Keynes photo
Giorgio Almirante photo
Alphonse De Lamartine photo
Jules Verne photo
Rudyard Kipling photo
Friedrich Nietzsche photo

“Per la ventesima volta ho ieri assistito al capolavoro di Bizet e ancora l'ho udito con la stessa gentile reverenza. Mi sorprende di poter così vincere la mia impazienza. Ma guardare come un'opera siffatta integri la natura di un uomo. Essa è malvagia, perversa, raffinata, fantastica, eppure avanza con passo leggero e composto; la sua raffinatezza non è quella di un individuo, bensì di una razza. Si sono mai uditi sulla scena accenti più tragici, più dolorosi? E come sono ottenuti? Senza smorfie, senza contraffazioni di alcun genere, in piena libertà dalle bugie del "grande stile". Io mi sento diventar migliore quando questo Bizet mi parla. Il mio udito si sprofonda in quella musica; ne percepisco le origini; mi par di assistere alla sua nascita e tremo davanti ai pericoli che ci accompagnano a qualunque audacia; mi trovo incantato dai felici ritrovamenti che Bizet stesso ignora. Sopra quest'opera la fatalità sta sospesa; la felicità di essa è corta, fulminea, e non conosce dilazioni. Io invidio a Bizet il coraggio di questa sua sensibilità eccezionale, che prima di adesso non aveva trovato mezzo per esprimersi nella musica colta d'Europa; il coraggio di questa sensibilità meridionale, brunita, arsa dal sole… Ah finalmente l'amore, l'amore ricondotto indietro verso la natura!… L'amore come destino, come un destino cinico, innocente, crudele, l'amore esatto nella sua forma natura. Io non conosco altro esempio dove la tragica ironia che costituisce il nocciolo dell'amore sia stata espressa con tale severità, con formula così terribile come nell'ultimo grido di José: Oui, c'est moi qui l'a tuée, Carmen, ma Carmen adorée….”

Friedrich Nietzsche (1844–1900) filosofo, poeta, saggista, compositore e filologo tedesco
Prosper Mérimée photo
Elisabetta di Baviera photo
Giobbe Covatta photo
Sandra Bullock photo
Renzo Novatore photo
Achille Starace photo
Theodore Roosevelt photo

“Il lupo è un lottatore feroce. Può decimare un branco di segugi attraverso i rapidi morsi delle sue fauci, senza intanto subire ferite. Nemmeno i comuni cani grossi, apparentemente allevati per la lotta, sono in grado di abbatterlo senza addestramento speciale. So di un lupo che ha ucciso con un solo morso un bulldog che l'aveva avventato, e di un altro che, dopo essersi infiltrato nell'orto d'una fattoria in Montana, uccise rapidamente in successione i due grossi mastini che lo attaccarono. L'immensa agilità e ferocia di questa bestia selvaggia, il terribile morso delle sue fauci zannute, e la vita dura che passa, gli sono di grande vantaggio contro i cani, più grassi, dai denti più piccoli, e dalla pelle morbida, sebbene siano nominamente delle razze selezionate per il combattimento. Considerando il modo in cui i tornei del sollevamento dei pesi sono organizzati oggi, questo è solo naturale, siccome non c'è motivo di produrre cani da combattimento degni quando i premi sono distribuiti a base di punti tecnici che sono totalmente non pertinenti all'utilità del cane. Un mastino o un bulldog che ha vinto premi potrebbe essere quasi inutile per gli scopi per cui la sua razza è stata sviluppata. Se ben addestrato o di taglia sufficentemente grossa, un mastino potrebbe avere la meglio contro un lupo del Texas giovane o nano, ma non ho mai visto un cane di questa categoria che giudicherei un degno avversario per uno dei grossi lupi del Montana occidentale. Anche se il cane fosse il più pesante dei due, i suoi denti e artigli sarebbero molto più piccoli, e la sua pelle meno dura.”

Theodore Roosevelt (1858–1919) 26º presidente degli Stati Uniti d'America
George Mosse photo

“L'opera dell'ebreo convertito Otto Weininger, Geschlecht und Charakter (Sesso e carattere) che, pubblicata nel 1904, conobbe vasta popolarità, faceva della dicotomia maschio-femmina addirittura un principio cosmico. La teoria dell'Eros, maschiocentrica, destinava la donna a una posizione ancillare rispetto all'uomo. Nelle donne, affermava Weininger, mancava l'Eros proprio degli uomini: gli interessi delle donne erano il matrimonio, la riproduzione, la soddisfazione dei bisogni dei figli, ragion per cui era da escludere che fossero responsabilmente depositarie dell'Eros culturale. Nel tentativo di conferire obbiettività alla propria tesi, Weininger esaltava il «femminino-materno» come una forza fondamentale, facendo però il panegirico del «mascolino-creativo» inteso come la forza superiore racchiudente le qualità spirituali dell'uomo. E, non contento ancora, si spinse più in là, col risultato di sconfinare vieppiù nell'assurdo e nell'irrazionale: non solo attribuì alla donna un ruolo inferiore, ma introdusse una componente razziale. Come la femmina era opposta al maschio, così l'ebreo si contrapponeva all'ariano. Le caratteristiche dell'ebreo erano equiparate a quelle della donna: l'uno e l'altra aspiravano a beni materiali a scapito degli interessi spirituali, l'uno e l'altra trasformavano l'amore in lussuria. Laddove tuttavia la femmina nell'ambito di una razza aveva semplicemente un ruolo secondario rispetto al maschio l'ebreo, di sesso maschile o femminile che fosse, era inferiore all'intera razza ariana. Le donne erano semplicemente suddite; gli ebrei nemici dell'anima e della vita spirituale.”

George Mosse (1918–1999) storico tedesco

Origine: Le origini culturali del Terzo Reich, p. 317-318

Timothy Leary photo
Francesco Guccini photo
Umberto Eco photo
Charles Bukowski photo
Harold Macmillan photo
Adolf Hitler photo

“Uno stato di guerra permanente all'Est contribuirà a formare una razza solida e c'impedirà di ricadere nell'infiacchimento di un'Europa ripiegata su se stessa.”

Adolf Hitler (1889–1945) dittatore della Germania nazista dal 1933 al 1945

25 settembre 1941
Conversazioni a tavola

Jean Cocteau photo
Fulton J. Sheen photo
Fulton J. Sheen photo
Friedrich Engels photo
Stephen King photo
Oscar Wilde photo
Adam Smith photo
Voltaire photo

“I Negri e le Negre, trasportati nei paesi più freddi, continuano a produrvi animali della loro specie, e […] i mulatti sono semplicemente una razza bastarda.”

Voltaire (1694–1778) filosofo, drammaturgo, storico, scrittore, poeta, aforista, enciclopedista, autore di fiabe, romanziere e s…

Origine: Citato in Marco Marsilio, Razzismo: un'origine illuminista, Vallecchi, 2006, p. 49 http://books.google.it/books?ei=Oj2ZUI6TEMXBswab6oCgBA&hl=it&id=ixm5AAAAIAAJ&dq=valecchi+Razzismo&q=I+mulatti+sono+semplicemente+una+razza+bastarda.

Arthur Schopenhauer photo
Henry Ford photo
Douglas MacArthur photo
Euripide photo
George Moore photo

“Dopo tutto c'è soltanto una razza: l'umanità.”

George Moore (1852–1933) scrittore, poeta e drammaturgo irlandese

da The bending of the bough

Michail Bulgakov photo
Michail Bulgakov photo

“Signore, i tuoi pope dicono che i bolscevichi finiranno all'inferno. E questo allora," dico, "che è? Loro non credono in Te, e guarda un po' che razza di caserme gli hai preparato." "E così non credono?”

domanda.
La guardia bianca
Variante: "Signore, i tuoi pope dicono che i bolscevichi finiranno all'inferno. E questo allora," dico, "che è? Loro non credono in Te, e guarda un po' che razza di caserme gli hai preparato." "E così non credono?" domanda.

Elias Canetti photo
Arthur Rimbaud photo
Arthur Ashe photo
Giuseppe Pontiggia photo