Frasi su secondario

Una raccolta di frasi e citazioni sul tema secondario, essere, fonte, vita.

Frasi su secondario

Steve Jobs photo

“Il nostro tempo è limitato, per cui non lo dobbiamo sprecare vivendo la vita di qualcun altro. Non facciamoci intrappolare dai dogmi, che vuol dire vivere seguendo i risultati del pensiero di altre persone. Non lasciamo che il rumore delle opinioni altrui offuschi la nostra voce interiore. E, cosa più importante di tutte, dobbiamo avere il coraggio di seguire il nostro cuore e la nostra intuizione. In qualche modo, essi sanno che cosa vogliamo realmente diventare. Tutto il resto è secondario.”

Steve Jobs (1955–2011) imprenditore, informatico e inventore statunitense

Your time is limited, so don't waste it living someone else's life. Don't be trapped by dogma — which is living with the results of other people's thinking. Don't let the noise of others' opinions drown out your own inner voice. And most important, have the courage to follow your heart and intuition. They somehow already know what you truly want to become. Everything else is secondary.

Anna Frank photo

“Se possiamo salvare qualcuno tutto il resto è secondario.”

Anna Frank (1929–1945) ebrea tedesca vittima del nazismo

The Diary of a Young Girl

Hermann Hesse photo
Woody Allen photo
Peppino Impastato photo
Papa Giovanni XXIII photo
Michel Houellebecq photo

“In genere da una donna in analisi è impossibile cavare alcunché. Come ho avuto modo di constatare più volte, le sventurate che cadono in mano agli psicanalisti diventano definitivamente e letteralmente inutilizzabili. Questa conseguenza non va considerata come un effetto secondario della psicanalisi, bensì come il suo scopo principale. Con l'alibi della ricostruzione dell'io, in realtà gli psicanalisti procedono a una scandalosa demolizione dell'essere umano. Innocenza, generosità, purezza… tutto ciò viene rapidamente triturato dalle loro rozze mani. Gli psicanalisti, pinguamente remunerati, supponenti e stupidi, annientano definitivamente nei loro cosiddetti pazienti qualunque attitudine all'amore, sia mentale che fisico; in pratica si comportano da veri e propri nemici dell'umanità. Spietata scuola di egoismo, la psicanalisi sfrutta con agghiacciante cinismo le brave figliole un po' smarrite e le trasforma in ignobili bagasce dall'egocentrismo delirante, incapaci di suscitare altro che un legittimo disgusto. In nessun caso bisogna accordare la minima fiducia a una donna che sia passata per le mani degli psicanalisti. Meschinità, egoismo, arrogante ottusità, completa assenza di senso morale, cronica incapacità di amare: ecco il ritratto esaustivo di una donna "analizzata". Véronique, va detto, corrispondeva punto per punto a questa descrizione. L'ho amata quanto più ho potuto – il che significa parecchio amore.”

Michel Houellebecq (1956) scrittore, saggista e poeta francese

Origine: L'estensione del dominio della lotta, pp. 100-101

Apuleio photo

“E il meccanismo della sorpresa, inteso come improvviso manifestarsi di una realtà alternativa a quella presupposta, che in ogni tipo di narrativa è una semplice opzione nell'ambito della tecnica del racconto, nel romanzo apuleiano si rivela perciò – sia a livello della trama principale che dei racconti secondari – una vera e propria strategia compositiva e uno dei fili conduttori della storia, e di conseguenza un modello di percezione del mondo. Nel mondo delle Metamorfosi niente può considerarsi sicuro – e l'esempio perfetto di questo mondo delle apparenze, in cui ogni cosa appare precaria e ingannevole, è lo stesso protagonista imprigionato nella forma dell'asino e naturalmente ignorato per tutto il tempo dagli altri uomini. […] non ci sono certezze, tutto dev'essere verificato, toccato con mano. L'unica possibilità di sapere è l'esperienza, e la disposizione d'animo più giusta sembra appunto questa credulitas, quest'ansia di mirum che fin dall'inizio caratterizza il protagonista; non si tratta di ingenuità, ma di apertura mentale, un atteggiamento più volte lodato da Lucio stesso: mentre lo scetticismo dell'anonimo compagno di Aristomene – che è presumibilmente quello del lettore – si preclude molte possibilità, l'atteggiamento di chi «vuol sapere tutto, o almeno il più possibile» sembra il più consigliabile.”

Lara Nicolini, introduzione, 2005, p. 31
Le metamorfosi, Citazioni sull'opera

Laozi photo
Indro Montanelli photo
Argo Secondari photo
George Mosse photo

“L'opera dell'ebreo convertito Otto Weininger, Geschlecht und Charakter (Sesso e carattere) che, pubblicata nel 1904, conobbe vasta popolarità, faceva della dicotomia maschio-femmina addirittura un principio cosmico. La teoria dell'Eros, maschiocentrica, destinava la donna a una posizione ancillare rispetto all'uomo. Nelle donne, affermava Weininger, mancava l'Eros proprio degli uomini: gli interessi delle donne erano il matrimonio, la riproduzione, la soddisfazione dei bisogni dei figli, ragion per cui era da escludere che fossero responsabilmente depositarie dell'Eros culturale. Nel tentativo di conferire obbiettività alla propria tesi, Weininger esaltava il «femminino-materno» come una forza fondamentale, facendo però il panegirico del «mascolino-creativo» inteso come la forza superiore racchiudente le qualità spirituali dell'uomo. E, non contento ancora, si spinse più in là, col risultato di sconfinare vieppiù nell'assurdo e nell'irrazionale: non solo attribuì alla donna un ruolo inferiore, ma introdusse una componente razziale. Come la femmina era opposta al maschio, così l'ebreo si contrapponeva all'ariano. Le caratteristiche dell'ebreo erano equiparate a quelle della donna: l'uno e l'altra aspiravano a beni materiali a scapito degli interessi spirituali, l'uno e l'altra trasformavano l'amore in lussuria. Laddove tuttavia la femmina nell'ambito di una razza aveva semplicemente un ruolo secondario rispetto al maschio l'ebreo, di sesso maschile o femminile che fosse, era inferiore all'intera razza ariana. Le donne erano semplicemente suddite; gli ebrei nemici dell'anima e della vita spirituale.”

George Mosse (1918–1999) storico tedesco

Origine: Le origini culturali del Terzo Reich, p. 317-318

Antonio Pascale photo
Dalai Lama photo
Jonathan Safran Foer photo
Alexandre Marius Jacob photo
Giovanni Lindo Ferretti photo
Renato Raffaele Martino photo
Johann Strauss (figlio) photo
Benedetto Croce photo
Italo Calvino photo
Zygmunt Bauman photo
Adela Xenopol photo
Jim Morrison photo
Hans Urs Von Balthasar photo
Franz Kafka photo

“Nella lotta fra te e il mondo vedi di secondare il mondo.”

Franz Kafka (1883–1924) scrittore e aforista boemo di lingua tedesca

52; 1988
Aforismi di Zürau

Henry De Montherlant photo
Paul Verlaine photo
Friedrich Nietzsche photo
Karl Raimund Popper photo
Theodor W. Adorno photo
Simone de Beauvoir photo

“[…] si può dire ancora che vi siano delle 'donne'? Certo la teoria dell'eterno femminino conta numerosi adepti […]; altri sospirano: 'La donna si perde, la donna è perduta.'. Non è più chiaro se vi siano ancora donne, se ve ne saranno sempre, se bisogna augurarselo o no, che posto occupano nel mondo, che posto dovrebbero occuparvi. 'Dove sono le donne?' […]. Ma innanzi tutto: cos'è una donna? 'Tota mulier in utero: è una matrice', dice qualcuno. Tuttavia parlando di certe donne, gli esperti decretano 'non sono donne', benché abbiano un utero come le altre. Tutti sono d'accordo nel riconoscere che nella specie umana sono comprese le femmine, le quali costituiscono oggi come in passato circa mezza umanità del genere umano; e tuttavia ci dicono 'la femminilità è in pericolo'; ci esortano: 'siate donne, restate donne, divenite donne'. Dunque non è detto che ogni essere umano di genere femminile sia una donna; bisogna che partecipi di quell'essenza velata dal mistero e dal dubbio che è la femminilità. La femminilità è una secrezione delle ovaie o sta congelata sullo sfondo di un cielo platonico? Basta una sottana per farla scendere in terra? Benché certe donne si sforzino con zelo di incarnarla, ci fa difetto un esemplare sicuro, un marchio depositato. Perciò essa viene descritta volentieri in termini vaghi e abbaglianti, che sembrano presi in prestito dal vocabolario delle veggenti. […] le scienze biologiche e sociali non credono nell'esistenza di entità fisse e immutabili che definiscano dati caratteri, come quelli della donna, dell'Ebreo o del Negro; esse considerano il carattere una reazione secondaria a una situazione. Se oggi la femminilità è scomparsa è perché non è mai esistita. […] il fatto è che ogni essere umano concreto ha sempre la sua particolare situazione. Respingere le nozioni di eterno femminino, di anima negra, di carattere giudaico non significa negare che vi siano, oggi Ebrei, Negri e donne: questa negazione non ha per gli interessati un significato di libertà ma una fuga dall'autenticità.”

dall'introduzione; Il saggiatore, 1949, p. 13
Il secondo sesso

Gilbert Keith Chesterton photo
Richard Stallman photo
George Steiner photo
Papa Benedetto XVI photo

“In questi incontri divenne perfettamente chiaro che Europa solo in maniera del tutto secondaria è un concetto geografico: l'Europa non è un continente nettamente afferrabile in termini geografici, ma è invece un concetto culturale e storico.”

Papa Benedetto XVI (1927) 265° vescovo di Roma e papa della Chiesa cattolica

dalla lectio magistralis tenuta nella Biblioteca del Senato, 13 maggio 2004; citato in zenit.org http://www.zenit.org/article-188?l=italian

Gioacchino Murat photo
Alexandre Marius Jacob photo
Vasilij Vasil'evič Kandinskij photo
Angelo Scola photo
Wilson Mizner photo
Sergio Quinzio photo

“La bellezza è qualcosa di indotto, di secondario, persino di tardivo, di fittizio, alla fine addirittura di vizioso.”

Sergio Quinzio (1927–1996) teologo e aforista italiano

da Aforismi, Astolfo, anno I, n. 3, settembre-dicembre 1994

Michel Onfray photo
John McEnroe photo
Renato Raffaele Martino photo
Émile Durkheim photo
Golo Mann photo
Jacob Burckhardt photo
Barbara d'Urso photo
Johann Strauss (figlio) photo
Nico Perrone photo

“Nico Perrone, docente alla Facoltà di Scienze Politiche di Bari, è quanto di più lontano si possa immaginare dal mondo cattolico moderato. Il Foglio l'ha definito "talmente rosso, che più rosso non si può". Chi desidera averne la prova, sfogli le prime pagine del libro. Elencano tutte le accuse che per mezzo secolo la sinistra politica ha scagliato contro l'allora partito di maggioranza relativa. Ecco dunque rispuntare capi d'imputazione come bigottismo clericale, anticomunismo, strategia della tensione, subordinazione agli USA, collusioni mafiose, corruzione, e via così. Nei numerosi libri dedicati all'argomento, Perrone s'era guadagnato la reputazione di critico implacabile, "senza essermene pentito" precisa oggi. Ma adesso – ecco la novità – si domanda "se questa lettura, sostanzialmente vera, contenga effettivamente tutti gli aspetti della politica di governo della DC, o se invece non abbia trascurato di tenerne in luce qualcuno non secondario". Il libro è una rilettura seria di quegli anni. L'esito, una sorprendente riabilitazione post mortem. Qualche esempio qua e là. La Democrazia cristiana, afferma Perrone, "ha dato all'Italia il più lungo periodo di pace della sua storia unitaria e ha realizzato una riduzione degli squilibri, compreso quello storico fra Nord e Sud". In politica estera, l'ingresso nel G-7 costituì "un'affermazione delle specificità italiane che la DC ha saputo cogliere, valorizzare, sviluppare e difendere, con un'azione di governo che ha tenuto insieme identità nazionale e prospettive europee, iniziative autonome di politica estera in difesa di interessi nazionali e lealtà occidentale, modernizzazione e capacità di gestire sacche interne di arretratezza». Nell'economia il plauso è senza riserve: "La DC si è mostrata generalmente rispettosa della sovranità popolare, cui non ha contrapposto un eccessivo potere dell'esecutivo. Nel suo lungo governo essa ha evitato d'imporre troppe regole al dispiegarsi della vita civile, e tuttavia non ha mai perseguito modelli di liberismo. Attraverso una politica di capital spending e una miriade di riforme, è riuscita a esprimere una capacità di riforma, con una sua egemonia forte, duratura, e tuttavia fondata su di un genuino, esteso consenso". […] Cosa ne pensano i democristiani tutti d'un pezzo, quelli che non hanno cambiato casacca? Marco Follini, leader dell'UDC, ha letto il libro e, naturalmente, lo apprezza. "La cosa curiosa", osserva, "è quest'ammirazione postuma da parte della sinistra. C'è un grande amore per la DC perché non c'è più".”

Nico Perrone (1935) saggista, storico e giornalista italiano

Ugo Magri

Giorgio Bassani photo
Gustavo Kuerten photo
Stefano Montanari photo
Aldo Busi photo
Jimmy Connors photo
Martha Nussbaum photo
Gianni Clerici photo
Roger Federer photo
Costanzo Preve photo
Dalai Lama photo
Melanie Klein photo
Paco Ignacio Taibo II photo
Aneurin Bevan photo

“La libertà è un prodotto secondario del surplus economico.”

Aneurin Bevan (1897–1960) politico britannico

da In Place of Fear, William Heinemann Ltd, Londra 1952

Enrico Brizzi photo
Aby Warburg photo
Marianne Thieme photo
Paul Ricœur photo
Roberto Casati photo
Lance Armstrong photo
Don DeLillo photo
Albert Einstein photo
W. R. Thayer photo
José Ortega Y Gasset photo
Peter Gomez photo
Matteo Marangoni photo

“Quello veramente da tener di mira è la sua nuova concezione stilistica. La nota che la caratterizza è una ricerca così tenace di concisione, da ricordare la sobrietà dei grandi periodi arcaici. A tal fine il Caravaggio si serve principalmente di due mezzi: della luce e della composizione. Egli, come è noto, immerge le sue scene nell'oscurità, investendole di un getto violento di luce radente, in modo che alcune parti soltanto affiorino dalle tenebre nella luce. Questa, creduta fino ad oggi, e forse dagli stessi suoi seguaci, una trovata realistica fu, caso mai, una concessione alla fantasia – come pare la interpretasse lo stesso Rembrandt –, ma soprattutto una ricerca di unità e di stile: un mezzo a mettere in valore certe parti e linee essenziali delle cose, facendole affiorare nella luce e ad eliminarne nelle tenebre altre secondarie, inutili o dannose ad una concisa rappresentazione. L'altro mezzo che il Caravaggio impiega per raggiungere l'unità stilistica riguarda, dunque, la composizione del quadro. Per il primo Michelangiolo aveva decisamente spezzato la secolare uniformità degli schemi compositivi a linee e piani paralleli "al quadro", e aveva mostrato quante maggiori risorse di movimento e di energia offrisse l'impostatura, diciamo, in tralice di certe sue figure; risorsa che il Tintoretto aveva spinto al colmo, limitandola però anche lui troppo a singole figure isolate. Era riserbato al Caravaggio di coronare la geniale iniziativa dei suoi precursori estendendo questo stesso sistema costruttivo a tutta quanta la compagine della composizione, in modo da ottenere in un sol tratto, con sintesi insuperata, il massimo risultato di senso plastico e dinamico. (da [http://books.google.it/books?id=euFBAQAAIAAJ Il Caravaggio], 1922; citato in * Caravaggio”

Matteo Marangoni (1876–1958) critico d'arte e compositore italiano

pag. 186
Francesca Marini, 2003
s)

Khaled Hosseini photo

“Fu London lo scrittore veramente grande quale alcuni lo ritengono, fu un talento possente nato fuori tempo, o fu uno di quegli artisti secondari la cui opera, grazie alla ricchezza della loro esperienza personale, dà solo una falsa impressione di arte? È difficile dirlo.”

Alfred Kazin (1915–1998) critico letterario e saggista statunitense

Origine: Citato in Mario Picchi, introduzione a Jack London, Il richiamo della foresta, Zanna Bianca e altre storie di cani, saggio introduttivo di Mario Picchi. Premesse di Goffredo Fofi e Mario Picchi, Newton Compton, 2011.

John Carpenter photo

“Negli Stati Uniti d'America la classe media sta lentamente scomparendo: ci sono sempre più poveri e sempre più ricchi. Penso che Essi vivono verrà visto in futuro come una delle poche voci d'indignazione in un periodo durante il quale tutti volevano due cose: vincere e fare soldi; tutto il resto era secondario. Se aveste avuto un paio di quegli occhiali avreste voluto far attenzione al vostro Primo Ministro.”

John Carpenter (1948) regista statunitense

Nel 1989 nel Regno Unito, nazionalità del quotidiano da cui Carpenter è intervistato, era in carica Margaret Thatcher
In the US, the middle class is slowly disappearing: there are more poor people and more rich. I think They Live will be looked back on as one of the few voices of outrage at a time when everyone wanted two things: to win, and to make money; all other considerations were secondary. If you had a pair of those sun-glasses, you might want to watch out for your Prime Minister.

Andrea Riccardi photo

“Attorno al fenomeno migratorio si sono appuntate tante angosce e paure che crescono in un periodo di recessione in realtà si tratta di una grande questione nazionale e simbolica, ma anche di un grande fantasma. In un periodo di crisi in cui sono assenti i significati, gli "incendi" nascono dalle parole, non è secondario il modo in cui lanciamo i messaggi.”

Andrea Riccardi (1950) storico, accademico e pacifista italiano

Con data
Origine: Citato in Il Ministro Andrea Riccardi alla presentazione del rapporto dell'Istat "I migranti visti dai cittadini", cita Carta di Roma http://www.cartadiroma.org/news/il-ministro-andrea-riccardi-alla-presentazione-del-rapporto-dellistat-i-migranti-visti-dai-cittadini-cita-carta-di-roma/, Cartadiroma.org, 12 luglio 2012.

Pol Pot photo
Saddam Hussein photo

“[Su come vedeva gli arabi in futuro. ] Vedo gli arabi in possesso di mezzi più sviluppati e meno vulnerabili a questioni secondarie che creano divisione. Posso vederli con una mentalità più evoluta in politica, economia, tecnologia e scienza. Saranno quindi molto migliori di oggi.”

Saddam Hussein (1937–2006) politico iracheno

I can see the Arabs with more developed means and with less vulnerability to minor divisive issues. I can see them with a more developed mentality in politics, economy, technology and science. So they will be much better than they are now.

Mario Praz photo
Vittorio Pica photo