Frasi su capello
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“In piedi davanti al caminetto, c'era un uomo di media statura, di aspetto nobile e altero, con gli occhi penetranti, la fronte ampia, un volto smagrito e ancor più allungato dal pizzo e dai baffi. Benché quell'uomo avesse trentasei o trentasette anni appena, capelli, baffi e pizzo cominciavano a farsi grigi. Quell'uomo non aveva spada, ma sembrava, in tutto il resto, un uomo di guerra: i suoi stivali di pelle di bufalo leggermente coperti di polvere indicavano che nella giornata era stato a cavallo. Quell'uomo era Armand Jean Duplessis, cardinale di Richelieu, non quale viene di solito rappresentato a noi, affranto come un vecchio, sofferente come un martire, il corpo piegato, la voce spenta, sepolto in una grande poltrona come in una tomba anticipata, vivo solo per il suo genio e capace ancora di sostenere la lotta con l'Europa soltanto per la forza del suo pensiero, diuturnamente applicato, ma quale egli era realmente in quel tempo, vale a dire destro e galante cavaliere, già debole nel corpo, ma sostenuto da quella potenza morale che ha fatto di lui uno degli uomini più straordinari che siano mai esistiti; quale egli era in quel tempo in cui si preparava, dopo aver validamente appoggiato il duca di Nevers nel ducato di Mantova, dopo aver preso Nimes, Castres e Uzès, a cacciare gli inglesi dall'isola di Ré, e ad assediare la Rochelle.”

cap. XIV L'uomo di Meung
I tre moschettieri

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“Per tagliarsi i capelli bastano due minuti, ma per farseli crescere così non bastano due anni.”

Steve Harris (1956) bassista inglese

in risposta alle condizioni contrattuali della EMI che li volevano "più punk"
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“Io ai miei capelli in ordine ci tengo. Anche in campo. Anche se gioco sotto a un temporale. Anche se corro in mezzo alle raffiche di vento. Tutti, persino i compagni di squadra e addirittura mia moglie, mi chiedono come faccio a finire la partita sempre pettinato. La verità è che curo molto la testa.”

Javier Zanetti (1973) calciatore argentino

Origine: Citato in Zanetti, la mania dei capelli "Solo mia figlia può toccarli" http://www.gazzetta.it/Calcio/SerieA/Squadre/Inter/Primo_Piano/2009/01/27/zanettisalute.shtml, Gazzetta dello sport, 27 gennaio 2009.

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“L'uomo dai capelli lunghi | girò le spalle a tutti quanti | poi si voltò a guardare il sole | e cominciò a camminare.”

Vasco Rossi (1980) cantautore italiano

da Tropico del Cancro, n. 7
Colpa d'Alfredo

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“I miei occhi miopi persi nel tuo campo biondo di capelli, adesso che stuzzichi i ricordi ed i tuoi anelli…”

Claudio Baglioni (1951) cantautore italiano

Andiamo a casa
La vita è adesso

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“Dottor Narciso, è vero che stanno sperimentando sui topi una lozione contro la caduta dei capelli". "Cazzate… ha mai visto un topo calvo?”

Alfredo Accatino (1960) autore televisivo e sceneggiatore italiano

L'adorabile posta del Dottor Narciso

“Alle donne la testa serve solo per lavarsi i capelli…”

Rocco Barbaro (1955) comico e cabarettista italiano

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“In tal modo esso è dunque eterno e infinito e uno ed uguale tutto quanto. E neanche può perire ne diventare maggiore ne modificarsi nella sua natura o nella sua disposizione, ne sente dolore o tristezza. Perché se andasse soggetto a una qualsiasi di queste cose, non sarebbe più uno. Se infatti si altera nella sua natura, è necessario che non sia più omogeneo, ma si distrugga quel che prima esisteva, e si generi quel che non esisteva. Ora, se si alterasse di un solo capello in diecimila anni, si distruggerebbe tutto quanto nella totalità del tempo. Ma neppure è possibile che muti disposizione: infatti la disposizione che c'era prima non perisce e quella che non c'è non nasce. Ma dal momento che nulla ne si aggiunge ne perisce ne diventa diverso, come potrebbe mutare disposizione? Difatti se una cosa diventasse diversa con ciò già sarebbe mutata la disposizione. Neppure prova sofferenza: perché non potrebbe essere tutto se soffrisse; infatti non potrebbe soffrire una cosa che soffre e neppure ha una forza pari a una cosa sana. Neppure sarebbe uguale, se soffrisse; infatti soffrirebbe o perché qualcosa viene a mancare o perché qualcosa sopravviene: e in questo modo non sarebbe più uguale. Neppure potrebbe ciò che è sano provare sofferenza: perché perirebbe ciò che è sano e ciò che è, e ciò che non è nascerebbe. Ancora, per provare pena vale la stessa dimostrazione che per il soffrire. E non c'è vuoto alcuno perché il vuoto è nulla: dunque non può esistere ciò che è appunto nulla. Neanche si muove, perché non ha luogo ove subentrare, ma è pieno. Giacche se ci fosse il vuoto subentrerebbe nel vuoto: non essendoci il vuoto non ha dove subentrare. Non può essere denso o rado, perché non è possibile che il rado sia pieno allo stesso modo del denso, ma il rado, appunto perché rado è più vuoto del pieno. Questa è la distinzione che bisogna fare tra pieno e non pieno: se qualcosa fa luogo e da ricetto, non è piena, se ne fa luogo ne da ricetto, è piena. Cosicché è necessario che sia pieno se il vuoto non c'è. Se dunque è pieno non si muove.”

Melisso di Samo (-470–-430 a.C.) filosofo e militare greco antico

frammento 7
Frammenti di Sull'essere (titolo convenzionale)

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“I transessuali sono gloriosi e splendenti miracoli di Dio, che noi uomini non possiamo non trovare attraenti. Con i loro capelli biondi, il rossetto lucente e le borsette Gucci, continuano a conquistarci. La loro natura sessuale è rivelata solo dai polpacci muscolosi, rafforzati da anni di rugby.”

Tuilaepa Aiono Sailele Malielegaoi (1945) politico samoano

citato in Andrea Sorrentino, Johnny, uno stopper speciale è il primo trans da Mondiali http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2011/11/26/johnny-uno-stopper-speciale-il-primo-trans.html, la Repubbilica, 26 novembre 2011

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“Ad eccezione di Capello, il resto degli allenatori che sono stati al Real volevano iniziare a farsi un curriculum. Quando sono arrivati si sono dovuti mettere a sperimentare ed hanno accusato la differenza di livello rispetto ai giocatori. Per questo motivo il club ha scelto ora un allenatore che ha vinto più dei giocatori ed ha un curriculum più importante.”

José Mourinho (1963) allenatore di calcio e calciatore portoghese

Real Madrid (2010 – 2013)
Origine: Citato in Mou: "Al Real per la Champions. Il mercato? Niente spese folli" http://www.gazzetta.it/Calcio/Estero/Liga/17-07-2010/mou-al-real-la-champions-71474830863.shtml, Gazzetta dello Sport, 17 luglio 2010.

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“Due ragazzotti messicani si avvicinano attratti da Tristessa e rimangono in piedi lì vicino a bere e a parlare tutta la notte, hanno entrambi i baffi, uno è molto piccolo e ha la faccia tonda con le guance simili a pere… L'altro è più alto, con dei fogli di giornale infilati sotto la giacca per proteggersi dal freddo… Cruz si allunga in mezzo alla strada e si addormenta avvolta nel suo cappotto, la testa appoggiata al gradino del marciapiede… Un piedipiatti arresta qualcuno all'imbocco del vicolo, noi attorno alla candela e ai pentoloni fumanti guardiamo senza interesse… Improvvisamente Tristessa mi bacia sulle labbra, lievemente, il bacio più lieve, più toccante di questo mondo… Ne sono davvero sorpreso… Mi sono deciso di rimanere con lei e a dormire dove lei dorme, persino se dorme nel bidone dell'immondizia, in una cantina piena di topi… Ma continuo a tremare e non m'aiuta a niente stringermi addosso i vestiti… per un anno ho dormito ogni notte nel mio sacco a pelo e non sono più abituato alla comune aria fredda della terra… A un certo momento cado netto giù dalla cassetta su cui ero seduto con Tristessa, finisco sul marciapiede, ci resto… In altri momenti intrattengo lunghe misteriose conversazioni con i due ragazzotti… Che cavolo stanno cercando di dire e di fare?… Cruz dorme per la strada… Ha i capelli sparsi neri nella pietra… la gente li calpesta… È la fine. L'alba giunge grigia.”

Tristessa

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“Inebriami di baci, come statua | che abbia compiuto musiche maggiori.”

Rendimi i miei capelli
Ballate non pagate

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“QUI GIACE LA BAMBINA DAI CAPELLI TURCHINI
MORTA DI DOLORE
PER ESSERE STATA ABBANDONATA DAL SUO FRATELLINO PINOCCHIO”

Carlo Collodi (1826–1890) scrittore italiano

Epitaffio, Capitolo 23
Le avventure di Pinocchio

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“Domanda: "Cosa c'è fuori dal bar?". Risposta: "Fuori dal bar c'è fuori dal bar". Non ci sono più bottiglie allineate sotto la specchiera. C'è il disordine e, se ti vuoi specchiare, devi farlo in una vetrina di un negozio. Le auto vanno chissà dove. Rallentano come belve domate da un semaforo… poi ripartono. I bambini escono dalle scuole dove li aspettano le mamme e i maniaci. Tra qualche anno li aspetteranno le fidanzate e gli spacciatori di droga. Meglio così. È bello avere qualcuno che ti aspetta. Fuori del bar c'è il resto del mondo con la sua colonna sonora di clacson e di "stronzo, io venivo da destra". Fuori dal bar sei più basso. Nel bar eri più alto del juke-box, fuori sei più basso del grattacielo di fronte. Fuori dal bar ci sono i mendicanti sciolti sugli angoli come pupù di cani dopo la pioggia. Fuori del bar c'è il sole o la luna, a seconda di a che ora esci dal bar, a testimoniarti che il tempo è passato mentre tu finivi la birra, e che diventerai vecchio, vecchio, coi capelli bianchi come la schiuma della birra che hai bevuto per non pensarci. Fuori dal bar ci sono i cani randagi, quelli che vorrebbero avere un collare e al momento, purtroppo, hanno solo le pulci. Fuori dal bar ci sono gli ubriachi: quelli che sono stati buttati fuori dal bar. Fuori dal bar c'è un deserto pieno di gente. Meglio stare nel bar.”

Andrea G. Pinketts (1961–2018) scrittore, giornalista e drammaturgo italiano

da Spara pure, è un papero, in Sangue di yogurt

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“Due persone innamorate attraversano tre fasi distinte prima di arrivare a conoscersi davvero. All’inizio si raccontano aneddoti e gusti personali. Poi ciascuno dei due dice all’altro in che cosa crede. E poi ciascuno osserva la relazione che c’è fra quello in cui l’altro ha detto di credere e quello che in effetti fa.”

libro La ragazza dai capelli strani
Variante: Julie ha detto a Faye che lei è convinta che due persone innamorate attraversino tre fasi distinte prima di arrivare a conoscersi davvero. All'inizio si raccontano aneddoti e gusti personali. Poi ciascuno dei due dice all'altro in che cosa crede. E poi ciascuno osserva la relazione che c'è fra quello in cui l'altro ha detto di credere e quello che in effetti.

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Questa traduzione è in attesa di revisione. È corretto?
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“L'unica cosa che ho fatto, per prepararmi alla celebrità, è stato smettere di tagliarmi i capelli.”

Jim Morrison (1943–1971) cantautore e poeta statunitense

Versi poetici e dichiarazioni di guerra

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“Vedo che i tuoi capelli bruciano, le colline sono in fiamme. Se dicono che non ti ho mai amata, sai che mentono.”

Jim Morrison (1943–1971) cantautore e poeta statunitense

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“Per molta gente è difficile capire la vita familiare dell'Harem Reale, ma io cercherò di darvene una visione condensata. Mio padre, ne sono convinta, aveva un solo, vero amico: il Conte Hasimir Fenring, l'eunuco genetico, uno dei più temibili guerrieri dell'impero. Il Conte, un uomo piccolo, brutto e vivace, presentò un giorno a mio padre una nuova schiava concubina, e io fui mandata da mia madre a spiare la cerimonia. Noi tutte spiavamo mio padre, per proteggerci. Certo, una schiava concubina concessa a mio padre in base all'accordo fra il Bene Gesserit e la Gilda non poteva generare un Successore Reale, ma i loro intrighi continuavano instancabili, ossessionanti e sempre uguali. Mia madre, le mie sorelle e io ci eravamo ormai abituate a evitare i più sottili strumenti di morte. Può sembrare orribile a dirsi, ma non sicura che mio padre fosse del tutto estraneo a questi tentativi di morte. Una Famiglia Reale è diversa dalle altre. Dunque, dicevo, c'era questa nuova schiava concubina, snella, graziosa, rossa di capelli come mio padre. Aveva i muscoli di una danzatrice, e certamente la neuroseduzione faceva parte del suo addestramento. Era in piedi, davanti a mio padre, nuda, e lui la guardò a lungo, prima di dichiarare: "È troppo bella. La riserveremo per un dono". Non avete idea della costernazione che questa sua decisione creò nell'Harem Reale. L'astuzia e l'autocontrollo non erano, forse, minacce mortali per noi tutte?”

da «Nella mia casa paterna», della Principessa Irulan: Ed. Nord, p. 245
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“La bocca sollevò dal fiero pasto | quel peccator, forbendola a' capelli | del capo ch'elli avea di retro guasto.”

Dante Alighieri (1265–1321) poeta italiano autore della Divina Commedia

XXXIII, 1-3

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“La mia vita non è che un continuo sforzo per sfuggire alla banalità dell'esistenza.”

Arthur Conan Doyle (1859–1930) poeta, scrittore, medico

da La lega dei Capelli Rossi

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