Frasi su durata
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“Non m'interessa parlare della notte che cambiò la vita, che ha reso il mio carattere per sempre sospettoso e diffidente. Avevo visto la durezza della guerra. Il giorno prima con i miei amici, partigiani, giocavamo a calcio, il giorno dopo erano nella chiesetta, cadaveri, sfigurati in viso dagli scarponi chiodati. Ho visto la fucilazione dei gerarchi fascisti, ero a piazzale Loreto quando appesero Mussolini a testa in giù come un maiale, sapevo cos'era la cattiveria, ma ignoravo l'infamia. Ho aspettato due mesi che Compagnoni venisse a darmi una pacca sulla schiena, a dirmi che aveva fatto una fesseria, a chiedere scusa, perché può capitare di essere vigliacchi, ma deve anche capitare di ammetterlo. Invece niente, invece sono finito sul banco degli accusati, ero io la carogna, non loro che avevano mentito sull'uso delle bombole, delle maschere, sull'orario del balzo finale alla vetta. Nella relazione ufficiale di Desio che il Cai ha accettato è sbagliata la quota del mio bivacco, quella del campo di Compagnoni e Lacedelli, l'uso e la durata delle bombole di ossigeno, niente affatto esaurito prima dei duecento metri di dislivello sotto il K2, e l'ora in cui dettero l'assalto alla vetta. E tutto questo perché? Perché l'impresa oltre ad avere successo doveva essere anche eroica. Far vedere che gli italiani erano stati non solo bravi, ma anche straordinari. Ne abbiamo fatto una montagna di merda, coperta di menzogne, perfino la stampa straniera ci chiede "perché?". E tutto questo perché non riusciamo ad essere un paese pulito, dobbiamo strumentalizzare le occasioni, la verità, sporcare gli uomini. L' Italia è un paese di complici, dove non esiste solidarietà tra onesti, ma solo scambio tra diversi interessi, dove il sogno di Desio doveva restare immacolato. Dove solo io potevo essere infangato, disprezzato, accusato. Non solo, ma qualsiasi controversia non viene mai affrontata, si preferisce accantonarla, non prendere la responsabilità di una scelta. Mentre oggi agli idoli sportivi imbottiti di droga tutto viene perdonato perché sono l'immagine del paese. E se solo guardo quello che passa in tv mi viene schifo: quelle persone sull'isola, che si fanno riprendere, quella buffonata. Con quale rispetto verso i padri dell'avventura, verso chi ha cercato frontiere e parole nuove come Melville, Jack London e Stanley? Io sul K2 in una notte del '54 sono quasi morto, ma quello che mi ha ucciso è questo mezzo secolo di menzogna. Ho urlato così tanto quella notte nella mia disperazione che adesso non voglio avere più voce. La puzza del K2 la lascio a voi, io preferisco respirare […].”

Walter Bonatti (1930–2011) alpinista italiano
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“Io sono nato il 23 giugno 1923. Dal 28 ottobre 1922, da otto mesi, poco meno, Benito Mussolini era salito al potere con la sua solita ridicola marcia su Roma, fatta in vagone letto. Penso Mussolini in pigiama, o forse in camicia (non nera, speriamo!) farsi la barba la mattina del 27 ottobre all'arrivo a Roma, dopo la sveglia del conduttore, con il giornale ed il caffè! Otto mesi dopo, in Piazza Calderini sono nato: e debbo quindi arguire di essere stato concepito un po' prima di quei fatidici giorni, in una Bologna ormai attesa al destino, ormai quasi pacificata, in vista di un futuro finalmente pieno di promesse. Alla fine di settembre del 1922, mio padre [Aldo Valori] era ancora al Resto del Carlino, il giornale degli agrari emiliani e romagnoli, il giornale liberal-massonico-conservatore che Missiroli aveva diretto e Monicelli spinto verso il fascismo alla fine di un processo di evoluzione incerto e prudente, ma senza speranza di liberazione dell'ormai decisiva rivoluzione reazionaria. Mio padre si trovò coinvolto in quella vicenda. Mi sono chiesto spesso negli ultimi anni dopo la seconda guerra mondiale, perché il babbo aderisse al fascismo. Se ripenso a tutta la vicenda, durata in fondo pochi anni, debbo concludere che noi non comprenderemo mai completamente questo dramma. Il babbo, per educazione e carattere, per formazione culturale e morale, non poteva essere fascista nel senso che ha acquistato in seguito questa parola. Estraneo ad ogni violenza, mansueto di carattere e di modi, anche se molto passionale ed impulsivo, (specialmente negli anni della giovinezza e della maturità), non poteva trovare la sua adesione al Fascismo squadrista. Né poteva trovare, romantico e liberale com'era affinità con il Mussolinismo (culto puerile e comodo della personalità).”

Michele Valori (1923–1979) urbanista e architetto italiano

Posta fatta in casa

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“I duecento metri mondiali di Mennea per noi sono stati rabbia e poesia, talento e geometria, insofferenza e razionalità. E la sua maniera di correrli ci ha sempre fatti restare appesi al finale, meglio di un film giallo: ce la farà o sarà preso prima del traguardo? E lui lì ad arrancare, almeno così sembrava, e invece ecco che lui spuntava dalla curva, ecco che quando lo davano per finito lui cominciava a mangiare i metri e lì veramente cominciavano a scoppiare i cuori, anche quelli più introversi. E lui che finalmente aveva combattuto e vinto il mostro interno che lo azzannava alzava il dito. Non come il padrone che reclama una sua proprietà, ma come uno schiavo che si libera delle catene e mostra orgoglioso il frutto della sua liberazione. Non era un'Italia atletica quella di Mennea: jogging, esercizio fisico, palestra non andavano ancora di moda. E non era un'Italia mentalmente attrezzata ad affrontare alla pari gli avversari. Con Mennea qualcosa cambiò: il suo record dimostrò che non eravamo solo un paese pieno di talenti, spesso incompiuti, ma che avevamo anche la scienza e l'applicazione per costruire un primato che sarebbe durato quasi vent'anni. Lo sprint non era più Little Italy. In questo Mennea è stato e continua ancor oggi ad essere la nostra diversità. Ci ha fatti correre, soffrire, vincere. E soprattutto vivere controvento la nostra fragilità.”

Emanuela Audisio (1953) giornalista e scrittrice italiana

la Repubblica
Origine: Da Mennea. Il campione controvento http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1999/12/08/mennea-il-campione-controvento.html, 8 dicembre 1999.

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“Stiamo pensando con Don Verzè a una nuova struttura che è già in costruzione a Verona per portare la durata della vita umana a 120 anni.”

Silvio Berlusconi (1936) politico e imprenditore italiano

2008
Origine: Dalla trasmissione televisiva Porta a Porta, Rai 1, 12 febbraio 2008; citato in Furio Colombo, I nipotini del Cavaliere http://cerca.unita.it/ARCHIVE/xml/255000/251851.xml?key=Furio+Colombo&first=271&orderby=0&funz=ph&f=fir, l'Unità, 17 febbraio 2008, p. 31.

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“Il silenzio mantenuto finora [sui massacri delle foibe], o quasi silenzio, si spiega facilissimamente: tutta la storiografia italiana del dopoguerra era di sinistra, apparteneva all'intellighenzia di sinistra, la quale era completamente succuba del Partito Comunista. Quindi non si poteva parlare delle foibe, che non appartenevano al comunismo italiano, ma appartenevano certamente al comunismo slavo, di cui però il comunismo italiano era alleato e faceva gli interessi. Quindi di questo non si poteva parlare, e non si poteva parlare delle stragi del triangolo della morte, perché anche queste ricadevano sulla coscienza – ammesso che ce ne sia una – del Partito Comunista, il che sta a dimostrare quello che dicevo prima, cioè che la Resistenza non fu una resistenza, fu una guerra civile tra italiani che continuò anche dopo il 25 aprile. […] [Sull'eccidio dei conti Manzoni] Andai come giornalista […] per appurare com'era andata la strage dei conti Manzoni, dopo la fine della guerra. […] Una famiglia di persone che col fascismo non aveva niente a che fare, ci aveva convissuto come tutti gli italiani. Bene, nessuno mi voleva parlare di questa faccenda. […] Nessuno ne aveva parlato, né dei Carabinieri né della Polizia e tantomeno della magistratura, eppure lo sapevano. […] C'era una complicità assoluta, una complicità dannata. […] Se ne parla ora perché il Muro di Berlino è crollato, ma si ricordi che trent'anni fa, quando De Felice annunziò di mettere allo studio il ventennio fascista per sapere com'era andata, fu proposta la sua estromissione dalla cattedra universitaria, solo perché metteva allo studio un ventennio di storia italiana che, bella o brutta, c'era stata. […] Non era possibile inquadrare storicamente il fascismo: chi lo faceva, cercando di spiegare i perché della sua durata, ed anche i perché della sua catastrofe, veniva accusato di fascismo.”

Indro Montanelli (1909–2001) giornalista italiano

da Dalla Monarchia alla Repubblica
Interviste

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“Adriano è nato per giocare a tennis. Peccato che sia durato poco perché sarebbe stato in grado di battere tutti i miei record.”

Nicola Pietrangeli (1933) tennista italiano

Origine: Citato in Ubaldo Scanagatta, Meglio star zitti che spararle così! http://www.ubitennis.com/sport/tennis/2011/04/19/478147-meglio_star_zitti_spararle_cosi.shtml, Ubitennis.com, 20 aprile 2011.

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“[Riferito a Billie Holiday] Possiamo trovare nelle sue incisioni del periodo 1935-40 tutti i procedimenti per mezzo dei quali essa trasformava una melodia: l'accentazione di certe note, che faceva precedere da brevi silenzi che attiravano su di esse l'attenzione (Why was I born, I wished on the moon) l'affrancamento, in rapporto al tempo, della frase (I Can't get sterted) cominciata generalmente con un leggero ritardo su quello: un effetto da cui Billie Holiday ricavava un considerevole swing (Miss Brown to you); le improvvise opposizioni dei registri (Body and soul); o la combinazione di questi due ultimi effetti (Can't help lovin' thet man). Per tutta la durata di queste registrazioni, si resta colpiti dal modo in cui Billie Holiday "pensa" – o "sente"”

Demètre Ioakimidis (1929–2012)

i suoi vocali; ella lo fa molto più alla maniera d'uno strumentista che a quella di una cantante, tanto che quando, in She's funny that way, ella segue Lester Young, sembra continuare il pensiero musicale di quest'ultimo. (da Romantique Billie Holiday, in Jazz Hot, ottobre 1959; citato in Jazz: La vicenda e i protagonisti della musica afro-americana)
Origine: La versione di She's funny that way a cui si fa riferimento è quella del 1937. Mentre tutti gli altri brani sono stati registrati con sotto il nome di Teddy Wilson.

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“Iura novit curia? L'interrogativo, più che lecito, è doveroso di fronte al principio di diritto affermato dalla I Sezione penale della Corte di cassazione nella presente sentenza (così definita dalla stessa Corte, anche se parrebbe trattarsi di una ordinanza), a proposito dei criteri di computo dei termini di durata della custodia cautelare fissati per le diverse fasi del giudizio, con particolare riguardo all'incidenza su tale computo dei giorni in cui si sono tenute le udienze. […] Perché mai la Corte di cassazione sia incorsa in un simile sbandamento interpretativo, tanto più in una vicenda processuale di estrema delicatezza, che di per sé avrebbe richiesto il massimo di ponderazione da parte dei giudici della I Sezione penale (i quali, invece, non sembrano essersi impegnati come avrebbero dovuto, almeno a giudicare dalla frettolosità e dalla modestia della motivazione addotta a sostegno della loro pronuncia), è un quesito cui non saprebbe darsi una risposta soddisfacente. Probabilmente la Corte è stata sviata, oltreché dall'andamento della discussione di fronte alla Corte d'assise d'appello, e dall'erronea impostazione già emergente dalle ordinanze impugnate), anche dalla sorprendente assenza di iniziativa mostrata dal rappresentante della procura generale, che nel chiedere l'annullamento delle medesime ordinanze non si è neppure prospettato — a quanto pare — il problema della necessaria neutralizzazione ope legis dei giorni di udienza ai sensi dell'art. 297, 4° comma c. p. p. Senonché tutto ciò non basta a giustificare il contenuto approssimativo e superficiale della decisione annotata, almeno per chi creda ancora nella Corte di cassazione quale «organo supremo della giustizia», cui compete di assicurare «l'esatta osservanza e l'uniforme interpretazione della legge». Il bilancio è mortificante, come sempre quando capita — e non è la prima volta, sebbene si tratti fortunatamente di episodi isolati — di registrare errori di diritto tanto vistosi da parte della Corte di cassazione. Ed allora, se è permesso riprendere l'interrogativo con cui si sono aperte queste brevi osservazioni «a caldo», occorre davvero domandarsi fino a che punto sia consentito ai giudici della Corte regolatrice di ignorare il diritto di cui dovrebbero essere i massimi tutori: o forse si deve ritenere che, almeno per certi giudici, debba ormai valere l'inedito brocardo per cui ignorantia legis excusat?”

Vittorio Grevi (1942–2010) giurista e editorialista italiano

da Una erronea interpretazione in tema di congelamento dei giorni di udienza ai fini dei termini di custodia cautelare nella fase del giudizio, In Giurisprudenza italiana, 1991, Disp. 5a, Parte II

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“Tolomeo ha costruito un universo durato 1400 anni e Newton un universo durato 300 anni. Anche Einstein ha creato un universo ma non so dirvi quanto durerà.”

George Bernard Shaw (1856–1950) scrittore, drammaturgo e aforista irlandese

Origine: Durante una cena in onore di Einstein in Inghilterra, citato in David Cassidy, Einstein and Our World, Humanities Press, Atlantic Highlands (N.J.), 1995; citato in Albert Einstein, Pensieri di un uomo curioso (The Quotable Einstein), a cura di Alice Calaprice, prefazione di Freeman Dyson, traduzione di Sylvie Coyaud, Arnoldo Mondadori Editore, Milano, 1997, p. 181. ISBN 88-04-47479-3

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“Ci sono stati cinque grandi baci dal 1642 a. C., quando la casuale scoperta di Saul e Dalila invase la civiltà occidentale. (Prima di allora le coppie agganciavano i pollici.) E una corretta valutazione dei baci è molto difficile, spesso conduce a grandi controversie in quanto, benché tutti concordino sulla formula – sentimento per purezza per intensità per durata – nessuno sa esattamente che valore attribuire a ciascun elemento. Ma a prescindere dal sistema applicato, ce ne sono cinque che secondo l'opinione generale meritano un punteggio pieno.
Be', questo li surclassava tutti.”

Variante: Ci sono stati cinque grandi baci dal 1642 a. C., quando la casuale scoperta di Saul e Dalila invase la civiltà occidentale. (Prima di allora le coppie agganciavano i pollici). E una corretta valutazione dei baci è molto difficile, spesso conduce a grandi controversie in quanto, benché tutti concordino sulla forma - sentimento per purezza per intensità per durata - nessuno sa esattamente che valore attribuire a ciascun elemento. Ma a prescindere dal sistema applicato, ce ne sono cinque che secondo l'opinione generale meritano un punteggio pieno.
Be', questo li surclassava tutti.
Origine: La principessa sposa, p. 65

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“Mi pare che vi sia una certa differenza tra la posizione italiana e quella tedesca, nel senso che un accordo con quest'ultima potrebbe avere qualche possibilità di sopravvivere per una ragionevole durata, specialmente se esistesse un impegno personale di Hitler, mentre Mussolini è, mi pare, un vero e proprio gangster e la sua parola d'onore non significa niente.”

Anthony Eden (1897–1977) politico britannico

Origine: Da una lettera a Neville Chamberlain sulla possibilità di una riproposizione del fronte di Stresa; citato in Ennio Di Nolfo, Storia delle relazioni internazionali. [Dal 1918 ai giorni nostri], Laterza, Roma, 2008, p. 225. ISBN 978-88-420-8734-2

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“Al Milan sono stato felice, è stato bellissimo ed è giusto lasciarci adesso, quando sta nascendo un nuovo Milan, un altro Milan che non sarà sicuramente più mio. Non sarebbe bello correre il rischio di rovinare un rapporto che è durato un decennio.”

Zvonimir Boban (1968) calciatore croato

Origine: Citato in Germano Bovolenta, Boban se ne va resta la fantasia http://archiviostorico.gazzetta.it/2001/luglio/08/Boban_resta_fantasia_ga_0_0107082362.shtml, La Gazzetta dello Sport, 8 luglio 2001.

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“Noi non sentiamo veramente le opere latine e greche che in una durata francese. Noi non sentiamo le opere francesi che in una durata latina e greca. Tale è l'asse del nostro sentimento, del nostro gusto, della nostra civiltà.”

Albert Thibaudet (1874–1936) saggista e critico letterario francese

Origine: Dall'articolo Le tournoi du latin, (1924), successivamente ristampato in Réflexions sur la littérature, Paris, 1938, pp. 249-250. Citato in Italo Lana e Armando Fellin, Civiltà letteraria di Roma antica, vol I, p. 16; in Italo Lana e Armando Fellin Civiltà letteraria di Roma antica, Casa Editrice G. D'Anna, Messina-Firenze, 1973, volume I, p. 12.

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“Il mondo di Cézanne è ancora ben visuale e sensorio, proprio perché egli ne ha riconosciuto la validità attraverso la lezione impressionista e ancora adesso egli vuole fare dell'Impressionismo "une chose solide et durable comme l'art des musées". Se egli anticipa nella pittura certi fatti che saranno poi, ma con diverso risultato, del gusto cubista, è perché egli vuole raggiungere una sintesi sempre maggiore tra emozione e forma, anzi tra emozione e spazio. Quindi […] scompagina la rappresentazione prospettica tradizionale, crea delle prospettive diverse, da vari punti di vista, identifica cioè lo spazio con una successione visiva di immagini che, ripercosse nella coscienza, daranno quella identità di spazio e tempo che Bergson, circa gli stessi anni, chiamava "durata reale". Tutto questo accadeva in Cézanne senza naturalmente nessun preconcetto teorico e senza che avesse letto Bergson. Egli compie l'analisi dello spazio secondo il principio della durata per imprimere negli oggetti, veduti da più di un punto di vista, una intensità vitale non prima raggiunta, e cioè, sia pure attraverso un'analisi, giunge ad una sintesi della visione.”

Lionello Venturi (1885–1961) critico d'arte e storico dell'arte italiano

da Cézanne, in Enciclopedia universale dell'arte, III, 1958
Origine: Citato in Stefania Lapenta, Cézanne, I Classici dell'arte, Rizzoli – Skira, Milano, 2003, pp. 183-188 e frontespizio. ISBN 88-7624-186-8

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“L'amore non è usare le stesse parole, ma avere lo stesso alfabeto.”

Massimo Gramellini (1960) giornalista e scrittore italiano

Consigli di lunga durata,pos. 2325
Cuori allo specchio

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“Pochi resistono alla tentazione di voltarsi indietro nel desiderio di restituire alle cose una durata che di per sé non hanno.”

Luigi Pintor (1925–2003) giornalista, scrittore e politico italiano

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“[Su Metal Gear Solid V: Ground Zeroes] Questo non è un gioco lineare come in passato. Ground Zeroes offre libertà di approccio e di stile di gioco, speriamo che i giocatori godano dell'esperienza più e più volte senza annoiarsi. Credo che le persone saranno soddisfatte della durata di Ground Zeroes e non si lamenteranno del tempo di gioco effettivo, che è un parametro valevole con i giochi lineari.”

Hideo Kojima (1963) autore di videogiochi giapponese

Origine: Da un messaggio su Twitter; citato in Davide Dorino, Hideo Kojima si esprime sulla questione della durata di MGS V: Ground Zeroes http://www.spaziogames.it/notizie_videogiochi/console_multi_piattaforma/191154/hideo-kojima-si-esprime-sulla-questione-della-durata-di-mgs-v-ground-zeroes.aspx, SpazioGames, 6 febbraio 2014.

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“L'essenziale durata di una poesia nasce da un maggiore approfondimento dell'Essere che il poeta compie nell'atto di fare poesia. Per tale ragione Saffo, Leopardi o Baudelaire sono contemporanei. I grandi poeti di un'epoca storica non sono perciò funzionari passivi dello spirito dell'epoca, ma obbediscono, come afferma Hans Sedlmayr, direttamente all'Assoluto.”

Marino Piazzolla (1910–1985) scrittore italiano

Origine: Citato in Poeti a Roma: 1945-1980 http://www.fondazionemarinopiazzolla.it/s/Museo/Libri/Poeti_a_Roma_1945-1980.htm, a cura di Alberto Frattini e Marcella Uffreduzzi, Bonacci editore, Roma, 1983.