Frasi su intellettuale
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“Io piaccio all'italiano terra terra o a De Gregori, all'intellettuale, è al pubblico di mezzo che sto sulle palle.”

Checco Zalone (1977) cabarettista, comico e musicista italiano

Origine: Citato in Così Checco Zalone ha trasformato il salotto di Fazio in una parodia del salotto di Fazio http://www.ilfoglio.it/cultura/2015/12/21/checco-zalone-ha-trasformato-il-salotto-di-fazio-in-una-parodia-del-salotto-di-fazio___1-v-136279-rubriche_c154.htm, il Foglio.it, 21 dicembre 2015.

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“Gli intellettuali sono pecore che hanno bisogno di un protettore: in Italia sono tutti vigliacchi, quindi di sinistra. Di non allineati ne conosco pochissimi.”

Vittorio Sgarbi (1952) critico d'arte, politico e opinionista italiano

da un post https://www.facebook.com/SgarbiVittorio/posts/1118346998221706 del 14 aprile 2016
Da Facebook.com

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“Se studio, se faccio l'intellettuale, se scrivo, se sono autorevole, fammi comunque restare un po' bambino.”

Paolo Giuntella (1946–2008) giornalista e scrittore italiano

Strada verso la libertà

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“Bagheria è sempre stata fucina di intellettuali di grande cultura e impegno civico, da Renato Guttuso a Giuseppe Tornatore.”

Dacia Maraini (1936) scrittrice italiana

Origine: Citato in Le denunce contro il racket, Renzi: "Bagheria non è cosa loro" http://palermo.repubblica.it/cronaca/2015/11/02/news/le_denunce_contro_il_racket_renzi_bagheria_non_e_cosa_loro_-126467412/, Repubblica.it, 2 novembre 2015.

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“Ho iniziato la mia vita intellettuale a scuola a Berlino, all'età di 15 anni con il Manifesto del partito comunista di Marx ed Engels.”

Eric Hobsbawm (1917–2012) storico e scrittore britannico

cap. 1, Manifesti
La Fine della Cultura. Saggio su un secolo in crisi d'identità

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“Il nostro intendimento del Buddhismo non è meramente intellettuale. Il retto intendimento è la pratica effettiva stessa.”

Shunryū Suzuki (1904–1971) monaco buddhista

Origine: Mente Zen, Mente di principiante, p. 79

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“Quando ci siamo trovati a che fare con questi personaggi, meglio, con questi problemi – perché in una prima fase questi personaggi non si trovavano – ne sapevamo molto poco. In progresso di tempo, soltanto in progresso di tempo, abbiamo cominciato a capire alcune cose. Per esempio, che un gruppo terrorista può essere, purtroppo, facilmente forte. Nel senso che basta mescolare alcuni ingredienti: fanatismo ideologico, una certa capacità di organizzarsi, sfruttando le mille possibilità mimetiche di una grande città, di organizzarsi diversificando i compiti tra regolari e irregolari, di organizzarsi cercando collegamenti con la società civile a vario livello. Bastano queste capacità per poter anche duramente colpire, sia pure con una consistenza numerica non elevatissima di gruppo terroristico. Tutto questo – lo abbiamo scoperto in progresso di tempo – le Brigate Rosse erano. Tutto questo rendeva le Brigate Rosse pericolose soprattutto dal punto di vista politico: non è tanto la pericolosità militare – per la quale non occorre a mio giudizio una speciale consistenza numerica – quanto piuttosto la pericolosità politica derivante dal collegamento, dal potenziale collegamento, con settori della società civile e del mondo intellettuale che in quella fase le BR avevano, e che le rendeva un problema politico molto molto grave.”

Gian Carlo Caselli (1939) magistrato italiano

Origine: Dal programma televisivo La notte della Repubblica, Rai 2, 14 febbraio 1990.

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“Il mondo dei dinosauri con cui ero cresciuto era in qualche modo classico. Essi erano universalmente visti come rettili squamosi che abitavano i continenti immobili. Non c'era alcun indizio che fossero gli antenati diretti degli uccelli. Essendo rettili, i dinosauri erano a sangue freddo e piuttosto lenti, con l'eccezione degli esemplari più piccoli, più simili agli uccelli. Tutti i dinosauri trascinavano le loro code sul suolo. Gli arti anteriori erano spesso spalancati. I muscoli delle gambe erano snelli, tratto tipico dei rettili. Le loro capacità intellettuali erano minime e lo stesso valeva per le loro attività sociali e materne… Gli adrosauridi e soprattutto i sauropodi erano gli ippopotami dei dinosauri. Gli ultimi infatti erano forse un po' troppo colossali per emergere sulla terraferma e quando lo facevano il loro grande peso li costringeva ad alzare dal suolo solo una zampa alla volta. Erano adatti solo per il clima tropicale umido, caldo e soleggiato che avvolgeva la terra da un polo all'altro prima del Cenozoico. Un clima che andava raffreddandosi e la formazione di nuove catene montuose rappresentarono la condanna degli arcosauri obsoleti, risparmiando solo i coccodrilli. I dinosauri e i pterosauri, simili a pipistrelli, erano semplicemente degli interludi evolutivi, un periodo di inerzia geo-biologico prima che le cose si facessero serie con l'ascesa degli uccelli e soprattutto dei mammiferi energetici e astuti, per poi condurre con l'inevitabile progress all'apice della selezione naturale: l'uomo. Era quasi tutto sbagliato. Sentivo in fondo che qualcosa non andava. Nel disegnare i dinosauri, trovai che erano molto più simili agli uccelli e ai mammiferi che non ai rettili, che sarebbero dovuti essere. Ero pronto a un nuovo punto di vista.”

Gregory Scott Paul (1954) paleontologo, sociologo e illustratore statunitense

The dinosaur world I grew up in was classical. They were universally seen as scaley herps that inhabited the immobile continents. There was no hint that birds were their direct descendents. Being reptiles, dinosaurs were cold-blooded and rather sluggish except perhaps for the smaller more bird-like examples. They all dragged their tails. Forelimbs were often sprawling. Leg muscles were slender in the reptilian manner. Intellectual capacity was minimal, as were social activity and parenting... Hadrosaurs and especially sauropods were dinosaurian hippos, the latter perhaps too titanic to even emerge on land, and if they did so were limited by their bulk to lifting one foot of the ground at a time. Suitable only for the lush, warm and sunny tropical climate that enveloped the world from pole to pole before the Cenozoic, a cooling climate and new mountain chains did the obsolete archosaurs in, leaving only the crocodilians. Dinosaurs and the bat-winged pterosaurs were merely an evolutionary interlude, a period of geo-biological stasis before things got really interesting with the rise of the energetic and quick witted birds and especially mammals, leading with inexorable progress to the apex of natural selection: Man. It was pretty much all wrong. Deep down I sensed something was not quite right. Illustrating dinosaurs I found them to be much more reminiscent of birds and mammals than of the reptiles they were supposed to be. I was primed for a new view.
Autobiography

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“Intelluttuale - Intellettuale specializzato in necrologi ed epitaffi sulla morte del romanzo.”

Pietro Gorini (1955) autore televisivo e scrittore italiano

Origine: Voglio il mio avocado! (Il Giocabolario), p. 78

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“Napoli Signora è la Napoli nobilissima, quella dei grandi poeti, degli intellettuali, delle riviste, la Napoli borghese, messa da parte e di cui nessuno parla come invece accade per la Napoli popolare.”

Renzo Arbore (1937) cantautore, showman e conduttore radiofonico italiano

Origine: Citato in Arbore, La Capria e Napoli in un docufilm su Rai Storia http://www.cinemaitaliano.info/news/25935/arbore-la-capria-e-napoli-in-un-docufilm.html, Cinemaitaliano.info, 27 settembre 2014.

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“L'Ojetti è rappresentativo da più punti di vista: ma la codardia intellettuale dell' uomo supera ogni misura normale.”

Antonio Gramsci (1891–1937) politico, filosofo e giornalista italiano

Origine: Letteratura e vita nazionale, p. 252

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“Silone è stato escluso dal Viareggio così come sinora lo abbiamo escluso dalle nostre preoccupazioni e dalle nostre riflessioni quotidiane, un po' perché il suo caso disturba, dà noia, e soprattutto perché affrontarlo richiederebbe un altro impegno e finirebbe per investire tutta la nostra struttura intellettuale e spirituale.”

Carlo Bo (1911–2001) critico letterario italiano

Origine: Da Hanno avuto paura, L'Europeo, 1º agosto 1965 (riprodotto su La Fiera Letteraria col titolo Antiche viltà della nostra cultura, stessa data); citato in Luce d'Eramo, Ignazio Silone, Castelvecchi, Roma, 2014, [//books.google.it/books?id=u0EQBQAAQBAJ&pg=PT294 p. 294]. ISBN 9788868262983

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“E chissà se Vasco Rossi, con le parole semplici delle canzoni, non finirà per essere più convincente dei tanti intellettuali che, derisi e vilipesi, da decenni denunciano e annunciano il crepuscolo della Modernità.”

Massimo Fini (1943) giornalista, scrittore e drammaturgo italiano

Origine: Da «Il crepuscolo della modernità. È ora di fare un passo indietro.» http://www.massimofini.it/2008/il-crepuscolo-della-modernita-e-ora-di-fare-un-passo-indietro, 2008.

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“All'inizio dell'anno scolastico, mi capita di chiedere ai miei studenti di descrivermi una biblioteca. Non una biblioteca pubblica. No, il mobile, quello dove si mettono i libri. E loro mi descrivono un muro. Una scogliera di sapere, rigorosamente ordinata, assolutamente impenetrabile, una parete contro la quale non si può fare altro che rimbalzare.
- E un lettore? Descrivetemi un lettore.-
- Un vero lettore?-
- Se volete, anche se non so cosa intendete per vero lettore.-
I più - rispettosi- fra loro mi descrivono il Padreterno in persona, una specie di eremita antidiluviano, seduto da sempre su una montagna di libri dei quali avrebbe succhiato il senso fino a capire il perché di tutte le cose. Altri mi abbozzano il ritratto di un individuo affetto da autismo profondo, talmente assorbito nei libri da andare a sbattere contro tutte le porte della vita. Altri ancora mi fanno un ritratto in negativo, applicandosi a enumerare tutto ciò che un lettore non è: non è sportivo, non è vivace, non è simpatico, non gli piace né il mangiare, né il vestirsi, né le auto, né la tivù, né la musica, né gli amici… altri, infine, più - strateghi- erigono davanti al professore la statua accademica del lettore consapevole dei mezzi messi a disposizione dai libri per accrescere le sue conoscenze e affinare le sue facoltà intellettuali. Alcuni mescolano questi diversi registri, ma non ce n'è uno, uno solo che descriva se stesso, o un membro della sua famiglia o uno degli innumerevoli lettori che incrocia tutti i giorni sulla metropolitana.”

Comme un roman

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“Simone de Beauvoir che scrive la leggenda di Sartre, scolpendo la statua del grand'uomo, sacrificando tutta la verità alla mitologia, fornisce la versione parigina e quindi francese, e quindi europea, e quindi mondiale, della vicenda. Ne, scrive: “Di fronte a un vasto pubblico egli (Camus) dichiarò: “amo la Giustizia, ma prima di essa difenderò mia madre” il che significava mettersi dalla parte dei. Il peggio era che al tempo stesso dava a intendere che si manteneva al di sopra della mischia, avvallando così quanti desideravano ocncilaire questa guerra e i suoi metodi con l'umanesimo borghese.”
È lo stesso libro in cui la liberazione di Sartre dallo stalag nell'aprile del 1941, dovuta probabilmente a un intervento del filo nazista Drieu la Rochelle, si trasforma in un'evasione; in cui la partecipazione di Sartre alla rivista collaborazionistadurante la guerra viene presentata come un errore commesso una sola volta nel 1941, (mentre sappiamo che in realtà ancora nel settembre del 1943 il filosofo entra a far parte di una giunta organizzata dal giornale e il 5 febbraio del 1944 scrive l'elogio funebre di quel Giradoux che aveva celebrato le virtù del Reich nazista), e varie altre verità sulla Resistenza della famosa coppia.
Camus paga per la rettitudine, per l'integrità, per la correttezza delle proprie battaglie, paga per l'onestà, per la passione nei confronti della verità, paga per aver partecipato alla Resistenza quando molti avevano resistito così poco, paga per i propri successi, per le vendite formidabili dei propri libri, paga per il talento e paga, ovviamente, per il Nobel, paga per il fatto di non essere corruttibile, di non aver bisogno di mentire quando si è trattato di tracciare la retta via, paga per la giovinezza, la bellezza, il successo con le donne, paga per la vita filosofica che suona come un rimprovero di fronte all'esistenza di tanti falsari, paga per la fedeltà all'infanzia passata in mezzo alla gente umile, paga per non aver tradito e venduto niente, paga per essere entrato con effrazione, lui figlio di povera gente, nel mono bene di Saint-Germain-des-Prés, paga per aver scelto la Giustizia, la libertà e il popolo in un universo di intellettuali affascinati dalla violenza, dalla ferocia e dalle idee, paga per essere un autodidatta riuscito, paga per aver scritto lui, figlio di un'analfabeta, libri che non avrebbe mai dovuto scrivere perché riservati all' élite, paga perché a fare da legge, sono il risentimento, l'invidia, l'astio e la gelosia.”

Michel Onfray (1959) filosofo francese
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“Il socialismo è l'unico modo per cui possiamo ottenere ciò che vogliamo. È l'unico modo che condurrà alla giustizia e l'uguaglianza fra il popolo. È l'unico modo in cui le persone possono avere gli stessi diritti. È l'unico modo in cui possiamo porrere fine alla situazione dove c'è uno sazio ed uno che crepa di fame.Il socialismo permettera ad ogni somalo d'ottenere cure mediche, e garantirà il lavoro ad ogni somalo desideroso di vivere la vita migliore che egli dovrebbe vivere su questo mondo. Il popolo può condividere questa vita in un modo onesto, giusto e uguale. Il Governo guiderà il popolo su questa via. Ecco di che cosa parla il socialismo - praticamente, significa lavoro e la condivisione dei beni.Il socialismo fornisce il modo per cui il popolo può veramente governare il suo paese; un governo capeggiato dai lavoratori e gli intellettuali. È il principio che si batte contro una manciata di persone, o gruppi di persone, che sfruttano la maggioranza e gli succhia il sangue. Questo è il socialismo.Il socialismo significa che la persona che fatica dovrebbe godersi i frutti della sua fatica. Non provvede niente alla persona che non ha lavorato, ma che invece ha seduto sotto l'ombra a ricevere benefici mentre il lavoro duro cade sui lavoratori e gli altri. Questo non è socialismo.Socialismo è l'unico modo in cui è possibile conservare ed elevare l'onore somalo, internamente ed esternamente.Chiunque si dirotta da questa via mette l'onore, l'unità e il progresso somalo sotto i piedi. Noi diciamo: a basso lui! Chiunque è contro il socialismo è colui che scacciammo dal suo edificio di mattoni rossi che appartiene al popolo somalo. È colui che ne siese dentro e ne fu colonizzato. Fu dietro lui che i coloni si nascondevano. È lui che si oppone al socialismo.”

Mohammed Siad Barre (1919–1995) politico somalo

My Country and My People, Vol. II

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“In lui [Reinhard Heydrich] le capacità intellettuali si accompagnarono ai caratteri somatici, per cui egli poteva apparire la conferma della teoria della «stretta relazione tra psiche e razza»: l'anticipazione di quel nuovo tipo d'uomo che avrebbe dovuto essere distillato dal torbido materiale biologico del popolo tedesco attraverso «una serie d'incroci obbligati» e allevato in scuole speciali; «il tipo d'uomo», come Hitler dichiarò, «padrone della vita e della morte, che comanda sulla paura e sulla superstizione, che ha imparato a dominare il suo corpo, i suoi muscoli e i suoi nervi… ma che non si lascia vincere dalle tentazioni dello spirito e da una sedicente libertà scientifica.»”

Joachim Fest (1926–2006) storico, giornalista e saggista tedesco

Parte seconda: Tecnici e realizzatori del regime autoritario, Capitolo 3 Reinhard Heydrich: il successore, p. 162
Il volto del Terzo Reich
Variante: In lui le capacità intellettuali si accompagnarono ai caratteri somatici, per cui egli poteva apparire la conferma della teoria della «stretta relazione tra psiche e razza»: l'anticipazione di quel nuovo tipo d'uomo che avrebbe dovuto essere distillato dal torbido materiale biologico del popolo tedesco attraverso «una serie d'incroci obbligati» e allevato in scuole speciali; «il tipo d'uomo», come Hitler dichiarò, «padrone della vita e della morte, che comanda sulla paura e sulla superstizione, che ha imparato a dominare il suo corpo, i suoi muscoli e i suoi nervi... ma che non si lascia vincere dalle tentazioni dello spirito e da una sedicente libertà scientifica». (Parte seconda: Tecnici e realizzatori del regime autoritario, Capitolo 3 Reinhard Heydrich: il successore», p. 162)

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“Dopo molta riflessione, l'integrità intellettuale di Needleman lo convinse che lui non esisteva, i suoi amici non esistevano, e l'unica cosa reale era il suo pagherò alla banca per sei milioni di marchi.”

Woody Allen (1935) regista, sceneggiatore, attore, compositore, scrittore e commediografo statunitense

2004
Effetti collaterali (Side Effects), In ricordo di Needleman

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“Zbigniew Brzezinski, il giovane e celebre professore di scienze politiche alla Columbia University, giunge a conclusioni analoghe [a quelle di John Kenneth Galbraith] allorché osserva che l'America è oggi in uno stato di transizione fra dell'industria convenzionale e un'età che egli definisce tecnetronica: «In una società industriale, il modo di produzione passa dall'agricoltura all'industria sostituendo l'azione dell'uomo presso la macchina all'uso della forza umana e animale. Nella società tecnetronica, l'azione dell'uomo alle macchine è sostituita dall'automazione e dalla cibernetica… Nella società industriale, la guida passa dallélite rurale-aristocratica a quella urbana ‹plutocratica›… Nella società tecnetronica post-industriale, la preminenza del potere finanziario o della plutocrazia, è insidiata a causa d'una leadership politica sempre più influenzata da uomini che posseggono perizia e talento intellettuale di tipo nuovo. La conoscenza diviene uno strumento di potere.» (XIII. Il grattacielo di Babele”

Alberto Ronchey (1926–2010) giornalista italiano

L'America «post-industriale»), pp. 208-209
Atlante ideologico
Variante: Zbigniew Brzezinski, il giovane e celebre professore di scienze politiche alla Columbia University, giunge a conclusioni analoghe dell'industria convenzionale e un'età che egli definisce tecnetronica: «In una società industriale, il modo di produzione passa dall'agricoltura all'industria sostituendo l'azione dell'uomo presso la macchina all'uso della forza umana e animale. Nella società tecnetronica, l'azione dell'uomo alle macchine è sostituita dall'automazione e dalla cibernetica... Nella società industriale, la guida passa dall'élite rurale-aristocratica a quella urbana ‹plutocratica›... Nella società tecnetronica post-industriale, la preminenza del potere finanziario o della plutocrazia, è insidiata a causa d'una leadership politica sempre più influenzata da uomini che posseggono perizia e talento intellettuale di tipo nuovo. La conoscenza diviene uno strumento di potere.» (XIII. Il grattacielo di Babele (L'America «post-industriale», pp. 208-209)
Origine: Z. Brzezinski, America in the technetronic age, «Encounter», gennaio 1968. [N.d.A., p. 209]

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“L'intellettuale è uno studioso, qualcuno dressé per esserlo, qualcuno che paradossalmente è stato tarato proprio nell'intelletto, per esserlo, e che opera essenzialmente con la ragione, che è poi una ragione iper-dressé, iper-alimentata e, in definitiva, iper-amata.”

Elio Petri (1929–1982) regista italiano

Origine: Citato in Alfredo Rossi, Elio Petri e il cinema politico italiano, Mimesis Edizioni, Milano, 2015, p. 31. ISBN 9788857529561

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“L'Oriente «misterioso» ha sempre affascinato la cultura occidentale che ha connotato «le terre del sole» di elementi voluttuosi e cruenti. Gli scrittori e gli intellettuali, dal Settecento in poi, hanno vagheggiato l'Oriente come luogo mentale dell'intensità emotiva, della sensualità e della magia. Il decadentismo e l'estetismo fin de siècle ha poi utilizzato l'Oriente e la sua filosofia religiosa in funzione antioccidentale e anticristiana.”

Cecilia Gatto Trocchi (1939–2005) antropologa italiana

II. Sette di origine orientale, p. 15
Le sette in Italia
Variante: L'Oriente «misterioso» ha sempre affascinato la cultura occidentale che ha connotato «le terre del sole» di elementi voluttuosi e cruenti. Gli scrittori e gli intellettuali, dal Settecento in poi, hanno vagheggiato l'Oriente come luogo mentale dell'intensità emotiva, della sensualità e della magia. Il decadentismo fin de siècle ha poi utilizzato l'Oriente e la sua filosofia religiosa in funzione antioccidentale e anticristiana.(II. Sette di origine orientale, p. 15)
Origine: voce su Wikipedia.

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“Il nostro intero popolo, il nostro Esercito Rivoluzionario, tutti i nostri quadri e i nostri soldati vivono in un sistema collettivo attraverso un sistema d'appoggio comunale, che viene migliorato giorno dopo giorno. Questo è un passo vittorioso verso la soluzione delle contraddizioni tra le città e la campagna, tra gli operai e i contadini, tra i lavoratori manuali e intellettuali, tra i quadri e le masse, tra l'infrastruttura economica e la sovrastruttura.”

Pol Pot (1925–1998) politico e rivoluzionario cambogiano

Variante: Il nostro popolo intero, il nostro Esercito Rivoluzionario, tutti i nostri quadri e i nostri soldati vivono in un sistema collettivo attraverso un sistema d'appoggio comunale, che si migliora giorno dopo giorno. Questo è un passo vittorioso verso la soluzione delle contraddizioni tra le città e la campagna, tra gli operai e i contadini, tra i lavoratori manuali e gli intelettuali, tra i quadri e le masse, tra l'infrastruttura economica e la superstruttura.

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“Adoro quando un film prende il controllo, spazza via i miei dubbi e le mie obiezioni, e mi costringe a ridere. Sto avendo una reazione fisica, e non una intellettuale. C'è veramente libertà nel ridere così forte. Mi sento rinato.”

Roger Ebert (1942–2013) critico cinematografico statunitense

I love it when a movie takes control, sweeps away my doubts and objections, and compels me to laugh. I'm having a physical reaction, not an intellectual one. There's such freedom in laughing so loudly. I feel cleansed.

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“Se è già ridicolo pensare di mondarsi dei propri peccati passando sotto una porta, risulta irresistibile vedere dei perfetti ignoranti che credono di acquisire uno stato intellettuale per osmosi, con una semplice passeggiata in una città d'arte, sospirando davanti a palazzi e seminari. Non serve studiare, leggere, comparare, farsi una propria opinione: basta varcare il portone di un museo per godere di indulgenze culturali plenarie e istantanee.”

Tommaso Labranca (1962–2016) scrittore, autore televisivo e conduttore radiofonico italiano

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Variante: Se è già ridicolo pensare di mondarsi dei propri peccati passando sotto una porta, risulta irresistibile vedere dei perfetti ignoranti che credono di acquisire uno stato intellettuale per osmosi, con una semplice passeggiata in una città d’arte, sospirando davanti a palazzi e seminari. Non serve studiare, leggere, comparare, farsi una propria opinione: basta varcare il portone di un museo per godere di indulgenze culturali plenarie e istantanee.

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