Frasi su momento
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“Euclione: Sono perduto! Sono morto! Sono assassinato! Dove correre? Dove non correre? Fermalo, fermalo! Fermare chi? Chi lo fermerà? Non so, non vedo nulla, cammino alla cieca. Dove vado? dove sono? chi sono? Non riesco a stabilirlo con esattezza. [Al pubblico] Vi scongiuro, vi prego, vi supplico, aiutatemi voi: indicatemi l'uomo che me l'ha rubata. [A uno spettatore] Che ne dici tu? Voglio crederti: lo capisco dalla faccia, che sei una brava persona… Che c'è? perché ridete? Vi conosco tutti: so che qua ci sono parecchi ladri, che si nascondono sotto una toga imbiancata a gesso, e se ne stanno seduti, come fossero galantuomini… Eh? Non ce l'ha nessuno di costoro? Mi hai ucciso! Dimmi dunque, chi l'ha? Non lo sai? Ah, povero, povero me! Sono morto! Sono completamente rovinato, sono conciato malissimo: troppe lacrime, troppe sventure, troppo dolore mi ha portato questo giorno; e fame, e miseria!… Sono il più sventurato tra gli esseri della terra. Che bisogno ho di vivere, ora che ho perduto tutto quell'oro che avevo custodito con tanta cura! Mi sono imposto sacrifici, privazioni; ed ora altri godono della mia sventura e della mia rovina. Non ho la forza di sopportarlo.
Liconide: [A parte, uscendo dalla casa di Megadoro] Chi sta lamentandosi? Chi piange e geme davanti a casa nostra? Ma è Euclione, mi pare. Sono completamente perduto; s'è scoperto tutto. Senza dubbio sa già che sua figlia ha partorito. Ora non so che fare. Devo andarmene o rimanere? affrontarlo o evitarlo? Per Polluce! Non so più che fare.
Euclione: Chi sta parlando là?
Liconide: Sono io, un infelice.
Euclione: Infelice sono io, e sventurato! io che sono stato colpito da sì grande disgrazia, da sì grande dolore!
Liconide: Fatti coraggio.
Euclione: Farmi coraggio? Come potrei, di grazia?
Liconide: Il misfatto che t'angustia il cuore, sono stato io a compierlo: lo confesso.
Euclione: Cosa mi tocca sentire?
Liconide: La verità.
Euclione: Che male t'ho dunque fatto, o giovine, perché tu agissi così e rovinassi me e i miei figli?
Liconide: È un dio che mi ci ha indotto e mi ha attratto verso di lei.
Euclione: Come?
Liconide: Confesso d'aver commesso un torto; so di essere colpevole. E così vengo a pregarti di essere indulgente, di perdonarmi.
Euclione: Come hai osato fare una cosa simile: toccare ciò che non era tuo?
Liconide: Che vuoi farci? Ormai è fatta; non si può disfare. È stato il volere degli dèi, senza dubbio: certo, senza la loro volontà, non sarebbe accaduto.
Euclione: E allora credo che gli dèi abbiano anche voluto che io ti facessi crepare in catene, in casa mia.
Liconide: Non dir questo!
Euclione: Perché dunque hai toccato, contro il mio volere, una cosa mia?
Liconide: È stata colpa del vino e dell'amore.
Euclione: Sfrontatissimo essere! Aver osato presentarti a me con un simile discorso! Impudente! Se esiste un diritto che ti permette di scusare una simile azione, non ci resta che andare a rubare pubblicamente gioielli alle matrone, in pieno giorno; e se poi dovessimo essere arrestati, ci scuseremmo dicendo che l'abbiamo fatto in istato d'ebbrezza, per amore! Varrebbero troppo poco, il vino e l'amore, se l'ubriaco e l'innamorato avessero il diritto di soddisfare impunemente i loro capricci.
Liconide: Ma io vengo di mia spontanea volontà a supplicarti di perdonare la mia follia.
Euclione: Non mi piacciono gli individui che si scusano dopo aver fatto del male. Tu sapevi che essa non era tua; non avresti dovuto toccarla.
Liconide: Dal momento che ho osato toccarla, non voglio cercare pretesti, ma tenerla nel migliore dei modi.
Euclione: Tu vorresti tenere, contro il mio volere, una cosa mia?
Liconide: Non pretendo d'averla contro il tuo volere; ma penso ch'essa mi spetti. Converrai subito tu stesso, Euclione, ch'essa deve spettare a me.
Euclione: E io – per Ercole!”

ti trascinerò subito dal pretore e t'intenterò un processo, se non restituisci...
Liconide: Cosa dovrei restituirti?
Euclione: Ciò che mi hai rubato.
Liconide: Io? rubato? dove? Cosa significa?
Euclione: [ironicamente] Che Giove ti protegga, com'è vero che tu non sai niente!
Liconide: A meno che tu non dica cosa stai cercando... (vv. 713-762; 1998)
Aulularia
Origine: Nel lamento dell'avaro Euclione per il furto della pentola dell'oro, Plauto parodia i registri della poesia tragica, come farà anche Gaio Lucilio nel libro XXVI delle Satire.
Origine: Fedria, figlia dell'avaro Euclione, ha partorito prima del matrimonio. Il padre del bambino è Liconide, che l'aveva violentata nove mesi prima, durante le Cerealia. Per riparare al danno, vuole prenderla in sposa, ma deve prima parlarne con il padre della ragazza, Euclione. Gli si avvicina, origlia, lo vede in preda al dolore e subito crede che egli abbia saputo della maternità della figlia. Infatti non sa che Euclione ha una pentola d'oro, il cui furto è la causa di tanto dolore. Il giovane si fa coraggio e gli parla: entrambi sottintendono la causa del dolore, così che il dialogo si intride di equivoco, in quanto Liconide confessa d'aver reso incinta Fedria mentre Euclione lo crede reo confesso del furto della pentola. Questa, per Plauto, è un'occasione d'oro per impostare la satira contro la categoria degli avari: l'avaro, influenzato nelle decisioni dalla sua stessa avarizia, formula male la classifica delle sue priorità e pospone la preoccupazione per i figli alla salvezza del patrimonio, che finisce per trascendere l'utilità e non procura altro che vane preoccupazioni.

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“Nella storia dell'uomo, infatti, la fine della vita ha sempre coinciso con l'arresto del battito cardiaco: ogni eroe degno di questo nome è morto perché il suo cuore ha smesso di battere, la letteratura e le opere d'arte ne danno ampia testimonianza così come i vecchi manuali di medicina. […] Con i primi interventi di cardiochirurgia e con l'invenzione della circolazione extracorporea apparve chiaro che la funzione del cuore poteva essere sostituita da un meccanismo artificiale: la persona continuava a vivere senza che il cuore battesse nel torace, purché il cervello continuasse a ricevere il sangue. Molti segnali erano stati registrati dai medici e l'idea che il cervello svolgesse un ruolo determinante per la vita degli esseri umani era già ben consolidata. Partendo da questi presupposti, si sviluppò un dibattito che vide riuniti ad Harvard non solo medici ma anche giuristi, filosofi, esponenti delle religioni perché l'obiettivo era trovare una definizione alla morte che tenesse in considerazione anche gli aspetti etici e il contesto in un dato momento storico. Da Harvard in poi la morte dell'individuo si certifica nel momento in cui sono cessate tutte le funzioni vitali del cervello in maniera irreversibile, quello che viene definito in linguaggio semplificato encefalogramma piatto.”

Ignazio Marino (1955) medico e politico italiano

Origine: Da Un atto irresponsabile http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2008/09/03/un-atto-irresponsabile.html, la Repubblica, 3 settembre 2008, p. 1.

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“Ho lavorato con molti grandi registi, da Pietro Germi fino a Claude Sautet. Mi posso ritenere abbastanza soddisfatta della mia carriera anche sul grande schermo: non ho mai fatto cose che non mi convincessero. In questo momento, però, è il palcoscenico il mio habitat naturale. Il sogno romano con Moretti comunque rimane: chissà che non raccolga questo appello.”

Ottavia Piccolo (1949) attrice italiana

dall'intervista di Emilia Costantini, Ho un sogno nel cassetto https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/1996/marzo/03/sogno_nel_cassetto_co_10_9603034305.shtml, Corriere della sera, p. 49, 3 marzo 1996

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“John è giovane ma ha dimostrato di possedere notevoli capacità e doti morali.”

Gianni Agnelli (1921–2003) imprenditore italiano

Origine: Al momento dell'ingresso di John Elkann nel consiglio d'amministrazione Fiat; citato in Yaki, l'erede dell'impero. Un Agnelli di nome Elkann http://www.repubblica.it/online/economia/luttoagnelli/erede/erede.html, la Repubblica, 24 gennaio 2003

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“Nei momenti difficili, c'è sempre nel mio subconscio qualcosa a cui mi appello, e questo è il motivo per cui la Juventus ha vinto anche oggi.”

Gianni Agnelli (1921–2003) imprenditore italiano

Origine: Citato in Addio a Gianni Agnelli http://it.uefa.com/uefa/history/obituaries/newsid=50995.html, www.uefa.com, 24 gennaio 2003

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“C'è stato un momento preciso che ha distrutto la mia infanzia. L'entrata delle truppe di Hitler a Klagenfurt. Fu qualcosa di così orrendo che il mio ricordo inizia con questo giorno, con un dolore troppo precoce, così intenso come forse dopo non l'ho più provato.”

Ingeborg Bachmann (1926–1973) poetessa, scrittrice e giornalista austriaca

Origine: Citato in Ranieri Polese, Bachmann, la follia di una straniera https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/2010/marzo/21/Bachmann_follia_una_straniera_co_9_100321046.shtml, Corriere della sera, 21 marzo 2010, p. 38.

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“Il PDmenoelle è l'assicurazione sulla vita di Berlusconi, è arrivato il momento di non rinnovare più la polizza.”

Beppe Grillo (1948) comico, attore, attivista, politico e blogger italiano

Da Il Blog di Beppe Grillo
Origine: Da Beppe Grillo candidato alla segreteria del PD http://www.beppegrillo.it/2009/07/beppe_grillo_candidato_alla_segreteria_del_pd.html, BeppeGrillo.it, 12 luglio 2009.

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“In tal modo esso è dunque eterno e infinito e uno ed uguale tutto quanto. E neanche può perire ne diventare maggiore ne modificarsi nella sua natura o nella sua disposizione, ne sente dolore o tristezza. Perché se andasse soggetto a una qualsiasi di queste cose, non sarebbe più uno. Se infatti si altera nella sua natura, è necessario che non sia più omogeneo, ma si distrugga quel che prima esisteva, e si generi quel che non esisteva. Ora, se si alterasse di un solo capello in diecimila anni, si distruggerebbe tutto quanto nella totalità del tempo. Ma neppure è possibile che muti disposizione: infatti la disposizione che c'era prima non perisce e quella che non c'è non nasce. Ma dal momento che nulla ne si aggiunge ne perisce ne diventa diverso, come potrebbe mutare disposizione? Difatti se una cosa diventasse diversa con ciò già sarebbe mutata la disposizione. Neppure prova sofferenza: perché non potrebbe essere tutto se soffrisse; infatti non potrebbe soffrire una cosa che soffre e neppure ha una forza pari a una cosa sana. Neppure sarebbe uguale, se soffrisse; infatti soffrirebbe o perché qualcosa viene a mancare o perché qualcosa sopravviene: e in questo modo non sarebbe più uguale. Neppure potrebbe ciò che è sano provare sofferenza: perché perirebbe ciò che è sano e ciò che è, e ciò che non è nascerebbe. Ancora, per provare pena vale la stessa dimostrazione che per il soffrire. E non c'è vuoto alcuno perché il vuoto è nulla: dunque non può esistere ciò che è appunto nulla. Neanche si muove, perché non ha luogo ove subentrare, ma è pieno. Giacche se ci fosse il vuoto subentrerebbe nel vuoto: non essendoci il vuoto non ha dove subentrare. Non può essere denso o rado, perché non è possibile che il rado sia pieno allo stesso modo del denso, ma il rado, appunto perché rado è più vuoto del pieno. Questa è la distinzione che bisogna fare tra pieno e non pieno: se qualcosa fa luogo e da ricetto, non è piena, se ne fa luogo ne da ricetto, è piena. Cosicché è necessario che sia pieno se il vuoto non c'è. Se dunque è pieno non si muove.”

Melisso di Samo (-470–-430 a.C.) filosofo e militare greco antico

frammento 7
Frammenti di Sull'essere (titolo convenzionale)

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“[Per sposarsi] La cresima è come il passaporto. La fai all'ultimo momento.”

Luciana Littizzetto (1964) attrice, cabarettista e doppiatrice italiana

da TorinoSette, 4 marzo 2005

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“Se tutti i suoi utenti più entusiasti smettessero di tenerci, Wikipedia sparirebbe nel giro di una settimana, travolta da vandali e spam. Se in questo momento avete accesso a Wikipedia, vuol dire che anche oggi i buoni hanno vinto.”

Clay Shirky (1964) scrittore statunitense

Origine: Da Buon compleanno Wikipedia http://www.internazionale.it/?p=27469, Internazionale, n. 881, 21 gennaio 2011

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“Una volta si svela ogni cosa vivente, una volta ogni paesaggio, e pienamente: ma solo a un cuore commosso.”

Hugo Von Hofmannsthal (1874–1929) scrittore, drammaturgo e librettista austriaco

da Momenti in Grecia, II, Il viandante, p. 346
L'ignoto che appare

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“Ho una mia teoria su cosa accade quando si muore. Siamo energia pura e, nel momento della morte, tutti gli atomi che ci compongono si mescoleranno al resto dell'Universo. La nostra energia personale finirà per mischiarsi con l'energia del Cosmo. Né paradiso, né inferno. Siamo particelle del Cosmo, o semplicemente il Cosmo intero. È così che mi sento quando faccio l'amore. Sento un mix di energia con l'altra persona, che mi fa viaggiare e fondere con il Cosmo. L'energia del mio orgasmo è una piccola parte di me che si stacca per mescolarsi con l'Universo e quando alla fine giaccio spossata torno al mio stato umano. È un viaggio siderale delle mie cellule che vanno a disperdersi per sempre, prigioniere di un vortice di energia, che non riesco a dominare e che mi attrae sempre. Ecco perché ogni volta desideriamo ripetere l'esperienza. Per capirla meglio. Eppure io non arrivo mai a comprenderla. È una piccola morte che cerco ogni volta di addomesticare. Tra l'altro, è l'espressione con cui noi francesi definiamo poeticamente l'orgasmo. Ogni rapporto amoroso è un tentativo di avvicinarmi a questo stato di estasi. Ma non riesco mai ad afferrarlo e sono condannata ripeterlo in continuazione per coglierlo meglio. In altri termini, è una montagna, con un grande strapiombo nel quale non cado mai, un piede per terra e l'altro sospeso nel vuoto. E il mio corpo sta in bilico tra l'umano e il divino.”

Valérie Tasso (1969) scrittrice francese

Diario di una ninfomane

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“Secondo me è stato perseguitato dai magistrati. È una magistratura che ha giocato sull'uomo, come anche in altri casi, diciamocelo. Questa magistratura per certi versi la amo, per altri la critico. È venuto il momento in cui tutti coloro che hanno giudicato Berlusconi si facciano un serio esame di coscienza su quello che ha fatto.”

Antonio Mazzi (1929) presbitero e scrittore italiano

Origine: Citato in Luisa De Montis, Don Mazzi: "Perdonerei gli assassini ma non chi ha condannato Berlusconi" http://www.ilgiornale.it/news/don-mazzi-perdonerei-assassini-non-chi-ha-condannato-1001840.html?mobile_detect=false, Il giornale.it, 15 marzo 2014.

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“Non più ministro! Il referendum del 5 luglio resterà nella storia come un momento unico per una piccola nazione che si è ribellata alla stretta del debito. Come tutte le battaglie per i diritti democratici, lo storico rifiuto dell'ultimo Eurogruppo del 25 giugno porta con sé un caro prezzo. È quindi essenziale che il grande capitale ottenuto dal nostro governo con lo splendido risultato del "No" sia investito immediatamente in un "Sì" a una soluzione più consona: a un accordo che comprenda la ristrutturazione del debito, meno austerità, la redistribuzione per i più bisognosi e nuove riforme. Poco dopo l'annuncio dei risultati del referendum, mi hanno fatto intendere che ci fosse una certa preferenza per una mia "assenza" da parte dei partecipanti all'Eurogruppo e di altri partner; un'idea che il primo ministro ha considerato potenzialmente favorevole per raggiungere un nuovo accordo. Per questo motivo lascio oggi l'incarico di ministro delle Finanze. Considero un mio dovere quello di aiutare Alexis Tsipras, nel modo che ritiene più opportuno, per ottenere il massimo dal risultato che ci ha affidato ieri il popolo greco tramite il referendum. Mi farò carico con orgoglio del disprezzo dei creditori. Noi di sinistra sappiamo come agire insieme senza curarci dei privilegi che comportano i nostri incarichi. Per questo motivo sosterrò pienamente il primo ministro Tsipras, il nuovo ministro delle Finanze e il nostro governo. Lo sforzo sovrumano per onorare il coraggioso popolo della Grecia, e il "No" che ha consegnato al mondo, è appena iniziato.”

Yanis Varoufakis (1961) economista e politico greco naturalizzato australiano

Origine: Da un messaggio sul suo blog dopo il risultato del referendum; citato in Le dimissioni di Yanis Varoufakis da ministro delle Finanze in Grecia http://www.ilpost.it/2015/07/06/yanis-varoufakis-dimissioni-grecia/, il Post.it, 6 luglio 2015.

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“Il tempo non esiste. Siamo tutti al mondo allo stesso momento, nel passato nel presente e nel futuro.”

Concita De Gregorio (1963) giornalista e scrittrice italiana

Origine: Mi sa che fuori è primavera, p. 78

“Quando cominciai a scrivere Firmino non sapevo nemmeno che Firmino fosse un topo, né che fosse a Boston, né che fosse un romanzo. Se non sto mettendo giù una storia, mi siedo davanti alla macchina da scrivere (oppure ora, al computer) e armeggio senza una vera e propria idea, l'equivalente scrittorio di passeggiare a zonzo. Spesso non ne viene fuori nulla, ma non sempre. Riscrivo un paragrafo molte volte prima di passare al prossimo. Cerco di non pensare dove stia andando il tutto, per paura di sforzare la storia in una direzione prestabilita piuttosto che lasciarla emergere dalla scrittura stessa…
Per ciò che riguarda i miei impieghi, probabilmente ne ho avuti in una quantità maggiore di tanti altri, ma devo dire di aver passato più tempo seduto in poltrona a fare quello che spesso si descrive denigratoriamente come "fissare il vuoto". Le ricchezze che tale attività (infatti è proprio una vera attività) produce non sono convertibili in moneta. Tra gli impieghi che invece mi hanno monetizzato, il mio preferito è stato lavorare come pescatore di granchi lungo la costa del Sud Carolina, dove ritornai dopo l'università. Per sei o sette ore al giorno, ero solo su una barca a navigare nei canali delle paludi, spesso senza veder anima dalla mattina alla sera. Quando spegnevo il fuoribordo per tirar su le reti, gli unici suoni che udivo erano gli uccelli, il vento, e l'acqua. Pensavo, e penso tuttora, di essere in quei momenti la persona più fortunata del mondo.
Di questi tempi, i miei piaceri sono piccoli e localizzati. Passeggio tra i laghi. Guardo dei video. Esco una o due volte alla settimana, per pranzare in qualche ristorantino. Leggo. I miei dispiaceri invece sono grandi e universali. Ho una riluttanza per i gerghi, specie quelli accademici. Sogno che un bel mattino tutte le auto della città non riusciranno a mettersi in moto. Mi dispero per guerre e carestie. Leggo le notizie in maniera ossessiva. Mi scaldo. Credo di farneticare.”

Sam Savage (1940–2019) scrittore statunitense

da un'intervista
citazione necessaria, Se sai qual è la fonte di questa citazione, inseriscila, grazie.

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“Nella mia conferenza stampa di presentazione, quel 21 novembre 2013, dissi che avevo accettato l'incarico per un atto di amore e di riconoscenza. Non ho mai dimenticato che la Samp mi aiutò in un momento difficile della mia carriera di giovane calciatore. Quando in difficoltà c'è stato il club non ho potuto dire di no. Ora però la Samp sta bene e io credo di aver saldato il mio "debito" morale.”

Siniša Mihajlović (1969) allenatore di calcio e ex calciatore serbo

Origine: Dalla lettera di saluto ai tifosi della Sampdoria; citato in Filippo Grimaldi, Mihajlovic, lettera ai tifosi: "Samp, sempre casa mia" http://www.gazzetta.it/Calcio/Serie-A/Sampdoria/01-06-2015/mihajlovic-lettera-tifosi-samp-sempre-casa-mia-1101066077855.shtml, Gazzetta.it, 1 giugno 2015.

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“C'è un momento nella vita in cui gridare è il solo dovere: come S. Giovanni nel deserto!”

Giorgio La Pira (1904–1977) politico italiano

Citato in LaPira.org http://www.lapira.org/index2.php?file=news&form_id_cat_notizia=72

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“I governi democratici possono diventare violenti e anche crudeli in certi momenti di grande effervescenza e di pericolo, ma queste crisi saranno rare e passeggere. Quando penso alle piccole passioni degli uomini del nostro tempo […] non temo che essi troveranno fra i loro capi dei tiranni, ma piuttosto dei tutori. Credo, dunque, che la forma d'oppressione da cui sono minacciati i popoli democratici non rassomiglierà a quelle che l'hanno preceduta nel mondo, […] poiché le antiche parole dispotismo e tirannide non le convengono affatto. La cosa è nuova, bisogna tentare di definirla, poiché non è possibile indicarla con un nome. Se cerco di immaginarmi il nuovo aspetto che il dispotismo potrà avere nel mondo, vedo una folla innumerevole di uomini eguali, intenti solo a procurarsi piaceri piccoli e volgari, con i quali soddisfare i loro desideri. Ognuno di essi, tenendosi da parte, è quasi estraneo al destino di tutti gli altri: i suoi figli e i suoi amici formano per lui tutta la specie umana; quanto al rimanente dei suoi concittadini, egli è vicino ad essi, ma non li vede; li tocca ma non li sente affatto; vive in se stesso e per se stesso e, se gli resta ancora una famiglia, si può dire che non ha più patria. Al di sopra di essi si eleva un potere immenso e tutelare, che solo si incarica di assicurare i loro beni e di vegliare sulla loro sorte. È assoluto, particolareggiato, regolare, previdente e mite. Rassomiglierebbe all'autorità paterna se, come essa, avesse lo scopo di preparare gli uomini alla virilità, mentre cerca invece di fissarli irrevocabilmente all'infanzia; ama che i cittadini si divertano, purché non pensino che a divertirsi. Lavora volentieri al loro benessere, ma vuole esserne l'unico agente e regolatore; provvede alla loro sicurezza e ad assicurare i loro bisogni, facilita i loro piaceri, tratta i loro principali affari, dirige le loro industrie, regola le loro successioni, divide le loro eredità; non potrebbe esso togliere interamente loro la fatica di pensare e la pena di vivere? Così ogni giorno esso rende meno necessario e più raro l'uso del libero arbitrio, restringe l'azione della volontà in più piccolo spazio e toglie a poco a poco a ogni cittadino perfino l'uso di se stesso. L'eguaglianza ha preparato gli uomini a tutte queste cose, li ha disposti a sopportarle e spesso anche considerarle come un beneficio. Così, […] il sovrano estende il suo braccio sull'intera società; ne copre la superficie con una rete di piccole regole complicate, minuziose ed uniformi, attraverso le quali anche gli spiriti più originali e vigorosi non saprebbero come mettersi in luce e sollevarsi sopra la massa; esso non spezza le volontà, ma le infiacchisce, le piega e le dirige; raramente costringe ad agire, ma si sforza continuamente di impedire che si agisca; non distrugge, ma impedisce di creare; non tiranneggia direttamente, ma ostacola, comprime, snerva, estingue, riducendo infine la nazione a non essere altro che una mandria di animali timidi ed industriosi, della quale il governo è il pastore. Ho sempre creduto che questa specie di servitù regolata e tranquilla, che ho descritto, possa combinarsi meglio di quanto si immagini con qualcuna delle forme esteriori della libertà e che non sia impossibile che essa si stabilisca anche all'ombra della sovranità del popolo. […] In questo sistema il cittadino esce un momento dalla dipendenza per eleggere il padrone e subito dopo vi rientra.”

Citazione un po' troppo lunga: tagliarla
La democrazia in America
Variante: I governi democratici possono diventare violenti e anche crudeli in certi momenti di grande effervescenza e di pericolo, ma queste crisi saranno rare e passeggere.
Quando penso alle piccole passioni degli uomini del nostro tempo […] non temo che essi troveranno fra i loro capi dei tiranni, ma piuttosto dei tutori. Credo, dunque, che la forma d'oppressione da cui sono minacciati i popoli democratici non rassomiglierà a quelle che l'hanno preceduta nel mondo, […] poiché le antiche parole dispotismo e tirannide non le convengono affatto. La cosa è nuova, bisogna tentare di definirla, poiché non è possibile indicarla con un nome.
Se cerco di immaginarmi il nuovo aspetto che il dispotismo potrà avere nel mondo, vedo una folla innumerevole di uomini eguali, intenti solo a procurarsi piaceri piccoli e volgari, con i quali soddisfare i loro desideri. Ognuno di essi, tenendosi da parte, è quasi estraneo al destino di tutti gli altri: i suoi figli e i suoi amici formano per lui tutta la specie umana; quanto al rimanente dei suoi concittadini, egli è vicino ad essi, ma non li vede; li tocca ma non li sente affatto; vive in se stesso e per se stesso e, se gli resta ancora una famiglia, si può dire che non ha più patria.
Al di sopra di essi si eleva un potere immenso e tutelare, che solo si incarica di assicurare i loro beni e di vegliare sulla loro sorte. È assoluto, particolareggiato, regolare, previdente e mite. Rassomiglierebbe all'autorità paterna se, come essa, avesse lo scopo di preparare gli uomini alla virilità, mentre cerca invece di fissarli irrevocabilmente all'infanzia; ama che i cittadini si divertano, purché non pensino che a divertirsi. Lavora volentieri al loro benessere, ma vuole esserne l'unico agente e regolatore; provvede alla loro sicurezza e ad assicurare i loro bisogni, facilita i loro piaceri, tratta i loro principali affari, dirige le loro industrie, regola le loro successioni, divide le loro eredità; non potrebbe esso togliere interamente loro la fatica di pensare e la pena di vivere?
Così ogni giorno esso rende meno necessario e più raro l'uso del libero arbitrio, restringe l'azione della volontà in più piccolo spazio e toglie a poco a poco a ogni cittadino perfino l'uso di se stesso. L'eguaglianza ha preparato gli uomini a tutte queste cose, li ha disposti a sopportarle e spesso anche considerarle come un beneficio. Così, […] il sovrano estende il suo braccio sull'intera società; ne copre la superficie con una rete di piccole regole complicate, minuziose ed uniformi, attraverso le quali anche gli spiriti più originali e vigorosi non saprebbero come mettersi in luce e sollevarsi sopra la massa; esso non spezza le volontà, ma le infiacchisce, le piega e le dirige; raramente costringe ad agire, ma si sforza continuamente di impedire che si agisca; non distrugge, ma impedisce di creare; non tiranneggia direttamente, ma ostacola, comprime, snerva, estingue, riducendo infine la nazione a non essere altro che una mandria di animali timidi ed industriosi, della quale il governo è il pastore.
Ho sempre creduto che questa specie di servitù regolata e tranquilla, che ho descritto, possa combinarsi meglio di quanto si immagini con qualcuna delle forme esteriori della libertà e che non sia impossibile che essa si stabilisca anche all'ombra della sovranità del popolo.
[…] In questo sistema il cittadino esce un momento dalla dipendenza per eleggere il padrone e subito dopo vi rientra.

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“Dopo tutti questi anni è difficile stabilire quale sia il personaggio a cui sono più affezionato, perché ogni personaggio mi lascia qualcosa. Generalmente preferisco quelli in cui devo interpretare ruoli drammatici, perché nel ruolo drammatico sono costretto a mettere in piazza i sentimenti. Quando si interpretano questi ruoli devi svelarti un po' di più e tirar fuori i momenti vissuti che ti hanno colpito.”

Flavio Aquilone (1990) attore e doppiatore italiano

Origine: Da Intervista esclusiva a Flavio Aquilone: voce italiana di Zac Efron e Tom Felton http://www.gossipetv.com/intervista-esclusiva-a-flavio-aquilone-voce-italiana-di-zac-efron-e-tom-felton-126114, GossipeTV.com, 27 agosto 2014.

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“[L'alchimista esperiva inconsciamente] la sua proiezione come qualità della materia. Ma ciò di cui viveva l'esperienza era in realtà il suo inconscio […] Tutto ciò che era inconscio era, se attivato, proiettato sulla materia, veniva cioè incontro all'uomo dall'esterno […] [A causa del] miscuglio di fisico e psichico [egli ignora del tutto] se le trasformazioni ultime del processo alchimistico vadano ricercate maggiormente in campo materiale o in campo spirituale […] a quei tempi non si trattava di alternativa; esisteva piuttosto un regno intermedio tra materia e spirito: cioè un regno psichico di corpi sottili aventi la proprietà di manifestarsi in forma sia spirituale sia materiale […] Naturalmente questo regno intermedio di corpi sottili cessa di colpo di esistere qualora si tenti di indagare la materia in sé e per sé […] finché noi crediamo di sapere qualcosa di definitivo sulla materia e sull'anima. Ma se viene il momento in cui la fisica sfiora «regioni inesplorate, inesplorabili», e contemporaneamente la psicologia è costretta ad ammettere che esistono altre forme d'esistenza psichica al di fuori delle acquisizioni personali della coscienza, in cui cioè anche la psicologia cozza contro un'oscurità impenetrabile, allora quel regno intermedio ritorna in vita, e il fisico e lo psichico si fondono una volta di più in un'unità indivisibile. Oggi ci siamo molto avvicinati a questa svolta.”

Carl Gustav Jung (1875–1961) psichiatra, psicoanalista e antropologo svizzero

Origine: Da Psicologia e alchimia (1935); citato in von Franz, Psiche e materia, p. 124.

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“Scrivere è il momento in cui la letteratura, la cultura e tutto ciò che sappiamo si fondono con la dimensione fisica, biologica, per consentire e concretizzare questa estroflessione, emissione di vita sotto forma di linguaggi, che chiamiamo arte, poesia. Questa è l'unica poesia viva, che a me interessa, che non mi lascia indifferente.”

Caterina Davinio (1957) poetessa, scrittrice e artista italiana

Origine: Dall'intervista Dodici domande a Caterina Davinio http://intervistadautore.blogspot.it/2012/07/dodici-domande-caterina-davinio.html, http://intervistadautore.blogspot.it, 16 luglio 2012.

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“Due ragazzotti messicani si avvicinano attratti da Tristessa e rimangono in piedi lì vicino a bere e a parlare tutta la notte, hanno entrambi i baffi, uno è molto piccolo e ha la faccia tonda con le guance simili a pere… L'altro è più alto, con dei fogli di giornale infilati sotto la giacca per proteggersi dal freddo… Cruz si allunga in mezzo alla strada e si addormenta avvolta nel suo cappotto, la testa appoggiata al gradino del marciapiede… Un piedipiatti arresta qualcuno all'imbocco del vicolo, noi attorno alla candela e ai pentoloni fumanti guardiamo senza interesse… Improvvisamente Tristessa mi bacia sulle labbra, lievemente, il bacio più lieve, più toccante di questo mondo… Ne sono davvero sorpreso… Mi sono deciso di rimanere con lei e a dormire dove lei dorme, persino se dorme nel bidone dell'immondizia, in una cantina piena di topi… Ma continuo a tremare e non m'aiuta a niente stringermi addosso i vestiti… per un anno ho dormito ogni notte nel mio sacco a pelo e non sono più abituato alla comune aria fredda della terra… A un certo momento cado netto giù dalla cassetta su cui ero seduto con Tristessa, finisco sul marciapiede, ci resto… In altri momenti intrattengo lunghe misteriose conversazioni con i due ragazzotti… Che cavolo stanno cercando di dire e di fare?… Cruz dorme per la strada… Ha i capelli sparsi neri nella pietra… la gente li calpesta… È la fine. L'alba giunge grigia.”

Tristessa

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“Anche se la salvezza non viene, voglio però esserne degno a ogni momento.”

Franz Kafka (1883–1924) scrittore e aforista boemo di lingua tedesca

da G.Janouch, Colloqui con Kafka, Milano, Aldo Martello Editore, 1964, p. 79

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“[Su Renato Guttuso] Sempre la sigaretta fra le dita, una appresso all'altra, consumate in poche boccate, nervosamente. Sempre quell'onda di fumo davanti al volto, come negli autoritratti, e sempre pieno d'angoscia, mi dice la persona che meglio lo conosce. Ci sono sì i suoi quadri nelle case, nelle gallerie pubbliche, riprodotti a milioni di esemplari, sotto gli occhi di tutti, ad arricchire e ad abbellire la vita, a riscoprila, ma sono come le terre al sole di Mastro don Gesualdo, un grande tumore di sofferenza. La difficoltà a resistere, a non soccombere sotto il gruzzolo delle cose fatte in cui abbiamo messo e mettiamo la nostra passione, questa è la lotta di Guttuso, la sua angoscia. E il suo tornare alla Sicilia, il legame fisico che ristabilisce con la sua terra, ha questo senso, di porsi faccia a faccia con la verità, di godere il suo tumore di sofferenza. Vedendolo in luce verghiana, come personaggio sconfitto nel momento stesso in cui vince, vincitore nel momento in cui è sconfitto, si capiscono tante cose di Guttuso, della sua pittura. In fondo su Guttuso, e in Guttuso, c'è un equivoco: quando dicono, o lui dice, "ideologia", bisogna intendere la vita, la morte.”

Leonardo Sciascia (1921–1989) scrittore e saggista italiano

Origine: Da Diario di Guttuso di Giuseppe Tornatore, per Rai Teche; video disponibile in Diario di Guttuso-seconda puntata http://www.regionesicilia.rai.it/dl/sicilia/video/ContentItem-3be9fb4c-c421-4fa6-b25a-16d86820ab16.html,Regionesicilia.rai.it.

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