Frasi su peccato
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“Adamo è stato condotto al peccato da Eva e non Eva da Adamo. È giusto che la donna accolga come padrone chi ha indotto a peccare.”

Sant'Ambrogio (339–397) vescovo, scrittore e santo romano

Origine: Citato in Franca Ongaro, Una voce: riflessioni sulla donna, Il Saggiatore.

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“Il riconoscimento dei propri peccati è autentico soltanto quando l'uomo ne soffre.”

Anselm Grün (1945) scrittore tedesco

Preghiera e conoscenza di sé.

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“Noi possiamo vincere lo scudetto e dobbiamo ottenere il massimo, sarebbe un peccato fallire l'obbiettivo. Le altre cose sono dei sogni, cose irreali, i sogni hanno una bassissima percentuale di realizzazione. Restiamo umili perché la presunzione uccide.”

Antonio Conte (1969) calciatore e allenatore italiano

Origine: Citato in Conte: "Voglio rivedere Juve rabbiosa Attenzione, la presunzione uccide" http://www.lastampa.it/2013/04/05/sport/calcio/qui-juve/conte-voglio-rivedere-juve-rabbiosa-attenzione-la-presunzione-uccide-CutmdA2nj5sefULr3HEBNI/pagina.html, La Stampa, 5 aprile 2013.

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“[Gaffe, assaggiando il salmone] Buono questo prosciutto. Peccato sappia di pesce.”

Angelo Massimino (1927–1996) imprenditore e dirigente sportivo italiano

Attribuite
Origine: Citato in Palla lunga e pedalare, p. 38.

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“È nel peccato la più grande richiesta d'amore.”

Isabella Santacroce (1970) scrittrice italiana

Amorino

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“Non ci fa paura la bestemmia, perché anche nella maledizione di Dio riconosciamo l'immagine stranita dell'ira di Geova che maledice gli angeli ribelli. Non ci fa paura la violenza di chi uccide i pastori in nome di qualche fantasia di rinnovamento, perché è la stessa violenza dei principi che cercarono di distruggere il popolo di Israele. Non ci fa paura il rigore del donatista, la follia suicida del circoncellione, la lussuria del bogomilo, l'orgogliosa purezza dell'albigese, il bisogno di sangue del flagellante, la vertigine del male del fratello del libero spirito: li conosciamo tutti e conosciamo la radice dei loro peccati che è la radice stessa della nostra santità. Non ci fanno paura e soprattutto sappiamo come distruggerli, meglio, come lasciare che si distruggano da soli portando protervamente allo zenit la volontà di morte che nasce dagli abissi stessi del loro nadir. Anzi, vorrei dire, la loro presenza ci è preziosa, si iscrive nel disegno di Dio, perché il loro peccato incita la nostra virtù, la loro bestemmia incoraggia il nostro canto di lode, la loro sregolata penitenza regola il nostro gusto del sacrificio, la loro empietà fa risplendere la nostra pietà, così come il principe delle tenebre è stato necessario, con la sua ribellione e la sua disperazione, a far meglio rifulgere la gloria di Dio, principio e fine di ogni speranza.”

Il nome della rosa

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“[…] in questa vita non saremo mai così puri da compiere un'opera buona senza peccato.”

Martín Lutero (1483–1546) teologo tedesco

Origine: Breviario, p. 33

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“Nato nel peccato, in principio già marchiato | dov'era il libero arbitrio quando mi hanno battezzato?.”

Kaos One (1971) rapper, beatmaker e writer italiano

da Pandemia
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“Il peccato è sempre egocentrico, mentre l'amore è altruismo e parentela.”

Fulton J. Sheen (1895–1979) arcivescovo cattolico statunitense

Origine: Tre per sposarsi, p. 13

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“Da quando vi sono uomini, l'uomo ha gioito troppo poco: solo questo, fratelli, è il nostro peccato originale!”

Friedrich Nietzsche (1844–1900) filosofo, poeta, saggista, compositore e filologo tedesco

II, Dei compassionevoli, Montinari 1972

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“La morte, raggiungila con tutti i tuoi appetiti, e il tuo egoismo e tutti i peccati capitali.”

Arthur Rimbaud (1854–1891) poeta francese

da «Un tempo, se ricordo bene...», 1972

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“Il mio sacerdozio è non solo sacrificio per i peccati del mondo e miei, ma ancora è apostolato di verità e di carità.”

Papa Giovanni XXIII (1881–1963) 261° vescovo di Roma e papa della Chiesa cattolica

Il giornale dell'anima

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“Io credo che il senso di colpa dia più sapore al peccato.”

Mario Benedetti (1920–2009) poeta, saggista e scrittore uruguaiano

Origine: Grazie per il fuoco, p. 26

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“I miei peccati, me stessa | appartengono a me.”

Patti Smith (1946) cantante statunitense

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“Fino a pochi anni fa, il bar era luogo di sedentari, la cui unica attività fisica era il sollevamento di bicchieri, boccette o mazzi di carte. Ma soprattutto negli ultimi anni, è diventato il centro di smistamento di tutta una serie di attività sportive contrassegnate dall'abbigliamento specializzato e da un'assoluta dedizione. Ecco alcuni dei più comuni atleti da bar.

I maratoneti

Gruppo di signori con pantaloncini di raso e canottiere traforate da cui erompono savane di peli. Sotto pance da gestanti nascondono marsupi pieni di misteriose pasticche rinvigorenti e bibite energomiche. Si involano in branchi verso i tornanti collinari e tornano sudatissimi, dicendo di aver percorso decine di chilometri. Alcuni si controllano il battito cardiaco, altri segnano i tempi sulla tabella di allenamento. Proprio quando credono di aver convinto tutti delle loro imprese sportive entra un amico con un borsello e dice: ""Ehi ragazzi, chi di voi ha dimenticato questo al ristorante, un'ora fa?"".

Il maratoneta solitario

Uomo magrissimo, di età indefinibile, sempre bagnato anche in estate, che corre con un'espressione di grande sofferenza sul volto, si tocca la gamba, si massaggia il fegato, tossisce e sputa ma continua a correre, nello smog cittadino e tra i clacson delle auto, alle due del pomeriggio in agosto e sotto la neve in gennaio, sempre con quel look da Calvario e un paio di occhiali gialli che forse nascondono lacrime. La domanda è: quale peccato deve scontare il maratoneta solitario?”

Stefano Benni (1947) scrittore, giornalista e sceneggiatore italiano
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“Non c'è vero amore per il peccatore senza odio per il suo peccato.”

René Laurentin (1917–2017) presbitero e teologo francese

Lourdes

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“I peccati sono farina del nostro sacco; il bello, il buono che è in noi è frutto della misericordia di Dio.”

Tommaso d'Aquino (1225–1274) frate domenicano

Origine: Citato in Mario Canciani, Vita da prete, Mondadori 1991, p. 7.

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“Scopo del pentimento non è che noi siamo giustificati davanti a Dio per mezzo del rimorso e la repressione esterna del peccato mediante atti di penitenza e di mortificazione della carne; scopo del pentimento è invece che noi siamo santificati interiormente dallo Spirito di Cristo – "perché sia distrutto il corpo del peccato”

Matta El Meskin (1919–2006) monaco egiziano

Rm 6,6) – e liberati dal peccato stesso nel profondo della coscienza, che il potere e la paura del peccato svaniscano e che la grazia possa essere di guida agli impulsi della coscienza, possa tenere a freno le azioni della carne, controllare l'insorgere dei pensieri, disciplinare l'ascesi, mescolarsi all'austerità e addolcire il dolore.

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“La terra mi ha rubato al mare, | per questo vedi le mie labbra, di sabbia, | le mie parole, scogli ricoperti di muschio.”

Maram al-Masri (1962) poetessa e scrittrice siriana

da Un abitante della Terra, in Non ho peccato abbastanza
Origine: Traduzione di Bianca Carlino.

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“Il solo peccato è quel male che deve temersi. Quel che vuole Dio, tutto è buono, e tutto dee volersi.”

Alfonso Maria de' Liguori (1696–1787) vescovo cattolico e compositore italiano

Massime spirituali che dee tenere un cristiano

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“Prega per i tuoi peccati. | Lì nel buio i feretri cadranno.”

Lady Gaga (1986) cantautrice e attivista statunitense

da Electric Chapel n.º 14

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“Da quel momento sono in cammino. | Indosso una nuvola ogni notte e viaggio. | Solo io mi dico addio | e solo io mi accolgo.”

Joumana Haddad (1970) poetessa, giornalista e traduttrice libanese

da Quando diventai un frutto
In Non ho peccato abbastanza

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“Sono una donna. | Credono che la mia libertà sia loro proprietà | e io glielo lascio credere | e avvengo.”

Joumana Haddad (1970) poetessa, giornalista e traduttrice libanese

da Sono una donna
In Non ho peccato abbastanza

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“L'indifferenza è il più grave peccato mortale.”

Jovanotti (1966) cantautore, rapper e disc jockey italiano

da Salvami
Lorenzo 2002 – Il quinto mondo

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“A proposito dei Patriarchi viene messo in rilievo che erano allevatori di bestiame fin dalla loro infanzia, come lo erano stati i loro genitori. E a ragione: poiché senza dubbio giusta servitù e giusto dominio si ha quando le bestie sono sottomesse all'uomo e l'uomo ha il dominio sulle bestie. Così infatti fu detto quando l'uomo fu creato: Facciamo l'uomo a nostra immagine e somiglianza; e abbia il potere sui pesci del mare, sugli uccelli del cielo e su tutte le bestie che sono sulla terra (Gn 1, 26). Con ciò si fa vedere che la ragione deve avere il dominio su gli esseri privi di ragione. Ma a far sì che una persona divenisse schiava di un'altra persona è stato il peccato o l'avversità: il peccato, come è detto: Sia maledetto Canaan! Schiavo sarà dei suoi fratelli (Gn 9, 25); l'avversità, al contrario, come accadde allo stesso Giuseppe di diventare schiavo di uno straniero dopo essere stato venduto dai suoi fratelli. Pertanto furono le guerre a creare schiavi coloro ai quali nella lingua latina fu posto questo nome. Infatti un uomo che fosse stato vinto da un altro uomo e che per diritto di guerra poteva essere ucciso, poiché veniva invece salvato, fu chiamato servus (schiavo); per lo stesso motivo si chiamano anche mancipia (schiavi) perché sono stati manu capta (presi con la mano). Tra gli uomini vige anche l'ordine della natura per cui le donne siano soggette ai mariti e i figli ai genitori, poiché anche in questo caso è giusto che la ragione più debole sia soggetta alla più forte. Riguardo perciò al comandare e al servire è evidentemente giusto che coloro i quali sono superiori quanto alla ragione siano superiori anche quanto al comando. Quando quest'ordine di cose viene sconvolto nel nostro mondo dall'iniquità degli uomini o dalla diversità delle nature carnali, i giusti sopportano il pervertimento temporale per possedere alla fine la felicità eterna assolutamente conforme all'ordine.”

Agostino d'Ippona (354–430) filosofo, vescovo, teologo e santo berbero con cittadinanza romana

da Questioni sull'Eptateuco, Libro I, § 153

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“Dicono che fuggire non sia un gesto molto nobile. Peccato, è così piacevole.”

da Né di Eva né di Adamo
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“Peccato celato e mezzo perdonato.”

The Decameron (c. 1350)

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“Mi chiesero cosa ne pensassi dell'illustre Mozart e dei suoi peccati. Risposi che avrei rinunciato volentieri a tutte le mie virtù per i peccati di Mozart.”

Felix Mendelssohn (1809–1847) pianista, musicista (organista), compositore

citato in Mozartiana, 1990

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“Indiscreto e sfacciato. Non lo nego. Ma io sono un investigatore privato. Mi pagano perché sia indiscreto e sfacciato. Non spesso né in abbondanza come vorrei, ma io sono comunque professionalmente indiscreto e sfacciato.»
«Che peccato. Io trovo che sia molto più divertente essere indiscreti e sfacciati per hobby. E così lei è un professionista e io una dilettante a livello olimpionico. Lei non ha l'aria di un investigatore privato.»
«Nessun investigatore privato ha l'aria dell'investigatore privato. Questa è una delle regole fondamentali dell'investigazione privata.»
«Ma se nessun investigatore privato ha l'aria dell'investigatore privato, come fa l'investigatore privato a sapere che aria non deve avere? A me pare che qui nasca un problema.»
«Sì, ma non così grosso da tenermi sveglio la notte» ribatte Dirk esasperato. «Comunque, io non sono come gli altri investigatori privati. I miei metodi sono olistici e, nel senso proprio della parola, caotici. Io opero investigando la fondamentale interconnessione tra tutte le cose.»
Sally Mills non disse nulla, batté solo le palpebre.
«Ogni particella dell'universo» continuò Dirk infervorandosi e cominciando a mostrare un certo sguardo spiritato «influisce su ogni altra particella, per quanto debolmente o indirettamente. Ogni cosa è interconnessa con ogni altra cosa. Il battito delle ali di una farfalla in Cina può influire sul percorso di un uragano nell'Atlantico. Se io potessi interrogare la gamba di questo tavolo in un modo che avesse senso per me o per la gamba del tavolo, essa potrebbe darmi la risposta a ogni interrogativo sulla natura dell'universo. Potrei porre a una persona qualsiasi, scelta a caso, tutte le domande che mi vengono in mente; e le sue risposte, o l'assenza delle risposte, sarebbero in qualche modo pertinenti al problema di cui sto cercando la soluzione. È solo questione di sapere come interpretarle. Anche lei, che ho incontrato in modo del tutto casuale, probabilmente è a conoscenza di cose che hanno un'importanza fondamentale per la mia investigazione, se solo sapessi che cosa chiederle, cosa che non so, e se solo me ne prendessi la briga, cosa che non voglio.”

capitolo 10
Serie di Dirk Gently, La lunga oscura pausa caffè dell'anima

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