Frasi su san

Una raccolta di frasi e citazioni sul tema san, grande, dio, mondo.

Frasi su san

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“Le persone mi hanno reso il più grande baller dalla testa di crack che ero perciò se sono cattivo è a causa della Baia e se sono buono è a causa della Baia.”

Tupac Shakur (1971–1996) rapper, attivista e attore statunitense

Baller: potrebbe avere non felicissima traduzione con "ganzo". Testa di crack: idiota, persona da niente, ma anche "fumatore di crack", tossicodipendente. Baia: molto probabilmente "Bay" è la San Francisco Bay Area, la regione della Baia di SF appunto.
The people made me from the littlest crack head to the biggest baller so if I am bad its because of the Bay and if I am good its because of the Bay.
Senza fonte

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“Il pianeta più strano di cui ho sentito raccontare è il pianeta della Sacra Merda. In esso la merda è la più grande ricchezza, la moneta con cui si compra tutto. Gli abitanti non hanno portafogli: ma grossi vasi che portano in giro, e più sono grossi e puzzano e più si vantano. Le banche sono dei giganteschi pozzi neri, guardati a vista da poliziotti e vigilantes. Qua si effettuano i versamenti. Dai più piccoli, alla vecchina che viene a consegnare due palline da coniglio, tutti i suoi risparmi, al commerciante che viene a portare l'incasso della giornata, una carriolona ben odorosa. Naturalmente, nelle case non si dice "vado nel bagno", ma si dice "metto nel salvadanaio". Ogni bambino ha il suo vasino fatto a maialino. Ahimè! Anche in questo paese c'è chi vende anima e corpo, per diventare merdoso a dismisura! C'è chi rapina, e sotto la minaccia di una pistola ti obbliga a depositare lì, per strada, tutto il malloppo che hai in pancia! Se qualcuno, incautamente, si ferma in un prato per fabbricare un po' di contante, stia attento che nel breve tempo che si tira su i pantaloni, qualcuno gli avrà già sottratto il suo bene. Per non parlare degli esibizionisti: quelli che quando entrano al ristorante, eccoli mettere merda qua e là in mano ai camerieri: e lasciano come mancia uno stronzo come un cotechino: e dicono, non per vantarmi, ma ho tanta merda che non so più dove metterla! L'economia in questo pianeta è naturalmente soggetta agli sbalzi di questo genere primario: qui la mancanza di investimenti si chiama stipsi, e l'inflazione si chiama diarrea. Speriamo di mantenere il tetto della diarrea sotto il dieci per cento, dicono i governanti. E poi scoppiano gli scandali, e si scopre che segretamente i governanti prendevano quintali di merda dagli industriali e chiudevano un occhio sul contrabbando di merda all'estero. Esistono anche le cambiali, uno può acquistare una macchina, ad esempio, prendendo dieci purganti al momento dell'acquisto: ma poi se la cambiale andrà in protesto, sarà dichiarata panciarotta. E ci saranno perquisizioni e a volte anche sequestri da parte di chirurghi-finanzieri. Ma questo capita ai pochi sfortunati: questo pianeta è ricco. Tutti i mesi, ogni giorno sei, San Libero, si fa la festa della Santa Merda. I più grandi merdoni del paese convengono con grandi macchine color crema e marron, e riempiono saloni pieni di lampadari e bei quadri e porcellane da bagno. Le signore sono vestite tutte di bianco e i signori in rosa. Si sente dire: lo vedi quello? Ha fatto la merda con le bische: è un parvenù. Quello invece: uh, è di sangue blu, la sua famiglia è sempre stata un letamaio. E tutti ballano, e soprattutto scorreggiano, per mostrare la loro ricchezza. Le grosse signore scorreggiano in tonalità di bordone gonfiando come vele i vestitoni stretti di raso, le giovani signori scorreggiano deliziosamente con virtuosismi di flauto e clarinetto, i ricchi commercianti petano come cannoni scambiandosi pacche sulle spalle, gli intellettuali sfiatano con grande sofferenza, spiegando che la merda non è poi tutto al mondo, i giovani brillanti tirano bronze pungenti che alzano le falde dei loro frac in eleganti impennate, i vecchi nobili brontolano e spetazzano e non raramente nel far ciò cade nelle loro mutande qualche spicciolo, i bambini trillano ventini, i neonati pigolano e il padrone di casa, apparendo sulla soglia rosso e trionfale, spara un peditone storico con fremente interminabile premito che scrolla le cristallerie e a voce alta dice: "Il pranzo è servito!" E tutti vanno a lavarsi le mani.”

Stefano Benni (1947) scrittore, giornalista e sceneggiatore italiano
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“Io sono nato e cresciuto a Palermo, e a Palermo c’è la mafia, e se la mafia non si è completamente impossessata della città, se comunque abbiamo avuto un barlume di civiltà e di speranza, è grazie ad un gruppo di persone che si è opposto. Lo sapete perché queste persone mi mettono in crisi? Perché non erano dei santi, erano fatti di carne e ossa, esattamente come me, avevano dei pregi e sicuramente dei difetti, esattamente come me. Io spesso incontro gente che è sotto scorta, perché è nel mirino della mafia e può capitare che queste persone siano egocentriche, paranoiche, noiose, vanitose, fissate col sesso, testarde, ritardatarie, egoiste, presuntuose, ingrate, stronze, insomma può capitare che abbiano tutti o qualcuno dei difetti che posso avere io ed è questo che mi mette in crisi, che sono esattamente come me, che quello che hanno fatto loro potrei farlo anche io. Quanto farebbe bene alla mia coscienza se fossero dei santi del paradiso? Ma nonostante siano come me, loro sono quelli che fanno il lavoro sporco, al posto mio. Pensare che una persona in prima fila nel combattere la mafia debba necessariamente avere anche il carattere di San Francesco forse è da ingenui. Se un giornalista scrive di mafia io non mi chiedo perché scriva di mafia, non mi chiedo se così abbia avuto più successo con le ragazze, non mi chiedo se così si sia arricchito, io mi chiedo se quello che scrive sia vero, mi chiedo se quello che scrive dia fastidio alla mafia, mi chiedo se, leggendolo, la mia conoscenza e la mia coscienza siano migliorate; io mi sono rotto i coglioni di aspettare che una persona venga ammazzata per rivalutarla; sarò ingenuo, ma ho visto troppa gente a casa mia disprezzata in vita e apprezzata in morte e così, ingenuamente, sosterrò tutti coloro che credono che la Mafia, la Camorra, la 'Ndrangheta, la Sacra Corona Unita e la Stidda, debbano essere non tollerate, ma sconfitte e, per fare questo, mettono in gioco la loro vita. E li ascolterò anche se eventualmente saranno egocentriche, paranoiche, noiose, vanitose, fissate col sesso, testarde, ritardatarie, egoiste, presuntuose, ingrate, stronze.”

Pif (1972) conduttore televisivo e scrittore italiano
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“A 16 anni la speranza mi ha già abbandonato | bocciato all'itis a san donato.”

J-Ax (1972) rapper e cantautore italiano

da Come Un Sasso, n. 5
Deca Dance

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“San Giorgio era il modello a cui dovrebbe ispirarsi ogni Scout.”

Origine: Scautismo per ragazzi, p. 284

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“Mi piace questa sensazione di essere nato e cresciuto nella città più bella del mondo. Quando i calciatori delle altre squadre, soprattutto straniere, vengono a giocare a Roma, quasi sempre fanno un giro turistico in pullman fra le bellezze della città. […] Sono state partite sempre dure, con difensori rocciosi, che intervenivano spesso ai limiti del regolamento, che mi scalciavano anche un po' più del dovuto. E poi ho capito. In queste occasioni, all'onesto centrocampista della periferia bulgara, al terzino di fascia ucraino, al trequartista moldavo, gli si alza l'indice di rosicamento. Perché noi stiamo a Roma e loro no. Potranno pure strappare un 1-1 con un colpo di fortuna, un gol dell'ex, un offside dubbio, ma al fischio finale io me ne resto qui, a vivere la mia vita a Roma e tu, mediano del Borussia Mönchengladbach, te ne devi tornare nel grigio inverno della Westfalia in una città, Mönchengladbach, che molti ragazzi della Primavera neanche riescono a pronunciare, perché questo benedetto nome si comincia a imparare solo intorno ai vent'anni. Quanti calciatori passano dal Borussia Mönchengladbach al Borussia Dortmund solo per ragioni di pronuncia!!! Niente da fare, quando vengono a Roma, i giocatori stranieri rosicano. Fateci caso alla prossima partita della Roma in Europa se non picchiano giù duro: è per colpa della bellezza dei nostri monumenti. Uno sgambetto per l'Altare della Patria. Un tackle in scivolata per la Domus Aurea. Un'entrata da dietro per le Catacombe di San Callisto.”

Francesco Totti (1976) calciatore italiano

dalla prefazione di E mo' te spiego Roma

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“Marcos è gay a San Francisco, nero in Sudafrica, asiatico in Europa, chicano a San Isidro, anarchico in Spagna, palestinese in Israele, indigeno nelle strade di San Cristóbal, ragazzino di una gang a Neza, rocker a Cu, ebreo nella Germania nazista, ombudsman nella Sedena, femminista nei partiti politici, comunista nel dopo Guerra fredda, detenuto a Cintalapa, pacifista in Bosnia, mapuche nelle Ande, maestro nella Cnte, artista senza galleria o cartelle, casalinga un sabato sera in qualsiasi quartiere di qualsiasi città di qualsiasi Messico, guerrigliero nel Messico della fine del XX secolo, scioperante nella Ctm, reporter di note di riempimento nelle pagine interne, maschilista nel movimento femminista, donna sola nella metro alle 10 di sera, pensionato annoiato nello Zócalo, contadino senza terra, editore marginale, operaio disoccupato, medico senza impiego, studente anticonformista, dissidente nel neoliberismo, scrittore senza libri né lettori e, certamente, zapatista nel sud-est messicano. Marcos è tutte le minoranze rifiutate e oppresse, resistendo, esplodendo, dicendo "¡Ya basta!"”

Subcomandante Marcos (1957) rivoluzionario messicano

Ora Basta! Tutte le minoranze nel momento di parlare e maggioranze nel momento di tacere e sopportare. Tutti i rifiutati cercando una parola, la loro parola, ciò che restituisca la maggioranza agli eterni frammenti, noi. Tutto ciò che dà fastidio al potere e alle buone coscienze, questo è Marcos. E, per questo, tutti noi che lottiamo per un mondo diverso, per la libertà e l'emancipazione dell'umanità, tutti noi siamo Marcos. (dal comunicato del 28 maggio 1994)

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“IL genio educativo di San Giovanni Bosco si è manifestato in sommo grado nell'amore verso i giovani. Per poter educare, bisogna amare […]”

Papa Giovanni Paolo II (1920–2005) 264° vescovo di Roma e papa della Chiesa cattolica

Origine: Parole sull'uomo, p. 44

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“Inter-Vicenza 1-0, gol di Roberto Carlos: il mio primo impatto con San Siro, indimenticabile. Ero così felice, per la vittoria ma anche per la mia prestazione, buona. Una sfida per capire se ero pronto per una squadra come l'Inter. Lo ero. Indimenticabile.”

Javier Zanetti (1973) calciatore argentino

Origine: Citato in Aspettando Prima Serata: Zanetti, tifosi spettinatemi! http://www.inter.it/aas/news/reader?N=59591&L=it, Inter.it, 28 settembre 2012.

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“Noi dobbiamo lottare per la bellezza. Perché senza la bellezza non si vive. E questa lotta deve investire ogni particolare: altrimenti come faremo un giorno a riempire piazza San Pietro?”

Luigi Giussani (1922–2005) sacerdote e teologo italiano

Esercizi a Varigotti, 1964; citato in Renato Farina, Ratzinger ricorda don Gius, «mio vero amico», Libero, 25 marzo 2007

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“Custodire il creato, ogni uomo ed ogni donna, con uno sguardo di tenerezza e amore, è aprire l'orizzonte della speranza, è aprire uno squarcio di luce in mezzo a tante nubi, è portare il calore della speranza! E per il credente, per noi cristiani, come Abramo, come san Giuseppe, la speranza che portiamo ha l'orizzonte di Dio che ci è stato aperto in Cristo, è fondata sulla roccia che è Dio.”

Papa Francesco (1936) 266° vescovo di Roma e papa della Chiesa cattolica

Omelie, Santa Messa per l'inizio del Ministero Petrino http://www.vatican.va/holy_father/francesco/homilies/2013/documents/papa-francesco_20130319_omelia-inizio-pontificato_it.html, Piazza San Pietro, 19 marzo 2013

“Il Genoa non vuol più incontrare l'Inter a San Siro? Che vada in serie B!”

Giuseppe Prisco (1921–2001) avvocato e dirigente sportivo italiano

Origine: Citato in AA. VV., Quelli che il baciccia, Fratelli Frilli Editori, Genova 2002.

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“Se potete curare, curate; se non potete curare, calmate; se non potete calmare, consolate.”

Augusto Murri (1841–1932) medico italiano

Iscrizione presso l'Ospedale San Giacomo di Roma

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“Mi sento dentro il canto di un cigno | che vuol morire…”

Mina (1940) pagina di disambiguazione di un progetto Wikimedia

da Notte di San Valentino
Ti conosco mascherina

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“Dove ti ritiri? La tua ferita è leggera e l'incalzare dei nemici pressante! Abbiamo bisogno di te!”

Costantino XI di Bisanzio (1404–1453) imperatore bizantino

a Giovanni Giustiniani, dopo la caduta della Porta San Romano; citato in Declino e caduta dell'Impero romano di Edward Gibbon

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“Quietami i pensieri e il canto e in questa veglia pacificami il cuore. Così vanno le cose, così devono andare.”

Giovanni Lindo Ferretti (1953) cantautore e scrittore italiano

da Fuochi Nella Notte di San Giovanni

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“Vinicio Capossela è il cantautore che non ci meritiamo.”

Daniele Luttazzi (1961) attore, comico e scrittore italiano

citato in copertina "Capossela. Il ballo di san Vinicio"

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“Nove mesi di sudore, vittorie, sconfitte, lacrime ed emozioni confluiscono tutti in una singola partita. Un Super Bowl dei canestri, l'unica gara che verrà ricordata: 48 minuti per un anello…”

Flavio Tranquillo (1962) giornalista e scrittore italiano

San Antonio Spurs vs Detroit Pistons, NBA Finals 2005, gara #7
Citazioni tratte da telecronache, NBA, Introduzioni alle telecronache

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“Bisogna avere per Dio, un cuore di figlio; per il prossimo, un cuore di madre; per sé stesso, un cuore di giudice.”

Pasquale Baylón (1540–1592) religioso spagnolo

citato in Innocenzo Alfredo Russo, San Pasquale Baylón, Edizioni Apostolato Francescano, Napoli 1968

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“Nel più misero degli uomini brilla l'immagine di Dio.”

Luigi Orione (1872–1940) presbitero e santo italiano

da La contemplazione in San Luigi Orione, Messaggi di Don Orione, 36 (2004) n. 113, pp. 55-68

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“La Vergine santa e san Giuseppe sono in perfetto accordo, e in cielo non esiste la gelosia.”

Bernadetta Soubirous (1844–1879) religiosa e mistica francese

Le parole di Bernadette

“La volta che a San Siro scoppiò un grande applauso perché finalmente, dopo anni, aveva sbagliato un passaggio. O quell'altra che da fuori area colpì la traversa così forte, ma così forte, che il pallone rimbalzò oltre la metà campo e il Milan rischiò di prender gol in contropiede. Quante razioni di buonumore, caro vecchio Nils, e quante lezioni di calcio, in campo e fuori. Con quella maschera alla Buster Keaton e quell'italiano sussurrato che nemmeno dopo cinquant'anni e passa di residenza contemplava i verbi ausiliari e certe consonanti: loro abastansa bene; noi jocato melio. Un signore prima che un campione. Un educatore prima che un allenatore. Non c'era il gusto, o forse il vizio, delle statistiche ai tempi in cui giocava: ma non risulta che sia mai stato ammonito. Così come non c'è traccia di atteggiamenti men che composti nella sua lunga carriera di allenatore, altro che area tecnica tratteggiata col gesso come usa oggi dinanzi alla panchina: il massimo del compiacimento, piuttosto che del disappunto, erano le gambe che si scavallavano per riaccavallarsi dall'altra parte. Questo ovviamente non significava distacco, come ai tempi nostri della recita elevata a sistema si potrebbe pensare: semplice, quanto ferreo, autocontrollo nervoso. Quel matto di Altafini pensò di ripetere al barone lo scherzo riuscito l'anno prima con Rocco: rannicchiarsi tutto nudo nell'armadio dell'allenatore e saltar fuori urlando quando quello lo apriva. La differenza è che il Paròn era saltato per aria dallo spavento: Liedholm alzò un sopracciglio e ricordò al centravanti che il suo ripostiglio era un altro. Due scudetti da allenatore, Milan e Roma. Il primo nel '79, con un gioco offensivo imperniato su di un unico attaccante, Chiodi, la cui caratteristica principale era quella di non segnare mai. Il secondo nell'83, con il povero Di Bartolomei finto libero supportato dalla velocità di Vierchowod. Fu allora che Boniperti provò a chiamarlo alla Juventus: per sentirsi rispondere, grazie presidente, ma sarebbe tropo fascile. Quattro titoli da giocatore dopo l'oro olimpico a Londra '48 con la Svezia. Un maratoneta illuminato, lo stantuffo inesauribile al servizio del talento di Gren e della potenza di Nordhal. Chi ha visto giocare il trio svedese del Gre-No-Li, con tutto il rispetto per quello olandese a cavallo degli anni '90, ne conserva un ricordo insuperato. Chi ha ascoltato lo storico trio radiofonico di Tutto il calcio minuto per minuto, non avrà dimenticato che a dosare la verve dei due più celebri solisti, Enrico Ameri e Sandro Ciotti, c'era dallo studio centrale la voce di Roberto Bortoluzzi. Se n'è andato anche lui, nel pomeriggio di ieri, ultimo testimone di una grande stagione radiofonica che ha dispensato a generazioni di tifosi emozioni, gioie, sofferenze: con il timbro di una classe senza eguali.”

Gigi Garanzini (1948) giornalista, scrittore e conduttore radiofonico italiano

6 novembre 2007

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“Terra di sud, terra di sud, terra di confine, terra di dove finisce la terra.”

Vinicio Capossela (1965) cantautore e polistrumentista italiano

da Il ballo di San Vito
Canzoni a manovella

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“Non ti chiedo che Te e ti ringrazio se per darmi te stesso vuoi negarmi e togliermi tutto.”

Divo Barsotti (1914–2006) sacerdote e monaco italiano

da La lotta con l'angelo. Diario di un anima, Edizioni San Paolo, 2012

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“La sofferenza sul piano naturale si oppone sempre alla gioia naturale. Ma non c'è opposizione fra sofferenza naturale e la gioia soprannaturale. La gioia, nell'ordine soprannaturale, è semplicemente un aspetto della carità.”

Thomas Merton (1915–1968) scrittore e religioso statunitense

Origine: Da Ecclesia, novembre 1953, pp. 536-537; citato in Innocenzo Alfredo Russo, San Pasquale Baylòn, Edizioni Apostolato Francescano, Napoli, 1968.

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“Prima di tutto Cristo ha scelto dei preti sposati. San Pietro era un uomo sposato. I primi secoli della Chiesa hanno visto Papi, vescovi, preti e diaconi sposati. Nel Rito Latino il presbiterato uxorato ha prosperato per i primi dodici secoli.”

Emmanuel Milingo (1930) arcivescovo cattolico zambiano

Origine: Dalla lettera di Mons. Milingo al Papa http://www.ildialogo.org/pretisposati/letteraReMilingoItaliano.pdf, 13 dicembre 2006.

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“Quando pregate, dite il Pater noster, oppure: Ti adoriamo, o Cristo, in tutte le tue chiese che sono in tutto il mondo e ti benediciamo, perché per mezzo della tua santa croce hai redento il mondo.”

Francesco d'Assisi (1182–1226) religioso e poeta italiano

Origine: Citato in San Bonaventura da Bagnoregio, Vita di San Francesco d'Assisi, Edizioni Porziuncola, Assisi 1974.

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“Andrea Pazienza è nato a San Menaio, Foggia, ed è praticamente pugliese, pur vivendo tra Bologna e New York.”

Andrea Pazienza (1956–1988) fumettista e pittore italiano

da Andrea Pazienza, una estate: Saint'Mnà, spiagge contigue e le altre bellezze del Gargano
Origine: Michele e Mariella Pazienza (a cura di), Andrea Pazienza, una estate: Saint'Mnà, spiagge contigue e le altre bellezze del Gargano, Fandango libri, 2008. ISBN 978-88-604-4066-2

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“Oh San Severo | la città del mio pensiero | dove prospera la vite | e l'inverno è alquanto mite.”

Andrea Pazienza (1956–1988) fumettista e pittore italiano

da Sturiellet, Grifo Editore

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“Questo è il lato più atroce dell'insegnamento morale quale è impartito dai papi e dal clero: che esso sviluppa i lati vili della natura umana, avvezzandola a non sentire le proprie responsabilità, ma a mettere le decisioni finali nelle mani di un sacerdozio, che non dà il consiglio dell'amico, ma dà l'assoluzione o la condanna del giudice. È solo dopo essere vissuto in paesi protestanti, che io ho capito pienamente quale disastro morale sia per il nostro paese non il "cattolicismo" astratto che comprende 6666 forme di possibili cattolicismi, fra cui quelle di san Francesco e di Gasparone, di Savonarola e di Molina, di santa Caterina e di Alessandro VI, ma quella forma di "educazione morale," che il clero cattolico italiano dà al popolo italiano e che i papi vogliono sia sempre data al popolo italiano. È questa esperienza dei paesi protestanti che ha fatto di me non un anticlericale, ma un anticattolico: non darei mai il mio voto a leggi anticlericali (cioè che limitassero i diritti politici del clero cattolico o vietassero l'apostolato cattolico); ma se avrò un solo momento di vita nell'Italia liberata dai Goti, quell'ultimo momento di vita voglio dedicarlo, come individuo libero, alla lotta contro la fede cattolica. Se morirò avendo distrutto nel cuore di un solo italiano la fede nella Chiesa cattolica, se avrò educato un solo italiano a vedere nella Chiesa cattolica la pervertitrice sistematica della dignità umana, non sarò vissuto invano.”

Gaetano Salvemini (1873–1957) storico, politico e antifascista italiano

Origine: Dalla lettera a F. L. Ferrari, agosto 1930; in Opere, Feltrinelli, 1969, vol. 2, parte 3.

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“Ci sono allenatori che pretendono di far mangiare ai loro giocatori prosciutto di San Daniele e formaggio Bel Paese. Poveri noi e poveri loro.”

Vujadin Boškov (1931–2014) allenatore di calcio e ex calciatore serbo

Origine: Citato in Marco Sappino, Dizionario biografico enciclopedico di un secolo del calcio italiano, Dalai editore, 2000, p. 2117 http://books.google.it/books?id=J5OpwwKggrsC&pg=PA2117. ISBN 8880898620

“Non riesco ad immaginare ad un mondo senza musica. Sarebbe come immaginare un mondo senza mortadella: impossibile!”

Zucchero (1955) composto chimico chiamato comunemente zucchero

Citazioni di Zucchero
Origine: Da un'intervista a La7 dopo il concerto di San Siro 2008.

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“Quando egli [San Francesco d'Assisi] considerava la fonte primordiale di tutte le cose, si sentiva colmo di ancora più abbondante pietà, e chiamava le creature, anche le più piccole, con il nome di fratello o sorella, perché sapeva che venivano dalla stessa fonte da cui anche lui veniva.”

Bonaventura da Bagnoregio (1221–1274) cardinale, filosofo e teologo italiano

da Vita di San Francesco d'Assisi; citato in Steven Rosen, Il vegetarismo e le religioni del mondo, traduzione di Giulia Amici, Jackson Libri 1995, p. 36

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“Se avesse incontrato insieme un angelo e un povero, avrebbe lasciato l'angelo e abbracciato il povero.”

Lope De Vega (1562–1635) poeta, drammaturgo

da Canzone all'eccelso padre e patriarca san Giovanni di Dio

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“Credi forse che sarei stato maggiormente grato a tua madre se, anziché farmi te e tuo fratello, avesse scritto un bellissimo romanzo?”

Joseph De Maistre (1753–1821) filosofo, politico e diplomatico italiano

da una lettera alla figlia; citato nella Prefazione di Alfredo Cattabiani a J. De Maistre, Le Serate di San Pietroburgo, Rusconi Editore

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“La vera grandezza sta nella virtù e non nella nobiltà delle origini.”

Teresa di Lisieux (1873–1897) religiosa e mistica francese

san Francesco

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“[San Francesco] vide ogni cosa con senso drammatico, staccata dalla sua posizione, non immobile come in un quadro ma in azione come un dramma. Un uccello poteva sfiorarlo come una freccia, […] un cespuglio poteva fermarlo come un brigante; ed egli era pronto a dare il benvenuto a entrambi. In una parola, noi parliamo di un uomo che non confondeva il bosco con gli alberi, e non voleva farlo. Voleva piuttosto considerare ogni albero come un'entità separata e quasi sacra, come una creatura di Dio […] Non voleva ergersi di fronte a uno scenario usato come mero sfondo, e recante la banale iscrizione: "Scena: un bosco". In tal senso vorremmo intendere che era troppo drammatico per il dramma stesso. Lo scenario avrebbe preso vita nelle sue commedie […] Ogni cosa sarebbe stata in primo piano, e quindi alla ribalta; ogni cosa avrebbe avuto un proprio carattere. Questa è la qualità per cui, come poeta, egli fu perfettamente l'opposto d'un panteista. Non chiamò la natura sua Madre, ma chiamò Fratello un certo somaro e Sorella una certa passerotta. […] È qui che il suo misticismo è così simile al senso comune di un fanciullo. Un bambino non ha difficoltà a comprendere che Dio creò cane e gatto; sebbene sia consapevole che la formazione del gatto e del cane dal nulla è un processo misterioso al di là della sua immaginazione. Ma nessun bambino capirebbe il senso dell'unione del cane e del gatto e di ogni altra cosa in un unico mostro con una miriade di gambe chiamata natura. Egli senza dubbio si rifiuterebbe di attribuire capo o coda a un simile animale. […] Gli uccelli e gli animali francescani assomigliano davvero a uccelli e animali araldici, non perché fossero favolosi, ma nel senso che erano considerati come realtà, chiare e positive, scevre dalle illusioni dell'atmosfera e della prospettiva. In tal senso egli vide un uccello color sabbia in campo azzurro e una pecora d'argento in campo verde. Ma l'araldica dell'umiltà era più ricca dell'araldica dell'orgoglio, perché giudicava tutte le cose che Dio aveva creato come qualcosa di più prezioso e di più unico die blasoni che i principi e i nobili avevano dato soltanto a se stessi.”

Gilbert Keith Chesterton (1874–1936) scrittore, giornalista e aforista inglese

cap. VI, p. 66
Francesco d'Assisi

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“Io sogno ancora con le canzoni di Mogol-Battisti; sarò ritardato?”

Roberto Mattioli (1963) conduttore televisivo e conduttore radiofonico italiano

Da Prima che sia troppo tardi- SMtv San Marino del 15 marzo 1996

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“Lino Patruno, sei d'accordo con l'utilizzo frequente di questi forestierismi anglofoni?”

Roberto Mattioli (1963) conduttore televisivo e conduttore radiofonico italiano

Da Prima che sia troppo tardi- SMtv San Marino del 7 marzo 1996

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“Cagliostro era uno sfigato.”

Roberto Mattioli (1963) conduttore televisivo e conduttore radiofonico italiano

Da Prima che sia troppo tardi- SMtv San Marino del 12 marzo 1996

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“Vorrei essere un oscurantista contro i forestierismi.”

Roberto Mattioli (1963) conduttore televisivo e conduttore radiofonico italiano

Da Prima che sia troppo tardi- SMtv San Marino del 10 aprile 1996

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“In uno slancio d'amore, | sostenuto dalla speranza, | sono salito in alto, | in alto, | là dove è il sospirato bene.”

Giovanni della Croce (1542–1591) sacerdote e poeta spagnolo

citato in Innocenzo Alfredo Russo, San Pasquale Baylòn, Edizioni Apostolato Francescano, Napoli 1968