Frasi su stesso
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“Può esistere, per un uomo, una visione più amara di quella d'un avvenire infelice, piatto e senza orizzonte che egli stesso si sia edificato?”

Robert Schumann (1810–1856) compositore, pianista e critico musicale tedesco

da una lettera alla madre del 1830
Origine: Citato in AA.VV., Il pianoforte di Schumann, Apollonio, 1969, p. 30.

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“L'uomo si distingue dall'animale in virtù della compassione verso l'animale stesso.”

Richard Wagner (1813–1883) compositore, librettista, direttore d'orchestra e saggista tedesco

Origine: Da Lettera aperta, 1879; citato in Michela Vittoria Brambilla, Manifesto animalista, Mondadori, Milano, 2012, p. 13 http://books.google.it/books?id=Q7unqe9B3JkC&pg=PR50. ISBN 978-88-04-62679-4

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“Credo che non esista niente – neppure il crimine – maggiormente contrario alla poesia, alla filosofia e alla vita stessa che questa incessante smania per il business.”

Henry David Thoreau (1817–1862) filosofo, scrittore e poeta statunitense

citato in Life without principle, in origine What Shall in Profit 1854

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“Lo stolto non vede un albero allo stesso modo del saggio.”

William Blake (1757–1827) poeta, incisore e pittore inglese

Il Matrimonio del Cielo e dell'Inferno, Proverbi infernali

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“L'amore non dà altro che se stesso e non prende niente se non da sé.”

Khalil Gibran (1883–1931) poeta, pittore e filosofo libanese

Il Profeta

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“Alcuni critici hanno detto che sono il Nulla in Persona e questo non ha aiutato per niente il mio senso dell'esistenza. Poi mi sono reso conto che la stessa esistenza non è nulla e mi sono sentito meglio.”

Andy Warhol (1928–1987) pittore, scultore, regista, produttore cinematografico, direttore della fotografia, attore, sceneggiatore e…

La cosa più bella di Firenze è McDonald's

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“Se "amarlo come me stesso" non significa servirlo prima di me, se egli è meno felice di me, che cosa potrà mai significare?”

Abbé Pierre (1912–2007) presbitero francese

citato in Riuscire, p. 213

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“Un mio vecchio e stimato comandante soleva dire: «Prendete sempre sul serio il vostro compito e mai voi stesso.»”

Dwight David Eisenhower (1890–1969) 34º presidente degli Stati Uniti d'America

Che cos'è il comando?

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“Dio che ci ha donato la vita allo stesso modo ci ha donato la libertà. La mano violenta può distruggerle ma non separarle.”

Thomas Jefferson (1743–1826) 3º presidente degli Stati Uniti d'America

Origine: Citato in Summary View of the Rights of British America (1774); The Writings of Thomas Jefferson (19 Vols., 1905) edito da Andrew A. Lipscomb e Albert Ellery Bergh, Vol. 1, p. 211.

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“Viviamo tutti sotto il medesimo cielo, ma non tutti abbiamo lo stesso orizzonte.”

Konrad Adenauer (1876–1967) politico e statista tedesco

citato in The Atlantic Community Quarterly, v.14-15, 1976-1978, p. 200

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“Uno stato di guerra permanente all'Est contribuirà a formare una razza solida e c'impedirà di ricadere nell'infiacchimento di un'Europa ripiegata su se stessa.”

Adolf Hitler (1889–1945) dittatore della Germania nazista dal 1933 al 1945

25 settembre 1941
Conversazioni a tavola

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“Così scolpì il suo Mosè sulla tomba del Papa, non senza un rimprovero al defunto pontefice, come ammonimento a se stesso, superando nell'autocritica la sua stessa natura.”

Sigmund Freud (1856–1939) neurologo e psicoanalista austriaco, fondatore della psicoanalisi

Il "Mosè" di Michelangelo (1914)

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“La chiesa non deve fare alcuna apologetica per se stessa ma tentare di essere tale da risplendere nei cuori.”

Hans Urs Von Balthasar (1905–1988) presbitero e teologo svizzero

Nuovi punti fermi

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“La mia idea essenziale del 1929: non è il fine che conta, ma il risultato implicito nel meccanismo stesso dei mezzi posti in opera.”

Simone Weil (1909–1943) scrittore, filosofo

vol. I, III
Variante: La mia idea essenziale del 1934: Non è il fine che importa, ma le conseguenze implicite nel meccanismo stesso dei mezzi messi in opera.

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“ORA VIENE ROLAND ALLA TORRE NERA! HO MANTENUTO FEDE ALLA MIA PAROLA E PORTO ANCORA LA PISTOLA DI MIO PADRE E TU TI APRIRAl ALLA MIA MANO!»
«Vengo nel nome di Steven Deschain, colui che è di Gilead!
«Vengo nel nome di Gabrielle Deschain, colei che è di Gilead!
«Vengo nel nome di Cortland Andrus, colui che è di Gilead!
«Vengo nel nome di Cuthbert Allgood, colui che è di Gilead!
«Vengo nel nome di Alain Johns, colui che è di Gilead!
«Vengo nel nome di Jamie DeCurry, colui che è di Gilead!
«Vengo nel nome di Vannay il Saggio, colui che è di Gilead!
«Vengo nel nome di Hax il Cuoco, colui che è di Gilead!
«Vengo nel nome di David il Falcone, colui che è di Gilead e del cielo!
«Vengo nel nome di Susan Delgado, colei che è di Mejis!
«Vengo nel nome di Sheemie Ruiz, colui che è di Mejis!
«Vengo nel nome di Père Callahan, colui che è di Jerusalem's Lot e delle strade!
«Vengo nel nome di Ted Brautigan, colui che è dell'America!
«Vengo nel nome di Dinky Earnshaw, colui che è dell'America!
«Vengo nel nome di zia Talitha, colei che è di Crocefiume, e qui poserò la sua croce, come ho giurato!
«Vengo nel nome di Stephen King, colui che è del Maine!
«Vengo nel nome di Oy, il coraggioso, colui che è del Medio-Mondo!
«Vengo nel nome di Eddie Dean, colui che è di New York!
«Vengo nel nome di Susannah Dean, colei che è di New York!
«Vengo nel nome di Jake Chambers, colui che è di New York, colui che chiamo mio vero figlio!
«Io sono Roland di Gilead, e vengo io stesso; tu ti aprirai per me.”

Stephen King (1947) scrittore e sceneggiatore statunitense
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“Amavo un uomo," disse lei. "Ve l'ho detto… un uomo non è che diventa un altro solo perché poi si vengono a sapere su di lui delle cose che non si sapevano prima. Lui è sempre lo stesso uomo.”

Graham Greene (1904–1991) scrittore, drammaturgo e sceneggiatore inglese

cap XI, p. 114
Il terzo uomo
Variante: "Amavo un uomo," disse lei. "Ve l'ho detto... un uomo non è che diventa un altro solo perché poi si vengono a sapere su di lui delle cose che non si sapevano prima. Lui è sempre lo stesso uomo."

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“Sono soltanto le doti intellettuali e morali quelle che contano: prendete cura di esse e la felicità prenderà cura di se stessa.”

George Bernard Shaw (1856–1950) scrittore, drammaturgo e aforista irlandese

Origine: Guida della donna intelligente, p. 59

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“La vita è la più monotona delle avventure: finisce sempre allo stesso modo.”

Roberto Gervaso (1937) storico, scrittore, giornalista

Il grillo parlante

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“Strappa all'uomo medio le illusioni di cui vive, e con lo stesso colpo gli strappi la felicità.”

Henrik Ibsen (1828–1906) scrittore, drammaturgo e poeta norvegese

da L'anitra selvatica

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“Che non tutti possano vivere allo stesso modo, lo capisco, ma la differenza può essere tanto grande?”

August Strindberg (1849–1912) scrittore e drammaturgo svedese

Il sogno

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“Il caffè era solo un modo per rubare del tempo che sarebbe appartenuto di diritto al te stesso leggermente più vecchio.”

Terry Pratchett (1948–2015) scrittore e glottoteta britannico

Origine: Serie del Mondo Disco, 18. Thud! (2005) [non ancora pubblicato in italiano], p. 221

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“La vita stessa è una citazione.”

Jorge Luis Borges (1899–1986) scrittore, saggista, poeta, filosofo e traduttore argentino
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“Siamo dello stesso sangue, voi e io.”

Mowgli; 2016, p. 43
Il libro della giungla, La caccia di Kaa

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“È quasi uguale uccidere un uomo che uccidere un buon libro. Chi uccide un uomo uccide una creatura ragionevole, immagine di Dio; ma chi distrugge un buon libro uccide la ragione stessa.”

John Milton (1608–1674) scrittore e poeta inglese

Origine: citato in È triste quel Paese che accusa Galileo, Corriere della sera, p. 49, 10 novembre 2010.

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“Chi pensa che i regimi comunisti dell'Europa Centrale siano esclusivamente opera di criminali, si lascia sfuggire una verità fondamentale: i regimi criminali non furono creati da criminali ma da entusiasti, convinti di aver scoperto l'unica strada per il paradiso. Essi difesero con coraggio quella strada, giustiziando per questo molte persone. In seguito, fu chiaro che il paradiso non esisteva e che gli entusiasti erano quindi degli assassini. Allora tutti cominciarono a inveire contro i comunisti: Siete responsabili delle sventure del paese (è impoverito e ridotto in rovina), della perdita della sua indipendenza (è caduto in mano alla Russia), degli assassinii giudiziari Coloro che venivano accusati rispondevano: Noi non sapevamo! Siamo stati ingannati Noi ci credevamo! Nel profondo del cuore siamo innocenti! La discussione si riduceva a questa domanda: Davvero loro non sapevano? Oppure facevano solo finta di non aver saputo nulla? Tomas seguiva la discussione (così come la seguivano tutti i dieci milioni di cechi) e si diceva che tra i comunisti c'era sicuramente chi non era del tutto all'oscuro (dovevano pur sempre aver sentito parlare degli orrori che erano stati commessi e che venivano ancora commessi nella Russia postrivoluzionaria). Ma era probabile che la maggior parte di loro non ne sapesse davvero nulla. E si disse che la questione fondamentale non era: Sapevamo o non sapevamo?, bensì: Si è innocenti solo per il fatto che non si sa? Un imbecille seduto sul trono è sollevato da ogni responsabilità solo per il fatto che è un imbecille? Ammettiamo pure che un procuratore ceco che all'inizio degli Anni Cinquanta chiedeva la pena di morte per un innocente sia stato ingannato dalla polizia segreta russa e dal proprio governo. Ma ora che sappiamo tutti che le accuse erano assurde e i giustiziati innocenti, com'è possibile che quello stesso procuratore difenda la purezza della propria anima e si batta il petto: La mai coscienza è senza macchia, io non sapevo, io ci credevo. La sua irrimediabile colpa non risiede proprio in quel 'Io non sapevo! Io ci credevo!'? Fu allora che a Tomas tornò in mente la storia di Edipo: Edipo non sapeva di dormire con la propria madre ma, quando capì ciò che era accaduto, non si sentì innocente. Non poté sopportare la vista delle sventure che aveva causato con la propria ignoranza, si cavò gli occhi e, cieco, partì da Tebe. Tomas sentiva le grida dei comunisti che difendevano la loro purezza interiore e diceva tra sé: Per colpa della vostra incoscienza la nostra terra ha perso, forse per secoli, la sua libertà e voi gridate che vi sentite innocenti? Come potete ancora guardarvi intorno? Come potete non provare raccapriccio? Siete o non siete capaci di vedere? Se aveste gli occhi, dovreste trafiggerveli e andarvene da Tebe!”

L'insostenibile leggerezza dell'essere

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“Può darsi che, non trovando nulla al mondo degno del mio amore, finisca con l'adorare me stesso, come il fu Narciso di egoistica memoria.”

Théophile Gautier (1811–1872) scrittore, poeta e giornalista francese

Origine: Madamigella di Maupin, pp. 37-38

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“[Sullo Zibaldone] È una mole di 4526 facce lunghe e larghe mezzanamente, tutte vergate di man dell'autore, d'una scrittura spesso fitta, sempre compatta, eguale, accurata, corretta. Contengono un numero grandissimo di pensieri, appunti, ricordi, osservazioni, note, conversazioni e discussioni, per così dire, del giovine illustra con se stesso su l'animo suo, la sua vita, le circostanze; a proposito delle sue letture e cognizioni; di filosofia, di letteratura, di politica; su l'uomo, su le nazioni, su l'universo; materia di considerazioni più ampia e variata che non sia la solenne tristezza delle operette morali; considerazioni poi liberissime e senza preoccupazioni, come di tale che scriveva giorno per giorno per sé stesso e non per gli altri, intento, se non a perfezionarsi, ad ammaestrarsi, a compiangersi, a istoriarsi. Per sé stesso notava e ricordava il Leopardi, non per il pubblico: ciò non per tanto gran conto ei doveva fare di questo suo ponderoso manoscritto, se vi lavorò attorno un indice amplissimo e minutissimo, anzi più indici, a somiglianza di quelli che i commentatori olandesi e tedeschi solevano apporre alle edizioni dei classici. Quasi ogni articolo di quella organica enciclopedia è segnato dell'anno del mese e del giorno in cui fu scritto, e tutta insieme va dal luglio del 1817 al 4 dicembre del 1832; ma il più è tra il '17 e il '27, cioè dei dieci anni della gioventù più feconda e operosa, se anche trista e dolente.”

Giosue Carducci (1835–1907) poeta e scrittore italiano

Origine: Dall'introduzione ai Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura.

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“[Descrivendo la peste] Una tal causa di contagio un tale | mortifero bollor già le campagne | ne' cecropi confin rese funeste, | fe' diserte le vie, di cittadini | spopolò la città. Poiché, venendo | da' confin dell'Egitto ond'ebbe il primo | origin suo, molto di cielo e molto | valicato di mar, le genti al fine | di Pandïone assalse. Indi appestati | tutti a schiere morían. Primieramente | essi avean d'un fervore acre infiammata | la testa e gli occhi rosseggianti e sparsi | di sanguinosa luce. Entro le fauci | colavan marcia; e da maligne e tetre | ulcere intorno assediato e chiuso | era il varco alla voce; e degli umani | sensi e segreti interprete la lingua | d'atro sangue piovea, debilitata | dal male, al moto grave, aspra a toccarsi. | Indi, poi che 'l mortifero veleno | sceso era al petto per le fauci e giunto | all'affannato cuor, tutti i vitali | claustri allor vacillavano. Un orrendo | puzzo volgea fuor per la bocca il fiato, | similissimo a quel che spira intorno | da' corrotti cadaveri. Già tutte | languian dell'alma e della mente affatto | l'abbattute potenze, e su la stessa | soglia omai della morte il corpo infermo | languiva anch'egli. Un'ansïosa angoscia | del male intollerabile compagna | era: e misto col fremito un lamento | continuo e spesso un singhiozzar dirotto, | notte e dì, senza requie, a ritirarsi | sforzando i nervi e le convulse membra, | sciogliea dal corpo i travagliati spirti, | noia a noia aggiugnendo | e duolo a duolo.”

Tito Lucrezio Caro (-94–-55 a.C.) poeta e filosofo romano

1909, pp. 143-145

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“Il mondo è una perpetua caricatura di se stesso: in ogni momento è la presa in giro e la contraddizione di ciò che finge di essere.”

George Santayana (1863–1952) filosofo, scrittore e poeta spagnolo

Origine: Citato in Focus n. 73, pag. 166.

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“Emetto il mio grido barbarico sopra i tetti del mondo.”

Walt Whitman (1819–1892) poeta, scrittore e giornalista statunitense

da Canto di me stesso

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“Lascia che l'anima rimanga fiera e composta di fronte ad un milione di universi.”

Walt Whitman (1819–1892) poeta, scrittore e giornalista statunitense

da "Canto di me stesso, 48"

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“Non c'è niente che sappia di morte più del sole in estate della gran luce, della natura esuberante. Tu fiuti l'aria e senti il bosco e ti accorgi che piante e bestie se ne infischiano di te. Tutto vive e si macera in se stesso. La natura è la morte.”

Variante: Non c'è niente che sappia di morte, - continuò, - più del sole d'estate, della gran luce, della natura esuberante. Tu fiuti l'aria e senti il bosco, e ti accorgi che piante e bestie se ne infischiano di te. Tutto vive e si macera in se stesso. La natura è la morte...
Origine: Il diavolo sulle colline, VII

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“Ricco no» disse, «sono un povero con soldi, che non è la stessa cosa.”

C. M. Valentinetti
L'amore ai tempi del colera
Variante: Ricco no" disse, "sono un povero con i soldi, che non è la stessa cosa.

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