Frasi su tardi
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“Oggi ti vorrei raccontare un poco di Cézanne. Per quanto riguarda il lavoro, così afferma, ha vissuto da bohémien fino a quarant'anni. Solo più tardi, con la conoscenza di Pissarro, ha preso gusto al lavoro. Ma, allora, fino al punto di passare gli ultimi trent'anni della sua vita non facendo altro che lavorare. Senza gioia invero, come sembra, con una rabbia incessante, in conflitto con ogni sua singola opera, perché nessuna di esse gli sembrava raggiungere ciò che egli riteneva essere la cosa più indispensabile. La chiamava la réalisation, e la trovava nei "veneziani" che aveva visto e rivisto al Louvre e apprezzava incodizionalmente. Il convincente, il farsi cosa. La realtà sublimata fino a divenire indistruttibile attraverso la propria esperienza dell'oggetto, era questo che gli pareva l'intento più intimo del suo lavoro; vecchio, malandato, ogni sera consunto fino allo spasimo dal regolare lavoro giornaliero (tanto che spesso andava a dormire alle sei, all'imbrunire, dopo una cena mandata giù distrattamente), arrabbiato, diffidente, deriso ogni qual volta si recava al suo atelier, schernito, maltrattato… sperava un giorno, di raggiungere quel compimento che egli sentiva come l'unico essenziale. In tal modo […] egli aveva esacerbato le difficoltà del suo lavoro nella maniera più ostinata… si muoveva avanti e indietro nel suo studio, che aveva la luce sbagliata, in quanto il capomastro non aveva ritenuto necessario dare ascolto a quel vecchio bizzarro che ad Aix erano tutti d'accordo nel non prendere sul serio […].”

Rainer Maria Rilke (1875–1926) scrittore, poeta e drammaturgo austriaco

Lettera a Clara, 9 ottobre 1907
Lettere su Cézanne

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“Nel 2005 mi trovavo in Australia quando Jeannie Buss mi chiamò e mi chiese di tornare ad allenare i Lakers. Presi tempo. Sapevo che non era una squadra da titolo e quando dissi sì, due mesi e mezzo più tardi, ero convinto di ritornare per gettare le basi ma senza poter raccogliere i frutti. Anche se è pur vero che con Kobe dalla tua parte, hai sempre una chance di vincere…”

Phil Jackson (1945) cestista e allenatore di pallacanestro statunitense

Origine: Figlia del proprietario dei Lakers, Jerry, non che sua compagna.
Origine: Citato in Massimo Oriani, Jackson Phil, il capobranco che sa solo vincere http://archiviostorico.gazzetta.it/2009/giugno/21/Jackson_Phil_capobranco_che_solo_ga_10_090621060.shtml, Gazzetta della Sport, 21 giugno 2009.

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“Meglio tardi che mai.”

IV, 2; 1997
Potius sero quam nunquam.
Ab urbe condita, Proemio – Libro X
Origine: I patrizi aizzavano la folla dicendo che i tribuni della plebe avrebbero sempre più voluto potere, già a partire da questa legge. Perciò bisognava affrontare, meglio tardi che mai la sfrontatezza di quelli.

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“[Su Lucrezia Borgia] Da queste nozze bianche [Con Giovanni Sforza] che solo una ragione politica aveva precipitate, comincia l'esistenza oscillante di Lucrezia quale era imposta a lei dalle circostanze e dalle ambizioni dei suoi familiari, ma quale ella accettava e sarebbe andata sempre meglio accettando. Non nella sua debolezza, ma nella fatalità intima dei suoi assensi ognuno dei quali è una capitolazione, sta il vero dramma di Lucrezia: e, a questo lume, il suo modo di non voler conoscere e non di non voler sapere quello che le accade dintorno appare una difesa femminile, nata dall'istinto, misera, ma patetica e coraggiosa. Innalzarsi tanto da giudicare il padre e il fratello non lo potrà mai, meno per incapacità di giudizio o per tenerezza di cuore, che per una verità più violenta ed elementare: perché anche lei è una Borgia, e sente anche lei la forza di quel sangue che le fa impeto e che si dà ragione da sé, fuori da ogni morale, brutalmente e splendidamente. Solo in tempi più tardi, dal disordine della sua anima che sta fra la religione e la sensualità, fra la volontà di una vita disciplinata e l'ardente anarchia dei desideri, saprà levarsi e intraprendere contro il padre, contro il fratello o contro il suocero duca di Ferrara quelle sue ribellioni che la condurranno, sola fra i Borgia, a salvarsi.”

Origine: Lucrezia Borgia, pp. 35-36

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“Erano indiani, per davvero. O figli della rivoluzione del '68, o profeti di una dottrina che avrebbe cambiato per sempre il modo di fare calcio. E il loro capo-tribù si chiamava Rinus Michels. Il suo calcio totale che trasformava gli spazi in praterie era fatto di un possesso-palla esasperato, di accelerazioni improvvise, di pressione multipla sul'avversario col pallone, di fuorigioco alto quando non altissimo. Ma soprattutto era interpretato non più da specialisti dei vari ruoli, bensì da giocatori eclettici capaci di attaccare e difendere, di giocare senza palla prima ancora che con la palla, di muoversi con disinvoltura in ogni zona del campo stando sempre corti, compatti, ossessivi. Una nuvola biancorossa, quella dell'Ajax, una nuvola arancione, quella dell'Olanda. Con portieri che, una volta aboliti i ruoli specifici, si erano riciclati da liberi, interpretando la parte in maniera più spregiudicata. L'emicrania non venne soltanto a Maldini. Venne agli inglesi la prima volta che affrontarono l'Olanda di Michels, le punte scattavano sul risaputo lancio dalle retrovie e la nuvola arancione li aveva messi in offside non di tre, ma di dieci-quindici metri. Venne al sommo Brera, cui quei satanassi mandarono all'aria tutti i parametri atletici e tattici sino a li' elaborati: e Brera se ne vendicò ribattezzandoli «cicale» dopo la finale mondiale persa nel '74 dai tedeschi padroni di casa. È vero, nell'albo d'oro ci sono le formiche, che ad ogni buon conto si chiamavano Beckenbauer, Muller, Overath, Breitner, Mayer. Ma nell'archivio delle emozioni indimenticabili restano loro, restano quei 16 tocchi consecutivi olandesi dal fischio d'avvio al fallo di Vogts su Cruyff in area germanica. Il primo tedesco a toccare il pallone in quella finale fu Muller, riavviando il gioco dal disco di centrocampo dopo il rigore di Neeskens. Il generale Michels si prese la rivincita quattordici anni più tardi quando, sullo stesso campo, l'Olympiastadion di Monaco, decorò la bacheca olandese dell'unico trofeo conquistato sin qui, l'Europeo '88, firmato da una storica prodezza di Van Basten. Ma fu un indennizzo tardivo e mai fino in fondo assaporato. Perché pur nel rispetto di una matrice di massima, quella non era più la sua Olanda-totale. Tant'è vero che il suo fuoriclasse, Van Basten, era pienamente classificabile, in quanto prototipo del centravanti moderno: a differenza del fenomeno d'un tempo, Cruyff, che segnava sì a mitraglia ma che nessuno ha mai saputo battezzare se non come uomo-ovunque.”

Gigi Garanzini (1948) giornalista, scrittore e conduttore radiofonico italiano

4 marzo 2005

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“Alcuni più che vecchi muoiono tardi.”

Eros Drusiani (1954) cabarettista e scrittore italiano
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“Se cerchi incessantemente la varietà, presto o tardi scoprirai di aver bisogno di più saggezza.”

Fausto Cercignani (1941) filologo, critico letterario e poeta italiano

p. 56

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“L'ideale è morire giovani il più tardi possibile.”

Ashley Montagu (1905–1999) antropologo e saggista inglese

Origine: Citato in Focus N. 106, p. 148

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“Il mio Piano di rinascita? Vedo che vent'anni dopo questa Bicamerale [la Bicamerale D'Alema] lo sta copiando pezzo per pezzo, con la bozza Boato. Meglio tardi che mai. Mi dovrebbero almeno dare il copyright…”

Licio Gelli (1919–2015) faccendiere e giornalista italiano

da Il Borghese, aprile 1997
Origine: Citato in Marco Travaglio, Ad personam, Chiarelettere, Milano, 2010, pp. 119-120. ISBN 978-88-6190-104-9.

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“È il tempo la nostra prigione. Il troppo presto, il troppo tardi, il troppo breve e troppo poco.”

Concita De Gregorio (1963) giornalista e scrittrice italiana

Origine: Mi sa che fuori è primavera, p. 95

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“Presto fu tardi nella mia vita.”

libro L'amante

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“Il bene viene sempre troppo tardi, diventa realtà troppo tardi, quando non si è più capaci di goderne.”

Thomas Mann (1875–1955) scrittore e saggista tedesco

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“Quando ci si accorge del Favoloso Universo del trash è ormai troppo tardi per poterne fare ancora parte. Quando si è trash non si sa mai di esserlo. Non appena, però, nasce un primo fugace bagliore di rivelazione, quando ci si comincia a porre domande sulla struttura degli eventi estetici che costellano la nostra vita, ecco che si abbandona all'istante la Rutilante Galassia del trash.”

Parte prima: Giovani salmoni del trash. 7. Trash, Camp & Kitsch, p. 17
Andy Warhol era un coatto
Variante: Quando ci si accorge del Favoloso Universo del trash è ormai troppo tardi per poterne fare ancora parte. Quando si è trash non si sa mai di esserlo. Non appena, però, nasce un primo fugace bagliore di rivelazione, quando ci si comincia a porre domande sulla struttura degli eventi estetici che costellano la nostra vita, ecco che si abbandona all'istante la Rutilante Galassia del trash. (Parte prima: Giovani salmoni del trash. 7. Trash, Camp & Kitsch, p. 17)

Questa traduzione è in attesa di revisione. È corretto?
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“Come è potuto farsi così tardi così presto?”

Dr. Seuss (1904–1991) scrittore e fumettista statunitense
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“Sebbene vivessimo in grandi ristrettezze, mio padre desiderava che nella scelta della professione seguissi unicamente la mia vocazione. In quegli anni giovanili non sentivo alcuna predilezione speciale per la professione medica, né ebbi del resto a sentirla in seguito. Mi dominava piuttosto una specie di brama di sapere che, però, si riferiva più ai fenomeni umani che agli oggetti naturali … Lo studio precoce e approfondito della storia biblica, iniziato appena ebbi imparato a leggere, ha avuto, come potei riconoscere assai più tardi, un notevole peso nel determinare l'indirizzo dei miei interessi. Sotto l'influsso potente di una amicizia con un compagno di ginnasio un po' più vecchio di me (che in seguito è diventato famoso come uomo politico) mi ero messo in mente di intraprendere anch'io gli studi giuridici e di occuparmi di problemi sociali. Contemporaneamente, però, mi attraeva enormemente la teoria di Darwin, allora molto in voga, perché sembrava promettere uno straordinario progresso nella comprensione del mondo. L'illustrazione del bel saggio goethiano La natura, che udii poco prima dell'esame di maturità in una conferenza di volgarizzazione scientifica tenuta da Carl Brühl, mi fece decidere, infine, a iscrivermi alla facoltà di medicina.”

Sigmund Freud (1856–1939) neurologo e psicoanalista austriaco, fondatore della psicoanalisi

Origine: Autobiografia (1925), p. 76 e s.

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“I selvaggi hanno dei vizi. È per mezzo di questi che li conquista più tardi la civiltà.”

Victor Hugo (1802–1885) scrittore francese

1973
Il Novantatré

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“[Sul figlio Martin Amis] È intelligente, vedi, ma è anche un fottutissimo idiota, anzi peggio, molto peggio, perché lo è diventato tardi nella vita.”

Kingsley Amis (1922–1995) poeta, scrittore, critico letterario

Origine: Da una lettera a Philip Larkin; citato in Martin Amis: vi racconto i miei drammi https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/2000/giugno/07/MARTIN_AMIS_RACCONTO_MIEI_DRAMMI_co_0_0006075899.shtml, Corriere della Sera, 7 giugno 2000.

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“L'uomo è una creatura che sa presto, ma mette in pratica tardi.”

Johann Wolfgang von Goethe (1749–1832) drammaturgo, poeta, saggista, scrittore, pittore, teologo, filosofo, umanista, scienziato, critico d'arte e…

ed. 1973

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“Più noi amiamo e meno dobbiam lasciar scorgere a un uomo, soprattutto al marito, l'intensità del nostro affetto. Chi ama di più diventa schiavo e, peggio, è abbandonato presto o tardi.”

Honoré De Balzac (1799–1850) scrittore, drammaturgo e critico letterario francese

Origine: All'insegna del gatto che gioca alla palla, p. 99

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“Non vi ripugna questa congiura del mondo? C'è un solo sentimento che esso non condanni? Gli istinti più nobili, le simpatie più pure sono perseguitati, calunniati, e se si trovano due povere anime, tutto è organizzato perché non possano incontrarsi. Eppure esse tenteranno, sbatteranno le ali, si lanceranno richiami. Facciano pure!
Presto o tardi, fra sei mesi o dieci anni potranno riunirsi, amarsi, perché lo esige la fatalità, perché sono nate l'una per l'altra.”

Gustave Flaubert (1821–1880) scrittore francese

La signora Bovary
Variante: "Non vi ripugna questa congiura del mondo? C'è un solo sentimento che esso non condanni? Gli istinti più nobili, le simpatie più pure sono perseguitati, calunniati, e se si trovano due povere anime, tutto è organizzato perché non possano incontrarsi. Eppure esse tenteranno, sbatteranno le ali, si lanceranno richiami. Facciano pure!
Presto o tardi, fra sei mesi o dieci anni potranno riunirsi, amarsi, perché lo esige la fatalità, perché sono nate l'una per l'altra".

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“… in ogni uomo si nasconde un essere umano che presto o tardi finirà per venir fuori.”

Romain Gary (1914–1980) scrittore francese

Origine: L'angoscia del re Salomone, p. 114

“… c'è un momento … in cui cominci a capire che è troppo tardi, che la vita non ti rimborserà mai, ed è l'angoscia …”

Romain Gary (1914–1980) scrittore francese

Origine: L'angoscia del re Salomone, p. 159

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