Frasi su volte
pagina 21

“[Su Giacomo Marchini] Temperante in tutto fino all'astinenza, fidissimo nelle amicizie, facile alla stima e all'affetto, entusiasta del bene, coraggioso, virilmente fermo nelle cose importanti, remissivo e a volte anche un po' trasandato nelle altre, tal era Giacomo Marchini, uomo di virtù antiche, sceso perciò nel sepocro nè ricco, nè celebre.”

Aristide Gabelli (1830–1891) pedagogista italiano

Origine: Citato in Emilio De Marchi, Le quattro stagioni, Lampi di stampa [1892], 2004, pp. 83-84 https://books.google.it/books?id=sQjPAgAAQBAJ&pg=PA84&dq=giacomo+marchini&hl=it&sa=X&ved=0CCgQ6AEwAmoVChMI1rXS3qTHxwIVBrgUCh0ATw26#v=onepage&q=giacomo%20marchini&f=false, ISBN 9788848803014

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“[Alla domanda: "Ha delle storie preferite [di Wolverine]?"] Arma X, per esempio… Non avevo mai compreso cosa fosse finché non l'ho letta un paio di volte. Da un punto di vista puramente storico, l'avevo sempre considerata al di sotto delle cose di Miller, prima che mi rendessi conto che era stata realizzata prima che Miller sviluppasse quel suo stile. Ha esercitato un'influenza enorme su un sacco di gente. In Arma X c'è un approfondimento notevole per questo personaggio e nessuno lo aveva mai fatto prima, ed è proprio ciò che voglio fare. È un tizio con un olfatto diverso dal nostro e un udito che gli permette di sentire cose diverse dagli altri. Windsor-Smith ha capito perfettamente il lato animale di Wolverine, pur continuando a conservarne l'umanità negli occhi, nello sguardo. Anch'io voglio continuare a farlo il più elastico e sfaccettato possibile, perché una delle cose che capitano con questi personaggi tosti e un po' carogne è che spesso finiscono con l'essere scritti troppo seriamente. Credo che anche il lato "samurai" di Wolverine sia estremamente interessante. È uno dei buoni che spera e che lotta sempre per il meglio e che per tutta la vita ha sempre ricevuto fregature. Ma la cosa che fa di lui un eroe è che non ha perso la speranza: ancora collabora con gli X-Men e li ha molto a cuore, perché è convinto che nessuno dovrebbe avere paura per come è fatto.”

Mark Millar (1969) fumettista scozzese

Intervista su Wolverine

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“Il mio pensiero va al ragazzo di diciott'anni di Bari che martedì scorso ha fatto il gesto estremo di lanciarsi sotto un treno perché aveva confidato agli amici che, dopo essersi dichiarato in famiglia, i genitori non lo accettavano. Lui non si rassegnava, aveva un fidanzato, ha lottato, ma non ce l'ha fatta. Era insopportabile l'idea di non essere accettato per ciò che era: un ragazzo come gli altri, un ragazzo di diciott'anni che amava un altro ragazzo. Come lui ce ne sono tanti di ragazzi che non ce l'hanno fatta a reagire. Essere respinti a quell'età per ciò che si è rappresenta un dramma che, a volte, appare insuperabile, soprattutto a quell'età. Tutti abbiamo bisogno di essere accettati dalla scuola, dalla società, dalla famiglia. Immagino cosa possa aver provato quel ragazzo, capisco bene quelle sue paure: anch'io ero terrorizzato che mia madre e mio padre non mi accettassero. Pensavo alle cose più brutte. Io sono stato fortunato, e per questo li ringrazio. […] Loro sono stati dalla mia parte da subito, altri sono stati meno fortunati; ed è anche per questo che la legge sulle unioni civili non è soltanto un istituto giuridico che dà diritti e chiede doveri, ma è una legge che fa cultura, che migliorerà la nostra società e che aiuterà anche tanti genitori a non vergognarsi più dei propri figli, accettandoli anziché rifiutarli, e che sancirà, una volta per tutte, che gli omosessuali non sono più dei fantasmi, ma cittadini a cui riconoscere il diritto alla felicità come a tutti gli altri, permettendo loro di progettare un futuro insieme. Colleghi, cosa si guadagna, del resto, nel continuare a impedire la felicità degli altri? Cosa perdiamo nell'ammettere la possibilità che una coppia di persone che si amano venga tutelata dall'assunzione reciproca di diritti e di doveri stabiliti dalla legge? La risposta è sempre la stessa: nulla.”

Alessandro Zan (1973) politico e attivista italiano

da un intervento alla Camera durante la votazione del ddl Cirinnà, 11 maggio 2016
Origine: Visibile al minuto 03:45 di Unioni Civili: Alessandro Zan annuncia il voto favorevole del Partito Democratico https://www.youtube.com/watch?v=XHJLneydSsc, YouTube.com, 11 maggio 2016; citato in Resoconto stenografico dell'Assemblea Seduta n. 622 di mercoledì 11 maggio 2016 http://www.camera.it/leg17/410?idSeduta=0622&tipo=stenografico, Camera.it, 11 maggio 2016, pp. 69-70.

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“Il Ciambellano fece una profonda quanto ironica riverenza all'onnisciente Imperatore. Protendendo il braccio offrì Kira al trono cominciando nel contempo un lungo e minuzioso sproloquio su come fosse riuscito a scovarla e a catturarla grazie alla sua abilità e scaltrezza. Avrebbe voluto continuare aggiungendo un'agghiacciante descrizione del destino degli Skeksis se lui non fosse riuscito nell'impresa, quando fu interrotto dal Maestro delle Cerimonie.
– Kelffinks Krakweekah! – strillò, indicando Kira, e si passò un artiglio di traverso alla gola per indicare quello che si proponeva di farle. Il Maestro delle Cerimonie aveva già fatto un passo avanti per afferrare la vittima destinata al sacrificio, quando il Generale dei Garthim lo fermò alzando lo scettro.
Il Maestro delle Cerimonie rimase dov'era, ma sfoderò egualmente il lungo e acuminato coltello sacrificale, che tenne pronto mentre fissava il Generale dei Garthim. Gesto e occhiata erano inequivocabili.
Intanto, il Ciambellano non era rimasto solo a guardare, e aveva cominciato a protestare: il Ghelfling era suo prigioniero e spettava a lui decidere cosa farne.
Il Generale dei Garthim chiamò a sé con un cenno lo Scienziato, e gli mormorò qualcosa a bassa voce. Lo Scienziato annuì più volte. Poi il Generale dei Garthim si rivolse all'assemblea e dichiarò: – Kelffinks na Rakkash!
Non tutti gli Skeksis approvarono la decisione. Qualcuno dubitava dell'abilità dello Scienziato. L'Artista, per esempio, aveva già pensato a come poteva servirsi della testa di Kira. Il Buongustaio pregustava già il sapore del resto del corpo, e tutti sapevano perfettamente quali erano le vere intenzioni del Generale dei Garthim. Forse, il vecchio Imperatore era morto per mancanza di vliya Ghelfling. Adesso, se lo Scienziato avesse trovato il modo di allevare i Ghelfling in cattività, con una produzione regolare di vliya, la salute del nuovo Imperatore non avrebbe più avuto nulla da temere, e lui sarebbe rimasto per sempre saldamente sul trono. Ma, come stava blaterando in quel momento il Maestro delle Cerimonie, lo Scienziato era capace solo di ottenere qualche risultato con i Podling, e basta. Inoltre, tutti lo consideravano un pazzo che si era automutilato. Non sarebbe stato meglio per tutti, chiese il Maestro delle Cerimonie, festeggiare la loro raggiunta salvezza col coltello sacrificale che lui impugnava?
Al Generale dei Garthim non piaceva come si stavano mettendo le cose. Lui stesso non nutriva un'eccessiva stima nei confronti dello Scienziato, però riteneva che gli altri lo stimassero. Quale di loro si sarebbe tagliato una mano o una gamba per puro amore della scienza?”

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“Tre volte senza patria, sono un boemo tra gli austriaci, austriaco tra i tedeschi, ed ebreo tra i popoli del mondo.”

Gustav Mahler (1860–1911) compositore e direttore d'orchestra austriaco di origine boema

Origine: Citato in Enzo Biagi, 1935 e dintorni, Mondadori, Milano, 1982, p. 182.

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“È tempo che tutti i popoli si preparino alle supreme battaglie.
Su dunque; voi pure stringetevi [popoli slavi] in un popolo solo, dimenticate odi, discordie, pregiudizi di religione e di razza. E accoglietevi in un solo pensiero di vendetta e libertà, e fate impeto irresistibile contro i vostri oppressori. Non prestate ascolto alle mendaci promesse della diplomazia; diffidate de' suoi artifici, delle sue scaltrezze. Vi tradì, vi vendette cento volte; se la soffrite, vi tradirà e vi venderà ancora. Fidate soltanto nel vostro valore, nelle vostre armi, nella vostra concordia, e fidate nei popoli che, come voi, vogliono la libertà e combattono per ottenerla. Tutte le nazioni sono sorelle; esse non hanno cupidigie, ambizioni liberticide; ciascuno vuole la sua parte di terra e di sole; ciascuna aiuterà le altre a ottenerla.
È dovere dei popoli liberi, e che vogliono essere tali, di accorrere dovunque si combatte per i diritti delle nazioni, dovunque s'innalza la bandiera della libertà. […] La causa della libertà è una sola, qualunque sia il nemico che la combatta, qualunque il popolo che la difende, qualunque sia il colore della bandiera sotto cui si schierano gli eserciti. Quando tutti i popoli abbiano intesa questa verità, che la storia e l'esperienza dovrebbe ormai aver loro insegnata, quando pratichiamo davvero questa santa legge di fratellanza e di comune difesa, il regno del dispotismo sarà finito per sempre sulla terra.”

Giuseppe Garibaldi (1807–1882) generale, patriota e condottiero italiano

Alle genti slave sotto la dominazione austriaca e ottomana, Palermo, 23 luglio 1862; pp. 274-275
Scritti politici e militari, ricordi e pensieri inediti

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“L’amore è o animale, o razionale. L’amore animale ha tutti i fenomeni d’una febbretta, quando è nel suo aumento: frequenza ed espansione di polsi, palpitazioni di cuori più sensibili, inquietudine di tutta la macchina, deliri, sogni, guance rubiconde, ecc. E quando quest’amore tira a lungo senza conseguire il desiderato fine, genera i segni d’una febbre continuata per lungo tempo: inappetenza, lassezza, pallore, emaciamento, lentezza e bassezza di polsi, debolezza e vacillamento di testa, e delle volte una morte etica. Dunque l’amore ha la sua sede e cagion fisica nel diaframma, nel cuore e nel sangue. I primi moti di quest’amore sono dolcemente piacevoli per quelle momentanee e continuate pressioncine nascenti e cadenti in tempi cortissimi ed eguali, per la forza dell’immagine dell’oggetto amato. Ma continuando poi, le percosse divengono più forti e lunghe; ond’è che essendo le cadute momentanee, comincia a prevalere la premitura dolorosa, e con ciò la tristezza e la malinconia. Così anche un vento mediocre, se continua, prima increspa il mare, poi fa che ondeggi, e ultimamente tempesti. In fatti l’amore quando tira a lungo, se vi si mischia la disperazione di conseguire il bene che si ama, diventa, come nelle febbri acute, frenesia: e dove venga ad unirsi la gelosia, furore.”

Antonio Genovesi (1713–1769) scrittore, filosofo e economista italiano

da Logica e metafisica

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“A volte ho la sensazione che Che Guevara sia ritratto su più oggetti di Topolino. Parlo di magliette e simili”

Jay Nordlinger (1963) giornalista statunitense

ma soprattutto magliette
Origine: Da Che Chic http://www.nationalreview.com/article/215531/che-chic-jay-nordlinger, National Review, 31 dicembre 2004; traduzione di Barbara Mennitti in PaoloGuzzanti.it http://www.paologuzzanti.it/?p=709, 11 maggio 2008.

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“So che Annie Lennox ha salvato la mia vita un bel po' di volte, e non lo dimentico mai. Il ricordo più vivido è svegliarsi a letto con lei e trovare uno degli Hells Angels inginocchiato su di me con lo speed su un coltello a scatto. Lei l'ha fatto andare via.”

David A. Stewart (1952) musicista britannico

I know that Annie Lennox has saved my life quite a few times, and I never forget that. The most vivid memory is waking up in bed with her to find a Hell's Angel kneeling over me with speed on a flick knife. She made him leave.
Origine: Cfr.: Hells Angels
Origine: Cfr.: speed; anfetamina.

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“Signor Presidente, resto ancora allibito dal fatto che, più volte chiamato in causa, il Ministro [Anna Maria Cancellieri] non si sia ancora presentato e allora ci sarebbe un motivo valido per rinominare proprio il dicastero: non è più il Ministero della giustizia il suo, è il Ministero dell'ingiustizia.”

Emanuele Prataviera (1985) politico italiano

Origine: Citato in Camera dei Deputati della Repubblica Italiana – XVII Legislatura – Resoconto stenografico dell'Assemblea - Seduta n. 44 del 2 luglio 2013 http://documenti.camera.it/leg17/resoconti/assemblea/html/sed0044/stenografico.pdf – Seguito della discussione del testo unificato delle proposte di legge: Ferranti ed altri; Costa: Delega al Governo in materia di pene detentive non carcerarie e disposizioni in materia di sospensione del procedimento con messa alla prova e nei confronti degli irreperibili (A.C. 331-927-A). Roma, 2 luglio 2013.

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“La Sapiente fissò Lan a lungo, in silenzio; poi riempì di tè una tazza e gliela portò. Lui allungò la mano e mormorò un ringraziamento, ma Nynaeve non lasciò subito la tazza. «Avrei dovuto capire che eri un re» disse pi-ano. Tenne lo sguardo sul viso del Custode, ma la voce tremò un poco.
Lan la guardò con uguale intensità. A Rand parve che il viso del Custode si addolcisse davvero. «Non sono un re, Nynaeve. Sono soltanto un uomo. Un uomo che possiede meno del campicello del più misero contadino.»
La voce di Nynaeve divenne più ferma. «A volte una donna non chiede terre né oro. Solo l'uomo.»
«E l'uomo che le chiedesse d'accettare così poco, non sarebbe degno di lei. Sei una donna notevole, bella come l'aurora, fiera come un guerriero. Sei una leonessa, Sapiente.»
«Le Sapienti raramente si sposano.» Nynaeve s'interruppe per inspirare a fondo, come per rafforzarsi. «Ma se andrò a Tar Valon, forse sarò diversa dalle Sapienti.»
«Le Aes Sedai si sposano altrettanto raramente. Pochi uomini possono vivere con una moglie in possesso di tanto potere. Si sentono sminuiti dal suo splendore, anche non volendolo.»
«Alcuni hanno la forza sufficiente. Io ne conosco uno.» Il suo sguardo rivelò con chiarezza a chi si riferiva, ammesso che ci fossero dubbi.
«Ho soltanto una spada e una guerra che non posso vincere ma che devo combattere.»
«Ti ho detto che il resto non m'interessa. Luce santa, mi hai già spinta a dire più di quanto non sia corretto. Mi umilierai al punto da costringermi a chiedere?»
«Non ti umilierò mai.» Il tono gentile, simile a una carezza, parve bizzarro, sulle labbra dal Custode, ma fece risplendere gli occhi di Nynaeve. «Odierò l'uomo da te scelto perché non sarò io e l'amerò se ti farà sorridere. Nessuna donna merita come dono di nozze la certezza del lutto di vedova; e tu, meno di tutte.»”

Robert Jordan (1948–2007) scrittore statunitense

Nynaeve al'Meara e Lan Madragoran, capitolo 48
La ruota del tempo. L'occhio del mondo

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“A volte questa mentalità sorprende chi viene alla Juve. La Juventus è qualcosa di diverso dalle altre squadre, è uno stile di vita che parte dal modo con cui ci si allena, sempre al massimo, sempre con la concentrazione altissima, e arriva anche al comportamento fuori dal campo. Alcuni giocatori vengono a dirci: adesso capisco perché la Juventus vince sempre, da fuori è difficile capire certi meccanismi, quando sei dentro tutto appare chiaro.”

Pavel Nedvěd (1972) dirigente sportivo e ex calciatore ceco

Origine: Da un'intervista rilasciata a Tuttosport, citato in Perché la Juventus vince sempre? Nedved lo ha visto: "Da dentro tutto appare chiaro" http://www.goal.com/it/news/14712/qualificazioni-mondiali-2018/2016/10/11/28364212/perch%C3%A9-la-juventus-vince-sempre-nedved-lo-ha-visto-da-dentro, Goal.com, 11 ottobre 2016.

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“Il gallo non canta, se prima tre volte non batte l'ali; il papagallo, nel mutarsi pe' rami, non mette i piè, dove non ha prima messo il becco.”

Leonardo Da Vinci (1452–1519) pittore, ingegnere e scienziato italiano

Dell'antivedere; 1979, p. 72
Bestiario o Le allegorie

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“Maestro, cosa succede?
UrSu ansimò prima di rispondere.
– Nacqui… – disse, e il resto della frase si perse in un mormorìo indistinto.
Jen piegò la testa per indicare che non aveva capito. Il Maestro agitò debolmente una mano come a dirgli di aver pazienza, e finalmente riuscì a mormorare: – Nacqui sotto un cielo tempestoso.
Jen deglutì a vuoto, sforzandosi di mantenere la calma. – Per favore – disse. – Sono io, Jen.
Il vecchio saggio tornò a sollevare la mano, e mosse le labbra come per guidare le parole. – Un Cristallo cantava… – ansimò. – Un Cristallo cantava i tre divenuti uno. La colonna oscura, la colonna, la colonna rosea… e la luce…
Jen si avvicinò, chinandosi per parlargli.
– Ascolta – mormorò il Maestro. – Devi capire. Tu devi… Dopo novecentonovantanove triadi più una triade… La Grande Congiunzione, cantava il Cristallo… Io nacqui, ah… anche Skeksis…
Jen rimaneva lì immobile, timoroso all'idea che la sua vita dovesse cambiare, smarrito al pensiero delle responsabilità che, nel suo sconnesso mormorìo, il Maestro dava l'impressione di volergli imporre. Non aveva idea del significato di quei frammenti di cognizioni – se si trattava di cognizioni e non di parole prive di senso mormorate da un essere agonizzante – più di quanto non riuscisse a immaginare cosa avrebbe potuto fare per venire in aiuto al suo Maestro.
– Sei malato. Devi riposare – gli disse.
Se riusciva a calmarlo, sarebbe andato a chiamare UrIm il Guaritore, che, con la sua sensibilità all'aura, avrebbe imposto le mani e poi forse tutto sarebbe tornato come prima.
UrSu non l'aveva sentito. – Tre volte sei erano gli urSkeks – proseguì cantilenando, come se così gli riuscisse meglio di respirare. – Oscuro il Cristallo, oh… Tempestoso il cielo, grande dolore, gli Skeksis, essi… Male, oscurità, il loro governo…
Jen si sforzava di dare un senso a quelle parole sconnesse, perché il Maestro gli aveva detto che doveva capire, ma nello stesso tempo era disperato perché s'era reso conto che UrIm, che aveva visto sulla soglia della caverna, doveva aver già visitato il suo Maestro, e se si era allontanato significava che non c'era più niente da fare.
– Grande potere – continuò lentamente urSu dopo aver ripreso fiato. – Non ancora, non rinnovato, non Skeksis, non se i Ghelfling, tu, ah… – emise un gemito di dolore.”

Tu lo renderai intero, tu devi, tu devi, tutto intero, Ghelfling. Di nuovo.
Dark Crystal

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“[«Perché è dalla parte dei melomani?»] Rispetto al pop, sono più colti e capaci di criticare. Il melodramma in passato fu dissacrante e rivoluzionario, oggi viene visto come la culla della conservazione ed è un errore. Molte volte i modernisti fanno pacchianate deformanti che non rispecchiano l'autenticità dell'opera. E i melomani fischiano, giustamente.”

Morgan (1972) cantautore, polistrumentista e disc jockey italiano

Citazioni di Morgan
Origine: Dall'intervista di Valerio Cappelli, Morgan attacca la tv «Un'ossessione, basta» http://www.corriere.it/spettacoli/12_agosto_15/morgan-attacca-tv-ossessione-cappelli_aa468ec6-e6a9-11e1-aa6d-129c31caec0a.shtml, Corriere.it, 15 agosto 2012

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“Per troppo tempo ti sei nascosto da me.»
Rand si girò di scatto, ansimando. L'attimo prima era da solo, ma ora, fermo davanti alla porta-finestra, c'era Ba'alzamon. Quando parlò, caverne di fiamma presero il posto degli occhi e della bocca.
«Per troppo tempo, ma ormai non più.»
«Nego che tu abbia potere su di me» disse Rand, rauco. «Nego la tua esistenza.»
Ba'alzamon si mise a ridere. «Credi che sia così facile? Ma a dire il vero l'hai sempre creduto. Ogni volta che ci siamo confrontati, hai creduto di potermi sfidare.»
«Cosa vuol dire, ogni volta? Ti nego!»
«Lo dici sempre. All'inizio. Questo scontro fra noi si è già verificato innumerevoli volte. Ogni volta hai un viso diverso e un altro nome, ma sei sempre tu.»
«Ti nego!» Fu un bisbiglio di disperazione.
«Ogni volta scagli contro di me la tua misera forza e ogni volta, alla fine, capisci chi è il padrone. Epoca dopo Epoca, t'inginocchi davanti a me, o muori col rimpianto di non avere ancora la forza d'inginocchiarti. Povero sciocco, non puoi mai vincere, contro di me.»
«Bugiardo! Padre delle Menzogne. Padre degli Sciocchi, se non sai fare di meglio. Gli uomini ti trovarono, nell'ultima Epoca, l'Epoca Leggendaria, e ti legarono nel luogo cui appartieni.»
Ba'alzamon rise di nuovo, di scherno; Rand avrebbe voluto tapparsi le orecchie per non udirlo, ma si costrinse a non muovere le mani. Però gli tremavano, quando infine la risata terminò.
«Verme, tu non sai niente. Ignorante come uno scarafaggio sotto una pietra, schiacciato con altrettanta facilità. Questa lotta prosegue dal momento della creazione. Gli uomini pensano sempre che sia una guerra nuova, ma è sempre la stessa, riscoperta. Solo ora il mutamento soffia nel vento del tempo. Stavolta non ci sarà ritorno. Quelle orgogliose Aes Sedai che pensano di potersi opporre a me… le vestirò di catene e le manderò a correre nude per ubbidire al mio volere, o riempirò delle loro anime il Pozzo del Destino, dove urleranno per l'eternità. Tutte, tranne coloro che già mi servono. Loro staranno solo un gradino al di sotto di me. Puoi scegliere di stare con loro, mentre il mondo striscia ai tuoi piedi. Per l'ultima volta, ti offro la possibilità. Sarai al di sopra di loro, al di sopra d'ogni potere e d'ogni dominazione, a parte me. Ci sono state delle volte in cui hai fatto questa scelta e sei vissuto abbastanza a lungo da conoscere il tuo potere.»
Negalo! Rand si afferrò a quel che poteva negare. «Non ci sono Aes Sedai al tuo servizio. Un'altra menzogna!»
«Così t'hanno detto? Duemila anni fa, con i miei Trolloc, girai il mondo e persino fra le Aes Sedai trovai anime che conoscevano la disperazione, che sapevano che il mondo non poteva opporsi a Shai'tan. Per duemila anni l'Ajah Nera è vissuta fra le altre, invisibile, nell'ombra. Forse comprende perfino coloro che sostengono d'aiutarti.”

Robert Jordan (1948–2007) scrittore statunitense

Rand al'Thor e Ba'alzamon, capitolo 43
La ruota del tempo. L'occhio del mondo

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“[Parlando di Maria Elena Boschi] Dal 2011 fino al commissariamento dell'11 febbraio 2015, a causa di un buco di tre miliardi (sei volte il patrimonio netto) il padre, Pierluigi Boschi, era nel consiglio d'amministrazione di Banca Etruria diventando presidente non appena la figlia diventava Ministro. Non solo, il ministro era azionista e suo fratello era un dipendente della banca.Banca Etruria venne commissariata, ma le obbligazioni subordinate vennero ancora vendute a ignari e incolpevoli risparmiatori. Banca d'Italia, constatando, poi, le forti criticità crescenti e una situazione disastrosa, infliggeva multe per due milioni e mezzo di euro al consiglio d'amministrazione e, di questi, 144.000 anche a Pierluigi Boschi, per carente organizzazione nei controlli interni, carente gestione e controllo del credito, violazioni in materia di trasparenza, omesse e inesatte segnalazioni.
Banca Etruria era una banca morta molto prima del commissariamento, eppure si continuava a spendere fino a 15 milioni di euro l'anno in consulenze esterne.
Da fine ottobre 2014 a gennaio 2015 scoppia la crisi della Banca, ma molti, di colpo, si mettono a comprare azioni, convinti che da marzo quelle azioni varranno molto di più. Come mai? Di lì a poco il Governo Renzi, tramite decreto, trasformava le banche popolari con almeno 8 miliardi di attivo in società per azioni e a guadagnarci di più è proprio Banca Etruria, che registra in borsa la miglior performance dell'anno: più 62 per cento in poco tempo.
La ministra Boschi, durante il Consiglio dei ministri che varava rapidamente il decreto, non c'era, era assente, ma qui la sua presenza si sente eccome, perché il Governo è una squadra e ognuno ha il suo compito.”

Giovanni Endrizzi (1962) politico italiano
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“In ogni caprese c'è un fondo antico e genuino che si sente nel dialetto stretto e nella scontrosa e a volte brusca natura contadina, e una realtà più sciolta e disinvolta acquisita dal rapporto con gli ospiti stranieri che hanno amato e celebrato l'isola.”

Raffaele La Capria (1922) scrittore italiano

Origine: Da Capri, la memoria di un'Isola-Stato https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/2009/settembre/28/CAPRI_MEMORIA_ISOLA_STATO_co_9_090928023.shtml, Corriere della sera, 28 settembre 2009, p. 35.

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“La centralinista che Gael ha appena assunto non ha capito per due volte consecutive che ero io a telefonare. Dovrebbe essere licenziata subito (telefono $ 2, taxi $ 3, $ 4).”

Andy Warhol (1928–1987) pittore, scultore, regista, produttore cinematografico, direttore della fotografia, attore, sceneggiatore e…

25 ottobre 1985; 1989, p. 499
I diari di Andy Wharol

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“[Sulla Sicilia] Ci sono venuto tante volte, la conosco e la amo. Palermo è bellissima, le Eolie un incanto. Però nell'isola ho girato una sola scena in tutta la carriera. Quella che apre L'arcidiavolo con Gassman. L'ambientazione dell'inferno l'ho fatta alle Gole dell'Alcantara. Un inferno nel film, un paradiso nella realtà. È la magia del cinema e della vita.”

Ettore Scola (1931–2016) regista e sceneggiatore italiano

Origine: Citato in Scola: "Quando l'Alcantara diventò l'inferno di Gassman" http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2004/07/21/scola-quando-alcantara-divento-inferno-di-gassman.html, Repubblica.it, 21 agosto 2004.

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“L'impegno della Chiesa è fondamentale per la società. […] Tante volte la religione è un fatto pubblico e l'impegno della Chiesa nella vita sociale è essenziale anche da un punto di vista della società civile.”

Giorgio Napolitano (1925) 11º Presidente della Repubblica Italiana

Origine: Citato in Corriere della sera http://www.corriere.it/cronache/09_dicembre_08/bertone-tettamanzi-grande-pastore_c8e325ce-e3e1-11de-8eb6-00144f02aabc.shtml, 8 dicembre 2009.

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“In tempi in cui il problema morale trovava solo soluzioni negative e il concetto stesso di umanità veniva messo in dubbio, ho pensato a Lei e mi sono rasserenato e rafforzato. Quante volte ho l'impressione di vederLa dinanzi a me e ascoltare la Sua voce.”

Leo Baeck (1873–1956) rabbino, filosofo e educatore tedesco

Origine: Da una lettera ad Albert Einstein in occasione del suo 75° compleanno, 17 marzo 1954; citato in Albert Einstein, Il lato umano: spunti per un ritratto (tit. or.: The Human Side), a cura di Helen Dukas e Banesh Hoffmann, traduzione di Annamaria Gilberti, Einaudi, Torino, 1980, p. 106.

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“Nei morti sempre leggevo qualche cosa nuova e nei vivi udivo replicar mille volte mille cose vecchie.”

Anton Francesco Doni (1513–1574) letterato, editore e traduttore italiano

da I marmi

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“Ormai non ricordo più quante volte sono stato definito razzista od ignorante, per citare solo i termini più gentili.”

Edoardo Rixi (1974) politico italiano

Origine: Citato in Terrorismo islamico, interrogazione di Rixi (Lega) in Comune http://genova.ogginotizie.it/253601-terrorismo-islamico-interrogazione-di-rixi-lega-in-comune/, Genova OggiNotizie.it, 18 giugno 2013.

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“Una cosa è certa sul tifo: non è un piacere parassita, anche se tutto farebbe pensare il contrario, e chi dice che preferirebbe fare piuttosto che guardare non capisce il concetto fondamentale. Il calcio è un contesto in cui guardare diventa fare – non in senso aerobico, perché guardare una partita con il fumo che esce dalle orecchie, e poi bere e mangiare patatine per tutta la strada del ritorno è assai improbabile che ti faccia del gran bene, nel senso in cui te ne fa la ginnastica di Jane Fonda o lo sbuffare su e giù per il campo. Ma nel momento del trionfo il piacere non si irradia dai giocatori verso l'esterno fino ad arrivare ormai smorzato e fiacco a quelli come noi in cima alle gradinate; il nostro divertimento non è una versione annacquata del divertimento della squadra, anche se sono loro che segnano i gol e che salgono i gradini per incontrare la principessa Diana. La gioia che proviamo in queste occasioni non nasce dalla celebrazione delle fortune altrui, ma dalla celebrazione delle nostre; e quando veniamo disastrosamente sconfitti il dolore che ci inabissa, in realtà, è autocommiserazione, e chiunque desideri capire come si consuma il calcio deve rendersi conto prima di tutto di questo. I giocatori sono semplicemente i nostri rappresentanti, e certe volte, se guardi bene, riesci a vedere anche le barre metalliche su cui sono fissati, e le manopole alle estremità delle barre che ti permettono di muoverli. Io sono parte del club, come il club è parte di me; e dico questo perfettamente consapevole del fatto che il club mi sfrutta, non tiene in considerazione le mie opinioni, e talvolta mi tratta male, quindi la mia sensazione di unione organica non si basa su un fraintendimento confuso e romantico di come funziona il calcio professionistico.”

Nick Hornby (1957) scrittore inglese

Origine: Febbre a 90, pp. 184-185

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“Centoventi volte tu risorgi e spari. Centoventi volte tu non crolli e avanzi.”

Isabella Santacroce (1970) scrittrice italiana

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“Oggi il Senato si appresta a votare alcune mozioni sul benessere animale (giusto), dove la sperimentazione animale viene di fatto equiparata alle crudeltà (assurdo), laddove invece la sperimentazione animale ha come presupposto che gli animali non devono soffrire. Si dice che gli scienziati oggi possono usare un computer, che sarebbe più predittivo della reazione o dell'efficacia di un trattamento rispetto a un modello animale. Senza spiegare chi istruirà il computer con algoritmi (fantascientifici) tali da mimare le risposte biochimiche dell'organismo, dei suoi circuiti umorali, degli organi connessi, di ogni loro singola cellula, ciascuna con i suoi trentamila geni tradotti in centomila proteine funzionali. Non dicono come computer o cellule in un piattino di plastica possono farci capire le basi di malattie multisistemiche, l'attività dei farmaci per la depressione, per i disturbi del movimento o dell'alimentazione, l'insonnia, la Sma, la Sla, la sclerosi multipla, l'Huntington, l'Alzheimer, il diabete, etc. Se è vero che gli animali non sono sempre predittivi, come può un computer essere più predittivo? Oggi il computer K giapponese (che simula solo 1 bilione di neuroni e costa 10 milioni di dollari l'anno) è 1.500 volte più lento della biologia e necessita di 4 anni per simulare una giornata di funzionamento di pochi semplici neuroni.”

Elena Cattaneo (1962) accademica italiana e senatrice a vita

Origine: Da Perché la scienza non può rinunciare a sperimentare sugli animali http://www.repubblica.it/scienze/2015/05/05/news/perche_la_scienza_non_puo_rinunciare_a_sperimentare_sugli_animali-113592288/, Repubblica.it, 5 maggio 2015.

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