Frasi sulla morte
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“Venuta la sera, mi ritorno in casa, et entro nel mio scrittoio; et in su l'uscio mi spoglio quella veste cotidiana, piena di fango, et di loto, et mi metto panni reali et curiali; et rivestito condecentemente entro nelle antique corti degli antiqui huomini, dove, da loro ricevuto amorevolmente, mi pasco di quel cibo, che solum è mio, et che io nacqui per lui; dove io non mi vergogno parlare con loro, et domandarli della ragione delle loro actioni; et quelli per loro humanità mi rispondono; et non sento per 4 hore di tempo alcuna noia, sdimenticho ogni affanno, non temo la povertà, non mi sbigottisce la morte; tucto mi transferisco in loro.”

Niccolo Machiavelli (1469–1527) politico, scrittore, storico italiano

da Lettera a Francesco Vettori, Firenze, 10 dicembre 1513, in Tutte le opere, a c. di M. Martelli, Firenze, Sansoni, 1971; citato in Classici italiani http://www.classicitaliani.it/machiav/mac64_let_05.htm
Variante: Venuta la sera, mi ritorno a casa ed entro nel mio scrittoio; e in sull'uscio mi spoglio quella veste cotidiana, piena di fango e di loto, e mi metto panni reali e curiali; e rivestito condecentemente, entro nelle antique corti delli antiqui huomini, dove, da loro ricevuto amorevolmente, mi pasco di quel cibo che solum è mio e ch'io nacqui per lui; dove io non mi vergogno parlare con loro e domandarli della ragione delle loro azioni; e quelli per loro humanità mi rispondono; e non sento per quattro hore di tempo alcuna noia, sdimentico ogni affanno, non temo la povertà, non mi sbigottisce la morte: tutto mi transferisco in loro.

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“Ci sono tante corde pronte | tante belle finestre spalancate | e il ponte Sisto ti è così vicino: | e tu, per darti morte, hai scelto nozze.”

1971; VI, 30
Ferre potes dominam salvis tot restibus ullam, | cum pateant altae caligantesque fenestrae, | cum tibi vicinum se praebat Aemilius pons?
Satire

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“Se mai mi utilizzate in un libro, romanzate, romanzate! Se no, tutto odorerebbe di morte, dalla A alla Z.”

Maxence Van Der Meersch (1907–1951) scrittore

Origine: Perché non sanno quello che fanno, p. 133

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“Quando le sinagoghe e i cimiteri ebraici devono essere sorvegliati come nei paesi islamici dove i mausolei cristiani ed ebraici sono distrutti perché la libertà di espressione e di fede non è un diritto costituzionale, questa è Eurabia. Il dialogo euro-arabo ha importato in Europa la tradizione anticristiana e antiebraica dell'islam inscritta nell'ideologia jihadista da tredici secoli. Quando in Europa critici dell'islam, musulmani e non musulmani, devono nascondersi o vivere sotto la protezione delle guardie del corpo, come Geert Wilders e molti altri, questa è Eurabia. Le celebri caricature di Flemming Rose, riprese anche da altri giornali, a cui hanno fatto seguito le minacce di morte al filosofo francese Robert Redeker, autore di un articolo, ritenuto blasfemo, apparso su Le Figaro il 19 settembre 2006, hanno esasperato l'opinione pubblica. Quando l'insegnamento nelle università, nella cultura, nell'editoria viene controllato in gran parte dalla Anna Lindh Foundation o dalla Alleanza delle civilizzazioni (strumento dell'Organizzazione della conferenza islamica, ndr), questa è Eurabia. Quando i bambini ebrei non possono frequentare una scuola pubblica senza essere aggrediti e i ragazzi ebrei sono minacciati per strada, o rapiti e uccisi come il francese Ilan Halimi, questa è Eurabia. Quando dimostrazioni islamiche di massa nelle città europee invocano la distruzione di Israele, questa è Eurabia. I nostri multiculturalisti non ci danno le chiavi per conciliare i valori della sharia con quelli della laicità europea, i contenuti della Carta islamica dei diritti umani con quelli della Dichiarazione universale, l'espandersi dell'imperialismo islamico e i principi di libertà e uguaglianza tra i popoli e tra i sessi.”

Bat Ye'or (1933) saggista egiziana

Origine: Citato in Giulio Meotti, L'eurabia è dentro di noi http://www.ilfoglio.it/articoli/2009/07/26/leurabia-e-dentro-di-noi___1-v-114624-rubriche_c154.htm, Il Foglio.it, 26 luglio 2009.

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“La morte di uno scoiattolo davanti a casa può essere più pertinente per i tuoi interessi immediati di quella di una persona in Africa.”

Mark Zuckerberg (1984) informatico e imprenditore statunitense

Origine: Citato in Andrea Granelli, Il lato oscuro del digitale, Franco Angeli, Milano, 2013, p. 98 https://books.google.it/books?id=fsGOIP3DN0EC&pg=PA98. ISBN 978-88-204-2230-1
Origine: Granelli commenta a margine della citazione: «È giusto ricordare che Zuckerberg ha rubato – forse inconsapevolmente ma comunque senza citarlo – questa massima al famoso fondatore e patron del Figaro». Hippolyte de Villemessant: «Per i miei lettori è più importante l'incendio di un solaio nel Quartiere Latino che una rivoluzione a Madrid».

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“Fischer, come Mozart per la musica, sembra essere il Gioco stesso fattosi carne. Per quanti di noi hanno seguito la sua avventura egli rimane però un eroe nel vero senso della parola, l'ultimo eroe di quest'America ferita a morte, un uomo che da solo ha saputo condurre e vincere la propria guerra, anche se a qualcuno le guerre senza morte e distruzione piacciono poco.”

Paolo Maurensig (1943) scrittore italiano

Origine: Da Fischer, una partita per dare scacco matto alla celebrità https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/2002/settembre/07/Fischer_una_partita_per_dare_co_0_0209076553.shtml, Corriere della Sera, 7 settembre 2002.

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“sulla morte di Gheddafi è un dato estremamente importante. Ascolteremo le parole del presidente Abdul Jalil. Credo che se questa fosse davvero la soluzione sarebbe una grande vittoria del popolo libico.”

Franco Frattini (1957) politico italiano

citato in Libia: Frattini, morte Gheddafi grande vittoria popolo libico http://www.adnkronos.com/mobile/Politica/news/Libia-Frattini-morte-Gheddafi-grande-vittoria-popolo-libico_3.1.2559920867.php, AdnKronos, 20 ottobre 2011

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“Noi facciamo ciò che dobbiamo, | ciò che dobbiamo, confusamente dobbiamo, | confusamente facciamo, confusamente dobbiamo, | finché scoppiamo, fisicamente scoppiamo, fisicamente scoppiamo.”

Kurt Vonnegut (1922–2007) scrittore e saggista statunitense

da Destini peggiori della morte, traduzione di Graziella Civiletti

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“Che cosa, in effetti, può trattenere un essere umano da un gesto di solidarietà che, oltretutto, non "costa" nulla, visto che ciò che viene donato non ha più, per il donatore, alcuna utilità? Ho formulato apposta la domanda in un modo così semplicistico e brutale per suggerire che la risposta – non dico la giustificazione – è da cercare su un piano che non è né quello della conoscenza razionale né, tantomeno, quello del buon senso. A nessuno di noi, credenti o non credenti, è estraneo il sogno della resurrezione dei corpi: un sogno che non riguarda tanto il nostro, di corpo (del quale, del resto, è difficile se non impossibile immaginare la non – più – esistenza), quanto quello delle persone che abbiamo amato e che non ci sono più. Fra credenti e non credenti c'è, in questo, una sola anche se, certamente, essenziale differenza: che ciò che per i secondi è un sogno, per i primi è una speranza o, almeno, la volontà di una speranza. E io credo che da questo sogno o da questa speranza discenda il desiderio struggente di "salvare" non, ripeto, il proprio corpo, ma quello dei propri cari appena scomparsi, di difenderne l'integrità, di sentire come un ulteriore strazio, come un'ulteriore separazione, come un'ulteriore perdita il fatto che esso venga immediatamente – e, come la scienza e la tecnica esigono, a morte cerebrale accertata, ma a cuore ancora battente – lacerato, diminuito, privato di sé.”

Giovanni Raboni (1932–2004) poeta, scrittore e giornalista italiano

Origine: Da Trapianti e coscienza https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/2000/aprile/01/TRAPIANTI_COSCIENZA_co_0_0004012997.shtml, Corriere della Sera, 1 aprile 2000, p. 11.

“Per me la scrittura è rivolta, io mi sento una rivoltosa, una strana guerriera spaventata e coraggiosa, da questo nasce l'idea di farmi fotografare con un maschera. L'inchiostro è la mia arma. Sì, violenza e lirismo, amore e rabbia, dolcezza e morte.”

Isabella Santacroce (1970) scrittrice italiana

Origine: Dall'intervista di Rossano Astremo, La famiglia secondo Isabella Santacroce http://web.archive.org/web/20060511034701/http://www.coolclub.it/giornale/dettaglio_interviste.asp?menu=16&submenu=0&id_interviste=39, Coolclub.it, 3 marzo 2006.

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“La morte insegna a vivere agli incorreggibili.”

Xavier Forneret (1809–1884) poeta, scrittore, giornalista, drammaturgo

Citato in Dictionnaire des citations, sous la direction de Robert Carlier, Jean-Louis Lalanne, Pierre Josserand e Samuel S. de Sacy, Citato in Le petit philosophe de poche, Textes réunis par Gabriel Pomerand

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“Questa mia predilezione per l'oscurità, per la penombra, non è come potrebbe sembrare un atteggiamento esteriore. Risponde ad un'esigenza interna comune a noi siciliani, credo, quasi a contrasto con la troppa luce che ci circonda. Rifugiarci nell'oscurità di noi stessi, ritrovare quanto abbiamo perduto, esorcizzare il tempo, la morte.”

Lucio Piccolo (1901–1969) poeta italiano

Origine: Dal video disponibile in Helga Marsala, Il meridiano della solitudine. Letteratura e nobiltà: un film sul poeta Lucio Piccolo e la Sicilia d'un secolo fa http://www.artribune.com/2015/11/il-meridiano-della-solitudine-letteratura-e-nobilta-un-film-sul-poeta-lucio-piccolo-e-la-sicilia-dun-secolo-fa/, Artribune.com, 21 novembre 2015.

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“Morte pulita – ed in fretta. | Ma che ne so della via | che il bruco ha percorso in quell'unico | istante d'agonia.”

Fernanda Romagnoli (1916–1986) poetessa italiana

da Bruco
L'anima in disparte

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“La morte è uno sverginamento. Portasse anche a una gravidanza!”

Gesualdo Bufalino (1920–1996) scrittore

Origine: Il malpensante, Gennaio, p. 10

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“Fugge dai petti l'ultima speranza: | La morte è qua. || Non un'ombra di vela in lontananza… | Signor, pietà!”

Enrico Panzacchi (1840–1904) poeta, critico d'arte e critico musicale italiano

In alto mare

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“I medici non sono al mondo per facilitare la morte ma per conservare a qualunque prezzo la vita.”

Thomas Mann (1875–1955) scrittore e saggista tedesco

IX, I; 2002, p. 518
I Buddenbrook

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“La paura della morte fa amare il lavoro che è tutta la vita.”

Jules Renard (1864–1910) scrittore e aforista francese

10 luglio 1897; Vergani, p. 131
Diario 1887-1910

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“[Sul Napoli nel 2011] Difesa folta, marcature rigide, contropiedi e spunti individuali. Un sistema di gioco che in Italia può dare risultati ma con tutti i limiti che il calcio europeo ha evidenziato.”

Arrigo Sacchi (1946) allenatore di calcio italiano

citato in Tancredi Palmeri, Il blob del 2011.Le migliori frasi http://www.gazzetta.it/Sport_Vari/Altri_Sport/Altri/30-dicembre-2011/blob-2011-migliori-frasi-804163295835.shtml, Gazzetta.it, 31 dicembre 2011

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“Tu sai, O Signore, quanto intensamente mi affidasti quel giorno la Germania. Da allora la Germania ha occupato sempre più i miei pensieri e ho desiderato ardentemente offrire la mia vita e la mia morte per la salvezza eterna della Germania.”

Pietro Canisio (1521–1597) gesuita e teologo olandese

Pietro Canisio, Epistulae, 1 dalla lettera http://www.vatican.va/holy_father/benedict_xvi/messages/pont-messages/2011/documents/hf_ben-xvi_mes_20110121_vocaciones-lat_it.html di Giovanni Paolo II ai vescovi tedeschi in occasione del IV centenario della morte di s.Pietro Canisio

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“Le questioni principali che affrontiamo in Inchiesta su Gesù sono quattro. Quattro domande in particolare. Primo. Gesù era un cristiano o invece era un ebreo che è rimasto sempre tale e non mai voluto fondare una nuova religione? E se il cristianesimo è nato dopo la sua morte, quando e perché si è formato e in che misura gli è fedele? Se Gesù era un ebreo la nostra civiltà occidentale ha alla sua base anche l'ebraismo o solo il cristianesimo? Secondo. Gesù era convinto che l'avvento del Regno di Dio fosse imminente? Pensava davvero che avrebbe posto fine alle ingiustizie, portato la salute ai malati e la liberazione ai poveri e agli schiavi? Oppure attendeva solo la risurrezione ed era portatore di un messaggio di salvezza ultraterrena? Terzo. La responsabilità della morte di Gesù fu dei Romani che lo giustiziarono con la pena romana della crocifissione oppure fu prevalentemente degli ebrei? E infine, quarto. I Vangeli canonici (Marco, Luca, Matteo e Giovanni) datano all'incirca tra il 70 e il 100 dopo Cristo? Oppure a scriverli furono dei testimoni oculari? Le loro informazioni sempre sono esatte? Oppure a volte si contraddicono? Per sapere chi fu realmente Gesù è necessario utilizzare anche fonti non canoniche come la Didachè, l'Ascensione di Isaia, il Vangelo di Pietro, ecc.? Oppure devono bastare i quattro Vangeli canonici e le lettere di Paolo? E ancora. Gesù era un celibe come vuole la tradizione o invece era sposato o addirittura gay come vorrebbe tutto un filone di film e romanzi torbidi?”

Mauro Pesce (1941) docente, biblista e storico italiano

da Inchiesta su Gesù http://www.magazine.unibo.it/Magazine/Attualita/2006/12/14/gesu.htm, in magazine.unibo.it, 14 dicembre 2006

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“Viktor Orbán non sta difendendo nessuno. Si attacca quasi a tutto. Riaprendo il dibattito sulla pena di morte, vuole portare l'Ungheria indietro nella storia. È questa la verità. La criminalità non è mai stata fermata dalla minaccia di morte. La giustizia non è tale se diventa un crimine.”

Louis Michel (1947) politico belga

Origine: Citato in Ungheria: Viktor Orbán rilancia il dibattito sulla pena di morte http://it.euronews.com/2015/05/09/ungheria-viktor-orban-rilancia-il-dibattito-sulla-pena-di-morte/, Euronews.com, 9 maggio 2015.

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“E soprattutto, leggiamo contro la morte.”

Come un romanzo

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“La sfera e le costellazioni fisse | si persero per strada quand'io nacqui; | se facessi candele per lavoro | il sole si spegnerebbe solo alla mia morte… | se dovessi commerciare sudari | nessuno più morirebbe finché io vivo!”

Abraham ibn ‛Ezra (1089–1167) erudito e poligrafo

Origine: Citato in Norman Solomon, Ebraismo, edizione italiana a cura di Alberto Cavaglion, traduzione di Luisa Balacco, Einaudi, Torino, 1999, p. 43. ISBN 88-06-14952-0

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“[Diego Velázquez] Nelle opere giovanili che di lui rimangono, lo scopo era di raffigurare una realtà assoluta. Le sue nature morte sono pitture realistiche che rivelano la maestria del pittore nei valori tattili. Egli probabilmente conobbe qualche opera del Caravaggio e di alcuni suoi seguaci: in ogni caso, utilizzò in parecchi quadri ciò che chiamiamo "tenebrismo", anche se se ne servì alla propria maniera. Per tutta la vita le sue composizioni seguirono gli schemi dei pittori manieristici; mai compose secondo linee diagonali nello spazio, fatta eccezione per qualche ritratto equestre. Ma quando Velázquez si stabilì a Madrid e poté studiare i grandi veneti, lo stile mutò. La sua tavolozza passò dal bruno ai grigi e ai neri; l'artista si fece più sicuro di sé, arrivando a raffigurare il movimento. […] Più tardi Velázquez andò in Italia e prese contatto con gli artisti di quel paese, non solo del passato, ma anche con quelli allora vivi e operosi. La tavolozza si fece così più ricca di colore, secondo un'inclinazione che doveva farsi sempre più sentita per il resto della vita. Il pennelleggiare sulla tela divenne sempre più libero ed eloquente in ogni opera, raggiungendo in breve un'esattezza unica nella pittura europea. Le sue ardite pennellat e degli anni maturi possono essere paragonate per l'eloquenza a quelle dei pittori orientali.”

Xavier de Salas (1907–1982) storico dell'arte spagnolo

da Velázquez, 1962
Origine: Citato in Velázquez, I Classici dell'arte, a cura di Elena Ragusa, pagg. 183 - 188, Milano, Rizzoli/Skira, 2003. IT\ICCU\TO0\1279609 http://opac.sbn.it/opacsbn/opaclib?select_db=solr_iccu&searchForm=opac%2Ficcu%2Favanzata.jsp&do_cmd=search_show_cmd&db=solr_iccu&Invia=Avvia+la+ricerca&saveparams=false&resultForward=opac%2Ficcu%2Ffull.jsp&nentries=1&rpnlabel=+Identificativo+SBN+%3D+IT%5CICCU%5CTO0%5C1279609+%28parole+in+AND%29+&rpnquery=%2540attrset%2Bbib-1%2B%2B%2540attr%2B1%253D1032%2B%2540attr%2B4%253D6%2B%2522IT%255C%255CICCU%255C%255CTO0%255C%255C1279609%2522&&fname=none&from=1

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“Un uomo invecchia, ha in sé il sentimento radicale della debolezza, dell'atonia, del malessere che accompagna il progredire dell'età e, provandolo, immagina di essere ammalato, calma i propri timori con l'idea che la sua condizione penosa sia dovuta a qualche causa particolare, dalla quale, come da una malattia, spera di guarire. Vane immaginazioni! La malattia è la vecchiaia ed è un'orribile malattia. Dicono che è la paura della morte e di ciò che segue alla morte che fa volgere gli uomini alla religione quando avanzano gli anni. Ma la mia propria esperienza mi ha dato la convinzione che, senza alcun terrore o effetto d'immaginazione, il sentimento religioso tende a svilupparsi a misura che noi invecchiamo; a svilupparsi perché le passioni essendosi calmate, l'immaginazione e la sensibilità essendo diventate meno eccitate o eccitabili, la nostra ragione è meno turbata nel suo esercizio, meno offuscata dalle immagini dei desideri e dalle distrazioni che solevano assorbirla; allora Dio emerge come da una nuvola; la nostra anima lo sente, lo vede, si volge verso di lui, sorgente d'ogni luce; si volge naturalmente e inevitabilmente; e poiché tutto si dissolve nel mondo delle sensazioni, la vita e la gioia hanno cominciato ad abbandonarci, l'esistenza fenomenica non è più sostenuta dalle impressioni esterne ed interne, noi sentiamo il bisogno di appoggiarci a qualche cosa che resta, a qualche cosa che non ci ingannerà, una realtà assoluta ed eterna. Sì, noi ci volgiamo inevitabilmente a Dio; perché il sentimento religioso è così puro, così dolce al cuore questa esperienza, che ci compensa di tutte le altre perdite.”

Origine: Il mondo nuovo, pp. 190-191

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“Viviamo la vita una morte dopo l'altra.”

Alda Teodorani (1968) scrittrice italiana

Origine: Da La persistenza dell'amore, Catbooks, 2016.

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“No, non c'erano tanti modi di guadagnarsi la libertà! Di recente aveva riflettuto, senza avere l'ingenuità di stupirsene, sullo stato di una civiltà la quale tiene lo spirito in tal conto che chi di esso si nutre, essendone ormai sazio, si risolve pian piano a mangiare a prezzi ridotti. E allora? Non aveva certo voglia di vendere automobili, valori o discorsi, come quei suoi compagni i cui capelli impomatati esprimevano distinzione; né di costruire ponti, come quegli altri i cui capelli mal tagliati esprimevano scienza. Perché lavoravano, costoro? Per crescere nell'altrui considerazione. Lui la odiava, quella considerazione a cui ambivano. La sottomissione all'ordine dell'uomo senza figli e senza dio è la più profonda delle sottomissioni alla morte; dunque, cercare le proprie armi dove non le cercano gli altri: ciò che deve anzitutto esigere da se stesso colui che sa di essere isolato, è il coraggio. Che cosa può farsene del cadavere delle idee che dominano la condotta degli uomini allorché credono la loro esistenza utile a un qualche fine salvifico, o delle parole di quelli che vogliono sottomettere la loro vita a un modello - questi altri cadaveri? Negare alla vita qualsiasi finalità era divenuta una premessa dell'azione. Che altri confondessero pure con l'abbandono al caso questa tormentosa premeditazione dell'ignoto. Strappare le proprie immagini al mondo stagnante che le possiede… «Quel che essi chiamano l'avventura» pensava «non è una fuga, è una caccia: l'ordine del mondo non si distrugge a beneficio del caso, ma della volontà di approfittarne». […] Essere ucciso, scomparire, poco gli importava: non teneva a se stesso, e avrebbe trovato così la sua lotta, se non la sua vittoria. Ma accettare così da vivo la vanità dell'esistenza, come un cancro, vivere con quel tepore di morte nella mano… (Da dove saliva, se non da essa, quell'esigenza di cose eterne, così fortemente impregnata del suo odore di carne?). Che cos'era quel bisogno di ignoto, quella distruzione provvisoria dei rapporti fra prigioniero e padrone - che chi non la conosce chiama avventura - se non la sua difesa contro di essa? Difesa di cieco, che voleva conquistarla per farne una posta del gioco… Possedere più che se stesso, sfuggire alla vita fatta di polvere degli uomini che vedeva ogni giorno…”

André Malraux (1901–1976) scrittore e politico francese

La Via dei Re, Adelphi, 1992, pag. 41-42
La Via dei Re

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“Il potere del diavolo è la morte, il peccato e una cattiva coscienza, attraverso cui egli comanda.”

Martín Lutero (1483–1546) teologo tedesco

Origine: Breviario, p. 182

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“La formidabile sterzata (der ungeheure Umschwung), che dalla profonda depressione e totale disperazione causata dalla morte di Gesù portò alla forza della fede e all'entusiasmo con cui i discepoli lo annunciarono come Messia, non si potrebbe spiegare se nel frattempo non si fosse prodotto un avvenimento eccezionalmente incoraggiante.”

David Friedrich Strauß (1808–1874) teologo, filosofo e biografo tedesco

Origine: Da Das Leben Jesu kritisch bearbeitet; citato in Romano Penna, I fondamenti della cristologia neotestamentaria, PATH, n. 2, anno 2003 http://www.vatican.va/roman_curia/pontifical_academies/theologica/pdf/PATH%20n.%202%20-%202003.pdf, p. 318.

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“Ma proprio perché ho accettato di perdere finanche la mia morte ho potuto scegliere la mia vita”

André Malraux (1901–1976) scrittore e politico francese

ib., pag. 114
La Via dei Re