Frasi su effimero

Una raccolta di frasi e citazioni sul tema effimero, vita, essere, tempo.

Frasi su effimero

Gustave Thibon photo
Giuliano Sangiorgi photo
Charles Baudelaire photo
Gesualdo Bufalino photo
Gabriel García Márquez photo
Fred Uhlman photo
Max Stirner photo
Erik Axel Karlfeldt photo
Max Stirner photo
Elsa Morante photo
Giorgio Armani photo

“Elimino le differenze tra uomo e donna. Ho dato all'uomo la scioltezza, la flessuosità, la morbidezza della donna. E alla donna il comfort, l'eleganza dell'uomo. Io destrutturo, ammorbidisco.”

Giorgio Armani (1934) stilista e imprenditore italiano

Origine: Dall'intervista di Claudio Altarocca, «Io, in guerra con l'effimero», La Stampa, 30 giugno 1994, p. 11.

Acolmiztli Nezahualcóyotl photo

“Sono, le pompe effimere del mondo, | verdi salici che, se pure invecchino, | finiscono per fuoco, accetta o nembo; | incurva e attrista noi decrepitezza. | Porpora e rosa: egual destino; belle | fin che durino gocce dell'aurora; | ma che il Padre dei vivi le dardeggi | d'un solo raggio, e vedile avvizzire. | Breve è la vita ai fiori; orgoglio, fasto, | al mattino, e la sera già decade | loro impero e calamità li reca | a trista morte. Tutto ch'è su terra | ha una fine, non é gloriosa cosa | o bella che non abbia a un tratto mozzo | il respiro e non cada nella tomba. | Su tutta la sua faccia arrotondata | non è la terra che una tomba.”

Acolmiztli Nezahualcóyotl (1402–1472) poeta

da Sulla caducità della vita, p. 391
In Orfeo, il tesoro della lirica universale
Origine: Nel sedicesimo secolo le poesie di Nezahualcóyotl furono raccolte e tramandate da un suo discendente, Fernando de Ixtlilxochitl che si era convertito al cristianesimo e parlava spagnolo. È possibile quindi che i testi originari siano stati modificati con inserimenti più vicini al gusto europeo. Questo possibile rimaneggiamento non esclude tuttavia l'esistenza certa di un nucleo autentico. Orfeo, p. 1931.

Natalia Ginzburg photo
Ernst Jünger photo

“Anche la vita dell'essere più piccolo, il suo destino effimero nel cosmo, ha la misura sufficiente all'assolvimento di un compito.”

Ernst Jünger (1895–1998) filosofo e scrittore tedesco

da Lo scarabeo spagnolo, p. 215
Il contemplatore solitario

Joël Dicker photo
Ernst Jünger photo
Nikolaj Vasiljevič Gogol photo
Edouard Schuré photo

“Lo spirito è la sola realtà. La materia ne è solo l'espressione inferiore, cangiante ed effimera, il dinamismo nello spazio e nel tempo.”

Edouard Schuré (1841–1929) scrittore, critico letterario e poeta francese

Origine: I grandi iniziati, p. 36

Alfredo Panzini photo
Albert Einstein photo
Friedrich Nietzsche photo
Marcel Proust photo
Píndaro photo
Antifonte photo
Primo Mazzolari photo
Roy Dupuis photo
Ally Condie photo
Derek Walcott photo
Natalia Ginzburg photo

“Era, il dopoguerra, un tempo in cui tutti pensavano d'essere dei poeti, e tutti pensavano d'essere dei politici; tutti s'immaginavano che si potesse e si dovesse anzi far poesia di tutto, dopo tanti anni in cui era sembrato che il mondo fosse ammutolito e pietrificato e la realtà era stata guardata come di là da un vetro, in una vitrea, cristallina e muta immobilità. Romanzieri e poeti avevano, negli anni del fascismo, digiunato, non essendovi intorno molte parole che fosse consentito usare; e i pochi che ancora avevano usato parole le avevano scelte con ogni cura nel magro patrimonio di briciole che ancora restava. Nel tempo del fascismo, i poeti s'erano trovati ad esprimere solo il mondo arido, chiuso e sibillino dei sogni. Ora c'erano di nuovo molte parole in circolazione, e la realtà di nuovo appariva a portata di mano; perciò quegli antichi digiunatori si diedero a vendemmiarvi con delizia. E la vendemmia fu generale, perché tutti ebbero l'idea di prendervi parte; e si determinò una confusione di linguaggio fra poesia e politica, le quali erano apparse mescolate insieme. Ma poi avvenne che la realtà si rivelò complessa e segreta, indecifrabile e oscura non meno che il mondo dei sogni; e si rivelò ancora situata di là dal vetro, e l'illusione di aver spezzato quel vetro si rivelò effimera. Cosí molti si ritrassero presto sconfortati e scorati; e ripiombarono in un amaro digiuno e in un profondo silenzio. Cosí il dopoguerra fu triste, pieno di sconforto dopo le allegre vendemmie dei primi tempi. Molti si appartarono e si isolarono di nuovo o nel mondo dei loro sogni, o in un lavoro qualsiasi che fruttasse da vivere, un lavoro assunto a caso e in fretta, e che sembrava piccolo e grigio dopo tanto clamore; e comunque tutti scordarono quella breve, illusoria compartecipazione alla vita del prossimo. Certo, per molti anni, nessuno fece piú il proprio mestiere, ma tutti credettero di poterne e doverne fare mille altri insieme; e passò del tempo prima che ciascuno riprendesse sulle sue spalle il proprio mestiere e ne accettasse il peso e la quotidiana fatica, e la quotidiana solitudine, che è l'unico mezzo che noi abbiamo di partecipare alla vita del prossimo, perduto e stretto in una solitudine uguale.”

1963, pp. 165-166
Lessico famigliare

Éric-Emmanuel Schmitt photo
Mario Vargas Llosa photo

“Per effimero che sia, un romanzo è qualcosa, mentre lo sconforto non è niente.”

Mario Vargas Llosa (1936) scrittore, giornalista e politico peruviano

Storia di Mayta

John Ruskin photo
Sigmund Freud photo
Stephen King photo
Ralph Waldo Emerson photo

“Ognuno dovrebbe portarsi davanti a ogni ostacolo come se ogni cosa fosse solo apparente ed effimera, tranne lui stesso.”

Ralph Waldo Emerson (1803–1882) filosofo, scrittore e saggista statunitense

Fiducia in se stessi

Francis Scott Fitzgerald photo
Gilbert Keith Chesterton photo
William Boyd photo
Giuseppe Rensi photo
Carlo Gnocchi photo
George Steiner photo
Carlo Levi photo
Fernando Vallejo photo
Vittorio Arrigoni photo
Henry Ward Beecher photo

“Gli espedienti sono effimeri; i principi, eterni.”

Henry Ward Beecher (1813–1887) politico statunitense

Senza fonte

Sidney Lumet photo
Massimo Vignelli photo
Emil Cioran photo
Muriel Barbery photo
Hendrik Willem van Loon photo
Dario Bellezza photo

“È un caso letterario Fernanda Romagnoli? Sì, lo è, nel senso più alto, meno effimero… Con Il tredicesimo invitato ha raggiunto una serena eternità da piccolo classico.”

Dario Bellezza (1944–1996) scrittore italiano

Origine: Citato in Donatella Bisutti, Fernanda Romagnoli. L'anima in disparte, Poesia, anno XII, marzo 1999, n. 126, Crocetti Editore.

Roger Federer photo
Giorgio Faletti photo
Giulio Cavalli photo
Ignazio Fresu photo
Peter Atkins photo
Leonard Maltin photo
Nikolaj Vasiljevič Gogol photo
Giuseppe Tomasi di Lampedusa photo
Indro Montanelli photo
Cliff Bleszinski photo

“Questo s'impara dagli uomini della miniera, che la vita è una lotta e non una vacanza alle Maldive, che è inevitabile sporcarsi di terra e di carbone (cosa che non capita alla settimana bianca, né all'Accademia), che la vita è fragile ed effimera, che un Altro ce l'ha data e lui ha pietà di noi perché è Padre.”

Antonio Socci (1959) giornalista e scrittore italiano

14 ottobre 2010
Libero
Origine: Citato in Nella fede di quei minatori rivedo mio padre http://www.antoniosocci.com/nella-fede-di-quei-minatori-rivedo-mio-padre/, Lo Straniero, 14 ottobre 2010.

Massimo Vignelli photo
Muriel Barbery photo
Louis Couperus photo

“L'arte cattura l'effimero piacere della gola, lo perpetua e sublima.”

Piero Buscaroli (1930–2016) critico musicale e giornalista italiano

Origine: Da La vista l'udito la memoria : Scritti d'arte, di musica, di storia, Fògola, Torino, 1987, p. 57.

Peter Altenberg photo
Piero Calamandrei photo

“Se noi siamo qui a parlare liberamente in quest'aula, in cui una sciagurata voce [Benito Mussolini] irrise e vilipese venticinque anni fa le istituzioni parlamentari, è perché per venti anni qualcuno ha continuato a credere nella democrazia, e questa sua religione ha testimoniato con la prigionia, l'esilio e la morte.
Io mi domando, onorevoli colleghi, come i nostri posteri tra cento anni giudicheranno questa nostra Assemblea Costituente: se la sentiranno alta e solenne come noi sentiamo oggi alta e solenne la Costituente Romana, dove un secolo fa sedeva e parlava Giuseppe Mazzini. Io credo di sì: credo che i nostri posteri sentiranno più di noi, tra un secolo, che da questa nostra Costituente è nata veramente una nuova storia: e si immagineranno, come sempre avviene che con l'andar dei secoli la storia si trasfiguri nella leggenda, che in questa nostra Assemblea, mentre si discuteva della nuova Costituzione Repubblicana, seduti su questi scranni non siamo stati noi, uomini effimeri di cui i nomi saranno cancellati e dimenticati, ma sia stato tutto un popolo di morti, di quei morti, che noi conosciamo ad uno ad uno, caduti nelle nostre file, nelle prigioni e sui patiboli, sui monti e nelle pianure, nelle steppe russe e nelle sabbie africane, nei mari e nei deserti, da Matteotti a Rosselli, da Amendola a Gramsci, fino ai giovinetti partigiani, fino al sacrificio di Anna-Maria Enriquez e di Tina Lorenzoni, nelle quali l'eroismo è giunto alla soglia della santità.
Essi sono morti senza retorica, senza grandi frasi, con semplicità, come se si trattasse di un lavoro quotidiano da compiere: il grande lavoro che occorreva per restituire all'Italia libertà e dignità. Di questo lavoro si sono riservata la parte più dura e più difficile; quella di morire, di testimoniare con la resistenza e la morte la fede nella giustizia. A noi è rimasto un compito cento volte più agevole; quello di tradurre in leggi chiare, stabili e oneste il loro sogno: di una società più giusta e più umana, di una solidarietà di tutti gli uomini, alleati a debellare il dolore.
Assai poco, in verità, chiedono a noi i nostri morti.
Non dobbiamo tradirli.”

Piero Calamandrei (1889–1956) politico italiano

Origine: Discorso pronunciato all'Assemblea Costituente nella seduta del 4 marzo 1947.

Jean-Louis Bruguès photo
Andrea Riccardi photo
Mario Praz photo
James Francis Stafford photo
Hugo Von Hofmannsthal photo
Pablo Neruda photo
Antoine de Saint-Exupéry photo