Frasi su ieri
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“La gloria di ieri non conta più, quella di oggi è troppo insipida, e io non desidero che quella di domani.”

Jules Renard (1864–1910) scrittore e aforista francese

20 marzo 1894; Vergani, p. 74
Diario 1887-1910

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“Billy Crystal resta il più grande con Robin Williams, dopo di loro vedo solo nebbia. Troppi nuovi comici attingono alla peggior Tv. Io, come tanti altri attori della Hollywood di ieri, mi ispiro sempre alla vita.”

Danny DeVito (1944) attore statunitense

Origine: Citato in Grassi Giovanna, Danny De Vito: avvocato, pensando a Pirandello https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/1998/gennaio/30/Danny_Vito_avvocato_pensando_Pirandello_co_0_9801307599.shtml, Corriere della Sera, 30 gennaio 1998, p. 37.

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“Per dirla con Benedetto Croce, l'arte è la trasfigurazione del sentimento, quindi concordo nel considerarla una istituzione lirica, aggiungo impalpabile, oggi come ieri sempre attuale.”

Paolo Salvati (1939–2014) artista, pittore italiano

Origine: Dall'intervista "Si vive grazie all'Arte del passato" http://www.finestresullarte.info/73n_intervista-a-paolo-salvati.php,, Finestre sull'arte.info, 12 agosto 2013.

“Dolce, o amici, il sorriso di Laide, ma dolci le lagrime | pur anche giù scorrenti dalle palpebre care. | Ieri, senza motivo gemeva su me reclinata, | appoggiando la testa su la mia spalla, a lungo. | Lei piangente io baciavo: le lagrime come da un fonte | di rugiada scorrevano giù rigando le gote. | Le domandai: per quale ragione piangi? Rispose: | «Temo che tu mi lasci: siete tutti spergiuri.»”

Paolo Silenziario poeta bizantino

Tutti spergiuri, V, 258
Origine: In Francesco Pedrina, Musa Greca, Antologia di poeti e prosatori greci con profili degli autori e pagine critiche organicamente scelte per un disegno storico-estetico, Casa Editrice Luigi Trevisini, Milano, V ristampa, traduzione per questo epigramma di Enrico Thovez, p. 1075.

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“La soglia era bloccata dalla mole massiccia di uno Skeksis, che li guardava. Sulla faccia del Ciambellano era dipinta un'espressione cordiale, intesa a ingraziarsi i Ghelfling.
Fizzgig saltò su un davanzale, e stando lassù in bilico si voltò verso Kira per indurla a seguirlo. Lei stava per farlo, ma poi si accorse che Jen non si era mosso.
Il Ciambellano alzò la mano, senza sfoderare gli artigli, nello stesso gesto della notte precedente. – Fermatevi – sibilò. – Sono amico. Amico di Kelffinks. Ieri notte io salvato voi da Garthim. Io nemico? No, io amico. State, per favore.
Jen guardò il mostro che avrebbe potuto afferrarlo e ridurlo in brandelli. – Mi hanno detto che gli Skeksis uccidono i Ghelfling – ribatté.
Il Ciambellano sbuffò. – Puah! È per stupida profezia che dice Kelffinks mettere fine potere di Skeksis. Stupido – e scrollò la testa.
Jen stava calcolando che lo Skeksis non avrebbe potuto varcare la soglia a meno che non abbattesse le pareti che sovrastava di tutta la testa. Ma quello non era il modo di agire degli Skeksis, che, nelle aggressioni, ricorrevano sempre ai Garthim. No, e poi, con un po' di fortuna, lui e Kira avrebbero potuto scappare dalla finestra. Per sicurezza arretrò di qualche passo per tenersi alla larga da quegli artigli. Prima di scappare, voleva sapere tutto quello che lo Skeksis aveva da dirgli.
– Stupida profezia – diceva il mostro.”

Ma Skeksis spaventati. Paura di Kelffinks, sì. Piccoli Kelffinks. Errore, grande errore. State, per favore. Io amico.
Dark Crystal

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“Silvio è un esempio di vita un esempio per i bambini per come si comporta con i suoi nipoti, un esempio di lavoro e di sacrificio. Un esempio di vita. Se poi il problema è che gli piacciono le donne, qual è il problema? Lui può insegnare alla gente come si ricostruisce un paese, come si governa. Ieri una signora di 80 anni mi ha detto: "Faccia una carezza a quel fiol, Berlusconi."”

Michaela Biancofiore (1970) politica italiana

Questo vorrà pur dire qualcosa.
Origine: Durante la trasmissione radiofonica La Zanzara, Radio 24; citato in Biancofiore: "Berlusconi e le donne? Almeno è normale. Marrazzo va con i trans" http://www.blitzquotidiano.it/politica-italiana/michaela-biancofiore-berlusconi-marrazzo-trans-1356513/, BlitzQuotidiano.it, 2 ottobre 2012.

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“Da ieri pomeriggio la legge è un po' meno uguale per tutti. Mi sono un po' vergognato come dirigente del PD nel vedere l'incontro Renzi-Berlusconi […]”

Stefano Fassina (1966) economista e politico italiano

Origine: Citato in Sul carro di Matteo Renzi c'è posto per tutti. Ma ecco cosa dicevano di lui i nuovi renziani http://espresso.repubblica.it/palazzo/2014/07/08/news/sul-carro-di-matteo-renzi-c-e-posto-per-tutti-ma-ecco-cosa-dicevano-di-lui-i-nuovi-renziani-1.172572, 17 luglio 2014.
Origine: Pronunciata da Stefano Fassina il 19 gennaio 2014. Il riferimento alla giustiza è alla condanna definitiva a quattro anni di reclusione (con tre anni condonati dall'indulto del 2006) di Silvio Berlusconi per frode fiscale nel cosiddetto "processo Mediaset" del 1º agosto 2013.

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“Il teatro di domani non avrà né la forma né l'organizzazione né il linguaggio di quello di ieri; io ho sentito il dovere di contribuire a questa trasformazione.”

Paolo Stoppa (1906–1988) attore italiano

Origine: Necessità di riforma del teatro italiano, p. 46

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“[Ci sono ancora cristiani a Mosul? ] Non ce ne sono più. C'erano una decina di famiglie che sono dovute fuggire ieri ma gli hanno rubato tutto. Li hanno lasciati alla frontiera della città, ma gli hanno rubato tutto, li hanno insultati, li hanno lasciati così, in pieno deserto. Purtroppo è così.”

Ignazio Giuseppe III Younan (1944) vescovo cattolico siriano

Origine: Dall'intervista di Sergio Centofanti, Mosul, bruciato episcopio siro-cattolico, cristiani in fuga. La vicinanza del Papa http://it.radiovaticana.va/news/2014/07/19/mosul,_bruciato_episcopio_siro-cattolico_/1103086, Radio Vaticana.va, 19 luglio 2014.

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“Caro Giulio [Andreotti], la tua premurosa telefonatina di ieri sera mi ha sorpreso e toccato. Sei proprio molto simpatico! Ammiro e invidio la tua generosa disponibilità verso gli amici. Proverò anche a telefonare a Berlusconi per ringraziarlo dell'omaggio estremamente amichevole.”

Federico Fellini (1920–1993) regista e sceneggiatore italiano

Origine: Citato in Jacopo Iacoboni, Caro Andreotti, caro Fellini l'amicizia tra due arcitaliani http://www.lastampa.it/2012/03/28/cultura/caro-andreotti-caro-fellinil-amicizia-tra-due-arcitaliani-7bjQzwOIzU5hhkHzZABW5J/pagina.html, LaStampa.it, 28 marzo 2012.

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“No, il cammino insieme tra credenti di diverse religioni è tutt'altro che inattuale. Anzi oggi è più necessario che ieri: è vitale quando si addensano le nubi delle incomprensioni, quando si respira un diffuso pessimismo.”

Andrea Riccardi (1950) storico, accademico e pacifista italiano

Con data
Origine: Dalla Preghiera per la pace, Palermo, Religioni e culture tra conflitto e dialogo, 1° settembre 2002; riportato in Santegidio.org http://www.santegidio.org/uer/2002/int_177_IT.htm.

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“Il Mediterraneo è stato a lungo rappresentato come il mare dei tanti conflitti. Soprattutto il secolare conflitto tra il mondo cristiano e quello islamico, divenuto un archetipo dei rapporti tra le due religioni e le civiltà ad esse legate. Ancora oggi il Mediterraneo è contrassegnato da una serie di preoccupanti conflitti, come quello tra israeliani e palestinesi. Ma anche la "primavera araba" ha lasciato un'eredità di pesanti tensioni in Egitto e in Libia. Drammatica è la situazione della Siria, ostaggio di una guerra civile con tante interferenze internazionali, dove si scontrano il mondo sunnita e sciita. Anche nel XXI secolo il mare Mediterraneo si presenta come uno spazio dove ci sono tanti conflitti, quasi confermando la storia di secoli, se non di millenni. Il Mediterraneo è un mondo frammentato in tante storie diverse, ma intrecciate l'una con l'altra. In questo mondo di diversità c'è però anche un'unità profonda. Esiste un Mediterraneo che, in qualche modo, lega le sorti dei differenti paesi e delle diverse comunità. Si ripropone il grande tema del vivere insieme nel mondo contemporaneo. La civiltà del convivere, nell'uguaglianza e nel rispetto della libertà, è la grande prospettiva che si apre per il XXI secolo. Vivere insieme riguarda anche i rapporti tra le religioni, le nazioni e le culture di quel sistema complesso rappresentato dal Mediterraneo. Per chi ne percorre le storie si aprono scenari in cui le convivenze di ieri si incrinano, ma anche dove si intrecciano nuovi rapporti.”

Andrea Riccardi (1950) storico, accademico e pacifista italiano

da Mediterraneo. Cristianesimo e Islam tra coabitazione e conflitto, Guerini e Associati, 2014
Libri

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“Mi sono pentita di aver abortito e oggi chiedo perdono. Ieri mio figlio [il secondo] ha compiuto un mese e la mia vita ha assunto un nuovo significato. Mentre scrivo, lui dorme serenamente nel mio grembo. È la sensazione più bella del mondo.”

Sara Winter (1992)

Origine: Dal suo libro; citato in Guido Torre, Leader delle Femen si pente e chiede perdono ai cristiani http://www.lafedequotidiana.it/leader-delle-femen-si-pente-e-chiede-perdono-ai-cristiani/, LaFedeQuotidiana.it, 22 gennaio 2016.

“Dante rivive intero nell'opera sua. Perciò la Divina Commedia è molto più che lIliade. Omero è assente dall'opera sua, non è che un nome, un'ombra vana; e la Commedia è invece la grande, l'immortale voce di Dante: os magna sonaturum.
Chi ha messo alla pari Dante e Shakespeare, ha discorso da esteta; ma ha mostrato di non comprendere la ragione complessa dell'eccellenza di Dante uomo-poeta, a cui s'inchinano, con così stupendo consenso, tutte le nazioni colte del mondo, gareggiando nel tributargli onore i vinti e i vincitori di ieri, i potenti di oggi e quelli di domani, dal Belgio e dalla Francia alla Germania, dall'Inghilterra al Giappone e agli Stati Uniti.
Dante è esso medesimo un'affascinante opera d'arte, e la Commedia non è che la sua espressione vocale. Egli è, come con l'usata felicità disse il De Sanctis, nello stesso tempo l'Omero e l'Achille del suo mondo poetico. Nessuno dei personaggi del gran dramma oltramondano riesce a interessarci a sé così lungamente come la persona del poeta, attore e narratore insieme. (da Dante”

Michele Scherillo (1860–1930) docente e politico italiano

Commemorazione secentenaria), Emporium, Vol. LIII, n.º 315, marzo 1921, p. 128 https://archive.org/stream/emporium5354berguoft#page/n153/mode/2up
Origine: Gli stessi concetti, a volte con frasi uguali o simili, erano già apparsi in Michele Scherillo, Le origini e lo svolgimento della letteratura italiana. Vol. I, Ulrico Hoepli, Milano, 1919, pp. 80 sgg. https://archive.org/stream/leoriginielosvol01sche#page/80/mode/2up

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“Libertà: […] a ripeterla oggi, questa dolce parola che si può ancora gridare ad alta voce, il cuore trema come al primo incontro con l'amante ritrovata; e vien voglia di abbracciare, in nome di essa, il primo sconosciuto che s'incontra per via, tutti fratelli in questo nome, tutti rinati per essa a dignità di persone? Superata la prima emozione si rimane esitante: che vuol dire libertà? Qualcuno potrebbe osservare che tutto quello che è avvenuto, è avvenuto proprio per colpa della libertà: libertà dei ricchi, di oziare e accumulare altre ricchezze; libertà di una banda di criminali, d'impadronirsi del potere e di precipitare i popoli nell'abisso; libertà di un popolo di preparare scientificamente la schiavitù di altri popoli. Se a questo ha servito la parola libertà, cinquantacinque milioni di uomini si sarebbero dunque sacrificati soltanto per ricominciare tra dieci anni la stessa esperienza?
Non vogliamo crederlo. Se la carneficina deve avere un senso, se essa non è stata soltanto un fenomeno cieco e senza perché, bisogna che essa abbia servito ad arricchire la coscienza umana di una verità che va oltre la libertà: di una fede che non è contro la libertà, ma che è un approfondimento di essa, una libertà più piena e universale. Unità e indipendenza, il programma del Risorgimento, non basta più. Libertà intesa soltanto come indipendenza può voler dire, nelle relazioni tra singoli, rissa di egoismi, privilegio, sfruttamento, «homo homini lupus»; nelle relazioni tra regioni di una stessa patria, campanilismo e separatismo; nelle relazioni tra nazioni, nazionalismo e guerra. Indipendenza, ecco il tragico pregiudizio: l'orgoglio dell'uomo che considera la propria sorte staccata da quella degli altri, la cieca albagia nazionale che si illude di servire la patria collo schiacciare le patrie altrui. Non più indipendenza, ma "interdipendenza": questa è la parola non nuova in cui se non si vuol che il domani ripeta ed aggravi gli orrori di ieri, si dovrà riassumere in sintesi il nuovo senso della libertà, quello da cui potrà nascere da tanto dolore un avvenire diverso dal passato.”

Piero Calamandrei (1889–1956) politico italiano

Citazioni tratte da articoli de Il Ponte, Settembre 1945

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“In un mondo che conosce nuove divisioni, ma non meno radicali di quelle di ieri, i cristiani rappresentano umilmente una comunità che testimonia la familiarità tra i popoli e l'amicizia con i poveri.”

Andrea Riccardi (1950) storico, accademico e pacifista italiano

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Origine: Da Condivisione: via alla pace, Tertium Millenium, n.° 1, febbraio 1998; in Vatican.va http://www.vatican.va/jubilee_2000/magazine/documents/ju_mag_01021998_p-10_it.html.

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“Intreccio d'ombre e di rami | tutta una cosa col cielo! | Tre cornacchie che hanno il nido in un pino | strillano d'allegria per così poco. | C'è un sospiro d'aria appena, | una dolce calma di sole calato | e nel cielo liscio una stella | che ammicca a un barchetto dorato. | Ecco la navicella | che scivola a fil di cielo | portando nell'aria serena | i sogni dei bambini | che intanto stanno a cena. | Che odore d'infanzia e di favole! || Questo è il mattino | color del mio brivido. | Ed io con parole innocenti | vado come palpando | i fuggitivi contatti di questi momenti col cielo: | sono altrettanti saluti d'amore | al bel clima di felicità silenziosa | specchiata nel giro del nostro orizzonte. || Quando spunta l'erba novella sul prato, | una resistenza è spezzata in forma di luce, | e assistiamo alla gloria | dei lavorii già nascosti sotterra | in forza di luminosi aspetti | che il buio gelosamente protesse | fino al momento che divenuti polpa | il sole vi urta sopra | con quel rimbalzo di splendore | che noi chiamiamo esistenza. || Queste minute creature | che ieri erano fuori del nostro raggio, | possiamo toccarle al vivo | come una nostra affezione… | Tieniti muta, | anima nostra, | nel tuo vibrante solstizio, | giacché un abbraccio tacito e immenso, | un abbraccio al mondo | è l'ultimo gesto appreso dal tuo dolore | quando hai scoperto che la tua pena | è soltanto una pena d'amore.)”

Arturo Onofri (1885–1928) poeta e scrittore italiano

Origine: Citato in De Marchi e Palanza, Protagonisti della civiltà letteraria nella critica, Antologia della critica Letteraria dalle Origini ai nostri giorni, Casa Editrice Federico & Ardia, Napoli, 1974, p. 750.

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“In una sua memorabile inchiesta un giornalista d'incrollabile fede sinistrorsa, ma di esemplare onestà, Giampaolo Pansa, mise benissimo in luce questo contrasto fra i due atteggiamenti e mentalità, che ieri ha trovato una eloquente conferma nella manifestazione di Torino. Niente chiasso, niente sceneggiate, niente slogans, niente insomma che appartenga al repertorio del buffonismo nazionale. Nessuno ha rotto le righe per andare a rovesciare auto o a fracassar vetrine. Questa, sì, era Danzica, sia pure senza Madonne; non i picchettaggi e i pestaggi di Mirafiori, sia pure con le Madonne. Ora sappiamo già cosa diranno gli altri, oggi e domani. Diranno che gli operai non c'erano. Infatti. Doveva trattarsi di quarantamila presidenti, consiglieri delegati, ingegneri: insomma, la solita «maggioranza silenziosa»: termine che soltanto nella lingua italiana ha significato spregiativo. La maggioranza silenziosa esiste in tutti i Paesi del mondo, dove nessuno si vergogna di appartenervi perché è essa, in definitiva, che ristabilisce gli equilibri. Fu la maggioranza silenziosa – autoqualificatasi come tale – di seicentomila parigini che dodici anni fa pose fine al carnevale sessantottesco, riportò De Gaulle all'Eliseo e restituì alla Francia la stabilità di cui tuttora essa gode. […] Il motivo vero che farà i dimostranti bersaglio delle peggiori critiche e accuse è ch'essi rappresentano la rivolta delle persone serie contro gli arruffoni della «conflittualità permanente», dei «modelli di sviluppo» e via baggianando. E in questo Paese nulla fa più paura, perché nulla è più rivoluzionario, della serietà.”

Indro Montanelli (1909–2001) giornalista italiano

15 ottobre 1980
il Giornale

“Questo povero nostro Paese vittima di demagoghi ieri, oggi, sempre.”

Augusto Guerriero (1893–1981) giornalista e scrittore italiano

Origine: Citato in Claudio Taccucci, Augusto Guerriero (Ricciardetto), p. 29.

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