Frasi su maledetto

Una raccolta di frasi e citazioni sul tema maledetto, vita, due-giorni, ancora.

Frasi su maledetto

Eminem photo
Eminem photo
Vasco Rossi photo

“La voglio in faccia la verità, | e se sarà dura | la chiamerò sfortuna… | maledetta sfortuna!”

Vasco Rossi (1980) cantautore italiano

da Dillo alla Luna, n. 7
Liberi liberi

Fabrizio Moro photo

“Maledette le ambizioni quando non si concretizzano.”

Fabrizio Moro (1975) cantautore e chitarrista italiano

da Parole, rumori e giorni, n. 1
Pensa

Alessandro Mannarino photo

“Sono un esperto | di archi e tetture, di architetture, | ma le tette, maledette… | a me piacciono di più!”

Alessandro Mannarino (1979) cantautore italiano

da Soldi, n. 13
Bar della rabbia

Emma Marrone photo

“E a tuo modo la mia allegria sei tu.”

Emma Marrone (1984) cantautrice italiana

da Maledetto quel giorno
Sarò libera – Sanremo Edition

Noyz Narcos photo
David Foster Wallace photo
Charles Baudelaire photo
Salvatore Quasimodo photo
Brian Clough photo

“[Riferito alla stampa italiana dopo la partita con la Juventus] Non parlo con dei maledetti bastardi truffatori!”

Brian Clough (1935–2004) calciatore e allenatore di calcio inglese

Origine: Citato in David Peace, Il maledetto United, p. 240

Sacco e Vanzetti photo
Curzio Malaparte photo
Charles Bukowski photo

“Maledetto il sesso | che picchia così forte | che a volte mi dimentico | persino della morte.”

Mina (1940) pagina di disambiguazione di un progetto Wikimedia

da Canzone maledetta
Piccolino

Patrizia Valduga photo
Philip K. Dick photo
Ivo Andrič photo
Renzo Novatore photo
Fabio Caressa photo
Charles Baudelaire photo
Niccolò Ammaniti photo
Christopher Marlowe photo

“FAUST: Ah, Faust, hai solo un'ora di vita, poi sarai dannato per sempre.
Fermatevi sfere del cielo che eternamente ruotate, che il tempo finisca e mezzanotte non venga mai.
Occhio lieto della natura, sorgi, sorgi di nuovo e fai un giorno eterno, o fai che un'ora duri un anno, un mese, una settimana, un giorno, che Faust possa pentirsi e salvare l'anima.
"O lente lente currite noctis equi".
Le stelle ruotano, il tempo corre, l'orologio suonerà, verrà il demonio e Faust sarà dannato.
Salirò fino a Dio! Chi mi trascina in basso?
Guarda, il sangue di Cristo allaga il firmamento e una sola goccia mi salverebbe, metà d'una goccia. Ah, mio Cristo, non uncinarmi il cuore se nomino Cristo.
Lo dirò di nuovo. Risparmiami, Lucifero.
Dov'è? E' scomparso. Vedo Dio che stende il braccio e china la fronte minacciosa Montagne e colline, venite, franatemi addosso, nascondetemi all'ira terribile di Dio.
No, no?
Allora mi getto a capofitto nella terra:
apriti, terra. No, non mi dà riparo.
Stelle che regnavate alla mia nascita e che mi avete dato morte e inferno, risucchiatevi Faust come una nebbia nelle viscere di quelle nubi incinte, affinché, quando vomitate in aria, il corpo cada dalle bocche fumose ma l'anima salga al cielo.
(L'orologio suona)
Ah, mezz'ora è passata. Presto passerà tutta.
Dio, se non vuoi avere pietà di quest'anima almeno per amore di Cristo il cui sangue mi ha riscattato, assegna un termine alla mia pena incessante:
che Faust resti all'inferno mille anni, centomila, e alla fine sia salvato.
Ma non c'è fine alle anime dannate.
Perché non sei una creatura senz'anima?
Perché la tua dev'essere immortale?
Metempsicosi di Pitagora, fossi vera, l'anima mi lascerebbe, sarei mutato in una bestia bruta.
Felici le bestie che morendo cedono l'anima agli elementi, ma la mia vivrà torturata in eterno.
Maledetti i genitori che mi fecero!
No, Faust, maledici te stesso, maledici Lucifero che ti ha privato del cielo.
(L'orologio suona mezzanotte).
Suona, suona! Corpo, trasformati in aria, o Lucifero ti porterà all'inferno.
Anima, mùtati in piccole gocce d'acqua e cadi nell'oceano, nessuno ti trovi.
(Tuono, ed entrano i diavoli)
Mio Dio, mio Dio, non guardarmi così feroce!
Serpi e vipere, lasciatemi vivere ancora un poco.
Inferno orribile, non aprirti. Non venire, Lucifero.
Brucerò i miei libri. Ah, Mefistofele.
(Escono con Faust. [Escono in alto Lucifero e i diavoli])

Christopher Marlowe, La tragica storia del Dottor Faust [Atto V, Scena II]”

Dr. Faustus

Alda Merini photo

“Vieni a rapirmi e dentro questo ardente | panorama di sogno a rinverdirmi. | Vieni allo spazio della vita mia, | cambiamento di tempo: se sei uomo | devi divaricare la mia mente, | ma se sei donna non avrai salute | né fame né ricordo maledetto.”

Vieni a rapirmi
Ballate non pagate
Variante: Vieni a rapirmi e dentro questo ardente | panorama di sogno a rinverdirmi. | Vieni allo spazio della vita mia, | cambiamento di tempo: se sei uomo | devi divaricare la mia mente, | ma se sei donna non avrai salute | né fame né ricordo maledetto. (Vieni a rapirmi)

Andrzej Sapkowski photo
Jean Meslier photo
Mario Tobino photo
Sacco e Vanzetti photo
Agostino d'Ippona photo

“A proposito dei Patriarchi viene messo in rilievo che erano allevatori di bestiame fin dalla loro infanzia, come lo erano stati i loro genitori. E a ragione: poiché senza dubbio giusta servitù e giusto dominio si ha quando le bestie sono sottomesse all'uomo e l'uomo ha il dominio sulle bestie. Così infatti fu detto quando l'uomo fu creato: Facciamo l'uomo a nostra immagine e somiglianza; e abbia il potere sui pesci del mare, sugli uccelli del cielo e su tutte le bestie che sono sulla terra (Gn 1, 26). Con ciò si fa vedere che la ragione deve avere il dominio su gli esseri privi di ragione. Ma a far sì che una persona divenisse schiava di un'altra persona è stato il peccato o l'avversità: il peccato, come è detto: Sia maledetto Canaan! Schiavo sarà dei suoi fratelli (Gn 9, 25); l'avversità, al contrario, come accadde allo stesso Giuseppe di diventare schiavo di uno straniero dopo essere stato venduto dai suoi fratelli. Pertanto furono le guerre a creare schiavi coloro ai quali nella lingua latina fu posto questo nome. Infatti un uomo che fosse stato vinto da un altro uomo e che per diritto di guerra poteva essere ucciso, poiché veniva invece salvato, fu chiamato servus (schiavo); per lo stesso motivo si chiamano anche mancipia (schiavi) perché sono stati manu capta (presi con la mano). Tra gli uomini vige anche l'ordine della natura per cui le donne siano soggette ai mariti e i figli ai genitori, poiché anche in questo caso è giusto che la ragione più debole sia soggetta alla più forte. Riguardo perciò al comandare e al servire è evidentemente giusto che coloro i quali sono superiori quanto alla ragione siano superiori anche quanto al comando. Quando quest'ordine di cose viene sconvolto nel nostro mondo dall'iniquità degli uomini o dalla diversità delle nature carnali, i giusti sopportano il pervertimento temporale per possedere alla fine la felicità eterna assolutamente conforme all'ordine.”

Agostino d'Ippona (354–430) filosofo, vescovo, teologo e santo berbero con cittadinanza romana

da Questioni sull'Eptateuco, Libro I, § 153

Gabriele d'Annunzio photo
Charles Baudelaire photo
Vladimir Vladimirovič Majakovskij photo

“Descriveteci il panorama di lassù; così non avremo bisogno di arrampicarci fino a quella maledetta cima.”

Vladimir Vladimirovič Majakovskij (1893–1930) poeta e drammaturgo sovietico

Origine: L'elefante e il fiammifero, p. 192

Friedrich Nietzsche photo
Friedrich Nietzsche photo
Sándor Petöfi photo
Alexandre Dumas (padre) photo
John Waters photo
Alessandro Baricco photo

“Vecchio, benedetto, Pekisch, questo non me lo dovevi fare. Non me lo merito. Io mi chiamo Pehnt, e sono ancora quello che se ne stava sdraiato per terra a sentire la voce nei tubi, come se quella arrivasse davvero, e invece non arrivava. Non è mai arrivata. E io adesso sono qui. Ho una famiglia, ho un lavoro e la sera vado a letto presto. Il martedì vado a sentire i concerti che danno alla sala Trater e ascolto musiche che a Quinnipak non esistono: Mozart, Beethoven, Chopin. Sono normali eppure sono belle. Ho degli amici con cui gioco a carte, parlo di politica fumando il sigaro e la domenica vado in campagna. Amo mia moglie, che è una donna intelligente e bella. Mi piace tornare a casa e trovarla lì, qualsiasi cosa sia successa nel mondo quel giorno. Mi piace dormire vicino a lei e mi piace svegliarmi insieme a lei. Ho un figlio che amo anche se tutto fa supporre che farà l'assicuratore. Spero che lo farà bene e che sarà un uomo giusto. La sera vado a letto e mi addormento. E tu mi hai insegnato che questo vuol dire che sono in pace con me stesso. Non c'è altro. Questa è la mia vita. Io lo so che non ti piace ma io non voglio che tu me lo scriva. Perché voglio continuare ad andare a letto, la sera, ed addormentarmi. Ognuno ha il mondo che si merita. Io forse ho capito che il mio è questo qua. Ha di strano che è normale. Mai visto niente del genere, a Quinnipak. Ma forse proprio per questo, io qui ci sto bene. A Quinnipak si ha negli occhi l'infinito. Qui, quando proprio guardi lontano, guardi negli occhi di tuo figlio. Ed è diverso. Non so come fartelo capire, ma qui si vive al riparo. E non è cosa spregevole. È bello. E poi chi l'ha detto che si deve proprio vivere allo scoperto, sempre sporti sul cornicione delle cose, a cercare l'impossibile, a spiare tutte le scappatoie per sgusciare via dalla realtà. È proprio obbligatorio essere eccezionali? Io non so. Ma mi tengo stretta questa vita mia e non mi vergogno di niente: nemmeno delle mie soprascarpe. C'è una dignità immensa, nella gente, quando si porta addosso le proprie paure, senza barare, come medaglie della propria mediocrità. E io sono uno di quelli. Si guardava sempre l'infinito a Quinnipak, insieme a te. Ma qui non c'è l'infinito. E così guardiamo le cose, e questo ci basta. Ogni tanto, nei momenti più impensati, siamo felici. Andrò a letto, questa sera, e non mi addormenterò. Colpa tua, vecchio, maledetto Pekisch. Ti abbraccio. Dio sa quanto ti abbraccio. Pehnt, assicuratore.”

Castelli di rabbia

Fëdor Dostoevskij photo
Stefano Benni photo

“Maledetti, andate via| Ah canaglia, via di qua!”

Cesare Sterbini (1784–1831) librettista italiano

I, 1
Il barbiere di Siviglia

Claudia Cardinale photo
Emil Cioran photo

“A differenza di Giobbe non ho maledetto il giorno della mia nascita; gli altri giorni, in compenso, li ho coperti tutti di anatemi.”

Emil Cioran (1911–1995) filosofo, scrittore e saggista rumeno

L'inconveniente di essere nati
Origine: Cfr. Libro di Giobbe: «Perisca il giorno che io nacqui | e la notte in cui si disse: "È stato concepito un maschio!"».

Paul McCartney photo

“Penso che ci sia l'urgenza di fermare la terribile fugacità del tempo. Con la musica, la pittura… cercate di catturare anche un solo attimo maledetto, prego!”

Paul McCartney (1942) musicista britannico

Origine: Citato in Chris Ingham, Guida completa ai Beatles, traduzione di M. C. Giordano, V. Lovato, G. Olivieri, Vallardi, Milano, 2005, p. 299. ISBN 8882119866

Max Gazzé photo
Adriano Celentano photo

“Un film scoperto a caso | tra la pubblicità | ed un telegiornale | senza un po' di verità.”

Adriano Celentano (1938) cantautore, ballerino e showman italiano

da Maledetta televisione, n. 6
I miei americani
Origine: Traduzione di That's Alright Mama di Elvis Presley (testo di Arthur "Big Boy" Crudup).

Fabri Fibra photo

“Il pubblico mi ama e io amo lui | ma nella versione maledetta | il pubblico mi odia e io odio lui.”

Fabri Fibra (1976) rapper, produttore discografico e scrittore italiano

da Parole in fumo, n. 2
Casus belli

Bassi Maestro photo

“Magari adesso canto, tra un'ora me ne parto: per questo vivo denso come il cioccolato caldo!”

Bassi Maestro (1973) rapper, disc jockey e beatmaker italiano

da La vita è maledetta
Classe 73

Domenico di Guzmán photo

“[…] Io crederei, Beatissimo Padre, che a rimunerare in qualche modo la fede ardente del sig. Duca, V. S. dovesse avere la benignità di conferire o a lui, o a suo fratello Don Rodrigo, canonico della cattedrale di Tolosa, la sacra porpora, la quale egli si ha già acquistato con le sue escursioni tingendola nel sangue maledetto di quegli sciagurati.
Basta che in questi paesi si senta il suo nome perché gli eretici Albigesi tremino da capo a piedi. Il suo costume è di andare per le corte spacciando in un sol colpo i più arrabbiati. Quanti gliene capitano nelle mani, costringe a professare la nostra fede con la formola ingiunta da V. S. Se ricusano, li fa battere ben bene mentre che si accende il rogo. Quindi interrogati se si sien pentiti ed ascoltato che no, conchiude: "O credi o muori". Li mettono ad ardere a fuoco lento per dare loro tempo di pentirsi, e di meritare l'eterno perdono.
Alcuno di questi miserabili, benché assai raramente, sullo spirare ha dato segni di ritrattazione e di orrore della morte che meritamente subiva; ed io mi consolavo nel Signore osservando quegli atti che potevano essere indizio di pentimento. Quando più essi si dibattevano tanto più noi godevamo nella speranza che quelle brevi pene fruttassero loro il gaudio eterno, dove speriamo di trovarli salvi nel santo paradiso quando al Signore piacerà di chiamarci agli eterni riposi.
Intorno poi agli altri che furono sedotti, e perciò meno rei, non si costuma di condannarli subito, ma per esercitare con essi quella carità che il nostro Salvatore comanda, da principio si risparmia loro la vita ed invece si adoprano alcuni tormenti i quali per quanto siano gravi alla carne, sono infinitamente più lievi degli altri riserbati allo spirito nelle fiamme eterne. Si adoprano rotelle, eculei, letti di ferro, stirature, tenaglie ed altre simili mortificazioni del corpo, che secondo la legge del nostro Signor G. Cristo dev'essere macerato in terra per averlo glorioso nella vita eterna.
In altra mia mi farò un dovere di rallegrare il cuore della Santità Vostra, con più minuta narrazione di questa opera che il Signore si compiace di fare per nostro mezzo. Intanto, prostrato al sacro piede della S. V., imploro per me e per questi miei collaboratori e compagni l'apostolica benedizione e mi dichiaro
della S. V. Re dei Re e Pastore dei Pastori
l'ultimo dei servi e figli
Domenico Guzman.”

Domenico di Guzmán (1170–1221) presbitero spagnolo

Citato in Giuseppe Garibaldi, Il governo dei preti, Kaos edizioni, 2006

Piergiorgio Odifreddi photo
Renato Zero photo
Magdi Allam photo
Rayden photo

“Sono nato col male dentro | distruggo tutto ciò che tocco | un Re Mida maledetto.”

Rayden (1985) rapper e beatmaker italiano

da Non basterebbe, n. 5

Carlo Emilio Gadda photo
Camilla Läckberg photo
Curzio Malaparte photo
Guido Ceronetti photo
Friedrich Dürrenmatt photo
Christopher Marlowe photo

“Faust: Maledetti i genitori che mi fecero!
No, Faust, maledici te stesso, maledici Lucifero
che ti ha privato del cielo.”

'Faustus: Curs'd be the parents that engender'd me!
No, Faustus, curse thyself, curse Lucifer
That hath depriv'd thee of the joys of heaven.
La tragica storia del Dottor Faust, Atto V, Scena II

William Shakespeare photo
Carlo Goldoni photo
Terry Pratchett photo
Robert Louis Stevenson photo
Herman Melville photo
Georges Bataille photo

“[La riproduzione sessuata è] Nel tempo, ciò che la tigre è nello spazio.”

Georges Bataille (1897–1962) scrittore, antropologo e filosofo francese

Origine: Da La parte maledetta, traduzione di Francesco Serna, Bollati Boringhieri.

Alphonse Daudet photo
Ivo Andrič photo
Ernst Jünger photo
Valerio Massimo Manfredi photo
Henry Morton Stanley photo
Voltaire photo
Dylan Thomas photo

“Mio mondo felice, buffo, maledetto, peccaminoso, osceno, bello. Oh, perché non sono con te, mio tesoro!”

Dylan Thomas (1914–1953) poeta, scrittore e drammaturgo gallese

Lettere

Maksim Gor'kij photo
Francesco Guccini photo
Alexandr Alexandrovič Blok photo
Arthur Rimbaud photo

“Adesso sono maledetto, detesto la patria. Il meglio, è un sonno proprio da ubriaco, sul greto.”

Arthur Rimbaud (1854–1891) poeta francese

da Sangue cattivo, 1972

Paul Henri Thiry d'Holbach photo
Alessandro Esseno photo
PJ Harvey photo
David Peace photo
Vincenzo Monti photo
Federico Buffa photo

“Come ti bestemmio, o Dio! Non ti credo nei cieli! Sei in terra e Sei l'amore! Sii maledetto, o amore!”

Ambrogio Bazzero (1851–1882) scrittore e poeta italiano

. Perché non mi uccidi?
Storia di un'anima, Anima

Giovanni Berchet photo

“Maledetto | chi s'accosta senza piangere | Alla terra del dolor!”

Giovanni Berchet (1783–1851) poeta italiano

Il romito del Cenisio

Leonardo Sciascia photo
Gustave Nadaud photo
Antonio Serra photo
Niccolò Ammaniti photo
Maria Maddalena de' Pazzi photo

“Il maledetto rispetto humano è un lupo affamato, un leone infuriato, il quale si divora e ingoia la maggior parte dell'opere buone.”

Maria Maddalena de' Pazzi (1566–1607) monaca e mistica italiana

Detti e sentenze memorabili, Sentenze e detti generali tratti dalla sua Vita e da suoi scritti, utili a tutti, ma particolarmente alle persone religiose