Frasi sulla pazienza
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“La pazienza è cosa dura, e convien meglio alla groppa del somiero, che all'anima dell'uomo.”

Francesco Domenico Guerrazzi (1804–1873) politico e scrittore italiano

da L'assedio di Firenze

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“Sono di temperamento invidioso, ma non ho avuto mai la pazienza necessaria per essere ambizioso.”

Jules Renard (1864–1910) scrittore e aforista francese

9 ottobre 1906; Vergani, p. 242
Diario 1887-1910

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“Buscaroli non è un "musicologo" professionista. È un vero storico, possiede quindi profondità e ampiezza di visione che all'altro manca quasi sempre; e ha una cultura generale, una conoscenza del mondo classico, una preparazione specialistica sull'arte figurativa e l'iconologia che pochi possono vantare. Eppure non lavora costruendo il "grande affresco", metodo che ti rende inevitabile il grande, talora il fatale, errore. Con pazienza rabbiosa rilegge le sterminate fonti.”

Paolo Isotta (1950–2021) critico musicale e scrittore italiano

Origine: Da Uno scrittore «bastian contrario», ma baciato dal successo https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/2004/aprile/16/Uno_scrittore_bastian_contrario_baciato_co_9_040416036.shtml, Corriere della Sera, 16 aprile 2004, p. 37.

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“Maestro, cosa succede?
UrSu ansimò prima di rispondere.
– Nacqui… – disse, e il resto della frase si perse in un mormorìo indistinto.
Jen piegò la testa per indicare che non aveva capito. Il Maestro agitò debolmente una mano come a dirgli di aver pazienza, e finalmente riuscì a mormorare: – Nacqui sotto un cielo tempestoso.
Jen deglutì a vuoto, sforzandosi di mantenere la calma. – Per favore – disse. – Sono io, Jen.
Il vecchio saggio tornò a sollevare la mano, e mosse le labbra come per guidare le parole. – Un Cristallo cantava… – ansimò. – Un Cristallo cantava i tre divenuti uno. La colonna oscura, la colonna, la colonna rosea… e la luce…
Jen si avvicinò, chinandosi per parlargli.
– Ascolta – mormorò il Maestro. – Devi capire. Tu devi… Dopo novecentonovantanove triadi più una triade… La Grande Congiunzione, cantava il Cristallo… Io nacqui, ah… anche Skeksis…
Jen rimaneva lì immobile, timoroso all'idea che la sua vita dovesse cambiare, smarrito al pensiero delle responsabilità che, nel suo sconnesso mormorìo, il Maestro dava l'impressione di volergli imporre. Non aveva idea del significato di quei frammenti di cognizioni – se si trattava di cognizioni e non di parole prive di senso mormorate da un essere agonizzante – più di quanto non riuscisse a immaginare cosa avrebbe potuto fare per venire in aiuto al suo Maestro.
– Sei malato. Devi riposare – gli disse.
Se riusciva a calmarlo, sarebbe andato a chiamare UrIm il Guaritore, che, con la sua sensibilità all'aura, avrebbe imposto le mani e poi forse tutto sarebbe tornato come prima.
UrSu non l'aveva sentito. – Tre volte sei erano gli urSkeks – proseguì cantilenando, come se così gli riuscisse meglio di respirare. – Oscuro il Cristallo, oh… Tempestoso il cielo, grande dolore, gli Skeksis, essi… Male, oscurità, il loro governo…
Jen si sforzava di dare un senso a quelle parole sconnesse, perché il Maestro gli aveva detto che doveva capire, ma nello stesso tempo era disperato perché s'era reso conto che UrIm, che aveva visto sulla soglia della caverna, doveva aver già visitato il suo Maestro, e se si era allontanato significava che non c'era più niente da fare.
– Grande potere – continuò lentamente urSu dopo aver ripreso fiato. – Non ancora, non rinnovato, non Skeksis, non se i Ghelfling, tu, ah… – emise un gemito di dolore.”

Tu lo renderai intero, tu devi, tu devi, tutto intero, Ghelfling. Di nuovo.
Dark Crystal

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“Mai non restano fermi oro od argento | in mano ai generosi, | non l'acqua in un crivel, non pazïenza | in core agli amorosi.”

da Il re gaudente e l'accattone petulante, vol I, p. 56
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“Pel volgere dei giorni, e triste e grave | non sarai tu, ché amara è pazïenza, | ma reca frutto di sapor soave.”

da Difficoltà del servire un principe, vol I, p. 63
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“Niente mi fa perdere la pazienza più di chi ne ha troppa.”

Roberto Gervaso (1937) storico, scrittore, giornalista

Origine: Aforismi, p. 13

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“[…] una piccola signora dalla volontà indomita e dal piglio di principessa, che sulla strada scelta tanti anni addietro sta tuttora proseguendo con energia geniale, e con quella rara combinazione di pazienza e d'impazienza che è propria dei grandi innovatori.”

Primo Levi (1918–1987) scrittore, partigiano e chimico italiano

riferito a Rita Levi Montalcini
Origine: Da Una piccola signora dal piglio principesco http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/Itemid,3/action,detail/id,0996_01_1986_0241_0007_13753827/, La Stampa, 14 ottobre 1986, p. 7.

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“Prima i carabinieri con pazienza chiedano a chi ottura l'ingresso degli istituti superiori di sgomberare. Non obbediscono? Qualche calcio nelle parti molli sarà un prezzo giusto per ripristinare la legalità democratica e repubblicana.”

Renato Farina (1954) politico e scrittore italiano

da Chiamate la polizia http://www.senato.it/notizie/RassUffStampa/081022/jmc5u.tif, Libero, 22 ottobre 2008, p. 1

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“Niente fa tanto onore ad una donna quanto la sua pazienza e niente le fa così poco onore quanto la pazienza di suo marito.”

Joseph Joubert (1754–1824) filosofo e aforista francese

Da Carnets; citato in Le petit philosophe de poche, Textes réunis par Gabriel Pomerand

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“Chi pazienza non ha, non coglie il frutto, | e niente otterrà mai, chi brama tutto.”

Ubaldo Mari abate e poeta italiano

III, 21
La Giasoneide, o sia la Conquista del Vello d'Oro (1780)
Variante: Chi pazienza non ha, non coglie il frutto,
E niente otterrà mai, chi brama tutto.
Origine: Citato in Harbottle, p. 269.

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“Eppure a volte per capire era sufficiente saper ascoltare. Si ricordò di quella volta che era riuscito a descrivere le conseguenze che il terremoto dell'Irpinia dell'80 aveva avuto sull'equilibrio di quella comunità grazie a una semplice intervista. Era bastato l'incontro con un uomo che si aggirava su una collina di macerie a Sant'Angelo dei Lombardi e raccoglieva piccole cose intorno a sé, oggetti all'apparenza privi di importanza: un fermaglio, un posacenere, una penna. Cercava con pazienza tra le pietre e le macerie e, appena qualcosa attirava la sua attenzione, si chinava a prenderla con delicatezza, come si fa con le more nei cespugli, e la riponeva in una scatola di scarpe vuota. Marco si avvicinò e gli chiese dov'era la sua casa e in che condizioni fosse.
– "È tutta qui. Ci stiamo camminando sopra." rispose l'uomo, senza scomporsi.
– "E la sua famiglia?"
– "Stiamo camminando sopra anche a quella. Mia moglie è proprio qui sotto" disse indicando la punta delle scarpe. "Qui siamo sopra la cucina. L'avevo lasciata lì ed ero andato a prendere la legna per il cammino quando è arrivata la scossa. I miei due bambini sono più in là. In quel punto, vede? Quando sono uscito stavano giocando nella loro cameretta. Devono essere ancora lì. E ora, se vuole scusarmi…"”

Franco Di Mare (1955) giornalista e conduttore televisivo italiano

e andò via, lungo quel cimitero di macerie, cercando frammenti della sua vita perduta."
Origine: Da Non chiedere perché, Rizzoli, 2011, pp. 103-104.

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“Al servo pazienza, al padrone prudenza.”

I Malavoglia
Origine: Proverbio. In Giuseppe Giusti, Proverbi toscani, 1853: «Al servo pazienza, e al padron prudenza»; in Bonifacio Samarani, Proverbi lombardi, 1858: «El servitor el dev avê pazienza, el padron bona dosa de prudenza».

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“[Su proprio padre] La collera e lo sdegno che gli conoscevo da sempre gli venivano dal suo disprezzo per i regnanti e per la carriera alla quale non s'era mai adattato e l'aveva indubbiamente fatto soffrire; ma la sua ribellione, le sue critiche non si legavano — come dovetti giudicare più tardi — alla realtà d'un fermento sociale che gli era invece estraneo e del quale non riusciva a cogliere i bagliori. L'avevo, sì, udito condannare aspramente l'infamia del Bava Beccaris di tanti anni prima, ma anche quell'episodio, per lui vergognoso, l'aveva messo sul conto dell'ottusità e del cinismo dei regnanti e della viltà d'un governo che giudicava incapace o irresponsabile — mai reazionario e classista. Sembrava anzi ignorare non solo il significato di questi termini, che del resto non adoperava, ma anche la crescente potenza d'una classe dirigente borghese, quindi non poté allora capire quel che la storia c'insegnò poco dopo, a noi che non avevamo ancora vent'anni: e cioè che la guerra del '15 non era stata affatto una continuazione del Risorgimento (oh, le frasi romantiche e patetiche che come zucchero caramellato filavano nell'aria scintillante del giardino di via dell'Istria!) bensì la grossa manovra d'una borghesia paurosa e irritata che voleva sopra tutto ostacolare l'avanzata del socialismo. Anche i reazionari triestini irredentisti avevano dimostrato, al tempo loro, come il Venezian, un congenito disprezzo per i lavoratori ("date il superfluo ai poveri!") e un loro miope, livido antisocialismo. La conseguenza che ai nostri occhi diveniva sempre più chiara ed evidente era che la borghesia nazionale aveva senz'alcuno scrupolo gettato in guerra una massa composta quasi unicamente di contadini, e di contadini del sud, i più ignoranti e i più miseri, quindi i più adatti a esser precipitati in un conflitto di cui non avrebbero capito nulla e avrebbero sopportato come una delle tante sciagure che piovevano sulla loro vita faticosa e primitiva — un diluvio o un terremoto, per l'appunto — con quella pazienza e quella rassegnazione che insegnava loro una chiesa tanto dolce e mite per i ricchi e tanto severa per i poveri.”

parte III, cap. II, p. 175
Le quattro ragazze Wieselberger

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“C'è del magico anche nella pazienza.”

Terry Goodkind (1948) scrittore statunitense

Zeddicus Zu'l Zorander a Kahlan Amnell
Blood of the fold, L'Ordine Imperiale

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“[…] facciamo lentamente il buio cammino del nostro mondo, la strada della pazienza.”

Stefan Zweig (1881–1942) scrittore, giornalista e drammaturgo austriaco

da Appello alla pazienza, (1920), p. 67
La patria comune del cuore

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“La pazienza è finita, mi sono rotto i coglioni di Di Pietro.”

Clemente Mastella (1947) politico italiano

citato in Di Pietro salva la riforma Castelli. Mastella: lo sfiducio http://www.unita.it/view.asp?IDcontent=60039, l'Unità, 3 ottobre 2006

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“Ho 77 anni e sarei triste senza sesso… ma se non ci sarà più, pazienza.”

Jane Fonda (1937) attrice e produttrice cinematografica statunitense

Origine: Dal programma televisivo Che Tempo che fa, Rai 3, 18 gennaio 2015; citato in Chiara Maffioletti, Jane Fonda: a 77 anni senza sesso sarei una donna triste https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/2015/gennaio/19/Jane_Fonda_anni_senza_sesso_co_0_20150119_92dbe7c4-9fa5-11e4-ab07-c757f46bca99.shtml, Corriere della Sera, 19 gennaio 2015, p. 32.

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“In secondo luogo questa piccola opposizione al Fascismo, formata dai detriti del vecchio politicantismo italiano (democratico, reazionalistico, radicale, massonico) è irriducibile e dovrà finire a grado a grado per interno logorio e inazione, restando sempre al margine delle forze politiche effettivamente operanti nella nuova Italia. E ciò perché essa non ha propriamente un principio opposto ma soltanto inferiore al principio del Fascismo, ed è legge storica che non ammette eccezioni che di due principi opposti nessuno vinca, ma trionfi un più alto principio, che sia la sintesi di due diversi elementi vitali a cui l’uno e l’altro separatamente si ispirano; ma di due principi uno inferiore e l’altro superiore, uno parziale e l’altro totale, il primo deve necessariamente soccombere perché esso è contenuto nel secondo, e il motivo della sua opposizione è semplicemente negativo, campato nel vuoto. Questo sentono i fascisti di fronte ai loro avversari e perciò hanno una fede inconcussa nel trionfo della loro parte e non transigono; e possono ormai con pazienza longanime attendere che le opposizioni, come hanno abbandonato il terreno legale della lotta in Parlamento, finiscano col persuadersi della necessità ineluttabile di abbandonare anche quello illegale, per riconoscere che il residuo di vita e di verità dei loro programmi è compreso nel programma fascista, ma in una forma balda, più complessa, più rispondente alla realtà storica e ai bisogni dello spirito umano.”

Giovanni Gentile (1875–1944) filosofo e pedagogista italiano

Opere Giovanni Gentile

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“Oh, ma con i versi si fa ben poco, quando li si scrive troppo presto. Bisognerebbe aspettare e raccogliere senso e dolcezza per tutta una vita e meglio una lunga vita, e poi, proprio alla fine, forse si riuscirebbe poi a scrivere dieci righe che fossero buone. Poiché i versi non sono, come crede la gente, sentimenti (che si hanno già presto), sono esperienze. Per un solo verso si devono vedere molte città, uomini e cose, si devono conoscere gli animali, si deve sentire come gli uccelli volano, e sapere i gesti con cui i fiori si schiudono al mattino. Si deve poter ripensare a sentieri in regioni sconosciute, a incontri inaspettati e a separazioni che si videro venire da lungi, a giorni d'infanzia che sono ancora inesplicati, ai genitori che eravamo costretti a mortificare quando ci porgevano una gioia e non la capivamo (era una gioia per altri), a malattie dell'infanzia che cominciavano in modo così strano con tante trasformazioni così profonde e gravi, a giorni in camere silenziose, raccolte, e a mattine sul mare, al mare, a mari, a notti di viaggio che passavano alte rumoreggianti e volavano con tutte le stelle, e non basta ancora poter pensare a tutto ciò. Si devono avere ricordi di molte notti d'amore, nessuna uguale all'altra, di grida di partorienti, e di lievi, bianche puerpere addormentate che si richiudono. Ma anche presso i moribondi si deve essere stati, si deve essere rimasti presso i morti nella camera con la finestra aperta e i rumori che giungono a folate. E anche avere ricordi non basta. Si deve poterli dimenticare, quando sono molti, e si deve avere la pazienza di aspettare che ritornino. Poiché i ricordi di per se stessi ancora non sono. Solo quando divengono in noi sangue, sguardo e gesto, senza nome e non più scindibili da noi, solo allora può darsi che in una rarissima ora sorga nel loro centro e ne esca la prima parola di un verso.”

The Notebooks of Malte Laurids Brigge

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“Per quanto riguarda questi traditori, hanno i giorni contati, e sono stati umiliati di fronte al popolo. Il popolo si è armato con la pazienza e la fede. Insisto sulla cooperazione e la toleranza fra il popolo. Riguardo l'esecuzione o la non-esecuzione dei traditori, è una facenda che sta a noi decidere.”

Abd al-Karim Qasim (1914–1963) militare e politico iracheno

Principles of 14th July revolution
Variante: Per quanto riguarda questi traditori, i loro giorni sono finiti e sono stati umiliati di fronte al popolo. Il popolo si è armato con la pazienza e la fede. Insisto sulla cooperazione e la tolleranza fra il popolo. Quanto all'esecuzione o la non-esecuzione dei traditori, è una questione che sta a noi decidere.

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“La pazienza vi gioverà in ogni ora, ogni volta e in ogni occasione. Vi aiuta a superare il vostro avversario, per quanto forte possa essere. Vi aiuterà in tempi di avversità e difficoltà, durante le battaglie, in guerra e in pace.”

Abd al-Karim Qasim (1914–1963) militare e politico iracheno

Patience will benefit you in every hour, every time and every opportunity. It helps you to overcome your opponent, howsoever strong he may be. It will help you in times of distress and hardships, in battles and in war and peace.
The historical extempore speech at the Reserve Officers' College

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“Con le palpebre chiuse, | si intravede un chiarore, | che con il tempo, e ci vuole pazienza, | si apre allo sguardo interiore. | Inneres Auge, das Innere Auge.”

Franco Battiato (1945) musicista, cantautore e regista italiano

da Inneres Auge, n. 1
Inneres Auge – Il tutto è più della somma delle sue parti

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“Gli Stati Uniti hanno una grande forza e pazienza, ma se saranno costretti a difendere se stessi o i loro alleati, non avremo altra scelta che distruggere completamente la Corea del Nord. “Rocketman” è in una missione suicida per se stesso e per il suo regime.”

Donald Trump (1946) 45esimo Presidente degli Stati Uniti d'America

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Variante: Gli Stati Uniti hanno una grande forza e pazienza, ma se saranno costretti a difendere se stessi o i loro alleati, non avremo altra scelta che distruggere completamente la Corea del Nord. "Rocketman" è in una missione suicida per se stesso e per il suo regime.

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“Che chi a pazienza fa ogni cosa.”

Francesco Berni (1497–1535) scrittore e poeta italiano

Rifacimento of Orlando Innamorato

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Questa traduzione è in attesa di revisione. È corretto?
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“Preparazione, pazienza e pratica sono gli elementi che servono a un buon capobranco.”

Cesar Millan (1969) personaggio televisivo e scrittore messicano

Citazioni di Cesar Millan
Origine: Da Dog Whisperer – Uno psicologo da cani. [È il programma tv? Data?]

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