Frasi su presa
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“Uno yogin la cui coscienza ordinaria sia ben raccolta nel cuore e che non abbia alcun'altra preoccupazione, grazie a una presa di coscienza priva di dualità (avikalpa), si dedica interamente alla contemplazione della propria coscienza in quanto Soggetto cosciente liberato dal corpo e dagli altri limiti. E così che, sempre vigile, assorbendosi nel Quarto stato e in quello che ne è al di là, pone fine al pensiero dualizzante e acquista a poco a poco la sovranità.”

Kṣemarāja (975–1025) filosofo indiano

commento a Pratyabhijñā 4.1.11
Origine: Pratyabhijñā o Īśvarapratyabhijñākārikā, opera di Utpaladeva.
Origine: Citato in Lilian Silburn, La Kuṇḍalinī o L'energia del profondo, traduzione di Francesco Sferra, Adelphi, 1997, p. 70. L'opera non è specificata.

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“[Su Marilyn Monroe] Abbiamo un assoluto bisogno di lei. È l'unica tra noi che sappia davvero come comportarsi di fronte alla macchina da presa.”

Sybil Thorndike (1882–1976) attrice teatrale e attrice cinematografica inglese

sul set de Il principe e la ballerina; citato in Mike Evans, Marilyn, p. 266

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“["Qual è stato il personaggio più bello da doppiare? ] Il più bello è stato Hilary Swank in Million Dollar Baby di Clint Eastwood. Perché era girato, o almeno ho avuto la sensazione, come se fosse un'opera teatrale con più macchine da presa e loro recitassero ogni scena singolarmente. Non c'erano gli stop ed è stato bellissimo.”

Laura Lenghi (1968) doppiatrice italiana

Origine: Da Carmine Benincasa, Laura Lenghi al Cavacon 2014: è tra le migliori doppiatrici italiane http://corrieredelmezzogiorno.corriere.it/salerno/notizie/arte_e_cultura/2014/28-maggio-2014/laura-lenghi-cavacon-2014e-le-migliori-doppiatrici-italiane-223299965266.shtml, Corrieredelmezzogiorno.corriere.it, 30 maggio 2014.

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“Michel Onfray si lamenta di ricevere critiche senza essere letto? Ebbene, l'ho quindi letto. L'ho fatto sforzandomi di mettere da parte, per quanto possibile, i vecchi cameratismi, le amicizie comuni, come anche la circostanza — ma questo era evidente — che entrambi siamo pubblicati dallo stesso editore. A dir la verità, sono uscito da questa lettura ancora più costernato di quanto lasciassero presagire le recensioni di cui, come tutti, ero venuto a conoscenza. Non che per me, come invece per altri, l'«idolo» Freud sia intoccabile: da Foucault a Deleuze, a Guattari e ad altri ancora, molti se la sono presa con lui e io, pur non essendo d'accordo, non ho mai negato che abbiano fatto avanzare il dibattito. E nemmeno sono il risentimento anti-freudiano, la collera, addirittura l'odio, come ho letto qua e là, a suscitare il mio disagio alla lettura del libro Crépuscule d'une idole. […] si fanno grandi libri con la collera! E che un autore contemporaneo mescoli i propri affetti con quelli di un glorioso predecessore, che si misuri con lui, che faccia i conti con la sua opera in un pamphlet che, nell'ardore dello scontro, apporta argomenti o chiarimenti nuovi è, in sé, qualcosa di piuttosto sano. Del resto, Onfray l'ha fatto spesso, altrove, e con vero talento. No, non è questo. Quel che infastidisce nel Crépuscule d'une idole è di essere banale, riduttivo, puerile, pedante, talvolta al limite del ridicolo, ispirato da ipotesi complottistiche assurde quanto pericolose.”

Bernard-Henri Lévy (1948) filosofo, giornalista e imprenditore francese
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“Come ci si prepara alla prima rappresentazione di una nuova opera teatrale.”

Hans Axel von Fersen (1755–1810) militare e diplomatico svedese

citato in Giorgio Dell'Arti (a cura di), 1789-1799 I dieci anni che sconvolsero il mondo - La presa della Bastiglia, la Repubblica, 1989, p. 73

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“Il ragno partorisce fori di sé l'artificiosa e maestrevole tela, la quale gli rende, per benefizio, la presa preda.”

Leonardo Da Vinci (1452–1519) pittore, ingegnere e scienziato italiano

Ragno; 1979, p. 61
Bestiario o Le allegorie

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“Tra la fine del 2008 e l'inizio del 2009 tre anziani muoiono tra le fiamme nella provincia di Lucca: la vestaglia di Veronica, 80 anni, prende fuoco quando la donna passa troppo vicino a un fornello. Liliana viene consumata da un incendio misterioso. Giuseppina dormiva quando un corto circuito della presa elettrica sotto il suo letto ha scatenato le fiamme. A Voltri, nel marzo 2008, i pompieri sfondano una porta e si trovano davanti il cadavere di Maria, 84 anni. Suo fratello Giovanni, 82, è semisvenuto. A Roma, nello stesso periodo, un'altra porta viene abbattuta: dietro c'è una donna morta da dodici ore. Aveva 88 anni. Nell'altra stanza, due parenti ancora vivi: due ultraottentenni invalidi che da lei erano accuditi. A Genova, il giorno di Santo Stefano, qualcuno ha l'idea di bussare alla porta di Edda e Ottavio per fare gli auguri. Erano morti da una settimana.
Nel gennaio di quello che sarà il suo ultimo anno di vita, il 2009, la poetessa Alda Merini sbotta: "è una vergogna: i vecchi in questa città vengono trattati come carta igienica". E aggiunge: "C' è indifferenza, a Milano, ed è il crimine più grosso. Si è tanto parlato della violenza del branco contro le ragazze, ed è certamente un fatto orribile, ma c' è una violenza sotterranea che non è meno feroce. Una persona che muore da sola e nessuno se ne accorge è davvero il silenzio degli innocenti."”

Loredana Lipperini (1956) giornalista, scrittrice e conduttrice radiofonica italiana

Non è un paese per vecchie

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“C'è l'Italia finta dei sogni di Berlusconi e dei suoi ministri, fatta di plastica e di set televisivi. C'è anche un'altra Italia, quella vera e reale – l'abbiamo vista oggi per le vie di Roma con le proteste dei disabili e delle loro famiglie, e con le proteste dei terremotati de L'Aquila – abbindolata dal sogno berlusconiano, presa in giro dal governo un attimo dopo aver spento i riflettori dei teatrini di posa tv.”

Nichi Vendola (1958) politico italiano

Origine: Da "C'è l'Italia Berlusconiana fatta di plastica" http://www.sinistraeliberta.eu/comunicati-stampa/nichi-vendola-c%e2%80%99e-l%e2%80%99italia-berlusconiana-fatta-di-plastica-ma-ci-sono-gli-italiani-in-carne-e-ossa-presi-in-giro-che-non-si-meritano-le-manganellate-ma-esigono-fatti-e-il-poter-manif, SinistraeLibertà.eu, 7 luglio 2010.

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“Mi piace chiamarmi Volponi e penso all'eroismo della volpe che, presa in trappola, si morde la zampa pur di scappare. Io sono così, non riesco a rimanere chiuso in trappola e mi strappo la gamba pur di scappare.”

Paolo Volponi (1924–1994) scrittore italiano

Origine: Dall'intervista di Emanuele Zinato, Quello che sarà domani non ha una forma già prestabilita, Urbino, 4 gennaio 1994, in Scritti dal margine, Manni Editori, 1995.

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“Viva l'Italia, presa a tradimento, | l'Italia assassinata dai giornali e dal cemento.”

Francesco De Gregori (1951) cantautore italiano

da Viva l'Italia, n. 6
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“Quanto all'Occidente, osservava in imbarazzato silenzio e chi aveva salutato con entusiasmo l'avvento dell'ayatollah confessava quasi a denti stretti il proprio errore o pentimento. La cosiddetta sinistra, quella sinistra per cui una rivoluzione va sempre assolta e chi non è d'accorso su questo è un fascista, tentava addirittura di giustificare lo scempio. «Devi capire che la rivoluzione non è un invito a nozze.» «Pensa a Robespierre e alle migliaia di ghigliottinati durante il Terrore, pensa a Lenin e alle centinaia di migliaia liquidati con le Grandi Purghe.» «Non dimenticare che certi eccessi sono inevitabili e necessari. Non è la prima volta che la rivoluzione divora i propri figli.» Non avevano detto le stesse cose, del resto, quando la libertà era stata assassinata in Polonia e in Cecoslovacchia e in Ungheria e nella Germania dell'Est, quando i sogni erano stati traditi a Cuba e in Vietnam? Non s'erano forse macchiati della stessa malafede, gli ipocriti, non s'erano forse rifugiati dietro la stessa disonestà, lo stesso timore d'apparir reazionari? Lo sapevo ben io che fino al giorno in cui avevo raccontato le infamie viste a Saigon, le colpe degli americani e dei sudvietnamiti e dei Loan, me l'ero cavata benissimo: conquistando orde di ammiratori e di amici. «Gran giornalista, grande scrittrice, gran donna.» Però appena avevo raccontato le infamie viste ad Hanoi, le colpe dei nordvietnamiti e dei vietcong e dei Giap, ero stata linciata sui loro giornali. E gli ammiratori s'erano trasformati in dispregiatori, gli amici in nemici: «Mascalzona, calunniatrice, serva del Pentagono. Ha offeso la rivoluzione!».
La rivoluzione. È dalla presa della Bastiglia che l'Occidente vive nella bugia chiamata rivoluzione. È da allora che questa parola equivoca ci ricatta come una parola santa, in quanto tale ci viene imposta come sinonimo di libertà-uguaglianza-fraternità, simbolo del riscatto e del progresso, speranza per gli oppressi. È da allora che le stragi compiute in suo nome vengono assolte, giustificate, accettate, che i suoi figli vengono macellati dopo aver macellato: convinti che essa sia la cura di ogni cancro, la panacea di ogni male. Ma rispettosamente la pronunciamo, rispettosamente la studiamo a scuola, rispettosamente la analizziamo nei trattati di politologia e nei saggi di filosofia. Rispettosamente non osiamo contestarla, rifiutarla, sbugiardarla sputando in faccia agli imbecilli e ai violenti che se ne servono per carriera.”

Origine: Intervista con il Potere, pp. 36–37

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“L'alba, la barba, presa con le buone. | Offrire la gola al tocco leggero, l'alba, | la lanolina candida. (da Cosa succederà alla ragazza”

Lucio Battisti (1943–1998) compositore, cantautore e produttore discografico italiano

Cosa succederà alla ragazza

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“La lepre. Il rumore sottilissimo della foglia che cade la mette all'erta. È presa dall'angoscia come noi, quando nella notte sentiamo scricchiolare i nostri mobili.”

Jules Renard (1864–1910) scrittore e aforista francese

settembre 1896; Vergani, p. 111
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“Chi mi guarda allo specchio, | chi si imbuca appena presa la patente, | hai abboccato a una cosa che non è una bugia.”

Dente (cantante) (1976) cantautore italiano

da La settimana enigmatica, n. 10
Io tra di noi
Origine: Nella prima strofa le soluzioni sono "io", ovvero chi mi guarda allo specchio, "T", ovvero il simbolo del segnale stradale che indica una strada senza uscita, dove si potrebbe "imbucare" chi ha appena preso la patente, e "amo". Nella seconda strofa le soluzioni sono "Io", satellite di Giove, "mio", ovvero tutto ciò che possiedo, e "Dio", simboleggiato da un occhio dentro un triangolo; unendo le soluzioni trovate si ottiene la frase io ti amo, io mi odio.

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