Frasi su ricco
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“Carducci è l'ultima tempra d'uomo che abbia avuto la nostra poesia, l'ultimo poeta che nel mondo non abbia veduto soltanto se stesso, ma anche il prossimo. È un uomo quadrato, più ricco di fantasia che Pascoli e D'Annunzio e più complesso di entrambi nel suo svolgimento poetico.”

Attilio Momigliano (1883–1952) critico letterario italiano

da Le tendenze della lirica italiana dal Carducci ad oggi, in La Nuova Italia, dicembre 1934; ristampato nel volume Introduzione ai poeti, Roma, 1946, pp. 213-236
Origine: Citato in I classici italiani nella storia della critica, opera diretta da Walter Binni, vol. II, da Vico a D'Annunzio, La Nuova Italia, Firenze, 1974, p. 591.

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“[Su Giacomo Marchini] Temperante in tutto fino all'astinenza, fidissimo nelle amicizie, facile alla stima e all'affetto, entusiasta del bene, coraggioso, virilmente fermo nelle cose importanti, remissivo e a volte anche un po' trasandato nelle altre, tal era Giacomo Marchini, uomo di virtù antiche, sceso perciò nel sepocro nè ricco, nè celebre.”

Aristide Gabelli (1830–1891) pedagogista italiano

Origine: Citato in Emilio De Marchi, Le quattro stagioni, Lampi di stampa [1892], 2004, pp. 83-84 https://books.google.it/books?id=sQjPAgAAQBAJ&pg=PA84&dq=giacomo+marchini&hl=it&sa=X&ved=0CCgQ6AEwAmoVChMI1rXS3qTHxwIVBrgUCh0ATw26#v=onepage&q=giacomo%20marchini&f=false, ISBN 9788848803014

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“Gotta (s. f.). Il nome che il medico dà ai reumatismi di un paziente ricco.”

Ambrose Bierce (1842–1914) scrittore, giornalista e aforista statunitense

1988, p. 90
Dizionario del diavolo

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“Caro Claudio, tu, nel mio quartiere di Milano sarai sempre il benvenuto. Io alla Garbatella sono stato invitato e ci andrò. Sono gli ignoranti come te con un ricco conto in banca i veri razzisti. È facile pontificare quando non si ha un problema di casa popolare, di mutuo, di disoccupazione, di mezzi pubblici insicuri.”

Matteo Salvini (1973) politico italiano

Origine: Da un'intervista a Il Tempo; citato in Mario Valenza, Botta e risposta tra Claudio Amendola e Matteo Salvini http://m.ilgiornale.it/news/2015/05/10/botta-e-risposta-tra-claudio-amendola-e-matteo-salvini/1126611, Ilgiornale.it, 10 maggio 2015.

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“Questo autunno è alla fine. Come un fuoco | ricco d'animali e chiaro – | un fuoco metafisico, un'infinità purificata – | ma limitato da ombre. Apriamo le ombre, apriamo | i morti. Entriamo nello splendore di vorace febbre | nella febbre delle stelle, in un tempo di passione | della profonda vigilanza.”

Christine Koschel (1936) poetessa, scrittrice e traduttrice tedesca

Quest'autunno è alla fine
Origine: In Phahlfuga. Gedichte und Prosagedichte, Piper Verlag, Monaco di Baviera, 1966; in L'urgenza della luce, Cristina Campo traduce Christine Koschel, a cura di Amedeo Anelli, Le Lettere, Firenze, 2004, p. 39. ISBN 88 7166 827 8

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“La scoperta della Sicilia è uno dei motivi più fertili e frequenti della letteratura sette-ottocentesca dei «viaggiatori» stranieri in Italia. L'aspirazione al mitico, solare Sud sembra, nella immaginazione di tedeschi, inglesi francesi nordici, raggiungere l'apice più ricco di sorprese e di novità nell'esplorazione attonita, stupita (ma non per questo meno animata da vigile spirito critico e selettivo) dell'isola «del sole», della «terra del fuoco», della «terra della primavera perenne»
Ma la scoperta – come "comprensione" e serena valutazione – della Sicilia è un fatto che riguarda ancor oggi noi italiani. E possiamo compierla, completarla anche seguendo la lunga eco che il Viaggio in Sicilia ha suscitato attraverso le pagine dei viaggiatori stranieri.
Ogni scrittore, dal Settecento al Novecento, possiede una sua «retorica» della Sicilia, che è in parte la retorica del suo tempo, in parte il contributo di una propria suggestione, colma d'attesa e di speranza. E la scoperta si conclude sempre, o quasi sempre, col senso di una gioiosa meraviglia: questo sentimento di un mirabile remoto paradiso che aveva donato al Goethe il gusto dolcissimo e malinconico della sua celeberrima evocazione:
«sai tu la terra ove i cedri fioriscono?
Splendon tra le brune foglie arance d'oro
pel cielo azzurro spira un dolce zeffiro
umil germoglia il mirto, alto l'alloro…»
Da Goethe a Peyrefitte – i due estremi cronologici e spirituali di questa antologia – il senso dell'ammirata scoperta si ripete e si conferma.”

dalla prefazione a Viaggiatori stranieri in Sicilia

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“Quel ricco e svariante tramonto del medioevo.”

Roberto Longhi (1890–1970) storico dell'arte italiano

citato in I luoghi dell'arte, vol. 3

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“Ma mi sono anche convinto che un paese come l'Italia, ricco e carico di storia, ma che non ha ambizioni egemoniche, può essere un crocevia importante nel mondo di oggi. È questo lo sforzo che l'Italia deve fare e che il governo italiano sta facendo, quello dell'internazionalizzazione dell'Italia.”

Andrea Riccardi (1950) storico, accademico e pacifista italiano

Con data
Origine: Citato in Filomena Fuduli Sorrentino, Andrea Riccardi, l'uomo che vuole internazionalizzare l'Italia http://www.lavocedinewyork.com/Andrea-Riccardi-l-uomo-che-vuole-internazionalizzare-l-Italia-/d/11882/, La Voce di New York.com, 20 maggio 2015.

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“È ricco chi desidera soltanto ciò che gli fa veramente piacere.”

Alphonse Karr (1808–1890) giornalista e scrittore francese

Origine: Aforismi sulle donne, sull'uomo e sull'amore, p. 90

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“Oh Dio, io sono il sogno americano | Non credo di essere tanto esagerato | Io sono un bel figlio di puttana | Avrò un buon impiego e diventerò ricco davvero.”

Frank Zappa (1940–1993) chitarrista, compositore e arrangiatore statunitense

da Bobby Brown
Origine: Oh God I am the American dream | I do not think I'm too extreme | & I'm a handsome son of a bitch | I'm gonna get a good job & be real rich.

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“[Su Wolverine - L'immortale] Lo stesso Giappone, a prescindere dai film tratti dai fumetti, è diverso rispetto al resto del mondo. È un luogo ricco di storia, tradizioni e usanze che si contrappone a ciò che Wolverine rappresenta.”

Hugh Jackman (1968) attore australiano

Origine: Da Clip Esclusiva Extra 1 - Wolverine: L'immortale http://movieplayer.it/video/clip-esclusiva-extra-1-wolverine-l-immortale_16145/, Movieplayer.it.

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“L'abitato superiore, con necropoli di incinerati che rivelano la presenza di guerrieri-pastori giustificata da necessità di difera della strada rivierasca che vi passava, era chiamato in dialetto Crées, nome celtico pure, indicante la presenza di abitazioni in pietra; quello inferiore, con sepolture più tarde di inumati era invece Piaàg, di probabile derivazione latina da plaga. Ebbene, la popolazione del primo villaggio era estroversa, allegra, malleabile, piuttosto variabile nelle opinioni e nei rapporti sociali, a costituzione familiare in cui l'uomo faceva sentire maggiormente la propria podestà; alla sera le vie del paese erano animate sino alla mezzanotte; al mattino, in compenso, gli uomini si levavano tardi e andavano al lavoro sulla montagna a giorno fatto; non era raro il caso che sue bisticciassero oggi, venendo anche alle mani, e che domani li si incontrasse a braccetto. Al contrario la gente di sotto era piuttosto taciturna, sensibilmente introversa. Se nasceva uno screzio tra famiglie, ne veniva un'avversione che durava talora per generazioni. La donna era più considerata che nell'altro villaggio e il marito le si rivolgeva con il "voi", anziché col "tu" come lassù. Al mattino – e io ho fra i ricordi della mia fanciullezza il battere a notte sul selciato sotto le mie finestre degli scarponi di chi passava – gli uomini andavano al lavoro prima che baluginasse l'alba; alla sera, viceversa, dopo le otto le vie del paese diventavano deserte. La parola data era sempre mantenuta e assai difficile era far mutar parere. […] I diversi caratteri dei due paesi portarono, all'inizio di questo secolo, a comportamenti assai diversi di fronte alla depressione in atto. Mentre la gente di sotto emigrava piuttosto che contrarre un debito, quelli di sopra ipotecarono con facilità anche le terre, allorché accennò il ruttiamo e, buoni muratori quali erano, costruirono case d'affitto procurandosi denaro a prestito. Rimontarono la china mentre, di sotto, il paese, un tempo più fiorente per territorio ricco di campi e di boschi, si spopolava.”

Pietro Pensa (1906–1996) ingegnere e dirigente d'azienda italiano

Origine: Noi gente del Lario, p. 496

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“Addio, monti sorgenti dall'acque, ed elevati al cielo; cime inuguali, note a chi è cresciuto tra voi, e impresse nella sua mente, non meno che lo sia l'aspetto de' suoi più familiari; torrenti, de' quali distingue lo scroscio, come il suono delle voci domestiche; ville sparse e biancheggianti sul pendìo, come branchi di pecore pascenti; addio! Quanto è tristo il passo di chi, cresciuto tra voi, se ne allontana! Alla fantasia di quello stesso che se ne parte volontariamente, tratto dalla speranza di fare altrove fortuna, si disabbelliscono, in quel momento, i sogni della ricchezza; egli si maraviglia d'essersi potuto risolvere, e tornerebbe allora indietro, se non pensasse che, un giorno, tornerà dovizioso. Quanto più si avanza nel piano, il suo occhio si ritira, disgustato e stanco, da quell'ampiezza uniforme; l'aria gli par gravosa e morta; s'inoltra mesto e disattento nelle città tumultuose; le case aggiunte a case, le strade che sboccano nelle strade, pare che gli levino il respiro; e davanti agli edifizi ammirati dallo straniero, pensa, con desiderio inquieto, al campicello del suo paese, alla casuccia a cui ha già messo gli occhi addosso, da gran tempo, e che comprerà, tornando ricco a' suoi monti. Ma chi non aveva mai spinto al di là di quelli neppure un desiderio fuggitivo, chi aveva composti in essi tutti i disegni dell'avvenire, e n'è sbalzato lontano, da una forza perversa! Chi, staccato a un tempo dalle più care abitudini, e disturbato nelle più care speranze, lascia que' monti, per avviarsi in traccia di sconosciuti che non ha mai desiderato di conoscere, e non può con l'immaginazione arrivare a un momento stabilito per il ritorno! Addio, casa natìa, dove, sedendo, con un pensiero occulto, s'imparò a distinguere dal rumore de' passi comuni il rumore d'un passo aspettato con un misterioso timore. Addio, casa ancora straniera, casa sogguardata tante volte alla sfuggita, passando, e non senza rossore; nella quale la mente si figurava un soggiorno tranquillo e perpetuo di sposa. Addio, chiesa, dove l'animo tornò tante volte sereno, cantando le lodi del Signore; dov'era promesso, preparato un rito; dove il sospiro segreto del cuore doveva essere solennemente benedetto, e l'amore venir comandato, e chiamarsi santo; addio! Chi dava a voi tanta giocondità è per tutto; e non turba mai la gioia de' suoi figli, se non per prepararne loro una più certa e più grande.”

cap. VIII
I promessi sposi

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“[Il nocciòlo] Preferisce un terreno ricco, non troppo umido. Utile come pianta da siepe, anche se non offre buoni siti per nidi (i rami sono ottimi tuttavia come sostegno per i piselli).”

Tony Soper (1929) ornitologo, naturalista e conduttore televisivo inglese

Origine: La gabbia senza sbarre, p. 13

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“[…] quando si dice «il giocatore viene preso dalla Juventus» significa anche caricarlo di responsabilità. Quando si dice «la maglia della Juventus è pesante» significa capire che dietro quella maglia c'è una storia fatta di un palmarès ricco di successi e, quindi, questo giocatore deve essere uno degli interpreti per arrivare ancora a riportare ad ulteriori successi.”

Giuseppe Marotta (dirigente sportivo) (1957) dirigente sportivo italiano

Citazioni di Giuseppe Marotta
Origine: Dal video Juventus: Marotta e Paratici fino al 2018 - Marotta and Paratici extend contracts until 2018 https://www.youtube.com/watch?v=qXdkvy9Yw1Y (min. 3:36), Youtube.com, 23 aprile 2015.

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“L'eccessivo consumo di carne da parte del ricco significa la fame per il povero. Bisogna cambiare questi sistemi costosi di agricoltura, sopprimere terreni coltivati per ingrassare bovini e ridurre il bestiame.”

René Dumont (1904–2001) sociologo francese

Origine: Dichiarazione rilasciata a Roma, nel 1974, in occasione della Conferenza per l'Alimentazione Mondiale delle Nazioni Unite; citato in Aa.Vv., Un gusto superiore: un modo nuovo di mangiare e di vivere, The Bhaktivedanta Book Trust Italia, 1992, p. 12.

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