Frasi su rivolta
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“L'esaltare ad un alto grado l'oggetto e i suoi doni costituisce un tentativo rivolto a diminuire l'invidia.”

Melanie Klein (1882–1960) psicoanalista austriaca

Origine: Invidia e gratitudine, p. 84

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“[Rivolto a Enzo Ferrari che gli aveva riservato un biglietto ferroviario di andata e ritorno per andare a correre la Targa Florio del 1932] Dicono che sei un bravo amministratore, ma mi accorgo che non è vero. Dovevi farmi riservare solo il biglietto di andata, perché quando si parte per una corsa bisogna prevedere la possibilità di tornare in un baule di legno.”

Tazio Nuvolari (1892–1953) pilota motociclistico e pilota automobilistico italiano

Origine: Citato in Enzo Ferrari, Il segreto di Tazio http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1985/12/27/il-segreto-di-tazio.html, la Repubblica, 27 dicembre 1985.

“Pensavo spesso al credo di Serge:"‎"Dove c'è rivolta, c'è rabbia. Dove c'è rabbia, c'è vita."”

Jean-Claude Izzo (1945–2000) scrittore, giornalista e poeta francese

Era bello.
Chourmo Il cuore di Marsiglia

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“Io, il mio discorso l'ho fatto. Ora, a voi preparare il discorso funebre per me.”

Giacomo Matteotti (1885–1924) politico e antifascista italiano

affermazione rivolta ai suoi compagni dopo l'accusa a Mussolini di elezioni truccate dai fascisti; citato in Emilio Lussu, Marcia su Roma e dintorni, Einaudi, 1976

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“Il mondo sta andando in rovina», ripeté Coen annuendo con aria falsamente meditabonda. «Quante volte l'ho già sentito!»
Lambert fece una smorfia. «Anch'io. E non c'è da stupirsi, ultimamente è sulla bocca di tutti. Così dicono i re, quando viene fuori che dopotutto per regnare è necessario almeno un briciolo di cervello. Così dicono i mercanti, quando l'avidità e la stupidità li conducono alla bancarotta. Così dicono i maghi, quando cominciano a perdere la loro influenza sulla politica o sulle fonti di reddito. E colui cui viene rivolta questa frase deve aspettarsi che a essa segua subito una proposta. Perciò abbrevia i preamboli, Triss, e facci la tua.”

Coen e Lambert, cap. 3
Il sangue degli elfi
Variante: «Il mondo sta andando in rovina», ripeté Coen annuendo con aria falsamente meditabonda. «Quante volte l'ho già sentito!»
Lambert fece una smorfia. «Anch'io. E non c'è da stupirsi, ultimamente è sulla bocca di tutti. Così dicono i re, quando viene fuori che dopotutto per regnare è necessario almeno un briciolo di cervello. Così dicono i mercanti, quando l'avidità e la stupidità li conducono alla bancarotta. Così dicono i maghi, quando cominciano a perdere la loro influenza sulla politica o sulle fonti di reddito. E colui cui viene rivolta questa frase deve aspettarsi che a essa segua subito una proposta. Perciò abbrevia i preamboli, Triss, e facci la tua.»

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“Quando la guerra sarà finita, li costringeremo a pensare come noi, anche perché, fra l'altro, in quel momento saranno finanziariamente nelle nostre mani.”

Woodrow Wilson (1856–1924) 28º presidente degli Stati Uniti d'America

rivolto agli alleati ostici nei suoi confronti, nel 1917; citato in Di Nolfo 2007

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“Si rivolta un pensiero come un abito, per servirsene parecchie volte.”

Luc de Clapiers de Vauvenargues (1715–1747) scrittore e saggista francese

1923
Riflessioni e massime

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“L'esortazione: «Cercate di vedere tutte le cose del mondo immerse in Dio» è rivolta a noi.”

Rabindranath Tagore (1861–1941) poeta, drammaturgo, scrittore e filosofo indiano

Il nido dell'amore

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“Quel che l'oggetto forma dei nostri pensieri più caro, | O cui prima fu a lungo rivolta la nostra fatica, | O che più veemente destò de lo spirito l'acume, | Ci compare sovente nei sogni. S'illude il legale | Di difender processi e norme comporre di dritto; | Il capitano vede battaglie ed eserciti…”

4. 959 e sgg., traduzione di P. Perrella, Zanichelli, Bologna, 1965
Et quo quisque fere studio devinctus adhaeret, | Aut quibus in rebus multum sumus ante morati | Atque in ea reatione fuit contenta magis mens, | In somnis eadem plerumque videum obire; | Causidici causas agere et componere leges, | Induperatores pugnare ac proelia obire...
De rerum natura, Libro IV
Origine: Citato in Sigmund Freud, L'interpretazione dei sogni, traduzione di Elvio Fachinelli e Herma Trettl, Bollati Boringhieri, 1994.

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“Il veleno della dottrina dei «diritti uguali per tutti» – è stato diffuso dal cristianesimo nel modo più sistematico; procedendo dagli angoli più segreti degli istinti cattivi, il cristianesimo ha fatto una guerra mortale ad ogni senso di venerazione e di distanza fra uomo e uomo, cioè al presupposto di ogni elevazione, di ogni sviluppo della cultura – con il risentimento delle masse si è fabbricato la sua arma principale contro di noi, contro tutto quanto v'è di nobile, di lieto, di magnanimo sulla terra, contro la nostra felicità sulla terra … Concedere l'«immortalità» a ogni Pietro e Paolo, è stato fino a oggi il più grande e il più maligno attentato all'umanità nobile. – E non sottovalutiamo la sorte funesta che dal cristianesimo si è insinuata fin nella politica! Nessuno oggi ha più il coraggio di vantare diritti particolari, diritti di supremazia, un sentimento di rispetto dinanzi a sé e ai suoi pari – un pathos della distanza … La nostra politica è malata di questa mancanza di coraggio! – L'aristocraticità del modo di sentire venne scalzata dalle più sotterranee fondamenta mercé questa menzogna dell'eguaglianza delle anime; e se la credenza nel «privilegio del maggior numero» fa e farà rivoluzioni, – è il cristianesimo, non dubitiamone, sono gli apprezzamenti cristiani di valore quel che ogni rivoluzione ha semplicemente tradotto nel sangue e nel crimine! Il cristianesimo è una rivolta di tutto quanto striscia sul terreno contro ciò che possiede un'altezza: il Vangelo degli «umili» rende umili e bassi…”

Friedrich Nietzsche (1844–1900) filosofo, poeta, saggista, compositore e filologo tedesco

43; 2008

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“[Alfredo Oriani] Io non l'ho conosciuto. Ebbi l'onore, nel 1905, di pubblicare un capitolo inedito della sua Ideale Rivolta nel Leonardo ma non lo vidi mai. Forse è stato meglio: non avremmo avuto il tempo di limare le punte delle nostre persone scontrose colla consuetudine lunga e familiare dell'intimità.”

Giovanni Papini (1881–1956) scrittore, poeta e aforista italiano

Origine: Da G. Papini, Alfredo Oriani. La lotta politica, in Scrittori e artisti. Citato in Sandro Gentili, Carteggio Giovanni Papini, Giuseppe Prezzolini, Vol. I, 2003. ISBN 88-8498-115-8

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“Prima che tu mi interrompa, Raven, voglio dirti che la ragione per cui ti odio, la ragione per cui ti odio nel profondo del mio cuore, è che non conoscevo niente di meglio quando ero un ragazzino. Quando mio padre tornava a casa odorando di birra. Ho pensato che avesse avuto una giornata di duro lavoro. Non avevo capito che era fuori in un bar. Non avevo capito che 'lavoro' significava 'ufficio di collocamento.' Non pensavo fosse strano che qualcuno tornasse a casa propria e prendesse un Old Style [ una marca di birra] sotto la doccia. Non pensavo fosse strano che qualcuno svenisse. Ho pensato che un Old Style, un pacchetto al giorno, era la norma. Raven, mio ​​padre è esattamente come te. Dal primo giorno di Ring of Honor, dove si suppone che lo spirito combattivo sia rispettato, le cose non dovrebbero essere così! Mi piacerebbe stringerti la mano come un uomo normale, ma il fatto è che io non ti rispetto! Ti odio! Ti odio per tutto quello che hai pisciato via! Tutto quello che ho demolito e dilaniato, per quello che non ho ancora guadagnato! Questo è stato consegnato a voi e scaricato nel gabinetto! Per che cosa? Per le pillole? Per le bevande alcoliche? Per l'alcol? Per le donne? Sono figlio della tua società avvelenata. Così, il diciassette del mese di luglio, io diventerò un mostro per combattere i mostri del mondo! Il tuo tempo in Ring of Honor sarà finito. Questa è una promessa. Questo è vero! Questo è reale! Questo è lo Straight Edge!”

Phil Brooks (1978) wrestler statunitense

Promo rivolto a Raven tenuto durante Ring of Honor: WrestleRave '03, del 28 giugno 2003, dopo un tag team match con Colt Cabana contro Raven e Christopher Daniels

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“Lei sa, c'è un'altra cosa che io non faccio, Vince. Io non faccio sporco sesso non protetto con farabutte che pensano solo ad arricchirsi, che eventualmente presentano un documento di paternità contro di me, facendo in modo di cacciarmi fuori dalla mia casa, lasciandomi solo vagabondare, vivendo nel disonore nazionale”

Phil Brooks (1978) wrestler statunitense

ECW del 21 agosto del 2007; rivolto a Vince McMahon che aveva detto che non c'erano possibilità che CM Punk fosse il suo figlio illegittimo, per il fatto che Punk è uno Straigh Edge

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“Basta… dire… no!”

Phil Brooks (1978) wrestler statunitense

Smackdown del 3 luglio 2009. Rivolto a Jeff Hardy. Ha diversi significati: è riferito al fatto che Hardy contemplava di colpirlo, al nuovo contratto di Hardy con la WWE nella vita reale, e al passato di Hardy incapace di smettere con l'uso di droghe, anche questo nella vita reale

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“[Rivolta a una giocatrice che si era rifiutata di darle la mano a fine partita] Avresti bisogno di un carrarmato per battere una come me.”

Martina Navrátilová (1956) tennista cecoslovacca

Origine: Citata in Ubaldo Scanagatta, Navratilova ha un cancro http://www.ubitennis.com/sport/tennis/2010/04/07/315139-navratilova.shtml, Ubitennis.com, 7 aprile 2010.

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“Io sono seduto nella mia camera con la faccia rivolta al fuoco, e tutti gli oggetti che colpiscono i miei sensi sono contenuti in pochi metri intorno a me. La memoria, invero, mi fa presente l'esistenza di molti oggetti; ma questa sua testimonianza non si estende oltre la loro precedente esistenza, né i sensi né la memoria attestano la continuità del loro essere. Mentre sono ancora seduto e rivolgo per la mente questi pensieri, sento ad un tratto un rumore, come di una porta che gira sopra i suoi cardini, e poco dopo vedo il portiere che avanza verso di me. Ciò mi dà occasione a molte riflessioni e nuovi ragionamenti. Anzitutto, io non ho mai osservato che quel rumore possa provenire da altro fuorché dal movimento di una porta, e quindi concludo che il presente fenomeno sarebbe in contraddizione con tutte le precedenti esperienze, qualora io non ammettessi che la porta, che ricordo dall'altra parte della camera, continua ad esistere. Ancora: ho sempre visto che un corpo umano possiede una qualità ch'io chiamo gravità, e che gl'impedisce di volare, come questo portiere dovrebbe aver fatto per giungere nella mia camera, se pensassi che la scala, di cui ho il ricordo, fosse stata distrutta nella mia assenza. Ma non è tutto. Io ricevo una lettera: aprendola, vedo dal carattere e dalla firma che viene da un amico che mi dice esser distante duecento leghe. È evidente che non posso mai rendermi ragione di questo fenomeno in conformità della mia esperienza in altri casi, senza far passare nella mia mente tutto il mare e il continente che ci separano, e senza supporre gli effetti e l'esistenza continuata dei corrieri e dei battelli, conforme alla mia memoria e osservazione. I fenomeni, dunque, del portiere e della lettera, sotto un certo aspetto sono in contraddizione con l'esperienza comune, e possono esser giudicati come obiezioni alle massime riguardanti la connessione tra cause ed effetti. Io, infatti, sono abituato a udire un certo suono nello stesso tempo che vedo un certo oggetto in movimento; in questo caso, invece, non ho ricevuto le due percezioni insieme. Sì che queste due osservazioni sono contrarie, a meno ch'io non supponga che la porta rimanga ancora, e che sia stata aperta senza ch'io ne abbia avuto la percezione. E questa supposizione, da principio arbitraria e ipotetica, acquista forza ed evidenza per essere la sola che possa conciliare quella contraddizione. Di questi casi se ne offrono continuamente nella mia vita, e mi spingono a supporre una continuata esistenza degli oggetti al fine di collegare le passate con le presenti loro apparizioni, e dare loro quella reciproca unione che ho trovato per esperienza convenire alla loro particolare natura e alle circostanze. Io sono, così, naturalmente portato a considerare il mondo come qualcosa di reale e di durevole, che mantiene la sua esistenza anche quando cessa di esser presente alla mia percezione.”

Trattato sulla natura umana

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“Dopo gli aerei dell'11 settembre, i newyorkesi per strada hanno spesso lo sguardo rivolto al cielo.”

Laurie Anderson (1947) performance artist, musicista e scrittrice statunitense

The End of the Moon

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“Perché piangere? È un momento di gioia questo, un momento di gloria.”

Papa Giovanni XXIII (1881–1963) 261° vescovo di Roma e papa della Chiesa cattolica

ultime parole rivolte in letto di morte al segretario in lacrime; citato in Ernesto Balducci, Papa Giovanni, Vallecchi, 1967

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“[Rivolto ad Andreas Hofer] Vorrei che il vostro eroismo, gentile e cristiano insieme, ispirasse qualcuno. […] La Vostra Fede cristiana, tutta d'un pezzo, la compatezza di popolo, che, con Haspinger, avete saputo realizzare nell'ora del pericolo, queste sì le desidererei con tutto il cuore.”

Papa Giovanni Paolo I (1912–1978) 263° vescovo di Roma e papa della Chiesa cattolica

citato in Paolo Gulisano, Andreas Hofer. Il Tirolese che sfidò Napoleone, Ancora, p. 138, raccolta nel volume Illustrissimi, Messaggero, Padova 2000

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“È questo senza dubbio il vero significato delle famose parole, molto spesso fraintese, rivolte ai primi santi: "Voi siete il sale della terra.”

Gilbert Keith Chesterton (1874–1936) scrittore, giornalista e aforista inglese

... ] Il sale insaporisce e conserva il manzo, non perché è come il manzo, ma perché è molto diverso. Cristo non disse agli apostoli che erano semplicemente quelli che eccellevano, né che erano i soli ad eccellere, ma che erano l'eccezione, quelli permanentemente in contraddizione e incompatibili.

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“[Rivolta a Serena Williams] Dio ti ha benedetto. Lo sai quanto? Pensaci. Ogni generazione dovrebbe essere migliore della precedente. Tu dovresti essere la più grande di sempre. Tu dovresti definire gli standard. Tu decidi.”

Billie Jean King (1943) tennista statunitense

Origine: Citato in Alessandro Mastroluca, Billie Jean King: "Federer dovrebbe supportarci di più" http://www.ubitennis.com/sport/tennis/2012/09/28/778868-billie_jean_king_uguaglianza.shtml, Ubitennis.com, 29 settembre 2012.

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“Napoli venne decorata, invece, per qualcosa che, come città e popolo, come unitaria comunità, era ed è assai arduo dimostrare che abbia fatto. Che le «soldatesche germaniche» siano state «cacciate dal suolo partenopeo», dai napoletani o da altri, è pura invenzione: si poteva sostenere nel 1944 per motivi di propaganda bellica (il decreto per la medaglia d'oro è del 10 settembre di quell'anno) ma oggi se ne può parlare solo nei comizi o nelle tavole rotonde, non in sede storica. Dopo cinquant'anni, i movimenti degli opposti eserciti nella fase meridionale della campagna d'Italia sono largamente documentati, e non si può fingere di non sapere quello che abbiamo qui esposto, e cioè che il ripiegamento della 10a armata tedesca da Salerno al Volturno cominciò il 16 settembre, ed era praticamente concluso il 27 quando anche le retroguarclie di genieri e guastatori rimaste a Napoli cominciarono a uscirne. Le «soldatesche» andarono via quando era ormai tempo che andassero. E un argomento su cui è persino penoso insistere, ma non si può fare a meno di ricordare che né Kesselring, Westphal e von Vietinghoff, né Churchill, Alexander e Clark, né Liddell Hart e gli altri massimi studiosi di storia militare hanno mai accennato a una insurrezione, rivolta o sommossa che abbia in qualche modo accelerato o intralciato la ritirata del presidio tedesco da Napoli.”

Origine: Napoli 1943, p. 164

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“[Rivolto al Signore] Che devo fare? Il cuore è pronto; solo attende ordini!”

Giovanni di Dio (1495–1550) religioso spagnolo

Origine: Citato in Igino Giordani, Il Santo della Carità ospedaliera, Fatebenefratelli, Roma-Milano 1965.

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“[A proposito di Inchiesta su Gesù] Strana ci sembra anche l'affermazione che Gesú non sia cristiano e che egli non abbia fondato né abbia voluto fondare una nuova religione, il cristianesimo. In realtà, egli ha rivolto la sua predicazione «alle pecore perdute della casa d'Israele» (Mt 10,6): a tale scopo ha chiamato a seguirlo dodici discepoli, perché «stessero con lui e anche per mandarli a predicare» (Mc 3,14-15). Ma il suo messaggio non è accolto dal popolo d'Israele e dai suoi capi. Ecco che allora egli si consacra all'istruzione dei suoi discepoli e delle persone – uomini e donne – che credono in lui: insegna loro a pregare, a vedere in Dio il Padre che li ama, che ha cura di loro; insegna loro il retto uso delle ricchezze, il perdono delle offese; nella sua ultima cena, alla vigilia della morte, istituisce un nuovo rito pasquale e chiede ai Dodici di ripeterlo in sua memoria. Dopo la sua morte e la sua risurrezione, i suoi discepoli, pur restando all'interno dell'ebraismo, formano un gruppo a parte, che ha i suoi capi (i Dodici), un suo rito particolare – la ripetizione dei gesti compiuti da Gesú nella sua Ultima Cena –, gli insegnamenti di Gesú. Proprio questo piccolo gruppo di seguaci di Gesú forma la «sua» Chiesa che, ingrandendosi con l'adesione di nuove persone, sia ebree sia pagane che credono in Cristo, forma il primo cristianesimo. Non c'è dunque nessuna frattura tra Gesú «ebreo» e il cristianesimo, che vivedegli insegnamenti di Gesú e lo professa suo Dio e Signore.”

Giuseppe De Rosa (1921–2011)

da Civiltà Cattolica, 2 dicembre 2006

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“[Su Masaniello] Pochi altri momenti e figure storiche del Mezzogiorno d'Italia ebbero altrettanta risonanza europea e lasciarono una scia altrettanto consistente di memoria e di mito.”

Giuseppe Galasso (1929–2018) storico, giornalista e politico italiano

Origine: Dalla prefazione a Aurelio Musi, La rivolta di Masaniello nella scena politica barocca, Guida Editori, Napoli, 1989.

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“I rivoltosi non hanno motivazioni fondamentalmente politiche o religiose. Essi incendiano le loro stesse scuole, i loro stessi ospedali, le automobili dei loro vicini. Praticano sui loro "territori" la politica della terra bruciata. Quello che esprimono è un'ostilità assoluta per tutto quello che, da vicino o da lontano, evoca l'autorità, le istituzioni, lo Stato o i pubblici poteri. La violenza a cui assistiamo in questi giorni è un lungo grido di odio, ma anche di disperazione, da parte di «giovani» che sono quasi tutti disoccupati, in situazione di fallimento scolastico e che constatano di non avere alcun posto in una società globale dove la povertà non cessa di avanzare, mentre le grandi società industriali vedono regolarmente aumentare i loro utili. Essi si ribellano perché constano questo, ma più si ribellano più arretrano. Per questi giovani ribelli, dediti fin dall'infanzia alla delinquenza e alla strada, semplicemente non c'è futuro. Una «vita normale» sembra un sogno inaccessibile. Molti pensano che tali rivolte segnino il fallimento della «società multiculturale». La formulazione è troppo facile. Contrariamente a quello che si afferma ovunque, noi non siamo in una società "multiculturale", ma in una società contemporaneamente multi-etnica e tristemente monoculturale”

Alain de Benoist (1943) scrittore francese

in cui la cultura si riduce ai valori mercantili e alla passione per il consumo
Origine: Da La Francia va a fuoco?, Tribune libre, 7 novembre 2005.

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“Tale l'atmosfera di Roma, nella quale Lucrezia Borgia viveva, senza essere essa stessa migliore né peggiore delle donne del tempo suo. Ebbe spirito gaio e leggiero. Non sappiamo se abbia mai avuto a sostenere lotte morali; se siasi mai trovata in uno stato di contradizione interiore con le azioni della sua vita o con coloro che l'attorniavano. Teneva una corte, che il padre avrà trattata con larghezza e profusione; ed era in frequentissime relazioni con le corti de' fratelli suoi. Rssa era la compagna e l'ornamento delle loro feste; essa la confidente degli intrighi nel Vaticano, rivolti a crescere la grandezza de' Borgia. E in tal scopo dovevasi ben presto concentrar tutto quanto potesse più vivamente starle a cuore.
In verità, non mai, neanche nel tempo posteriore, si mostra donna di genio straordinario. In lei non una delle qualità atte a farne una Virago, come Caterina Sforza o Ginevra Bentivoglio. E non possedeva neppure quello spirito dell'intrigo proprio di una Isotta da Rimini, ovvero la potenza intellettuale di una Isabella Gonzaga. Non fosse stata figliuola di Alessandro VI e sorella di Cesare, difficilmente sarebbe stata notata nella storia del tempo suo, ovvero sarebbe ita perduta nella moltitudine, come donna seducente e assai corteggiata. Pure, nelle mani di suo padre e suo fratello, diventò istrumento e vittima altresì di calcoli politici, a' quali ella non ebbe forza alcuna di oppor resistenza.”

Ferdinand Gregorovius (1821–1891) storico e medievista tedesco

da Lucrezia Borgia, 1990, p. 93
Lucrezia Borgia

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“[su Francesco Mario Pagano] Uno dei maggiori scrittori e martiri dell'illuminismo meridionale.”

Franco Venturi (1914–1994) storico italiano

da La rivolta greca del 1770 e il patriottismo dellʼetà dei lumi, Unione internazionale degli istituti di archeologia, storia e storia dellʼarte in Roma, 1986, p. 31

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