Frasi su romanzo
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“M'affacciavo al Mistero, ero solo in faccia a un mistero che era grande come tutto il creato.”

Massimo Bontempelli (1878–1960) scrittore, saggista e giornalista italiano

da Mia vita morte e miracoli, in Racconti e romanzi, a cura di P. Masino, Mondadori, Milano, 1961, p. 929.

“Quando cominciai a scrivere Firmino non sapevo nemmeno che Firmino fosse un topo, né che fosse a Boston, né che fosse un romanzo. Se non sto mettendo giù una storia, mi siedo davanti alla macchina da scrivere (oppure ora, al computer) e armeggio senza una vera e propria idea, l'equivalente scrittorio di passeggiare a zonzo. Spesso non ne viene fuori nulla, ma non sempre. Riscrivo un paragrafo molte volte prima di passare al prossimo. Cerco di non pensare dove stia andando il tutto, per paura di sforzare la storia in una direzione prestabilita piuttosto che lasciarla emergere dalla scrittura stessa…
Per ciò che riguarda i miei impieghi, probabilmente ne ho avuti in una quantità maggiore di tanti altri, ma devo dire di aver passato più tempo seduto in poltrona a fare quello che spesso si descrive denigratoriamente come "fissare il vuoto". Le ricchezze che tale attività (infatti è proprio una vera attività) produce non sono convertibili in moneta. Tra gli impieghi che invece mi hanno monetizzato, il mio preferito è stato lavorare come pescatore di granchi lungo la costa del Sud Carolina, dove ritornai dopo l'università. Per sei o sette ore al giorno, ero solo su una barca a navigare nei canali delle paludi, spesso senza veder anima dalla mattina alla sera. Quando spegnevo il fuoribordo per tirar su le reti, gli unici suoni che udivo erano gli uccelli, il vento, e l'acqua. Pensavo, e penso tuttora, di essere in quei momenti la persona più fortunata del mondo.
Di questi tempi, i miei piaceri sono piccoli e localizzati. Passeggio tra i laghi. Guardo dei video. Esco una o due volte alla settimana, per pranzare in qualche ristorantino. Leggo. I miei dispiaceri invece sono grandi e universali. Ho una riluttanza per i gerghi, specie quelli accademici. Sogno che un bel mattino tutte le auto della città non riusciranno a mettersi in moto. Mi dispero per guerre e carestie. Leggo le notizie in maniera ossessiva. Mi scaldo. Credo di farneticare.”

Sam Savage (1940–2019) scrittore statunitense

da un'intervista
citazione necessaria, Se sai qual è la fonte di questa citazione, inseriscila, grazie.

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“Le figure del mito vivono molte vite e molte morti, a differenza dei personaggi del romanzo, vincolati ogni volta a un solo gesto.”

Roberto Calasso (1941) scrittore italiano

Le nozze di Cadmo e Armonia
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“Non amo il romanzo di accumulazione.”

Carlo Fruttero (1926–2012) scrittore e traduttore italiano
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“Non sono tipo da messaggi o da idee io… Le idee, ne è piena l’enciclopedia… Io sono uno stilista. Un maniaco dello stile. Oh una cosa da nulla, una certa musichetta introdotta nello stile, tutto qui. Sono l’ultimo musicista del romanzo! Il resto, immaginazione, creatività e roba del genere, non mi interessa. La lingua, nient’altro che la lingua, ecco l’importante. La foto non è il vero: il vero lo si fa barando al modo giusto. Se prendi un bastone e vuoi farlo apparire diritto nell’acqua, devi prima curvarlo sennò sembra rotto. Bisogna romperlo prima di immergerlo. È un vero lavoro, è il lavoro dello stilista. Ci vuole un enorme respiro, grande sensibilità, è difficilissimo da fare, perché bisogna girarle attorno. Attorno a che? All’emozione! Perché in principio non era il verbo, era l’emozione. L’argot non si fa con il dizionario, ma con immagini nate dall’odio; è l’odio che fa l’argot! Tutti hanno voluto imitarmi, nessuno c’è riuscito… Mi prendono per un primitivo, un rozzo… Io invece sono un raffinato, un aristocratico, e quei cretini credono che improvvisi… Io so far ballare i tavolini e loro no, ecco la verità! I miei libri moriranno anche loro, e presto, si capisce, ma almeno avranno vissuto! Tanto i posteri saranno i cinesi… E quelli se ne fregheranno altamente della mia letteratura fessa e del mio stile vacca e dei miei tre puntini…”

Louis-ferdinand Céline (1894–1961) scrittore, saggista e medico francese
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“Per effimero che sia, un romanzo è qualcosa, mentre lo sconforto non è niente.”

Mario Vargas Llosa (1936) scrittore, giornalista e politico peruviano

Storia di Mayta

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“Ahimè. Niente cenere di sigarette, niente impronte. Non un guanto da donna, né una vaga scia di profumo… Nessuna di quelle cose che i detective dei romanzi trovano sempre.”

«Nei romanzi i poliziotti sono sempre ciechi come talpe!» rispose Japp. (p. 52)
Dialogo tra Poirot e l'ispettore Japp sulla scena del crimine
Se morisse mio marito

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“Nessuno, in alcuna lingua, ha scritto un romanzo che sia pari o almeno si avvicini a Clarissa.”

Jean Jacques Rousseau (1712–1778) filosofo, scrittore e musicista svizzero di lingua francese

Origine: Da Lettr à d'Alembert; citato in Ian Watt, Le origini del romanzo borghese (The Rise Of The Novel), traduzione di Luigi Del Grosso Destrieri, Bompiani, Milano, 1985.

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“Una grande attrice è una donna capace di incarnare un gran numero di personaggi dissimili fra loro; una diva è una donna capace di provocare un gran numero di sceneggiature simili fra loro.”

André Malraux (1901–1976) scrittore e politico francese

citato in appendice a Samuel Grafton, L'uomo che si fece inghiottire, I Romanzi del "Corriere", N. 30, 1957

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“Il romanzo di avventure non vuole essere una trascrizione della realtà: è un oggetto artificiale che non tollera nessuna parte ingiustificata.”

Jorge Luis Borges (1899–1986) scrittore, saggista, poeta, filosofo e traduttore argentino

Origine: Introduzione a L'invenzione di Morel, p. 18

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“Quando non si sa scrivere, un romanzo riesce più facile di un aforisma.”

Karl Kraus (1874–1936) scrittore, giornalista e aforista austriaco

Aforismi in forma di diario

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“Un romanzo che non scopra un segmento di esistenza finora sconosciuto è immorale. La conoscenza è l'unica moralità del romanzo.”

Milan Kundera (1929–2023) scrittore, saggista e poeta cecoslovacco

da New York Review of Books, 19 luglio 1984

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“Al poeta impeccabile | al perfetto mago delle lettere francesi | al mio carissimo e veneratissimo Maestro e Amico | Théophile Gautier | con la più profonda umiltà | dedico | questi fiori malsani.”

Charles Baudelaire (1821–1867) poeta francese

dedica de I fiori del male; citato in prefazione a Théophile Gautier, Il romanzo della mummia, cura e traduzione di Laura Aga-Rossi, BEN, 1995

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“Chiunque può scrivere un romanzo in tre volumi: ciò richiede semplicemente una totale ignoranza della vita e della letteratura.”

Oscar Wilde (1854–1900) poeta, aforista e scrittore irlandese

Variante: Chiunque può scrivere un romanzo in tre volumi. Richiede soltanto una completa ignoranza sia della vita che della letteratura.

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“L'amore ha sempre svolto romanzi, ossia l'arte di amare è sempre stata romantica.”

Novalis (1772–1801) poeta e teologo tedesco

fr. 584
Frammenti

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“È importante capire che l'attuale russomania non è che un sintomo del generale indebolimento della tradizione liberale in Occidente.”

George Orwell (1903–1950) scrittore britannico

da Libertà di stampa, in Romanzi e saggi

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“Il romanzo è la storia degli uomini, e la storia il romanzo dei re.”

Alphonse Daudet (1840–1897) scrittore e drammaturgo francese

da Souvenirs d'un homme de lettres

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“Il romanzo Lesabéndio è il frutto di una vita spirituale di grande purezza e riflessione e la coscienza dell'esser legato ad alcuni elementi del "reale" e dell' "esterno" gli ha conferito quella purezza che noi chiamiamo stile.”

Walter Benjamin (1892–1940) filosofo e scrittore tedesco

Paul Scheerbart: Lesabéndio; citato in Fabrizio Desideri, Il «fantastico» Scheerbart, Editori Riuniti, Roma 1982

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“Ben è 'l viver mortal, che sì n'aggrada, | Sogno d'infermi e fola di romanzi.”

III, 65-66
Trionfi, Trionfo d'Amore

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“Nella vita le cose capitano a casaccio, e così devono capitare in un romanzo; esse non conducono ad alcuna crisi risolutiva – che è un oltraggio alla legge delle probabilità – continuano ad accadere e basta.”

William Somerset Maugham (1874–1965) scrittore e commediografo britannico

Origine: Dalla prefazione dell'autore a Ashenden l'inglese, traduzione di Fenisia Giannini, Garzanti, 1966.

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“Perché l'imitazione del male supera sempre l'esempio, come, per il contrario, quella del bene è sempre inferiore, figli ancor più turpi di questa dottrina sono i Misteri di Parigi, i quali non si arrossi di qualificare per libro morale, benché l'autore di esso, Eugenio Sue, fosse dai Francesi chiamato a gran ragione il Cristoforo Colombo dei bordelli. L'eroine del suo romanzo sono Rigolette e Fleur de Marie, leggiadrissime sartine di sedici anni e senza genitori, le quali coll'esercizio dell'arte loro reggono sottilmente la vita, e non hanno in fondo della loro borsa altro capitale che dugento franchi. La prima vive in una soffitta lietamente, né dimentica di Dio, ch'ella prega ogni giorno. La seconda, a cui rincresce la fatica, frequenta i passeggi e le taverne, dissipa il suo meschino peculio, e si risolve a far mercimonio del suo corpo pei suggerimenti d'una infame creatura. Ella si lascia persuadere così presto, che non può chiamarsi sedotta: non amore, non sensualità, ma solamente la promessa che prezzo di vergogna avrà ozio e un poco di pane, la conducono nell'orrido e crudelissimo lupanare dove si ruba, si assassina, si avvelena, e non paghi di vivere di delitto, si scherza pur col delitto.”

Giovanni Battista Niccolini (1782–1861) drammaturgo italiano

Origine: Cfr. Francesco Guicciardini, Storia d'Italia: «L'imitazione del male supera sempre l'esempio, come per il contrario l'imitazione del bene è sempre inferiore.»
Origine: Discorso sulla tragedia greca, p. XV-XVI

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