Frasi su tanto
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“Possedere in esclusiva una donna è tanto ingiusto quanto possedere degli schiavi.”

Donatien Alphonse François de Sade (1740–1814) scrittore, filosofo e poeta francese

da La philosophie dans le boudoir

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“Una cosa noi odiamo, è vero: ma in noi, non negli altri: la pace. C'è in noi un odio istintivo, celato, misterioso, per la nostra pace, pur tanto dolce e benedetta.”

Sibilla Aleramo (1876–1960) scrittrice e poetessa italiana

da Andando e stando, a cura di Rita Guerricchio, Feltrinelli, 1997

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“Tre anni qui a Napoli mi hanno dato tanto, ma mi hanno anche tolto. Non posso uscire, in tre anni non ho imparato una strada di Napoli.”

Diego Armando Maradona (1960) allenatore di calcio e calciatore argentino

Origine: Palla lunga e pedalare, p. 26

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“Non andar sempre fino in fondo. C'è tanto in mezzo!”

Elias Canetti (1905–1994) scrittore, saggista e aforista bulgaro

1959
La provincia dell'uomo

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“La società è organizzata non tanto dalla legge quanto dalla tendenza all'imitazione.”

Carl Gustav Jung (1875–1961) psichiatra, psicoanalista e antropologo svizzero

da La struttura dell'inconscio
La struttura dell'inconscio (1916)

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“Perché non vi siano né l'oppressione del popolo né le inutili guerre, e perché nessuno s'indigni più contro coloro che sembrano essere i colpevoli di tutto ciò, occorrerebbe in realtà ben poco, e precisamente e unicamente che gli uomini capiscano come stanno veramente le cose, e le chiamino con il loro nome; e sappiano che un esercito è uno strumento d'omicidio e che il costruire e comandare un esercito – ovverosia ciò di cui si occupano con tanta disinvoltura i re, gli imperatori, i presidenti – è soltanto una preparazione all'omicidio.
Basterebbe che ogni re, imperatore, o presidente comprendesse che i suoi doveri di comandante in capo delle forze armate non sono affatto un incarico onorevole e importante, come gli fan credere i suoi adulatori, bensì un malvagio e vergognoso prepararsi all'omicidio; e che ogni privato cittadino comprendesse che il pagamento delle tasse, con le quali si arruolano e si armano i soldati, e a maggior ragione il prestar servizio militare, non sono affatto azioni senza importanza, bensì azioni malvagie e vergognose, e costituiscono non soltanto una connivenza ma una vera e propria complicità ad un omicidio – e subito si vanificherebbe da sé tutto quel potere degli imperatori, dei presidenti e dei re che tanto ci indigna, e per il quale adesso si continua ad assassinarli.
Per cui non occorre assassinare gli Alessandri, i Carnot, gli Umberti e gli altri, ma occorre spiegar loro che sono essi stessi degli assassini, e occorre soprattutto non permettere loro di assassinare altra gente, rifiutare di assassinare su loro comando.”

Lev Nikolajevič Tolstoj (1828–1910) scrittore, drammaturgo, filosofo, pedagogista, esegeta ed attivista sociale russo
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“Lo so che tra noi due il più forte sei, sempre tu! Ma dammi questa dolce morte, tanto non vivo più.”

Raf (1959) cantautore italiano

da Ti pretendo
Cosa resterà

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“Ed eccovi in secondo luogo la "cuna", altro flagello dell'infanzia, altro strumento di morte per bambini. Bisogna far dormire per forza quella mummia, che grida nei suoi ceppi. Le sue grida riescono importune, moleste, insopportabili. Dl'altronde, la madre deve attendere alla sua acconciatura, ha da intendersi colla sarta, ha da finire di leggere quel romanzo che tanto l'interessa! Deve vestirsi pel teatro, per le visite, pel veglione, per la passeggiata. Bisogna dunque per forza quel marzmottino si acceti nel sonno. Ed ecco il piccolo importuno consegnato alla balia, che te lo acchiappa come un involto di robe vecchie e te lo getta nella "cuna", dopo aver dato una buona ristretta alle fasce, quasi che tema ceh il prigioniero non scappi. Ed accola a far giuocare quel crpicciuolo ad un violento giuoco di altalena, agitando la culla in modo tempetosissimo che, senon fosse per legge fisica che il gran moto produce l'immobilità, quel puttino dovrebbe essere cento volte tramazzato sul suolo ovvero trabalzato in aria come la palla della racchetta. Bisogna far dormire a forza il monello. Dunque, stordendolo fino alla stupefazione, fino all'encefalagìa, fino al coma. L'oppio, la morfina ed altri mortali soporiferi riuscirebbero meno letali a quel tenero tessuto nervoso della violenta agitazione della "cuna". Un bel dì, il bambinello è assalito da convulsioni nervose e leva l'incomodo alla madre: «Dio se l'ha preso» dice questa. E noi diremo: «Siete voi che Glielo avete dato!».”

Francesco Mastriani (1819–1891) scrittore italiano

Parte prima, libro II, cap. XXVI, p. 253-54

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“[Sulla battaglia di Maida] […] il primo giugno, una squadra inglese venne a gettare l'ancora nel golfo di Eufemia per sbarcare sulla spiaggia, fra la foce del Lamato e quella dell'Angitola, un contingente di seimila soldati britannici comandati da sir John Stuart, nonché alcuni personaggi atti a capeggiare una insurrezione popolare nel paese. Era allora di stanza a Nicastro una compagnia di polacchi al comando del capitano Laskowsky. Essa si portò sulla riva insieme a un corpo di volontari a cavallo formato dai giovani della nobiltà cittadina, che, come già nel 1799, aveva abbracciato la causa dei francesi. Ma dopo un breve combattimento la piccola formazione dovette ripiegare su Maida, dove il generale Reynier stava raccogliendo in tutta fretta le forze francesi più vicine. Subito la plebe di Nicastro prese le armi e risollevò la bandiera dei Borboni, mise a sacco le case dei nobili sostenitori del re Giuseppe e sgozzò i soldati francesi malati che gremivano l'ospedale civile. «Nella città di Nicastro» scriveva qualche giorno dopo Giuseppe a Napoleone, «il comandante delle guardie d'onore è stato accecato e poi crocifisso; era un principe che mi aveva accolto in casa sua». La sera del 3 il generale Reynier, scorgendo Nicastro illuminata dal balcone della casa da lui occupata a Maida, disse agli ufficiali del suo stato maggiore: «Domani batteremo gli inglesi e dopodomani bruceremo Nicastro». […] Reynier disponeva solo di 4.000 uomini. Tutto gli imponeva di attendere gli inglesi nella posizione eccezionalmente forte di Maida, da dove difficilmente lo avrebbero potuto scacciare. Ma egli credette che anche dei britannici, come già dei napoletani, sarebbe venuto a capo con facilità. Commise perciò l'errore, enorme, di scendere in pianura per attaccare in campo loro le forze di sir John Stuart, superiori di numero, e per giunta appoggiate dall'artiglieria della flotta. Lo scontro ebbe luogo il 4 luglio; esso fu breve e terminò con la disfatta delle nostre truppe. In questa occasione, come in quasi tutte le battaglie che ebbero luogo in quello stesso periodo tra le due nazioni, il sangue freddo e la precisione di tiro degli inglesi fermarono nettamente l'impeto dei francesi e inflissero loro perdite enormi rispetto al numero degli arruolati. Era la prima volta, da lunghissimo tempo, che i francesi subivano una sconfitta per terra. Sir John Stuart ne fu tanto orgoglioso che arrivò ad insultare i vinti. «Mai» disse nel suo rapporto, «la vanità del nostro presuntuoso nemico è stata più duramente mortificata, mai la superiorità delle truppe britanniche più gloriosamente provata come negli avvenimenti di questa giornata memorabile». Sebbene da entrambe le parti pochissime fossero le truppe schierate, la battaglia ebbe conseguenze rilevanti. I francesi perdettero per qualche tempo tutta la Calabria. Il generale Reynier fu costretto a ritirarsi in disordine per la vallata del Lamato su Catanzaro, che raggiunse con molta fatica l'indomani.
Fortunatamente, per lui, gli inglesi non pensarono ad inseguirlo. Di lì a qualche giorno, pago del suo successo, sir John Stuart fece nuovamente imbarcare i suoi uomini, dopo aver calato a terra il materiale necessario ad armare una insurrezione calabrese, a capo della fu designato il maggiore Gualtieri, soprannominato Pane di Grano.”

François Lenormant (1837–1883) assiriologo e numismatico francese

citato in Viaggiatori stranieri nel Sud, a cura di Atanasio Mozzillo, Saggi di cultura contemporanea, 1982, Edizioni di Comunità, Milano, p. 288

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“Amo talmente tanto la Germania che ne preferivo due.”

Giulio Andreotti (1919–2013) politico, scrittore e giornalista italiano
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“Dicono che tutto sia comunque scritto quindi tanto vale che non sudi, nasci da incendiario, muori da pompiere, dicono.”

Luciano Ligabue (1960) cantautore italiano

da Happy Hour, n. 3
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“Non urlate tanto sul cinismo! Il cinismo non sta nelle parole che descrivono la realtà ma nella realtà stessa.”

Lenin (1870–1924) rivoluzionario e politico russo

Origine: Da Caratteristiche del romanticismo economico.

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“Buonasera a tutte, tanto carucce!”

Anna Marchesini (1953–2016) attrice, doppiatrice e scrittrice italiana

Personaggi, Sora Flora

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“Fai l'artista, te ne freghi, ma in verità è la gente che se frega! Dici: che mi frega, sono un artista, se vi va bene così, sennò cicca. Ma sai che gliene frega alla gente che sei un artista! Sei un artista?, e ce lo cachi che sei un artista! In pratica, o diventi produttivo o vaffanculo. E guarda che Andrea Pazienza che non caca, tutto così insomma, è un fatto che ti sei inventato tu, cioè un mito che non esiste! Non sei tu che non cachi, ma gli altri che ti hanno emarginato! Dormi una notte in facoltà e hai fatto l'occupazione, squacqui due manifesti e sei con la coscienza a posto! L'Espresso una settimana sì e due no e Linus quando ti capita, ed ecco risolto il problema di tenersi aggiornato! E manco hai il buonsenso, macché, il pudore di starti zitto! Noooo! Dice: vabbe', almeno sta zitto. Il compagno qua spara giudizi sugli autonomi o che so, su Robbe Grillet con l'aria di chi da sempre è immerso fino al collo di cose circa collettivi, jaquerie o Nouvelle Vogue! Oooh, ma ci credi tutti scemi? Sai cosa si dice di te dopo che hai sparato qualche palla atomica? Si dice: oh, inutile parlargli, tanto è scemo! Oppure: ma sì fatelo dire, quel coglione! O al massimo ti si concede l'alibi della pazzia, e in questo caso tu parli e qualcuno dietro di te ci fa segno come dire "ditegli sempre di sì"…
Ma che significa "ti lascio"! Che non faremo mai più l'amore, che non ci vedremo più, o che incontrandomi non mi saluterai?
Niente di tutto questo, o forse sì, tutto questo. È il concetto che conta, ti lascio, amen. La meccanica non m'interessa. La meccanica non m'interessa. M'interessa la meccanica? No! La meccanica non m'interess…”

Andrea Pazienza (1956–1988) fumettista e pittore italiano

da Le straordinarie avventure di Pentothal

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“Tanto una volta si vive, una volta si muore.”

Salvo D'Acquisto (1920–1943) carabiniere italiano

ai ventidue civili condannati alla fucilazione
Origine: Citato in L'eroismo di (Salvatore) Salvo D'Acquisto... http://cronologia.leonardo.it/storia/a1943za.htm, Leonardo.it.

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“Ho Visto tanto | Ho Visto tutto e non è MAI abbastanza | Ho Visto fumo | Ho Visto arrosto | Ho Visto la sostanza | Ho Visto questo ghetto e questa piazza cambiare | e spero che qualcosa possa ancora migliorare.”

Inoki (1979) rapper e writer italiano

da Ho Visto, n. 17
Origine: Citato in RapTxt.it http://www.raptxt.it/testi/inoki/ho_visto_2405.html, Ho Visto

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“Autore fra i più illustri per eloquenza e per attendibilità, esaltò con tanto entusiasmo Pompeo che Augusto lo chiamava Pompeiano.”
Titus Livius, eloquentiae ac fidei praeclarus in primis, Cn. Pompeium tantis laudibus tulit ut Pompeianum eum Augustus appellaret.

Tito Lívio (-59–17 a.C.) storico romano

Publio Cornelio Tacito

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“Poiché colui che ama tutta la natura animata non odierà nessuna classe di esseri innocenti e, quanto maggiore sarà il suo amore per il tutto, tanto più profondamente egli coltiverà la giustizia verso una parte di esso, quella parte a cui è più legato.”

Porfírio (233–301) filosofo e teologo greco antico

Origine: Citato in Henry S. Salt, I diritti degli animali, traduzione di Cinzia Picchioni, in Aa. Vv., Diritti animali, obblighi umani, Gruppo Abele, Torino, 1987, pp. 178-179. ISBN 88-7670-097-8

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“A quella quasi da immaginare | tanto di fretta l'hai vista passare | […] | e ti piace ricordarne il sorriso | che non ti ha fatto e che tu le hai deciso.”

Fabrizio De André (1940–1999) cantautore italiano

da Le passanti, n. 2. 1972
Canzoni
Variante: A quella quasi da immaginare | tanto di fretta l'hai vista passare | [... ] | e ti piace ricordarne il sorriso | che non ti ha fatto e che tu le hai deciso. (da Le passanti

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“[Su Mario Merola] Era tanto grande quanto umile. Con Mario Merola se ne va veramente un pezzo importante della storia di Napoli paragonabile per importanza a Massimo Troisi e a Totò.”

Gigi D'Alessio (1967) cantautore e produttore discografico italiano

Origine: Citato in «Era grande e umile», Gigi D’Alessio lo paragona a Totò http://ricerca.gelocal.it/ilcentro/archivio/ilcentro/2006/11/14/CT5PO_CT505.html, il Centro, 14 novembre 2006.

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“La pagina dell'Heysel è una delle pagine più buie del calcio e purtroppo della Juve, che ha visto morire 39 suoi tifosi quella folle sera a Bruxelles. Purtroppo da allora qualcosa è stato fatto, qualcuno ha pagato, ma in Italia succedono ancora episodi di violenza inaudita per una partita e spesso ci scappa ancora il morto. L'Heysel deve insegnare tanto, che quelle vittime non sono morte inutilmente, ma per dare un esempio a tutti che una cosa del genere non deve accadere più.”

Massimiliano Allegri (1967) allenatore di calcio ed ex calciatore italiano

Origine: Dalla conferenza stampa prima di Verona-Juventus; citato in Allegri: “Avevo 18 anni quando successe la tragedia dell'Heysel. A Verona per vincere” http://www.canalejuve.it/news/allegri-avevo-18-anni-quando-successe-la-tragedia-dellheysel-a-verona-per-vincere-152769, Canalejuve.it, 29 maggio 2015.

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“Mio Dio, se voi siete ovunque, com'è possibile che io sia tanto spesso altrove?”

Madeleine Delbrêl (1904–1964) mistica francese

libro La gioia di credere

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“Perché sbagliamo per imparare. E l’importante è non tradirsi. Ma ogni tanto ricominciarsi.”

Chiara Gamberale (1977) scrittrice, conduttrice radiofonica e conduttrice televisiva italiana

libro Arrivano i pagliacci

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“Ricorda, amico mio, che non è tanto importante quello che ti succede, ma come reagisci agli eventi.”

Bruce Lee (1940–1973) attore, artista marziale e filosofo statunitense

Il Tao del Dragone: Verso la liberazione del corpo e dell'anima

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