Frasi su uccelli
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“Calabria: paese dove gli uccelli non cantano, e le campane non suonano.”

Guido Morselli (1912–1973) scrittore italiano

3-4 maggio 1944
Diario

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“«Il dubbio è voce infernale | che grida al cielo: | – Non c'è un Dio lassù | che pensi al genere umano? – || E certamente | chi dice questo | merita che da lui | ritragga le mani il buon Dio. || Perché c'è un Padre del genere umano, | un fedele, provvido Padre, | e chiunque da Lui non si scosti | può bene vederlo. || Ma non siamo impazienti! | Egli ha tanti figliuoli. | Non pretendiamo che ponga | noi, dinanzi a tutti! || Questa è la legge: «Attendi il tuo turno» | e non aspetterai invano. | Come il sole attorno alla terra, così | gira la sua bontà. || Nessuno ne resta privo. | Se Egli non viene oggi, giunge domani | e finché l'uomo non è felice | non può morire. || E la felicità non giunge mai troppo tardi, | e questa è magica cosa; | se solo una goccia ve ne cadesse dentro | addolcirebbe un mare». || A lungo ancora parlò il giovane | e il vecchio ognor più attento, ascoltava. | Così la sua anima assorbì quei discorsi | come il piccolo succhia il latte materno. || E quando quello cessò di parlare | il vecchio chiese meravigliato: | «Dove imparasti tu queste cose? | Chi sei, giovanotto, qual è il tuo nome?». || Già il giovane si era annoiato | d'aver sfoggiata tanta gravità, | e allegramente, e biricchino | diede codesta risposta: || «Dove ho imparato tali cose? | Me le disse una nottola | quando, in una notte di tempesta, | dormii con essa nel cavo di un albero. || Chi sono? Un vagabondo | senza paese e senza casa; | un qualche uccello di passo | mi fu forse antenato. || Me ne vado in giro pel mondo; | oggi qua, domani là, | e mi levo il cappello | dinanzi a chi lo desidera. || Quanto più soffro il freddo e la fame | tanto più io godo | poiché migliore sarà il futuro | se più brutto è il presente. || E come mi chiamo? Confesso | che il mio nome l'ho quasi scordato, | ma so dirti che ora nel mondo | mi chiamano Stefano il folle».”

Sándor Petöfi (1823–1849) poeta e patriota ungherese

da Stefano il folle, pp. 145-146
Poemetti e poesie scelte

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“Cucool - Uccello molto trendy che ama indossare gli abiti griffati degli altri, ma non disdegna il nid look.”

Pietro Gorini (1955) autore televisivo e scrittore italiano

Origine: Voglio il mio avocado! (Il Giocabolario), p. 38

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“Gazza (s. f.). Uccello la cui disposizione al furto ha suggerito a qualcuno l'idea che le si potrebbe insegnare a parlare.”

Ambrose Bierce (1842–1914) scrittore, giornalista e aforista statunitense

1988, p. 87
Dizionario del diavolo

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“Io vedo il suo sangue sulla rosa | e tra le stelle la gloria dei suoi occhi, | il suo corpo brilla tra le nevi eterne, | e le sue lacrime cadono dai cieli. || Vedo il suo viso in ogni fiore; | ma il tuono e il canto degli uccelli | sono la voce Sua | – e scolpite dal suo potere | le rocce sono le Sue parole scritte.”

Joseph Plunkett (1887–1916) poeta irlandese

Origine: Da Io vedo il Suo sangue sulla rosa (I See His Blood upon the Rose); citato in Andrew Linzey, Teologia animale, traduzione di Alessandro Arrigoni, Cosmopolis, Torino, 1998, p. 54. ISBN 978-88-87947-01-4

“A mio parere, c'è l'esigenza di comprendere le facoltà cognitive del pollo domestico più di quelle di qualsiasi altra specie perché è l'unico uccello che abbiamo scelto per l'allevamento intensivo. Il Gallus gallus domesticus è di fatto la specie aviaria più sfruttata e meno rispettata.”

Lesley Joy Rogers (1943) neuroscienziata australiana

Origine: Da The Development of Brain and Behaviour in the Chicken; citato in Jeffrey Moussaieff Masson, Il maiale che cantava alla luna: la vita emotiva degli animali da fattoria, traduzione di Giuditta Ghio, il Saggiatore, Milano, 2009, p. 64 https://books.google.it/books?id=FxVqF8tllcYC&pg=PA64. ISBN 978-885650133-9

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“Felice lo scrittore, il quale, lasciando da parte i caratteri noiosi ed antipatici che lo hanno colpito per il loro banale, triste realismo, si dedica alla descrizione di quelli che rivelano l'alta dignità dell'uomo, e felice colui che dall'immenso turbine delle immagini ogni giorno ricorrenti, ne sceglie solo pochissime ed elette; felice lo scrittore che non ha mai tradito l'elevato tono della propria ispirazione, non si è abbassato dalla sua altezza al livello dei poveri confratelli mortali, si è tutto immerso nelle proprie immagini idealizzate, senza mai toccare la terra, da cui queste sono tanto lontane. Doppiamente invidiabile è la sua splendida sorte: sta in mezzo alle sue splendide creature come nella propria famiglia, e alte e lontane si diffondono le sue parole. Ha offuscato gli occhi degli uomini con fumi inebrianti, li ha meravigliosamente lusingati, celando le tristezze della vita e mostrando loro bellissimo l'uomo. Tutti, applaudendo, lo seguono e corrono dietro il suo carro trionfale. Lo dicono un grande universale poeta, che s'innanza sugli altri geni del mondo, come l'aquila al di sopra degli altri uccelli. Soltanto a sentirne il nome, palpitano i giovani ardenti cuori; lacrime gli rispondono, brillano negli occhi di tutti… Non v'è chi l'uguagli nella sua forza: egli è un dio! Ma non è questo il destino, ben diversa è la sorte dello scrittore, che osa far venire alla superficie quando sta sempre bene in vista, ma che gli occhi indifferenti non vedono, che osa smuovere la terribile melma delle piccinerie che sviano la nostra vita, che penetra nella profondità delle nature fredde, volgari e meschine, di cui brulica il nostro cammino sulla terra, a volte amaro e tedioso; guai allo scrittore che osa, con la potenza del suo scalpello implacabile, rappresentarle in preciso rilievo, agli occhi di tutti! Egli non raccoglie gli applausi del popolo, non scorge lacrime di riconoscenza, non conosce l'unanime plauso degli animi commossi; non gli vola incontro la fanciulla sedicenne, col cervello acceso, colma di eroico entusiasmo; a lui non è dato obliarsi nel dolce incantesimo dei suoni da lui stesso evocati; né può sfuggire al giudizio dei contemporanei, al giudizio ipocritamente insensibile dei contemporanei, un giudizio che dirà di nessun conto e degne di disprezzo le creature da lui vagheggiate, gli assegnerà un posto disprezzato tra gli scrittori che offendono l'umanità, attribuirà a lui le peculiarità dei personaggi che ha descritto, gli negherà il cuore, l'anima e la divina fiamma dell'ingegno, poiché il giudizio dei contemporanei non riconosce come siano egualmente belle le lenti che guardano il sole e quelle che ci mostrano i movimenti degli insetti invisibili; il giudizio dei contemporanei non riconosce che occorre una eccezionale profondità dello spirito per illuminare un quadro che ritrae il lato spregevole della vita e trasformarlo nella perla dell'opera d'arte: il giudizio dei contemporanei non riconosce che l'altisonante riso dell'entusiasmo è degno di stare a fianco agli elevati moti lirici e che un abisso si apre fra questo riso ed i contorcimenti di un pagliaccio da fiera! Non riconosce tutto questo, il giudizio dei contemporanei, e tutto volge a rimprovero e beffa dello scrittore misconosciuto: senza trovare partecipazione, rispondenza, simpatia, come un viandante che non abbia famiglia, egli resta solo sulla strada. Duro è il suo cammino e ben amara la sua solitudine.”

VII; 2003, pp. 146-147
Le anime morte, Parte prima

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“L'uccello non si posa sul rosaio perché c'è una rosa: vi si posa perché ha visto dei pidocchi.”

Jules Renard (1864–1910) scrittore e aforista francese

9 giugno 1897; Vergani, p. 126
Diario 1887-1910

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“I rododendri e i lauri, tanto amati dagli amministratori comunali, sono habitat poco adatti agli uccelli: tolgono luce al terreno senza offrire in cambio molti insetti.”

Tony Soper (1929) ornitologo, naturalista e conduttore televisivo inglese

Origine: La gabbia senza sbarre, p. 12

“La letteratura scientifica è molto chiara: da un punto di vista anatomico, fisiologico e biologico, il sistema del dolore nei pesci è pressoché identico a quello degli uccelli e degli animali terrestri.”

Donald Broom (1942) biologo inglese

Origine: Citato in Jeffrey Moussaieff Masson, Chi c'è nel tuo piatto? Tutta la verità su quello che mangi, traduzione di Nello Giugliano, Cairo editore, Milano, 2009, p. 112. ISBN 978-88-6052-218-4

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“Osserva la creazione: alberi, uccelli, erba, animali… Sai una cosa? Tutta la creazione è colma di gioia. Tutta la creazione è felice! Si, lo so: c'è sofferenza, dolore, crescita, declino, vecchiaia e morte. Si, tutto ciò sta nella creazione, ma se voi comprendeste cosa realmente significa felicità! Solo l'essere umano ha sete, solo il cuore umano è inquieto. Non è strano? Perché l'essere umano è infelice e cosa si può fare per trasformare questa tristezza in gioia? Perché gli uomini sono tristi? Perché hanno idee distorte e atteggiamenti sbagliati. La prima idea distorta che gli uomini hanno è che gioia equivalga a euforia, sensazioni di piacere, divertimento. Con questa idea in testa gli uomini vanno in cerca di droghe e stimolanti, e finiscono con l'essere depressi. […] La seconda idea distorta consiste nel pensare che possiamo raggiungere la nostra felicità, che possiamo fare qualcosa per afferrarla. […] La terza e forse più determinante idea distorta sulla felicità consiste nel ritenere che essa si trovi fuori di noi, nelle cose esterne, nelle altre persone. «Cambio lavoro, così forse sarò felice»; oppure: «Cambio casa, mi sposo con un'altra persona…, così forse sarò felice», ecc. La felicità non ha nulla a che vedere con l'esterno. In genere si crede che i soldi, il potere, la rispettabilità possano rendere felici. Di fatto però non è così.”

Anthony de Mello (1931–1987) gesuita e scrittore indiano

Istruzioni di volo per aquile e polli

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“Cos'è il Buddhismo? | — Un piccolo, folle | singhiozzo d'uccello.”

Jack Kerouac (1922–1969) scrittore e poeta statunitense

Il libro degli haiku

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“La Terra è dura, comanda fatica. Se non si scava a fondo il Vento trascina via i semi. Se li mangiano gli Uccelli.”

Piero Bevilacqua (1944) storico e saggista italiano

Aquila: p. 27
Prometeo e l'aquila

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“Il falcone non preda mai, se non l'uccelli grossi, e prima si morire, che si cibassi de' piccioli, e che mangiasse carne fetida.”

Leonardo Da Vinci (1452–1519) pittore, ingegnere e scienziato italiano

Magnanimità; 1979, p. 55
Bestiario o Le allegorie

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“I dinosauri non sono estinti. La diversità colorata e affermata degli uccelli odierni rappresenta una continuata espressione della biologia di base dei dinosauri.”

Robert T. Bakker (1945) paleontologo statunitense

The dinosaurs are not extinct. The colorful and successful diversity of the living birds is a continuing expression of basic dinosaur biology.
Dinosaur Renaissance

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“[…] quindi salgo subito in barca per andare a salutare, dovere di scrittore, i papiri dell'Anapo.
Si attraversa il golfo da una riva all'altra si scorge, sulla sponda piatta è spoglia, la foce di un piccolissimo fiume, quasi un ruscello, in cui si inoltra il battello.,
La corrente impetuosa è difficile da risalire. A volte si rema, volte ci si serve della gaffa fa per scivolare sull'acqua che scorre veloce tra due rive coperte di fiori gialli, minuscoli e splendenti, due rive d'oro.,
Vediamo canne sgualcite dal nostro passaggio che si impegnano essi rialzano, poi, con gli steli nell'acqua, degli iris blu, di un blu intenso, sui quali volteggiano innumerevoli libellule dalle ali di vetro, madreperlacee frementi, grandi come uccelli-mosca. Adesso, sulle due scarpate che ci imprigionano, crescono cardi giganteschi con voli voli smisurati, che allacciano le piante terrestri con le camere ruscello.,
Sotto di noi, in fondo all'acqua, di una foresta di grandi erbe ondeggianti che si muovono, galleggiano, sembrano notare nella corrente che le agita. Poi il Anapo si separa dall'antico Ciane, suo affluente. Procediamo tra le righe, aiutandoci sempre con una pertica. Il ruscello serpeggia con graziosi panorami, prospettive fiorite carine. Un'isola appare infine, piena di strani arbusti. Gli steli fragili e triangolari, alti da nove a dodici piedi, portano in cima ciuffi tondi di filamenti verdi, lunghi, essi e soffici come capelli. Sembrano teste umane divenute piante, gettate nell'acqua sacra della sorgente da uno degli dei pagani che vivevano lì una volta. È il papiro antico.,
I contadini, d'altronde, chiamano questa canna: parrucca.,
Eccone altri più lontano, un intero bosco. Fremono, mormorano, si chinano, mescolano le loro fronti pelose, le urtano, paiono parlare di cose ignote lontane.,
Non è forse strano che l'arbusto venerabile, che ci portò il pensiero dei morti, che fu gusto del genio umano, abbia, sul corpo infimo di arboscello, una grossa criniera folta e fluttuante, simile a quella dei poeti?”

Guy de Maupassant (1850–1893) scrittore e drammaturgo francese

Origine: Viaggio in Sicilia, p. 135

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“Se mi ricorderete con una statua, fateci un buco sulla testa perché gli uccelli possano venirci a bere.”

Jules Renard (1864–1910) scrittore e aforista francese

10 dicembre 1899; Vergani, p. 156
Diario 1887-1910

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