Frasi su figlie

Una raccolta di frasi e citazioni sul tema famiglia, moms, figlio, padre.

Migliori frasi su figlie

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“Amate tanto il buon Dio figlie mie. Sta tutto in questo.”

Bernadetta Soubirous (1844–1879) religiosa e mistica francese

Le parole di Bernadette

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“Piacer figlio d'affanno.”

Giacomo Leopardi (1798–1837) poeta, filosofo e scrittore italiano

v. 32

Pietro apostolo photo

“Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente.”

Pietro apostolo (-1–67 a.C.) apostolo di Gesù e primo papa della chiesa cattolica

Vangelo secondo Matteo

Calcutta photo

“Noi a questa America daremo un figlio | che morirà in jihad.”

Calcutta (1989) cantautore e compositore italiano

da Frosinone, n. 6
Mainstream

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“È facile apparire intelligenti, quando si è belli!”

Vittorio Emanuele III di Savoia (1869–1947) re d'Italia dal 1900 al 1946

Al figlio Umberto
Citazioni di Vittorio Emanuele III

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“[Ultime parole al figlio Tito] Damme el tempo.”

Nereo Rocco (1912–1979) allenatore di calcio e calciatore italiano

Origine: Citato in Gianni Mura, In panchina con Rocco il calcio era un romanzo http://www.repubblica.it/2009/02/sport/calcio/rocco-mura/rocco-mura/rocco-mura.html, Repubblica.it, 19 febbraio 2009.

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Frasi su figlie

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“16 giugno, 1971, una madre ha messo al mondo un figlio che veniva dall'Inferno.”

Tupac Shakur (1971–1996) rapper, attivista e attore statunitense

June 16, 1971, mama gave birth to a Hell rasing heavenly son.
Senza fonte

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“Solo quando avrai un figlio capisci i genitori, | questa vita la apprezzi solo quando muori.”

Fabri Fibra (1976) rapper, produttore discografico e scrittore italiano

da Nessuno lo dice, n. 5
Casus belli

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“La vita è preziosa solo perché ha una fine. Voi mortali non sapete quanto siete fortunati.”

Rick Riordan (1964) scrittore statunitense

libro Eroi dell'Olimpo - 2. Il figlio di Nettuno

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“Ciao, papà…
sai, mi ricordo una vita fa… quando ero poco più alto di un metro, pesavo al massimo 30 chili, ma ero ancora tuo figlio. Quei sabati mattina che andavo a lavorare col mio papà e salivo su quel grande camion verde. Mi sembrava che quello fosse il camion più grande dell'universo, papà. Mi ricordo quant'era importante il lavoro che facevamo… e che, se non era per noi, la gente sarebbe morta di freddo. Per me tu eri l'uomo più forte del mondo, papà. Ti ricordi quei filmini quando mamma si vestiva come Loretta Young? E i gelati, le partite di football, Wayne e Tonno? Il giorno che partii per la California per poi tornare a casa con l'FBI che mi dava la caccia, e quell'agente dell'FBI che dovette mettersi in ginocchio per mettermi le scarpe, e tu dicesti 'Quello è il tuo posto figlio di puttana: ad allacciare le scarpe a George'. Quella si che fu bella… Fu veramente speciale. Ricordi, papà? E quella volta che mi dicesti che i soldi non sono la realtà? Beh, vecchio mio, oggi ho 42 anni, e alla fine ho capito quello che tentavi di dirmi… tanti anni fa… ora finalmente l'ho capito… Sei il migliore, papà. Avrei solo voluto fare di più per te. Avrei voluto avere più tempo… Comunque… Che tu possa avere il vento in poppa, che il sole ti risplenda in viso e che il vento del destino ti porti in alto a danzare con le stelle… Ti voglio bene, papà. Un bacio.
George.”

Johnny Depp (1963) attore statunitense

Film Blow

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“Guardate ancora quel puntino. È qui. È casa. Siamo noi. Su di esso, tutti quelli che amate, tutti quelli di cui avete mai sentito parlare, ogni essere umano che sia mai esistito, hanno vissuto la propria vita. L'insieme delle nostre gioie e dolori, migliaia di presuntuose religioni, ideologie e dottrine economiche, ogni cacciatore e raccoglitore, ogni eroe e codardo, ogni creatore e distruttore di civiltà, ogni re e suddito, ogni giovane coppia innamorata, ogni madre e padre, figlio speranzoso, inventore ed esploratore, ogni predicatore di moralità, ogni politico corrotto, ogni "superstar", ogni "comandante supremo", ogni santo e peccatore nella storia della nostra specie è vissuto lì su un granello di polvere sospeso dentro ad un raggio di sole. La Terra è un piccolissimo palco in una vasta arena cosmica. Pensate ai fiumi di sangue versati da tutti quei generali e imperatori affinché, nella gloria ed il trionfo, potessero diventare i signori momentanei di una frazione di un punto. Pensate alle crudeltà senza fine impartite dagli abitanti di un angolo di questo pixel agli abitanti scarsamente distinguibili di qualche altro angolo, quanto frequenti i loro malintesi, quanto smaniosi di uccidersi a vicenda, quanto ferventi i loro odii. Le nostre ostentazioni, la nostra immaginaria autostima, l'illusione che abbiamo una qualche posizione privilegiata nell'Universo, sono messe in discussione da questo punto di luce pallida. Il nostro pianeta è un granellino solitario nel grande, avvolgente buio cosmico. Nella nostra oscurità, in tutta questa vastità, non c'è nessuna indicazione che possa giungere aiuto da qualche altra parte per salvarci da noi stessi.
La Terra è l'unico mondo conosciuto che possa ospitare la vita. Non c'è nessun altro posto, per lo meno nel futuro prossimo, dove la nostra specie possa migrare. Visitare, sì. Abitare, non ancora.
Che vi piaccia o meno, per il momento la Terra è dove ci giochiamo le nostre carte. È stato detto che l'astronomia è un'esperienza di umiltà e che forma il carattere. Non c'è forse migliore dimostrazione della follia delle vanità umane che questa distante immagine del nostro minuscolo mondo. Per me, sottolinea la nostra responsabilità di occuparci più gentilmente l'uno dell'altro, e di preservare e proteggere il pallido punto blu, l'unica casa che abbiamo mai conosciuto."”

Carl Sagan (1934–1996) astronomo e scrittore statunitense

da Pale Blue Dot

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“Frank odiava i pasticcini. Odiava i serpenti. E odiava la propria vita. Non necessariamente in quest’ordine.”

Rick Riordan (1964) scrittore statunitense

libro Eroi dell'Olimpo - 2. Il figlio di Nettuno

“Digli che non fumi più, hai solo provato, | digli "Son sfigato, m'hanno subito beccato, | ma ora mollo, vada tranquillo, | ho un lavoro ed una fidanzata che mi sta per regalare un figlio"”

Babaman (1975) cantante italiano

da Il vizio, n. 3
Prima di partire
Variante: Digli che non fumi più, hai solo provato, | digli "Son sfigato, m'hanno subito beccato, | ma ora mollo, vada tranquillo, | ho un lavoro ed una fidanzata che mi sta per regalare un figlio"

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“Il razzismo è ciò che trasforma le differenze in disuguaglianze.”

libro Il razzismo spiegato a mia figlia: I nuovi razzismi in Italia

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“Per il clima che lo contraddistingue, il Natale è una festa universale. Anche chi non si professa credente, infatti, può percepire in questa annuale ricorrenza cristiana qualcosa di straordinario e di trascendente, qualcosa di intimo che parla al cuore. È la festa che canta il dono della vita. La nascita di un bambino dovrebbe essere sempre un evento che reca gioia; l'abbraccio di un neonato suscita normalmente sentimenti di attenzione e di premura, di commozione e di tenerezza. Il Natale è l'incontro con un neonato che vagisce in una misera grotta. Contemplandolo nel presepe come non pensare ai tanti bambini che ancora oggi vengono alla luce in una grande povertà, in molte regioni del mondo? Come non pensare ai neonati non accolti e rifiutati, a quelli che non riescono a sopravvivere per carenza di cure e di attenzioni? Come non pensare anche alle famiglie che vorrebbero la gioia di un figlio e non vedono colmata questa loro attesa? Sotto la spinta di un consumismo edonista, purtroppo, il Natale rischia di perdere il suo significato spirituale per ridursi a mera occasione commerciale di acquisti e scambi di doni! In verità, però, le difficoltà, le incertezze e la stessa crisi economica che in questi mesi stanno vivendo tantissime famiglie, e che tocca l'intera l'umanità, possono essere uno stimolo a riscoprire il calore della semplicità, dell'amicizia e della solidarietà, valori tipici del Natale. Spogliato delle incrostazioni consumistiche e materialistiche, il Natale può diventare così un'occasione per accogliere, come regalo personale, il messaggio di speranza che promana dal mistero della nascita di Cristo.”

Papa Benedetto XVI (1927) 265° vescovo di Roma e papa della Chiesa cattolica

dall' Udienza Generale, 17 dicembre 2008 http://www.vatican.va/holy_father/benedict_xvi/audiences/2008/documents/hf_ben-xvi_aud_20081217_it.html
Udienze

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“Soprattutto non credo alla frode dell'Islam Moderato. Come protesto nel libro Oriana Fallaci intervista sé stessa e ne L'Apocalisse, quale Islam Moderato?!? Quello dei mendaci imam che ogni tanto condannano per eccidio ma subito dopo aggiungono una litania di «ma», «però», «nondimeno»? È sufficiente cianciare sulla pace e sulla misericordia per essere considerati Mussulmani Moderati? È sufficiente portare giacche e pantaloni invece del djabalah, blue jeans invece del burka o del chador, per venir definiti Mussulmani Moderati? È un Mussulmano Moderato uno che bastona la propria moglie o le proprie mogli e uccide la figlia se questa si innamora di un cristiano? Cari miei, l'Islam moderato è un'altra invenzione. Un'altra illusione fabbricata dall'ipocrisia, dalla furberia, dalla quislingheria o dalla Realpolitik di chi mente sapendo di mentire. L'Islam Moderato non esiste. E non esiste perché non esiste qualcosa che si chiama Islam Buono e Islam Cattivo.
Esiste l'Islam e basta. E l'Islam è il Corano. Nient'altro che il Corano. E il Corano è il Mein Kampf di una religione che ha sempre mirato ad eliminare gli altri. Una religione che ha sempre mirato a eliminare gli altri. Una religione che si identifica con la politica, col governare. Che non concede una scheggia d'unghia al libero pensiero, alla libera scelta. Che vuole sostituire la democrazia con la madre di tutti i totalitarismi: la teocrazia.”

Oriana Fallaci (1929–2006) scrittrice italiana
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“Cara Signora, deduco dalla sua lettera che suo figlio è omosessuale. Sono molto colpito dal fatto che non usi mai questo termine nel darmi le informazioni su di lui. Posso chiedere perché lo evita? L'omosessualità non è certo un vantaggio, ma non c'è nulla di cui vergognarsi, non è un vizio, non è degradante; non può essere classificata come una malattia; riteniamo che sia una variazione della funzione sessuale, prodotta da un arresto dello sviluppo sessuale. Molti individui altamente rispettabili di tempi antichi e moderni erano omosessuali, tra di loro c'erano grandi uomini.”

Sigmund Freud (1856–1939) neurologo e psicoanalista austriaco, fondatore della psicoanalisi

Platone, Michelangelo, Leonardo da Vinci, ecc
Origine: Da una lettera del 1935, scritta in risposta a una madre che gli aveva chiesto aiuto per il figlio gay; citato in Sigmund Freud e l'omosessualità. La lettera ritrovata che svela il suo pensiero: "Non c'è niente di cui vergognarsi" http://www.huffingtonpost.it/2015/02/19/sigmund-freud-lettera-omosessualita_n_6713954.html, Huffington Post.it, 19 febbraio 2015]

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“John Cena, mentre te ne stai sdraiato lì, e spero che tu sia scomodo come non mai, voglio che tu mi ascolti. Voglio che tu assimili bene il mio discorso, perché prima che me ne vada, tra 3 settimane, con il tuo titolo WWE, ho parecchi sassolini che voglio togliermi dalle scarpe. Io non ti odio, John e nemmeno ti disprezzo. In realtà io ti apprezzo, ti apprezzo nettamente di più di quanto non apprezzi gran parte dei nostri colleghi. Io odio l'idea che tu sia il migliore. Perché non lo sei! Io sono il migliore. Io sono il migliore del mondo! C'è solo una cosa in cui tu sei migliore di me, ed è leccare il culo a Vince McMahon. Sei bravo a leccare il culo a Vince McMahon tanto quanto lo era Hulk Hogan. Non so se sei bravo quanto Dwayne, però. Lui è un leccaculo coi fiocchi. Lo è sempre stato e lo è ancora. Oops… sto uscendo dal personaggio! [cita la rottura della quarta parete] Io sono il miglior WRESTLER del mondo. Sono sempre stato il migliore, fin dal primo giorno. Quando sono approdato in questa federazione e sono stato svilito e odiato fin da allora, perché Paul Heyman vide qualcosa in me che nessun altro voleva ammettere. Esatto, io sono un pupillo di Paul Heyman. E sapete chi altri era un pupillo di Paul Heyman? Brock Lesnar! E lui ha salutato la compagnia, proprio come sto per fare io. Ma la più grande differenza tra me e Brock è che io me ne andrò con il titolo WWE. Ho conquistato così tanti degli immaginari allori di Vincent K. McMahon, che finalmente mi è chiaro: è proprio questo il punto, sono totalmente immaginari! L'unica cosa reale sono io, e il fatto che giorno dopo giorno, da quasi 6 anni, dimostro a tutto il mondo che io sono il migliore al microfono, sul ring e persino al commento! Nessuno sfiora il mio livello! Eppure, non importa quante volte lo dimostri. Non sono su quelle splendide tazze da collezione, non sono sulla copertina del programma, a malapena mi pubblicizzano, non mi fanno partecipare ai film, ovviamente non andrò mai su quei programmi merdosi sulle tv americane. Non sono sul poster di WrestleMania, non sono sulla sigla che viene prodotta a inizio show. Non vado da Conan O'Brien, non vado da Jimmy Fallon, ma la verità dei fatti è che non me ne frega niente. E fidati, non è la storia della volpe e l'uva. Ma il fatto che Dwayne sia nel main event di WrestleMania dell'anno prossimo e io no, mi fa schifo! Ah, ehi! Lasciatemi mettere in chiaro una cosa: voi che mi state acclamando adesso, voi siete il motivo principale per cui me ne vado! Perché siete voi quelli che bevono da quelle tazze da collezione, siete voi quelli che comprano le riviste sulla cui copertina non c'è il mio volto, e poi alle 5 del mattino in aeroporto cercate di sbattermele in faccia per farvele autografare e poi provare a rivenderle su E-bay, perché siete troppo pigri per trovarvi un vero lavoro! Io me ne andrò con il titolo WWE il 17 luglio e chissà, forse andrò a difenderlo alla New Japan Pro Wrestling, forse tornerò alla Ring Of Honor! Ehi, Colt Cabana! Come stai? Il motivo per cui me ne vado siete voi, perché dopo che me ne sarò andato voi continuerete a buttare soldi in questa azienda. Io sono soltanto un granello nell'ingranaggio. L'ingranaggio continuerà a girare e questo lo capisco. Ma Vince McMahon continuerà a fare soldi nonostante i suoi errori. È un milionario che dovrebbe essere un miliardario. E sapete perché non è un miliardario? Perché si circonda di sottomessi, insulsi e rincoglioniti yes-man, come John Laurinaitis, che gli dicono tutto quello che vuole sentirsi dire. E vorrei poter pensare che dopo la morte di Vince McMahon questa azienda andrà meglio, ma la realtà è che le redini saranno prese da quell'idiota di sua figlia [Stephanie McMahon] e da quel minchione del suo genero [Triple H] e dal resto della sua stupida famiglia! Lasciate che vi racconti un aneddoto privato su Vince McMahon. Noi facciamo tutta questa campagna contro il bullismo…”

Phil Brooks (1978) wrestler statunitense

gli spengono il microfono

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“[Su come capire quando si è davvero innamorati di qualcuno] Quando a fatica riesci a pensare ad altro, quando tua madre ti chiede ripetutamente perché stai sorridendo, quando la respirazione cambia, quando ti rendi conto che non puoi stare più lontana di un metro da lui, quando tutte le percezioni sono esasperate, quando Brad Pitt non ti fa né caldo né freddo, quando sei insospettabilmente allegra, quando ti sforzi di non rompergli le scatole ogni minuto, quando ascolti la tua voce che dice ti amo, quando ti sembra di non poter sopravvivere alla sua mancanza, quando diventi pazza per ogni suo piccolo gesto, quando ti senti di essere di sua proprietà esclusiva, quando ti incanti e ti attardi a guardare un albero, il cielo, una tenda, il muro o anche la punta delle tue scarpe, quando il rispetto è totale, quando, tu che odi il calcio, stai a guardare una raffica di partite fingendo di capirci qualcosa, quando ti si scioglie il cuore a un suo sottinteso, quando ti guardi e non ti vedi bella abbastanza, quando una sua chiamata sposta il ritmo del tuo cuore, quando hai voglia di urlarlo al mondo intero, quando ti rendi conto di essere più disponibile nei confronti della odiosa signora del piano di sopra, quando gli compreresti fasci di rose rosse, quando alla più piccola incomprensione piangi come un vitello, quando hai capito il motivo per il quale ti hanno messo su questa terra, quando temi per la sua incolumità fisica come se fosse un figlio, quando sei disposta a lasciare tutto pur di avere lui. Allora sei sulla buona strada.”

Mina (1940) pagina di disambiguazione di un progetto Wikimedia

dalla rubrica "Mina per voi" http://minapervoi.vanityfair.it/2011/10/28/come-si-capisce-che-e-vero-amore/, 28 ottobre 2011
Citazioni di Mina

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“[doping] Quale genitore non sarebbe disposto a "spronare" (per usare un eufemismo) il proprio figlio qualora se ne intuisse anche solo un piccolo talento, pur di vederlo un giorno primeggiare?”

Nicola Pfund (1960) scrittore svizzero

Origine: Dall'intervista di L. De Carli, Quando lo sport non è salute http://epaper.azione.ch/ee/azion/_main_/2015/06/01/017/?article=41/, Azione.ch, 1 giugno 2015.

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“Il Figlio dell'uomo sta per esser consegnato nelle mani degli uomini e lo uccideranno; ma una volta ucciso, dopo tre giorni, risusciterà.”

Gesù (-7–30 a.C.) fondatore del Cristianesimo

9, 31
Nuovo Testamento, Vangelo secondo Marco

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“Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi, ma il Figlio dell'uomo non ha dove posare il capo.”

Gesù (-7–30 a.C.) fondatore del Cristianesimo

9, 58
Nuovo Testamento, Vangelo secondo Luca

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“Ehm, sei sicuro di volermi raccontare tutte queste cose?
Perché, quali cose?

Dei tuoi genitori, la paranoia…
Be', cos'è che ti sto raccontando, in fondo? Non ti sto dando proprio niente. Ti sto dando cose che Dio sa, che chiunque sa. I miei genitori sono famosi nella loro morte. E questo sarà il mio monumento costruito alla loro memoria. Io do a te tutte queste cose, ti racconto delle gambe di mio padre e delle parrucche di mia madre – più avanti in questo capitolo – e ti racconto i miei dubbi sull'opportunità o meno di fare sesso davanti all'armadio a specchi dei miei genitori la notte del funerale di mio padre, ma dopo tutto, cosa ti ho mai dato di così prezioso? Potresti pensare di sapere qualcosa di me, a quel punto, ma invece non sai ancora nulla. Io racconto, e un secondo dopo è tutto sparito. Non mi interessa – e come potrebbe? Ti racconto con quante ragazze sono andato a letto (trentadue), o di come i miei genitori hanno lasciato questo mondo, e alla fin fine che cosa ti ho dato? Niente. Posso dirti i nomi dei miei amici, i loro numeri di telefono…
Marny Requa: 415-431-2435
K. C. Fuller: 415-922-7893
Kirsten Stewart: 415-614-1976
Ma cos'è che hai in mano? Nulla. Tutti mi hanno dato il permesso di farlo. E perché? Perché tu non hai nulla, al massimo qualche numero di telefono. Può sembrare qualcosa di prezioso al massimo per uno o due secondi. Tu puoi avere solo quello che io posso permettermi di dare. E tu sei il mendicante che implora una qualsiasi cosa, mentre io sono il passante frettoloso che butta un quarto di dollaro nel bicchiere di carta che protendi verso di me. Questo è quanto ti posso dare. E non mi annienta. Ti do virtualmente tutto quello che possiedo. Ti do le cose migliori di me, anche se si tratta di cose che amo, ricordi di cui faccio tesoro, belli o brutti che siano, come le foto della mia famiglia appese al muro, posso mostrartele senza che esse per questo ne vengano sminuite. Posso permettermi di darti anche tutto quanto. Trasaliamo di fronti agli sciagurati che nei programmi pomeridiani rivelano i loro orrendi segreti di fronte a milioni di telespettatori, eppure… che cosa abbiamo tolto loro, e loro che cosa ci hanno dato? Niente. Sappiamo che Janine ha scopato con il fidanzato di sua figlia, ma… e allora? Moriremo un giorno e avremo protetto… che cosa? Avremo protetto dal mondo il fatto che facciamo questo o quello, che muoviamo le braccia in questo o quest'altro modo, e che la nostra bocca ha prodotto questi e questi altri suoni? Ma per favore. Ci sembra che rivelare cose imbarazzanti o private, tipo, che ne so, le nostre abitudini masturbatorie (quanto a me, circa una volta al giorno, perlopiù sotto la doccia), significhi – proprio come per i primitivi che temono che la macchina fotografica gli possa portare via l'anima – che abbiamo dato a qualcuno una cosa che noi identifichiamo come i nostri segreti, il nostro passato e le sue zone oscure, la nostra identità, nella convinzione che rivelare le nostre abitudini o le nostre perdite o le nostre imprese in qualche modo ci deprivi di qualcosa. Ma in realtà è proprio il contrario, di più è di più è di più, più si sanguina più si dà. Queste cose, i dettagli, le storie e quant'altro, sono come la pelle di cui i serpenti si spogliano, lasciandola a chiunque da guardare. Che cosa gliene frega al serpente di dov'è la sua pelle, di chi la vede? La lascia lì dove ha fatto la muta. Ore, giorni o mesi dopo, noi troviamo la pelle e scopriamo qualcosa del serpente, quant'era grosso, quanto era lungo approssimativamente, ma ben poco altro. Sappiamo dove si trova il serpente adesso? A cosa sta pensando? No. Per quel che ne sappiamo adesso il serpente potrebbe girare in pelliccia, potrebbe vendere matite a Hanoi. Quella pelle non è più la sua, la indossava perché ci era cresciuto dentro, ma poi si è seccata e gli si è staccata di dosso, e lui e chiunque altro adesso possono vederla.”

L'opera struggente di un formidabile genio

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“Scrissi col lapis, sopra la punteggiatura, come vogliono appunto le convenzioni internazionali che tutelano il diritto delle genti: "Signora, robustizza pacco pentachìlo a 1/2 cedola all'uopàta evitando medicincarte et infiammabili. Pàccami lancorredo, sigartabacco e seccacastagne. Se però credi castagne ben cotte possano giovare al bambino, non inviarle. Non mi manca niente. Di una sola cosa ti prego: che la sera della vigilia di Natale tu imbandisca la tavola nel modo più lieto possibile. Fai schiodare la cassa delle stoviglie e quella della cristalleria; scegli la tovaglia migliore, quella nuovissima piena di ricami; accendi tutte le lampade. E prepara un grosso albero di Natale con tante candeline, e prepara con cura il presepe vicino alla finestra, come l'anno scorso. Signora, io ho bisogno che tu faccia questo. Il mio pensiero ogni notte varca il reticolato: lo so, ti riesce difficile figurarti il mio pensiero che varca il reticolato. Il pensiero è un soffio di niente e non ha volto: e allora figurati che io stesso, ogni notte, esca dal recinto. Figurati un Giovannino leggero come un sogno e trasparente come il vento delle serenissime e gelide notti invernali. Io, ogni notte, approfitto del sonno degli altri e mi affido all'aria e trasvolo rapido gli sconfinati silenzi di terre straniere e città sconosciute. Tutto è buio e triste sotto di me, e io affannosamente vado cercando luce e serenità. Rivedo la Madonnina del Duomo, ma le strade e le piazze non sono più quelle di un tempo, e stento a ritrovare il nostro quarto piano. Signora, non dire che sono il solito temerario se entro in casa dal tetto: anzi, loda la mia prudenza se non mi avventuro lungo le macerie della scala. E poi il tetto è scoperchiato e si fa più presto. Riconosco lo scheletro delle nostre stanze e ricerco i nostri ricordi nascosti sotto i rottami dei muri crollati. Tutto è buio, freddo e triste anche qui, e soltanto se la luna mi assiste riesco a scoprire sui brandelli delle tappezzerie che ancora pendono alle pareti, i riquadri chiari e la topografia dei nostri mobili. Per le strade deserte, cammina soltanto la paura vestita di luna. Su un brano di tappezzeria dell'ex-anticamera vedo un fiorellino. Uno strano fiore nero a cinque petali. Signora, rammenti quando Albertino decorò le nostre stanze con la piccola sciagurata mano intinta nell'inchiostro di China? Inutilmente vado a ricercare vestigia di giorni lieti fra le pareti dell'ufficio; le pareti non ci sono più, e il grande edificio è un cupo mucchio di cemento annerito dal fumo. Fuggo dalla città buia e silenziosa, e rivedo i luoghi dove, zitella, tu mi conoscesti zitello. Ma anche qui è squallida malinconia, e io mi rifugio alla fine nella casupola dove si accatastano i miei ultimi effetti e i miei primi affetti. Tu dormi, Albertino dorme, mia madre, mio padre dormono. Tutti dormono, e cercano forse di ritrovare in sogno il mio ignoto, lontano rifugio. I nostri mobili si affollano disordinatamente nelle esigue stanze immerse nell'ombra, e dentro le polverose casse del solaio le parole dei miei libri si sono gelate. Signora, io cerco un po' di luce, un po' di tiepida serenità, e invece non trovo che buio e freddo, e non posso ravvisare nel buio il volto di mio figlio, e sui laghi e sulle spiagge tutto è spento e abbandonato, tutto è silenzio, e io rinavigo verso il recinto e torno al mio pagliericcio portando il gelo nelle ossa del numero 6865. Signora, bisogna che, almeno la notte di Natale, il mio pensiero, fuggendo dal recinto, possa trovare un angolo tiepido e luminoso in cui sostare. Voglio tanta luce: voglio rivedere il vostro volto, voglio rivedere il volto dell'antica serenità. Altrimenti che gusto c'è a fare il prigioniero?" Qui ebbi la sensazione che le 24 righe stessero per finire, e mi interruppi. Le righe erano in effetti 138, e io avevo riempito le 24 mie, le 24 della risposta e altri cinque foglietti che stazionavano nei paraggi. Con estrema cura cancellai tutto e ricominciai da capo: "Signora, robustizza pacco pentachìlo a 1/2 cedola all'uopàta evitando medicincarte et infiammabili. Pàccami lancorredo, sigartabacco…"”

Giovannino Guareschi (1908–1968) scrittore italiano

Origine: Diario clandestino, pp. 31 a 34

“Io sono contro ogni forma di razzismo, ma mia figlia in sposa a un giocatore del Milan non la darei mai.”

Giuseppe Prisco (1921–2001) avvocato e dirigente sportivo italiano

Pazzo per l'Inter

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“[Fino a 14 anni hai giocato come centrocampista difensivo. Conta la leggenda che fu la performance del portiere del Camerun Thomas N'Kono in Italia 1990 che ti ha spinto ad essere un portiere. È vero? ] Sì lo è. Fu Thomas N'Kono ed i suoi spettacolari salvataggi che mi fece innamorare con la posizione. Divenne rapidamente il mio eroe e ho chiamato il mio figlio Louis Thomas in suo onore. Dopo che era nato N'Kono mi chiamò per congratularmi.”

Gianluigi Buffon (1978) calciatore italiano

[Up until the age of 14 you played as a defensive midfielder. Legend has it that it was the performances of Cameroon keeper Thomas N'Kono at Italy 1990 that made you want to be a goalkeeper. Is that right?] Yes it is. It was Thomas N'Kono and his spectacular saves that made me fall in love with the position. He quickly became my hero and I called my son Louis Thomas in his honour. After he was born N'Kono called to congratulate me.

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“Figlio mio, senza Dio siamo troppo poveri per aiutare i poveri! Ricordati io sono soltanto una povera donna che prega.”

Madre Teresa di Calcutta (1910–1997) religiosa e beata albanese

Origine: Citato in Mario Bertini, Sulle strade di madre Teresa, Paoline, 1999.

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“Mi sono avvicinato alla musica a cinque anni. Sono figlio di musicisti, mia mamma suonava il violino. Sono cresciuto con un'insegnante in casa, severissima tra l'altro. Non ho mai voluto imparare da lei perché vedevo quanto era severa con i suoi alunni. Io ho trovato il pianoforte.”

Ermal Meta (1981) cantautore e compositore albanese

Origine: Citato in Ermal Meta: «Io sono un lupo» http://www.vanityfair.it/show/musica/16/04/26/ermal-meta-nuovo-singolo-volevo-dirti-intervista-foto-umano, Vanityfair.it, 26 aprile 2016.