Frasi su immagine
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“Ho sempre condannato il morettismo. [Nanni Moretti] Lui è uomo di grande intelligenza. Di Visconti si ricordano le immagini, di Nanni le battute.”

Pasquale Squitieri (1938–2017) regista e sceneggiatore italiano

citato da Valerio Cappelli, Corriere della sera, 28 novembre 2008, pag. 59

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“Se l'immagine dell'orologio rappresenta il Sé dell'eternità, il movimento dell'orologio descrive una concatenazione. L'eternità racchiude e sviluppa la concatenazione, e il concetto di orologio, che l'eternità, racchiude e sviluppa perfettamente tutte le cose.”

Nicola Cusano (1401–1464) cardinale, teologo e filosofo tedesco

Origine: Da Visione di Dio; citato in Marie-Louise von Franz, Psiche e materia, Bollati Boringheri, 1992, p. 205. ISBN 978-88-339-0712-3

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“Penetrando nel museo, la scorsi subito in fondo ad una sala, e bella proprio come l'avevo immaginata. Non ha la testa, le manca un braccio; mai tuttavia la forma umana mi è parsa più meravigliosa e più seducente. Non è la donna vista dal poeta, la donna idealizzata, la donna divina o maestosa, come la Venere di Milo, è la donna così com'è, così come la si ama, come la si desidera, come la si vuole stringere. È robusta, col petto colmo, l'anca possente e la gamba un po' forte, è una Venere carnale che si immagina coricata quando la si vede in piedi. Il braccio caduto nascondeva i seni; con la mano rimasta, solleva un drappeggio col quale copre, con gesto adorabile, i fascini più misteriosi. Tutto il corpo è fatto, concepito, inclinato per questo movimento, tutte le linee vi si concentrano, tutto il pensiero vi confluisce. Questo gesto semplice e naturale, pieno di pudore e di impudicizia, che nasconde e mostra, che vela e rivela, che attrae e che fugge, sembra definire tutto l'atteggiamento della donna sulla terra. Ed il marmo è vivo. Lo si vorrebbe palpeggiare, con la certezza che cederà sotto la mano, come la carne. Le reni soprattutto sono indicibilmente animate e belle. Si segue, in tutto il suo fascino, la linea morbida e grassa della schiena femminile che va dalla nuca ai talloni, e che, nel contorno delle spalle, nelle rotondità decrescenti delle cosce e nella leggera curva del polpaccio assottigliato fino alle caviglie, rivela tutte le modulazioni della grazia umana. Un'opera d'arte appare superiore soltanto se è, nello stesso tempo, il simbolo e l'esatta espressione di una realtà. La Venere di Siracusa è una donna, ed è anche il simbolo della carne. Dinnanzi al volto della Gioconda, ci si sente ossessionati da non so quale tentazione di amore snervante e mistico. Esistono anche donne viventi i cui occhi ci infondono quel sogno di tenerezza irrealizzabile e misteriosa. Si cerca in esse qualcos'altro dietro le apparenze, perché sembrano contenere ed esprimere un po' di quell'ideale inafferrabile. Noi lo inseguiamo senza mai raggiungerlo, dietro tutte le sorprese della bellezza che pare contenere un pensiero, nell'infinito dello sguardo il quale è semplicemente una sfumatura dell'iride, nel fascino del sorriso nato da una piega delle labbra e da un lampo di smalto, nella grazia del movimento fortuito e dell'armonia delle forme. Così i poeti, impotenti staccatori di stelle, sono sempre stati tormentati da una sete di amore mistico. L'esaltazione naturale di un animo poetico, esasperato dall'eccitazione artistica, spinge quegli esseri scelti a concepire una specie di amore nebuloso, perdutamente tenero, estatico, mai sazio, sensuale senza essere carnale, talmente delicato che un nonnulla lo fa svanire, irrealizzabile sovrumano. E questi poeti sono, forse, i soli uomini che non abbiano mai amato una donna, una vera donna in carne ossa, con le sue qualità di donna, i suoi difetti di donna, la sua mente di donna, ristretta ed affascinante, i suoi nervi di donna e la sua sconcertante femminilità. Qualsiasi creatura davanti a cui si esalta il loro sogno diventa il simbolo di un essere misterioso, ma fantastico: l'essere celebrato da quei cantori di illusioni. E la creatura vivente da loro adorata è qualcosa come la statua dipinta, immagine di un dio di fronte al quale il popolo cade in ginocchio. Ma dov'è questo dio? Qual è questo dio? In quale parte del cielo abita la sconosciuta che quei pazzi, dal primo sognatore fino all'ultimo, hanno tutti idolatrata? Non appena essi toccano una mano che risponde alla stretta, la loro anima vola via nell'invisibile sogno, lontano dalla realtà della carne. La donna che stringono, essi la trasformano, la completano, la sfigurano con la loro arte poetica. Non sono le sue labbra che baciano, bensì le labbra sognate. Non è in fondo agli occhi di lei, azzurri o neri, che si perde così il loro sguardo esaltato, è in qualcosa di sconosciuto e di inconoscibile. L'occhio della loro dea non è altro che un vetro attraverso cui essi cercano di vedere il paradiso dell'amore ideale. Se tuttavia alcune donne seducenti possono dare alle nostre anime una così rara illusione, altri non fanno che eccitare nelle nostre vene l'amore impetuoso che perpetua la razza. La Venere di Siracusa è la perfetta espressione della bellezza possente, sana e semplice. Questo busto stupendo, di marmo di Paros, è - dicono - La Venere Callipigia descritta da Ateneo e Lampridio, data da Eliogabalo ai siracusani. Non ha testa! E che importa? Il simbolo non è diventato più completo. È un corpo di donna che esprime tutta l'autentica poesia della carezza. Schopenhauer scrisse che la natura, volendo perpetuare la specie, ha fatto della riproduzione una trappola. La forma di marmo, vista a Siracusa, è proprio l'umana trappola intuita dall'artista antico, la donna che nasconde rivela l'incredibile mistero della vita. È una trappola? Che importa! Essa chiama la bocca, attira la mano, offre ai baci la tangibile realtà della carne stupenda, della carne soffice bianca, tonda e soda e deliziosa da stringere. È divina, non perché esprima un pensiero, bensì semplicemente perché è bella.”

Guy de Maupassant (1850–1893) scrittore e drammaturgo francese

Incipit di alcune opere, Viaggio in Sicilia

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“[…] un tempo erano gli imprenditori come Berlusconi, De Laurentiis, Moratti o Della Valle ad acquistare squadre di calcio per fare affari e conquistarsi il bene della gente, oggi anche la Camorra segue la stessa strategia con club medio piccoli o facendo passare l'immagine di essere in contatto con i grandi delle squadre di serie A.”

Raffaele Cantone (1963) magistrato italiano

Origine: Citato in Alessandro Da Rold e Luca Rinaldi, La mafia nel calcio, per avere più potere e riciclare http://www.linkiesta.it/it/article/2015/03/01/la-mafia-nel-calcio-per-avere-piu-potere-e-riciclare/24879/, Linkiesta.it, 1° marzo 2015.

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“[Sugli attentati dell'11 settembre 2001] Eravamo basiti, incollati allo schermo, come tutti. Le immagini parlavano da sole, sconvolgenti, abbiamo ancora davanti agli occhi il terribile schianto dei due aerei sulle Torri Gemelle. Furono momenti di sgomento, ma noi dovevamo anche pensare che di lì a poco ci saremmo trovati di fronte il Real… E invece arrivammo allo stadio discutendo solo delle notizie che provenivano da New York.”

Vincenzo Montella (1974) allenatore di calcio e ex calciatore italiano

Origine: Dall'intervista di Alfredo Corallo; citato in Quel Roma-Real nel giorno più triste. Montella: 'Fu irreale' http://m.sky.it/sport/champions_league/2011/09/02/11_settembre_2001_roma_real_madrid_champions_intervista_a_vincenzo_montella, Sky.it, 8 settembre 2011.

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“Questo deprecabile razzismo da stadio sta rovinando l'immagine di milioni di nazisti per bene.”

Francesco Tullio Altan (1942) fumettista, disegnatore e sceneggiatore italiano

Origine: Citato in "Anche le formiche nel loro piccolo s'incazzano. Opera omnia", § 56

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“Ecco la meta a cui tende la Chiesa: è, come dice la Bibbia, la «Gerusalemme nuova», il «Paradiso». Più che di un luogo, si tratta di uno "stato" dell'anima in cui le nostre attese più profonde saranno compiute in modo sovrabbondante e il nostro essere, come creature e come figli di Dio, giungerà alla piena maturazione. Saremo finalmente rivestiti della gioia, della pace e dell'amore di Dio in modo completo, senza più alcun limite, e saremo faccia a faccia con Lui! (cfr 1Cor 13,12). È bello pensare questo, pensare al Cielo. Tutti noi ci troveremo lassù, tutti. È bello, dà forza all'anima. […] Nello stesso tempo, la Sacra Scrittura ci insegna che il compimento di questo disegno meraviglioso non può non interessare anche tutto ciò che ci circonda e che è uscito dal pensiero e dal cuore di Dio. L'apostolo Paolo lo afferma in modo esplicito, quando dice che «anche la stessa creazione sarà liberata dalla schiavitù della corruzione, per entrare nella libertà della gloria dei figli di Dio» (Rm 8,21). Altri testi utilizzano l'immagine del «cielo nuovo» e della «terra nuova» (cfr 2Pt 3,13; Ap 21,1), nel senso che tutto l'universo sarà rinnovato e verrà liberato una volta per sempre da ogni traccia di male e dalla stessa morte. Quella che si prospetta, come compimento di una trasformazione che in realtà è già in atto a partire dalla morte e risurrezione di Cristo, è quindi una nuova creazione; non dunque un annientamento del cosmo e di tutto ciò che ci circonda, ma un portare ogni cosa alla sua pienezza di essere, di verità, di bellezza.”

Papa Francesco (1936) 266° vescovo di Roma e papa della Chiesa cattolica

Udienze, 26 novembre 2014

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“Inondazione. È sempre più piccola di quanto la immagini la mia piccola immaginazione.”

Jules Renard (1864–1910) scrittore e aforista francese

26 gennaio 1910; Vergani, p. 280
Diario 1887-1910

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“Una storia appassionante unita a immagini splendide, Ego di Darwyn Cooke è senz'altro il debutto a fumetti pià esaltante dell'anno.”

Bruce Timm (1961) fumettista statunitense

Origine: Dalla quarta di copertina di Darwyn Cooke, Batman: Ego, traduzione di Francesco Argento, edizione italiana Play Press, maggio 2003

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“Non lo scopro certo io l'Avvocato; era una persona eccezionale come immagine, come carisma, come tutto.”

Luciano Moggi (1937) dirigente sportivo italiano

Origine: Citato in Moggi: Il mio ricordo dell'avvocato http://www.ilsussidiario.net/News/Calcio-e-altri-Sport/Juventus/2013/1/24/JUVENTUS-FC-Moggi-il-mio-ricordo-dell-Avvocato-Agnelli-Porto-con-me-quella-volta-che-esclusiva-/357214/, Il Sussidiario.net, 24 gennaio 2013.

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“Io mi sento legato agli scopi e alle speranze di giustizia degli uomini e perciò voglio render chiaro attraverso le mie immagini che ci sono forze le quali possono opporre resistenza contro avvenimenti ingiusti, contro il terrore, la violenza e gli orrori della società.”

Juan Genovés (1930) pittore e artista grafico spagnolo

Origine: Citato in Salvatore Guglielmino, Civiltà letterarie straniere, Sintesi storico-letteraria, Antologia, Testimonianze, Zanichelli, Bologna, Antologia, p. A524.

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“Il mio pensiero va al ragazzo di diciott'anni di Bari che martedì scorso ha fatto il gesto estremo di lanciarsi sotto un treno perché aveva confidato agli amici che, dopo essersi dichiarato in famiglia, i genitori non lo accettavano. Lui non si rassegnava, aveva un fidanzato, ha lottato, ma non ce l'ha fatta. Era insopportabile l'idea di non essere accettato per ciò che era: un ragazzo come gli altri, un ragazzo di diciott'anni che amava un altro ragazzo. Come lui ce ne sono tanti di ragazzi che non ce l'hanno fatta a reagire. Essere respinti a quell'età per ciò che si è rappresenta un dramma che, a volte, appare insuperabile, soprattutto a quell'età. Tutti abbiamo bisogno di essere accettati dalla scuola, dalla società, dalla famiglia. Immagino cosa possa aver provato quel ragazzo, capisco bene quelle sue paure: anch'io ero terrorizzato che mia madre e mio padre non mi accettassero. Pensavo alle cose più brutte. Io sono stato fortunato, e per questo li ringrazio. […] Loro sono stati dalla mia parte da subito, altri sono stati meno fortunati; ed è anche per questo che la legge sulle unioni civili non è soltanto un istituto giuridico che dà diritti e chiede doveri, ma è una legge che fa cultura, che migliorerà la nostra società e che aiuterà anche tanti genitori a non vergognarsi più dei propri figli, accettandoli anziché rifiutarli, e che sancirà, una volta per tutte, che gli omosessuali non sono più dei fantasmi, ma cittadini a cui riconoscere il diritto alla felicità come a tutti gli altri, permettendo loro di progettare un futuro insieme. Colleghi, cosa si guadagna, del resto, nel continuare a impedire la felicità degli altri? Cosa perdiamo nell'ammettere la possibilità che una coppia di persone che si amano venga tutelata dall'assunzione reciproca di diritti e di doveri stabiliti dalla legge? La risposta è sempre la stessa: nulla.”

Alessandro Zan (1973) politico e attivista italiano

da un intervento alla Camera durante la votazione del ddl Cirinnà, 11 maggio 2016
Origine: Visibile al minuto 03:45 di Unioni Civili: Alessandro Zan annuncia il voto favorevole del Partito Democratico https://www.youtube.com/watch?v=XHJLneydSsc, YouTube.com, 11 maggio 2016; citato in Resoconto stenografico dell'Assemblea Seduta n. 622 di mercoledì 11 maggio 2016 http://www.camera.it/leg17/410?idSeduta=0622&tipo=stenografico, Camera.it, 11 maggio 2016, pp. 69-70.

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“Gli inventori impazziscono | perché mancano i pazzi.”

Riccardo Mannerini (1927–1980) poeta e paroliere italiano

Immagini II; p. 300
Il sogno e l'avventura

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“Ogni singolo uomo, infatti, è ad immagine di Dio in quanto creatura razionale e libera, capace di conoscerlo e di amarlo.”

Papa Giovanni Paolo II (1920–2005) 264° vescovo di Roma e papa della Chiesa cattolica

Mulieres dignitatem http://www.vatican.va/holy_father/john_paul_ii/apost_letters/documents/hf_jp-ii_apl_15081988_mulieris-dignitatem_it.html

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“[Cosa puoi dirmi della componente estetica dei Bluvertigo?»] Parlando di estetica mi vengono in mente più che altro immagini letterarie, e quindi direi che i Bluvertigo potrebbero stare al rock come Flaubert alla letteratura: lui aveva un'enorme raffinatezza di stile senza che ciò andasse a danno di una sostanziale crudezza di fondo, e poi era uno scrittore inserito nel mercato e perciò moderno, Arte radicata in un contesto.”

Morgan (1972) cantautore, polistrumentista e disc jockey italiano

Citazioni di Morgan
Origine: Dall'intervista di Federico Guglielmi tratta da Il Mucchio Selvaggio n. 319 del 16 settembre 1998; riportata in Bluvertigo – Morgan https://www.google.it/amp/s/lultimathule.wordpress.com/2013/07/03/bluvertigo-morgan/amp/?client=safari, Lultimathule.wordpress.com, 3 luglio 2013

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“L’amore è o animale, o razionale. L’amore animale ha tutti i fenomeni d’una febbretta, quando è nel suo aumento: frequenza ed espansione di polsi, palpitazioni di cuori più sensibili, inquietudine di tutta la macchina, deliri, sogni, guance rubiconde, ecc. E quando quest’amore tira a lungo senza conseguire il desiderato fine, genera i segni d’una febbre continuata per lungo tempo: inappetenza, lassezza, pallore, emaciamento, lentezza e bassezza di polsi, debolezza e vacillamento di testa, e delle volte una morte etica. Dunque l’amore ha la sua sede e cagion fisica nel diaframma, nel cuore e nel sangue. I primi moti di quest’amore sono dolcemente piacevoli per quelle momentanee e continuate pressioncine nascenti e cadenti in tempi cortissimi ed eguali, per la forza dell’immagine dell’oggetto amato. Ma continuando poi, le percosse divengono più forti e lunghe; ond’è che essendo le cadute momentanee, comincia a prevalere la premitura dolorosa, e con ciò la tristezza e la malinconia. Così anche un vento mediocre, se continua, prima increspa il mare, poi fa che ondeggi, e ultimamente tempesti. In fatti l’amore quando tira a lungo, se vi si mischia la disperazione di conseguire il bene che si ama, diventa, come nelle febbri acute, frenesia: e dove venga ad unirsi la gelosia, furore.”

Antonio Genovesi (1713–1769) scrittore, filosofo e economista italiano

da Logica e metafisica

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“Le bestie selvagge poi creò, | leoni dagli artigli furiosi; | e a immagine del leone generò | i gattini, piccoli e curiosi.”

Heinrich Heine (1797–1856) poeta tedesco

Origine: Da Canti della creazione; citato in AA.VV., Il gatto con gli stivali e tante altre storie di gatti, Newton Compton Editori, Roma, 2011, p. 38 https://books.google.it/books?id=dzqjAlOAWicC&pg=PT38. ISBN 978-88-541-3723-3

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“"Grazie alla scienza abbiamo imparato a calibrare numeri, dosi e funzioni, evitando ogni sofferenza all'animale… bisogna evitare di manipolare la realtà inventandosi la pratica (inesistente) della vivisezione" asserisce Elena Cattaneo […] Ma l'esistenza stessa delle deroghe, sempre più di frequente accordate, per testare senza anestesia, proprio affinché l'animale provi dolore, contrasta irrimediabilmente con tali affermazioni, e, più in generale, l'intera sperimentazione animale si basa su interventi che impongono atroci sofferenze fisiche e psicologiche […] La realtà di laboratorio descritta dall'onorevole Cattaneo parla di pochi animali trattati magnificamente in contesti ameni […] Purtroppo però video, immagini, testimonianze dirette e le stesse pubblicazioni scientifiche ci descrivono una realtà opposta. Come credere, allora, al resto? Quale senso e valore attribuire all'esortazione, rivolta agli "animalisti", ad accettare una diagnosi ineluttabile (la vivisezione non può tramontare) da parte di una scienza che, contraddizione in termini, rifiuta il progresso? È come se l'imprenditoria contemporanea perorasse l'utilizzo degli schiavi, prendendo a modello il Colosseo o le piramidi.”

Margherita D'Amico (1967) scrittrice e giornalista italiana

Origine: Da La scienza che vuol rimanere all'era degli schiavi http://richiamo-della-foresta.blogautore.repubblica.it/2016/02/11/la-scienza-che-vuol-rimanere-allera-degli-schiavi/, richiamo-della-foresta.blogautore.repubblica.it, 11 febbraio 2016.

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“[Sugli Arctic Monkeys] Il nome fa l'effetto di un paradosso. Uno lo sente e dice, ehi, ma non ci sono alberi al polo nord, come possono sopravvivere le scimmie? E disegna istantaneamente l'immagine. Come una vera mente creativa.”

Alex Turner (1986) cantante e chitarrista britannico

Origine: Citato in Gino Patroni, Arctic Monkeys, rock da record http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2006/01/27/arctic-monkeys-rock-da-record.html, la Repubblica, 27 gennaio 2006.

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“[…] il poeta deve cercare di tenere scolpita nella fantasia qualche azione particolare nella quale concorrano tutti quegli affetti di cui vuol fare immagine.”

Gregorio Caloprese (1654–1715) filosofo, medico e matematico italiano

Citato in Francesco Flora, Soria della letteratura italiana

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