Frasi su lettera
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“Un cuore senza segretezza è come una lettera aperta. (da La riservatezza è il coronamento della capacità, p. 114)”

Baltasar Gracián (1601–1658) gesuita, scrittore e filosofo spagnolo

Oracolo manuale e arte di prudenza

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“Io… vorrei che il giovane quando si mette a scrivere, non pensasse mai ad essere né melodista, né realista, né idealista, né avvenirista, né tutti i diavoli che si portion queste pedanterie. La melodia e larmonia non devono essere che mezzi nella mano dell'artista per fare della Musica, e se verrà un giorno in cui non si parlerà più né di melodia né di armonia né di scuole tedesche, italiane, né di passato né di avvenire ecc. ecc. ecc. allora forse il regno dell'arte.”

Giuseppe Verdi (1813–1901) compositore italiano autore di melodrammi

Variante: Io…vorrei che il giovane quando si mette a scrivere, non pensasse mai ad essere né melodista, né realista, né idealista, né avvenirista, né tutti i diavoli che si portino queste pedanterie. La melodia e l’armonia non devono essere che mezzi nella mano dell'artista per fare della Musica, e se verrà un giorno in cui non si parlerà più né di melodia né di armonia né di scuole tedesche, italiane, né di passato né di avvenire ecc. ecc. ecc. allora forse comincierà il regno dell'arte.
Origine: Da una lettera a Opprandino Arrivabene, 14 luglio 1875; citato in Marcello Conati, Verdi: interviste e incontri, EDT srl, 2000, p. 197 https://books.google.it/books?id=kb9gk11MAAIC&pg=PA197. ISBN 8870634906

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“Può esistere, per un uomo, una visione più amara di quella d'un avvenire infelice, piatto e senza orizzonte che egli stesso si sia edificato?”

Robert Schumann (1810–1856) compositore, pianista e critico musicale tedesco

da una lettera alla madre del 1830
Origine: Citato in AA.VV., Il pianoforte di Schumann, Apollonio, 1969, p. 30.

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“La politica è la scienza dell'opportunismo e l'arte del compromesso.”

Franz Liszt (1811–1886) compositore, pianista e direttore d'orchestra ungherese

1870, lettera alla principessa Carolyne; citato in Rostand, Liszt, 1961

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“Gesù non intende il dialogo come una concessione che falsifica la verità.”

Josemaría Escrivá de Balaguer (1902–1975) presbitero spagnolo

da Lettera 14 ottobre 1965, Studi Cattolici, 1985

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“Dio non gioca a dadi con l'universo.”

Albert Einstein (1879–1955) scienziato tedesco

da una lettera del 4 dicembre 1926 a Max Born

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“Il mio libro è poesia; e se non è, lo diverrà.”

Henrik Ibsen (1828–1906) scrittore, drammaturgo e poeta norvegese

da una lettera a Bjørnstjerne Bjørnson, 9 dicembre 1867

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“Vi è sempre in Kant, come in Lutero, qualcosa che ricorda il monaco, il quale, anche uscito dal chiostro, non può tuttavia cancellarne da sé le tracce.”

Friedrich Schiller (1759–1805) poeta, filosofo e drammaturgo tedesco

da una lettera del 21 dicembre 1798, in Corrispondence entre Goethe et Schiller; citato in Antonio Aliotta, Logos, II fascicolo, Roma, 1940

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“Oggi ti vorrei raccontare un poco di Cézanne. Per quanto riguarda il lavoro, così afferma, ha vissuto da bohémien fino a quarant'anni. Solo più tardi, con la conoscenza di Pissarro, ha preso gusto al lavoro. Ma, allora, fino al punto di passare gli ultimi trent'anni della sua vita non facendo altro che lavorare. Senza gioia invero, come sembra, con una rabbia incessante, in conflitto con ogni sua singola opera, perché nessuna di esse gli sembrava raggiungere ciò che egli riteneva essere la cosa più indispensabile. La chiamava la réalisation, e la trovava nei "veneziani" che aveva visto e rivisto al Louvre e apprezzava incodizionalmente. Il convincente, il farsi cosa. La realtà sublimata fino a divenire indistruttibile attraverso la propria esperienza dell'oggetto, era questo che gli pareva l'intento più intimo del suo lavoro; vecchio, malandato, ogni sera consunto fino allo spasimo dal regolare lavoro giornaliero (tanto che spesso andava a dormire alle sei, all'imbrunire, dopo una cena mandata giù distrattamente), arrabbiato, diffidente, deriso ogni qual volta si recava al suo atelier, schernito, maltrattato… sperava un giorno, di raggiungere quel compimento che egli sentiva come l'unico essenziale. In tal modo […] egli aveva esacerbato le difficoltà del suo lavoro nella maniera più ostinata… si muoveva avanti e indietro nel suo studio, che aveva la luce sbagliata, in quanto il capomastro non aveva ritenuto necessario dare ascolto a quel vecchio bizzarro che ad Aix erano tutti d'accordo nel non prendere sul serio […].”

Rainer Maria Rilke (1875–1926) scrittore, poeta e drammaturgo austriaco

Lettera a Clara, 9 ottobre 1907
Lettere su Cézanne

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“La vita non ha piacere e non è cortese con noi né ci è favorevole, se la si prende troppo sul serio.”

Frank Wedekind (1864–1918) scrittore, drammaturgo e attore teatrale tedesco

da una lettera a Beate Heine, 28 agosto 1900

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“Quel che Dio è per l'uomo, l'uomo lo è per il cane.”

Frank Wedekind (1864–1918) scrittore, drammaturgo e attore teatrale tedesco

da una lettera ad A. Barte, febbraio 1884

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“Credi forse che sarei stato maggiormente grato a tua madre se, anziché farmi te e tuo fratello, avesse scritto un bellissimo romanzo?”

Joseph De Maistre (1753–1821) filosofo, politico e diplomatico italiano

da una lettera alla figlia; citato nella Prefazione di Alfredo Cattabiani a J. De Maistre, Le Serate di San Pietroburgo, Rusconi Editore

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“Il momento giusto per l'austerità al Tesoro è l'espansione, non la recessione.”

John Maynard Keynes (1883–1946) economista britannico

da lettera al Presidente degli Stati Uniti Franklin D. Roosevelt, 1937

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“Le argomentazioni [di Abba Lerner] sono impeccabili, ma il cielo aiuta chiunque provi a comunicare all'uomo comune a questo punto dell'evoluzione delle nostre idee.”

John Maynard Keynes (1883–1946) economista britannico

Origine: Da una lettera a James E. Meade dell'aprile 1943.

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“Voi siete troppo incline a fare della Saggezza una pura Scienza e a riportare l'intelligenza concreta ad un nozionismo o a un razionalismo, che nelle sue connessioni logiche dovrebbe essere autosufficiente.”

Maurice Blondel (1861–1949) filosofo francese

da una lettera a Jacques Maritain, 31 agosto 1920
Origine: Citato in Piero Viotto, Grandi amicizie: i Maritain e i loro contemporanei.

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“Occorre soffrire perché la verità non si cristallizzi in dottrina, ma nasca dalla carne.”

Emmanuel Mounier (1905–1950) filosofo francese

da Lettere sul dolore – Rizzoli, a cura di Davide Rondoni

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“91. Erra chi dice che le lettere guastano e' cervelli degli uomini, perché è forse vero in chi l'ha debole; ma dove lo truovano buono, lo fanno perfetto; perché el buono naturale congiunto col buono accidentale fa nobilissima composizione.”

Francesco Guicciardini (1483–1540) scrittore, storico e politico italiano

serie I
Ricordi
Variante: Erra chi dice che le lettere guastano e' cervelli degli uomini, perché è forse vero in chi l'ha debole; ma dove lo truovano buono, lo fanno perfetto; perché el buono naturale congiunto col buono accidentale fa nobilissima composizione.

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“Non ci sono mai state una buona guerra o una cattiva pace.”

Benjamin Franklin (1706–1790) scienziato e politico statunitense

Origine: Da una lettera a Quincy, 11 settembre 1772.

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“L'ozio è uno de' maggiori consumamenti che possa avere uno spirito attivo.”

Annibal Caro (1507–1566) traduttore, drammaturgo, poeta e numismatico italiano

da Lettere familiari

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“Da un dibattito alla camera dei comuni del 2 luglio 2003, colonna 407 e dal dibattito alla camera dei comuni del 15 giugno 2004, colonna 697. Come risulta da una lettera per il Daily Telegraph inviata da Alistair Cooke il 2 novembre 2006, questa citazione risulta invece di Loelia Ponsonby, una delle mogli di Hugh Grosvenor, secondo duca di Westminster che disse: "Chi viene visto in un autobus dopo i 30 anni di età è un fallito.”

Margaret Thatcher (1925–2013) primo ministro del Regno Unito

EN) Anybody seen in a bus over the age of 30 has been a failure in life. In una lettera pubblicata il giorno seguente sempre nel Daily Telegraph, Hugo Vickers afferma che Loelia Ponsonby ammette essere una frase che lei stessa ha "preso in prestito" dal poeta Brian Howard.

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“[Su Jean Racine] Dà soddisfazione pensare che il primo scrittore della letteratura francese non è un moralista, né uno scienziato, né un generale, né un re, ma un uomo di lettere.”

Jean Giraudoux (1882–1944) scrittore e commediografo francese

citato in Jean-François Revel, Nietzche in go-kart, La Fiera Letteraria, 19 ottobre 1967
Citazioni di Jean Giraundoux

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“La fede che non agisce è lettera morta, gli atti senza la fede sono peggio ancora; è tempo perso, nient'altro.”

Anton Pavlovič Čechov (1860–1904) scrittore, drammaturgo e medico russo

Origine: Il duello, p. 135

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“Chi sa capire tutto è molto infelice.”

Maksim Gor'kij (1868–1936) scrittore e drammaturgo russo

Origine: Da Il mestiere delle lettere

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“È stato detto molto bene che se i triangoli facessero un Dio, gli darebbero tre lati.”

Charles Louis Montesquieu (1689–1755) filosofo, giurista e storico francese

da Lettere persiane, 1721
Variante: È stato detto benissimo che se i triangoli facessero un dio, gli attribuirebbero tre lati.

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“[Da una lettera al padre da Berlino] Le berlinesi vestono male; cambiano molto, è vero, ma è un peccato per le belle stoffe sciupate per tali pupattole.”

Frédéric Chopin (1810–1849) compositore e pianista polacco

citato in Luciano Chailly, Gli hobbies di Chopin

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“Campioni: Io non so come si gridi tanto alla difficoltà che c'è a trovare argomenti nuovi e ad essere originali! Sono lì, gli argomenti, non c'è che a stendere la mano. […] Io voglio dimostrare che la matematica regge colle sue norme immutabili anche la poesia. […] Un verso composto di un numero dispari di parole, è matematicamente più armonico di quello in cui il numero sia pari… e così per le sillabe, e così per le lettere. […] Nell'Orlando furioso ci sono in tutto 375 mila 197 parole. Dispari il numero totale, e non solo dispari il numero totale, ma dispari anche le cifre che lo compongono. Eccole spiegata la sorprendente bellezza del libro. Nel primo canto, ci sono 5041 parole, altro numero dispari. Prendiamo due versi a casaccio. (Apre il manoscritto). Canto quattordicesimo, ottava trentasettesima, verso primo:
«Come lupo o mastin ch'ultimo giugne…»
sette parole, che bel verso! e subito
«Al bue lasciato morto dai villani…»
sei parole, verso orribile, quasi che i villani dei buoi morti non sapessero che farsene, magari!
[…]
Carlo: Le dico schietto che lei ha fatto opera di profondo studioso, di buongustaio, di grande ingegno e di gran cittadino.
Campioni: Ah! Perché la poesia…
Carlo: È il cardine.
Campioni: È il cardine. Guardi: cardine: bellissima parola: sette lettere. Osservi il nome dei massimi poeti. Dante, cinque lettere; Ariosto, sette; Tasso, cinque; Petrarca invece otto, difatti è molle ed effeminato. Foscolo, sette; Alfieri, sette; Manzoni, sette; Leopardi, otto, ed è uno scettico. Le pare? È novità codesta?
Carlo: E come!
Campioni: Pensare che in tanti grandi ingegni che furono con tante arti poetiche e regole di scuola scritte in tutte le lingue, nessuno ancora considerò l'estetica in rapporto coi numeri. Le note musicali, sette. Perché la scienza moderna ci insegna a generalizzare. Trovato un principio, a volerlo applicare ammodo, si vede che calza per tutto. Qual è il tipo della famiglia bene assortita? Un padre, una madre e un figliolo. Tre. Sono considerazioni codeste?!”

Giuseppe Giacosa (1847–1906) drammaturgo, scrittore e librettista italiano

da La gente di spirito, Atto II, Scena IV

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“Viandante non c'è via, | la via si fa con l'andare.”

Antonio Machado (1875–1939) poeta e scrittore spagnolo

da Campos de Castilla
Poesie
Origine: In Opera poetica, a cura di Oreste Macrì, Le Lettere, 1994.

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“So con certezza che, se volessi, potrei diventare uno scrittore di successo. Per mia scelta, tuttavia, non lo sarò mai.”

John Keats (1795–1821) poeta inglese

da Lettera a John Taylor, 23 agosto 1819

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“Dolcissima Isabella, il tuo Francesco ti pose questo monumento: se manca di gemme, non manca di lagrime, perché con me piansero tutti i cittadini di Lione: riposi la tua salma nella tomba, l'anima riposi in cielo.”

Francesco Andreini (1548–1624) attore e drammaturgo italiano

sulla tomba di Isabella; citato in Storia delle lettere e delle arti in Italia, Tomo II, Giuseppe Rovani, Borroni e Scotto, Milano 1856

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“È stato come scoprire un'enorme enoteca riempita con bottiglie di un vino straordinario di tipo e sapore mai assaggiato prima. Ne fui decisamente preso.”

John Ronald Reuel Tolkien (1892–1973) scrittore, filologo, glottoteta e linguista britannico

La realtà in trasparenza, lettera n. 163

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“Sì, certo il suo libro [A Plea for Vegetarianism] sulla disciplina vegetariana, che fu il primo in cui mi imbattei, mi fu di immenso aiuto per consolidare la mia fede nel vegetarianesimo.”

Mahátma Gándhí (1869–1948) politico e filosofo indiano

dalla lettera a Henry Salt del 12 ottobre 1929, p. 113
La forza della verità

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“Più si invecchia e più ci si convince che Sua sacra Maestà il Caso fa i tre quarti del lavoro in questo miserabile universo.”

Federico II di Prussia (1712–1786) re di Prussia

dalla lettera a Voltaire del 26 dicembre 1773
Origine: Citato in Dizionario mondiale di Storia, Rizzoli Larousse, Milano, 2003, p. 374. ISBN 88-525-0077-4

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“Credimi, per chi ha un po' d'onore e di sangue nelle vene, è una gran calamità nascere napoletano.”

Carlo Filangieri (1784–1867) generale e politico italiano

da una lettera al figlio; citato in Elena Croce, La patria napoletana

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“Mi hai reso pazzo di felicità…vorrei saltare, vorrei anche danzare, sebbene mi sarebbe difficile perché non sono mai stato un ballerino… siamo felici, Adele.”

Johann Strauss (figlio) (1825–1899) compositore e direttore d'orchestra austriaco

lettera alla moglie, Adele Strauss; citato in Gli Strauss, p. 199
Citazioni di Johann Strauss jr

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“Il compagno Stalin, divenuto segretario generale, ha concentrato nelle sue mani un immenso potere, e io non sono sicuro che egli sappia servirsene sempre con sufficiente prudenza.”

Lenin (1870–1924) rivoluzionario e politico russo

Origine: Dalla Lettera al Congresso, conosciuta sotto il nome di Testamento, dettata dal 23 al 26 dicembre 1922. [fonte secondaria?]

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“Ogni giorno deve avere il suo compito.”

Papa Clemente XIV (1705–1774) 249° vescovo di Roma e papa della Chiesa cattolica

dalle Lettere

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“Pensa che sono arrivate 120 lettere… quasi 1000…”

Nino Frassica (1950) attore, comico e personaggio televisivo italiano

I migliori anni

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“E diceva parole tanto dolci, che è da scoppiare, della bontà di Dio.”

Caterina da Siena (1347–1380) religiosa italiana

dalla lettera A Frate Raimondo da Capua dell'Ordine de' Predicatori, nelle Lettere

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“Orsù figliuoli dolcissimi, correte questo palio; e fate che solo sia uno quello che l'abbia.”

Caterina da Siena (1347–1380) religiosa italiana

dalla lettera A Sano di Maco, e agli altri figliuoli, nelle Lettere

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“La pace e della concordia hanno precedenza sul martirio.”

Papa Liberio (310–366) 36° vescovo di Roma e papa della Chiesa cattolica

lettera Quam scio, 142

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“In generale la grandezza dell'ingegno non garantisce mai dall'assurdità delle opinioni abbracciate.”

Eulero (1707–1783) matematico e fisico svizzero

da Lettere a una principessa tedesca, lettera 24

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“Quando il generale Championnet venne a Napoli, mi fece chiamare e mi designò come uno dei membri del Governo Provvisorio, ch'egli stava per stabilire. Il giorno dopo gl'inviai una lettera, e rassegnai formalmente l'impiego, e non lo vidi più. Durante tre mesi, io non feci altro che aiutare col mio proprio denaro e con quello di alcuni amici caritatevoli il gran numero di [poveri] esistenti nella città. Io indussi tutti i medici, chirurgi ed associazione ad andare in giro a visitare gl'infermi poveri, che non avevano modo di curare i loro malanni. Da questo periodo, Barial venne a stabilire il nuovo governo, ed insistette perché io accettassi un posto nella Commissione legislativa. Io ricusai due o tre volte; ed in fine fui minacciato e forzato. Che cosa potevo fare, e in che modo, e che cosa potevo opporre? Tuttavia, nel breve tempo di questa amministrazione, io non feci mai un giuramento contro il re, né scrissi né mai dissi una sola parola offensiva contro alcuno della Famiglia Reale, né comparsi in alcuna delle pubbliche cerimonie, né venni ad alcun pubblico banchetto, né vestii l'uniforme nazionale: non maneggiai danaro pubblico, e i soli cento ducati in carta che mi dettero, furono distribuiti ai poveri. Le poche leggi, votate in quel tempo, furono soltanto quelle che potevano riuscire benefiche al popolo…”

Domenico Cirillo (1739–1799) medico e botanico italiano

da Lettera a Lady Hamilton del 3 luglio 1799; citata in B. Croce, La Rivoluzione napoletana del 1799: biografie, racconti, ricerche, terza edizione aumentata, Bari, Laterza, 1912, pp. 252-53

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“Provo gioia e fierezza grandissima e mi allieto al pensiero che l'onore di una distinzione così alta e disputata da scrittori che collocavo al di sopra di me si rifletterà sulla mia patria alla quale devo tutto ciò che questa onorificenza premia nelle mie opere.”

Sully Prudhomme (1839–1907) poeta francese

p. 10, dalla lettera spedita all'Accademia Svedese per il conferimento del Premio Nobel, Châtenay 19 novembre 1901
Origine: Citato in Gunnar Ahlström, Il conferimento del Premio Nobel a Sully Prudhomme, I Premi Nobel per la Letteratura, Fratelli Fabbri Editori, Milano 1965.

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