Frasi sul mare
pagina 8

Robert Musil photo
William Shakespeare photo
Guillaume Apollinaire photo
Guillaume Apollinaire photo
Alfred De Vigny photo

“Il vero Dio, il Dio forte, è il Dio delle idee.”

Alfred De Vigny (1797–1863) poeta, scrittore, drammaturgo

da La bottiglia in mare, ne I destini

Gabriele d'Annunzio photo
Lope De Vega photo

“García: Che cosa significa amare, Lucindo, se non ostinarsi pervicacemente?
Lucindo: Codesta è la migliore definizione dell'amore!
García: Il credere alle parole di una donna mi ha gettato in tanta confusione.
Lucindo: Chi ripone fiducia in una donna, ara nel vento e semina nel mare!
García: La fragile natura loro può scagionarle. Scrive un antico greco che un giorno si spezzò la prima corda della cetra di Apollo, e allora la corda stessa salì in cielo a lamentarsi del dio. «Chiedo giustizia a voi, giudici sommi, – disse al trono d'avorio, – giacché essendo io la più sottile sono quella che Apollo fa vibrare più spesso! Io sono debole ed egli non si stancaa di solleticarmi, mentre tocca molto meno spesso il bordone, che è ben più forte di me. Quindi Apollo non deve lagnarsi se talora mi spezzo mentre egli sta accompagnando il suo canto, giacché vengo costretta da lui a vibrare tante volte!» Con questo bel paragone lo scrittore vuol dire che quella corda così sottile e delicata che è la donna, l'uomo la carica di tanto onore, fiducia, amore, verità, piacere, cura, lealtà. verecondia, valore e patrimonio, che non è strano che talora, a furia di usarla, la perda, e spezzata in più parti gli sembra impazzita.
Lucindo: Quella corda parlò sottilmente, non per nulla era sottile e strumento nelle mani di Apollo! E da parte sua Seneca, che fra i pagani fu il più degno d'approvazione, affermò che la natura operò sapientemente negando potere e forza fisica alla donna, giacché se avesse anche quella non si potrebbe vivere!”

Lope De Vega (1562–1635) poeta, drammaturgo

Atto III, Scena Prima
San Giacomo il Verde

Eugene Gladstone O`Neill photo
Terry Pratchett photo
Terry Pratchett photo
Maurice Maeterlinck photo
Samuel Taylor Coleridge photo
Rudyard Kipling photo
Percy Bysshe Shelley photo
Paul Verlaine photo
Boris Vian photo
Dante Alighieri photo

“Noi eravam lunghesso mare ancora, | come gente che pensa a suo cammino, | che va col cuore e col corpo dimora.”

Dante Alighieri (1265–1321) poeta italiano autore della Divina Commedia

II, 10-12

Tito Lucrezio Caro photo
Luis Cernuda photo
Herman Melville photo
Johann Wolfgang von Goethe photo
Johann Wolfgang von Goethe photo
Johann Wolfgang von Goethe photo
Friedrich Nietzsche photo
Friedrich Nietzsche photo

“Victor Hugo: o il faro sul mare dell'assurdo.”

Friedrich Nietzsche (1844–1900) filosofo, poeta, saggista, compositore e filologo tedesco

Scorribande di un inattuale, 1, 1997

Friedrich Nietzsche photo

“Avete sentito di quel folle uomo che accese una lanterna alla chiara luce del mattino, corse al mercato e si mise a gridare incessantemente: "Cerco Dio! Cerco Dio!". E poiché proprio là si trovavano raccolti molti di quelli che non credevano in Dio, suscitò grandi risa. "È forse perduto?" disse uno. "Si è perduto come un bambino?" fece un altro. "Oppure sta ben nascosto? Ha paura di noi? Si è imbarcato? È emigrato?" – gridavano e ridevano in una gran confusione. L'uomo folle balzò in mezzo a loro e li trapassò con i suoi sguardi: "Dove se n'è andato Dio? – gridò – ve lo voglio dire! L'abbiamo ucciso – voi e io! Siamo noi tutti i suoi assassini! Ma come abbiamo fatto? Come potemmo vuotare il mare bevendolo fino all'ultima goccia? Chi ci dette la spugna per strofinare via l'intero orizzonte? Che mai facemmo per sciogliere questa terra dalla catena del suo sole? Dov'è che si muove ora? Dov'è che ci moviamo noi? Via da tutti i soli? Non è il nostro un eterno precipitare? E all'indietro, di fianco, in avanti, da tutti i lati? Esiste ancora un alto e un basso? Non stiamo forse vagando come attraverso un infinito nulla? Non alita su di noi lo spazio vuoto? – Non si è fatto piú freddo? Non seguita a venire notte, sempre piú notte? Non dobbiamo accendere lanterne la mattina? Dello strepito che fanno i becchini mentre seppelliscono Dio, non udiamo ancora nulla? Non fiutiamo ancora il lezzo della divina putrefazione? Anche gli dèi si decompongono! Dio è morto! Dio resta morto! E noi lo abbiamo ucciso! Come ci consoleremo noi, gli assassini di tutti gli assassini? Quanto di piú sacro e di piú possente il mondo possedeva fino ad oggi si è dissanguato sotto i nostri coltelli – chi detergerà da noi questo sangue? Con quale acqua potremmo lavarci? Quali riti espiatòri, quali sacre rappresentazioni dovremo noi inventare? Non è troppo grande, per noi, la grandezza di questa azione? Non dobbiamo anche noi diventare dèi, per apparire almeno degni di essa? Non ci fu mai un'azione piú grande – e tutti coloro che verranno dopo di noi apparterranno, in virtú di questa azione, ad una storia piú alta di quanto mai siano state tutte le storie fino ad oggi!". A questo punto il folle uomo tacque, e rivolse di nuovo lo sguardo sui suoi ascoltatori: anch'essi tacevano e lo guardavano stupiti. Finalmente gettò a terra la sua lanterna che andò in frantumi e si spense. "Vengo troppo presto" proseguí "non è ancora il mio tempo. Questo enorme evento è ancora per strada e sta facendo il suo cammino – non è ancora arrivato fino alle orecchie degli uomini. Fulmine e tuono vogliono tempo, il lume delle stelle vuole tempo, le azioni vogliono tempo, anche dopo essere state compiute, perché siano viste e ascoltate. Quest'azione è ancor sempre piú lontana dagli uomini delle stelle piú lontane – eppure son loro che l'hanno compiuta!". – Si racconta ancora che l'uomo folle abbia fatto irruzione, quello stesso giorno, in diverse chiese e quivi abbia intonato il suo Requiem aeternam Deo. Cacciatone fuori e interrogato, si dice che si fosse limitato a rispondere invariabilmente in questo modo: "Che altro sono ancora queste chiese, se non le fosse e i sepolcri di Dio?".”

Friedrich Nietzsche (1844–1900) filosofo, poeta, saggista, compositore e filologo tedesco

125; 2007

Friedrich Nietzsche photo
Friedrich Nietzsche photo
George Orwell photo
Louis-ferdinand Céline photo
Louis-ferdinand Céline photo
Cesare Pavese photo
Joseph Conrad photo
Joseph Conrad photo
Gabriel García Márquez photo
Hans Christian Andersen photo
Gustave Flaubert photo
Ramón Gómez De La Serna photo

“Le vongole sono le nacchere del mare.”

Ramón Gómez De La Serna (1888–1963) scrittore e aforista spagnolo

Origine: Mille e una greguería, Greguería‎s‎, p. 33

Ernst Jünger photo
Ernst Jünger photo
Ernst Jünger photo
David Hume photo

“Io sono seduto nella mia camera con la faccia rivolta al fuoco, e tutti gli oggetti che colpiscono i miei sensi sono contenuti in pochi metri intorno a me. La memoria, invero, mi fa presente l'esistenza di molti oggetti; ma questa sua testimonianza non si estende oltre la loro precedente esistenza, né i sensi né la memoria attestano la continuità del loro essere. Mentre sono ancora seduto e rivolgo per la mente questi pensieri, sento ad un tratto un rumore, come di una porta che gira sopra i suoi cardini, e poco dopo vedo il portiere che avanza verso di me. Ciò mi dà occasione a molte riflessioni e nuovi ragionamenti. Anzitutto, io non ho mai osservato che quel rumore possa provenire da altro fuorché dal movimento di una porta, e quindi concludo che il presente fenomeno sarebbe in contraddizione con tutte le precedenti esperienze, qualora io non ammettessi che la porta, che ricordo dall'altra parte della camera, continua ad esistere. Ancora: ho sempre visto che un corpo umano possiede una qualità ch'io chiamo gravità, e che gl'impedisce di volare, come questo portiere dovrebbe aver fatto per giungere nella mia camera, se pensassi che la scala, di cui ho il ricordo, fosse stata distrutta nella mia assenza. Ma non è tutto. Io ricevo una lettera: aprendola, vedo dal carattere e dalla firma che viene da un amico che mi dice esser distante duecento leghe. È evidente che non posso mai rendermi ragione di questo fenomeno in conformità della mia esperienza in altri casi, senza far passare nella mia mente tutto il mare e il continente che ci separano, e senza supporre gli effetti e l'esistenza continuata dei corrieri e dei battelli, conforme alla mia memoria e osservazione. I fenomeni, dunque, del portiere e della lettera, sotto un certo aspetto sono in contraddizione con l'esperienza comune, e possono esser giudicati come obiezioni alle massime riguardanti la connessione tra cause ed effetti. Io, infatti, sono abituato a udire un certo suono nello stesso tempo che vedo un certo oggetto in movimento; in questo caso, invece, non ho ricevuto le due percezioni insieme. Sì che queste due osservazioni sono contrarie, a meno ch'io non supponga che la porta rimanga ancora, e che sia stata aperta senza ch'io ne abbia avuto la percezione. E questa supposizione, da principio arbitraria e ipotetica, acquista forza ed evidenza per essere la sola che possa conciliare quella contraddizione. Di questi casi se ne offrono continuamente nella mia vita, e mi spingono a supporre una continuata esistenza degli oggetti al fine di collegare le passate con le presenti loro apparizioni, e dare loro quella reciproca unione che ho trovato per esperienza convenire alla loro particolare natura e alle circostanze. Io sono, così, naturalmente portato a considerare il mondo come qualcosa di reale e di durevole, che mantiene la sua esistenza anche quando cessa di esser presente alla mia percezione.”

Trattato sulla natura umana

Karl Marx photo
Italo Calvino photo

“L'inconscio è il mare del non dicibile, dell'espulso fuori dai confini del linguaggio, del rimosso in seguito ad antiche proibizioni.”

Italo Calvino (1923–1985) scrittore italiano

da Cibernetica e fantasmi, in Saggi

Italo Calvino photo
Ernest Renan photo
Voltaire photo
Giacomo Leopardi photo
Francesco Petrarca photo
Ernest Hemingway photo

“La vita degli uccelli è più dura della nostra. […] «Perché sono stati creati uccelli delicati e fini come queste rondini di mare se l'oceano può essere tanto crudele?»”

The birds have a harder life than we. [...] «Why did they make birds so delicate and fine as those sea swallows when the ocean can be so cruel?»
Il vecchio e il mare

Oliver Wendell Holmes, Sr. photo

“Credo fermamente che se tutti i medicinali, come sono utilizzati adesso, potessero essere risucchiati in fondo al mare, sarebbe tanto meglio per il genere umano e tanto peggio per i pesci.”

Oliver Wendell Holmes, Sr. (1809–1894) medico, insegnante e scrittore statunitense

citato in Andrew Weil e Winifred Rosen, Dal cioccolato alla morfina. Tutto quello che dovete sapere sulle sostanze che alterano la mente, traduzione di Fabio Bernabei, Arcana, Roma, 2007, p. 175

Oliver Wendell Holmes, Sr. photo

“Se tutte le medicine della farmacopea venissero buttare in mare, sarebbe meglio per il genere umano, sebbene un po' meno per i pesci.”

Oliver Wendell Holmes, Sr. (1809–1894) medico, insegnante e scrittore statunitense

Origine: Natural Hygiene history - 2, 5-03-2011, en http://naturalhygienesociety.org/past2.html,

Michail Jurjevič Lermontov photo
Vasilij Vasil'evič Rozanov photo
Vivekananda photo
Margaret Thatcher photo
Alexandre Dumas (padre) photo
Francesco Guccini photo
Francesco Guccini photo
Francesco Guccini photo
Francesco Guccini photo
Margarete Wallmann photo
Arthur Rimbaud photo
Giovanni Battista Niccolini photo

“Rotta dal vento nell'adriaco lido | Sempre è l'onda del mare, e par che pianga.”

Giovanni Battista Niccolini (1782–1861) drammaturgo italiano

da Antonio Foscarini, II, 5

Gilbert Keith Chesterton photo
Charlotte Brontë photo

“Cor et mentem aperi ne in dubitationum pelago naufragus sis – Apri mente e cuore per non essere più naufrago in un mare di dubbi.”

Raffaele Palma (1953) scrittore, disegnatore e umorista italiano

Tutto in Una Notte, Sindonibus

Francesco Bacone photo
Carl Schmitt photo
Carl Schmitt photo
Carl Schmitt photo
Carl Schmitt photo
Carl Schmitt photo
Carl Schmitt photo
Carl Schmitt photo
Publio Virgilio Marone photo
Publio Virgilio Marone photo
Publio Virgilio Marone photo

“Tienti vicino al lido… altri vadano in alto mare.”

Publio Virgilio Marone (-70–-19 a.C.) poeta romano

V, 163-164

Jonathan Safran Foer photo
Francisco Urondo photo

“È ora di perdere | per sempre l'innocenza: questo | stupore delle creature che ancora | non sono riuscite a caricarsi della memoria | del mondo al quale sono nate.”

Francisco Urondo (1930–1976) scrittore argentino

citato in Giorgio Saviane, Il mare verticale, TEN, 1994. ISBN 88-7983-397-9

George Gissing photo
George Gissing photo
Francesco Carofiglio photo

“La vita è una barca spezzata nel mezzo, con la prua e la poppa sollevate e il mare a coprire la ferita. Un mare calmo, immobile.”

Francesco Carofiglio (1964) architetto, scrittore e illustratore italiano

Origine: L'estate del cane nero, p. 32

Francesco De Gregori photo
Roberto Cota photo
Alessandro Esseno photo
Alessandro Esseno photo
Alessandro Esseno photo
Alessandro Esseno photo
Tito Lívio photo

“Tutte le plebi, per natura come il mare immobili, sono agitate dai venti e dalle aure.”

Scipione l'Africano: XXVIII, 27; 2006
Multitudo omnis sicut natura maris per se immobilis est […] ventus et aurae cient.
Ab urbe condita, Libro XXI – Libro XXX

Vincenzo Monti photo
Charles Pierre Lubin Griois photo

“Palmi è costruita alla fine di un pianoro molto alto con rocce a picco sul mare che le fanno da basamento.”

da Memoires du general griois 1812-1822, ISBN 2909034437

Giuseppe Giacosa photo

“Dal Cenisio al Mongibello | Dal mare greco al Tosco mar | Ogni villa, ogni castello | È concorde in esultar. | La cagion di tanta gioia | Regal vergine [Margherita di Savoia] sei tu | Tu la perla dei Savoia | Fior di grazia e di virtù.”

Giuseppe Giacosa (1847–1906) drammaturgo, scrittore e librettista italiano

Origine: Ballata composta nell'aprile 1868 in occasione delle nozze del principe ereditario Umberto I di Savoia con la cugina Margherita (Romano Bracalini, La regina Margherita, Biblioteca Universale Rizzoli, Milano 1985, ISBN 88-17-16555-7).